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Inedito del futuro Papa Paolo VI. Montini bacchetta le Acli sinistrorse (Tornielli)

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2010 00:22
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Inedito del futuro Papa Paolo VI. Montini bacchetta le Acli sinistrorse (Tornielli)


Inedito del futuro Papa Paolo VI Montini bacchetta le Acli sinistrorse

di Andrea Tornielli

Datata 15 maggio 1960, è indirizzata dall’allora cardinale Montini, arcivescovo di Milano, ai vertici delle Acli milanesi. Il testo integrale della lettera

La lettera riservata e inedita ha toni inequivocabili ed è datata 15 maggio 1960: è indirizzata dall’allora cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, a Luigi Clerici e a don Ezio Orsini, rispettivamente presidente e assistente ecclesiastico delle Acli milanesi.

È un richiamo all’ordine che esprime tutta la preoccupazione del futuro Paolo VI per quello che ai suoi occhi appariva come un vero e proprio sbandamento dell’associazione cattolica, che in quegli anni simpatizzava per l’apertura a sinistra: «Mi pare che prevalga l’interesse per le cose temporali, e che l’interesse per la missione religiosa e cattolica vada prendendo un posto subordinato», scrive Montini alle Acli, ricordando loro che la politica «non è la vostra missione».

La missiva è stata messa a disposizione dall’Istituto Paolo VI di Brescia al professor Paolo Gheda, curatore del volume Siri, la Chiesa, l’Italia (Marietti 1820) appena pubblicato. Gheda nel suo contributo su Siri e Montini utilizza alcuni brevi passaggi della lettera, che Il Giornale ora pubblica integralmente.
Montini era stato sempre vicino alle Acli: nel 1944, da Sostituto della Segreteria di Stato, aveva partecipato alla loro fondazione, auspicando che fossero «espressione della corrente cristiana in campo sindacale per contrastare la presenza dominante della Cgil».

Arrivato a Milano, Montini aveva promesso agli aclisti di essere loro «padre, amico, alleato». Ma l’evoluzione in chiave più marcatamente socio-politica dell’associazione e il favore espresso dalle Acli nei confronti della cosiddetta apertura a sinistra avevano addolorato non poco il futuro Paolo VI. L’arcivescovo, durante gli anni milanesi, vivrà un rapporto spesso conflittuale con la corrente democristiana della Base che guardava a sinistra, ed è dunque da smentire il cliché del «vescovo rosso» che gli venne cucito addosso, come ha peraltro sottolineato Eliana Versace nel libro Montini e l’apertura a sinistra (Guerini e Associati, 2007).

La lettera inedita che ora viene pubblicata va proprio in quella direzione: Montini contesta alle Acli troppa polemica «non già verso gli avversari del nome cristiano, ma verso persone e gruppi e giornali del campo nostro»; scrive che gli aclisti non aderiscono come ci si aspetterebbe da «buoni cattolici militanti» alle indicazioni della Chiesa «circa la famosa apertura verso il socialismo»; critica il fatto che le Acli suscitino «simpatie e speranza per un socialismo che tuttora si mostra così avverso alla religione» e che è «ostile e pericoloso per la nostra causa, sia religiosa che sociale»; rimprovera all’associazione di offrire argomenti agli «avversari nel nome di Dio, di Cristo, della Chiesa»; contesta la pretesa di autonomia degli aclisti pregandoli «di esaminare se nelle vostre amicizie e nelle vostre idee non lavorino fattori di provenienza non sicura». Copia di questa lettera viene inviata da Montini al cardinale Giuseppe Siri, allora presidente della Cei, che gli risponde a stretto giro congratulandosi e appoggiandolo pienamente.



 Il Giornale, 9 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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