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19 Aprile: Anniversario di un Pontificato nel segno dei tempi! Grazie Benedetto!

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2017 22:21
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19/04/2013 13:46
 
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[SM=g1740758] 19 aprile 2005 un Pontificato sul Calvario (3)

19.04.2013 00:06

 

19 aprile 2005 un Pontificato sul Calvario (3)

perseguitato, odiato ed ostacolato per aver "adornato la Sposa di Cristo" nella Liturgia.

(parte terza ed ultima) leggi qui la seconda parte

Qualcuno, leggendo la seconda parte  avrà forse pensato che abbiamo esagerato nella descrizione di questo Pontificato. Con questo ultimo articolo della serie vi dimostreremo che non siamo gli unici a pensarla così e che è auspicabile per molti cattolici (anche tra preti e vescovi e cardinali) fare un sincero esame di coscienza.

 

 "Santità, la menzogna e la violenza diabolica si avventano, ogni giorno, sulla Sua Sacra Persona.

Lei vive di fronte a tutta la Chiesa una singolarissima partecipazione alla Passione del Signore Gesù Cristo.

Di fronte alla Chiesa e al mondo Lei sta percorrendo “la via dolorosa”. Ci senta accanto a Lei, con un affetto infinito e con la volontà di confortare, per quanto possiamo, questo suo dolore. Nel suo dolore, Santità, vibra già tutta la potenza di Dio che, in questo dolore e per questo dolore, vince oggi il male del mondo.

(..) com’è possibile che un miliardo di cristiani assistano in silenzio ed impotenti al tentativo di distruggere il Papa, senza rendersi conto che dopo questo non ci sarà più salvezza per nessuno.

Santità, è necessario che tutti noi lavoriamo, sotto di Lei, ad una grande riforma dell’intelligenza e del cuore della Chiesa, fondata sull’adesione incondizionata al Suo Magistero ".

Con queste parole il 27 marzo 2010, mons. Luigi Negri allora Vescovo di San Marino, pubblicava una Lettera aperta per far fronte ai duri attacchi di cui fu oggetto nell'Anno Sacerdotale il Sommo Pontefice, a causa degli scandali della pedofilia nel Clero, e non solo per questi come abbiamo visto nell'articolo precedente.

I primi, con mons. Crepaldi come vedremo, praticamente le uniche voci forti che abbiano avuto il coraggio di schierarsi apertamente contro la dura ed ingiusta persecuzione che il Papa dovette subire.

Già, come è stato possibile il silenzio di un miliardo di persone che si dicono cattoliche? Sì, alla fine abbiamo assistito alle onde oceaniche di gruppi e movimenti organizzati che si sono riversati in San Pietro per dare solidarietà al Papa ma, ci perdoni oggi Papa Bergoglio, è assai più facile scendere in piazza e manifestare nella gioia fra gesti, applausi e abbracci, senza nulla ancora da difendere, anziché scendere in piazza per sostenere un Pontefice ingiustamente calunniato e perseguitato. E' vero pure che con i se e i ma non si fa la storia e siamo sicuri che se un domani Papa Francesco dovesse aver bisogno della solidarietà cattolica, la riceverebbe con lo stesso calore, resta palese che questa solidarietà proprio dal mondo cattolico, nei confronti di un Papa ingiustamente percosso, fu davvero, al principio, assai latente. E' evidente che gran parte di questa responsabilità ricade sui Media e su certa stampa che, presentandosi da cattolica ma di fatto sono lupi voraci, si sono avventati sul gregge disorientandolo e ingannandolo.

Ecco l'importanza di questa Lettera e quella di mons. Crepaldi di Trieste, per difendere il Pontefice Benedetto XVI.

E non fu certo solo colpa dello scandalo della pedofilia! e no!

L'ostilità a Papa Benedetto c'è sempre stata, fin da quando occupava la croce del Difensore della fede, Prefetto, che con disprezzo chiamavano "il panzer-cardinal" oscurando volutamente la mitezza di questo gigante della Fede, la bontà, la tenerezza.

