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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano del Santo Padre Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2016 23:20
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18/08/2012 23:05
 
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OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

San Giovanni Rotondo
Sabato, 16 giugno 2012

 Messa celebrata da Tarcisio Bertone, cardinale segretario di Stato della Città del Vaticano, per i dieci anni della santificazione di Padre Pio

Cari fratelli e sorelle,

ho accolto con gioia l’invito dell’Arcivescovo Mons. Michele Castoro a presiedere questa Celebrazione eucaristica in occasione del 10° anniversario della canonizzazione di san Pio da Pietrelcina. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Confratelli nell’episcopato, a tutti i presbiteri, i religiosi e i diaconi, alle religiose, al Signor Sindaco, alle altre Autorità presenti e ai membri dei Gruppi di Preghiera, qui convenuti per il loro raduno internazionale. A voi tutti sono lieto di manifestare la vicinanza del Santo Padre Benedetto XVI, che si unisce spiritualmente al nostro rendimento di grazie; in questa circostanza egli mi ha incaricato di parteciparvi la Sua Benedizione, che impartirò al termine della santa Messa.

Il 16 giugno del 2002 il Beato Giovanni Paolo II, durante l’omelia della canonizzazione di Padre Pio, commentando il passo del Vangelo: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,30) affermò che «la vita e la missione di Padre Pio testimoniano che difficoltà e dolori, se accettati per amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive di un bene più grande, noto soltanto al Signore».

Padre Pio ha così ripresentato all’umanità del nostro tempo quel «vanto della croce» (cfr Gal 6,14) che può diventare segno di speranza. Sì, carissimi fratelli e sorelle, perché la croce è passaggio indispensabile verso la vita nuova in Cristo.

Il vangelo odierno (Mt 11,25-30) ci presenta la lode di Gesù al Padre, poiché ha nascosto i misteri del Regno ai grandi e ai potenti, ai sapienti e ai dotti, e li ha rivelati ai piccoli (cfr Mt 11,25). I piccoli sono coloro che accolgono Gesù, riconoscendolo nella sua debolezza, e non si scandalizzano della sua croce. Essi non parlano secondo una sapienza umana ma parla in loro l’esperienza di Dio e del suo amore.

Padre Pio ha percepito l’amore di Dio su di sé e si è lasciato da esso riempire. Dal cuore umile, egli si è fatto trovare senza malizia (cfr 1Cor 14,20), sempre desideroso di crescere nella conoscenza di Cristo e di porsi in ascolto della sua Parola (cfr 1Pt 2,2), pronto e disponibile verso tutti, come il Maestro, e per questo in grado di fare sua quella stessa esultanza di Gesù verso il Padre: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra…” (Mt 11, 25).

La conoscenza dell’amore del Padre è una verità che sfugge a molti ma è compresa dai piccoli, che non riescono a trattenere per sé questo tesoro, sentendosi chiamati a donarlo a tanti altri. Scorgiamo in questa pagina del vangelo un tratto essenziale del ministero sacerdotale di Padre Pio che condusse verso Cristo coloro che erano affaticati e oppressi nel corpo e nello spirito, perché in Lui trovassero ristoro e sollievo. Padre Pio sapeva bene che solo in Cristo il giogo della schiavitù del peccato è spezzato e sostituito da un nuovo giogo, il cui peso è soave e leggero.

Di che tipo di giogo si tratti lo chiarisce sant’Ambrogio in una delle sue omelie: «Non abbiate timore per il fatto che è un giogo, è infatti soave. Non schiaccia il collo ma lo orna. Perché dubitate e perché indugiate? Non lega la cervice con funi ma unisce la mente alla grazia. Non costringe per necessità, ma dirige la volontà al bene operare» (Elia e il digiuno, c. 22).

La necessità della sequela e del discepolato è stata ribadita nei discorsi pronunciati da Padre Pio per l’inaugurazione e per gli anniversari della Casa Sollievo della Sofferenza. Passaggi densi di significato e ricchi di spessore pastorale e teologico, che invitano tutti quelli che a diverso titolo operano in questa «Casa» a riconoscersi oggetto di attenzione ed amore divino, per poter essere come un unico gregge dietro un solo Pastore.

Consapevole di ciò, egli si rese per essi strumento di un percorso di conversione e maturazione cristiana che per molti sfociò in un servizio ed un impegno che forse mai avrebbero immaginato. Non è un caso che attorno a Padre Pio, a condividere il suo desiderio di sollievo della sofferenza umana, ci fossero tanti laici. Uomini e donne che attraverso di lui avevano incontrato Cristo, il suo amore, la sua gioia, la sua luce, dalla quale traevano la forza per servire i poveri e gli ultimi.

