A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Papa Leone XIII, il Papa della Dottrina Sociale della Chiesa e del Rosario

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2016 23:58
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.987
Sesso: Femminile
24/04/2016 15:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Papa Leone XIII
 

Scritta da Leone XIII in un periodo in cui gli Stati europei stavano estromettendo la Chiesa dalla sfera pubblica, l'enciclica Rerum Novarumfaceva parte di un disegno più ampio, volto a ristabilire il corretto rapporto fra fede e ragione e a riconquistare per Dio un ruolo nella sfera pubblica. Oggi possiamo valutare i danni dell'abbandono del progetto di Leone XIII.

di Stefano Fontana

La ricorrenza dei 125 anni della Rerum novarum (1891-2016) ci invita non solo a rileggere l’enciclica leonina, considerata la prima pietra nella costruzione della Dottrina sociale della Chiesa nella modernità, ma ci obbliga anche a riconsiderare l’insieme del progetto di Leone XIII, per chiedersi se sia ancora valido. La Rerum novarum, infatti, non è isolata nell’insegnamento di quel Pontefice, ma è inserita in un contesto di altre otto encicliche che costituiscono, insieme, un corpus unitario. Quello, e non solo la Rerum novarum, costituisce il progetto di Leone XIII. 

Vediamo innanzitutto il contesto da cui nasce quel progetto. Gli Stati europei, compreso quello italiano, avevano espulso la Chiesa da tre ambiti fondamentali per la sua missione storica: il matrimonio, l’educazione, la solidarietà nella società civile. La legislazione liberale sul matrimonio civile e il divorzio, la statalizzazione della scuola, l’abolizione delle corporazioni e delle opere pie avevano fatto piazza pulita della presenza della Chiesa nell’ambito pubblico. Molti Stati europei avevano poi perseguito iniziative anche più direttamente di vilipendio della religione cattolica, abolendo gli ordini religiosi contemplativi e incamerando i loro beni e avocando a se - con l’exequatur - l’approvazione delle nomine dei vescovi. Formalmente le costituzioni facevano ancora riferimento a Dio come fonte dell’autorità, ma le politiche si dissociavano da questo principio, cercando l’espulsione di Dio dall’ambito pubblico.

Il progetto di Leone XIII era di iniziare una fase storica in cui i cattolici riconquistavano per Dio un posto nell’ambito pubblico. La Dottrina sociale della Chiesa a questo doveva servire e a questo serve tuttora. Se lo si esclude, allora hanno ragione coloro – e sono tanti – che non giustificano l’esistenza stessa della Dottrina sociale della Chiesa.

A riprova di ciò basta riflettere sulle prime parole della Rerum novarum: “L’ardente brama di novità (rerum novarum) che da gran tempo ha cominciato ad agitare i popoli, doveva naturalmente dall’ordine politico passare all’ordine simile dell’economia sociale”. L’enciclica non viene scritta per andare incontro alle novità moderne ma per dare loro contro. Le novità politiche createsi soprattutto dopo la rivoluzione francese hanno prodotto poi conseguenti novità sociali ed economiche, che hanno continuato a quei livelli l’espulsione di Dio dalla sfera pubblica. La Dottrina sociale della Chiesa doveva esprimere un progetto a ciò contrario e teso a ricollocare Dio al suo posto. 

Leone XIII fu un grande filosofo della politica. Secondo Del Noce è stato il più grande filosofo cristiano del XIX secolo. La sua idea – ma altro non è che l’idea cattolica – era che la ragione fuori della fede si trasforma sempre in positivismo. E’ inevitabile che se tiriamo fuori la ragione dalla fede, essa, la ragione, perda consistenza in quanto ragione e diventi una anti-ragione, oltre che una anti-fede: il positivismo appunto. La ragione fuori della fede diventa una nuova religione antireligiosa. Leone XIII vedeva che l’attacco alla fede cattolica era molto radicale. Il positivismo era diventato ragione di Stato o, meglio, nuova religione civile dello Stato il cui sommo sacerdote in Italia era Achille Ardigò. 

Per questo motivo la prima delle encicliche sociali di Leone XIII deve essere considerata la Aeterni Patris(1879) con la quale viene ribadito il giusto rapporto tra ragione e fede nello sforzo di contrapporre al positivismo, insegnato nelle università e nei licei italiani come filosofia del regime crispino e carducciano, la filosofia eterna di San Tommaso d’Aquino. Dentro questo quadro si collocano poi le altre encicliche sociali di Leone XIII che chiariscono il senso della libertà cristiana, la fonte divina dell’autorità, il carattere pubblico e indissolubile del matrimonio, la costituzione cristiana degli Stati, il diritto della Chiesa ad una supremazia legislativa nel campo del matrimonio e dell’educazione. Dentro questa complessa e completa architettura trova luogo anche la Rerum novarum, che esamina le conseguenze economiche e sociali degli sconvolgimenti moderni per sostenere che “non c’è soluzione alla questione sociale fuori del Vangelo”. Con il che si ridà a Dio il suo giusto posto nel mondo.

