A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Spirito Santo, Terza Persona della SS.ma Trinità (Novena e Preghiere)

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2016 13:38
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10/05/2010 12:57
 
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NOVENA DI PENTECOSTE


Ringrazio don Luciano Micheli, Arciprete di Ferrandina, per questo dono a tutti i lettori di Fides et Forma. Il testo della novena potete scaricarlo cliccando qui.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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10/05/2010 13:04
 
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[SM=g1740738] Un aiuto attraverso alcuni video.....



[SM=g1740738]



[SM=g1740738]



Un Video fatto con il Magistero della Chiesa ispirato dallo Spirito Santo ai Pontefici
Il Veni Creatori Spiritus, Inno allo Spirito Santo, ci aiuti ad accoglierlo....e a metterlo in pratica...

Veni, Creator Spiritus
mentes tuorum visita
Imple superna gratia
quae tu creasti pectora.

Qui diceris Paraclitus,
Altissimi donum Dei,
fons vivus, ignis, caritas,
et spiritalis unctio.

Tu septiformis munere,
digitus paternae dexterae;
tu rite promissum Patris,
sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis,
virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius,
pacemque dones protinus,
ductore sic te praevio,
vitemus omne noxium.

Per te sciamus da Patrem,
noscamus atque Filium,
teque utriusque Spiritum
credamus omni tempore.

Deo Patri sit gloria
et Filio, qui a mortuis
surrexit, ac Paraclito,
in saeculorum saecula.
Amen.

Traduzione italiana

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio uniti
in un solo Amore.

Sia gloria a Dio Padre,
al Figlio, che è risorto dai morti
e allo Spirito Santo
per tutti i secoli.
Amen.




[SM=g1740738]


[SM=g1740757] [SM=g1740752]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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20/05/2010 10:36
 
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Domenica 23 maggio , Solennità della Santa Pentecoste, nel Santuario di Campocavallo alle ore 16,45 sarà celebrata la Santa Messa Solenne nell’anniversario dell’ordinazione di un Sacerdote che verrà a condividere con i Francescani dell’Immacolata quella bella ricorrenza.
Vi prego di “spargere voce” per questa importante celebrazione nel santo giorno di Pentecoste.

                                                          

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TERZO PELLEGRINAGGIO REGIONALE TOSCANO

Organizzato dal Coordinamento Toscano “Benedetto XVI”
Sabato 29 maggio 2010
SANTUARIO DELLA MADONNA DI MONTENERO LIVORNO
Ore 11 Ritrovo dei pellegrini sul sagrato del santuario
e recita del santo Rosario Ore 11,30 SANTA MESSA PONTIFICALE IN RITO ROMANO ANTICO celebrata da
S. ECC. REV.MA MONS. ENNIO APPIGNANESI Arcivescovo Emerito di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo
su invito di S. Ecc. Rev.ma Mons. Simone Giusti,Vescovo di Livorno

Servizio liturgico dell'Istituto di Cristo Re sommo Sacerdote, dei Frati Francescani dell'Immacolata e dell'Opera di Maria Madre della Chiesa
 
Il Santo Padre Benedetto XVI, con decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica del 14 maggio 2010, concede a tutti i partecipanti al pellegrinaggio l'INDULGENZA PLENARIA alle solite condizioni.
 
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

 
Carissimi,
Vi consiglio di  leggere su Rinascimento Sacro il testo della lettera che il Cardinale Prefetto della Congregazione del Culto Divino ha inviato ai partecipanti del recente Congresso sul Motu Proprio “Summorum Pontificum “ a Madrid.

Ecco la traduzione curata da RS :

Da una lettera in spagnolo inviata dal Prefetto del Culto Divino Cardinal Canizares a quanti han preso parte al primo Congresso Liturgico Summorum Pontificum che ha avuto luogo a Madrid alla fine di Aprile, traggo questo passo :
[...] Il Motu Proprio Summorum Pontificum va inteso all’interno di questo quadro completo degli insegnamenti e delle azioni del Santo Padre, mai come [qualcosa di] isolato o aneddotico, destinati esclusivamente per l’interesse di pochi e in luoghi con specifici problemi . Favorire l’accesso alla forma liturgica ufficiale del Rito romano precedente alla riforma promossa dal Concilio Vaticano II non è una concessione alla nostalgia o all’integralismo, è [invece] un passo per favorire la comunione ecclesiale e un aiuto per orientare e comprendere l’attuale “forma ordinaria” di celebrare la liturgia romana, all’interno di una “ermeneutica della continuità [...].
 
Su Messainlatino il Convegno di Madrid è riportato nella sua interezza
http://blog.messainlatino.it/2010/05/il-card-canizares-il-motu-proprio-e-per.html .

Fra i tanti frutti del Motu Proprio, oltre alla fioritura di tante vocazioni, soprattutto in America e in  Australia, segnalo anche questo articolo che Messainlatino ha voluto evidenziare : si tratta della professione solenne di 10 monache dell’Ordine Benedettino “ Maria Regina degli Apostoli” che si sono consacrate definitivamente a Dio il 15 marzo scorso nella Diocesi di Kansas ( Missouri) dove il Vescovo Diocesano è solito incoraggiare le pratiche tradizionali (
http://blog.messainlatino.it/2010/05/i-buoni-frutti-del-motu-proprio.html ).
 
 
Il Motu Proprio “dono per tutta la Chiesa” è nella mens del Papa.

Dagli  esegeti della Curia Romana al alcuni devoti parroci della nostra meravigliosa regione questa realtà si sta consolidando.
Nei giorni scorsi ho avuto la consolazione di ascoltare il medesimo concetto, unito ad un particolare incoraggiamento, espresso da un Ecc.mo Vescovo “intra nostra terra picena”.
Mi ricordo che in uno dei colloqui che ebbi  la fortuna di fare con un compianto e venerato Vescovo marchigiano, vera icona del Buon Pastore, una volta ebbe a dirmi seriamente ( cito quasi testualmente, perché quelle parole mi rimasero impresse) che per quanto riguarda la Liturgia “ Il Concilio aveva stabilito una cosa , poi hanno fatto tutto l’opposto”.

In effetti nel viaggio dell’attuazione delle norme conciliari le tesi liturgiche del Concilio “ pane della saggezza” ( Cfr. Carlo Belli, Altare deserto, Giovanni Volpe Editore 1983, pag.15) subirono alterazioni, deformazioni ideologiche, interpretazioni soggettive tanto che , al termine dell’iter, sfociarono in un risultato completamente diverso dalle enunciazioni iniziali dei Padri Conciliari.
 
Poiché siamo vicini alla festa del Corpus Domini vi invito a leggere quanto   Daniele Di Sorco ha scritto di  commento sul trasferimento  delle feste dell’Ascensione del Corpus Domini.
 
 
Consiglio a tutti di acquistare l’ultima pubblicazione dell’eccellente studioso di arte sacra Francesco Colafemmina sul discusso Santuario di Renzo Piano a San Giovanni Rotondo ( concepito, fra l’altro, con in banchi senza inginocchiatoi e con una specie di croce senza l’immagine del Crocifisso ).
Il libro, frutto della devozione verso San Pio da Pietrelcina , pervaso dal profondo amore  per la vera arte sacra, si prefigge una nobile missione : il ricavato, infatti, sarà devoluto ad istituzioni cattoliche veramente bisognose di aiuto.

Su questo sito potete avere tutte le informazioni per l’acquisto del libro, che dovrebbe essere presentato, con ogni probabilità, durante l’estate, anche a Porto San Giorgio ed a Camerino.
http://www.settecolori.it/-site-/sk_libri.asp?IDLibri=46
 Vi consiglio anche di leggere il sito del Dott. Colafemmina
 
http://fidesetforma.blogspot.com/
 
 
Vi saluto con affettuosa riconoscenza
 
Andrea Carradori
 
Orari , ancora incompleti in alcune parti, della Festa del Sacro Cuore 2010 nella Chiesa omonima di Tolentino
 
“ …Il Sacerdote che agisce in persona Christi Capitis e in rappresentanza del Signore, non agisce mai in nome di un assente, ma nella Persona stessa di Cristo Risorto, che si rende presente con la sua azione realmente efficace. Agisce realmente e realizza ciò che il Sacerdote non potrebbe fare: la consacrazione del vino e del pane perché siano realmente presenza del Signore, l’assoluzione dei peccati. Il Signore rende presente la sua propria azione nella persona che compie tali gesti. Questi tre compiti del Sacerdote - che la Tradizione ha identificato nelle diverse parole di missione del Signore: insegnare, santificare e governare…” ( Benedetto XVI, 14 aprile 2010)
 
Chiesa del Sacro Cuore ( detta dei Sacconi) tutti i giorni dal 1 giugno alle ore 18,30 Santa Messa
Martedì 8 – Giovedì 10 giugno : Triduo di preparazione alla Festa del Sacro Cuore
Ore 17,00 Esposizione del Santissimo Sacramento
Coroncina, litanie, atto di consacrazione al  Sacro Cuore di Gesù, Vespri e Benedizione Eucaristica
Ore 18,30 Santa Messa
 
Martedì 8 giugno celebra il Parroco don Andrea Leonesi
Mercoledì 9 giugno celebra P. Gabriele Maria Insam, Sacerdote novello, Francescani Immacolata, ordinato il 25 marzo scorso
Giovedì 10 giugno celebra don Danilo Belotti, Parroco a Vasto (Ch)
Alle ore 21 preghiera speciale per la chiusura dell’Anno Sacerdotale, per il Papa e per i Sacerdoti con la Confraternita del Sacro Cuore e con le altre Confraternite della Città, guida la preghiera ….
Venerdì 11 giugno
Solennità del Sacro Cuore
ore 17,00 esposizione del Santissimo Sacramento
Coroncina, litanie, atto di consacrazione al  Sacro Cuore di Gesù, Vespri e Benedizione Eucaristica
Ore 18,30 Santa Messa celebrata da don Olivio Medori, Parroco di Monsampietro Morico e di Montottone, Consultore per  L'Apostolato dei Laici Arcidiocesi di Fermo.
Presta servizio la Schola Cantorum della Basilica di San Nicola
 
Il Parroco
                                                                       Don Andrea Leonesi
 
 
Domenica 20 Giugno alle ore 21, nell’ambito della Festa parrocchiale, nella Chiesa del Sacro Cuore ci sarà il Concerto della Cappella Musicale della Santa Casa di Loreto, diretta dal Maestro Padre Giuliano Viabile.
 
 
 
 
Nell’anno speciale per la Santificazione dei Sacerdoti
 
"Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi, intransigenti. Siatene fieri!"
(San Pio X)



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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22/05/2010 19:10
 
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La festa di Pentecoste nella tradizione siro-occidentale

Nel pane e nel calice
il fuoco dello Spirito Santo


di Manuel Nin

La Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua, è una delle feste più antiche del calendario cristiano. Ne parlano Tertulliano e Origene nel iii secolo, e già nel iv secolo fa parte del patrimonio teologico e liturgico delle diverse Chiese. I testi dell'ufficiatura siro-occidentale si soffermano a lungo nel mettere in rilievo il dono dello Spirito Santo, quasi una nuova creazione:  "Oggi il Paraclito scende e illumina i discepoli nel cenacolo; oggi lo Spirito Paraclito dona l'intelligenza agli apostoli, illumina i pescatori e li riveste della forza dall'alto; oggi lo Spirito dona la sapienza agli ignoranti e ai semplici e ai pescatori il talento dei maestri".

