A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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La Chiesa è in crisi ?

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2010 22:03
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale) Inviato: 05/06/2004 11.48
Provocatorio vero??
Ebbene si....la Chiesa è in crisi DA 2000 ANNI........, scandalizzati? e perchè? Non è forse vero?
 
Basta leggere qui:
 
la sofferenza di Paolo a causa delle contese e delle divisioni è lampante.....
Ma Gesù ha detto che queste cose sono NECESSARIE e se lo dice Lui allora guardiamo questa CRISI da un altro aspetto.....
 
Alfonso, ottuso ed ignorante propone testi niente popò di meno che da Il Manifesto...giornale COMUNISTA ANTICLERICALE..ANTI-DIO, però siccome parla contro la Chiesa, l'articolo allora si può mettere......, strano che Alfonso NON abbia inserito l'articolo del "Il Manifesto" CONTRO LE CHIESE EVANGELICHE......
 
Ma veniamo a noi......
La Chiesa è sempre stata in crisi....tutte le eresie, essendo proprio eresie NON sono venute da fuori, ma nate DENTRO LA CHIESA.......preti, vescovi, monaci...che ad un certo punto pensavano di sapere meglio tutto......tanto da farlo passare come dottrina e che la Chiesa in ogni secolo ha prontamente FRENATO......
 
Chiediamoci piuttosto quale Chiesa avrebbe mai retto a pressioni così violente sia dall'interno che dall'esterno?
 
Gesù dice chiaramente che Satana si sarebbe divertito a dare fastidio.......ma che LUI, Gesù ha pregato e prega per la sua SPOSA......lo Spirito Santo  E NOI, dicono gli apostoli in Atti.....abbiamo deciso.....e così via di secolo in secolo perchè Dio non mente....
 La Chiesa è dunque in crisi ? SI, come sempre, come in ogni generazione.....e tuttavia è viva, lavora, si prodiga da 2000 anni......ma figuriamoci se Alfonso inserisce queste notizie: Notizie della Chiesa , ignorante sulla materia si, ma mica è scemo....se ne guarda bene.....
 
ma leggiamo cosa scrivevano i Padri della Chiesa:
 
La Chiesa è protetta da Dio

Fai la guerra alla Chiesa, ma non puoi danneggiare chi combatti. Anzi, anche la mia persona tu rendi più luminosa e le tue forze vengono meno nella guerra a me mossa: Ti è duro dar di calci nei pungoli acuti (At 9,5): non ne ottundi la punta, ma ti insanguini i piedi. Anche i flutti non riescono ad infrangere la roccia, ma si dissolvono spumeggiando. Nulla è più forte della Chiesa, o uomo! Cessa la guerra, perché il tuo potere non sia distrutto: non combattere contro il cielo! Se combatti un uomo, o vinci o sei vinto. Ma se combatti la Chiesa, è impossibile che tu possa vincere, perché Dio è più potente di tutti. Eccitiamo Dio a sdegno? Siamo forse più forti di lui? (1Cor 10,22). Dio l`ha resa salda: chi la scuoterà? Non conosci la sua potenza? Guarda sulla terra, e la fa tremare (Sal 103,32); dà un ordine, e lo scuotimento si placa. Se ha reso salda la città scossa, molto più potrà rendere salda la Chiesa: la Chiesa è più forte del cielo: II cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mt 24,35). Quali parole? Tu sei Pietro e su questa mia pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell`ade non prevarranno su di essa (Mt 16,18).

      Se non credi a queste parole, credi ai fatti. Quanti tiranni hanno preteso di sovrastare la Chiesa? E olio bollente, e roghi, e zanne di fiere, e spade affilate: ma non l`hanno sopraffatta! Dove sono ora quelli che l`hanno combattuta? Sono abbandonati al silenzio e all`oblio. E dov`è la Chiesa? Splende più del sole. La forza di quelli si è spenta, la forza della Chiesa è immortale. Se quando i cristiani erano pochi, essi non riuscirono a sopraffarla, ora che il mondo intero è pieno di fede e religiosità, tu potrai vincerla? «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»: ed è ovvio: la Chiesa è cara a Dio più del cielo. Egli non assunse un corpo celeste, ma assunse un corpo ecclesiale; il cielo è per la Chiesa, non la Chiesa per il cielo.

Giovanni Crisostomo,

discorso tenuto prima di andare in esilio, 1-2.

 
Nostro Signore fonda la sua Chiesa sulla debolezza — ma anche sulla fedeltà — di alcuni uomini, gli Apostoli, ai quali promette l'assistenza costante dello Spirito Santo. Leggiamo ancora una volta questo testo ben noto, ma sempre nuovo e attuale: «È stato dato a me ogni potere nel cielo e sulla terra. Andate, dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» [Mt 28, 18-20].
 
Lungo i duemila anni della sua storia, la Chiesa conserva ininterrotta la successione apostolica. «I vescovi», dichiara il Concilio di Trento, «sono succeduti agli apostoli e sono posti, come dice lo stesso Apostolo [Paolo], dallo Spirito Santo per reggere la Chiesa di Dio (At 20, 28)» [CONCILIO DI TRENTO, Dottrina sul Sacramento dell'Ordine, DS 1768 (960)]. E fra gli Apostoli, lo stesso Cristo fa oggetto Simone di una scelta speciale: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» [Mt 16, 18]. E aggiunge: «Io ho pregato per te, che la tua fede non abbia a venir meno: e tu, quando ti sarai convertito, conferma i tuoi fratelli» [Lc 22, 32].

E' questo che Alfonso forse NON digerisce..l'aver appreso che anche nella Chiesa esistono purtroppo persone fallibili, ma non riesce ad accettare che Cristo possa dare alla Chiesa il suo appoggio...Alfonso si RIFIUTA di comprendere come questo può accadere...eppure è strano, perchè dovrebbe aver imparato qualcosa sulla fedeltà del suo matrimonio......che, come dice Paolo è in rapporto misterioso FRA CRISTO E LA SUA SPOSA, LA CHIESA......
 
Con questi pensieri desidero concludere con le parole del vescovo domenicano in Algeria Pierre Claverie, ASSASSINATO:
 
Che cosa c'è oggi di più necessario e urgente se non il creare luoghi umani dove si impara a guardarsi, ad accogliersi a collaborare, a mettere in comune le eredità culturali che fanno la grandezza di ciascuno?
 
Grazie Chiesa mia, e grazie a tutti i sacerdoti, sempre più spesso calpestati, ma per i quali nessuno racconta di loro il sacrificio delle mille rinuncie che fanno per poter essere per noi e con noi un continuo cammino verso Dio.
Cari sacerdoti, perdonateci, e continuate al nostro fianco la dura battaglia contro le tenebre di ogni egoismo.
 
La Chiesa è sempre in crisi......perchè ha bisogno di SANTI E DI MARTIRI E NON DI CHI LA ODIA....o di chi la vorrebbe divorziata....
 
Fraternamente Caterina


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Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 05/06/2004 12.18
E chi non subisce delle crisi?
Non esiste istituzione umana che non lo sia.
Solo l'ignoranza o l'ipocrisia possono far dire che tutto va bene e che non ci sia nulla da mettere in discussione e ancor meno se stessi.
L'evoluzione umana porta necessariamente a continui nuovi assestamenti del proprio pensiero, se così non fosse saremmo semplicemente cristallizzati.
Non può esistere progresso sulla strada della conoscenza se non attraverso una costante confluttualità tra ciò che eravamo e ciò che in ogni istante di nuovo impariamo e diventiamo, e poichè questa crescita non avviene per tutti con gli stessi tempi, ecco che nascono le crisi all'interno delle stesse istituzioni.
Non ho fatto un gran discorso, ma la sintesi è questa.
 
Un fraterno saluto
iyvan   

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 12.27
Ma chiediamoci come mai uno come Alfonso non apre un forum intitolandolo: LA CHIESA EVANGELICA IN CRISI?
 
Meglio di no.....fraveri, un iscritto evangelico, ha tentato una volta di far emergere un problema reale, ma è stato censurato ed invitato a scrivere in privato......
 
Ma sta Chiesa Evangelica è in crisi si o no??
 
CERTAMENTE SI.......perchè essa proviene dalla Chiesa, l'unica vera Chiesa, quella che nel Credo diciamo: Una Santa Cattolica ed Apostolica.....
Alfonso è così stolto da non fermarsi a pensare che se è in crisi QUESTA UNICA CHIESA, DI RIMANDO SARà IN CRISI ANCHE LE ADI, LE FCGI, LE IPL, LE ITTPP LE CCE...E CHI PIù NE HA PIU' NE METTA......
 
ABBIAMO UNA SOLA CHIESA......e gli evangelici, come i protestanti provengono dal suo seno.....a meno che questi Pentecostali non vogliano e non mirano ad un altro aspetto: SOSTITUIRSI ALLA CHIESA BIMILLENARIA....
 
Ma la Chiesa Evangelica è in crisi...a denunciarlo è Wilkerson che fa emergere che a questo punto il dramma non è neppure nel celibato.....tanto calunniato, ma in ben altro...
 
 
da questo forum riporto solo alcune frasi che voi stessi potrete controllare:
 
dal messaggio 7:
 
Così stanno sempre all'erta per scovare un movimento spirituale che possa dargli aiuto. Ma così finiscono solo per averne una copia senza avere una reale unzione.Le chiese si stanno spaccando per questi tentativi di imitazione. Le povere congregazioni sono confuse e si stanno spegnendo spiritualmente, perché non sono nutrite con la pura Parola di Dio. Vi dico, ciò che è genuinamente spirituale, ciò che è veramente da Dio, non può essere copiato.....
dice ancora Wilkerson:
 
Lasciate che vi chiarisca. Considerate l'endemico rateo di divorzi tra Cristiani. Una indagine mostra che esso è più alto tra gli evangelici che nel mondo secolare (negli U.S.A. - N.d.T). Io credo che ciò sia dovuto al malcontento umano. Nello stesso modo in cui cresce la frustrazione in un matrimonio, gli sposi ergono dei muri tra loro. E se nessuno dei coniugi vuole cercare Dio per avere grazia e soddisfazione attraverso la prova, il matrimonio non ha alcuna possibilità di rimettersi a posto...
...
Le Chiese Evangeliche sono in piena crisi e sono DIVISI SU QUESTE DOTTRINE:
 
1) il divorzio: chi dice si e chi insegna si.....non esiste una unica dottrina eppure hanno tutti la stessa Bibbia;
 
2) l'omosessualità: chi dice no, e chi insegna SI....non esiste una unica dottrina eppure hanno tutti la stessa Bibbia;
 
3) l'aborto: chi dice no e chi insegna si.....non esiste una unica dottrina, eppure hanno tutti la stessa Bibbia;
 
4) il mandato: chi dice no e chi insegna si..non esiste una unica dottrina eppure hanno la stessa Bibbia, ma se uno ha una visione, si alza e fonda una chiesa va benissimo l'importante è che NESSUNO CONTROLLI......
 
5) i Sacramenti: chi dice si e chi dice NO...come sul Battesimo.....non esiste una unica dottrina, ma tutti hanno la stessa Bibbia;
 
6) la Trinità: chi dice si, chi insegna NO....non esiste una unica dottrina, ma tutti hanno la stessa Bibbia;
 
7) UNITà.....si.....tutti sono concordi nel ritenersi custodi DI UNA SOLA VERITA' (a questo punto quale sarebbe?), l'importante è che TUTTI GLI EVANGELICI E LE CHIESE SIANO CONTRO LA CHIESA CATTOLICA.....
 
ce ne sono altre, ma queste sembrano sufficiente a far emergere il quadro della crisi.....
 
