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IL CANONE

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2010 19:39
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14/04/2010 19:34
 
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Da: Soprannome MSNLeonardo5479 Inviato: 09/10/2004 10.12
Forse non hanno grandi idee in merito, no?
 
La Pace
 
Leo

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Da: Soprannome MSNLeonardo5479 Inviato: 09/10/2004 10.13
Solo adesso mi accorgo che la mia risposta è la copia di quella di Camerone. Va bene lo stesso ma scusatemi.
 
La pace
 
Leo

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Numero di iscritti  che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 27 di 60 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 09/10/2004 11.05
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 09/10/2004 11.11
Riporto il testo con un altra completezza.....
 
 
In un forum evangelico leggo:
 
Gesù ha citato Salomone che è l'autore del Cantico dei Cantici.
........
 
Gli studiosi non concordano.....il Cantico è ATTRIBUITO a Salomone....è diverso...nè Gesù ha detto che Salomene ne fosse l'autore..Gesù ha citato un PERSONAGGIO dell'A.T. per attestare la credibilità dei suoi insegnamenti, ma non ha citato il Cantico dei Cantici.....
Questo Libro fra l'altro E' UNA RACCOLTA DI TRADIZIONI DEL PENSIERO EBRAICO tradotto in CANTO....che viene presa poi dal cristianesimo sulla scia di altre pagine profetiche in rapporto fra DIO E ISRAELE...FRA DIO E LA CHIESA alla quale si attribuiscono questi "canto sublime" (traduzione del titolo del Libro)......
COSI' COME IL LIBRO DELLA SAPIENZA ha come titolo: LA SAPIENZA DI SALOMONE.......ora secondo il criterio di questo evangelico dal momento che Gesù ha nominato Salomone..e dal momento che la Sapienza è citata anche nelle Lettere apostoliche e dal momento che nella Sapienza si fa anche accenno alla passione di Gesù...dobbiamo dedurre che anche la Sapienza entra di legittimo nel Canone....ma gli Evangelici l'hanno tolto.....perchè? l'hanno letto il Libro della Sapienza? con quale criterio l'hanno eliminata? E con quale autorità?
 
resta appunto insrisolta la domanda e più domande del post 22.....ma comprendo...per rispondere dovrebbero ammettere che il Siracide era parte dei Rotoli Sacri....
 
Fraternamente Caterina

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Da: francesco2 Inviato: 09/10/2004 19.26
Pace a tutti del Risorto.
 
Vi confesso che molte volte non vorrei intervenire, perchè come ex evangelico (non mi piace il termine, ma è così) non vorrei dare adito a forti incomprensioni, ma delle volte si rende necessario come in questo caso, il Canone.
 
Purtroppo ciò che ho letto dell'altro forum sul protestante diventato ortodosso e che spiega la chiusura mentale, è vero!
Vede fratelli e sorelle, quando una perosna cerca Dio subentrano due aspetti:
a) lo cerca a seguito di una grave delusione in una chiesa, normalmente quella cattolica. Ma poi c'è anche l'inverso solo che non è propagandato. Perciò quando lo trova il più delle volte è legato al fattore comunità, se ho fiducia in quella comunità sicuramente ed infallibilmente io troverò Dio;
b) lo cerco perchè sto precipitando in una fossa, me ne sono accorto e allora devo scegliere da che parte voltarmi, qui è Dio che si farà trovare!
 
Veniamo al Canone.
Vorrei proporre a quanti ci leggono, cattolici e non cattolici ma tutti cristiani, un approccio diverso, partire dai Libri detti Sapienzali che erano e sono una vera catechesi, didattici diremmo oggi. Visto che è stato citato il Siracide (o Ecclesiaste) quando ne approfondii il Prologo, mi venne detto che esso era stato "inventato" dalla CCR, ma ho scoperto che la Biblioteca di Gerusalemme conserva citazioni storiche a questo Libro.
Altro esempio, se accettiamo i Salmi, non possiamo cancellare il Cantico dei Cantici che sono entrambi collegati al Libro della Sapienza e del Siracide.
Il dubbio che scatuisce della loro autenticità è che ad una lettura didattica essi sono comunque tutti Libri autonomi, che cosa vuol dire? Che nonostante si colleghino fra di loro, possono esere usati autonomamente perchè entrambi completi nella catechesi della sapienza misteriosa di Dio, con espressioni spesso irraggiungibili e di uno svelarsi di Dio lento e graduale che penetra nei segreti dell'esistenza umana nei suoi drammi più laceranti, alternati ad attimi di estasi incomprensibile (Cantico dei Cantici).
 