 

Il 21 marzo sempre del 2010 così scriveva mons. Crepaldi Arcivescovo di Trieste:

"Il tentativo della stampa di coinvolgere Benedetto XVI nella questione pedofilia è solo il più recente tra i segni di avversione che tanti nutrono per il Papa."

 

Il più recente, quali furono dunque gli attacchi precedenti? Ne citiamo alcuni:

intanto la sua nomina a Pontefice, mentre la gente ne fu davvero entusiasta, il malumore non mancò di farsi sentire tra i Vescovi e qualche freddo commento fra i Cardinali (leggasi la prima parte).

Tutti sapevano chi era Ratzinger, ma molti ne avevano una immagine distorta. Con pazienza e preparando il terreno attraverso catechesi e discorsi, Benedetto XVI cominciò ad avviare una grande Riforma nella Chiesa a partire dalla Liturgia, e questa fu giudicata come un attacco alla propria e personale creatività da parte di molti. Qualcuno scriveva "la ricreazione è finita!"

In verità Ratzinger non ha imposto nulla e forse questa "troppa grazia" è stata mal digerita dai gruppi detti tradizionalisti, e dall'altra parte progressista, resa invalida la Riforma.

Benedetto XVI comincia a riformare la Messa del Pontefice fino ad allora ridotta davvero all'osso con gli altari spogliati completamente di tutto. Una Sposa denudata, ridotta a stracci, per altro costosissimi, di casule ridicole indegne pure per il mago Otelma: colorate, rasate, e non giudichiamo l'arte, ma il sacramentalmente ridicole come le casule imposte a Benedetto XVI in visita apostolica in Austria.

Finalmente dal primo ottobre 2007 le cose cambiano, arriva mons. Guido Marini nominato Maestro delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e gli effetti si vedono. Perché spendere soldi? Ecco riaprire la Sacrestia dei Papi e rispolverare pianete, mitrie, stole e casule degne di un Pontefice, poi il dono di alcuni fedeli con seri piviali con tanto di stemma faranno il resto. Non ci voleva tanto, ma solo la buona volontà.

"Pizzi e merletti" si va dicendo con ironia, odiosi orpelli che ritornano in uso, si accusa al Pontefice, dimenticando che stiamo parlando di un Sposa non di un oggetto, tale è la Liturgia che si celebra nella Chiesa: è la Sposa che parla, che si rivolge allo Sposo; è la Sposa che solleva il Calice della salvezza e con lo Sposo offrono al Padre il Suo Sacrificio perfetto; è la Sposa che invocando lo Spirito Santo manda sulle membra i suoi sette santi doni.

Certo che "pizzi e merletti" non servono, chi e che cosa potrebbe mai essere all'altezza di esprimere visibilmente quello che accade in una vera Liturgia Cattolica? Questi "orpelli" sono solo un segno che esprime, solamente sfiorandola, la Bellezza che viviamo e di cui tanto parliamo, la vera Bellezza che salva.

Annotiamo anche una nota di "colore".

Il famoso camauro che Papa Benedetto XVI osò indossare in una udienza durante un inverno gelido. L'ignoranza di certi vaticanisti è tollerabile quando, senza conoscerne l'usanza, si scagliarono con maleducazione inaudita contro il Papa ridicolizzandolo, ma che certa ignoranza provenga dalla stampa cattolica è davvero inaccettabile. Il camauro non è solo un semplice copricapo invernale (bianco se è dopo Pasqua) che a differenza dello zucchetto protegge meglio il capo e le orecchie dal freddo, ma è anche un ricordo della "corona di spine".

Fa pensare come certa stampa si sia così presto dimenticata del beato Giovanni XXIII, così racconta l'episodio il grande sarto dei Papi, Gammarelli:

"Un giorno, durante il pontificato di Giovanni XXIII, mio padre fu chiamato in Vaticano dal Papa, che disse: 'Gammarelli, vorrei un camauro'. Mio padre cadde dalle nuvole, ma evidentemente non si dice di no ad un desiderio del Papa e disse: 'senz'altro, Santità , provvederemo immediatamente'. Mio Padre aveva una vaga idea di ciò che era un camauro e soprattutto non sapeva dove cominciare per confezionarlo e se a Roma c'erano artigiani in grado di soddisfare la curiosa richiesta. Dopo avere consultato enciclopedie di vario tipo, mio padre si accorse che il camauro era molto ben documentato dal punto di vista figurativo, ma rimaneva il problema di come farlo e chi lo potesse fare. Il problema fu presto risolto, avendo nel negozio il velluto del colore adatto ed una manodopera specializzata. Il tutto per la completa soddisfazione del Papa buono e l'orgoglio di avere esaudito un desiderio del Papa. In seguito e' stato di nuovo confezionato per Sua Santità  Benedetto XVI in velluto rosso, ma anche in damasco bianco, da indossare nel periodo pasquale".