Messaggio 12 di Wilkerson:
 

Un'altra sorella scrisse: "Abbiamo appena lasciato una chiesa dove si faceva ogni sforzo per ingannare il gregge, derubandolo della fiducia ma anche dei beni materiali. Da quando siamo andati via, sentiamo di essere sfuggiti ad un legame. Ma ciò che rompe il mio cuore è tutto il popolo confuso che è rimasto in quell'inganno tremendo. Sono forzati a rimanere in una simile sottomissione autoritaria al pastore. Chi pone una qualsiasi domanda viene messo in ridicolo, e se te ne vai vieni etichettato come 'ribelle'. Sei come un extracomunitario di quel corpo. Il pastore ha avvertito la gente di star lontana da noi altrimenti li avrebbe cacciati via. Lo abbiamo perdonato, ma cosa accadrà quando i nuovi convertiti si accorgeranno di essere stati presi in giro?".

Dove sono i pastori divini? Non mi sembra di averli ancora incontrati. Sto aspettando con desiderio…"

"Nel suo bollettino, Lei ha detto che queste pecore troveranno biasimo. Vero - ma queste pecore si sono già pentite, spesso hanno maledetto il fatto di trovarsi in condizioni delle quali non erano responsabili, in situazioni nelle quali sono diventate vittime, quando già avevano perdonato coloro che le avevano maltrattate, le avevano cacciate e la avevano lasciate morte. Come faranno a riconoscere la voce del loro Pastore in persone che non fanno altro che rimproverarle?"

"Abbiamo bisogno di verità - ma ci è stato detto che sapevamo già tutta la verità. Ma non ha funzionato! Non ci ha guarito. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è di una verità detta con amore. Queste pecore non possono essere picchiate ancora una volta. Le vere pecore sono 'uscite, per non condividere i loro peccati e i loro giudizi'. ......
........
 
Messaggio 13 di Wilkerson:
 
Potrei sottotitolare questo messaggio "Il Pericolo di Essere Sedotti Dalle False Dottrine".
 

Cristo ha detto che sarebbero stati i Suoi servi ad essere sedotti. Ministri. Siamo arrivati a questa condizione di cui Cristo avvertiva. Ci sono moltitudini di pastori, di insegnanti e di evangelisti, che sono completamente sotto il giogo della dottrina di Jezebel. Questi insegnanti sedotti stanno a loro volta producendo dei "figli di seduzione". Insegnano la fornicazione e l'assunzione di cibo sacrificato agli idoli - questa è una fornicazione spirituale. Questo significa consumare il cibo diabolico delle dottrine che scusano il peccato.

Voglio dire, senza mezzi termini, che è pericoloso accomodarsi in un falso insegnamento. Un falso insegnamento può dannarvi più in fretta di tutte le passioni e i peccati della carne. I falsi predicatori e i falsi insegnanti stanno mandando più persone all'inferno di tutti gli spacciatori, di tutte le prostitute e di tutti i drogati messi insieme. Non sto dicendo uno sproposito - lo credo fermamente. Migliaia di cristiani ciechi e sedotti cantando e lodano il Signore in chiese incatenate da false dottrine. Migliaia siedono ai piedi di insegnanti che stanno riversando su loro dottrine di demoni - e vanno via dicendo: "Non è magnifico tutto questo?".....

....

e dal messaggio 14:

Ascolto anche le lagne pietose di ministri e laici in tutta la nazione che hanno bisogno del nostro ministero per consigli. Sentirli parlare, diresti che Dio è un tiranno - che la preghiera non funziona e la fede è inutile!

Hanno perso la fiducia in Dio! Vivono nel dubbio e nella paura, pensando che Dio li abbia lasciati a sbrigarsela da soli. Questa, amici miei, è corruzione!

Dio vede e dice: "tu Mi fai apparire davanti al mondo intero come un crudele padrone che da’ degli ordini, come se Io ti avessi abbandonato. Che testimonianza è questa?" La mia opinione è che sarebbe meglio che tu fumassi, bevessi, fornicassi, bestemmiare piuttosto che far apparire Dio in questo modo davanti al mondo!

.......

Caro Alfonso non ho avuto bisogno di ricorrere ad un testo anticlericale per dimostrarti come LA TUA CHIESA E' IN PIENA CRISI,  perchè Wilkerson E' UN PASTORE DELLE ADI.....

Fraternamente Caterina


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 15.09
Vedi caro Yivan....fino a quando NON IMPAREREMO che proveniamo DA UNA SOLA FONTE.....si continuerà a fare della Chiesa UNA DISSOCIAZIONE antievangelica.....
 
Paolo lo diceva chiaramente in 1Cor.1,10-17.....la Chiesa Cattolica che erroneamente gli evangelici dissociano dal termine CHIESA evangelico...già dall'anno 400d.C. aveva STABILITO DOTTRINALMENTE l'unità mediante il Battesimo...e questo proprio a causa delle tante piccole o grandi eresie che continuavano a mettere in crisi la Chiesa..., oggi guardiamoci attorno...fin anche il Battesimo E' USATO PER DIVIDERE I CRISTIANI......la Chiesa Cattolica UNI'...GLI EVANGELICI OGGI E I PROTESTANTI IERI DIVISERO.....eppure tutti proveniamo DALLA MEDESIMA CHIESA....
Essi non comprendono che NON può esistere la Chiesa Cattolica SENZA DI LORO.....ma che anche loro NON potrebbero sopravvivere senza la Chiesa Cattolica.....
Impareranno....preghiamo per questo......
 
 
In quest'altro testo:
(cliccate sul titolo per il testo intero)
 
Wilkerson denuncia altri aspetti interessanti....i quali fanno emergere la crisi che stanno attraversando TUTTE LE CHIESE DI MATRICE EVANGELICA, e forse, più gravemente, fa comprendere come vi sia in realtà UNA DISCORDANZA fra chiese evangeliche...Inserirò solo alcune parti, ma voi avete il testo intero...
Buona meditazione, fraternamente Caterina
........
 

Qui Gesù sta dicendo che a meno che non ci ravvediamo, Egli ci toglierà tutta l'autorità spirituale che ci è stata data.(mia riflessione....e quando gliela avrebbe data? O gliel'ha data la CHIESA CATTOLICA, O SE L'è PRESA DA SOLO.....Paolo con Tito e Timoteo è stato chiarissimo. Ma attenzione alla frase, Wilkerson parla di autorità SPIRITUALE....e qui non ci sarebbe nulla da rivendicare lo Spirito soffia dove e come vuole....... tuttavia attenzione, lo Spirito che ENTRAMBI predichiamo è Spirito DI UNITA' E NON DI CONTESA "Chi non è contro di noi è con noi" dice Gesù.....perciò se la Chiesa Cattolica è in crisi, lo E' TUTTA LA CHIESA, anche quelle chiese che sono fuori della Chiesa, ma che predicano il medesimo Cristo autentico perchè lo Spirito E' UNO SOLO....)

 Questo include la nostra influenza sulla nostra città, sulla nostra comunità, sul nostro vicinato, quelli nella nostra sfera personale. Ogni minima influenza che abbiamo ci sarà tolta, Egli dice, "se non ti ravvedi!"

Proprio ora, le chiese del mondo stanno chiudendo i battenti. Le loro luci sono letteralmente spente — perché quello è il giudizio in cui incorrono per aver rifiutato di ravvedersi! Dio disse che avrebbero perso il discernimento, le benedizioni spirituali, le loro finanze, la Sua stessa presenza. Ora sono morti, senza vita, vivono solo con il ricordo delle Sue passate benedizioni.

Trent'anni fa ho predicato in molte chiese di questo tipo. A quel tempo erano ripiene di credenti zelanti. Oggi, nelle panche della chiesa siedono appena una dozzina di persone. Presto diminuiranno fino a quando le porte saranno chiuse definitivamente. Dio ha scritto "Icabod" sulle loro porte — intendendo dire: "Lo Spirito del Signore se ne è andato!"

Ma, cari, Dio dà questo stesso messaggio personalmente a ogni Cristiano. Egli dice: "Se rifiuti di ravvederti — se rimani nella tua apatia — rimuoverò il tuo candelabro. Non avrai più alcuna influenza sulla tua famiglia, sui tuoi colleghi — su nessuno!"

(Parola di Wilkerson......)

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 18.03
Mammamia Alfonso.....a te bisogna stare dietro come una chioccia..........., ma che c'azzecca la Chiesa di rito siriana...ma che non lo sapevi che la Chiesa di MALABERESE è di rito ORIENTALE? Sai che vuol dire? che ciò che hai inserito è parte di quella divisione che abbiamo NELLE CHIESE ORTODOSSE..........
Come ti dicevo è SEMPRE CHIESA CATTOLICA, MA ORTODOSSA O DI RITO ORIENTALE....che si differenziano dal Rito Latino...Come quando gli Ortodossi presenziarono la Messa con il Papa, al momento della Consacrazione il Patriarca e il Papa si salutarono......questo è il DOLORE DELLE DIVISIONI E NON CERTO UNO SCOOP COME FAI TU......gongolandoti.....
 
Ma lo vedi che vuoi insegnare rimanendo IGNORANTE???
Correggerai ora il testo? Macchè.....continui  A CENSURARE LA VERITA'.......E SEI disonesto....PERCHè NON STAI METTENDO UNA SOLA CORREZIONE.....
 
LA CONOSCI L'ERESIA NESTORIANA?? Rileggitela Alfonso perchè sotto quella veste si cela la divisione che hai sottoscritto ........
 

Cronologia della Chiesa Siro-Malabarese

1656 Dopo  il Giuramento di Coonan  Roma comincia a  interessarsi più attivamente dei  Cristiani del Kerala e vi invia il Carmelitano  Giuseppe Sebastiani per tentare la riconcializione.

1659 alla giurisdizione portoghese (i portoghesi nominano un  amministratore o un arcivescovo per il Malabar con sede  a Kodungallur) il Papa affianca una giurisdizione sotto le dipendenze della Propaganda(Vicariato Apostolico del Malabar ). Primo Vicario ( e Amministratore dell'arcidiocesi di Cranganore) è Giuseppe Sebastiani.

1663 Gli Olandesi conquistano la regione e i missionari europei sono allontanati. Il Vicariato sopravvive con a capo il prelato indiano Parambil Chandy,consacrato da Sebastiani.

1709 Viene soppresso il Vicariato del Malabar ed eretto quello di  Verapoly .

1787 forte richiesta a Roma al fine di ottenere vescovi nativi.

1838 Viene soppressa la giurisdizione portoghese malabarese (diocesi di Cochin e di  Crnaganore).Resta quale unica giurisdizione quella della Propaganda(Vicariato di Verapoly).

1861 l'arrivo di un  vescovo cattolico caldeo, Tommaso Rokkos, inviato dal patriarca caldeo  crea seri maggiori  problemi. Scomunicato al suo arrivo dal Vicario apostolico di Varapuzha il vescovo dà luogo a uno scisma .

1874 Un altro vescovo  Caldeo, Mar Elias Melus ,arriva in Kerala con analogo esito rispetto alla missione del suo predecessore.Ne consegue un allargamento dello  scisma (che nel 1907 darà luogo al vescovado nestoriano di Trichur).