Nella liturgia siro-occidentale la Pentecoste è collegata strettamente con l'Ascensione:  "Lode a te, Cristo Dio nostro, sole di giustizia, che quando ti accingevi a salire in cielo, hai radunato la tua mistica famiglia sul monte degli Ulivi e su di essa hai alitato il dono dello Spirito Santo dicendo:  Andate, ammaestrate tutte le nazioni affinché vengano pescate nelle reti evangeliche". E il vespro elenca le prefigurazioni del dono dello Spirito:  "Oggi gli apostoli hanno bevuto la bevanda divina dei doni dello Spirito Santo; oggi il cenacolo diventa una seconda Babele per la venuta dello Spirito Santo, benché in questo posto le lingue di fuoco non sono per punire ma per istruire; oggi i dodici patriarchi diventano sacerdoti, profeti e re; il giorno di oggi è prefigurato dalle sette lampade messe sul candelabro dell'altare, dalle sette colonne su cui si edifica la sapienza".

Efrem di Nisibi, con le immagini del fuoco applicata allo Spirito Santo e della brace ardente al corpo e al sangue di Cristo, afferma:  "Nel tuo pane si nasconde lo Spirito che non può essere mangiato e nel tuo vino c'è il fuoco che non si può bere. Lo Spirito nel tuo pane, il fuoco nel tuo vino:  ecco una meraviglia accolta dalle nostre labbra; nostro Signore ha dato da mangiare e da bere fuoco e Spirito. Ecco il fuoco e lo Spirito nel grembo che ti ha generato. Ecco il fuoco e lo Spirito nel fiume dove sei stato battezzato. Fuoco e Spirito nel nostro battesimo. Nel pane e nel calice fuoco e Spirito Santo".

L'immagine del fuoco e dei suoi effetti - calore, lievitazione, cottura, incandescenza - applicata all'azione dello Spirito Santo diventa simbolo di realtà spirituali. Parlando dello Spirito Santo come fuoco, gli autori siriaci e la loro liturgia vogliono sottolineare l'opera divina dello Spirito per mezzo dell'eucaristia:  per mezzo di essa, diventata incandescente nello Spirito Santo, i fedeli sono vivificati e ricevono i doni dell'immortalità. Lo Spirito Santo è colui che santifica il pane e il vino, come santifica e consacra l'acqua e l'olio nel battesimo e nella cresima.

Efrem, in una omelia sulla settimana santa, dice:  "Voi mangerete una Pasqua pura e immacolata, un pane lievitato e perfetto che lo Spirito Santo ha preparato e ha fatto cuocere, un vino mescolato di fuoco e di Spirito:  il corpo e il sangue di Dio, che fu vittima per tutti gli uomini". Lo Spirito Santo, quindi, è il fuoco nascosto che avvolge il sacerdote, aleggia sull'altare e discende sui doni nel momento dell'epiclesi. L'immagine dello Spirito aleggiante viene presentata dagli autori siriaci con un termine che indica il covare della chioccia sulle uova, l'aleggiare dello Spirito sulle acque all'inizio della Genesi e la discesa dello Spirito Santo su Maria e sui santi doni nell'eucaristia. I testi liturgici siro-occidentali sottolineano anche che la santificazione operata dallo Spirito è in vista della santificazione dei fedeli e del perdono dei loro peccati:  "Affinché questi misteri purifichino i cuori di coloro che ne parteciperanno, rendano spirituali i loro pensieri e santifichino le loro anime per il Regno dei cieli e la nuova vita eterna".

Il sacerdote invoca lo Spirito Santo affinché renda presente la risurrezione di Cristo sull'altare; cioè dia al corpo di Cristo messo nella tomba l'immortalità, l'incorruttibilità e lo faccia diventare, come dice l'epiclesi dell'anafora di san Giacomo, "corpo datore di vita, corpo che dà la salvezza alle nostre anime e ai nostri corpi, corpo del Signore, Dio grande e Salvatore nostro Gesù Cristo". Questo processo di configurazione al fuoco divino, cioè allo Spirito Santo, è per Efrem processo di crescita anche nella configurazione a Cristo:  "Il suo corpo si è mescolato ai nostri corpi. Il suo sangue si è versato nelle nostre arterie. La sua voce nelle nostre orecchie, nei nostri  occhi  la  sua  luce.  Lui  e noi, interamente, per la sua grazia mescolati".

Nell'icona della Pentecoste vediamo gli apostoli radunati come per una liturgia:  è in essa che ricevono il dono dello Spirito Santo. La presenza di Pietro e Paolo, e degli evangelisti Luca e Marco indica tutta la Chiesa radunata dallo Spirito Santo e nasce in una situazione di profonda comunione tra gli apostoli. E nella parte bassa dell'icona sono raffigurati personaggi vestiti in modi molto variegati (uno addirittura con la testa di cane) a indicare la diversità di popoli, razze e lingue a cui viene annunciato il Vangelo di Cristo.









L'inno di Pentecoste attribuito a Stefano Langton

I versi trasparenti della sequenza d'oro


di Inos Biffi

Per la Pentecoste la liturgia pone sulle nostre labbra la splendida sequenza Veni sancte Spiritus, in terzine di dimetri trocaici acatalettici, attribuita all'arcivescovo di Canterbury Stefano Langton (1150-1228 circa). È stata definita "Sequenza d'oro", certamente per i suoi versi luminosi e trasparenti, che, evocando le prerogative molteplici dello Spirito, ne implorano con ardente fervore l'effusione. Fin dalla supplica iniziale:  "Vieni, Santo Spirito, / e manda dal cielo/ un raggio della tua luce".

L'invocazione è ripetuta, perché le grazie implorate sono numerose e variegate, quali riflessi dell'intima e multiforme ricchezza dello Spirito.

Così, ne sollecitiamo con insistenza la venuta. "Vieni", replichiamo, decorandolo dei titoli più nobili e più elogiativi, che via via scorrono e si allacciano come un'armoniosa e incontenibile litania:  "Padre dei poveri, / dispensatore di doni, / luce dei cuori"; "Ottimo consolatore, / dolce ospite dell'anima, / soave refrigerio". E ancora:  "Riposo nella fatica, / freschezza negli ardori, / conforto nelle lacrime".

Ecco perciò il rinnovarsi della preghiera:  "O luce, fonte d'immensa gioia, / colma nel loro intimo / i cuori dei tuoi fedeli". Essi, infatti, sono ben coscienti che, se sono privi dello Spirito, "mancano di tutto, / e nulla si ritrova in loro di innocente":  solo lo Spirito li può liberare dalla sozzura, dall'aridità e dalle lacerazioni; e, ancora, dalla durezza, dal gelo e dal traviamento.

Le nostre terzine elencano, in questo caso con una triste sequela di umilianti evocazioni, quello che c'è nel fondo dell'uomo non trasformato dall'azione dello Spirito.
Ritorna allora l'accorato e confidente appello:  "Lava in noi quello che è sudicio, / irrora quello che è riarso, / risana quello che è ferito";  "Piega  ciò  che  è  rigido,  /  riscalda ciò che è freddo, / raddrizza quel che è distorto".

È chiesto, infine, lo Spirito nella pienezza dei suoi doni - il "Sacro Settenario" - perché conceda il premio alle virtù, guidi al traguardo della salvezza eterna ed elargisca la beatitudine senza tramonto.

In versi rapidi e concisi si trova delineata così una limpida teologia dello Spirito Santo, che, riversato con divina sovrabbondanza nella vita del cristiano, immiserita e segnata dal peccato, la ricrea e la impreziosisce.

Lo Spirito è il dono promesso da Gesù ai suoi discepoli, maturato sulla sua croce gloriosa e copiosamente effuso nel giorno di Pentecoste:  un giorno che non declina mai. Infatti, dal Signore assiso alla destra del Padre lo Spirito non cessa di sgorgare per infondere la carità nelle anime, per illuminarle e irrobustirle - poiché egli è "la Forza" che viene dall'alto (cfr. Luca, 24, 49).
Lo Spirito suscita in esse, potentemente e silenziosamente, poiché lo Spirito Santo non ama lo strepito esteriore, il gusto e la familiarità di Dio. In virtù del suo "istinto" - l'espressione "istinto dello Spirito Santo" ricorre spesso in Tommaso d'Aquino (Summa Theologiae, i-ii, 68, 3, c.) - possiamo condurre una vita "spirituale".

In particolare, lo Spirito è l'anima della Chiesa, da lui dotata dei suoi carismi, iniziata alla comprensione dei misteri divini, rinvigorita per la testimonianza e l'annuncio perseverante del Vangelo e soprattutto da lui purificata e abbellita, per cui nel Credo la proclamiamo santa:  "Credo la Chiesa santa". Né potrebbe essere altrimenti, dal momento che la Chiesa è il Corpo stesso di Cristo e la sua Sposa.


(©L'Osservatore Romano - 23 maggio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/05/2010 12:26
 
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CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE, 23.05.2010
 
     Maria Chiesa Pentecoste

Alle ore 10 di oggi, Domenica di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI presiede nella Basilica Vaticana la Santa Messa della Solennità.

Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che pubblichiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

nella celebrazione solenne della Pentecoste siamo invitati a professare la nostra fede nella presenza e nell’azione dello Spirito Santo e a invocarne l’effusione su di noi, sulla Chiesa e sul mondo intero. Facciamo nostra, dunque, e con particolare intensità, l’invocazione della Chiesa stessa: Veni, Sancte Spiritus!

Un’invocazione tanto semplice e immediata, ma insieme straordinariamente profonda, sgorgata prima di tutto dal cuore di Cristo. Lo Spirito, infatti, è il dono che Gesù ha chiesto e continuamente chiede al Padre per i suoi amici; il primo e principale dono che ci ha ottenuto con la sua Risurrezione e Ascensione al Cielo.

Di questa preghiera di Cristo ci parla il brano evangelico odierno, che ha come contesto l’Ultima Cena. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,15-16). Qui ci viene svelato il cuore orante di Gesù, il suo cuore filiale e fraterno. Questa preghiera raggiunge il suo vertice e il suo compimento sulla croce, dove l’invocazione di Cristo fa tutt’uno con il dono totale che Egli fa di se stesso, e così il suo pregare diventa per così dire il sigillo stesso del suo donarsi in pienezza per amore del Padre e dell’umanità: invocazione e donazione dello Spirito s’incontrano, si compenetrano, diventano un’unica realtà. «E io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». In realtà, la preghiera di Gesù – quella dell’Ultima Cena e quella sulla croce – è una preghiera che permane anche in Cielo, dove Cristo siede alla destra del Padre. Gesù, infatti, vive sempre il suo sacerdozio d’intercessione a favore del popolo di Dio e dell’umanità e quindi prega per tutti noi chiedendo al Padre il dono dello Spirito Santo.

Il racconto della Pentecoste nel libro degli Atti degli Apostoli – lo abbiamo ascoltato nella prima lettura (cfr At 2,1-11) – presenta il "nuovo corso" dell’opera di Dio iniziato con la risurrezione di Cristo, opera che coinvolge l’uomo, la storia e il cosmo. Dal Figlio di Dio morto e risorto e ritornato al Padre spira ora sull’umanità, con inedita energia, il soffio divino, lo Spirito Santo. E cosa produce questa nuova e potente auto-comunicazione di Dio?

