A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

I 7 Vizi Capitali: Superbia, Accidia, Lussuria, Ira, Gola, Invidia, Avarizia e le vere virtù

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2016 19:22
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
25/04/2010 11:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

XXVII - XXIX. L'arte della guerra

Chi ha letto "L'arte della guerra" di Sun Tzu sa che il miglior generale è chi vince senza combattere. Fra Umberto di Romans (1254-1263 4° Maestro Generale dell'Ordine dopo san Domenico e beatificato dalla Chiesa), adotta il medesimo principio riguardo alla castità: chi è veramente virtuoso la tentazione non ha bisogno di combatterla, perchè nemmeno l'avverte. Ora, la virtù, proprio come l'arte della guerra, è una cosa che si impara. Bisogna conoscere le proprie forze, e quelle del nemico, e la conformazione del terreno.


Proprio come Machiavelli raccomanda al Principe, così Umberto raccomanda ai suoi frati - nella migliore tradizione del "realismo morale" - di sterminare il nemico molto prima che diventi potente e pericoloso. E per fare questo, Umberto, in qualità di stratega della guerra spirituale, dà qualche prezioso consiglio. Mi chiedevo, nel post precedente, perchè Umberto non ammonisse a controllare lo sguardo. Ed ecco che la prima pedina che il frate domenicano suggerisce di muovere è propria questa: attenti a cosa guardate! attenti a dove vi casca l'occhio... e la freccia del mouse!

XXVII. Sforziamoci quindi, fratelli, di preservare nel corpo e nella mente la continenza che noi proclamiamo cingendoci i fianchi (Lc 12) ed il seno con l'aurea cintura (Ap 1). Se, invero, la tentazione della carne o del demonio ci spinge la peccato, almeno non soggioghi una mente che resiste con fortezza.

Cambia molto avere le virtù cardinali o quelle purgative o quelle eroiche, poichè le ultime sono migliori delle prime tanto quanto possiedono già dopo il trionfo la quiete della purezza sincera. Infatti, sebbene sia assolutamente lodevole resistere ai desideri carnali, ancora più lodevole è non sentire le incitazioni della tentazioni. Infatti, nonostante si vinca in battaglia, comunque si viene colpiti e feriti. E anche nel caso di un tumulto che uno seda con le armi: proprio quando si sperava di avere ottenuto la pace, ecco che il tumulto scoppia di nuovo. Mai, battagliando, si potrà essere sicuri di un nemico, se poi, dopo la vittoria, lo si lascerà padrone nei suoi territori. Davide, dopo aver smesso di combattere perchè aveva sottomesso i nemici, era più sicuro che quando era sottoposto ai pericoli della guerra (2Re 11). Nell'arca di Noè la situazione viene dichiarata tranquilla quando tutti gli animali si riposano e si sono calmati (Gn 8). E allora noi giungiamo a questa lodevole pace, quando non abbiamo più bisogno di combattere contro i vizi che ci tentano, ma, appena ci si presentano davanti all'occhi della ragione, ci schifano peggio che un serpente (Qo 21).

XXVIII. Dobbiamo evitare non solo le nefaste opere della lussuria, ma anche le circostanze che ci spingono ad esse, come occhiate incaute, toccatine, baci e abbracci, frequenti chiaccherate e risata.

XXIX. E infatti, poichè la morte entra attraverso le nostre finestre (Ger 9), è necessario che lo sguardo stesso venga controllato con molta attenzione, affinchè, mentre incautamente guardiamo cose esteriori, non perdiamo ricchezze interiori. Certamente se Davide avesse evitato certi sguardi incauti, non sarebbe caduto affatto in tanta mala tentazione (2 Re 11). E anche Dina perse la castità, poichè gironzolando per guardare le donne della regione, non pensò a custodire se stessa (Gn 34). Ci tramanda un esempio per proteggere il nostro sguardo il Salvatore nostro, che, quando venne deriso, non rifiutò che i propri occhi fossero velati (Mc 14). Di conseguenza, caviamoci gli occhi che ci scandalizzano, secondo il consiglio del Signore, così che ci sforziamo di distogliere con naturalezza lo sguardo, per non assorbire vanità.