1887 Leone XIII decreta finalmente  la separazione tra il Rito dei cattolici di S.Tommaso e quello Latino.Vengono creati due Vicariati Apostolici per i Siro-Malabaresi (a Trichur e Kottayam) però con due vescovi latini.

1896 I tre Vicariati Apostolici (in quest'anno viene creato  il Vicariato Apostolico di Chanchanacherry) vengono posti sotto la guida di vescovi nativi.

1911 Papa Pio X erige un quarto vicariato, a Kottayam ,per i Knanaya.

1923 Pio XI stabilisce una gerarchia siro-malabarese.

1934 Pio XI inizia un processo di riforma liturgica al fine di ristabilire effettivamente il rito siro-malabarese viso la pesante latinizzazione cui nei secoli era andato incontro.

1956 Vengono organizzate due metropolie.

1977 La S.Sede comincia a stabilire  diocesi  Siro-Malabaresi  in India fuori del Kerala (come suffraganee di arcidiocesi Latine ).

1992 Papa Giovanni Paolo II eleva la Chiesa alla dignità arcivescovile maggiore.

http://atlasofchurch.altervista.org/comuni/kerala.htm

Perciò caro Alfonso....hai scoperto l'acqua calda.......

Stamme bene......


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 18.10
E solo per completare la citazione alfonziana....... rammento quanto segue....
 
....UDIENZA DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE
DELLA CHIESA SIRO-MALANKARESE
E DELLA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO ISTITUTO
SAN GIOVANNI DAMASCENO IN ROMA

Lunedì, 20 Novembre 2000

Caro Arcivescovo Baselios,
cari pellegrini della Chiesa siro-malankarese,
personale e studenti del Pontificio Istituto san Giovanni Damasceno,

1. Dall'India e da ogni luogo siete giunti a Roma per celebrare il Grande Giubileo dell'Anno 2000 e la vostra preghiera sulle Tombe degli Apostoli Pietro e Paolo è un segno luminoso della nostra unione profonda in Cristo.

Settant'anni fa, l'Arcivescovo metropolitano Mar Ivanios, il Vescovo Mar Theophilos e i loro compagni entrarono nella piena comunione con la Sede di Pietro perché erano profondamente convinti della verità delle parole trovate sotto la cupola della Basilica Vaticana: Hinc una fides mundo refulget "Da qui l'unica fede risplende nel mondo". Compresero che "la Chiesa è una, la Chiesa di Cristo fra l'Oriente e l'Occidente" (Orientale Lumen, n. 20). Sapevano che entrando nella comunione cattolica "non intendevano affatto rinnegare la fedeltà alla loro tradizione" (ibidem, n. 21). Da allora Dio ha abbondantemente benedetto la Chiesa siro-malankarese nella sua opera di unità cristiana.

Mentre coronate le vostre celebrazioni giubilari offrendo il Santo Qurbana, vi chiedo di invocare l'amore di Dio sui cristiani delle Chiese Orientali affinché in modo nuovo e più intenso sappiano che camminano "verso l'unico Signore, e quindi gli uni verso gli altri" (ibidem, n. 28). Pregate anche affinché questa nuova scoperta fra i cristiani d'Oriente sia una benedizione per tutta la Chiesa all'alba del terzo millennio.

2. Sono molto lieto di accogliervi, Rettore, personale e sacerdoti studenti del Pontificio Istituto di san Giovanni Damasceno che, in questo anno, il giorno della Festa del vostro patrono celeste, celebrerete il sessantesimo anniversario dell'Istituto, creato da Papa Pio XII. Oggi ringraziamo Dio per le numerose grazie che questi anni hanno portato.

I vostri sacerdoti residenti nell'Istituto provengono dalle Chiese siro-malabarese e siro-malankarese e quindi sono tutti figli di san Tommaso Apostolo, alla cui opera missionaria dovete la vostra fede cristiana. Siete giustamente orgogliosi non solo della ricca eredità delle vostre Chiese, ma anche del loro fervore apostolico, della loro energia pastorale e delle loro numerose vocazioni. Questa è la vitalità cristiana che portate con voi a Roma, mentre a sua volta la Chiesa di Roma vi offre i suoi doni. Potete così giungere a un senso più profondo della missione speciale del Successore dell'Apostolo Pietro, il primo servitore dell'unità di tutti i fedeli di Cristo. Potete imparare di più circa il significato dell'appartenenza alla Chiesa universale e circa la gioia e la gratitudine che essa suscita nel cuore dei cristiani.

Cari fratelli Vescovi, cari amici in Cristo, nel corso delle vostre celebrazioni giubilari, che le parole del salmista echeggino in ognuno di voi: "Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!" (Sal 132, 1). Che la Madre Santissima di Dio, attraverso la quale la luce ha illuminato la terra, vi guidi nel vostro pellegrinaggio!

In pegno di grazia e di pace nel Suo figlio divino, Gesù Cristo nostro Signore, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

....

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 18.18
Faccio osservare ad Alfonso che il testo che ha inserito è del numero

N. 10 - ottobre 1997

........mentre......l'udienza dal Papa è di TRE ANNI DOPO.....
ce li hai gli aggiornamenti su quell'articolo Alfonso?.....
 
e gli rammento che l'articolo da lui inserto si conclude, nel 1997 con queste parole:
 
E proprio da lui, monsignor Alphonse Mathias, viene una proposta concreta: «Dobbiamo raggiungere degli accordi zona per zona, in modo che non ci siano Chiese cattoliche di rito diverso nella stessa area. Non è tanto alla dottrina quanto allo spirito di collaborazione che dobbiamo fare appello»
..........
 
sai cosa vuol dire Alfonso? che la divisione NON E' DOTTRINALE COME INVECE EMERGE DA VOI......ma di COLLABORAZIONE APPUNTO, evidentemente le contese sempre presenti nella Chiesa non finiscono mai...una di queste contese SEI TU.......
 
Amen!
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 05/06/2004 18.51
Regaliamo un aggiornamento a frate Alfonso...dal 1997 al 2002...prima che scoppiasse la guerra in Iraq...dove la Chiesa Caldea è quella appunto che ha dato vita alla Chiesa Siro-Malabarese.....forse gli manca qualche articolo visto che va alla ricerca di scoop, vediamo se è onesto da inserire anche questo......
 
Intervista a Mons. Antonios Mina responsabile per la Chiesa Caldea presso la Congregazione per le Chiese Orientali
Per approfondire la conoscenza della Chiesa Caldea nel mondo e nel contesto iracheno, l'Agenzia Fides ha intervistato: Mons. Antonios Mina, di recente nominato dal Santo Padre Capo Ufficio presso la Congregazione per le Chiese Orientali, e responsabile per la Chiesa Caldea nel medesimo Dicastero; e Mons. Philip Najim, Procuratore della Chiesa Caldea presso la Santa Sede.
 
Agenzia Fides: Il Papa ha detto che le Chiese di Occidente e Oriente camminano insieme e sono i "due polmoni della Chiesa". Che posto occupa la Chiesa Caldea nel panorama delle Chiese Orientali?
Mons. Antonios Mina: Nelle Chiese orientali abbiamo cinque "famiglie", ognuna con propri riti e tradizioni: Alessandrina, Antiochena, Armena, Caldea, Costantinopolitana. La Chiesa Caldea è una di queste. E' una Chiesa gloriosa, che poi è arrivata fino all'India e dando vita al ramo siro-malabarese. E' una Chiesa con molti santi e martiri. Nei primi secoli del cristianesimo queste comunità erano molto fiorenti. Poi, in Medio Oriente cristiano, con la conquista musulmana, il cristianesimo ha avuto un calo. La Chiesa di Oriente è una ricchezza che si aggiunge alla spiritualità di tutta la Chiesa. Il patrimonio culturale e spirituale di Oriente e Occidente non sono in conflitto, ma camminano insieme, sono i "due polmoni della Chiesa", come li ha definiti il Papa..
 
Agenzia Fides: Nelle Chiese orientali esiste una grande varietà di riti e ogni Chiesa ha un proprio specifico patrimonio liturgico. Da che cosa nascono e che cosa significano queste differenze? Alcuni le interpretano come un sorta di "particolarismo": non sono piuttosto una ricchezza?
Mons. Antonios Mina: Un rito non è nient'altro che è il modo in cui un popolo adora Dio. Nei primi secoli di espansione della cristianità, l'evangelizzazione incontrava popoli con costumi e tradizioni diverse. Le abitudini sono difficili da cambiare, è accaduto dunque che si sono cristianizzate le abitudini, e così è nato ogni specifico patrimonio rituale liturgico. Per questo tutti i riti sono differenti , perché ogni popolo aveva propria lingua, cultura, costumi. Così si sono sviluppati i riti, giunti fino ad oggi. Per riscoprirne rivedere il nucleo, per capire l'origine e il significato delle diverse preghiera o gestualità, occorre perciò tornare alle origini. Esiste una logica per capire il perché è stato fatto ogni gesto di ciascun rito, che è un modo specifico di arrivare a Dio. La diversità, vista in questa prospettiva, dà alla Chiesa soltanto ricchezza.
 
Agenzia Fides: La Chiesa Caldea ha conosciuto nei secoli scorsi una grandissima fioritura e si è sempre di più immedesimata nella storia e nella vita del popolo iracheno. Com'è oggi la situazione della Chiesa Caldea?

Mons. Antonios Mina: La Chiesa Caldea era molto fiorente, dal punto di vista spirituale e culturale ma negli ultimi 20 anni la situazione è molto cambiata. La Chiesa Caldea è in difficoltà come tutto il popolo iracheno, che è in miseria. La situazione pesa sulla popolazione e sulla Chiesa (l'anno scorso con l'Obolo di s.Pietro la Chiesa intera collaborò a risanare alcune questioni finanziare legate alle famiglie caldee bisognose-nota all'indice-). A causa della povertà, molti lasciano il paese e ad emigrare sono soprattutto le persone colte, con contatti all'estero, che hanno un certo benessere economico. Anche la Chiesa Caldea ha subito un impoverimento progressivo:La formazione dei seminari lascia a desiderare perché mancano mezzi e sacerdoti. Va notato che oggi le vocazioni sono comunque molte: in genere quando una Chiesa soffre ed è sotto pressione, si aggrappa più a Dio.
 
Agenzia Fides: Come vivono i fedeli Caldei il loro patrimonio di fede, in un contesto che limita la libertà di religione e di evangelizzazione?

Mons. Antonios Mina: I Caldei hanno una fede profonda e radicata, sono molto attaccati a Dio: oggi, in questa fase di sofferenza, non vedono altra salvezza che nella Croce di Cristo. Mi ha sempre colpito la grande fede dei cattolici iracheni. Vivono da cristiani, testimoniano la fede con la vita, nei limiti indicati dallo stato. All'interno della propria comunità c'è libertà religiosa, se non si supera il recinto.
 
Agenzia Fides: I rapporti fra le autorità religiose e civili in Medio Oriente sono sempre un punto molto delicato: come è la situazione Iraq?

Mons. Antonios Mina: I rapporti col governo sono buoni: nel governo c'è il vicepremier Tareq Aziz che è cattolico Caldeo, sua moglie è molto credente. Il Patriarca Caldeo Raphael Bidawid è molto stimato, rispettato dalle autorità civili e rappresenta, in sede governativa,  tutta la comunità cristiana presente in Iraq.
 
