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CRISI DEL SACERDOZIO? cerchiamo di capire le ragioni...

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2012 14:40
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03/10/2011 23:42
 
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CERTI PRETI

SONO CAPACI DI GUASTARE PERSINO…

GLI ATEI

 

[Non è un articolo Papalepapale ufficiale, è un prestito dalla mia rubrica La Cuccia del Mastino]

Don Franco Lanzolla: l'arciprete della cattedrale di Bari, fissato con le danze pagane

Danze macabre e fiat 500 sull’altare, a Bari. Toninobellismo nella Chiesa di Puglia. L’isola… di don F. In diocesi induista di Bari. Il seminario catto-induista barese è all’agonia. Ma andate a divertirvi piuttosto, e fate figli. La liceità dell’anticlericalismo.

 

 

 

Dunque riflettevo su un punto, un paradosso se vogliamo. Talora mi capita di dire in giro che sono “papista e anticlericale”. E in fondo è vero: do retta solo a quel che dice e scrive il papa. E obbedisco a prescindere. Mi chiedevo perciò sino a che punto fosse lecito essere “anticlericali” pur restando cattolici fedeli.

Mi sono anche dato una risposta.

 

 

 

di Antonio Margheriti Mastino

 

 

 

DANZE MACABRE E FIAT 500 SULL’ALTARE

Settembre. Danza induista nella cattedrale di Bari. "Regista", l'arciprete; "produttore" l'arcivescovo

Stavo pochi minuti fa parlando su facebook con amici. Avevo postato un video, girato da Francesco Colafemmina nella cattedrale di Bari.

L’autore così lo presenta:

Quando vai a messa, dopo aver sentito il sacerdote versare fiumi di parole sulla vite e i tralci, sullo Spirito Santo che dovrebbe respirare in noi, su noi che dovremmo lasciarci potare da Cristo come la vite, etc. etc. etc., dopo aver sentito tutto ciò con grande spirito di sopportazione per la propagazione costante di insulse verbosità, non ti aspetti di dover vedere in pochi minuti la cattedrale trasformata nel teatro di danze indiane, eseguite in occasione dell’anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, il “Gandhi Jayanthi”! Questo mi è accaduto questa sera in Cattedrale, a Bari, e ho deciso pertanto di filmare lo “spettacolo” per voi… […] Su quello stesso presbiterio dal quale il sacerdote tuonava in merito alla necessità per il cristiano di assumersi le proprie responsabilità comunitarie, ecco che una coreografa italiana esperta di danze indiane, balla e si agita al ritmo del sitar. C’è chi ha il coraggio di affermare che queste danze sono intimamente legate alla preghiera e la stessa danzatrice lo spiega mostrando il significato dei gesti che compie con le mani. Sì, lo spiega molto bene, e infatti sul libretto distribuito dalla Diocesi troviamo anche le seguenti indicazioni: “per rappresentare la Madre del Redentore si usa lo stesso gesto che gli indù usano per indicare una divinità femminile.” Perbacco! Povera Santa Vergine, parificata alle divinità indù proprio nel tempio che custodisce una sua venerata icona!

I sacerdoti che hanno organizzato questa pagliacciata davanti all’altare, il Vescovo di Bari che l’ha autorizzata, dovrebbero piuttosto rileggere con maggiore attenzione il Vangelo di oggi: “Ideo dico vobis, quia auferetur a vobis regnum Dei et dabitur genti facienti fructus eius”. Come si può pensare di far fruttificare il regno di Dio introducendo simili iniziative nella casa di Dio?

E per concludere in bellezza, vuoi che manchi una maikbongiornata?…un quiz? Eccovi accontentati:

E così le chiacchiere di certi preti se le porta il vento, mentre in Cattedrale va in scena un’ulteriore intrusione mondana… Seguita, peraltro, da una lotteria per l’estrazione di una Fiat Panda! Il tutto per chiudere in bellezza la manifestazione “Notti Sacre”…. Che manica di patetici pagliacci!”.

Manco a dire che era la prima volta: lo stesso arcivescovo nella stessa cattedrale, prima di questa ennesima idiozia, la danza indiana e induista, aveva in giugno approvato già la danza pagana del “solstizio d’estate”. Promotore sempre lui, una specie di prete, arciprete della cattedrale per la precisione. Un certo don Franco Lanzolla, che si è fissato con le cose orientali e le ballerine esotiche, e la domanda è cosa gli impedisce mai di andare a fare il beduino o il bramino con gli aghi puntati sul deretano in quel di Nuova Delhi. Può essere che gli animisti o cosa diavolo sono, non passino assegni mensili sicuri, specie se fai come ti pare. Invece, se fai il prete cattolico (o fai finta), non solo hai trovato un lavoro sicuro, non solo senza lavorare ti passano un assegno mensile, non solo puoi dire tutto quello che ti pare, ma puoi anche fare tutto quel che ti pare e piace, anche usare la tua parrocchia per esercitare i tuoi hobby esotici. Tanto è tutto pagato: dalla CEI.