Ricordare i 125 anni della Rerum novarum, richiede anche di riconsiderare l’intero progetto di Leone XIII, dal quale oggi sembra di essere molto lontani. Le sue esigenze, però, non possono essere liquidate semplicisticamente.

La Centesimus annus di Giovanni Paolo II, scritta al compimento del centesimo compleanno della Rerum novarum e che ricordiamo in questi giorni nei suoi 25 anni, è stata, tutto sommato, il tentativo di rilanciare il progetto leonino nella sua totalità. Mente la Aeterni Patris aveva anticipato la Rerum novarum, la Fides et ratiodi Giovanni Paolo II ha seguito la Centesimus annus, ma ciò non toglie che ambedue appartengano al medesimo quadro, insieme alla Veritatis splendor e alla Evangelium vitae. La Fides et Ratio ristabilisce il corretto rapporto cattolico tra fede e ragione, rifacendosi ampiamente alla filosofia dell’essere di san Tommaso d’Aquino, come aveva fatto la Aeterni Patris. Ci sono delle diversità, intendiamoci, ma è ugualmente chiaro l’impegno per riprendere non segmenti particolari, ma un intero progetto. La Centesimus annus, infatti, riconferma che non c’è soluzione alla questione sociale fuori del Vangelo. Sia la Rerum novarum che laCentesimus annus intendono rivendicare lo statuto pubblico della Chiesa cattolica. Giovanni Paolo II riconferma che la ragione fuori della fede si trasforma in positivismo, ossia in una nuova religione atea.

Leone XIII aveva davanti a sé lo “scandalo” del matrimonio civile. Oggi noi ci troviamo davanti al matrimonio omosessuale. Se ci troviamo in queste condizioni dovremmo pur valutare cosa ne abbiamo fatto del progetto di Leone XIII. Un dato della sua attualità è certo: i danni causati dal suo abbandono.

 
 
 
ANNIVERSARIO
L'enciclica Rerum novarum di Leone XII
 

La chiara enunciazione degli assi portanti di ogni edificio sociale ben ordinato: la sussidiarietà e la solidarietà. Questo è il messaggio dell’enciclica Rerum novarum di Papa Leone XIII promulgata 125 anni fa. Che ha aperto la fase moderna della dottrina sociale della Chiesa. Un convegno dell'Acton Institute lo ricorda.

di Marco Respinti
 

125 anni fa, il 15 maggio 1891, Papa Leone XIII promulgava l’enciclica Rerum novarum. Sbadatamente, sbrigativamente si dice che la dottrina sociale cattolica sia nata lì, ma non è vero. Il magistero sociale è antico quanto l’insegnamento dei Pontefici, ha forniti princìpi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione da quando la Chiesa cattolica esiste, e ovviamente lo ha fatto con i modi e gli strumenti tipici di ogni epoca storica (le encicliche, per esempio, sono uno strumento relativamente nuovo, in uso dalla metà del secolo XVIII). 

Ciò che si apre con la Rerum novarum è, infatti, la fase “moderna”della dottrina sociale cattolica, quella che, come appunto recita il titolo, viene provocata dall’insorgere di cose nuove. Le novità sono le ideologie che si sono incarnate nelle ideocrazie e che hanno preso il potere nel secolo delle rivoluzioni, dal 1789 francese al Risorgimento italiano passando per il 1848 europeo. La Chiesa ha già vissuto cataclismi grandi, ma questi ultimi chiedono risposte diverse. Nuovo è il mondo che circonda la Chiesa, non la sua dottrina. Davanti a Leone XIII ci sono la rivoluzione industriale e la questione operaia, le risposte sbagliate con cui il socialismo tenta l’umanità alla rovina e le provocazioni del liberalismo non meno ateo né meno materialista. 

Per riproporre le verità immutabili della dottrina tagliate sulle urgenze dell’ora presente, il Ponteficeaffronta il nodo della proprietà privata e del ruolo dello Stato, offre strumenti per stigmatizzare il clientelismo e l’aggressione alla famiglia, all’educazione e alla religione, ed enuncia con chiarezza gli assi portanti di ogni edificio sociale ben ordinato: la sussidiarietà e la solidarietà, mai l’una senza l’altra. L’innovazione di Leone XIII (un Papa che aveva “preparato la strada” alla Rerum novarum richiamando i cattolici alla filosofia teologica di san Tommaso D’Aquino con l’enciclica Aeterni Patris del 1879) è l’avere stabilito un vero e proprio canone. Tutti i documenti maggiori del Magistero sociale successivo costruiscono esplicitamente sulla Rerum novarum e, imitandola, affrontano le provocazioni di cose nuove sempre più nuove. 

