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Benedetto XVI a Malta sulle orme di san Paolo 17 e 18 Aprile 2010

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2010 19:36
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17/04/2010 14:46
 
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Visitando la Grotta di San Paolo a Malta


                


Incontro con padre Louis Suban, arciprete della Chiesa di San Paolo


di Serena Sartini

LA VALLETTA, venerdì, 16 aprile 2010 (ZENIT.org).- La prima tappa che compirà il Papa a Malta, se si esclude la visita al presidente della Repubblica, sarà l’omaggio alla Grotta di San Paolo a Rabat, piccola cittadina di 14mila abitanti a una decina di chilometri da Valletta, dove la tradizione vuole che l’Apostolo delle Genti fu imprigionato.

Una piccola celletta di pochi metri quadrati, con la statua di San Paolo e la targa della visita di Giovanni Paolo II nel 1990. Qui, nella Grotta, Benedetto XVI si fermerà in preghiera silenziosa per qualche istante. Ed eccezionalmente potrà venerare anche la reliquia del braccio di San Paolo, custodita in una teca che viene esposta solamente una volta all’anno.

L’arciprete della Chiesa di San Paolo, padre Louis Suban, ci mostra il tragitto che compirà il Papa durante la sua visita che durerà circa un’ora. “Benedetto XVI arriverà sabato pomeriggio, intorno alle 19.45. Dopo il saluto del sindaco della città – dice a ZENIT - bacerà la croce simbolo della missionarietà della chiesa. Poi entrerà nella Chiesa di San Paolo e davanti all’altare sosterà qualche momento per la preghiera silenziosa”.

“Successivamente – spiega – si recherà alla grotta di San Paolo. Insieme all’arcivescovo di Malta, al vescovo di Gozo, e al cardinale Tarcisio Bertone reciterà una preghiera”.

“A seguire – prosegue poi – il Papa incontrerà il capitolo, composto da 11 sacerdoti e un seminarista, nel cimitero della collegiata e firmerà il libro d’oro dei visitatori. Riceverà in dono una piccola scultura in argento raffigurante San Paolo e una papalina. Infine, Benedetto XVI saluterà i fedeli radunati nella piazza della chiesa”.

“Siamo fieri e felici di poter accogliere il Papa – prosegue padre Louis – lo dico non solamente per ciò che provo personalmente ma a nome di tutta la Chiesa di San Paolo a Rabat. La parrocchia è molto felice di avere la visita del Successore di Pietro. La sua visita conferma la devozione e la radice cristiana di Malta”.

La Chiesa di San Paolo, di stile barocco con mattoni romani, può contenere circa 400 persone. Fu costruita nell’antica città di Melita, nel 1675 da Cosmana Navarra.

L’arciprete, da sette anni a Rabat, è stato ordinato il 29 giugno 1984, festa del martirio di San Paolo e Pietro.

“Sono nato e vissuto nel sud di Malta, a Marsaskala – racconta –. Ho frequentato il collegio dei frati di San Giovanni La Salle e poi ho insegnato geografia, religione e storia nel seminario di Rabat. Sono stato viceparroco nella collegiata della Cottoniera, nel sud di Malta e poi nominato cappellano di una parrocchia a Msida. E da 7 anni sono arciprete a Rabat”.

Come mai il Papa visita proprio Rabat? “Perché la Grotta di San Paolo è considerato il più importante Santuario di San Paolo nell’Isola. Ogni giorno viene visitato da centinaia di pellegrini, possiamo dire circa 300, specialmente dall’estero. E sabato pomeriggio, di pellegrino, ne arriverà uno davvero speciale”.


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Sabato 7 marzo 2009      Roma - Malta

Partiamo con un leggero ritardo e arriviamo a Malta non dopo quattordici giorni di avversità e di tempeste come avvenne per San Paolo, ma dopo un’ora e quindici minuti di comodo volo (volo KM 613 delle ore 12,10, la Compagnia è l’Air Malta, la sigla sta per Knights of Malta). Arriviamo all’aeroporto di Luqa alle 13,50 e troviamo la nostra guida, l’efficientissima (fin troppo) Patrizia che ci accompagnerà per tutta la durata del soggiorno.

In pullman ci rechiamo subito a Mdina, detta anche la “città del silenzio”, che fu la prima capitale di Malta ed è la città con il tessuto urbano medioevale più intatto e meglio conservato dell’isola, con begli esempi di architetture normanne e con minimi interventi urbanistici dell’epoca dei Cavalieri. Il suo nome in arabo significa “città murata” e ancora oggi la sua poderosa cinta difensiva si staglia sopra il territorio circostante. 