Agenzia Fides: Nei paesi a maggioranza islamica la condizione dei cristiani oscilla fra timide garanzie di libertà e rischi di subire violenze e persecuzioni. Come sono i rapporti fra la comunità Caldea e i fedeli musulmani? Vi sono attriti o episodi di intolleranza verso i Caldei?

Mons. Antonios Mina: Anche le relazioni islamo-cristiane sono buone, anche se di tanto in tanto avvengono alcuni incidenti, soprattutto da quando una corrente fondamentalista si è pian piano diffusa nel mondo arabo. Ma oggi in Iraq, con la fame e la miseria imperante, non si ha tempo di "fare filosofia" o trovare elementi di conflitto. Il comune denominatore della povertà crea solidarietà. Anche se c'è il rischio che cresca il fanatismo, alimentato dall'ignoranza e dalla miseria. Se vogliamo aiutare i cristiani che vivono in Iraq o nei paesi a maggioranza islamica, bisogna aiutare tutta la popolazione a conoscere la propria religione, ed avere una vita dignitosa.
 
Agenzia Fides: Il Santo Padre ha sempre dimostrato grande attenzione e cura verso la Chiesa Caldea , diffondendo appelli  invitando tutti i credenti alla preghiera. Oggi tutti i cattolici del mondo oggi hanno gli occhi puntati sulla Chiesa Caldea e sulla comunità cattolica in Iraq. Come voi  sostenete la Chiesa Caldea?

Mons. Antonios Mina: Noi seguiamo in pieno la volontà del Santo Padre, che ha sempre mostrato massima sollecitudine verso la Chiesa Caldea. Cerchiamo di venire incontro ai bisogni spirituali e materiali della comunità Caldea, da un lato con l'aiuto economico, dall'altro provvedendo alla formazione dei sacerdoti, ai sussidi, ai mezzi per il catechismo. La Congregazione per le Chiese Orientali si prende cura di tutto quanto concerne la vita pastorale, escluse le materie di competenza esplicita di altri dicasteri (la Dottrina della fede, le questioni giuridiche, le cause dei santi, etc.). Poi teniamo costanti incontri con i Vescovi e i Patriarchi, che conosciamo tutti.
Oggi, in conseguenza dell'emigrazione dall'Iraq, si nota una crescita della diaspora caldea che sta costituendo molte comunità fuori dall'Iraq.
 
Agenzia Fides: La comunità internazionale attraversa attualmente una fase di grande preoccupazione, a tutti i livelli, per questo clima di guerra imminente. Come sta vivendo questo momento la comunità Caldea?

Mons. Antonios Mina: La possibilità di una guerra è considerata come una assoluta ingiustizia . Il popolo iracheno vede gli effetti dell'embargo sulle famiglie, sui bambini. Mancano il latte, il cibo, altri beni di prima necessità, in particolare medicine. Da un lato la situazione non è felice, c'è molta sofferenza; dall'altra il popolo subisce una sorta di indottrinamento che addossa solo all'esterno la responsabilità di tutte le ingiustizie.
 
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17/04/2010 21:59
 
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Da: Soprannome MSNAnam_cara_2 Inviato: 05/06/2004 20.42
Per quanto io ne so...la Chiesa siamo noi!...e in quanto Chiesa seguiamo le orme e gli insegnamenti Gesu'...che ci chiede di amare tutti...di non giudicare...di mettere   Dio al primo posto e di amarlo con tutto noi stessi!
Quando a me parlano delle Crociate...di uomini religiosi che sono diventati criminali ...(vedi i francescani nel Kossovo)...di preti pedofili...ecc...io dico sempre:
LA MIA FEDE E' IN CRISTO! Tutti gli uomini possono sbagliare e tradire...ma CRISTO NO!... e io seguo CRISTO! e seguo il Papa quando parla ex cattedra!
Perche' e' Dio che manifesta la Sua volonta' attraverso il successore di Pietro!
 
Questa e' la mia fede e non sara' MAI in crisi!

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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 07/06/2004 0.20
La Chiesa è sempre stata in crisi....tutte le eresie, essendo proprio eresie NON sono venute da fuori, ma nate DENTRO LA CHIESA.......preti, vescovi, monaci...che ad un certo punto pensavano di sapere meglio tutto......tanto da farlo passare come dottrina e che la Chiesa in ogni secolo ha prontamente FRENATO......
 

Gia s.Giovanni apostolo, vedendo tanti anticristi all'opera diceva che era ormai l'ultima ora.
Era convinto che la fine fosse ormai questione di brevissimo tempo.
Anche la Rivelazione parla di ciò che sarebbe dovuto accadere a breve.
 
La situazione delle chiese dell'asia a cui il SIgnore rivolge le sette lettere, è in qualche caso penosa, in qualche altro, disastroso.
 
Quindi, la chiesa ha sempre avuto problemi, per poter sopravvivere. L'idea che all'inizio la Chiesa fosse un luogo idilliaco dove tutti erano fedelissimi e perfetti, credo non trovi riscontro, nella Scrittura tranne in qualche versetto come: erano un cuor solo ed un'anima sola: ma quell'esperienza a Gerusalemme durò assai poco. I Cristiani presto si accorsero che il Regno atteso tardava ad arrivare e dovettero rivedere le loro prospettive.
Tuttavia, nonostante in tutti i tempi successivi vi siano stati tanti attacchi, tuttavia la chiesa ha resistito ed è diventato un grande albero come diceva la parabola.
Questo è uno dei più grandi miracoli che il Signore ha fatto.
Anche oggi la chiesa sembra vacillare, ma sappiamo che lo sostiene Colui che sostiene il mondo intero. Perciò ognuno faccia serenamente la sua parte per edificare e non per affossare la Chiesa, che Cristo ha scelto come sua Sposa, e saremo così suoi collaboratori.
 
Con affetto
 
 
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/08/2004 19.10
Un altra considerazione.......
 
C'è molta confusione, specie fra i pastori pentecostali, sulcome IMMAGINANO questa Chiesa Cattolica....e sul come dunque la insegnano, seminando zizzania......
Infatti per loro dire "Chiesa Cattolica" è sinonimo di "ROMANA" in termine però dispregiativo.....asserendo in questo modo che la Chiesa Cattolica-romana è perciò una chiesa fra le tante....chiusa in sè stessa....
NULLA DI PIU' E' ERRATO.......
 
La Chiesa Cattolica-Romana non è "sola".....
sempre presente già nei primi 3 secoli insieme alla Chiesa d'Oriente, dovette gioca forza degli eventi prendere certe distanze dalla Chiesa d'Oriente che in termini dottrinale aveva già più volte creato non pochi problemi.....
Tuttavia in qualche modo (e non dimentichiamo la forza dello Spirito Santo) si è sempre tentato di rimanere in unità con le altre Chiese......
Questo è avvenuto ed ognuno con la sua storia, ha creato il seguente elenco di Chiese CATTOLICHE che seppur indipendenti fra loro......mantengono una unione di base dottrinale con Roma per mezzo dei Sacramenti, specialmente del Battesimo e dell'Eucarestia nelle quali è intesa come la Chiesa Cattolica ha sempre insegnato. Partiamo dalle Chiese in ordine cronologico:
 

Chiesa Cattolica Romana

Introduzione

Il S.Padre

Cronologia

Atlante

Link

Chiese Cattoliche Orientali, in contemporanea con la Chiesa in Roma

Introduzione

Link

Ordinariati senza specificazione di rito

 

Chiese Cattoliche di rito Bizantino

Chiesa Melchita

Chiesa Cattolica Ucraina

Chiesa Cattolica Rumena

Chiesa Rutena

Chiesa Cattolica Croata

Chiesa Cattolica Macedone

Chiesa Cattolica Slovacca

Chiesa Ungherese

Chiesa Italo-Albanese

Chiesa Cattolica Greca

Chiesa Cattolica Bulgara

Chiesa Cattolica Serba

Chiesa Cattolica Albanese

Chiesa Cattolica Russa (la più chiusa verso Roma)

Chiesa Cattolica Bielorussa

(Chiesa Cattolica Georgiana)

Chiese Cattoliche di rito Alessandrino

Chiesa Copta- Cattolica

Chiesa Cattolica Etiope o Geez

Chiese Cattoliche di rito Antiocheno

Chiesa Maronita

Chiesa Cattolica Sira

Chiesa Cattolica Siro-Malankarese

Chiese Cattoliche di rito Caldeo

Chiesa Caldea

Chiesa Cattolica Siro-Malabarese

Chiesa Cattolica di rito Armeno

Anomalie nella Chiesa Cattolica

Introduzione

Chiesa Cattolica in Cina

qui c'è da segnalare una recente riappacificazione con i vescovi della Chiesa Cattolica in Cina gestita di fatto dal Governo...con la vera Chiesa Cattolica detta e conosciuta come "SOTTERRANEA" perchè costretta a vivere come nelle catacombe.

*****************

Altre Chiese Cattoliche che pur dissociandosi con Roma, la ritengono comunque essenziale:

Unione di Utrecht

ossia: la Chiesa Vetero-Cattolica

Società san Pio X

I Lefebrviani

*******************

Da segnalare i Gruppi Protestanti ed Evagelici con i Pentecostali:

1200 Pietro Valdo: Valdesi:

1546 Lutero: i Luterani:

seguono: Calvinisti, Anglicani, Anabattisti, Battisti, Metodisti, Presbiteriani, ecc....

1700 primi accenni di Pentecostali in Gran Bretagna;

1900 esplosione di gruppi e movimenti Pentecostali confluiti nell'uso del termine Evangelici....

Oggi questi Gruppi sono circa 30.000 divisi in Denominazioni indipendenti fra loro.

****


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 21/08/2004 14.55
Amici...dal momento che il Signore mi sta concedendo questo tempo....lo vorrei spendere per chiarire, se riuscirò.....due espressioni che forse molti evangelici fraintendono...e molti cattolici non accettano: FUORI DELLA CHIESA NON C'E' SALVEZZA........
 
Questa frase è stata spesso FRAINTESA.......concedetemi una visitina storica brevissima e perciò non certo esaudiente....
 
Questa frase, erroneamente attribuita alla Chiesa Cattolica Romana DI OGGI...è in verità una frase CONIATA DAI PADRI DELLA CHIESA PROPRIO NEI PRIMI TRE SECOLI......ma attenzione, cosa intendevano dire?
Questa frase veniva usata ESCLUSIVAMENTE come AVVERTIMENTO contro i cristiani che si erano separati dalla Chiesa a causa di eresie e di scismi che erano all'ordine del giorno.......S.Ireneo alla fine dell'anno 100 sottolinea già UNA COMUNIONE DOTTRINALE FONDAMENTALE CHE TUTTE LE CHIESE DOVEVANO AVERE CON IL VESCOVO DI ROMA.....e dalle Chiese di Oriente nessuno si opponeva a questo RICHIAMO.....anzi, sostenevano spesso le decisioni ultime dottrinali che la Chiesa di Roma difendeva contro ogni forma eretica sull'interpretazione delle Scritture e sull'uso frequente dei testi apocrifi......
 