L’enciclica Quadragesimo anno (1931) di Papa Pio XI (1857-1939), la lettera apostolica Octogesimaadveniens (1971) del beato Papa Paolo VI (1897-1978) e l’enciclica Centesimus annus (1991) di Papa san Giovanni Paolo II (1920-2005) ne marcano - lo affermano sin dai titoli- il 40°, l’80° e il 100° anniversario. Per la Chiesa la dottrina sociale non è dunque un optional, ma, come ha detto Papa san Giovanni XXIII (1881-1963) nell’enciclica Mater et magistra (n. 206), pubblicata nel 1971, 70° anniversario della Rerum novarum, «parte integrante della concezione cristiana della vita». Solo che i cattolici se ne scordano e così capita che la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali affidi a una rimpatriata di residuati del socialismo internazionale il compito di celebrare l’anniversario della Centesimus annus e il suo requiem definitivo per la mortifera illusione marxista (clicca qui).

Assume quindi un valore decisivo il convegno dell’Istituto Acton svoltosi a Roma mercoledì 20 aprile, sul tema: Libertà unita alla giustizia: “Rerum Novarum” e le novità del nostro tempo, animato da don Robert A. Sirico, presidente e cofondatore dell’Acton Institute for the Study of Religion and Liberty (Stati Uniti); Wojciech Giertych, o.p., teologo della Casa Pontificia; mons. Domique Rey, vescovo di Fréjus-Tolone (Francia); mons. Kestutis Kèvalas, vescovo ausiliare di Kaunas (Lituania); Rocco Pezzimenti, docente di Filosofia politica e di Storia del pensiero politico alla Lumsa di Roma; e Manfred Spieke, docente di Etica sociale cristiana nell’Università di Osnabrück (Germania). Perché in un mondo, ha detto monsignor Rey, il cui “vangelo” sono la contraccezione, l’aborto e l’eutanasia, e in cui la tecnologia ha sostituito l’ideologia, l’insegnamento della Rerum novarum è l’unico che impedisce la mercificazione dell’uomo proponendo una visione sociale imperniata sul diritto naturale, quindi se si vuole “laica” ma per ciò stesso imprescindibile.

Solo il baluardo del diritto naturale pone, infatti, limiti invalicabili al potere onnipervasivo dello Stato, ha detto il prof. Spieke, rimettendo al centro la libertà della persona e quella nozione di bene comune che i sistemi totalitari, dirigistici e comunque vessatori, soft o hard che siano, negano per principio. Ciò detto, va sottolineato, come ha affermato monsignor Kevalas, che il perno della libertà concreta della persona è la proprietà privata, che dunque va sempre difesa: abbandonarla per inseguire la chimera di un’uguaglianza forzata contraddice, ha spiegato il presule, la dignità umana e provoca un danno pubblico giacché quello alla proprietà privata non è solo un diritto individuale ma anche “sociale”. Il capitale umano si rivela cioè in relazione alla “comunità”, ovvero dentro un ambiente socio-politico. Come ha insegnato Papa san Giovanni Paolo II, cioè, la “socializzazione” della proprietà non è la sua “collettivizzazione”, ma l’“umanizzazione”.

Contro ogni forma di spersonalizzazione socialistica, padre Giertych ha ricordato, infatti, che giustizia ed equità non sono la medesima cosa. Le differenze tra gli uomini esistono, è impossibile cancellarle, è assurdo negarle (lo dice esplicitamente la Rerum novarum), ma ciò non è un male se spinge all’emulazione e al miglioramento perché sviluppa la dinamicità e la responsabilità, consentendo la carità. Sbagliava Karl Marx, ha aggiunto il teologo, indicando nella lotta di classe il motore della storia: la vera benzina del progresso è la moralità. Per questo il prof. Pezzimenti ha potuto concludere che, in quanto post-cristiane, le società moderne stanno abbracciando una cultura del tutto spersonalizzata e sempre più spersonalizzante che è il contrario di quanto auspica e favorisce il Magistero. In questo quadro, ha ammonito don Sirico, il tentativo più pericoloso è quello di ridurre la Chiesa a mero braccio assistenzialistico di uno Stato finalmente pronto a occupare ogni altro spazio. Tornare alla Rerum novarum lo impedirebbe. Per questo non la ricorda nessuno.

 
 
 
 

[Modificato da Caterina63 24/04/2016 23:58]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:34. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com