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Dolce Vicario di Cristo in terra, abbiamo bisogno di Lei! Lettere aperte al Santo Padre

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2012 11:00
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31/03/2010 23:16
 
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E il cardinale Cañizares ringrazia il Papa

I vescovi degli Stati Uniti
al fianco di Benedetto XVI


Washington, 31. I vescovi degli Stati Uniti si schierano a difesa dell'operato di Benedetto XVI volto a contrastare con fermezza il "peccato e il crimine" degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti. Affermano i presuli in una dichiarazione resa pubblica ieri:  "Sappiamo per nostra stessa esperienza come Papa Benedetto XVI sia profondamente preoccupato per quanti sono stati colpiti da abusi sessuali e come abbia rafforzato la risposta della Chiesa alle vittime e dato sostegno ai nostri sforzi di affrontare i colpevoli".

Il recente emergere - continuano i vescovi - di più resoconti su abusi sessuali compiuti da sacerdoti rattrista e indigna la Chiesa e ci causa vergogna. Se c'è un posto dove i bambini dovrebbero essere al sicuro questo dovrebbe essere nella propria casa e nella Chiesa". Proseguono i presuli:  "Continueremo a intensificare i nostri sforzi di fornire un ambiente sicuro per i bambini nelle nostre parrocchie e nelle nostre scuole. Inoltre, lavoreremo insieme agli altri nelle nostre comunità per affrontare la piaga degli abusi sessuali in tutta la società".

Nella dichiarazione - firmata dal presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Francis George, dal vicepresidente, il vescovo di Tucson, Gerald Kicanas, dall'arcivescovo di Louisville, Joseph Kurtz, dal vescovo di Youngstown, George Murry e dal vescovo di Paterson, Arthur Serratelli - si ricorda la visita negli Stati Uniti di Benedetto XVI nel 2008:  "Uno dei momenti più toccanti" - si legge nel documento - è stata la conversazione privata del Papa, avvenuta nella Nunziatura apostolica di Washington, con le vittime degli abusi. Benedetto XVI "ha potuto ascoltare direttamente come gli abusi sessuali abbiano devastato la vita delle vittime. Il Santo Padre ha condiviso la loro dolorosa esperienza e ha ascoltato, tenendo strette frequentemente le loro mani e rispondendo teneramente, rassicurandoli".

Con l'appoggio - continua la dichiarazione - "sia di Giovanni Paolo ii che di Benedetto XVI noi vescovi ci siamo vigorosamente impegnati a fare ogni cosa in nostro potere per fare in modo che non vengano più compiuti abusi sui bambini. Concretizziamo questo impegno attraverso il Charter for the protection of Children and Young People, uno statuto che ci chiama a rispondere con compassione alle vittime, a lavorare diligentemente al fine di vigilare su quanti lavorano con i bambini e i giovani nella Chiesa, a diffondere una coscienza anti abusi e un'educazione preventiva, a comunicare casi sospetti di abuso alle autorità giudiziarie civili e a valutare i nostri sforzi nella protezione dei bambini e dei giovani attraverso una verifica esterna annuale a livello nazionale". Concludono i vescovi:  "Così come accompagniamo Cristo nella Sua passione e morte nel corso della Settimana Santa, siamo con il Santo Padre Benedetto XVI in preghiera per le vittime dell'abuso sessuale, per tutta la Chiesa e per il mondo intero".

Intanto, martedì, nell'omelia per la messa per i membri del parlamento italiano, il cardinale Antonio Cañizares Llovera ha voluto esprimere vicinanza al Papa:  "In questi giorni così particolarmente santi" - ha detto - "terremo quanto mai presente il Papa Benedetto, autentico servitore di Dio che, abbracciato alla croce salvatrice di Cristo Signore della Chiesa e della storia, ci insegna continuamente, e in modo speciale nel momento attuale, che "solo Dio conta", perché "Dio è amore" e "in speranza siamo già salvati", invitandoci a "non avere paura", a non essere pusillanimi. Grazie, Santo Padre! Con tutta la Chiesa, e in modo particolarmente eminente nei tempi odierni, siamo con Pietro, con il grande dono che Dio ci ha fatto nel suo successore il nostro amatissimo Papa Benedetto XVI.

