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L'indulgenza per il bacio alle fedi fra i due sposi, di Giovanni XXIII

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2010 17:12
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19/04/2010 16:49
 
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 Forse pochi sanno di questa iniziativa del Beato Papa Giovanni XXIII che desideriamo riproporre a quanti non la conoscono o l'hanno dimenticata:


L'indulgenza per gli Sposi di papa Giovanni XXIII

Forse pochi sanno che Giovanni XXIII ebbe una felicissima intuizione, quando volle regalare agli sposi cristiani un facile, profondo, “laico” (cioè non clericale o monastico) modo di vivere la religiosità in coppia, cioè: legò una “indulgenza speciale” (e parziale) al gesto coniugale del baciarsi almeno una volta al giorno reciprocamente l'anello del matrimonio.

Come si sa, l'indulgenza è un beneficio
spirituale che Dio concede per mezzo della Chiesa e tradizionalmente è collegata a una pratica religiosa: la recita di una preghiera o un atto di culto.
 
Per il Papa il baciarsi quell’anello l'un l'altro
con coscienza illuminata, anche senza speciali preghiere o parole, anche se fatto materialmente in pochi secondi, viene equiparato ad un atto di culto a Dio; come il fare certe devozioni, fare la via crucis ecc..

Certo, tal gesto non sostituisce la Preghiera verso la quale gli sposi devono attendere (men che meno il ricorso ai Sacramenti come la Confessione frequente e la Comunione), ma il Papa voleva sottolineare come le due fedi non sono un semplice ornamento per le mani, e come l'anello ha un significato anche per i Vescovi e per lo stesso Pontefice, così anche l'anello degli sposi ha una rilevanza importante, sono di fatto un elemento sacro del Sacramento ricevuto con il Matrimonio.

Dalle parole del Pontefice esce un quadro della figura del Padre di Famiglia che davvero è necessario riscoprire....

"Anche il padre di famiglia benedice i figlioli, proprio come fa un sacerdote con tutti i figlioli della santa Chiesa", soleva dire Giovanni XXIII, "li benedice perchè Dio ha dato ai Papà la sua autorità per governare la famiglia. Egli non vi deve spadroneggiare, ma ad imitazione dello Sposo santissimo di Maria, San Giuseppe, tutti i Papà sono chiamati a difendere la Famiglia, a proteggere la propria sposa e i figli che Dio vorrà loro mandare. Ecco come l'armonia familiare diventa così testimonianza in questo mondo di grandi cambiamenti e dove le famiglie cristiane sapranno essere quell'esempio di incorruttibilità nelle mode passeggere, dell'amore vero di Dio che non passa mai!"

Per questo - concludeva il Papa - " è necessario che gli sposi scoprano ogni giorno il significato della fede nunziale che portano al dito, lo bacino ogni giorno promettendosi entrambi il rispetto, l'onestà dei costumi, la santa pazienza del perdonarsi nelle piccole mancanze, e che guardino a queste fedi che portano quale legame di indissolubilità nella quale i figli che Dio vorrà loro mandare, impareranno a crescere nelle sante virtù che tanto piacciono a Dio e rendono felice Gesù, ma che poi rendono felice la famiglia stessa che saprà così testimoniare come si vive da cristiani e come si è felici di superare insieme ogni giorno le difficoltà della vita..."

Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori (sal 127);


ANELLO: TRADIZIONE E STORIA


Etimologia Dal latino anellus, diminutivo di anus "cerchio". Cerchietto usato per adornare le dita delle mani e, in alcune civiltà, anche dei piedi.
Nel corso dei secoli è stato impiegato con funzioni diverse da quella decorativa: come simbolo di uno stato sociale, come emblema di potere e autorità o come talismano.
Gli antichi egizi saldavano agli anelli sigilli raffiguranti scarabei e geroglifici, mentre i greci indossavano cerchietti d'oro con cammei o incisioni. Presso gli antichi romani l'uso di questi monili era regolato dalla legge: gli anelli dei cittadini liberi erano d'oro, quelli degli schiavi liberati d'argento e quelli degli schiavi di ferro.
Le matrone romane sfoggiavano fedi nuziali cui era talvolta applicata una piccola chiave, segno della loro autorità nella famiglia.

Anche i primi cristiani utilizzarono questi gioielli e ben presto venne adottata la pratica della consegna di un anello a re e vescovi durante la cerimonia di incoronazione o consacrazione.
Per tradizione, i pontefici ricevono tuttora il cosiddetto "anello piscatorio", raffigurante la barca di san Pietro contornata dal nome del papa; l'anello, utilizzato per sigillare le epistole papali, viene spezzato alla morte del pontefice.
 La popolarità di questo tipo di ornamento raggiunse il culmine nel XVI secolo, periodo in cui si amava indossare su ciascun dito uno o più anelli, dotati di sigillo o più spesso impreziositi da pietre. 