Dove stava lo scandalo in tutto ciò tanto da ridicolizzare Benedetto XVI?

 

Ma sorvolando su questi cambiamenti nel luglio 2007, Benedetto XVI aveva osato firmare un Motu Proprio "inaccettabile": aveva osato liberalizzare la Messa nella forma oramai detta "antica", il famoso Summorum Pontificum.

Ci perdoni nuovamente Papa Bergoglio per i paragoni non già alla sua Persona quanto all'uso di certe sue scelte. Infatti i gesti compiuti da Papa Francesco appena eletto e la dismissione di mozzette ed altro, non hanno fatto altro che generare applausi e larghi consensi come se, coloro che hanno applaudito, avessero vissuto anni di profonda castrazione, manco fossero stati obbligati e costretti ad indossare loro mozzette e affini.

Basta usare la moviola e recuperare le reazioni che molti nella Chiesa hanno avuto davanti a quel Motu Proprio, quasi fossero stati obbligati ad andare alla Messa "antica".

Ci fu persino l'ammutinamento dei Vescovi francesi che scrissero una lettera al Papa per chiedergli di non firmare quella liberalizzazione, pena sarebbe stata una divisione nella Chiesa. Ecco il ricatto! Se tu firmi io ti remo contro ma resto appunto nella stessa barca.

Perché questo è stato il dramma delle persecuzioni vissute da Benedetto XVI: questa gente non se ne è andata via, è rimasta nella Chiesa remando contro.

Ve la immaginate la scena? Pietro che regge il timone, tutti che ai suoi ordini remano in una direzione, poi ad un tratto i rematori (Vescovi) cominciano a remare divisi chi da una parte chi dall'altra. Ecco cosa è accaduto in questi otto anni: disobbedienza al Pontefice su molti fronti, vi ricordiamo di leggere l'articolo illuminante di Padre Giovanni Cavalcoli O.P. "Forza e debolezza del Papato".

Tutto il 2007 si alternò tra appelli e contrappelli, al Papa ed anche contro il Papa e lui, "come agnello condotto al macello" portava la sua croce e andava mite su per il Calvario certo che l'esempio che stava dando avrebbe portato frutti a suo tempo.

 

Arriva il 2008 e il Papa compie un'altra "ingiustizia" celebra la Messa "di spalle" alla Sistina per i Battesimi, quale orrore scriverà la stampa mediatica: il Papa da le spalle ai fedeli!

Quanta superbia! Nessuno aveva pensato che, piuttosto, prima stava dando le spalle a Dio, e che proprio la sua posizione invitava anche i fedeli a volgersi tutti insieme, sacerdote compreso, verso il Signore?

Ma chi è il Protagonista nella Messa: il prete o Gesù Cristo presente realmente, vivo e vero nelle apparenze del pane e del vino, nel mistero della Transustanziazione? (leggasi anche questo articolo).

“Si è ritenuto – spiegò così la nota uscita sull'Osservatore Romano – di celebrare all’altare antico per non alterare la bellezza e l’armonia di questo gioiello architettonico, preservando la sua struttura dal punto di vista celebrativo e usando una possibilità contemplata dalla normativa liturgica. Ciò significa che in alcuni momenti il Papa si troverà con le spalle rivolte ai fedeli e lo sguardo alla Croce, orientando così l’atteggiamento e la disposizione di tutta l’assemblea”.

Subito i giornali scrivevano con perversione: ecco il "nuovo" che avanza... e che da le spalle ai fedeli!

