A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

COSA POSSIAMO LEGGERE OGGI? Suggerimenti per una santa lettura...

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2012 09:25
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
22/07/2012 17:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740758]

SU GALIMBERTI, IL SIMPOSIO E IL MATRIMONIO NELL'ANTICA GRECIA

di Francesco Colafemmina
 
In questi tempi di confusione morale e di assordante silenzio da parte della Chiesa pur dinanzi ai reiterati tentativi di sovvertire l'ordine sociale da parte di forze sempre più spregiudicate, capita di dover leggere corbellerie autentiche scritte da eminenti filosofi. E' appena accaduto al professor Umberto Galimberti di cadere nella trappola dell'ideologismo contemporaneo applicato agli antichi Greci. Oggi ne parla dettagliatamente Antonio Socci su Libero, citando nel suo articolo un mio recente saggio che sarà prossimamente distribuito nelle librerie. Ringraziando infinitamente Socci per l'immeritata menzione del mio volumetto, ma soprattutto per il suo coraggio, mentre sempre più diffuso mi par esser il servile silenzio del clero, colgo l'occasione per rimarcare alcuni dei madornali errori commessi da Galimberti nel tentativo di piegare all'ideologia omosessualista un testo complesso come il Simposio di Platone.
 
Leggiamo anzitutto le affermazioni di Galimberti:
 
"La fiducia nella scienza è sempre da incoraggiare, alla sola condizione di non scambiare per "scientifico" un insieme di pregiudizi di cui, nel caso dell'omosessualità, è stata vittima anche la scienza, così come lo è stata la psicoanalisi, la religione e il diritto, colpevoli tutti di aver affrontato il problema dell'omosessualità esclusivamente sul piano sessuale, trascurando, come scrive Paolo Rigliano, la componente "intellettuale, emotiva, cognitiva e comportamentale" che lega due persone dello stesso sesso. E mentre nelle relazioni eterosessuali queste componenti vengono prese in considerazione e proprio per questo si parla di amore, nel caso delle relazioni omosessuali queste componenti vengono del tutto trascurate, per cui a proposito degli omosessuali, non si parla mai di amore, ma solo di sesso. In questo modo di procedere, con due pesi e due misure, già si annida il pregiudizio negativo nei confronti degli omosessuali. Un pregiudizio che già denunciava Platone nel Simposio (182 d) in questi termini: "Dove fu stabilito che è riprovevole compiacere agli amanti, ciò fu a causa della bassezza dei legislatori, del dispotismo dei governanti, della viltà dei governati". In questo modo Platone lega opportunamente la condanna dell'omosessualità a un problema di democrazia, a cui forse noi, a causa del perdurare dei pregiudizi, non siamo ancora giunti. Ma perché, fatte salve le riprovevoli eccezioni contro le quali Platone rivolge la sua condanna, l'omosessualità sia nella cultura greca sia in quella romana non costituivano un problema? Perché l'omosessualità, termine del tutto assente nella cultura greca e romana, non era intesa soprattutto e innanzitutto come "atto sessuale", ma come "amore tra persone" ben segnalato dal termine impiegato da Platone: "charízesthai erastaîs", che significa "compiacere gli amanti"."
 
Dal passo citato si evincono alcune lacune specie per quanto concerne la lingua greca. Ma andiamo per gradi.
 