 

 

TONINOBELLISMO NELLA CHIESA DI PUGLIA

Giugno. Danza pagana nella cattedrale di Bari. Scenografo l'arciprete; regista l'arcivescovo

Niente di nuovo sotto il sole. Né mi meraviglio. Del resto, so per esperienza diretta che ovunque le messe in Puglia sono ridotte a intrattenimento, qualche volta in puro varietà. Il chiasso e i battimano si sprecano: risparmiando, per compensare, sul momento della consacrazione dove è quasi del tutto caduto in disuso il vizio di inginocchiarsi. Non mi meraviglio, dicevo: visto lo scarsissimo livello anzitutto culturale, e poi anche di fede, del clero; clero che sembra ignorare ogni basilare concetto di ecclesiologia: in pratica non sanno più cosa è la Chiesa, a cosa serve, quali sono i suoi significati escatologici. Va da sé che non sappiano più neppure cosa sia davvero e nel profondo lo stato sacerdotale; ma bisogna pure ammettere che in questi ultimi anni di sbandieramenti del pessimo Tonino Bello (ecco che un cattivo esempio di pastore, elevato a modello e imitato, centuplica i cattivi esempi), nei seminari nessuno glielo ha più insegnato.

I preti in Puglia navigano a vista, si regolano in base al telegiornale: lo vedono, si fanno una idea dei fatti, in genere ricalcata su quella del tuttologo opinionista ingaggiato dai talk-show, politicamente corretto (che è quanto più di anticristiano vi sia, più del comunismo stesso); aggiungici qualche reminescenza di sociologia, una spolverata di trombonismo mondialista piagnone e buonista, ed ecco bella e pronta ‘na predica di 35 minuti buoni. Insulsa persino come sociologia: è telesociologia generalista. E stracciona. Con la stessa dignità dei pensierini baci-perugina dello psicologo da mauriziocostanzosciò Morelli.

 

 

L’ISOLA… FELICE DI DON F., IN DIOCESI INDUISTA (A BARI)

L'arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci. Applaude. All'ennesima picconata autodemolitoria. Poche settimane prima si era preoccupato siamai "la celebrazione della messa in latino laceri la comunità cristiana". Un pastore equilibrato e imparziale, come vedete.

Dicevo del mio facebook. Dove, con la massima serenità, avevo definito il vescovo di Bari, esagerando (per mantenere viva l’attenzione dei miei amici online, amanti di cose forti): “Il satrapo della diocesi che proibisce le messe in rito antico nella sua cattedrale, dove poi autorizza i balli indiani”. E quanno che ce vo’ ce vo’! Inutile ricordare che è lo stesso episcopo che or sono due mesi, aprì una questione sui giornali nella quale col cuore pastorale lacerato (sì, ok, crediamoci) si domandava se per caso “la messa in latino non avrebbe creato fratture nella comunità cristiana”. La messa antica, crea fratture, le danze induiste pro-Gandhi sull’altare, quelle uniscono. Non fu per un caso che Cristo disse: “Chi crede che io sia venuto per unire, si sbaglia: io sono venuto per dividere”. E’ quella evangelica spada di giustizia che cade dal cielo sulla terra, e spacca in due “le pietre e gli uomini”. E’ lo scandalo tremendo della croce, la follia della croce. Che è sempre la storia di quel bambino nazareno, che, presentato al Tempio, il vecchio Simeone lo guarda attento e poi sgomento, e ammette: “Questo bambino qui, è segno di contraddizione!”. E aggiunge: “E ora Iddio può anche chiudere per sempre i miei occhi”. Aveva visto tutto!

Una mia amica, del barese, commenta:

Proprio oggi l’arcivescovo di Bari ha detto messa nella nostra parrocchia in quanto era in visita pastorale…la messa è stata cantata, e con canti corali in latino. Direi che ha apprezzato. Poi ci ha fatto la paternale perchè noi siamo troppo isola felice e che dovremmo partecipare di più agli incontri diocesani (!!!!!)… “perchè è solo così che ci possiamo definire Chiesa”…il nostro parroco gli ha risposto che secondo Ratzinger il problema odierno non è essere Chiesa ma è la mancanza ormai di fede nella Chiesa.