Padre Pio si lasciò abitare da Cristo, per questo poté entrare in un dialogo intimo e fecondo con lui della preghiera. Così, mettendosi alla scuola del Maestro, poggiando il proprio capo sul suo cuore e facendosi esperto nel riconoscere le sue interiori ispirazioni, a sua volta è diventato educatore di quanti ricorrevano alla sua paterna guida spirituale, promuovendo in essi frutti di vita buona.

Come ricorda la recente Nota pastorale della CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, «Gesù è per noi non “un” maestro, ma “il” Maestro. La sua autorità, grazie alla presenza dinamica dello Spirito, raggiunge il cuore e ci forma interiormente, aiutandoci a gestire, nei modi e nelle forme più idonee, anche i problemi educativi» (n. 16).

Attuando il suo forte desiderio di collaborazione all’opera redentiva, Padre Pio partecipava intimamente alle angosce, ai conflitti interiori, alle pene delle anime da lui dirette. Egli scriveva: «(…) Sento come mie le vostre afflizioni»; «(…) farò miei tutti i vostri dolori e li offrirò tutti in olocausto al Signore per voi» (Pius a Pietrelcina. Positio super virtutibus, III/I, p. 1046). Divenne in questo modo educatore credibile e mediatore efficace.

Il citato documento sugli orientamenti pastorali ritorna sull’esempio dei santi: «I santi rivelano con la loro vita l’azione potente dello Spirito che li ha rivestiti dei suoi doni e li ha resi forti nella fede e nell’amore. Ogni cristiano è chiamato a seguirne l’esempio, cogliendo il frutto dello Spirito, che è “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22)» (EVBV, 22).

Le persone che ricorrevano a Padre Pio erano molto varie per cultura, età, condizione sociale. Per tutte egli si rivelò un vero e santo «artista» nella guida spirituale. Basti pensare all’enorme quantità di lettere che giungevano da tutte le parti del mondo con i più svariati problemi da risolvere. Per ognuno il Padre non proponeva teorie, ma offriva un’adeguata indicazione spirituale (cfr ibid., 23) che diventava accompagnamento verso una vita buona, quella del Vangelo, quella dell’esperienza di Cristo e del suo amore. 

Da umile servo e strumento, Padre Pio lavorò nella vigna del Signore e fece in modo che anche altri percepissero, nella loro esistenza, la chiamata a servire Gesù, ognuno nello stato di vita proprio. Una visione moderna e matura, la sua, che favorì l’impegno dei fedeli laici (cfr Mt 20,1). L’apporto di Padre Pio ci fa comprendere meglio e vedere realizzato uno degli insegnamenti fondamentali del Concilio Vaticano II, e cioè che l’indole secolare dei laici deve vedere coniugati e ben armonizzati identità cristiana e impegno a servizio della Chiesa e del mondo. Sintesi che egli volle concretizzata nel rapporto fra i Gruppi di Preghiera e la Casa Sollievo della Sofferenza.

Il Beato Giovanni Paolo II, nel discorso tenuto proprio qui a San Giovanni Rotondo, la sera del 23 maggio 1987, affermò che dall’intima unione con Cristo Gesù scaturisce la disponibilità non solo a servire il bene delle anime, ma anche a sollevare le sofferenze degli uomini e della stessa creazione.

Comprendiamo così che per Padre Pio la «vigna» in cui lavorare non era delimitata dalle mura del convento, ma si estendeva al mondo intero. Salvare le anime, annunciare il Vangelo, alleviare la sofferenza non era un progetto da poco e Padre Pio chiamava altri operai a collaborare nella vigna che il Signore gli aveva affidato.

Per la costruzione della Casa Sollievo, il santo Frate non poté fare a meno dei laici che furono i suoi collaboratori essenziali; i laici furono le sue braccia per l’attuazione del progetto della Provvidenza. In tal modo la Casa Sollievo fin dal suo sorgere fu una testimonianza concreta dell’impegno dei laici: Padre Pio pregava e incoraggiava, i laici s’impegnavano con energie e capacità.

San Pio da Pietrelcina, dunque, non solo fu educatore e guida spirituale ma si pose a servizio di un laicato pronto, disponibile e maturo. Voleva il meglio per Casa Sollievo, per questo alla fervida e incessante preghiera auspicava che si potesse affiancare le migliori espressioni di una scienza votata al servizio dell’uomo e alla cura delle sofferenze. Il suo sguardo lungimirante, illuminato dalla luce del Vangelo e reso attento dalla carità concreta per l’uomo, gli fece intravedere le potenzialità di una ricerca scientifica posta al servizio dei sofferenti. Rendiamo grazie a Dio per le meraviglie compiute in questo umile figlio del meridione d’Italia, diventato esemplare figlio della Chiesa.