Nel Simposio anzitutto non parla strettamente Platone, ma Pausania, noto omosessuale (gli antichi ci tramandano fosse l'attivo della coppia) compagno del tragediografo Agatone, nella di cui casa si svolge il Simposio. Persino i teorici dell'omossesualità istituzionalizzata presso i Greci antichi (Eva Cantarella, Michel Foucault, Kenneth Dover) concordano sul fatto che fosse considerata turpe l’omosessualità fra adulti. Dunque Pausania ed Agatone in quanto coppia di amanti erano quanto di più vergognoso potessero concepire gli ateniesi del IV secolo. In secondo luogo Pausania non parla di “amore” omosessuale ma di “pederastia” ossia un rapporto fra adulti e ragazzi adolescenti (181D: “non amano infatti i ragazzini se non quando questi cominciano ad avere intelletto: e questo momento si avvicina a quello in cui appare la prima barba”. Pausania d'altro canto esalta l’amore (carnale e spirituale) omosessuale nei riguardi dei ragazzini. Parla però esclusivamente di amore fra uomini. Le donne, secondo la tipica misoginia omosessuale, sono considerate esseri inferiori: “Eros che proviene dall’Afrodite urania non partecipa del genere femminile, ma solo di quello maschile” e ancora “donde si volgono solo al genere maschile coloro che sono pervasi da questo genere di attrazione, amando questo genere per natura più forte e più dotato di cervello” (181C).
 
Riguardo poi alle legislazioni in materia di pederastia, Pausania distingue quelle permissive, quelle repressive e quella ateniese. Di quella ateniese avverte per ben due volte che non è “facile da comprendere” (ou radion katanoesai) e che è variegata (poikilos). Per descriverla parte dal fatto che è considerato più bello dalla legge amare all’aperto più che di nascosto e soprattutto amare i più valorosi e gli aristocratici. Pausania può dire quel che vuole nel Simposio, sappiamo tuttavia da Eschine (Contro Timarco) che ad Atene era vietato: a. aprire e chiudere le scuole e le palestre quando era buio perché i ragazzi fossero sempre sorvegliati; b. dare col consenso familiare un giovane ad un amante omosessuale per ottenerne in cambio denaro o altri benefici; c. essere apertamente omosessuali praticanti fra adulti. Quando d'altra parte parla di virtù, di incitamento alla virtù attraverso la pederastia, Pausania ripropone un topos tipico di tutti i pederasti antichi e moderni: attraverso questa relazione non si è attratti solo dal corpo dal desiderio sessuale, dall’impuro accoppiamento volto a procreare – aggiungo io – come lo stesso Veronesi ha affermato recentemente (gli omosessuali vivono un "amore puro" perché non volto alla procreazione!!!), ma si è attratti anche dalla volontà di migliorare il giovane.

Alla resa dei conti però Pausania parla della sottomissione dei ragazzini agli adulti e ritiene che “non ci sia nulla di cui vergognarsi” se ci si concede in cambio di una crescita nella virtù e nella sapienza... Egli afferma infatti “è bello infatti che i ragazzini si concedano ai loro amanti” (184E). Detto questo veniamo alle cose più essenziali. Galimberti parla di tre questioni: Il mancato riconoscimento delle unioni omosessuali è tipico delle tirannidi; Gli omosessuali non erano conosciuti con questo nome nell’antichità; Gli omosessuali erano considerati degli amanti alla stregua di eterosessuali.
 
Smontiamo dunque le teorie galimbertiane!

L’affermazione secondo la quale la repressione morale dell'omosessualità era appannaggio delle tirannidi è una mera deduzione di Pausania il quale parla di “Ionia” quale luogo in cui la pederastia è riprovata e la paragona ai paesi barbarici. Questo è un dato ovviamente vergognoso per gli antichi, in quanto gli Ioni erano gli abitanti della zona costiera della attuale Turchia uniti da vincoli di fratellanza ai Greci tanto da aver combattuto questi ultimi in difesa della loro autonomia durante le guerre persiane. Essi erano Greci tanto quanto quelli del continente e delle isole dell’Egeo. Decontestualizzare l’affermazione di Pausania è rischioso. Tanto più che Platone sia nelle Leggi sia nella Repubblica parla di uno stato ideale nel quale la pederastia volta alla pratica sessuale e non intesa come un legame meramente affettivo ("come quello di un padre e un figlio", ribadisce nella Repubblica) è severamente vietata e bandita.
 
