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cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano del Santo Padre Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2016 23:20
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18/06/2012 14:53
 
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38ª ASSEMBLEA  NAZIONALE DELLA
CONFEDERAZIONE DELE COOPERATIVE ITALIANE

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Roma
Giovedì, 10 maggio 2012

 

Cari amici!

Ho accolto con piacere l’invito a partecipare alla vostra 38ma Assemblea nazionale. Rivolgo un cordiale saluto al Presidente della Confederazione delle Cooperative Italiane, dott. Luigi Marino, e a tutti voi delegati che rappresentate tre milioni di soci. Vengo ad incontrarvi in un momento particolarmente difficile per la situazione socio-economica in Italia. Perciò, ancora di più desidero esprimere ad ognuno la mia vicinanza personale e quella della Chiesa, incoraggiando il vostro impegno, la vostra forza d’animo, il vostro desiderio di coniugare i principi dell’ispirazione cristiana alle sfide quotidiane del vostro operare.

Sono lieto di poter offrire una breve riflessione sul mondo del lavoro alla luce della speranza cristiana, tanto più necessaria in questo momento storico di recessione e, a livello personale e psicologico, di depressione e di scoramento.  La speranza cristiana è una virtù teologale e, in quanto tale, essa è dono di Dio; in quanto virtù esige l’impegno personale di ciascuno nella sua attuazione concreta.

La dottrina sociale della Chiesa è un permanente invito a realizzare già nella storia presente la speranza di un mondo più umano e più giusto. Il Santo Padre Benedetto XVI, che ci ha fatto dono di un’Enciclica specifica sulla speranza, così si esprime: «Ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino» (Enc. Spe salvi,1).

Il dono della speranza, che «è una potente risorsa sociale a servizio dello sviluppo umano integrale, cercato nella libertà e nella giustizia» (Enc. Caritas in veritate, 34), diventa forza che si concretizza nell’impegno quotidiano e dà un significato sempre nuovo al nostro lavoro.

Esso, inteso come opera caratteristica dell’uomo, non si esaurisce mai in un’azione da compiere o in una cosa da produrre, ma contiene sempre quel tratto che ci fa partecipi dell’atto creativo di Dio. Il lavoro, vissuto nella sua completezza, è risposta ai bisogni dell’uomo e contribuisce «all’elevazione culturale e morale della società» (Giovanni Paolo II, Enc. Laborem exercens, 1)

Il lavoro esige oggi una rinnovata considerazione ed una decisa testimonianza cristiana. Al tema del lavoro sono correlati vecchi e nuovi problemi, come quello della disoccupazione, della distribuzione del tempo, della conciliabilità soprattutto per la donna tra lavoro e famiglia, dell’inserimento dei giovani. Voi siete chiamati a portare la speranza nel mondo del lavoro. Il modello cooperativo, che ruota intorno alla figura del socio cooperatore, ha una chance in più per evidenziare la centralità dell’uomo, l’attenzione ai suoi bisogni, la difesa dell’occupazione, la distribuzione di una remunerazione più equa. Evidenziare la centralità della persona e la sua priorità, diventa un modo concreto per creare un futuro di speranza per l’economia e per la società.

Per questo il riferimento statutario alla dottrina sociale della Chiesa costituisce un patrimonio in grado di generare speranza. I contenuti espressi dalla dottrina sociale della Chiesa, quando diventano punti di riferimento, rappresentano un elemento di stabilità perché permettono il riconoscimento dei valori, motivano l’azione, distinguono i mezzi dai fini, prospettano una visione integrale dello sviluppo, promuovono scelte di giustizia che favoriscono il vero bene dell’uomo. Nel contesto pluralistico odierno, fare riferimento a un patrimonio di valori crea le condizioni per evitare errori dalle conseguenze nefaste sui lavoratori, sullo sviluppo economico e sulla stessa vita di un’organizzazione di rappresentanza. «La dottrina sociale della Chiesa ha un suo specifico apporto da dare, che si fonda sulla concezione dell’uomo “ad immagine di Dio” (Gn 1,27), un dato da cui discende l’inviolabile dignità della persona umana, come anche il trascendente valore delle norme morali naturali. Un’etica economica che prescindesse da questi due pilastri rischierebbe inevitabilmente di perdere la propria connotazione e di prestarsi a strumentalizzazioni» (Enc. Caritas in veritate, 45).

Il patrimonio di valori, che trova la sua origine nel Vangelo, genera speranza per la forza della verità in esso contenuta. Per questo assume forte rilevanza la conoscenza della dottrina sociale della Chiesa. È auspicabile che la vostra Confederazione possa attivare un piano organico e strutturato affinché tutti i soci abbiano accesso a questo percorso formativo, perché oggi è richiesta «una nuova e approfondita riflessione sul senso dell’economia e dei suoi fini, nonché una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige, in realtà, lo stato di salute ecologica del pianeta; soprattutto lo richiede la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo» (ibid., 32).