Si comprende bene l'applauso ricevuto da Papa Bergoglio quando celebrando la sua prima Messa con i Cardinali ha invece dato "le spalle alla Croce" orientando su di se lo sguardo dell'assemblea: il "nuovo" che avanza.... e che da le spalle alla Croce. Queste scelte incomprensibili dividono, non l'atteggiamento di chi volge il proprio sguardo alla Croce.

Anche qui Benedetto XVI non impone nulla e sul sito Vaticano fa spiegare i motivi di questa scelta sperando che, essendo lui il Papa, esistano ancora christefidelis-laici, sacerdoti e vescovi pronti ad imitarlo e a seguirlo, ma invano. E il nuovo "Vescovo di Roma" sembra dare ragione ai chi duramente perseguitò questo Pontefice.

Allora prova riportando il Crocefisso sull'Altare da dove era stato ingiustamente tolto, ma anche qui, trova pochi imitatori e molti contestatori e persecutori.

A giugno del 2008, per il Corpus Domini in Laterano, prima della Processione Eucaristica, osa dare la Comunione a dei bambini in ginocchio e alla bocca, scoppia lo scandalo!

Caspita! Ricevere Gesù in ginocchio e alla bocca è diventato lo scandalo, un male!

Non possiamo ignorare il monito di Isaia: "Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro" (Is. 5,20).

 

Arriviamo così nel gennaio 2009, Benedetto XVI  animato da profonda giustizia e ben disposto verso una istituzione che sforna molti sacerdoti ottimamente preparati decide di togliere la scomunica alla Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), apriti cielo! La miccia viene innescata non dal gesto del Papa ma da quelli che avendo saputo per tempo l'aria che tirava, non volevano e si fa uscire ad arte una intervista di un Vescovo della FSSPX il quale aveva rilasciato delle dichiarazioni personali, pochi giorni prima la decisione del Papa, non confacenti al politicamente corretto, insomma una questione di politica che con la Chiesa non c'entra nulla.

Si diramano comunicati e smentite, alla fine il Pontefice è costretto a scrivere una Lettera a tutti i Vescovi dove usa queste parole davvero allarmanti:

"A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo..."

 

Odio e intolleranza verso questo Papa!

Nella Lettera sopra citata, scrive mons. Crepaldi:

"Bisogna chiedersi come mai questo Pontefice, nonostante la sua mitezza evangelica e l’onestà, la chiarezza delle sue parole unitamente alla profondità del suo pensiero e dei suoi insegnamenti, susciti da alcune parti sentimenti di astio e forme di anticlericalismo che si pensavano superate. E questo, è bene dirlo, suscita ancora maggiore stupore e addirittura dolore, quando a non seguire il Papa e a denunciarne presunti errori sono uomini di Chiesa, siano essi teologi, sacerdoti o laici..."

 

La campagna diffamatoria è stata lanciata fin da quando Benedetto XVI è stato chiamato sul Soglio Petrino. Questo Papa, seppur circondato da molti fedeli sinceri, ha ricevuto la stessa sorte del Maestro e Signore. Basta ricordare la scena al Pretorio: la folla, la menzogna (Barabba) e la Verità (Gesù e il Suo Vicario in terra), "Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!» (Mt.27,21); la folla voleva che venisse liberata la menzogna e crocefissa la Verità, la voce di chi gridava a favore della Verità veniva soppressa dalle urla del male, ma anche da gente che durante gli anni di vita pubblica Gesù aveva in un certo modo beneficiato. Così è la vita del Vicario di Cristo in terra, aspettarsi la gloria e gli osanna sarebbe sbagliato, questi osanna durarono solo un giorno, all'ingresso a Gerusalemme, dopo tre giorni la stessa folla che lo aveva salutato ora lo insultava e lo calunniava, voleva vederlo crocefisso. Del resto vale il detto del Maestro: "se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv.12.24)

 

Arriviamo al 2010 e la Sapienza, tra le più antiche Università di Roma fondata niente meno che per volontà di papa Bonifacio VIII, il 20 aprile 1303 con la bolla pontificia "In suprema praeminentia dignitatis", lo "Studium Urbis", prima invita Benedetto XVI per una Lectio in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico, poi a causa di alcuni gruppi oppositori rigetta l'invito. Inaudito! La campagna mediatica si scatena. Per Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, le contestazioni alla visita di papa Benedetto XVI rischiano di rendere La Sapienza ''più povera'' e vogliono costruire un nuovo ''muro di Berlino'' tra cultura laica e religione. Scatta la solidarietà, gli scandali, dice il Signore, sono necessari (Mt.18,7) e gli studenti cattolici - favorevoli alla visita del Santo Padre - rispondono alla contestazione dei collettivi con una veglia di preghiera. Qui l'allocuzione che il Papa avrebbe tenuto a La Sapienza.