In secondo luogo non è vero che gli omosessuali non erano riconosciuti con un nome specifico. C'era invece l'appellativo volgare di cinedi (sing. kunaidos). calla chiara etimologia: “colui che muove le vergogna”. Per un vasto repertorio omofobico si prega Galimberti di consultare tal Aristofane, poeta comico ateniese, tra i protagonisti del Simposio platonico. Ci troverà parole del genere: “katapygon”, “lakkoproktos”, o ancora “euryproktos” che evito di tradurre per carità cristiana.
 
Ma veniamo alla carenze linguistiche di Galimberti. Dire che l'amore pederasta (di questo parla Pausania) non è sessuale, ma riproduce l'affettività propria dell'amore eterosessuale è un falso. Questa affermazione è del tutto erronea perché si basa su una traduzione erronea. Il passo citato da Galimberti è Simposio 182D. Qui c’è scritto “charízesthai erastaîs”, ma cosa vuol dire?
Pausania non parla degli “amanti” in senso orizzontale, ma parla degli adulti che istituzionalmente amano i ragazzini imberbi. E il verbo charizomai ha un esplicita connotazione sessuale: “concedersi”. La frase del Simposio è dunque la seguente: “Così laddove è stato sancito che è turpe concedersi agli erastes, ciò è da ascriversi alla malvagità delle disposizioni, alla prepotenza dei governanti, e alla viltà dei governati.” La turpitudine che per Galimberti sarebbe invece un bene da preservare è dunque la sottomissione dei giovani adolescenti ad un adulto omosessuale. Complimenti!

Ultima nota su Sant’Anselmo. Galimberti afferma che fosse un omosessuale. Si rifà -senza citarlo- al volume “Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo” di John Boswell. Qui Boswell trae spunto da alcune epistole di Sant'Anselmo nelle quali sono contenute parole di grande affetto per un suo discepolo. Eppure nessuno prima d'allora s'era mai sognato di far corrispondere l'amore fra maestro e discepolo ad una liaison omosessuale. Piuttosto Galimberti vada a rileggersi la corrispondenza fra Marco Aurelio e Frontone per avere uno dei modelli oratori di Sant'Anselmo. Giova tuttavia ricordare che Boswell era un attivista gay nonché docente a Yale che tentò di mostrare un’immagine deviata del Cattolicesimo onde rendere accettabile la convivenza di morale cattolica e attitudini gay. Morì di AIDS nel 1994 il giorno della vigilia di Natale. Anche Michel Foucault, teorico del rapporto omosessuale tra eromenos e erastes nell’antica Grecia morì di AIDS nel 1984. Questo basta a dimostrare come il tentativo di rileggere l'antichità alla luce delle istanze di talune corporazioni o lobbies contemporanee sia viziato dall'ideologia e non da una corretta analisi testuale, da una visione globale della società antica. In altre parole gli ideologi omosessuali e i vari sostenitori degli allargamenti dei diritti sono liberi certo di esprimere le loro opinioni e di proporre modelli alternativi di organizzazione sociali, l'importante è che nel far ciò non pervertano il senso della storia e dei testi classici onde circoscrivere alla mera storia del Cristianesimo l'ordine sociale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, dal quale proveniamo e che tuttora è il cardine della nostra costituzione.
 
Il matrimonio, in sintesi, non è una creazione del Cristianesimo, così come l'etica sessuale degli antichi non è la stessa del marchese De Sade o di Aldo Busi. E questo - sia detto per inciso - non è un tentativo omofobico di revisionismo, ma una semplice presa d'atto della realtà storica osservata da un punto di vista meno corrotto dalle dinamiche contemporanee.
 


IMPORTANTE: per acquistare una copia del volume che sarà presto in distribuzione al costo di € 12,00 potete utilizzare Paypal cliccando sul pulsante in basso o contattare edizionisettecolori@gmail.com . Grazie!
 




[SM=g1740733]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:38. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com