Là dove ci sono lacerazioni ed estraneità, essa crea unità e comprensione. Si innesca un processo di riunificazione tra le parti della famiglia umana, divise e disperse; le persone, spesso ridotte a individui in competizione o in conflitto tra loro, raggiunte dallo Spirito di Cristo, si aprono all’esperienza della comunione, che può coinvolgerle a tal punto da fare di loro un nuovo organismo, un nuovo soggetto: la Chiesa. Questo è l’effetto dell’opera di Dio: l’unità; perciò l’unità è il segno di riconoscimento, il "biglietto da visita" della Chiesa nel corso della sua storia universale. Fin dall’inizio, dal giorno di Pentecoste, essa parla tutte le lingue.

La Chiesa universale precede le Chiese particolari, e queste devono sempre conformarsi a quella, secondo un criterio di unità e universalità. La Chiesa non rimane mai prigioniera di confini politici, razziali e culturali; non si può confondere con gli Stati e neppure con le Federazioni di Stati, perché la sua unità è di genere diverso e aspira ad attraversare tutte le frontiere umane.

Da questo, cari fratelli, deriva un criterio pratico di discernimento per la vita cristiana: quando una persona, o una comunità, si chiude nel proprio modo di pensare e di agire, è segno che si è allontanata dallo Spirito Santo.

Il cammino dei cristiani e delle Chiese particolari deve sempre confrontarsi con quello della Chiesa una e cattolica, e armonizzarsi con esso. Ciò non significa che l’unità creata dallo Spirito Santo sia una specie di egualitarismo. Al contrario, questo è piuttosto il modello di Babele, cioè l’imposizione di una cultura dell’unità che potremmo definire "tecnica". La Bibbia, infatti, ci dice (cfr Gen 11,1-9) che a Babele tutti parlavano una sola lingua. A Pentecoste, invece, gli Apostoli parlano lingue diverse in modo che ciascuno comprenda il messaggio nel proprio idioma. L’unità dello Spirito si manifesta nella pluralità della comprensione. La Chiesa è per sua natura una e molteplice, destinata com’è a vivere presso tutte le nazioni, tutti i popoli, e nei più diversi contesti sociali. Essa risponde alla sua vocazione, di essere segno e strumento di unità di tutto il genere umano (cfr Lumen gentium, 1), solo se rimane autonoma da ogni Stato e da ogni cultura particolare. Sempre e in ogni luogo la Chiesa dev’essere veramente, cattolica e universale, la casa di tutti in cui ciascuno si può ritrovare.

Il racconto degli Atti degli Apostoli ci offre anche un altro spunto molto concreto. L’universalità della Chiesa viene espressa dall’elenco dei popoli, secondo l’antica tradizione: "Siamo Parti, Medi, Elamiti…", eccetera. Si può osservare qui che san Luca va oltre il numero 12, che già esprime sempre un’universalità. Egli guarda oltre gli orizzonti dell’Asia e dell’Africa nord-occidentale, e aggiunge altri tre elementi: i "Romani", cioè il mondo occidentale; i "Giudei e prosèliti", comprendendo in modo nuovo l’unità tra Israele e il mondo; e infine "Cretesi e Arabi", che rappresentano Occidente e Oriente, isole e terra ferma. Questa apertura di orizzonti conferma ulteriormente la novità di Cristo nella dimensione dello spazio umano, della storia delle genti: lo Spirito Santo coinvolge uomini e popoli e, attraverso di essi, supera muri e barriere.

A Pentecoste lo Spirito Santo si manifesta come fuoco. La sua fiamma è discesa sui discepoli riuniti, si è accesa in essi e ha donato loro il nuovo ardore di Dio. Si realizza così ciò che aveva predetto il Signore Gesù: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49). Gli Apostoli, insieme ai fedeli delle diverse comunità, hanno portato questa fiamma divina fino agli estremi confini della Terra; hanno aperto così una strada per l’umanità, una strada luminosa, e hanno collaborato con Dio che con il suo fuoco vuole rinnovare la faccia della terra.

Com’è diverso questo fuoco da quello delle guerre e delle bombe! Com’è diverso l’incendio di Cristo, propagato dalla Chiesa, rispetto a quelli accesi dai dittatori di ogni epoca, anche del secolo scorso, che lasciano dietro di sé terra bruciata. Il fuoco di Dio, il fuoco dello Spirito Santo, è quello del roveto che divampa senza bruciare (cfr Es 3,2). E’ una fiamma che arde, ma non distrugge; che, anzi, divampando fa emergere la parte migliore e più vera dell’uomo, come in una fusione fa emergere la sua forma interiore, la sua vocazione alla verità e all’amore.

Un Padre della Chiesa, Origene, in una delle sue Omelie su Geremia, riporta un detto attribuito a Gesù, non contenuto nelle Sacre Scritture ma forse autentico, che recita così: «Chi è presso di me è presso il fuoco» (Omelia su Geremia L. I [III]). In Cristo, infatti, abita la pienezza di Dio, che nella Bibbia è paragonato al fuoco.

Abbiamo osservato poco fa che la fiamma dello Spirito Santo arde ma non brucia. E tuttavia essa opera una trasformazione, e perciò deve consumare qualcosa nell’uomo, le scorie che lo corrompono e lo ostacolano nelle sue relazioni con Dio e con il prossimo. Questo effetto del fuoco divino però ci spaventa, abbiamo paura di essere "scottati", preferiremmo rimanere così come siamo. Ciò dipende dal fatto che molte volte la nostra vita è impostata secondo la logica dell’avere, del possedere e non del donarsi. Molte persone credono in Dio e ammirano la figura di Gesù Cristo, ma quando viene chiesto loro di perdere qualcosa di se stessi, allora si tirano indietro, hanno paura delle esigenze della fede.

C’è il timore di dover rinunciare a qualcosa di bello, a cui siamo attaccati; il timore che seguire Cristo ci privi della libertà, di certe esperienze, di una parte di noi stessi. Da un lato vogliamo stare con Gesù, seguirlo da vicino, e dall’altro abbiamo paura delle conseguenze che ciò comporta.

Cari fratelli e sorelle, abbiamo sempre bisogno di sentirci dire dal Signore Gesù quello che spesso ripeteva ai suoi amici: "Non abbiate paura". Come Simon Pietro e gli altri, dobbiamo lasciare che la sua presenza e la sua grazia trasformino il nostro cuore, sempre soggetto alle debolezze umane. Dobbiamo saper riconoscere che perdere qualcosa, anzi, se stessi per il vero Dio, il Dio dell’amore e della vita, è in realtà guadagnare, ritrovarsi più pienamente.

Chi si affida a Gesù sperimenta già in questa vita la pace e la gioia del cuore, che il mondo non può dare, e non può nemmeno togliere una volta che Dio ce le ha donate. Vale dunque la pena di lasciarsi toccare dal fuoco dello Spirito Santo! Il dolore che ci procura è necessario alla nostra trasformazione. E’ la realtà della croce: non per nulla nel linguaggio di Gesù il "fuoco" è soprattutto una rappresentazione del mistero della croce, senza il quale non esiste cristianesimo.

Perciò, illuminati e confortati da queste parole di vita, eleviamo la nostra invocazione: Vieni, Spirito Santo! Accendi in noi il fuoco del tuo amore! Sappiamo che questa è una preghiera audace, con la quale chiediamo di essere toccati dalla fiamma di Dio; ma sappiamo soprattutto che questa fiamma – e solo essa – ha il potere di salvarci. Non vogliamo, per difendere la nostra vita, perdere quella eterna che Dio ci vuole donare. Abbiamo bisogno del fuoco dello Spirito Santo, perché solo l’Amore redime.

Amen.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/05/2010 16:57
 
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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CAELI, 23.05.2010

Conclusa
la Celebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana per la Solennità di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CAELI

Cari fratelli e sorelle!

Cinquanta giorni dopo la Pasqua, celebriamo la solennità della Pentecoste, in cui ricordiamo la manifestazione della potenza dello Spirito Santo, il quale – come vento e come fuoco – scese sugli Apostoli radunati nel Cenacolo e li rese capaci di predicare con coraggio il Vangelo a tutte le genti (cfr At 2,1-13). Il mistero della Pentecoste, che giustamente noi identifichiamo con quell’evento, vero "battesimo" della Chiesa, non si esaurisce però in esso.

La Chiesa infatti vive costantemente della effusione dello Spirito Santo, senza il quale essa esaurirebbe le proprie forze, come una barca a vela a cui venisse a mancare il vento.

La Pentecoste si rinnova in modo particolare in alcuni momenti forti, a livello sia locale sia universale, sia in piccole assemblee che in grandi convocazioni. I Concili, ad esempio, hanno avuto sessioni gratificate da speciali effusioni dello Spirito Santo, e tra questi vi è certamente il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Possiamo ricordare anche il celebre incontro dei movimenti ecclesiali con il Venerabile Giovanni Paolo II, qui in Piazza San Pietro, proprio nella Pentecoste del 1998. Ma la Chiesa conosce innumerevoli "pentecoste" che vivificano le comunità locali: pensiamo alle Liturgie, in particolare a quelle vissute in momenti speciali per la vita della comunità, nelle quali la forza di Dio si è percepita in modo evidente infondendo negli animi gioia ed entusiasmo. Pensiamo a tanti convegni di preghiera, in cui i giovani sentono chiaramente la chiamata di Dio a radicare la loro vita nel suo amore, anche consacrandosi interamente a Lui.

Non c’è dunque Chiesa senza Pentecoste. E vorrei aggiungere: non c’è Pentecoste senza la Vergine Maria. Così è stato all’inizio, nel Cenacolo, dove i discepoli "erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù, e ai fratelli di lui" – come ci riferisce il libro degli Atti degli Apostoli (1,14).

E così è sempre, in ogni luogo e in ogni tempo. Ne sono stato testimone anche pochi giorni fa, a Fatima. Che cosa ha vissuto, infatti, quell’immensa moltitudine, nella spianata del Santuario, dove tutti eravamo un cuore solo e un’anima sola, se non una rinnovata Pentecoste? In mezzo a noi c’era Maria, la Madre di Gesù.

E’ questa l’esperienza tipica dei grandi Santuari mariani - Lourdes, Guadalupe, Pompei, Loreto - o anche di quelli più piccoli: dovunque i cristiani si radunano in preghiera con Maria, il Signore dona il suo Spirito.

Cari amici, in questa festa di Pentecoste, anche noi vogliamo essere spiritualmente uniti alla Madre di Cristo e della Chiesa invocando con fede una rinnovata effusione del divino Paraclito. La invochiamo per tutta la Chiesa, in particolare, in quest’Anno Sacerdotale, per tutti i ministri del Vangelo, affinché il messaggio della salvezza sia annunciato a tutte le genti.

DOPO IL REGINA CAELI

Ieri, a Benevento, è stata proclamata Beata Teresa Manganiello, fedele laica, appartenente al Terz’Ordine Francescano. Nata a Montefusco, undicesima figlia di una famiglia di contadini, trascorse una vita semplice e umile, tra le faccende di casa e l’impegno spirituale nella chiesa dei Cappuccini. Come san Francesco d’Assisi cercava di imitare Gesù Cristo offrendo sofferenze e penitenze per riparare i peccati, ed era piena di amore per il prossimo: si prodigava per tutti, specialmente per i poveri e i malati. Sempre sorridente e dolce, a soli 27 anni è partita per il Cielo, dove già il suo cuore abitava. Rendiamo grazie a Dio per questa luminosa testimone del Vangelo!

La memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, ci offre - domani 24 maggio - la possibilità di celebrare la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Mentre i fedeli che sono in Cina pregano affinché l'unità tra di loro e con la Chiesa universale si approfondisca sempre di più, i cattolici nel mondo intero - specialmente quelli che sono di origine cinese - si uniscono a loro nell’orazione e nella carità, che lo Spirito Santo infonde nei nostri cuori particolarmente nella solennità odierna.


Immagini riferite alla Messa di Pentecoste la cui omelia è al messaggio precedente a questo:

Pope Benedict XVI walks as he leads the Pentecostal mass in Saint Peter's Basilica at the Vatican May 23, 2010.

Pope Benedict XVI blesses the faithfuls at the end of the Pentecost Mass in St. Peter's Basilica at the Vatican on May 23, 2010.

Pope Benedict XVI sprinkles holy water during the Pentecostal mass in Saint Peter's Basilica at the Vatican May 23, 2010.

Pope Benedict XVI waves as the end of the Pentecostal mass in Saint Peter's Basilica at the Vatican May 23, 2010.

Pope Benedict XVI celebrates the Pentecost Mass in St. Peter's Basilica at the Vatican on May 23, 2010.

Con l'Icona della Madonna del Divino Amore

Pope Benedict XVI celebrates the Pentecost Mass in St. Peter's Basilica at the Vatican on May 23, 2010.

Pope Benedict XVI wipes his forehead as he celebrates a Pentecost Mass inside St. Peter's Basilica, at the Vatican, Sunday, May 23, 2010.

Pope Benedict XVI (L) celebrates the Pentecost Mass in St. Peter's Basilica at the Vatican on May 23, 2010.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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24/05/2010 08:40
 
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Il grande Pellegrinaggio di Pentecoste della Tradizione si conclude oggi

La cerimonia di partenza a Notre Dame di Parigi sabato scorso alle 7.00



Senza alcun dubbio, una delle più imponenti dimostrazioni di vitalità e forza del movimento tradizionale è il pellegrinaggio che tutti gli anni si svolge tra Chartres e Parigi nel fine settimana di Pentecoste, dal sabato al lunedì (giorno festivo, in Francia).

Il "Pélé de Chartes" (abbreviazione da pélerinage, pellegrinaggio) è da oltre un millennio una pia devozione francese; nel 1982 (proprio quando l'idea stessa di pellegrinaggio appariva superata dall'aggiornamento conciliare e si stava perdendo l'antica pratica), i fedeli legati alla tradizione della Chiesa iniziarono ad organizzare questo pellegrinaggio a Pentecoste. Dopo la scomunica dei vescovi lefebvriani, il pellegrinaggio si scisse: da Parigi a Chartres quello dei gruppi Ecclesia Dei (ossia rimasti 'in piena comunione' con Roma e con i vescovi - anche se, con questi ultimi, molto meno...); percorso inverso per la Fraternità San Pio X.

Sempre con numeri considerevoli, che oltrepassano ampiamente i 15.000 pellegrini nei due sensi. Ovviamente (trattandosi di una camminata di oltre 80 chilometri, con pernottamento in tende e pranzi campestri), la media d'età è molto giovane. Non si conta il numero di vocazioni sacerdotali di tipo 'tradizionale' che sono maturate sulle strade erbose del percorso, o quello di coloro che, grazie al pellegrinaggio, scoprono con stupefatta ammirazione la liturgia tradizionale, che è celebrata in via del tutto esclusiva durante i tre giorni di cammino.

Da segnalare che quest'anno, per la prima volta, partecipa anche una delegazione ufficiale italiana, con l'Istituto Cristo Re. Si unisce ad altri capitoli internazionali che sono invece presenze di lunga data: inglese, tedesco, spagnolo e polacco.

E' tale l'importanza del pellegrinaggio, e del movimento tradizionale che vi sta dietro, specie in termini di vocazioni, che quest'anno - per la prima volta - esso è stato annunciato sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale francese. Non solo: alcuni vescovi, compreso il cardinale di Parigi, si sono prestati a partecipare ad alcune delle celebrazioni lungo il cammino.

Speriamo che sia l'inizio di una politica episcopale più pragmatica, e senz'altro opportuna: se non li puoi combattere, fatteli amici.

Qualche foto, dal sito di
Notre Dame de Chretienté:



Messe private dei sacerdoti in tenda, la mattina

In marcia

Fraternamente CaterinaLD

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12/06/2011 00:12
 
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[SM=g1740738] Amici,
con questo video-meditazione sul Terzo Mistero Glorioso,

www.gloria.tv/?media=116947

termina la serie integrale dei cinque percorsi contemplati attraverso il Magistero del Santo Padre, Benedetto Decimosesto.

SANTA PENTECOSTE A TUTTI

Vi ricordiamo che i Misteri Gloriosi quarto e quinto, vennero già inseriti questa estate e li trovate qui:

Video quarto Mistero Glorioso: Maria Assunta in Cielo

it.gloria.tv/?media=95551

Video quinto Mistero Glorioso: Maria Regina

it.gloria.tv/?media=94745

*********************************
Pro Memoria:

Misteri Gaudiosi

Video primo Mistero Gaudioso: L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine

it.gloria.tv/?media=96066

Video Secondo Mistero Gaudioso: la Visita di Maria a santa Elisabetta

it.gloria.tv/?media=96601

Video Terzo Mistero Gaudioso: la nascita di Gesù

it.gloria.tv/?media=97408

Video Quarto Mistero Gaudioso: la Presentazione di Gesù al Tempio

it.gloria.tv/?media=98225

Video Quinto Mistero Gaudioso: il Ritrovamento

it.gloria.tv/?media=98869

MISTERI DELLA LUCE

Video Primo Mistero della Luce: il Battesimo di Gesù

it.gloria.tv/?media=100579

Video Secondo Mistero della Luce: le Nozze di Cana

it.gloria.tv/?media=101320

Video Terzo Mistero della Luce: il Regno dei Cieli

it.gloria.tv/?media=102102

Video Quarto Mistero della Luce:

it.gloria.tv/?media=103336

Video Quinto Mistero della Luce:

it.gloria.tv/?media=104780

MISTERI DOLOROSI

Video primo Mistero Doloroso: Gesù nel Getsemani

it.gloria.tv/?media=107205

Video secondo Mistero Doloroso: Gesù è flagellato alla colonna

it.gloria.tv/?media=108622

Video terzo Mistero Doloroso: Gesù è coronato di spine

it.gloria.tv/?media=109300

Video quarto Mistero Doloroso: Gesù porta la Croce

it.gloria.tv/?media=110745

Video quinto Mistero Doloroso: Gesù muore sulla Croce

it.gloria.tv/?media=111808

MISTERI GLORIOSI

Video primo Mistero Glorioso: Gesù Risorge dai morti

it.gloria.tv/?media=113696

Video secondo Mistero Glorioso: Gesù Ascende al Cielo

it.gloria.tv/?media=115018

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org



[SM=g1740717] [SM=g1740752]


[SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

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12/06/2011 16:17
 
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Il Papa: Lo Spirito Santo anima la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo e dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. La Chiesa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo


                                     Pope Benedict XVI gestures as he celebrates Pentecost mass at St.Peters' basilica in the Vatican on June 12, 2011.

Alle ore 9.30 di oggi, Domenica di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI presiede nella Basilica Vaticana la Santa Messa della Solennità.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che pubblichiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Celebriamo oggi la grande solennità della Pentecoste. Se, in un certo senso, tutte le solennità liturgiche della Chiesa sono grandi, questa della Pentecoste lo è in una maniera singolare, perché segna, raggiunto il cinquantesimo giorno, il compimento dell’evento della Pasqua, della morte e risurrezione del Signore Gesù, attraverso il dono dello Spirito del Risorto.
Alla Pentecoste la Chiesa ci ha preparato nei giorni scorsi con la sua preghiera, con l’invocazione ripetuta e intensa a Dio per ottenere una rinnovata effusione dello Spirito Santo su di noi. La Chiesa ha rivissuto così quanto è avvenuto alle sue origini, quando gli Apostoli, riuniti nel Cenacolo di Gerusalemme, «erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui» (At 1,14). Erano riuniti in umile e fiduciosa attesa che si adempisse la promessa del Padre comunicata loro da Gesù: «Voi, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo…riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi» (At 1,5.8).
Nella liturgia della Pentecoste, al racconto degli Atti degli Apostoli sulla nascita della Chiesa (cfr At 2,1-11), corrisponde il salmo 103 che abbiamo ascoltato: una lode dell’intera creazione, che esalta lo Spirito Creatore il quale ha fatto tutto con sapienza: «Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature…Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere» (Sal 103,24.31). Ciò che vuol dirci la Chiesa è questo: lo Spirito creatore di tutte le cose, e lo Spirito Santo che Cristo ha fatto discendere dal Padre sulla comunità dei discepoli, sono uno e il medesimo: creazione e redenzione si appartengono reciprocamente e costituiscono, in profondità, un unico mistero d’amore e di salvezza. Lo Spirito Santo è innanzitutto Spirito Creatore e quindi la Pentecoste è festa della creazione. Per noi cristiani, il mondo è frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perché è “cosa buona”, “cosa molto buona”, come dice il racconto della creazione. (cfr Gen 1,1-31). Dio perciò non è il totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza. La fede nello Spirito Creatore e la fede nello Spirito che il Cristo Risorto ha donato agli Apostoli e dona a ciascuno di noi, sono allora inseparabilmente congiunte.
La seconda Lettura e il Vangelo odierni ci mostrano questa connessione. Lo Spirito Santo è Colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: “Gesù è Signore” (cfr 1 Cor 12,3b). Signore è il titolo attribuito a Dio nell’Antico Testamento, titolo che nella lettura della Bibbia prendeva il posto del suo impronunciabile nome. Il Credo della Chiesa è nient’altro che lo sviluppo di ciò che si dice con questa semplice affermazione: “Gesù è Signore”. Di questa professione di fede san Paolo ci dice che si tratta proprio della parola e dell’opera dello Spirito Santo. Se vogliamo essere nello Spirito Santo, dobbiamo aderire a questo Credo. Facendolo nostro, accettandolo come nostra parola, accediamo all’opera dello Spirito Santo. L’espressione “Gesù è Signore” si può leggere nei due sensi. Significa: Gesù è Dio, e contemporaneamente: Dio è Gesù. Lo Spirito Santo illumina questa reciprocità: Gesù ha dignità divina, e Dio ha il volto umano di Gesù. Dio si mostra in Gesù e con ciò ci dona la verità su noi stessi. Lasciarsi illuminare nel profondo da questa parola è l’evento della Pentecoste. Recitando il Credo, noi entriamo nel mistero della prima Pentecoste: dallo scompiglio di Babele, da quelle voci che strepitano una contro l’altra, avviene una radicale trasformazione: la molteplicità si fa multiforme unità, dal potere unificatore della Verità cresce la comprensione. Nel Credo che ci unisce da tutti gli angoli della Terra, che, mediante lo Spirito Santo, fa in modo che ci si comprenda pur nella diversità delle lingue, attraverso la fede, la speranza e l’amore, si forma la nuova comunità della Chiesa di Dio.
Il brano evangelico ci offre poi una meravigliosa immagine per chiarire la connessione tra Gesù, lo Spirito Santo e il Padre: lo Spirito Santo è rappresentato come il soffio di Gesù Cristo risorto (cfr Gv 20,22). L’evangelista Giovanni riprende qui un’immagine del racconto della creazione, là dove si dice che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita (cfr Gen 2,7). Il soffio di Dio è vita. Ora, il Signore soffia nella nostra anima il nuovo alito di vita, lo Spirito Santo, la sua più intima essenza, e in questo modo ci accoglie nella famiglia di Dio. Con il Battesimo e la Cresima ci è fatto questo dono in modo specifico, e con i sacramenti dell’eucaristia e della Penitenza esso si ripete di continuo: il Signore soffia nella nostra anima un alito di vita. Tutti i Sacramenti, ciascuno in maniera propria, comunicano all’uomo la vita divina, grazie allo Spirito Santo che opera in essi.