Questo prete mi piace, sembra quasi uno in esilio dentro la Puglia passata dall’ideologia toninobellista a quella del suo allievo prediletto, la vendoliana, che riscuote molto consenso nel clero indigeno. Chiedo, e mi informano che questo prete si chiama don F., (personaggio schivo, mi si raccomanda di non fare il nome). Un nome che suona giocondo. Un nome, un destino.

Naturalmente, spiega l’amica, qui pure confermando ciò che immaginavo: “E’ un prete atipico nella diocesi di Bari…che molti altri preti non riescono a digerire”. E’ chiaro. Non capiscono di cosa si occupi, che significano tutte quelle cose che dice e fa (cose da vero prete) e ciò che non si capisce appare sempre minaccioso. E poi c’è il solito discorso del conformismo clericale: conformi nell’obbedienza, o tutti conformi nella disobbedienza; o tutti conformi nell’ortodossia o tutti conformi nell’eterodossia. Un classico. So’ preti!

Per la verità, l’amica aggiunge un altro particolare, più inquietante questa volta. Veramente, dice, non è che è solo il prete, don F., ad essere “atipico”: “Infatti, pure noi siamo una parrocchia atipica: siamo tutti fuggittivi di altre parrocchie della diocesi!”. Ah ecco: uno pensa, ringraziando san Nicola, che c’è un fenomeno autoctono e spontaneo di comunità parrocchiale immune da autopersecuzione e autodemolizione, e poi scopri che quella altro non è che una rimpatriata di patrioti del cattolicesimo, che nelle loro parrocchie (tutte le altre) si sentivano stranieri. E hanno chiesto asilo religioso a quest’isola… di  “felice”, di don F..

 

 

IL SEMINARIO CATTO-INDUISTA DI BARI E’ ALL’AGONIA

Il "messalino" novus ordo della diocesi di Bari

Quindi, sempre l’amica, tentando di dire comunque una parola buona sull’arcivescovo Cacucci che ha approvato quella danza macabra dentro la sua cattedrale, involontariamente risponde a tutti i nostri dubbi: quante legioni ha il papa?, chiedeva Stalin; in questo caso, quanti seminaristi ha il vescovo delle danze indiane?

Il vescovo Cacucci non è una cattiva persona…anzi. Ma penso che sia veramente difficile governare quel guazzabuglio che è diventata la diocesi di Bari-Bitonto, dove il rettore del seminario sforna ormai pochissimi preti (quei pochi glieli ha forniti la nostra parrocchia), e che è amico di Vendola, così si dice”.

Tralasciamo l’amicizia canonica del rettore con Vendola: se un prete in Puglia è contro Vendola, è contro Tonino Bello, se è contro Bello è contro la “pace”, se è contro la “pace”, non solo è per la guerra ma è pure contro san Francesco, ed essendo contro san Francesco, visto che padre Pio era figlio di san Francesco, è contro padre Pio, ed essendo contro padre Pio è contro San Giovanni Rotondo, ed essendo contro San Giovanni Rotondo è pure contro l’Ospedale, ed essendo contro tutte queste cose assieme è contro l’economia locale, capace pure contro i turisti. Ergo: è un sabotatore, e un fascista! Bene, tralasciamo tutto questo. E guardiamo a un solo dato: il seminario della diocesi dove si balla la danza induista (pure taroccata, oltretutto) per celebrare il natale di Gandhi (fa parte del repertorio da circo equestre di Tonino Bello), quel seminario lì è ormai prossimo a svuotarsi. Dice: qual è la novità? Nessuna, ordinaria bancarotta.

 

 

MA ANDATE A DIVERTIRVI PIUTTOSTO, E FATE FIGLI

Il "mandante" di don Franco Lanzolla: don Tonino Bello. Questa è la biografia encomiastica e populistica che gli ha dedicato

Riflettiamo: uno che  forse ha una particolare sensibilità religiosa, entra quel giorno in cattedrale a Bari, e vede sull’altare una donna scosciata che balla cose indù e celebra come una divinità Gandhi. Ora, questo ragazzo dalla particolare sensibilità religiosa, il minuto dopo che fa? Entra in seminario? Perchè mai dovrebbe farlo, se non è mezzo spostato?