 

Ed altri attacchi ancora, dall'interno della Chiesa contro il Magistero di Benedetto XVI tanto da dare l'impressione, come spiegherà mons. Crepaldi, di avere un "magistero parallelo".

Queste le sue parole che vale la pena di meditare:

 

"Non era forse mai accaduto che la Chiesa fosse attaccata in questo modo. Alle persecuzioni nei confronti di tanti cristiani, crocefissi in senso letterale in varie parti del mondo, ai molteplici tentativi per sradicare il cristianesimo nelle società un tempo cristiane con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume che non può trovare spiegazioni nel normale buon senso si aggiunge ormai da tempo un accanimento contro questo Papa, la cui grandezza provvidenziale è davanti agli occhi di tutti.

A questi attacchi fanno tristemente eco quanti non ascoltano il Papa, anche tra ecclesiastici, professori di teologia nei seminari, sacerdoti e laici. Quanti non accusano apertamente il Pontefice, ma mettono la sordina ai suoi insegnamenti, non leggono i documenti del suo magistero, scrivono e parlano sostenendo esattamente il contrario di quanto egli dice, danno vita ad iniziative pastorali e culturali, per esempio sul terreno delle bioetica oppure del dialogo ecumenico, in aperta divergenza con quanto egli insegna. Il fenomeno è molto grave in quanto anche molto diffuso.

Benedetto XVI ha dato degli insegnamenti sul Vaticano II che moltissimi cattolici apertamente contrastano, promuovendo forme di controformazione e di sistematico magistero parallelo guidati da molti “antipapi”; ha dato degli insegnamenti sui “valori non negoziabili” che moltissimi cattolici minimizzano o reinterpretano e questo avviene anche da parte di teologi e commentatori di fama ospitati sulla stampa cattolica oltre che in quella laica; ha dato degli insegnamenti sul primato della fede apostolica nella lettura sapienziale degli avvenimenti e moltissimi continuano a parlare di primato della situazione, o della prassi o dei dati delle scienze umane; ha dato degli insegnamenti sulla coscienza o sulla dittatura del relativismo ma moltissimi antepongono la democrazia o la Costituzione al Vangelo.

Per molti la Dominus Iesus, la Nota sui cattolici in politica del 2002, il discorso di Regensburg del 2006, la Caritas in veritate è come se non fossero mai state scritte.

La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il Papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli Istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse tra loro, che non si comprendono ormai quasi più, come se fossero espressione di due Chiese diverse e procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli.

In questi momenti molto difficili, il nostro Osservatorio si sente di esprimere la nostra filiale vicinanza a Benedetto XVI. Preghiamo per lui e restiamo fedelmente al suo seguito".

Mons, Crepaldi usa per ben due volte il termine "grave", parla senza mezzi termini di accanimento contro questo Papa, non è un caso che sia stato l'unico Vescovo in Italia ad aver subito, a sua volta, un accanimento di grave intolleranza nella sua diocesi.

 

Queste le parole di mons. Crepaldi a seguito della rinuncia di Benedetto XVI:

"Si è trattato di un pontificato luminoso. Tanto più luminoso quanto più difficile. Il 19 aprile 2005 sulla cattedra di Pietro si era seduto un autentico Padre della Chiesa. Lo abbiamo seguito con trepidazione in questi anni. Gli siamo stati vicini in filiale solidarietà nelle sue tante amarezze. Abbiamo gioito intellettualmente e spiritualmente dei suoi alti insegnamenti...."

 

Sì, lo crediamo anche noi! Il 19 aprile del 2005 è stato eletto a guida della Chiesa, Vicario di Cristo in terra, un grande Dottore della Chiesa.