Il Concilio Vaticano II ha sottolineato che questa frase NON intendeva mai perciò indirizzarsi a tutto il mondo pagano.
Soltanto quando il Cattolicesimo divenne religione di Stato, tale formula anche per questioni politiche e territoriali iniziò ad essere applicata agli Ebrei (contro i quali i più severi furono proprio la Chiesa d'Oriente) e i pagani d'ogni provenienza e da li a poco appunto anche contro gli Unni di Attila, i Barbari.......
Come mai?
Perchè secondo le conoscenze del momento TUTTA LA CHIESA credette che oramai il Vangelo si fosse diffuso in tutto il mondo; di conseguenza chi non l'avesse accettato rifiutandolo, era posto fuori della salvezza....tale opinione è attribuita al vescovo di Ruspe nel VI sec. tale Fulgenzio.
Infatti l'insegnamento cattolico (ORIENTE ED OCCIDENTE) divenne l'insegnamento ufficiale di tutto il mondo allora conosciuto fino al Concilio di Firenze del 1442, usando l'espressione di Fulgenzio appunto: NON C'E' SALVEZZA FUORI DELLA CHIESA......
Ma quando nel 1492 si scoprì l'America....fu sempre INIZIATIVA DELLA CHIESA CATTOLICA (Roma) a rendersi conto che ilmondo non solo era più vasto di ciò che allora si credeva, ma che vi erano e vi sarebbero state milioni e milioni di persone che ancora non conoscevano Gesù.....Furono santi come Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Brigida di Svezia, e tanti altri dell'epoca a far comprendere alla Chiesa stessa che tale frase NON POTEVA SUSSISTERE...e che la salvezza ERA ANCHE FUORI DELLA CHIESA........
Proprio cominciò invece l'irrigidimento della Chiesa d'Oriente che iniziò a parlare di ORTODOSSIA.....sostenendo un grave errore ogni ogni FORMA DI CEDIMENTO.....a cominciare proprio da questa frase......perciò essi stessi richiamandosi ORTODOSSI, mantennero invece la validità che fuori dell'Ortodossia non vi è salvezza.....
La Chiesa Cattolica-romana dunque iniziò a pensare a delle distinzioni tra i membri della Chiesa "in re" (di fatto- cioè battezzati) e i membri della Chiesa "in voto" (di desiderio- cioè persone di buona volontà, dal cuore buono e pulito, ma che per qualche incomprensione rimanevano fuori della Chiesa ma non per una colpa propria)....
Oggi il Concilio Vaticano II ha fatto ulteriori passi in avanti RICONOSCENDO CHE ANCHE LE CHIESE NON CATTOLICHE CONTENGONO IN SE STESSE UN SUPPORTO DELLA PROVVIDENZA PER L'OPERA REDENTRICE DI CRISTO.......(cfr Unitatis redintegratio, n.3)
E dice ancora: " La Chiesa Cattolica nulla rugetta di quanto è vero e santo in queste religioni..."(Nostra aetate, n.2)
 
E' sbagliato perciò citare continuamente una frase senza comprendere il percorso storico.....attribuendo cose che la Chiesa NON insegna......
Ma potremmo chiederci a questo punto:  QUANTE CHIESE ABBIAMO SE IN TUTTE VI E' LA SALVEZZA?
 
Se leggiamo il N.T. osserviamo un riferimento ALLA CHIESA, ma anche "alle Chiese", la distinzione dunque va fatta tra :
 
1) la Chiesa Cattolica Universale
2) e le Chiese locali o "particolari".
 
La realtà è la seguente:
LA CHIESA CATTOLICA E' UNA SANTA CATTOLICA ED APOSTOLICA, da questa unica Chiesa rappresentata ininterrottamente dal vescovo residente a Roma, hanno preso vita LE DIVISIONI....lacerazioni.....Alcune divisioni sono sorte proprio sulle eresie anche se oggi solo apparentemente sconfitte, le eresie sono sempre quelle ma modificate e aggiornate.....altre divisioni sono meno gravi e di fatto vi è una comunione di fondo mediante i sacramenti e le varie Liturgie e Riti diverse solo nelle fomre ma non nelle dottrine.
 
Se leggiamo dagli apostoli, san Paolo esprime chiaramente un aspetto:
egli pur scrivendo a diverse Chiese: Corinto, alle Chiese in Galazia, ai Tessalonicesi, ecc....fa comprendere dunque il ruolo DELLE CHIESE LOCALI che però non vivevano di vita propria.....ma bensì DOVEVANO OBBEDIRE ALL'INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI.
Queste Chiese NON SI BASAVANO AFFATTO SULLA DOTTRINA DELLA SOLA SCRIPTURA, ma dovevano SEGUIRE le dottrine degli Apostoli i quali, colonne della Chiesa UNIVERSALE, garantivano L'UNITA' NELL'INSEGNAMENTO.......
Gli Apostoli così fanno comprendere da subito che la Chiesa certamente è formata dall'assemblea dei fedeli che si riuniscono, ma in questa Chiesa Universale si è UNIVERSALI solo se vi è comunione NELL'INSEGNAMENTO DOTTRINALE DELLA LORO PAROLA alla quale devono gioco forza ritrovarsi tutte le Chiese "particolari", ed ogni confessione cristiana.
In poche parole FURONO GLI APOSTOLI CHE VISIBILMENTE IMPOSERO DELLE REGOLE E DELLE DOTTRINE, mai lasciarono alle Chiese la libera interpretazione delle Scritture.......che fra l'altro nemmeno circolavano come le abbiamo oggi......
Perciò la Chiesa Cattolica Romana è l'unica che ancora oggi dimostra quella UNIVERSALITA' APOSTOLICA dentro la quale "non esiste solo Roma", ma convivono dentro centinaia di Chiese locali e di Chiese particolari......come dimostra già nell'anno 80 d.C. san Clemente quando scrive alla Chiesa in Corinto per ricondurla all'unità dottrinale per mezzo dell'obbedienza ai presbiteri e al vescovo da Clemente conosciuto e in unione......
 
Dice la Lumen Gentium al n.26: che ognuna di queste Chiese E' IL CORPO DI CRISTO IN UN LUOGO PARTICOLARE...in poche parole le Chiese NON devono diventare una sorta di suddivisione territoriale amministrativa  o come succursale locale di una catena di ristoranti "fast food"........ Ogni CHIESA, amici, fonda una comunità unita dalla fede e dal battesimo e che si trova in comunione mediante l'Eucarestia che avviene per mezzo di ministri consacrati ED INVIATI A NOME DI TUTTA LA CHIESA UNIVERSALE, per essere servizio alle comunità...che si ritrovano poi per ascoltare la Parola di Dio, commentarla, studiarla, nutrirsi del Corpo e Sangue di Gesù, attendere alle opere di carità per il sostentamento dei più deboli, per migliorare la società in attesa del ritorno del Signore Gesù......
 
La Chiesa Cattolica dunque non è per un capriccio che difende un primato, esso esiste ed è sotto gli occhi di tutti e quando si parla di LACERAZIONE DEL CORPO DI CRISTO, s'intende proprio parlare delle Chiese che si distaccarono dal Corpo....Un Copro NON puramente invisibile come i protestanti ed evangelici oggi erroneamente dicono, ma visibile come testimoniano gli apostoli quando parlano alle chiese del loro tempo.
E' sempre questa unica Chiesa e questo Corpo visibile che nel corso dei secoli per varie circostanze volute o non volute....ha subito dei cambiamenti anche gravi.....
La prima grave divisione nella Chiesa Cattolica Universale è quella Protestante.....uscite dalla Riforma del XVI sec.
Ma cinque secoli prima come sappiamo Oriente ed Occidente si separarono per questioni politiche e in modo graduale...
Ma mentre nelle Chiese Ortodosse è rimasto il concetto appunto dell'Ortodossia fuori della quale non si accoglie nessuna chiesa.....nella Chiesa Cattolica Romana coesistono invece diversi riti liturgici come l'armeno, bizantino, copto, etiopico, siriaco orientale-caldeo, siriaco occidentale, maronita e, naturalmente il rito latino o romano e ambrosiano...
Questo dimostra che la Chiesa Cattolica romana non è ristretta nè prettamente romana, nè limitata all'Occidente: ecco perchè essa è CATTOLICA, UNA SANTA ED APOSTOLICA, UNIVERSALE....nel vero senso della parola.....
 
Infine:
DA COSA DIPENDE ALLORA QUESTA UNITA'?
nè più  e nè meno di quanto insegna l'Apostolo......OBBEDIENZA AL VESCOVO il quale a sua volta si attiene ad insegnamenti RICEVUTO IN COLLEGIALITA' CON GLI ALTRI VESCOVI......il Papa non esisterebbe senza i vescovi e la loro colleggialità apostolica dottrinale, COSI' COME NON RESISTEREBBERO I VESCOVI SENZA UN PIETRO CHE COME A PENTECOSTE PRESE LA PAROLA A NOME DI TUTTI......ed è lo Spirito Santo che GARANTISCE QUESTO LEGAME E QUESTA UNITA' NONOSTANTE GLI UOMINI IN SE' COMMETTONO ERRORI UMANI....
 
Per capire dunque la Chiesa "cattolica-romana" è necessario approfondire il senso del termine CATTOLICESIMO....e solo questa Chiesa, universale appunto, racchiude in sè l'espressione viva del mondo intero con propri riti e culti ma uniti nei sacramenti e nella dottrina fondamentale da essa impartita mediante la collegialità dei vescovi uniti al Papa.
La parola Cattolico deriva dall'aggettivo greco Katholokòs, UNIVERSALE, e dalla frase avverbiale greca: Kath'hòlou che significa NELL'INSIEME......
E' sbagliato perciò pensare che il contrario di cattolico sia "protestante o evangelico o pentecostale"........il contrario di cattolico è semplicemente SETTARIO......
Questa connotazione di cattolica divenne distintiva per la Chiesa d'Occidente nel sec. XI dopo lo scisma con Oriente e con l'aggiunta di "Romana" dal XVI con la Riforma protestante.....Fu proprio grazie invece al Concilio Vaticano II che pensando a queste divisioni la Chiesa Cattolica  ha tentato appunto di allargare la nozione di cattolicità........facendo appunto soffrire però alcuni gruppi interni della Chiesa che negano la validità dell'Ecumenismo....
 
Per concludere.......
LA CHIESA E' NECESSARIA PER LA SALVEZZA......approfondiremo il perchè...più avanti....per ora possiamo dire che è dentro la Chiesa, essendo CORPO DI CRISTO che essa incarna la presenza del Cristo dal quale avviene e si compie l'opera redentrice in favore di TUTTA L'UMANITA'.....la Chiesa essendo UNIVERSALE, PREGA IN CONCETTO DI UNIVERSALITA'.....Grazie a questa preghiera Universale che la Chiesa esprime mediante l'Eucarestia, TUTTE LE GENTI volenti o dolenti sono in qualche modo in relazione CON LA CHIESA CATTOLICA per mezzo non di meriti personali, ma per la grazia dello Spirito Santo che l'ha chiamata a questo scopo e servizio, segno VISIBILE e strumento di chiunque voglia accedere.....
Questo è il vero significato odierna della frase antica: FUORI DELLA CHIESA NON C'E' SALVEZZA......
 
(un grazie al libro: "Quale Chiesa"? di R.P.McBrien: 101 domande su presente e futuro del -popolo di Dio- Ed. S.Paolo euro 16 )
 
Fraternamente Caterina
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17/04/2010 22:02
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 21/08/2004 16.49
Servitevi di questo forum: Le nostre "GAFFE" ^__^
 
........per ricordarci che non siamo professori...........i forum lasciamoli per condividere e discutere sui temi in argomento....
 