Negli studi che  intrapresi dopo essermi liberato del peso di essere prevenuto nei confronti della CCR, ho compreso in tre anni di corsi biblici che questi Libri, compresi il Siracide, la Sapienza, formano il settenario perfetto dei sapienzali. Togliere ad esempio il Libro della Sapienza è un gravissimo peccato di coscienza. Insegnare ai figli a non leggere questo Libro, implica una grave responsabilità di fronte a Dio. Qui è Dio che si dona all'uomo, un monito che vale per tutti lo troviamo qui, dal Libro della Sapienza cap. 1:
 
6 La sapienza è uno spirito amico degli uomini;
ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti
e osservatore verace del suo cuore
e ascolta le parole della sua bocca.
7 Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo
e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce.
8 Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste,
la giustizia vendicatrice non lo risparmierà.
9 Si indagherà infatti sui propositi dell'empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità;
10 poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni
non gli resta segreto.
11 Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima.
 
Alla Parola di Dio non possiamo accostarci prevenuti, e quando il velo dell'orgoglio cade, allora si comprenderà che i Protestanti storici, come gli Evangelici oggi, nessuno di loro ha mai portato prove convincenti per eliminare dalle Scritture Libri come questo.
Il gioco che essi fanno su questa ragione che vogliono mantenere per poter risultare veritieri contro la CCR è descritto dalle lettere dei santi apostoli in Tit. 3,1-11:
 
8 Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini. 9 Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. 10 Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso
 
 
Purtroppo i nostri fratelli cristiani evangelici fanno continue genealogie nei confronti delle Scritture non per conoscerle, ma per dimostrare di avere ragione, la maggioranza di loro non ha mai letto il Libro della Sapienza, ciò che leggono è tratto spesso da studi biblici e perciò è materiale selezionato con molta astuzia facendo emergere alcuni aspetti per poterne rinnegare altri. Quando lessi la Sapiena la prima volta, io ho pianto.
 
Sia lodato Gesù Cristo 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 60 nella discussione 
Da: Soprannome MSNLeonardo5479 Inviato: 13/10/2004 12.06
In un sito evangeluico nel qaule ho deciso di non intrevenire più, mi hanno segnalato questo testo, Cosa ne pensate?
 

Il canone delle Sacre Scritture
La Chiesa di Roma afferma: "Senza l'interpretazione di un'autorità divina e infallibile, distinta dalla Bibbia non potremmo mai sapere con certezza divina, quali siano i testi che costituiscono le Scritture ispirate .." The Question Box, di Bertrand L. Conway, C.S.P., The Paulist Press, N.Y.

1. Le Scritture ebraiche erano già in uso molto tempo prima della nascita di Gesù e furono accettate senza problemi fin dal principio dalle Comunità cristiane.
Le edizioni evangeliche della Bibbia contengono tutti i libri del Canone ebraico.

Tra il 285 e il 247 a. Cr. tale Scritture furono tradotte in greco ad Alessandria, a uso delle Comunità greche e a esse venne aggiunto un certo numero di libri apocrifi, scritti dopo che il Canone delle Scritture ebraiche era già completato.
Il Concilio di Laodicea e di Cartagine nel 363 e 397 d. Cr. incluse questi libri nell'elenco dei libri dell'Antico Testamento.
Il Concilio di Trento ne affermò la canonicità il 8-4-1546.

Noi non accettiamo i libri deuterocanonici per le seguenti ragioni:
1. Perché gli Ebrei, "a cui furono affidati gli oracoli di Dio" (Ro 3:2), non li riconoscevano, né li riconoscono tuttora come ispirati.
Giuseppe Flavio considerava chiuso il canone del Vecchio Testamento ai giorni di Artaserse ossia al tempo di Esdra.
Ecco le sue parole:

"Abbiamo soltanto 22 libri illustranti la storia dell'intero periodo, libri ritenuti di origine divina.
Cinque di questi appartengono a Mosè e contengono le sue leggi e le tradizioni delle origini del genere umano fino al tempo della morte di Mosè. Dopo di essa, fino al regno di Artaserse, i profeti che successero a Mosè scrissero la storia degli avventi che si verificarono nel loro tempo in 13 libri.
I rimanenti 4 libri comprendono inni a Dio e precetti per la condotta nella vita dell'uomo.
Dai tempi di Artaserse fino ai nostri giorni, ogni avvenimento è stato riportato,
ma questi recenti documenti non sono stati reputati degni di credito uguale a quelli che li hanno preceduti, in quanto manca l'esatta successione dei profeti.
La prova pratica dello spirito con il quale trattiamo le nostre Scritture sta nel fatto che benché sia ora trascorso un così grande lasso di tempo, non un'anima si è avventurata ad aggiungere o togliere o alterare una sillaba, ed è nella natura di ogni Ebreo, dal giorno della sua nascita, di considerare queste Scritture come insegnamento di Dio e di osservarle e, se ne sorgesse la necessità, dare con gioia la sua vita per esse".

pag 335 Commentario abbreviato di Hallet

2. Gesù e i suoi discepoli citano per circa 300 volte l'Antico Testamento dalla versione greca, ma citano mai un passo dai libri apocrifi.