Gli anelli nuziali e di fidanzamento hanno origini molto antiche; la consuetudine maschile e femminile di indossare un cerchietto d'oro dopo il matrimonio si affermò ben presto come testimonia una Lettera di sant'Ignazio a san Policarpo dove dice:

Ogni cosa per la gloria di Dio


V, 1. Fuggi i mestieri vietati e di più predica contro di essi. Raccomanda alle mie sorelle di amare il Signore e di sostenere i mariti nella carne e nello spirito. Così esorta anche i miei fratelli, nel nome di Gesù Cristo, ad amare le spose come il Signore la Chiesa. 2. Se qualcuno può rimanere nella castità a gloria della carne del Signore, vi rimanga con umiltà. Se se ne vanta è perduto, e se si ritiene più del vescovo si è distrutto. Conviene agli sposi e alle spose di stringere l’unione con il consenso del vescovo, perché le loro nozze avvengano secondo il Signore e non secondo la concupiscenza. Ogni cosa si faccia per l’onore di Dio.


e come dimostra un bellissimo dipinto dello "Sposalizio della  Vergine" Maria, del Raffaello del 1504, alla quale san Giuseppe dona l'anello nuziale... 


                                  File:Sposalizio Vergine (particolare).jpg

mentre l'abitudine di incidere i nomi degli sposi e la data delle nozze all'interno della vera risale al Settecento....
 

Giovanni XXIII applica questa iniziativa da una iniziativa del suo Predecessore, il venerabile Pio XII che citerà egli stesso nella sua Lettera Apostolica "Le Voci" circa la protezione di san Giuseppe alla Chiesa durante il Concilio
quando dice:

Come quando il 10 aprile del 1940  invitava i giovani sposi a porsi sotto il sicuro e soave manto dello Sposo di Maria....
Discorsi e Radiomessaggi di S. S. Pio XII, vol. II pp. 65-69 )




*****************************


Fonte "anonima", perchè io l'ho copiato da un pieghevole che ho ritrovato nella mia biblioteca fra il materiale catechetico per i fidanzati e per gli sposi, quando frequentavo i corsi diocesani come sostegno alle coppie nelle Parrocchie.... Occhiolino qui ho aggiunto solo le foto...ad occhio e croce potrebbe corrispondere agli anni dell'inizio del 2000, segue alla fine del pieghevole la Preghiera e san Giuseppe:

ORAZIONI A SAN GIUSEPPE
1)

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo,
e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo. Cessi da noi, o padre amatissimo, questa peste di errori e di vizi, che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità, e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, accioché a tuo esempio e mercè il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.

2)

Ricordati, o purissimo sposo di Maria Vergine, o caro mio protettore san Giuseppe, che mai si udì avere alcuno invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto senza essere stato consolato. Con questa fiducia io vengo a te, e a te fervorosamente mi raccomando. O san Giuseppe, ascolta la mia preghiera, accoglila pietosamente, ed esaudiscila.

3)

Glorioso san Giuseppe, sposo di Maria e padre verginale di Gesù, pensa a me, veglia su di me. Insegnami a lavorare per la mia santificazione, e prendi sotto la tua pietosa cura i bisogni urgenti che oggi io affido alle tue sollecitudini paterne. Allontana gli ostacoli e le difficoltà, e fa' che il felice esito di quanto ti chiedo sia per la maggior gloria del Signore e per il bene dell'anima mia. E in segno della mia più viva riconoscenza, ti prometto di far conoscere le tue glorie, mentre con tutto l'affetto benedico il Signore che ti volle tanto potente in cielo e sulla terra.

4)

San Giuseppe, sposo dolcissimo di Maria, padre putativo di Gesù, custode della santa Chiesa, a te ricorriamo per essere rivestiti delle tue virtù: della tua fede, della tua umiltà, della tua obbedienza, della tua pazienza, del tuo silenzio adorante e del tuo spirito di abbandono. Difendici da tutti gl iassalti del maligno e provvedi alle nostre necessità spirituali e materiali, affinché possiamo cercare unicamente il Regno di Dio e servire al trionfo del Cuore Immacolato di Maria, tua SS. sposa. San Giuseppe, prega per noi.

 Sorriso


(a quanti volessero copiare questo breve, invitiamo di farlo citando la fonte poichè mi assumo io la responsabilità della copiatura del pieghevole da me trascritto in rete...grazie! )

[Modificato da Caterina63 19/04/2010 17:12]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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