Fraternamente Caterina
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 15 di 19 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 24/08/2004 16.12
15:08 - MEETING RIMINI: MONS. BETORI, “ARIA NUOVA” NELLA CHIESA ITALIANA, REAGIRE ALLA “DIASPORA” DEI CATTOLICI “PERSEVERANDO INSIEME”
 
Oggi c’è un’”aria nuova” neri rapporti tra parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali, e per confrontarsi con una “cultura pubblica dimentica delle radici cristiane” occorre “rivendicare il patrimonio di fede cristiano, come fattore culturale ineliminabile all’identità del nostro popolo e riproporne la vitalità, come apporto di piena umanizzazionenper la persona e per la società”. Ne è convinto mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, che intervenendo oggi al 25° Meeting di Rimini (in corso fino al 28 agosto sul tema “il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta”) si è soffermato sul rapporto tra le diverse componenti della comunità ecclesiale italiana, sottolineando che “la Chiesa si edifica giorno per giorno, nelle grandi e piccole cose, nella eccezionalità come nella ferialità dei gesti umani che costruiscono la vita di tutti”. In questo compito, secondo Betori, occorre “perseverare insieme”, promuovendo la “crescita di legami che a diversi livelli si vanno intessendo nella Chiesa italiana”. Per i vescovi italiani, infatti, “c’è un’aria nuova su questo orizzonte”, che “riempie di presenze fraterne gli appuntamenti ci ciascuna aggregazione, vede convogliarsi molti in obiettivi comuni di servizio alla fede e alla carità, crea presenze convergenti nelle convocazioni diocesane o nazionali”.
“Alla fisiologica stagione dell’affermazione delle identità – ha osservato il segretario generale della Cei – sta ora succedendo un tempo di rinnovata consapevolezza di essere un unico popolo di dio tra la gente del nostro paese, a cui dobbiamo la testimonianza di un’assiduità unanime al Vangelo”. Di qui il richiamo dei vescovi a “riscoprire la dimensione contemplativa della vita cristiana, recuperando una spiritualità non vaga, ma incentrata sulla persona di Cristo”.  Una delle sfide principali per la Chiesa del futuro, secondo Betori, è quella di “un più compiuto radicamento di tipo culturale della proposta di fede”: di qui la centralità della capacità di “iniziare ed educare alla fede”, di cui la comunità cristiana deve riappropriarsi attraverso la capacità di “offrire itinerari sempre più personalizzati, luoghi in cui la persona possa fare concreta esperienza del Vangelo”. “Diventare cristiani oggi deve essere un processo sempre più ecclesiale”, ha ammonito il presidente della Cei, puntualizzando che tale compito “non può essere affidato esclusivamente alla famiglia, ormai impari al compito, né ai soli specialisti, preti o catechisti. Tutti dobbiamo sentire l’impegno a invadere gli spazi di vita della gente per provocarli con la forza del vangelo, di favorire l’accoglienza di chi si affaccia alla soglia della Chiesa, di accompagnare il cammino spesso esitante dei neofiti”. “Costruire una visione del mondo cristiana, consapevole delle proprie radici e della propria pertinenza sulle questioni vitali, fiduciosa circa le proprie potenzialità di dialogo con la cultura contemporanea”: Betori ha sintetizzato in questi termini la “consegna”  affidata alla Chiesa del futuro, chiamata ad un “salto di qualità” proprio a partire dalla prospettiva di una “pastorale integrata” tra parrocchie, associazioni e movimenti.
La “diaspora culturale” dei cattolici – ha denunciato mons. Betori intervenendo oggi al 25° Meeting di Rimini - rischia di “far venire meno l’attitudine del cattolicesimo italiano ad essere forza che incide sul tessuto sociale del Paese”. Per “reagire” a tale pericolo, ha proseguito, bisogna partire dalla “consapevolezza che l’incidenza non è il portato di un’occupazione di potere, ma esito di una coerente visione e di un’articolata interpretazione del ruolo storico del cristianesimo nel mondo: testimoniare il Vangelo come verità ‘eccedente’ per il mondo”. Secondo i vescovi italiani,  “siamo dentro ad una svolta storica e dunque in fase ancora di transizione, contrappuntata da incertezze, i cui sviluppi però avranno conseguenze rilevanti per la persistenza o l’emarginazione di quell’eredità cristiana che ha alimentato la nostra civiltà”: per non “ridursi ad agente sociale o a rifugio spirituale”, il cattolicesimo italiano può “puntare” solo sul “versante dell’interpretazione anche culturale”,  e verificare così la sua “capacità di tenuta a fronte dei processi di scristianizzazione della mentalità e del costume” in atto anche sullo scenario europeo. “Promozione dei diritti dell’uomo, solidarietà e coesione della nazione, sostegno della famiglia, rispetto e accoglienza della vita, moralità e pluralismo nella comunicazione sociale, attenzione alle situazioni di povertà, esercizio della giustizia secondo equità e recupero di chi ha sbagliato, solidarietà e pace tra le nazioni”: questi, ha detto Betori citando lo storico discorso del Papa al Parlamento italiano, alcuni “fronti” su cui “c’è una verità del Vangelo che è patrimonio non sperperabile per i credenti, e insieme verità profonda dell’uomo”, e attorno ai quali è urgente “cercare tutte le convergenze ragionevolmente possibili”. “Rilanciare la natura popolare” della Chiesa italiana  è una delle priorità più recenti su cui si è focalizzata l‘attenzione dell’episcopato italiano, impegnato a recuperare la centralità della parrocchia andando oltre le due “possibili derive” di comunità “autoreferenziale” o “centro di servizi religiosi”. Per non “rassegnarsi” ad esse, ha affermato il segretario generale della Cei rivolgendosi al “popolo” del Meeting, “c’è bisogno di tutti, dunque anche di voi”, visto che “la Chiesa ha bisogno di affidarsi alle radici dell’istituzione, ma anche di aprirsi alla novità dei carismi. Sta ai movimenti offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo l’immagine di una salvezza che si fa avvenimento nella storia, ma questo avvenimento edifica a sua volta la comunità ecclesiale per il tramite delle istituzioni che la configurano”. Betori ha terminato il suo intervento esprimendo la “gratitudine della Chiesa italiana” per l’attività di Comunione e Liberazione, che festeggia quest’anno i 50 anni dal “seme gettato in un liceo milanese – ha ricordato il segretario generale della Cei – dall’intuizione culturale e teologica e dal coraggio apostolico di un grane sacerdote, don Luigi Giussani”. “Sentiamo Cl né insensibile, né estranea, ma attenta, pronta, disponibile, generosa”, ha concluso Betori, rinnovando la sua “gratitudine” e dicendosi “certo che i vescovi italiani potranno trovare intelligente e flessibile corrispondenza nel movimento che, inserendo la sua esperienza nel tessuto vivo delle chiese locali, continuerà ad essere l’inizio di un cammino in cui si sperimenta, dunque si vive, una tensione permanente verso la meta che è Cristo”.  
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 24/08/2004 19.21
Caro Gino.....visto che Luca finge dicendo che non ci legge.........non può certo accusare te di riportare il suo nome....lo riporto io perchè da pastore come si presenta ha uno strano modo di insegnare.....ha una strana teologia...e credendosi Cristo in terra spara a zero senza sapere nemmeno quello che dice......Luca Adamo the pastor scrive:
 
Insomma, quando alcuni teologi cattolici negano la divinità di Cristo, significa che ci troviamo davvero davanti ad un'eresia, e questo è molto, ma molto grave!
 
Insomma, come mai ci sono teologi cattolici che negano la divinità di Gesù Cristo?
Non erano solo alcuni gruppi protestanti a fare questo errore?
E come mai, in questo errore, ci troviamo anche alcuni teologi cattolici!?
 
Non sarà pure questo un... mistero della fede?
...........
 
Dunque....visto che le domande sono rivolte ai cattolici posso rispondere.....
 
L'ignoranza di questo pastore è enorme...non sa che i teologi NON DETERMINANO AFFATTO IL MAGISTERO DELLA CHIESA.............i teologi hanno un altra funzione che è quella dello studiare, ricercare e collaborare alla formazione appunto del Magistero....allora rispondiamo alle domande....
 
1) come mai ci sono teologi cattolici che negano la divinità di Gesù Cristo?
.......
perchè il Signore l'aveva predetto, leggere san Luca 22,31....."Simone, Simone....Satana ha ottenuto il permesso di mettervi alla prova, di passarvi al avglio....MA IO HO PREGATO PER TE.....e tu una volta ravveduto CONFERMA GLI ALTRI NELLA FEDE"......perciò un teologo non fa il Magistero della Chiesa, ma collabora alla sua formazione...dunque capita come da secoli è capitato che alcuni teologi vengono ingannati...infatti caro Luca  the pastor....sempre la Chiesa li ha diffidati.....
 
2) Non erano solo alcuni gruppi protestanti a fare questo errore?
 ........
attenti alle parole ad inganno di Luca.....mai i cattolici hanno sostenuto che SOLO i protestanti possono fare questi errori.....
 
3) E come mai, in questo errore, ci troviamo anche alcuni teologi cattolici!?
.......
la risposta è sempre al punto uno......NESSUNO E' ESENTE DALL'ERRARE........l'infallibilità scatta nel momento in cui E' LA VOCE UNANIME DELLA CHIESA A PRONUNCIARSI IN TERMINI DOTTRINALI......
Avviene invece, caro pastore Luca Adamo....che molti dei vostri teologi...quando sbagliano....NESSUNO LI BLOCCA....e continuano ad insegnare indisturbati come è il caso del pastore Paolo R. Valdese che insegna che la sodomia è una concezione benedetta da Dio quando due omosessuali si amano......
O quando altri insegnano a favore dell'aborto... A NOME DI CHI SI  ESPRIMONO? DELLA SOLA SCRIPTURA?
Quando un teologo cattolico insegna determinati errori dottrinali la Chiesa è pronta a bloccarlo.....e non è inserito nel suo Magistero....da voi invece che avviene?
Che il vostro "magistero" non è nemmeno la Sola Scriptura....ma le parole tue....capro pastore Luca diventano magistero....così come per il pastore valdese ciò che ha insegnato sull'omosessualità è diventato magistero per molti...
 
Dite di non avere un magistero ma fate di peggio.....perchè non esiste un controllo sulle eresie che molti pentecostali insegnano.....
 
La Chiesa Cattolica è in crisi da 2000 anni...perchè "il mio regno NON è di questo mondo" dice il Capo della Chiesa, Cristo Signore....
 
Fraternamente Caterina

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Da: francesco2 Inviato: 25/08/2004 12.22
Pace a tutti nel Risorto Gesù Signore.
 
Nella nuova Parrocchia dove siamo entrati a far parte con il nostro frate Gugliemo, ho saputo che questa piccola comunità è stata qualche anno in crisi e che grazie alle GMG (Giornate mondiali della Gioventù) ha cominicato a ripopolarsi.
 
La crisi della Chiesa coinvolge tutti i cristiani a mio parere, di qualsiasi denominazione perchè quando è in crisi la società, quando è in crisi l'uomo, la stessa Chiesa ne risente perchè è fatta dalle persone che vivono poi nella società.
Ma la Chiesa sta vivendo veramente una grande primavera!
 