Ma che ci vai a fare, fesso, in seminario? Esci, prendi aria, vai a donne, cercate ‘na ragazza, vai in discoteca, vai al mare e divertiti… salamone che non sei altro! Se devi sacrificare tutta la tua vita a una cosa, che almeno sia una cosa seria, radicale, che il gioco ne valga la candela. Altrimenti è meglio, come direbbe san Paolo, che ti diverti, ti cerchi una donna e fai figli, un po’ per piacer tuo un po’ per dare figli a Dio. Non vale la pena rinunciare a tutto questo, non per entrare in seminario. Non è una cosa seria. Rischi di diventare un intrattenitore come tutti gli altri, senza avere il talento dei professionisti del genere, oltretutto. Ma che senso dell’onore hai se ti riduci vestito strano a fare il pagliaccio sul pulpito? Non ti vergogni? E’ meglio che ti cerchi un lavoro serio.

E giustamente, i ragazzi della diocesi di Bari-Bitonto, che non sono sciocchi, disertano sempre più il seminario. E’ questo il punto. Il seminario è semideserto. E con un po’ di pazienza chiuderà del tutto negli anni a venire.

Ma vi racconto tutto questo, perchè poi l’amica ha detto una cosa che è più emblematica delle altre. Certo, sì, quando amareggiata mi ha riferito che il seminario barese “si svuota”, io le ho chiesto perfido: “qual è la cattiva notizia?”.

Vi riporto direttamente il dialogo:

LEI: Con la carenza di preti che c’è in giro i seminari vuoti sono sicuramente una cattiva notizia!

IO: Bah, sarà una cattiva notizia… prendiamola per buona. Ma non ci credo.

LEI: Nella mia parrocchia abbiamo sfornato al momento tre sacerdoti (uno è cappellano militare e adesso è in Afghanistan) altri 4 sono in seminario…

IO: Ce ne sta uno cattolico fra questi?

LEI: Tutti cattolici doc!

IO: Ma che fate, li ipnotizzate?

LEI: E’ tutto merito di don F., parla di Verità e di Fede, non di ecclesiologia.

IO: Davvero un prete “atipico”. Allora vedi che ho ragione io? Se i preti tornano alla radicalità della fede le vocazioni arrivano. Se mettono una indiana raccattata per strada a ballare sull’altare e fare esibizione di sincretismo (confusione fra induismo e cattolicesimo), idolatria (culto di Gandhi) cretineria (confusione della divina liturgia con il circo equestre), il seminario chiude. Grazie a Dio!

LEI: Sicuramente sì …di questo penso sia convinto anche don F., che è un ratzingeriano di ferro. Ma anche dove non arrivano nuove vocazioni la radicalità della fede fa migliorare anche i parrocchiani…cioè noi scappati da altre parrocchie!!

Già, nulla di nuovo sotto il sole. Non servono dunque altre parole: le quasi uniche vocazioni di quel preagonico seminario sul quale regna Cacucci e il suo rettore, vengono dall’unica parrocchia che alle mode toninobelliste e vendoliane non ha ceduto. Dall’unica parrocchia che vive radicalmente la follia della croce, il cattolicesimo. Vendola, allievo di Bello, come vedete, preti non ne fa. E a conti fatti, è questo il primo miracolo di Tonino Bello: averci risparmiato ulteriori proseliti. Servono altre parole? Se non vi ho convinto vuol dire che siete allergici alla più trascurata delle virtù cristiane: il realismo.

 

 

LA LICEITÀ DELL’ANTICLERICALISMO

Manco a dirlo: l'ospite d'onore delle sagre liturgiche della diocesi di Bari: il falso monaco e vero eretico, Enzo Bianchi. DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE. MA ANCHE DAI LORO OSPITI

Salto di palo in frasca, ma mica tanto. Riflettevo pure su un’altra cosa. Nella stessa discussione, un amico del barese, sentendo di queste ultimissime, ha argomentato sinteticamente: “Certi preti sono capaci di guastare persino gli atei”. Ma come fai a no ride’?

In realtà si ride dell’eccezione, non della regola. E noi che siamo uomini di chiesa e di chiese ne conosciamo tante, con annessi preti, sappiamo bene essere regola e non eccezione tutto questo.

Dunque riflettevo su un punto, un paradosso se vogliamo. Talora mi capita di dire in giro che sono “papista e anticlericale”. E in fondo è vero: do retta solo a quel che dice e scrive il papa. E obbedisco a prescindere. Mi chiedevo perciò sino a che punto fosse lecito essere “anticlericali” pur restando cattolici fedeli.

Mi sono anche dato una risposta.

NON E’ LECITO: Quando l’anticlericalismo si basa sui peccati individuali del prete o del vescovo; peccati ai quali tutti siamo soggetti e solo a Dio spetta giudicare.