Tutto ciò comporta una maggiore conoscenza del modello cooperativo da parte dei soci e una loro partecipazione attiva nelle forme democratiche previste, perché la cooperazione rappresenta una delle modalità istituzionali di impresa che aiuta a generare un mercato più civile e al tempo stesso più competitivo.

Un’ultima riflessione vorrei proporvi a riguardo della donna e della famiglia. Donna e famiglia rappresentano due snodi fondamentali per il futuro della società e del lavoro. Sappiamo che «è soltanto grazie alla dualità del “maschile” e del “femminile” che l’umano si realizza appieno e che a questa “unità dei due” è affidata da Dio non soltanto l’opera della procreazione e la vita della famiglia, ma la costruzione stessa della storia». La donna è “aiuto” per l’uomo, come l’uomo è “aiuto” per la donna: nel loro incontro si realizza una concezione unitaria della persona umana, basata non sulla logica dell’egocentrismo e dell’autoaffermazione, ma su quella dell’amore e della solidarietà» (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 147).

Le donne sono una presenza significativa e imprescindibile nel mondo del lavoro. «Conviene, però, che esse possano svolgere pienamente le loro funzioni secondo l’indole ad esse propria, senza discriminazioni e senza esclusione da impieghi dei quali sono capaci, ma anche senza venir meno al rispetto per le loro aspirazioni familiari e per il ruolo specifico che ad esse compete nel contribuire al bene della società insieme con l'uomo. La vera promozione della donna esige che il lavoro sia strutturato in tal modo che essa non debba pagare la sua promozione con l'abbandono della propria specificità e a danno della famiglia, nella quale ha come madre un ruolo insostituibile» (Enc. Laborem exercens, 19).

Sostenendo la famiglia, che è «una comunità resa possibile dal lavoro e la prima interna scuola di lavoro per ogni uomo» (ibid., 10), e sviluppando la reciprocità tra uomo e donna, offriamo un contributo significativo allo sviluppo integrale di ogni persona e creiamo le basi per guardare con fiducia al nostro futuro.

Carissimi, «la vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata» (Enc. Spe salvi, 49).

Queste parole del Santo Padre Benedetto XVI siano per tutti motivo di nuovo impegno personale e comunitario per diventare autentici testimoni della speranza. Con i migliori auguri di buon lavoro.




[SM=g1740758] ............... e giusto per restare in argomento.....

Abusi liturgici e abusi sessuali del clero: le due croci di papa Ratzinger, non solo in Irlanda (Magister)

L'intervista di Bertone a Famiglia Cristiana, il punto di Lombardi (Ansa)

I ciechi della parabola (Carlota)

Vaticano: P. Lombardi, finora commissione cardinali ha sentito 23 persone

Secondo il card. Bertone non ci sarebbero divisioni tra cardinali o lotte di potere

Card. Bertone "la grande azione chiarificatrice e purificatrice di Benedetto XVI certamente ha dato e dà fastidio"

Bertone: È evidente quanto la Chiesa sia una roccia che resiste alle burrasche. E un punto di riferimento inequivocabile per innumerevoli persone e istituzioni in tutto il mondo

Bertone: «Molti giornalisti giocano a fare l'imitazione di Dan Brown. Si continua a inventare favole o riproporre leggende» (Corriere)

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Esclusivo: parla il cardinale Bertone (Famiglia Cristiana)

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Il card. Bertone torna a parlare dello scandalo che ha scosso la Santa sede: "Si tenta di dividere Papa da collaboratori"

[SM=g1740758]

LETTERA DEL PAPA AL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Città del Vaticano, 4 luglio 2012 (VIS). Di seguito riportiamo il testo della Lettera del Santo Padre al Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, datata 2 luglio.

"Alla vigilia della partenza per il soggiorno estivo a Castel Gandolfo, desidero esprimerLe profonda riconoscenza per la Sua discreta vicinanza e per il Suo illuminato consiglio, che ho trovato di particolare aiuto in questi ultimi mesi".

"Avendo notato con rammarico le ingiuste critiche levatesi verso la Sua persona, intendo rinnovarLe l'attestazione della mia personale fiducia, che già ebbi modo di manifestarLe con la Lettera del 15 gennaio 2010, il cui contenuto rimane per me immutato".

"Nell'affidare il Suo ministero alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, mi è gradito inviarLe, insieme con il fraterno saluto, la Benedizione Apostolica, in pegno di ogni desiderato bene".

[SM=g1740733] [SM=g1740722]



[Modificato da Caterina63 04/07/2012 14:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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