Nella liturgia di oggi cogliamo ancora un’ulteriore connessione. Lo Spirito Santo è Creatore, è al tempo stesso Spirito di Gesù Cristo, in modo però che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo ed unico Dio.

E alla luce della prima Lettura possiamo aggiungere: lo Spirito Santo anima la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall’abilità dell’uomo e dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. La Chiesa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo.

Le immagini del vento e del fuoco, usate da san Luca per rappresentare la venuta dello Spirito Santo (cfr At 2,2-3), ricordano il Sinai, dove Dio si era rivelato al popolo di Israele e gli aveva concesso la sua alleanza; “il monte Sinai era tutto fumante – si legge nel Libro dell’Esodo –, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco” (19,18). Infatti Israele festeggiò il cinquantesimo giorno dopo Pasqua, dopo la commemorazione della fuga dall’Egitto, come la festa del Sinai, la festa del Patto. Quando san Luca parla di lingue di fuoco per rappresentare lo Spirito Santo, viene richiamato quell’antico Patto, stabilito sulla base della Legge ricevuta da Israele sul Sinai. Così l’evento della Pentecoste viene rappresentato come un nuovo Sinai, come il dono di un nuovo Patto in cui l’alleanza con Israele è estesa a tutti i popoli della Terra, in cui cadono tutti gli steccati della vecchia Legge e appare il suo cuore più santo e immutabile, cioè l’amore, che proprio lo Spirito Santo comunica e diffonde, l’amore che abbraccia ogni cosa. Allo stesso tempo la Legge si dilata, si apre, pur diventando più semplice: è il Nuovo Patto, che lo Spirito “scrive” nei cuori di quanti credono in Cristo. L’estensione del Patto a tutti i popoli della Terra è rappresentata da san Luca attraverso un elenco di popolazioni considerevole per quell’epoca (cfr At 2,9-11). Con questo ci viene detta una cosa molto importante: che la Chiesa è cattolica fin dal primo momento, che la sua universalità non è il frutto dell’inclusione successiva di diverse comunità.

Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall’inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre.

Infine, il Vangelo di oggi ci consegna questa bellissima espressione: «I discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20). Queste parole sono profondamente umane. L’Amico perduto è di nuovo presente, e chi prima era sconvolto si rallegra. Ma essa dice molto di più. Perché l’Amico perduto non viene da un luogo qualsiasi, bensì dalla notte della morte; ed Egli l’ha attraversata! Egli non è uno qualunque, bensì è l’Amico e insieme Colui che è la Verità che fa vivere gli uomini; e ciò che dona non è una gioia qualsiasi, ma la gioia stessa, dono dello Spirito Santo. Sì, è bello vivere perché sono amato, ed è la Verità ad amarmi. Gioirono i discepoli, vedendo il Signore. Oggi, a Pentecoste, questa espressione è destinata anche a noi, perché nella fede possiamo vederLo; nella fede Egli viene tra di noi e anche a noi mostra le mani e il fianco, e noi ne gioiamo. Perciò vogliamo pregare: Signore, mostrati! Facci il dono della tua presenza, e avremo il dono più bello: la tua gioia.

Amen!




                   Pope Benedict XVI waves as he leaves after leading the holy mass of Pentecost Sunday in Saint Peter's Basilica at the Vatican June 12, 2011.Pope Benedict XVI waves as he leaves after leading the holy mass of Pentecost Sunday in Saint Peter's Basilica at the Vatican June 12, 2011.




Il Papa: Lo Spirito Santo proviene da Dio come soffio della sua bocca e ha il potere di santificare, abolire le divisioni, dissolvere la confusione dovuta al peccato. Egli, incorporeo e immateriale, elargisce i beni divini, sostiene gli esseri viventi, perché agiscano in conformità al bene

Vedi anche:

L'omaggio della Baviera al Papa ed il Regina Coeli nel servizio di Lucio Brunelli

L'omaggio della Baviera al Papa ed il Regina Coeli nel servizio di Aldo Maria Valli

Benedetto XVI ha affidato oggi la causa della pace nel mondo all'intercessione di quanti hanno dato la vita nel nome di Cristo nei campi di concentramento

Il Papa: il dialogo prevalga sulle armi. Benedetto XVU ricorda padre Andritzki, ucciso a Dachau. Poi incoraggia le donazioni di sangue e la difesa dell'ambiente (Izzo)

Pace e dialogo prevalgano sulle armi: così il Papa a Pentecoste. La Chiesa abbraccia tutti i popoli al di là di razze, classi e nazioni (R.V.)

Ambiente, il Papa: Ai giornalisti impegnati per la tutela dell'ambiente va il mio incoraggiamento (Adnkronos)

SOLENNITA' DI PENTECOSTE: LO SPECIALE DEL BLOG

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CAELI, 12.06.2011

Conclusa la Celebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana per la Solennità di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CAELI

Cari fratelli e sorelle!

La solennità della Pentecoste, che oggi celebriamo, conclude il tempo liturgico di Pasqua.
In effetti, il Mistero pasquale – la passione, morte e risurrezione di Cristo e la sua ascensione al Cielo – trova il suo compimento nella potente effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti insieme con Maria, la Madre del Signore, e gli altri discepoli. Fu il "battesimo" della Chiesa, battesimo nello Spirito Santo (cfr At 1,5). Come narrano gli Atti degli Apostoli, al mattino della festa di Pentecoste, un fragore come di vento investì il Cenacolo e su ciascuno dei discepoli scesero lingue come di fuoco (cfr At 2,2-3). San Gregorio Magno commenta: «Oggi lo Spirito Santo è sceso con suono improvviso sui discepoli e ha mutato le menti di esseri carnali all’interno del suo amore, e mentre apparvero all’esterno lingue di fuoco, all’interno i cuori divennero fiammeggianti, poiché, accogliendo Dio nella visione del fuoco, soavemente arsero per amore» (Hom. in Evang. XXX, 1: CCL 141, 256).
La voce di Dio divinizza il linguaggio umano degli Apostoli, i quali diventano capaci di proclamare in modo "polifonico" l’unico Verbo divino. Il soffio dello Spirito Santo riempie l’universo, genera la fede, trascina alla verità, predispone l’unità tra i popoli. «A quel rumore la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua» delle «grandi opere di Dio» (At 2,6.11).

Il beato Antonio Rosmini spiega che «nel dì della Pentecoste dei cristiani Iddio promulgò … la sua legge di carità, scrivendola per mezzo dello Spirito Santo non sulle tavole di pietra, ma nel cuore degli Apostoli, e per mezzo degli Apostoli comunicandola poi a tutta la Chiesa» (Catechismo disposto secondo l’ordine delle idee… n. 737, Torino 1863). Lo Spirito Santo, "che è Signore e dà la vita" – come recitiamo nel Credo –, è congiunto al Padre per mezzo del Figlio e completa la rivelazione della Santissima Trinità.

Proviene da Dio come soffio della sua bocca e ha il potere di santificare, abolire le divisioni, dissolvere la confusione dovuta al peccato. Egli, incorporeo e immateriale, elargisce i beni divini, sostiene gli esseri viventi, perché agiscano in conformità al bene.

Come Luce intelligibile dà significato alla preghiera, dà vigore alla missione evangelizzatrice, fa ardere i cuori di chi ascolta il lieto messaggio, ispira l’arte cristiana e la melodia liturgica.

Cari amici, lo Spirito Santo, che crea in noi la fede nel momento del nostro Battesimo, ci permette di vivere quali figli di Dio, coscienti e consenzienti, secondo l’immagine del Figlio Unigenito. Anche il potere di rimettere i peccati è dono dello Spirito Santo; infatti, apparendo agli Apostoli la sera di Pasqua, Gesù alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati» (Gv 20,23). Alla Vergine Maria, tempio dello Spirito Santo, affidiamo la Chiesa, perché viva sempre di Gesù Cristo, della sua Parola, dei suoi comandamenti, e sotto l’azione perenne dello Spirito Paraclito annunci a tutti che «Gesù è Signore!» (1 Cor 12,3).

DOPO IL REGINA CAELI

Cari fratelli e sorelle, sono lieto di ricordare che domani a Dresda, in Germania, sarà proclamato Beato Alois Andritzki, sacerdote e martire, ucciso dai nazionalsocialisti nel 1943, all’età di 28 anni. Lodiamo il Signore per questo eroico testimone della fede, che si aggiunge alla schiera di quanti hanno dato la vita nel nome di Cristo nei campi di concentramento. Vorrei affidare alla loro intercessione, oggi che è Pentecoste, la causa della pace nel mondo. Possa lo Spirito Santo ispirare coraggiosi propositi di pace e sostenere l’impegno di portarli avanti, affinché il dialogo prevalga sulle armi e il rispetto della dignità dell’uomo superi gli interessi di parte. Lo Spirito, che è vincolo di comunione, raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo e aiuti la famiglia umana a riscoprire e custodire con vigilanza la sua fondamentale unità.

Dopodomani, 14 giugno, ricorre la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue, milioni di persone che contribuiscono, in modo silenzioso, ad aiutare i fratelli in difficoltà. A tutti i donatori rivolgo un cordiale saluto e invito i giovani a seguire il loro esempio.

Chers pèlerins francophones, la Fête de la Pentecôte nous rappelle chaque année que l’Esprit Saint est à l’œuvre en nous pour faire de nous des fils de Dieu. Puissions-nous écouter sa voix et demandons-Lui d’éclairer nos choix. Comme les Apôtres, en témoins zélés et infatigables de l’amour de Dieu, appelons avec détermination les autres à suivre le Christ ! Je vous invite à prier pour les jeunes qui entendent cet appel, particulièrement pour ceux qui vont recevoir le sacrement de la Confirmation et pour les séminaristes qui vont être ordonnés prêtres. Que la Vierge Marie, Temple de l’Esprit Saint, marche avec nous !

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Regina Caeli prayer. My particular greeting goes to the group of ringers from the United States. On this Pentecost Sunday we celebrate the outpouring of the Holy Spirit upon the Church. Let us pray that we may be confirmed in the grace of our Baptism and share ever more actively in the Church’s mission of proclaiming the Good News of our salvation in Jesus Christ. Upon you and your families I cordially invoke the Holy Spirit’s gifts of wisdom, joy and peace.

Einen frohen Pfingstgruß richte ich an die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache und heute besonders an die Teilnehmer der Parade mit den Rosserern und Musikkapellen aus Bayern und Österreich. Wenn morgen in Dresden Alois Andritzki seliggesprochen wird, lenkt die Kirche unseren Blick auf einen jungen Priester, in dem das Wirken des Heiligen Geistes machtvoll aufleuchtet. Er hat sich dem Druck der nationalsozialistischen Machthaber nicht gebeugt, sondern war selbst in den Qualen des Konzentrationslagers Dachau für seine Mitgefangenen und Verwandten Quelle des Glaubens und der Freude. Belebt und erfüllt vom unwandelbaren Trost des Heiligen Geistes schrieb er aus dem KZ: „Freut euch mit mir!" Diese tiefe und wahre Freude, die nur der Heilige Geist schenkt, wünsche ich euch allen!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular a los fieles de la parroquia de Moral de Calatrava y al grupo de Oficiales de la Escuela Militar de Colombia. Celebramos hoy, cincuenta días después de la Pascua, la solemnidad de Pentecostés, en la que la liturgia revive el inicio de la misión apostólica a todos los pueblos. Invito a todos a perseverar junto con María, Madre de la Iglesia, en ferviente oración y a poner al servicio de toda la humanidad los diversos dones y carismas que el Espíritu Santo nos ha concedido, para continuar así anunciando la buena nueva de la resurrección de Cristo. Muchas gracias y feliz domingo.