Lasciato il pullman, entriamo in città per la Main Gate, la porta principale, sontuosamente barocca, che riporta nella facciata esterna le insegne del Gran Maestro de Vilhena che la commissionò e in quella interna le statue di Sant’Agata, San Paolo e San Publio, patroni della città e dell’isola.

San Paolo è spesso rappresentato con una spada in mano, come si può vedere nel mosaico di un’edicola sull’angolo di un palazzo davanti alla quale don Paolo ci legge, dalla lettera agli Ebrei 4, 12-13:

“Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.”

     

Camminiamo su Triq Villegaignon, principale asse viario della città, dove si affacciano i più bei palazzi di Mdina, di qui si irradiano piccole viuzze ad angolo retto, un labirinto perfetto per schivare frecce e colpi d’arma da fuoco e un ottimo sistema di ventilazione e ombra grazie agli edifici vicini tra loro.

Arriviamo alla Cattedrale di San Paolo, consacrata nel 1702, il più elegante ed equlibrato esempio di barocco maltese, sintesi delle influenze romane, siciliane e rinascimentali italiane. Secondo la tradizione, il sito occupato dalla cattedrale coinciderebbe con quello della villa di Publio, governatore romano che accolse San Paolo dopo il naufragio e si convertì, diventando a sua volta martire cristiano e santo. La facciata è un prezioso esempio di equilibrio formale, sulle due torri campanarie laterali vi sono due orologi, come spesso vedremo qui (a Malta con un senso profondo del sacro convivono una serie di usanze di origine pagana: i campanili sono dotati di due orologi, uno vero ed uno dipinto, i due orologi servono per disorientare il diavolo che in questo modo non riuscirebbe a calcolare l’attimo dell’ultimo respiro del defunto e quindi a catturare la sua anima). Sul sagrato campeggiano due cannoni che ricordano la combattività dei Cavalieri.

     

L’interno è caratterizzato da una pianta a croce latina a tre navate. Il ricco pavimento è tappezzato da tombe di nobili maltesi ed alti esponenti del clero. Ai lati dell’altare maggiore due cappelle, a destra della Crocifissione, a sinistra del Santissimo Sacramento dove è conservata un’icona della Madonna di ascendenza bizantina. La pala dell’altare maggiore è dedicata alla Conversione di San Paolo ed è di Mattia Preti.

Don Paolo ci legge

dalla lettera ai Galati 1, 11-24:

“Vi dichiaro, dunque, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire: “Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere”. E glorificavano Dio a causa mia”.


e dalla lettera ai Romani 8, 31-39:

“Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

All’uscita ci rechiamo alla Piazza dei Bastioni e percorriamo il camminamento sulle mura da dove si gode un bel panorama, peccato che il tempo non sia dei migliori.
Lasciamo Mdina per Greek Gate, la Porta Greca e andiamo a Rabat, che costituisce il naturale proseguimento di Mdina fuori della cinta muraria, dove l’apostolo Paolo trovò rifugio dopo il naufragio sull’isola intorno al 60 d.C.

Raggiungiamo la Chiesa di San Paolo, fatta erigere nel 1656 dalla nobile famiglia maltese Guzmana Navara, che si rivolse all’architetto ufficiale dell’Ordine in quel periodo, Francesco Buonamici, responsabile dell’introduzione a Malta del primo linguaggio barocco. La facciata è unica nel panorama delle numerose chiese maltesi, ognuna delle tre porte ha una funzione autonoma: quella centrale immette nella Chiesa di San Paolo, quella di destra immette nella Chiesa di San Publio e quella di sinistra è finta per la simmetria e l’equilibrio della facciata. L’interno è decorato con sontuosità e contiene numerose opere di rilievo.

     

Sotto la Chiesa di San Publio, raggiungibile tramite una scala, si trova la Grotta di San Paolo. La tradizione attribuisce al sito la fama di aver ospitato San Paolo nel corso del suo soggiorno sull’isola. La presenza del santo avrebbe conferito alle pareti virtù antivenefiche contro i morsi dei serpenti. Sulla destra, davanti ad una statua del santo, una lapide ricorda la visita del Papa Giovanni Paolo II nel 1990. La lampada a galera d’argento che pende dal soffitto è un dono dei Cavalieri di San Giovanni per commemorare il 1900° anniversario del naufragio del santo sull’isola.

     

Dagli Atti degli Apostoli 28, 1-6 : Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli indigeni ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un gran fuoco, che avevano acceso perchè era sopraggiunta la pioggia ed era freddo. Mentre Paolo raccoglieva un fascio di sarmenti e lo gettava sul fuoco, una vipera, risvegliata dal calore, lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra loro: “Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere”. Ma egli scosse la serpe  nel fuoco e non ne patì alcun male. Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e cadere morto sul colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere accadergli nulla di straordinario, cambiò parere e diceva che era un santo”.

     








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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