E’ LECITO: Quando il peccato viene ostentato e rivendicato come “diritto” dal peccatore consacrato, anzi come “non-peccato”; quando questi dirottano dalla retta dottrina o compiono abusi e sacrilegi, onde, a norma del diritto canonico, vanno denunciati alla gerarchia competente. Infine, quando preti e vescovi non solo disobbediscono alla legge canonica, ma si contrappongono al papa: in tal caso non vi è più magistero, da parte loro non del papa. Ma solo scandalo. E allora, in questo caso, è dovere e obbligo morale del fedele e dei preti rimasti fedeli, disobbedire e negare autorità a chi per primo l’ha negata al papa, sia parroco o vescovo. E dirglielo anche in faccia.

E’ correzione fraterna. E in ogni caso, il prete o il vescovo disobbediente, a sua volta disobbedito dal suo gregge, può sempre consolarsi con le interviste ai giornali laicisti, gli inviti ai talk-show a fare i tuttologi, i convegni pagati in cui può demolire minimo due dogmi per volta, i best-seller. Si campa, persino meglio, a consacrarsi alla nuova religione del “secondo me”. Tanto lo sappiamo, come scriveva Flaubert, “è Dio che ha creato il mondo, ma è il diavolo che lo porta avanti”. Il fatto è che poi si muore: e il cielo è solo di Dio.






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…. Don Franco Lanzolla crede di essere una star… la posa sulla montagna lo ritrae molto…. vabbè dai mi autocensuro :-)

ah! questa LUSSURIA oggi mascherata dalla falsa LIBERTA’ E DALLA FALSA CREATIVITA’….
Il rapporto tra lussuria e immaginazione diviene ancora più evidente qualora si prendano in considerazione i disturbi che spesso provengono da una eccessiva creatività delle personali capacità nell’attivismo mondano….

Un’articolo di Civiltà Cattolica spiega:

Nell’uomo, l’organo sessuale per eccellenza è il cervello, il suo universo culturale; in tale sede trovano la loro radice i comportamenti devastanti della lussuria che non sono racchiusi esclusivamente nel sesso, una cosa d’altronde ben nota alla tradizione filosofica: “L’appetito che gli uomini chiamano concupiscenza, e la frustrazione che ad esso è relativa, è un piacere sensuale, ma non solo quello (…), ma un piacere o gioia della mente consistente nell’immaginazione del potere del piacere, che essi posseggono in tanta misura”.

La lussuria è dunque il vizio della quantità, spesso smodata, non del piacere sessuale, della compulsione, non dell’amore, dell’atto, non del corpo, non del sesso, ma molto più di arrivare a fare ciò che piace; (…) Ci può essere certamente una passione sessuale irrefrenabile, ma questo sarà semmai proprio di una caduta occasionale, non del ripetersi continuo di un atto, fino a diventare vizio, come nella lussuria la quale esprime il proprio piacere usando ciò che può, anche del piacere a se stesso, soddisfazione delle proprie idee in modo smodato, appagamento delle proprie idee. Si potrà avvertire la passione per una persona, ma in tal caso essa avrà piuttosto i connotati dell’innamoramento e dell’interesse personale il che, di nuovo, è ben diverso dalla “collezione anonima” del lussurioso, che cerca il piacere, non necessariamente in una specifica persona, per altro subito dimenticata, ma soprattutto partendo attraverso un personale progetto idealistico, che lo possa far sentire appagato.

Il fatto che la lussuria non cessi con l’arrivo della “pace dei sensi”, senile o virtuale come nelle dipendenze da internet, mostra il carattere spirituale di questo vizio, vizio intellettuale, di fantasia e di immaginazione perché malato di assolutismo idealistico, malato di attivsmo, malato di “superuomo”, malato nel proprio “ego”, ma un malato dipendente dalla completa assenza di vita spirituale, è malato perchè crede solo in se stesso, fino a credersi un dio, credendosi potente scatena la lussuria, scatena il senso del piacere in ogni atto.
È una conseguenza della cultura detta del narcisismo, in cui l’essere umano vorrebbe mettersi al posto di Dio, credendosi il centro dell’universo: “I rapporti personali sono diventati sempre più rischiosi, perché non offrono più alcuna garanzia di stabilità. Uomini e donne avanzano reciprocamente richieste esagerate e se a tali richieste non corrisponde una risposta adeguata si abbandonano a sentimenti irrazionali che possono scadere nell’odio e nell’astio, oppure nel suo contrario attraverso un fare delle attività che possano uscire dall’ordinario, dalle regole, dalle responsabilità, purchè ci si senta appagati e soddisfatti di aver fatto ciò che piace”.

Forse è anche per questo che Gesù disse AI SUOI: prostitute e pubblicani VI PRECEDERANNO NEL REGNO DEI CIELI?
meditiamo cari Sacerdoti, meditiamo!!

 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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