Lepo pozdravljam romarje iz Bakovcev v Sloveniji! Naj Sveti Duh vodi vsa vaša pota in naj bo z vami moj blagoslov!

[Saluto cordialmente i pellegrini da Bakovci in Slovenia! Lo Spirito Santo vi guidi sui vostri sentieri e vi accompagni la mia Benedizione!]

Zo srdca pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Bratislavy a okolia. Bratia a sestry, slávime sviatok Zoslania Ducha Svätého na apoštolov. Povzbudzujem vás, aby ste boli stále vnímaví na pôsobenie Ducha Svätého. S láskou žehnám vás i vašich drahých vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Di cuore saluto i pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti da Bratislava e dintorni. Fratelli e sorelle, celebriamo la festa della Pentecoste. Vi esorto ad essere sempre docili all’azione dello Spirito Santo. Con affetto benedico voi ed i vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. W uroczystość Pięćdziesiątnicy Apostoł Paweł przypomina nam, że „nikt nie może powiedzieć bez pomocy Ducha Świętego: «Panem jest Jezus»" (1 Kor 12, 3). Dziękujemy więc Bogu za dar Ducha Świętego, który uzdalnia nas do wiary w Zmartwychwstałego i pozwala uczestniczyć w owocach Jego zbawczego dzieła. Światło i moc Ducha Pocieszyciela niech stale wam towarzyszy.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Nella solennità della Pentecoste l’Apostolo Paolo ci ricorda che "nessuno può dire: «Gesù è Signore» se non sotto l’azione dello Spirito Santo" (1 Cor 12, 3). Ringraziamo dunque Dio per il dono dello Spirito Santo, il quale ci rende capaci di credere nel Risorto e permette di partecipare ai frutti della Sua opera salvifica. La luce e la potenza dello Spirito Consolatore vi accompagni sempre.]

Rivolgo un cordiale saluto ai giornalisti e ai relatori riuniti a Pistoia per il Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, organizzato dall’associazione Greenaccord sul tema: "Lo spazio comune dell’uomo nel creato". Ai giornalisti impegnati per la tutela dell’ambiente va il mio incoraggiamento.

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani di Caprino Veronese e i ragazzi di Casaleone che hanno ricevuto la Cresima. Saluto quanti hanno partecipato agli incontri promossi dal Movimento dell’Amore Familiare su "La preghiera del Padre Nostro e le radici cristiane della famiglia e della società". Saluto i soci del club "Passione Rossa Italia".
A tutti auguro una buona domenica.




              

              
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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14/06/2011 12:19
 
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Pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres

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Si è concluso ieri a Chartres il tradizionale Pellegrinaggio che si tiene (da quasi trent'anni) da Parigi in occasione della Pentecoste (ne avevamo dato avvisto qui; del pellegrinaggio del 2010, a cui aveva partecipato anche il Cardinal Arcivescovo di Parigi, avevamo parlato qui).

Si tratta di un'iniziativa di grande rilievo a livello mondiale di tutte le realtà -- invero, prevalentemente francofone -- di sensibilità tradizionale, ma fedeli al Papa e al Magistero.
Quest'anno il pellegrinaggio ha avuto per tema "Il Vangelo della vita", ovvero la difesa del valore non negoziabile a supporto del Magistero di Benedetto XVI ed è stato concluso con la Messa a Chartres dal vescovo ausiliare di Nanterre (http://bit.ly/jnk8O1).
Alla pagina bit.ly/iGlL29 troviamo un video in italiano di un paio di minuti di presentazione di tale pellegrinaggio 2011.

Al termine del loro cammino di tre giorni, i fedeli son stati ricevuti, sulla porta della Cattedrale, da Mons. Pansard, Vescovo di Chartres, e da Mons. Brouwet, vescovo ausiliarie di Nanterre.


Nella sua predica, mons. Brouwet (nell'ultima foto qui sopra) ha guidato i pellegrini nel mistero dei 7 doni dello Spirito Santo mettendoli in relazione con il Vangelo della Vita.

Per altre magnifiche e significative foto si veda ai LINK1 e LINK2.
Per il video si veda qui LINK ("Le Salon Beige").

fonte: N.D. de Chrétienté


Fraternamente CaterinaLD

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17/06/2011 09:39
 
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[SM=g1740733]Con la Festa di Pentecoste celebrata Domenica scorsa, si conclude il TEMPO PASQUALE e si ritorna nel Tempo Ordinario... che "riaprte" con la Festa, domenica, della SANTISSIMA TRINITA'.... e quindi entriamo anche nel vivo della DEVOZIONE DEL SACRO CUORE DI GESU' E DEL CORPUS DOMINI.....

Vi invitiamo così a meditare su questi altri link dal Monastero:


Festa e Adorazione del CORPUS DOMINI

Con Gesù davanti all'Eucarestia

29 giugno Festa dei Santi Pietro e Paolo la Catechesi del Pontefice

20/29 giugno Novena a san Pietro

Spirito Santo, Terza Persona della SS.ma Trinità (Novena e Preghiere)

Litanie Domenicane, Lauretane, al Cuore di Gesù, ecc...

PRIMO VENERDI' DEL MESE (pratica, preghiera, tradizione)

L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA E LA PREGHIERA, NUOVO CICLO CATECHESI DI BENEDETTO XVI

L' ESAME DI COSCIENZA.......e la preparazione per una buona Confessione dei peccati!

Sanctum Rosarium in latino, con la Meditazione dei Misteri e il Credo Mariano

Norme sempre valide per vivere con profitto la Santa Messa e la visita in Chiesa

[SM=g1740738]

Una curiosità....


Pamtheon

Nella Basilica di Santa Maria dei Martiri, più conosciuta come il Pantheon, al termine della Messa di Pentecoste e al canto dell'inno Veni Creator, una pioggia di petali di rose rosse cade dall'apertura sul tetto, a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo.
[SM=g1740752]


Pantheon

Pantheon2

Pantheon3



[Modificato da Caterina63 25/11/2011 21:49]
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24/05/2012 13:40
 
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[SM=g1740720] Sospendiamo per un attimo l'ascolto e la lettura della Spe Salvi per unirci alla Chiesa in occasione della Festa della Pentecoste che, come sappiamo, conclude il ciclo Litrugico del Tempo Pasquale.

In attesa di ascoltare nuovamente il Papa al Regina Coeli, vi proponiamo l'audio dell'anno scorso, per la Pentecoste del 2011.
www.gloria.tv/?media=292978





[SM=g1740752]

[SM=g1740757]


Una delle Sequenze più sacre e più belle della nostra tradizione, il Vieni Spirito Creatore, implorante la Terza Persona della Santissima Trinità: O dolce Consolatore, Dito della mano di Dio, luce all'intelletto... Difendici dal nemico... [SM=g1740752]

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

www.gloria.tv/?media=294944




[SM=g1740717]

[SM=g1740738]


[Modificato da Caterina63 30/05/2012 09:15]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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27/05/2012 17:54
 
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Il Papa: Tutti possiamo constatare come nel nostro mondo, anche se siamo sempre più vicini l’uno all’altro con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire, come tuttavia la comprensione e la comunione tra le persone è spesso superficiale e difficoltosa.
Permangono squilibri che non di rado portano a conflitti; il dialogo tra le generazioni si fa faticoso e a volte prevale la contrapposizione; assistiamo a fatti quotidiani in cui ci sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi.
In questa situazione, possiamo veramente trovare e vivere quell’unità di cui abbiamo tanto bisogno?




SANTA MESSA DI PENTECOSTE: VIDEO INTEGRALE


CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE, 27.05.2012
 
Alle ore 9.30 di oggi, Domenica di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI presiede nella Basilica Vaticana la Santa Messa del giorno. Concelebrano con il Santo Padre i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi presenti in Urbe.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che pubblichiamo di seguito:
 
OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di celebrare con voi questa Santa Messa, animata oggi anche dal Coro dell’Accademia di Santa Cecilia e dall’Orchestra giovanile - che ringrazio -, nella Solennità di Pentecoste. Questo mistero costituisce il battesimo della Chiesa, è un evento che le ha dato, per così dire, la forma iniziale e la spinta per la sua missione. E questa «forma» e questa «spinta» sono sempre valide, sempre attuali, e si rinnovano in modo particolare mediante le azioni liturgiche. Stamani vorrei soffermarmi su un aspetto essenziale del mistero della Pentecoste, che ai nostri giorni conserva tutta la sua importanza.

La Pentecoste è la festa dell’unione, della comprensione e della comunione umana. Tutti possiamo constatare come nel nostro mondo, anche se siamo sempre più vicini l’uno all’altro con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire, la comprensione e la comunione tra le persone è spesso superficiale e difficoltosa. Permangono squilibri che non di rado portano a conflitti; il dialogo tra le generazioni si fa faticoso e a volte prevale la contrapposizione; assistiamo a fatti quotidiani in cui ci sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi. In questa situazione, possiamo veramente trovare e vivere quell’unità di cui abbiamo tanto bisogno?

La narrazione della Pentecoste negli Atti degli Apostoli, che abbiamo ascoltato nella prima lettura (cfr At 2,1-11), contiene sullo sfondo uno degli ultimi grandi affreschi che troviamo all’inizio dell’Antico Testamento: l’antica storia della costruzione della Torre di Babele (cfr Gen 11,1-9). Ma che cos’è Babele? E’ la descrizione di un regno in cui gli uomini hanno concentrato tanto potere da pensare di non dover fare più riferimento a un Dio lontano e di essere così forti da poter costruire da soli una via che porti al cielo per aprirne le porte e mettersi al posto di Dio. Ma proprio in questa situazione si verifica qualcosa di strano e di singolare.
Mentre gli uomini stavano lavorando insieme per costruire la torre, improvvisamente si resero conto che stavano costruendo l’uno contro l’altro. Mentre tentavano di essere come Dio, correvano il pericolo di non essere più neppure uomini, perché avevano perduto un elemento fondamentale dell’essere persone umane: la capacità di accordarsi, di capirsi e di operare insieme.

Questo racconto biblico contiene una sua perenne verità; lo possiamo vedere lungo la storia, ma anche nel nostro mondo. Con il progresso della scienza e della tecnica siamo arrivati al potere di dominare forze della natura, di manipolare gli elementi, di fabbricare esseri viventi, giungendo quasi fino allo stesso essere umano. In questa situazione, pregare Dio sembra qualcosa di sorpassato, di inutile, perché noi stessi possiamo costruire e realizzare tutto ciò che vogliamo. Ma non ci accorgiamo che stiamo rivivendo la stessa esperienza di Babele. E’ vero, abbiamo moltiplicato le possibilità di comunicare, di avere informazioni, di trasmettere notizie, ma possiamo dire che è cresciuta la capacità di capirci o forse, paradossalmente, ci capiamo sempre meno? Tra gli uomini non sembra forse serpeggiare un senso di diffidenza, di sospetto, di timore reciproco, fino a diventare perfino pericolosi l’uno per l’altro? Ritorniamo allora alla domanda iniziale: può esserci veramente unità, concordia? E come?