Affidiamo le nostre preghiere ed intenzioni al Signore, confidando nella celeste intercessione della Vergine delle Grazie e di san Pio da Pietrelcina.

Messa celebrata da Tarcisio Bertone, cardinale segretario di Stato della Città del Vaticano, per i dieci anni della santificazione di Padre Pio

Messa celebrata da Tarcisio Bertone, cardinale segretario di Stato della Città del Vaticano, per i dieci anni della santificazione di Padre Pio




[SM=g1740738] san Padre Pio, AIUTACI!!!!

RADUNO INTERNAZIONALE DEI GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO

(STUPENDO [SM=g1740721] ) DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

San Giovanni Rotondo
Sabato, 16 giugno 2012

 

Un cordiale saluto a tutti voi, cari fratelli e sorelle, convenuti per il Raduno Internazionale in questa lieta occasione del X anniversario della canonizzazione di san Pio da Pietrelcina. Ringrazio l’Arcivescovo Mons. Michele Castoro, Responsabile dei Gruppi di Preghiera, il Dott. Domenico Crupi e tutta la numerosa famiglia della Casa Sollievo della Sofferenza. Un caro saluto ai Padri Cappuccini che operano nella Casa come Cappellani, e infine a voi, cari ammalati, che siete icona e tabernacolo vivente di Cristo sofferente.

«Diamoci da fare. Rimbocchiamoci le maniche. Rispondiamo noi per primi a questo appello lanciato dal Romano Pontefice». Così, nel 1942, Padre Pio si rivolse al Dott. Sanguinetti dopo aver letto le parole del Papa sull’Osservatore Romano. Infatti il Servo di Dio Pio XII, all’inizio del II conflitto mondiale, rivolse un appello a tutti i cristiani perché diventassero promotori di un fecondo e vigoroso movimento di preghiera. L’invito poi divenne sempre più pressante quando gli orrori della guerra dilagarono. Diceva il Papa: «Abbiamo bisogno di forti e serrate falangi di uomini e di giovani che si tengano uniti a Cristo e inducano altri a seguire il loro esempio»; «Non temiamo ma preghiamo». Questi i suoi appelli. E per riparare a tutto il male perpetrato, alla fine della guerra continuò a chiedere di pregare non soltanto per la ricostruzione materiale e per la ripresa della vita civile e sociale, ma anche per riedificare la coscienza morale e spirituale dell’umanità, così segnata dal degrado e dalla violazione di ogni valore umano e religioso.
Padre Pio raccoglie con entusiasmo e determinazione l’appello del Papa e mette in atto il progetto dei Gruppi di Preghiera, dando forma e contenuto a quel movimento di spiritualità che a S. Giovanni Rotondo comincia a raccogliere adesioni dall’Italia e dal mondo. Così, nel 1951, Padre Pio specifica la finalità dei Gruppi scaturiti dal suo cuore: «Curare attraverso la preghiera collettiva la formazione e l’elevazione spirituale di tutti coloro che vi partecipano onde far sì che ognuno di essi sappia diventare un esempio di vita cristiana e di carità». I Gruppi di Preghiera nascono e si sviluppano insieme all’opera, ad essa intimamente legati.
La Casa Sollievo della Sofferenza è un frutto della Provvidenza, sollecitata dalla preghiera e dalla generosità di quanti hanno risposto all’invito del Santo Frate. Senza la preghiera non si sarebbe compiuto quel miracolo di fede e di carità. Padre Pio stesso, parlando ai Gruppi di Preghiera riuniti nel II convegno internazionale, in occasione del decimo anniversario dell’inaugurazione dell’ospedale, dirà: «I Gruppi di Preghiera, diffusi in tutto il mondo, affiancati alla Casa Sollievo della Sofferenza, sono le posizioni avanzate di questa Cittadella della carità, vivai di fede, focolai d’amore, nei quali Cristo stesso è presente ogni qualvolta si riuniscono per la preghiera e l’Agape Eucaristica, sotto la guida dei loro Pastori e Direttori Spirituali.

È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la «Casa», che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza. Pregate molto, figli miei, pregate sempre, senza mai stancarvi, perché è proprio alla preghiera che io affido quest’Opera, che Dio ha voluto e che continuerà a reggersi e prosperare mercé l’aiuto della Divina Provvidenza ed il contributo spirituale e caritativo di tutte le anime che pregano».