XXX. Inoltre dobbiamo guardarci dal contatto non solo con donne lascive, ma anche con quelle virtuose: infatti, per quanto la terra sia buona, e lo sia anche la pioggia, mischiate l'una all'altra danno il fango. In questo modo, anche presupposto che la mano dell'uomo e quella della donna siano buone, tuttavia dal loro contatto talvolta nascono pensieri o sentimenti fangosi. Se uno tocca la pece, si sporcherà senz'altro la mano (Qo 13). E quale sciocco crede di poter mettere la mano nel fuoco e non bruciare (Pro 6)? Per questo un tal santo, trasportando per un fiume la propria madre, avvolgeva la mano in una coperta per non toccarla (Vite dei Padri del deserto).

XXXI. Se, quindi, secondo il detto dell'Apostolo (1Cor 7), è bene non toccare una donna, tanto più lo è non baciarla.

La concupiscenza, tuttavia, inganna ed acceca alcuni al punto che sostengono che baciare è cosa lecita, visto che, a quanto pare, quello stesso apostolo aveva permesso il bacio (1 Cor 16). Che brutta fine fa il giudizio della ragione, quando la smania di fare qualcosa lo incomincia a dominare! Una mente ossessionata, infatti, si plasma la coscienza a piacimento mentre realizza le proprie brame. Compiuto il fatto, questa stessa coscienza punge con amari rimorsi la mente, che, deviando verso il male, ha lasciato la strada della verità. Coloro che si preparano alle nozze eterne non desiderino abbracci mortali! Chi desidera l'abbraccio dello sposo del cielo è meglio che sia provvisto delle lampade della purezza e l'olio della gioia (Mt 25).


XXXII. I rimedi contro la lussuria sono di sicuro: schivare le familiarità sospette, non confidare troppo in se stessi, fuggire le occasioni di tentazione, turare i propri sensi, limitare i pensieri cattivi, domare la carne, resistere alle passioni nascenti, tenersi sempre occupati in attività virtuose. Infatti, l'antico nemico dà da fare con le sue male faccende a chi non ha nulla di meglio da fare.

Anche se dobbiamo combattere contro gli altri vizi, sappiate, però, che il vizio dell'incontinenza lo dobbiamo fuggire in modo speciale. Non per nulla, così come il malato non raffredda la febbre bevendo acqua gelida, ma la rinfocola, così ricercare i rimedi per la concupiscenza quando si è già in mezzo alla tentazione, non sazia nè estingue la passione.

XXXIII. Il cuore va custodito con ogni custodia (Prv 4), giacchè è chiaro che viene combattuto in molti modi. Nel resistere è anche necessario che siamo più guardinghi proprio lì dove sperimentiamo che gli attacchi del nemico sono più forti. Infatti il diavolo pone le trappole delle tentazioni più spesso lì dove ci percepisce più incauti; e si sforza maggiormente di vincerci lì dove sa che siamo più deboli.

La pace e la concordia sono sempre lodevoli tranne quando si combatte contro i vizi. A ciò si fa opportunamente cenno quando si ricorda che la torre di Davide fu munita di bastioni e che fu decorata con mille scudi e con tutte le armi dei forti (Ct 4). E ancora, i Gebusei vennero lasciati vivere tra gli Israeliti perchè questi si esercitassero nella guerra (Gdc 1) e i Maccabei ebbero il permesso ci combattere di sabato (1Mc 2), in modo che sia chiaro quanto Dio gradisca la lotta contro il vizio. Riflettete bene su quel frate che un vecchio vide attaccato attraverso immagini di varie forme che gli si formavano davanti agli occhi e che, poichè per negligenza non le respinse, macchiarono la bellezza del suo cuore di fronte al Dio che tutto scruta (Vite dei Padri). Al contrario ece bene quel frate che, tentato, per dimenticarsi meglio tali cose, si plasmò una donna di fango (ibidem).

In riferimento alla custodia del nostro cuore, un cherubino dalla spada fiammeggiante è posto davanti alla porta del paradiso (Gn 3). Sforziamoci quindi di calpestare la testa del serpente, cioè di resistere ai primi cenni di tentazione per sconfiggere il nemico quando è debole; per distruggere la depravazione quando è ancora in seme; e per sbattere contro quella pietra che è Cristo i nostri bambini (Sal 136): e se il nostro nemico ci visita spesso con le tentazioni, la sua frequenza non ci venga a noia, per non essere come pietre scavate dalle gocce non con la violenza, ma con la costanza, come nel detto: "la goccia scava la pietra non con la forza, ma cadendo spesso". Ciò traspare dalla storia di quel padre del deserto che, come un atleta di Cristo resistette alla tentazione per quarant'anni, ma che poi cadde vinto nel tempo di una notte (Vite dei padri).

[Modificato da Caterina63 14/05/2010 23:37]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:09. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com