3. Quando S. Girolamo tradusse la Bibbia in latino, negli anni 382-404 d. Cr., non tradusse i libri apocrifi. Egli rifiutò di riconoscerli come parte del Canone delle Scritture. Egli scrisse nel prologo a Graziano:

"La chiesa legge il libro di Tobia, di Giuditta, dei Maccabei, di Baruc, di Susanna, della Sapienza, dell'Ecclesiastico, l'inno dei tre giovani e le favole di Belo e del dragone, ma essa non le riceve punto nel novero delle Scritture autentiche; le legge soltanto a fine di ricavarne una lezione per la vita e un esempio per i costumi, ma non già per stabilirvi una dottrina". Ma il Vangelo non dice così 14. Ediz. pag. 33; 16. Ediz. pag 24

4. L'autore dei Maccabei chiude il secondo libro dicendo che avrebbe voluto scrivere bene; se la sua esposizione è rimasta imperfetta e soltanto mediocre, vuol dire che non era in grado di fare meglio. Così non avrebbe mai scritto un uomo consapevole d'aver scritto ispirato dallo Spirito Santo (2Ma 15:38).
La morte di Giuda Maccabeo è descritta in 1Ma 9:18.
Egli morì sul campo di battaglia nel primo mese dell'anno 152. Ma 36 anni dopo essere morto scrive una lettera agli Ebrei in Egitto (2Ma 1:10).
La morte del re Antioco Epifane è raccontata in tre modi diversi.
La prima volta muore di tristezza (1Ma 6:13-16).
La seconda volta muore in Persia nel tempio di Nanea fatto a pezzi dai sacerdoti (2Ma 1:11-16).
La terza volta muore ritornando dalle regioni della Persia colpito da una piaga incurabile da Dio (Ma 2:9:5-29).
E questo libro viene citato dalla Chiesa romana come prova dell'esistenza del purgatorio.

5. Il cardinale Gaetano dice alla fine del suo commentario sul libro di Ester:
"Abbiamo compiuto i commentari sui libri storici del Vecchio Testamento, perché gli altri libri che restano, cioè Giuditta, Tobia e i due libri dei Maccabei sono posti fuori dal Canone, e collocati fra gli apocrifi da San Girolamo. Né devi turbarti, tu che sei poco esperto nella sacra scienza, se qualche volta troverai questi libri posti fra i canonici, o da qualche Concilio, o da qualche santo dottore, perché, tanto le parole di quei concili, come di quei dottori debbono essere intese nel senso di Girolamo, secondo il sentimento da lui espresso, scrivendo ai vescovi Cromazio ed Eliodoro; il quale è, che quei libri (o se ve ne sono altri che si volessero porre come canonici) non sono canonici, vale a dire, non sono una regola per appoggiare su di essi i dogmi. Possono nondimeno chiamarsi canonici nel senso che servono di regola per la edificazione dei fedeli. è in questo senso soltanto che alcuni antichi concili o padri li hanno ricevuti nella Bibbia. Con tale distinzione potrai bene comprendere quello che dice san Agostino nel libro secondo della dottrina cristiana, e quello che è stato scritto nel concilio di Firenze sotto Eugenio IV, e quello che è stato scritto nei concili provinciali di Cartagine e di Laodicea e dai papi Innocenzo e Gelasio."
Il Purgatorio, perché non è ammesso dagli Evangelici, di De Sanctis, sec. Ediz. 1864, pag. 12/13

2. Il canone del Nuovo Testamento era già riconosciuto dalle chiese prima del Concilio di Nicea nel 325.
Il Concilio di Cartagine nel 397 non fece altro che ratificare il giudizio delle chiese e decise di limitarsi nelle letture pubbliche soltanto alle Scritture divine.
Non v'erano mai delle dispute sulla canonicità .
Origine d'Alessandria (185-254) dubitava solo circa l'autorità dell'epistola di Giacomo e della 2. e 3. epistola di S. Giovanni.
Eusebio di Cesarea (264-340) preparò per l'imperatore Costantino 50 Bibbie che contenevano tutti i libri dai quali essa è composta oggi, sebbene alcuni dubitavano ancora dell'ispirazione dell'epistola di Giacomo, della 2. epistola di Pietro e della 2. e 3. epistola di Giovanni.

Conclusione
Il canone del Vecchio e Nuovo Testamento fu accettato dalla Chiesa Cristiana molto tempo prima della formazione della Chiesa Cattolica Romana.
Leone I (440-461) era il primo dei vescovi di Roma che reclamò per sé la supremazia sopra tutte le chiese.

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