Con lettera del Cardinale Casaroli, Segretario di Stato, il 4 maggio del 1986 fu approvato ed entrò in vigore lo Statuto dei Gruppi di Preghiera. Quell’atto ufficiale della gerarchia li inserì a pieno diritto nella Chiesa: ad esso i Gruppi devono sempre attenersi per la loro vita e la loro funzionalità, onde evitare percorsi autonomi e devianti. Nel proemio dello Statuto sono indicati i pilastri che reggono la struttura dei gruppi:

- adesione piena e incondizionata alla dottrina della Chiesa Cattolica, guidata dal Papa e dai Vescovi;

- obbedienza al Papa e ai Vescovi, di cui è garante l’assistente spirituale;

- preghiera con la Chiesa, per la Chiesa e nella Chiesa;

- riparazione, mediante l’insegnamento di san Paolo;

- carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica della carità verso Dio.

In sintesi, la preghiera che produce frutti di carità operosa nella fedeltà alla Chiesa rappresenta il perno principale su cui si regge tutta l’attività dei Gruppi. Al tempo stesso costituisce quella roccia su cui sono state poste le fondamenta ideali della Casa Sollievo della Sofferenza che, prima di rappresentare un imponente e funzionale edificio materiale, è un solido edificio spirituale, segno visibile di una vita di fede fatta di ordinaria santità. Essa è chiamata ad essere un faro di luce che assicuri un orientamento morale e valoriale per quanti non riescono a discernere, in una «giungla di relativismo», qual è il vero bene per l’uomo di oggi. È chiamata ad illuminare il mistero dell’umana sofferenza con l’amore di Cristo, unico farmaco che può dare speranza al cuore dell’uomo.

La Casa Sollievo, in quanto luogo abitato da Gesù stesso presente nelle persone sofferenti, costituisce per Padre Pio un vero tempio, di preghiera e di scienza, e tutti coloro che in essa sono chiamati ad operare a vario titolo devono essere dei ministri, «vincolati al loro esercizio di carità verso i corpi infermi». Possano sempre gli ammalati, accolti e assistiti in questa Casa, essere consolati dal calore amorevole dei fratelli che si prendono cura di loro ed essere guidati all’incontro con Cristo. Nella serena accettazione della malattia e del dolore, possano scoprirne il senso profondo fino ad offrirsi per le necessità dei fratelli e «completare nella loro carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa» (cfr Col 1,24).

Quando Padre Pio presentò ufficialmente questa Casa, tutto il mondo rimase stupito e meravigliato. Noi siamo certi che la Casa Sollievo della Sofferenza possa continuare, anche oggi, a suscitare stupore e meraviglia, ad entusiasmare, a convertire, a dare speranza.

È in atto, in questi anni, nei Gruppi di Preghiera e in tutta l’opera di san Pio una spinta di rinnovamento, per rivitalizzarne la missione adattandola ai tempi che cambiano e ai bisogni spirituali della nostra epoca. Perciò è stato ritenuto opportuno preparare un Regolamento, che oggi sono lieto di consegnarvi. Senza naturalmente modificare le linee fondamentali tracciate dallo Statuto, il Regolamento sancisce la necessità di soddisfare nuove esigenze, per essere pronti a rispondere agli appelli del Santo Padre e dei Vescovi di fronte alle sfide pressanti della nuova evangelizzazione. Conformandosi alle linee-guida dell’Esortazione apostolica Christifideles laici, il Regolamento individua tre ambiti in cui l’identità dei Gruppi di Preghiera si esprime, nel seguire la spiritualità del Santo Fondatore:

- la preghiera: personale e comunitaria, con l’assidua partecipazione alla Liturgia e ai Sacramenti, l’ascolto della Parola di Dio e l’attenzione all’insegnamento del Magistero;

- la famiglia: perché diventi Chiesa domestica, accolga generosamente la vita, aiuti le giovani coppie, offra testimonianza cristiana, sia vicina al prossimo sofferente;

- la società: impegno nella carità operosa, attenzione al mondo della cultura, disponibilità ad essere sentinelle vigili per le comunicazioni sociali, testimonianza a favore della cultura della vita.

Cari amici, con l’aiuto della Vergine delle Grazie e l’intercessione di san Pio da Pietrelcina, seguite questa strada, e così i Gruppi di Preghiera continueranno ad essere «fari di luce, vivai di fede e focolai d’amore» nella complessa realtà dei nostri tempi.

[SM=g1740722]



[Modificato da Caterina63 18/08/2012 23:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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