Più l'uomo scoprirà che ciò che i media offrono è solo illusione, più farà ritorno alla Chiesa e il Battesimo ricevuto farà emergere i doni della salvezza.
Non sia turbato il nostro cuore, ci ricorda con speranza il Signore Gesù!
Lasciamo che gli stolti continuino a sfogarsi seminando zizzania, quella che poi Gesù farà estirpare, quando le parole sono scritte o proferite dettate solo da una guerra personale, non possono portare frutti. Quei frutti che non sono provenienza divina si dissolveranno come il vento disperde la polvere.
 
Sia lodato Gesù Cristo. Francesco
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 27/08/2004 17.41
Come dire la fede cristiana oggi: due istruzioni per vincere l’oro
Sono un libro della diocesi di Roma sul “Credo” e un articolo della “Civiltà Cattolica” sul “Padre nostro”. L’uno e l’altro molto fieri del primato del cristianesimo. E molto severi contro gli scettici e le religioni rivali

di Sandro Magister                                    

 
 
ROMA – Nel pieno dell’estate sono usciti a Roma due scritti autorevoli che ambiscono entrambi a orientare il modo di annunciare al mondo la fede cristiana.

Il primo è un piccolo libro che si presenta come “un aiuto ai cristiani di Roma per esprimere le ragioni della propria fede”. Al posto del nome dell’autore si legge: “Diocesi di Roma”. Firma la prefazione il cardinale Camillo Ruini, che come vicario del papa è il titolare della diocesi. L’editore è la Lateran University Press, che fa capo alla Pontificia Università Lateranense....(...)
Il titolo è ripreso dalla seconda lettera di Paolo ai Corinti, capitolo 4, versetto 13: “Ho creduto per questo ho parlato”. Sottotitolo: “Per una intelligenza della fede”. In copertina la predica di Paolo ad Atene dipinta da Raffaello.

Il secondo scritto è un articolo apparso sul numero del 7-21 agosto 2004 della “Civiltà Cattolica”, la rivista dei gesuiti di Roma che di norma passa al vaglio della segreteria di stato vaticana prima d’essere data alle stampe. L’autore è il gesuita Roland Meynet, professore di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana. E il soggetto è il “Padre nostro”, la preghiera distintiva dei cristiani, insegnata da Gesù ai discepoli e riportata dal Vangelo di Matteo nel discorso della montagna.

Entrambi gli scritti vanno al cuore del cristianesimo: il “Credo” e il “Padre nostro”. Insistono volutamente sui tratti originali, unici della fede cristiana. Se la accostano ad altre religioni, è per mostrare che non è in alcun modo assimilabile ad esse. Ma andiamo per ordine.


1. Il “Credo” della diocesi di Roma


Nella sua prefazione a “Ho creduto per questo ho parlato”, il cardinale Ruini spiega che l’idea del volumetto gli è venuta dalla “missione cittadina” che negli anni scorsi egli ha promosso nella diocesi di Roma. Ci si è resi conto, scrive, che “non riusciamo ad esprimere con coerenza l’originalità che il cristianesimo possiede”. E quindi “ciò che si vuole proporre con questo testo è dare alcune ragioni per cui la fede in Gesù Cristo merita di essere accolta, scelta e vissuta. Essa non si pone accanto ad altre manifestazioni religiose, come fosse una delle tradizioni con le quali ci si viene a incontrare in un mondo ormai globalizzato. [...] Comunicare la fede nel mondo contemporaneo richiede l’impegno primario di conoscere ciò in cui si crede e di saperlo vedere nella sua verità e originalità, senza sincretismi di sorta”.

E ancora:

“Il dialogo, che particolarmente in questi anni impegna i cristiani con quanti non condividono la loro stessa fede, non è un impedimento, ma una provocazione a verificare più da vicino la peculiarità del cristianesimo e quindi a toccare con mano le differenze che lo contraddistinguono dalle altre religioni. Il rispetto nei confronti di quanti non condividono la nostra fede non equivale a una generica forma di tolleranza di cui spesso si sentono i richiami. Il rispetto è molto più profondo e impegnativo della tolleranza, perché conosce l’obiettivo finale: non un appiattimento generale delle religioni, ma la ricerca della verità, che può essere una sola e che va ricercata in piena libertà. Le forme diverse e le differenze non oppongono, ma provocano a verificare dove la verità abita e, una volta trovata, a diventare suoi familiari”.

Il fatto che nella capitale del cattolicesimo convivano oggi molte religioni diverse, scrive Ruini, non è una novità né dev’essere un freno:

“Roma è sempre stata una ‘patria communis’. Quando i primi cristiani arrivarono tra le sue mura trovarono la religione romana, quella ebraica e altre espressioni religiose che provenivano dalla regioni conquistate da Roma. Nessun cristiano si assimilò a una di queste religioni ma sentì, piuttosto, il dovere di comunicare la sua fede in Gesù Cristo, perché in lui tutto portava i segni del compimento e della definitività del senso della vita. Non ostacolarono le altre religioni, semmai si verificò il contrario. Ciò che fecero fu di vivere la fede nella maniera più coerente, per manifestare con il loro stile di vita il raggiungimento della verità. [...] I nostri giorni riportano con forza la presenza di tanti che vicino a noi professano un’altra religione. La nostra storia e il nostro stile di vita non cambia. Siamo chiamati a vivere la fede con la stessa intensità dei primi cristiani, con la stessa convinzione e con la stessa certezza che la pienezza della verità si trova solo in Gesù Cristo”.

Nel libro, “la superiorità della rivelazione cristiana sulle altre forme religiose” è affermata più volte senza timidezze. Anche le somiglianze sono smentite. Ad esempio:

“Il cristianesimo, a differenza della religione ebraica e dell’islam, non potrà mai essere definito come la ‘religione del libro’. La rivelazione di Gesù va ben oltre la codificazione di un testo. [...] L’annuncio che Gesù compie non è separato dal suo rendersi presente e mostrare il suo volto: un’unità incomparabile che la storia non aveva mai conosciuto in precedenza e che non troverà mai più riscontro successivamente”.

Un’altra somiglianza contraddetta dal libro è quella tra i martiri cristiani e musulmani:

“La fede è il caso serio della vita. E c’è una parola che permette di cogliere il senso globale della fede: il martire. Il martirio è il segno del più grande amore perché, per la fede, dà la testimonianza suprema, quella che sceglie liberamente la morte inflitta per la certezza di essere nella verità e di avere la vita”. [...] Anche “lo shahid ha un grande valore per l’islam sia sunnita che sciita: chi dà prova di aver rinunciato alla vita terrena per la gloria di Allah, si impegna nella jihad e per essa muore, guadagna il paradiso. [...] Ma lo shahid crea la morte di altre persone, crea una situazione di violenza e di morte senza fare distinzione alcuna se tra le sue vittime vi siano degli innocenti. Ciò che muove il suo intento è una volontà di imposizione del suo progetto di vita. [...] Riteniamo, pertanto, che non si addica a questo caso la definizione di martire; di fatto, ciò che viene offerto non è una testimonianza, ma un’esibizione che si pone soggettivamente a servizio di un’ideologia di violenza che non può essere paragonata né confusa con ogni altra espressione di dedizione, solidarietà e amore”.

In un altro passaggio il libro mette in evidenza la superiorità del cristianesimo non soltanto sull’islam ma anche sulle grandi religioni asiatiche:

“L’atto [cristiano] di fede si pone dinanzi alla verità di Dio e dell’uomo in maniera così coerente ed equilibrata che non trova riscontro in altre religioni. All’uomo non viene chiesto di umiliarsi oltre misura, annientando se stesso davanti a Dio. A Dio non viene imposto di immettersi in tutte le cose confondendosi con la sua stessa creazione”.

Quanto al “problema della salvezza di quanti sono nelle altre religioni”, il libro mette in guardia da una “trappola sottile” che descrive così:

“Se ci si salva in ogni religione, [...] ognuno deve permanere nella sua religione senza bisogno di conversione alcuna. E questo da una parte smorza l’esigenza della missione, dall’altra impedisce di analizzare se le religioni, in quanto tali, possiedano esse stesse una tensione verso il loro compimento e verso l’unica verità che si rende presente nell’unico vero Dio. Il tutto, insomma, sembra risolversi oggi in una conoscenza storica e fenomenologica delle altre religioni, senza entrare nel merito del confronto e del giudizio che deve essere dato”.

Da qui un giudizio critico sul moderno scetticismo e sul suo divulgatore più famoso, Umberto Eco:

“Alla base di questa teoria giace una profonda sfiducia nei confronti della verità. Il relativismo mostra qui il suo volto più simpatico e convicente, ma non per questo meno pericoloso e sbagliato. È sufficiente un’innocua espressione come quella di U. Eco nel suo ‘Il nome della rosa’ per verificare l’intenzione e l’ideologia che si nasconde dietro questo modo di pensare: ‘L’unica verità significa: liberarsi dalla morbosa passione per la verità’. Come si nota, alla base vi è una forma di idiosincrasia per la verità, perché si vuole sostenere che non esiste la verità, ma solo una personale verità che merita di essere vissuta senza essere offerta a nessun altro”. Mentre invece “il tema della verità per ogni religione è essenziale. Senza di essa si arriverebbe a un’equivoco rapporto con la divinità, senza mai avere la certezza della sua esistenza e dell’efficacia della preghiera”.

I capitoli centrali del libro hanno come titoli “Dio è Padre” e “Gesù il Rivelatore”. Esemplare il finale del primo di questi capitoli:

“Gesù ha certamente usato la parola ‘abbà’ per rivolgersi a Dio; la storicità di questo uso è ormai assodata e scientificamente provata. [...] ‘Abbà’ esprime amore, confidenza, intimità e sottomissione; questa gamma di sentimenti sono racchiusi nell’uso che Gesù fa del termine. Questo rivela la sua esperienza primordiale di Dio, la sua consapevolezza di appartenere a lui in modo unico. Per questo egli si differenzia dai discepoli quando parla del Padre [...]: tutti gli altri potranno chiamare Dio ‘Padre nostro’ solo dopo che lui ha rivelato e pronunciato il ‘Padre mio’. [...] Mai, nell’Antico Testamento né nella letteratura extrabiblica, si ha da parte di un uomo un rapporto simile nei confronti di Dio. Un ebreo mai avrebbe osato rivolgersi a Jhwh invocandolo in questo modo. [...] In questa espressione troviamo un’ulteriore conferma dell’originalità della fede cristiana. [...] Lo si è visto nei confronti della religione ebraica, ma anche il musulmano non potrebbe mai rivolgersi ad Allah invocandolo come ‘padre’: tra i 99 nomi che il Corano gli attribuisce manca quello di ‘padre’. [...] Né la peculiarità della relazione filiale del cristianesimo va confusa o identificata con una generica relazione di paternità fondata sulla creazione. Fin dai tempi antichi Dio viene chiamato ‘padre di tutte le cose’ e, in questo senso, il termine fa riferimento alla sua opera creatrice. Dire – come spesso si sente – che siamo tutti fratelli ha una verità che si fonda proprio in riferimento alla creazione. In quanto uomini e donne di questo mondo, siamo tutti fratelli e sorelle perché facciamo riferimento a un unico Creatore che è all’origine di tutto e che per questo viene chiamato ‘padre’. [...] Ma in più i cristiani sono fratelli e sorelle perché credono in Cristo che è il Figlio di Dio e in lui possono rivolgersi a Dio chiamandolo Padre. La relazione di figliolanza, pertanto, va oltre la sfera generica della creazione e si inserisce in quella specifica della fede che sostiene di avere Dio per Padre perché nell’acqua del battesimo si è ricevuta la sua vita, caparra fin d’ora di quanto sarà offerto nella vita eterna. Nel Figlio, dunque, siamo veri figli, e per la fede in lui possiamo dire con piena fiducia la preghiera che ci ha insegnato come suoi discepoli: ‘Padre nostro’”.