La risposta la troviamo nella Sacra Scrittura: l’unità può esserci solo con il dono dello Spirito di Dio, il quale ci darà un cuore nuovo e una lingua nuova, una capacità nuova di comunicare. Questo è ciò che si è verificato a Pentecoste. In quel mattino, cinquanta giorni dopo la Pasqua, un vento impetuoso soffiò su Gerusalemme e la fiamma dello Spirito Santo discese sui discepoli riuniti, si posò su ciascuno e accese in essi il fuoco divino, un fuoco d’amore, capace di trasformare. La paura scomparve, il cuore sentì una nuova forza, le lingue si sciolsero e iniziarono a parlare con franchezza, in modo che tutti potessero capire l’annuncio di Gesù Cristo morto e risorto. A Pentecoste dove c’era divisione ed estraneità, sono nate unità e comprensione.

Ma guardiamo al Vangelo di oggi, nel quale Gesù afferma: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13). Qui Gesù, parlando dello Spirito Santo, ci spiega che cos’è la Chiesa e come essa debba vivere per essere se stessa, per essere il luogo dell’unità e della comunione nella Verità; ci dice che agire da cristiani significa non essere chiusi nel proprio «io», ma orientarsi verso il tutto; significa accogliere in se stessi la Chiesa tutta intera o, ancora meglio, lasciare interiormente che essa ci accolga. Allora, quando io parlo, penso, agisco come cristiano, non lo faccio chiudendomi nel mio io, ma lo faccio sempre nel tutto e a partire dal tutto: così lo Spirito Santo, Spirito di unità e di verità, può continuare a risuonare nei cuori e nelle menti degli uomini e spingerli ad incontrarsi e ad accogliersi a vicenda. Lo Spirito, proprio per il fatto che agisce così, ci introduce in tutta la verità, che è Gesù, ci guida nell’approfondirla, nel comprenderla: noi non cresciamo nella conoscenza chiudendoci nel nostro io, ma solo diventando capaci di ascoltare e di condividere, solo nel «noi» della Chiesa, con un atteggiamento di profonda umiltà interiore. E così diventa più chiaro perché Babele è Babele e la Pentecoste è la Pentecoste. Dove gli uomini vogliono farsi Dio, possono solo mettersi l’uno contro l’altro. Dove invece si pongono nella verità del Signore, si aprono all’azione del suo Spirito che li sostiene e li unisce.

La contrapposizione tra Babele e Pentecoste riecheggia anche nella seconda lettura, dove l’Apostolo dice: "Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne" (Gal 5,16). San Paolo ci spiega che la nostra vita personale è segnata da un conflitto interiore, da una divisione, tra gli impulsi che provengono dalla carne e quelli che provengono dallo Spirito; e noi non possiamo seguirli tutti.

Non possiamo, infatti, essere contemporaneamente egoisti e generosi, seguire la tendenza a dominare sugli altri e provare la gioia del servizio disinteressato. Dobbiamo sempre scegliere quale impulso seguire e lo possiamo fare in modo autentico solo con l’aiuto dello Spirito di Cristo. San Paolo elenca le opere della carne, sono i peccati di egoismo e di violenza, come inimicizia, discordia, gelosia, dissensi; sono pensieri e azioni che non fanno vivere in modo veramente umano e cristiano, nell’amore. E’ una direzione che porta a perdere la propria vita. Invece lo Spirito Santo ci guida verso le altezze di Dio, perché possiamo vivere già in questa terra il germe di vita divina che è in noi. Afferma, infatti, san Paolo: «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace» (Gal 5,22).
Notiamo che l’Apostolo usa il plurale per descrivere le opere della carne, che provocano la dispersione dell’essere umano, mentre usa il singolare per definire l’azione dello Spirito, parla di «frutto», proprio come alla dispersione di Babele si contrappone l’unità di Pentecoste.

Cari amici, dobbiamo vivere secondo lo Spirito di unità e di verità, e per questo dobbiamo pregare perché lo Spirito ci illumini e ci guidi a vincere il fascino di seguire nostre verità, e ad accogliere la verità di Cristo trasmessa nella Chiesa. Il racconto lucano della Pentecoste ci dice che Gesù prima di salire al cielo chiese agli Apostoli di rimanere insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo.

Ed essi si riunirono in preghiera con Maria nel Cenacolo nell’attesa dell’evento promesso (cfr At 1,14). Raccolta con Maria, come al suo nascere, la Chiesa anche quest’oggi prega: «Veni Sancte Spiritus! - Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore!».
Amen.





















Il Papa: Sono lieto di annunciare che il prossimo 7 ottobre, all’inizio dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, proclamerò san Giovanni d’Avila e santa Ildegarda di Bingen Dottori della Chiesa universale [SM=g1740721]




REGINA COELI: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CAELI, 27.05.2012

Conclusa la Celebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana per la Solennità di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CAELI

Cari fratelli e sorelle!



Celebriamo oggi la grande festa di Pentecoste, che porta a compimento il Tempo di Pasqua, cinquanta giorni dopo la Domenica della Risurrezione. Questa solennità ci fa ricordare e rivivere l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli e gli altri discepoli, riuniti in preghiera con la Vergine Maria nel Cenacolo (cfr At 2,1-11). Gesù, risorto e asceso al cielo, invia alla Chiesa il suo Spirito, affinché ogni cristiano possa partecipare alla sua stessa vita divina e diventare suo valido testimone nel mondo. Lo Spirito Santo, irrompendo nella storia, ne sconfigge l’aridità, apre i cuori alla speranza, stimola e favorisce in noi la maturazione interiore nel rapporto con Dio e con il prossimo.

Lo Spirito, che «ha parlato per mezzo dei profeti», con i doni della sapienza e della scienza continua ad ispirare donne e uomini che si impegnano nella ricerca della verità, proponendo vie originali di conoscenza e di approfondimento del mistero di Dio, dell’uomo e del mondo.

In questo contesto, sono lieto di annunciare che il prossimo 7 ottobre, all’inizio dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, proclamerò san Giovanni d’Avila e santa Ildegarda di Bingen Dottori della Chiesa universale.
Questi due grandi testimoni della fede vissero in periodi storici e ambienti culturali assai diversi. Ildegarda fu monaca benedettina nel cuore del Medioevo tedesco, autentica maestra di teologia e profonda studiosa delle scienze naturali e della musica.
Giovanni, sacerdote diocesano negli anni del rinascimento spagnolo, partecipò al travaglio del rinnovamento culturale e religioso della Chiesa e della compagine sociale agli albori della modernità.
Ma la santità della vita e la profondità della dottrina li rendono perennemente attuali: la grazia dello Spirito Santo, infatti, li proiettò in quell’esperienza di penetrante comprensione della rivelazione divina e di intelligente dialogo con il mondo che costituiscono l’orizzonte permanente della vita e dell’azione della Chiesa.

Soprattutto alla luce del progetto di una nuova evangelizzazione, alla quale sarà dedicata la menzionata Assemblea del Sinodo dei Vescovi, e alla vigilia dell’Anno della Fede, queste due figure di Santi e Dottori appaiono di rilevante importanza e attualità. Anche ai nostri giorni, attraverso il loro insegnamento, lo Spirito del Signore risorto continua a far risuonare la sua voce e ad illuminare il cammino che conduce a quella Verità che sola può renderci liberi e dare senso pieno alla nostra vita.

Pregando ora insieme il Regina Caeli, invochiamo l’intercessione della Vergine Maria affinché ottenga alla Chiesa di essere potentemente animata dallo Spirito Santo, per testimoniare Cristo con franchezza evangelica e aprirsi sempre più alla pienezza della verità.


DOPO IL REGINA CAELI


Cari fratelli e sorelle!


Stamani a Vannes, in Francia, è stata proclamata Beata Mère Saint-Louis, al secolo Louise-Élisabeth Molé, fondatrice delle Suore della Carità di San Luigi, vissuta tra il XVIII e il XIX secolo. Rendiamo grazie a Dio per questa esemplare testimone dell’amore per Dio e per il prossimo.


Ricordo inoltre che venerdì prossimo, 1° giugno, mi recherò a Milano, dove avrà luogo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Invito tutti a seguire questo evento e a pregare per la sua buona riuscita.


(..)

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e alla Fondazione "Gigi Ghirotti", alle quali esprimo apprezzamento per l’impegno di dare sostegno e speranza a tante persone nella sofferenza. Saluto la Misericordia di Santa Croce sull’Arno e la Federazione Italiana di Tiro con l’Arco. Un saluto speciale va alla rappresentanza della Polizia di Stato, a 160 anni dalla fondazione. A tutti auguro una buona festa, una buona domenica.
Buona festa!






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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28/05/2012 11:18
 
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L'Ottava di Pentecoste, permessa dalla Forma Ordinaria

 

 

Parecchie scontentezze sortì, a suo tempo, la soppressione dell'Ottava di Pentecoste, eliminata dalla riforma del Messale e del Calendario liturgico effettuata da Paolo VI.
Ma se è vero che nel libro liturgico non si trova più formalmente (come invece capita nella Forma Straordinaria) l'indicazione dei giorni dell'Ottava con la Messa assegnata, è anche vero che la "flessibilità" concessa nel "Tempo per annum" dalla Forma Ordinaria, permette in verità di celebrare comunque una settimana "post Pentecosten" che accompagni e metta in luce l'importanza della festa dello Spirito Santo, da non esaurirsi in una sola domenica.
Vengo perciò ai consigli che, nel pieno rispetto della normativa liturgica attuale, permettono ad ogni sacerdote di sottolineare per bene il tempo che intercorre tra la Solennità di Pentecoste e la Festa della SS. Trinità.
 
1) Utilizzate le MESSE VOTIVE allo Spirito Santo. Ci sono ben tre diversi formulari nel Messale Romano II edizione (in italiano), e il secondo e terzo formulario hanno ben due collette ciascuno tra cui scegliere. I prefazi che si possono utilizzare sono due. Il Messale offre quindi una ricchezza eucologica spesso e volentieri trascurata e ignorata dai sacerdoti, che non sempre tengono conto degli abbondanti tesori di preghiera presenti nei libri liturgici.
 
2) Quest'anno sono liberi da Memorie o Feste il lunedì, il martedì, il mercoledì e il sabato, tutti giorni in cui si può celebrare la messa "a scelta". Quale scelta migliore, nella settimana dopo Pentecoste, che offrire la Messa in onore dello Spirito Santo. (Giovedì 31 è la Visitazione, mentre il 1° giugno festeggiamo san Giustino).
 
3) Se volete solennizzare in maniera particolare queste Messe, è anche permesso l'uso delle letture proprie (Lezionario Messe votive e "ad diversa", vol. 5° dei nuovi lezionari) al posto di quelle feriali. Questa scelta offre al predicatore abbondanti spunti per prolungare la meditazione omiletica del giorno di Pentecoste.
 
4) Vi aggiungo i formulari delle tre Messe - or ora citate - in Latino, qualora possano risultare utili alla vostra meditazione i testi originali, o anche per utilizzarli nella celebrazione. In italiano li trovate alle pagg. 844-848 del Messale Romano.
 
De Spiritu Sancto Colore Liturgico ROSSO
 
A
 
Ant. ad introitum Rm 5,5
Cáritas Dei diffúsa est in córdibus nostris, per inhabitántem Spíritum eius in nobis.
 