Preghiamo insieme per lui, pieni di affetto filiale, a braccia levate:  proprio dalla Croce, nell'ora delle tenebre, scaturisce la speranza della luce e la vittoria dell'amore. Come Gesù nella croce, anche noi viviamo l'ora di Dio, che è l'ora della fiducia piena - la fiducia del bimbo appena svezzato in braccio alla madre - l'ora della speranza che non delude, l'ora della preghiera. Grazie di tutto, Santo Padre! Grazie per incoraggiarci alla speranza e per mostrarci quanto Dio ci ama nella persona del Vicario del Suo Figlio, abbracciato alla croce e testimone singolare del suo amore in questi tempi difficili che viviamo. È da tempi così, analoghi a quelli di allora a Gerusalemme, che scaturisce la vita e la chiamata alla conversione, l'invito a ritornare alla Sorgente dell'unico Amore che i rinnova, a essere uomini nuovi, purificati dal sangue versato per noi sulla croce, dove pende la salvezza per il mondo intero".




Non mi vergogno di essere prete


di don Piergiordano Cabra

Anche nei giorni dell'accusa e del dileggio mediatico, non mi vergogno di dire che non mi sono vergognato d'essere prete.
Alcuni preti sono stati incolpati di pedofilia? Una vergogna, ed è giusto fare pulizia dove c'è sporcizia. L'espressione, presente già nell'Introduzione al cristianesimo di Joseph Ratzinger del 1968, è stata usata, per la prima volta riferita alla Chiesa, dal cardinale Ratzinger durante la Via crucis al Colosseo, suscitando sorpresa. E ora vorrebbero coinvolgere anche lui. Ma non lo avevano chiamato "pastore tedesco", per la sua inflessibile disciplina?

Detto questo, non mi vergogno di appartenere a una "categoria" di persone che ha dedicato la propria vita a preparare i ragazzi e i giovani alla vita, che ha avuto il coraggio di promuovere con la parola e con l'esempio - sì, proprio con il buon esempio - l'ideale d'una vita pulita, seria con sé e con gli altri, rispettosa, generosa. Penso in questo momento agli ottimi sacerdoti che mi hanno educato, a quelli che ho conosciuto nel mio lungo ministero, che hanno vissuto per gli altri, ponendo la dignità della persona - specialmente dei bambini e dei giovani - alla base del loro servizio pastorale.

Penso anche ai casi di vere e proprie calunnie, che hanno distrutto delle vite innocenti.
E di fronte a questo infuriare mediatico non posso non vedere anche l'avidità di chi - e non sono certo le vittime - sfrutta il caso a suo vantaggio; penso a conduttori di programmi televisivi deleteri, che irridono a ogni ideale e che oggi fanno gli scandalizzati. Penso alla buona occasione per infangare la Chiesa e svalutare la sua dottrina che resiste all'andazzo generale, non piegandosi ad accondiscendere a confondere il male con il bene, il pulito con lo sporco.

Penso ai santi preti, che non sono pochi, e a quelli onesti, che sono molti, ricordando i quali, mi sento spinto a guardare avanti con fiducia.

Non sono così cieco per non vedere le cose che non vanno, prima in me e poi negli altri.
Ma il bene maggiore non è di abbassare l'ideale, ma di innalzare il livello della mia vita, di sentirsi tutti più umili, più uniti nella Chiesa, di non lasciare troppo soli i nostri preti, di pregare per loro, di sostenerli con il nostro calore umano. Soprattutto a non scagliare troppo facilmente la prima pietra.
No. Non mi vergogno d'essere prete. Mi vergogno solo di non essere un santo prete.


(©L'Osservatore Romano - 1 aprile 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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