E proprio il “Padre nostro” è il soggetto dell’articolo uscito su “La Civiltà Cattolica” del 7-21 agosto 2004, il secondo testo di cui qui si dà conto.


2. Il “Padre nostro” della “Civiltà Cattolica”


Anche l’articolo di p. Roland Meynet sull’autorevole rivista dei gesuiti di Roma istituisce un confronto tra il cristianesimo e l’islam, per l’esattezza tra il “Padre nostro” e un’analoga preghiera propria della tradizione musulmana:

“Nostro Signore che sei nel cielo,
sia santificato il tuo nome,
il tuo comando sia nel cielo e la terra.
O Dio, come il tuo comando è nel cielo, così metti la tua misericordia su di noi sulla terra.
O Dio, Signore dei buoni, perdona a noi le nostre colpe e i nostri peccati e le nostre mancanze,
e fa scendere la tua misericordia e una guarigione delle tue guarigioni su ciò di cui uno soffre, e che guarisca”.

Ma le similitudini, fa subito notare Meynet, sono solo apparenti:

“Sin dalla prima parola, colui a cui è rivolta la preghiera non è chiamato ’Padre nostro’, ma ‘Nostro Signore’; tutta la differenza è già qui. Molti cristiani, talmente abituati a considerare Dio come Padre, non possono neppure immaginare che possa essere considerato diversamente presso gli altri credenti. Ora l’islam si distingue dalla fede cristiana su questo punto fondamentale della filiazione divina. Per l’islam, Gesù non è in nessun caso Figlio di Dio; a maggior ragione i suoi discepoli! Si capisce allora perché la domanda centrale del ‘Padre nostro’, che è la domanda specifica del figlio, sia del tutto assente dalla preghiera che la tradizione musulmana fa risalire allo stesso Maometto”.

E la “domanda centrale”, lì assente, alla quale si richiama Meynet è quella che è invece al centro della sua esegesi del “Padre nostro”:

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Essa è centrale nel “Padre nostro” non solo per la posizione che occupa – quarta di sette domande – ma soprattutto per il suo significato.

Essa si ricongiunge, nel discorso della montagna di Matteo 5-7, a un altro grande settenario, quello delle beatitudini. Che a sua volta ha come quarta e centrale beatitudine una richiesta di nutrimento:

“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”.

Nell’insieme delle beatitudini, fa notare Meynet, la giustizia si identifica con Gesù:

“Il pane chiesto al centro del ‘Padre nostro’ ha dunque qualcosa a che vedere con la giustizia e, se Gesù è identificato con la giustizia, abbiamo il diritto di intendere il pane come ‘il pane che viene dal cielo’ (Gv 6,32). Le parole di Gesù riportate nel quarto Vangelo – ‘Io sono il pane di vita, chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete’ (Gv 6,35) – fanno eco diretta alla beatitudine centrale”.

Ma c’è di più:

“La domanda del pane quotidiano è quella che meglio si accorda con il nome di colui al quale è rivolta la preghiera: ‘Padre nostro’. [...] Le prime parole che Dio rivolge all’uomo appena creato, maschio e femmina, sono una duplice benedizione. La prima è ‘Siate fecondi e moltiplicatevi’ (Gen 1,28). [...] Dio è padre e il primo dono che fa all’uomo è la paternità. La seconda parola di Dio, che comprende il verbo ‘donare’, concerne il nutrimento: ‘Ecco io vi dò ogni erba...’ (Gen 1,29). [...] Ciò che Dio dona è il mangiare. Il nutrimento è la vita che si sostiene e si sviluppa. Dando il nutrimento, Dio si comporta dunque come un padre. [...] Non è certamente insignificante che la prova delle prove [per i progenitori] verta sul mangiare, più precisamente sul dono del nutrimento. E questo sfocerà nella maledizione del suolo, e a questa parola di Dio ad Adamo: ‘Con il sudore del tuo volto mangerai il pane’ (Gen 3,19). È la prima volta che la parola ‘pane’ compare nella Bibbia. La domanda centrale del ‘Padre nostro’ vi risponde. [...] Ciò che la domanda del pane lascia intendere è che ormai non sarà più con il sudore del suo volto che l’uomo mangerà il pane, ma lo riceverà dalla mano di Dio, gratuitamente. [...] Il pane che Gesù ci fa chiedere nel ‘Padre nostro’, il pane che egli stesso darà, è il suo corpo dato, insieme con il suo sangue versato, ‘per la remissione dei peccati’ (Mt 26,28). Gesù è il nuovo Adamo, che si dà invece di voler prendere, e così redime il peccato di origine. [...] Si deve anche ricordare che, fin dalla nascita, Gesù viene posto ‘in una mangiatoia’; se la narrazione di Luca 2,1-20 insiste per tre volte sulla mangiatoia, è per indicare che il neonato è un nutrimento, ciò che si realizzerà alla fine del Vangelo nel dono del corpo di Gesù durante il pasto pasquale (Lc 22,19-20). Infine si deve aggiungere che Gesù nasce a Betlemme, che significa ‘la casa del pane’”.

* * *
L’esegesi del “Padre nostro” su “La Civiltà Cattolica” merita d’essere letta per intero, così come il libretto della Diocesi di Roma “Ho creduto per questo ho parlato”.

Sono segnali di una nuova attitudine nel dire oggi le ragioni della fede cristiana: attitudine più di rottura che di conformità con lo spirito del tempo, più di distinzione che di adattamento, più di missione che di dialogo.

__________


Il libro:

Diocesi di Roma, “Ho creduto per questo ho parlato. Per una intelligenza della fede”, Lateran University Press, Roma, 2004, pp. 152, euro 8,00.

Il link all’editore:

> Pontificia Università Lateranense

E alla rivista dei gesuiti di Roma che ha pubblicato, con l’imprimatur del Vaticano, l’articolo di p. Roland Meynet:

> “La Civiltà Cattolica”

__________
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 27/08/2004 18.20

CHIESA IN AMERICA
Calorosa accoglienza a Rimini per il presule alla guida della più colta diocesi degli Stati Uniti «Gli ispanici? Con i loro saldi principi contribuiranno al bene comune della società»

«Amnesia spirituale, male d’Occidente»

www.avvenire.it

L’arcivescovo di Boston al Meeting: senza valori democrazie fragiliIl cappuccino Sean O’Malley: «Oggi tanti cattolici americani hanno capito il senso vero delle parole del Papa sulla guerra»

Dal Nostro Inviato A Rimini
Paolo Lambruschi

L'arcivescovo con il saio ha conquistato il Meeting. I sandali e l'abito francescano del nuovo presule di Boston, Sean O'Malley, 60 anni, hanno affascinato la vasta platea accorsa ieri sera per ascoltare il cappuccino che da un anno guida la diocesi più colta del Nord America, chiave di volta per una Chiesa che deve ricostruirsi. E O'Malley, uomo noto per il suo fervore evangelico, la semplicità e la profonda spiritualità possiede, oltre al fascino dell'umiltà, un passato di difensore della vita e della persona che lo accredita come nuova guida di una comunità che deve fare i conti non solo con gli scandali legati agli abusi commessi da sacerdoti, ma soprattutto con l'ultima ondata migratoria ispanica, di fede cattolica, che sta profondamente cambiando la società statunitense. Oggi questa minoranza etnica proveniente dall'America Latina è diventata la più numerosa nel Paese e il fenomeno ha spaventato le élites anglosassoni che si chiedono se, come gli irlandesi, i tedeschi e gli italiani nel secolo scorso, riusciranno a integrarsi nel crogiuolo di razze e nei valori protestanti del sogno americano.
«Father Sean», il cappuccino che ha scelto di andare a vivere nella periferia di Boston, è stato direttore dell'Apostolato per gli ispanici di Washington negli anni Settanta, quando diede forte impulso alle scuole parrocchiali e ai servizi per l'integrazione e l'accoglienza. Poi, dal 1992 al 2002 è stato vescovo di Fall River, nel Massachusett, dove ha dato profondo impulso all'azione caritativa costruendo dormitori e mense per homeless e prendendo spesso posizioni contro l'ingiustizia sociale. Nella conversazione al Meeting condotta dal teologo Lorenzo Albacete, O'Malley ha subito messo in evidenza le difficoltà che affliggono oggi la democrazia americana. «Il problema più grosso è l'individualismo esasperato, che ha portato molta gente a vivere da sola, alienata davanti a un computer o ad uno schermo televisivo, a isolarsi dalla comunità. La stessa religiosit à è diventata un fatto privato, siamo afflitti da amnesia spirituale. L'edonismo, la ricerca esasperata del successo sono i nuovi valori e le celebrità hanno preso il posto degli eroi. Abbiamo dimenticato l'idealismo dei padri fondatori che costruirono la democrazia su un'etica forte che valorizzava il sacrificio per il bene comune. Senza valori autentici che tutelino la persona, la democrazia è fragile, senza legami con il prossimo non c'è libertà».
O'Malley è ritornato anche sul rapporto tra Chiesa cattolica e Stato, tema da sempre molto delicato negli Usa. «Quando voci religiose come l'arcivescovo di New Orleans, ai tempi della segregazione razziale, minacciarono di scomunica i legislatori cattolici che promulgavano leggi razziste, nessuno ebbe nulla da obiettare. Ricordo che quando il cardinale di New York O'Connor accennò negli anni Ottanta alla scomunica per i politici cattolici che sostenevano il diritto all'aborto, venne travolto dalle polemiche. Ma la nostra fede ci chiede di tutelare sempre la vita umana e i più deboli».
Come si comporteranno i cattolici americani alle prossime presidenziali di novembre? «La conferenza episcopale stilerà un documento elencando i temi sui quali un credente deve chiedere ad un politico di impegnarsi. Penso alla difesa della vita, del matrimonio, alla tutela delle minoranze e dei deboli». O'Malley guarda alle minoranze ispaniche con favore. «Daranno un apporto positivo agli Stati Uniti perché la nostra storia insegna che ci siamo costantemente rinnovati grazie all'immigrazione. Gli immigrati dai Paesi cattolici porteranno i valori della famiglia e la voglia di contribuire al bene comune della società. Saranno decisive per la loro integrazione le nostre scuole parrocchiali, che si sostengono con la generosità dei fedeli, e che son molto più efficaci delle scuole pubbliche nell'educazione dei neri e dei latinoamericani».
E O'Malley registra infine due importanti cambiamenti nell'opinione pubblica statunitense. «Oggi i cat tolici degli Usa hanno cambiato idea sulla guerra in Iraq. Quando il Santo Padre espresse le sue riserve sull'intervento, molti non capirono le sue parole perché credevano che servisse il conflitto per sconfiggere il terrorismo internazionale. Oggi il supporto dei cattolici all'intervento è decisamente declinato. In campo ecumenico, registro il riavvicinamento degli evangelici, che non considerano più la chiesa cattolica come l'Anticristo per le nostre posizioni contrarie all'aborto e in difesa del matrimonio». E per la sua opera cruciale per il futuro della Chiesa negli Usa, «Father Sean» ha incassato la promessa di aiuto del popolo di Cielle.

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