Otto anni di dura persecuzione, calunnie, diffamazioni, ricatti, imposizioni. Non sta a noi svelare il mistero della sua rinuncia, perché il Papa, questo grande Papa non si è dimesso per l'età, né per la salute, ma nella sua grande mitezza ed umiltà ha continuato fino all'ultimo ad assumersi le proprie responsabilità, anche quelle delle dimissioni per le quali non ha esitato di parlare di gravità. Il termine "grave" ricorre molte volte, fino all'ultimo.

Ha parlato solo in bene, non si è mai lamentato, tranne quando, tirato davvero per il collo, non poté fare a meno di rimettere i Vescovi ai loro posti, lo abbiamo ricordato sopra, con quella Lettera ai Vescovi. Fino all'ultimo ha detto sempre bene di tutti, ci ha davvero insegnato cosa significa amare e perdonare.

Ha ringraziato tutti lasciando alla storia tutto il bene che ha voluto e che vuole ancora con queste parole della sua ultima Udienza:

"Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui. Il sempre è anche un per sempre - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro".

(Benedetto XVI, Ultima udienza del 27 febbraio 2013)

 

Ci vengono a mente le parole del beato Giovanni XXIII nel suo "il giornale dell'anima" dove appuntava: "Signore ti ringrazio perché mai mi sono fermato a raccogliere i sassi che mi lanciavano dietro".

Noi purtroppo per dovere di cronaca e di storia abbiamo dovuto e voluto farlo, lo riteniamo un dovere di figli verso un Padre ingiustamente perseguitato, ma senza dimenticare il suo atteggiamento di misericordia verso tutti.

Benedetto XVI nella sua intervista "Luce del mondo", disse:

 “Il fatto di trovarmi all'improvviso di fronte a questo compito immenso è stato per me un vero choc. La responsabilità, infatti, è enorme. Veramente avevo sperato di trovare pace e tranquillità. Il pensiero della ghigliottina mi è venuto: ecco, ora cade e ti colpisce. Ero sicurissimo che questo incarico non sarebbe stato destinato a me ma che Dio, dopo tanti anni faticosi, mi avrebbe concesso un po' di pace e di tranquillità. Sapevo che di lì a poco, dalla Loggia centrale, avrei dovuto pronunciare qualche parola, e ho iniziato a pensare: «Cosa potrei dire?». Per il resto, fin dal momento in cui la scelta è caduta su di me, sono stato capace soltanto di dire questo: «Signore, cosa mi stai facendo? Ora la responsabilità è tua. Tu mi devi condurre! Io non ne sono capace. Se tu mi hai voluto, ora devi anche aiutarmi!». In quel momento ho capito che accanto ai grandi Papi devono esserci anche Pontefici piccoli che danno il proprio contributo”. (Luce del Mondo, 2010).

 

Nel riconoscersi in questa vera piccolezza, possiamo dire che è stato ed è davvero un grande Pontefice della Croce.

 

 

Concludiamo questo ciclo di riflessioni su questo Pontificato, ritornandoci su con altri argomenti, elevando a Dio per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, le più ardenti suppliche affinché ci sia concesso di ricevere benefici e grazie da questo Pontefice umiliato e spezzato, ghigliottinato, cacciato e schiacciato da eventi gravi interni ed esterni alla Chiesa, eventi che avrebbero ucciso chiunque, ma non il più grande Defensor Fidei del nostro  tempo e di questi ultimi secoli moderni; l'hanno "cacciato via" e l'hanno odiato, ma egli vivrà per sempre nella gloria dei Santi.

Grazie Benedetto XVI, la sua eredità in Cristo, con Cristo sarà per sempre, riversandosi sulla Chiesa e sugli uomini di buona volontà per l'onore stesso di Cristo.

E per non concludere con un tono di amarezza, ma bensì di fierezza per cotanto Pontefice, vi rimandiamo al significativo articolo postato dal Blog di Raffaella a riguardo degli Auguri che Benedetto XVI ha ricevuto per il suo ottantaseiesimo augusto genetliaco, cliccare qui per pensare benevolmente.

 

*****



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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