Collecta
Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti, da nobis in eódem Spíritu recta sápere, et de eius semper consolatióne gaudére. Per Dóminum.
 
Super oblata
Múnera, quæsumus, Dómine, obláta sanctífica, et corda nostra Sancti Spíritus illustratióne emúnda. Per Christum.
 
 
PRÆFATIO I DE SPIRITU SANCTO De missione Spiritus a Domino in Ecclesiam.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per Christum Dóminum nostrum.
Qui, ascéndens super omnes cælos sedénsque ad déxteram tuam,
promíssum Spíritum Sanctum in fílios adoptiónis effúdit.
Quaprópter nunc et usque in sæculum,
cum omni milítia Angelórum,
devóta tibi mente concínimus,
clamántes atque dicéntes: Sanctus, Sanctus, Sanctus....

Ant. ad communionem Cf. Ps 67,29-30
Confírma hoc, Deus, quod operátus es in nobis, a templo sancto tuo, quod est in Ierúsalem.
 
Post communionem
Sancti Spíritus, Dómine, corda nostra mundet infúsio, et sui roris íntima aspersióne fecúndet. Per Christum.
 
B
 
Ant. ad introitum Cf. Jn 14,26 Jn 15,26
Cum vénerit Spíritus veritátis, docébit vos omnem veritátem, dicit Dóminus.
 
Collecta
Mentes nostras, quæsumus, Dómine, Paráclitus qui a te procédit illúminet, et indúcat in omnem, sicut tuus promísit Fílius, veritátem. Qui tecum.
 
Oppure:
Deus, cui omne cor patet et omnis volúntas lóquitur, et quem nullum latet secrétum, purífica per infusiónem Spíritus Sancti cogitatiónes cordis nostri, ut te perfécte dilígere, et digne laudáre mereámur. Per Dóminum.
 
Super oblata
Inténde, quæsumus, Dómine, spiritálem hóstiam altáribus tuis piæ devotiónis stúdio propósitam, et da fámulis tuis spíritum rectum, ut fides eórum hæc dona tibi concíliet, et comméndet humílitas. Per Christum.
 
PRÆFATIO II DE SPIRITU SANCTO
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre,
nos tibi semper et ubíque grátias ágere:
Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
Qui síngulis quibúsque tempóribus aptánda dispénsas,
mirísque modis Ecclésiæ tuæ gubernácula moderáris.
Virtúte enim Spíritus Sancti ita eam adiuváre non désinis,
ut súbdito tibi semper afféctu nec in tribulatióne supplicáre defíciat,
nec inter gáudia grátias reférre desístat,
per Christum Dóminum nostrum.
Et ídeo, choris angélicis sociáti,
te laudámus in gáudio confiténtes: Sanctus, Sanctus, Sanctus ...
 
Ant. ad communionem Jn 15,26 Jn 16,14
Spíritus qui a Patre procédit, ille me clarificábit, dicit Dóminus.
 
Post communionem
Dómine Deus noster, qui nos vegetáre dignátus es cæléstibus aliméntis, suavitátem Spíritus tui penetrálibus nostri cordis infúnde, ut, quæ temporáli devotióne percépimus, sempitérno múnere capiámus. Per Christum.
 
C
 
Ant. ad introitum Lc 4,18
Spíritus Dómini super me, evangelizáre paupéribus misit me, dicit Dóminus.
 
Collecta
Deus, qui univérsam Ecclésiam tuam in omni gente et natióne sanctíficas, in totam mundi latitúdinem Spíritus tui dona defúnde, ut, quod in ipsis evangélicæ prædicatiónis exórdiis tua est operáta dignátio, nunc quoque per credéntium corda diffúndat. Per Dóminum.
 
Oppure:
Deus, cuius Spíritu régimur, cuius protectióne servámur, præténde nobis misericórdiam tuam, et exorábilis tuis esto supplícibus, ut in te credéntium fides tuis semper benefíciis adiuvétur. Per Dóminum.
 
Super oblata
Sacrifícia, Dómine, tuis obláta conspéctibus, ignis Spíritus sanctíficet, qui discipulórum Fílii tui corda succéndit. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
 
Præfatio: I de Spiritu Sancto vel II.
 
Ant. ad communionem Cf. Ps 103,30
Emítte Spíritum tuum, et creabúntur, et renovábis fáciem terræ.
 
Post communionem
Hæc nobis, Dómine, múnera sumpta profíciant, ut illo iúgiter Spíritu ferveámus, quem Apóstolis tuis ineffabíliter infudísti.Per Christum.

Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz1w092Hs67
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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30/05/2012 14:52
 
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Con la Festa di Pentecoste celebrata Domenica scorsa, si conclude il TEMPO PASQUALE e si ritorna nel Tempo Ordinario... che "riaparte" con la Festa, domenica, della SANTISSIMA TRINITA'.... e quindi entriamo anche nel vivo della DEVOZIONE DEL SACRO CUORE DI GESU' E DEL CORPUS DOMINI.....

Vi invitiamo così a meditare su questi altri link dal Monastero:


Festa e Adorazione del CORPUS DOMINI

"Mensis Eucharisticus" riedizione di un prezioso supporto per la Messa e la meditazione Eucaristica

Con Gesù davanti all'Eucarestia

29 giugno Festa dei Santi Pietro e Paolo la Catechesi del Pontefice

20/29 giugno Novena a san Pietro

Spirito Santo, Terza Persona della SS.ma Trinità (Novena e Preghiere)

Litanie Domenicane, Lauretane, al Cuore di Gesù, ecc...

PRIMO VENERDI' DEL MESE (pratica, preghiera, tradizione)

L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA E LA PREGHIERA, NUOVO CICLO CATECHESI DI BENEDETTO XVI

L' ESAME DI COSCIENZA.......e la preparazione per una buona Confessione dei peccati!

Sanctum Rosarium in latino, con la Meditazione dei Misteri e il Credo Mariano

Norme sempre valide per vivere con profitto la Santa Messa e la visita in Chiesa







Theodossios Maria della Croce sulla Santissima Trinità

Con le riflessioni e le spiegazioni di padre Theodossios Maria della Croce, tratte da “La Regola d’Oro della Dottrina della Chiesa” si conclude l’itinerario liturgico e spirituale verso la solennità della Santissima Trinità, che sarà celebrata domenica prossima (3 giugno).

La Conoscenza di Dio e la Santissima Trinità

1. Fra tutte le affermazioni, le considerazioni dottrinali, le spe­culazioni e le sentenze dogmatiche sull’Essere di Dio e la cono­scenza di Dio Unico e della Santissima Trinità, è fondamentale tener sempre presenti, quali riferimenti capitali per l’approfondi­mento ed anche per la difesa della dottrina della Chiesa, le verità seguenti:
Le più alte conoscenze della più alta realtà, Dio Uno e Trino, non sono state e non saranno mai possibili senza una assoluta ar­monia intimamente vissuta dei due principi:
A. « Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana attra­verso le cose create ». (Concilio Vaticano I, D.S. 3004 — Concilio Vaticano II, « Dei Verbum » n. 6).
B. « Deve essere attribuito alla divina Rivelazione il fatto che ciò che nelle cose divine non è di per sé inaccessibile all’umana ragio­ne, possa, anche nella presente condizione del genere umano, es­sere conosciuto da tutti speditamente, con ferma certezza e senza mescolanza d’errore ».
« Con la divina Rivelazione Dio volle manifestare e comuni­care se stesso e i decreti eterni della sua volontà riguardo alla sal­vezza degli uomini, per renderli cioè partecipi dei beni divini, che trascendono assolutamente la comprensione della mente uma­na ». (Concilio Vaticano I, D.S. 3005 — Concilio Vaticano II, « Dei Verbum » n. 6).
È evidente che, senza una sintesi che per misericordia divina lo Spirito Santo opera nella Chiesa, queste sentenze stesse sulla conoscenza di Dio da parte dell’uomo sembrerebbero contraddittorie e rimarrebbero incomprensibili. Chi può pretendere che, per la luce detta naturale della ragione, l’uomo possa distinguere la frontiera, la linea di demarcazione tra ciò che egli può conosce­re di Dio con questa luce stessa attraverso le cose create e ciò che trascende assolutamente la comprensione del suo spirito?

È solo con questa amabile e delicatissima sintesi di queste sentenze responsabili e solenni della Chiesa che nell’anima del­l’uomo scaturisce una conoscenza unitaria e che allora diviene certezza vissuta intimamente l’Unità assoluta di Dio nella sua Trinità divina, l’Unità armoniosa di Dio Uno e Trino, conosciuto e infinito.
Ecco alcuni brani del Nuovo Testamento che sono sempre stati per la Chiesa nel suo insegnamento punti di riferimento asso­luti:
« O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza
di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e impenetrabili le sue vie! Chi, infatti conobbe il pensiero del Signore…? » (Romani 11, 33-34).
« Ciò che di Dio si può conoscere è loro (agli uomini che trat­tengono la verità nell’ingiustizia) manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Le sue invisibili perfezioni, la sua eterna potenza e la sua divinità, appaiono fin dalla creazione del mondo, offerte alla contemplazione per mezzo delle sue opere. E così essi non hanno scuse ». (Romani 1, 19-20).
« Tutto è stato dato a me dal Padre mio: e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo ». (Matteo 11, 27).
Ed ecco perché San Tommaso d’Aquino comincia la sua « Somma Teologica » con queste parole:
« Fu necessario per la salvezza dell’uomo, al di là delle scien­ze filosofiche delle quali la ragione umana si occupa, che vi sia una dottrina differente, costituita secondo la Rivelazione divina. Perché l’uomo è ordinato da Dio a un fine che trascende la com­prensione della ragione, secondo questo passo di Isaia 64,3 “Oc­chio non ha visto, o Dio, ciò che tu hai fatto per quelli che ti ama­no” ». (S. Th. I, q. 1, a. 1).

2. Dio quale Santissima Trinità è la più alta Realtà rivelata, infi­nita e semplice, oggettiva e impalpabile.
Colui che ha ricevuto il Figlio ha ricevuto la rivelazione del Figlio, la certezza del Padre e dello Spirito Santo. È il Cristo che, tramite il suo essere e il suo insegnamento, ci rivela il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Ora se questa rivelazione è ricevuta, non soltanto accettata per obbedienza e fiducia alla Chiesa, ma ricevuta intimamente nella mente amante, nell’amore nostro pensante e altamente ra­gionante, la difficoltà concettuale svanisce. Ed emerge allora fra tutto il Reale, la percezione intima oggettiva dell’Essere assolu­to, perfetto di Dio-Trinità e della sua impronta su tutto il creato. Allora il mistero di Dio-Trinità penetra nella nostra mente ed in­sieme entra nella nostra intimità amorosa. E il cammino della co­noscenza diviene cammino di amore e di liberazione, cammino di liberazione da ogni incertezza dissolvente ed anche da ogni certezza inaridente, dissolvente ed inaridente perché scaturite dal­l’Io fuori della Verità rivelata, pertanto fuori dall’Amore di Dio.

3. Tutte le considerazioni, speculazioni e sistematizzazioni teo­logiche corrispondono alla Verità eterna soltanto se conducono l’anima verso la percezione oggettiva e amorosa di Dio-Trinità.
L’uomo è creato « secondo l’immagine e la somiglianzà »del Creatore. È dunque creato singolare e trinitario insieme. È a que­sto del resto che corrisponde la profonda dottrina di Santo Agostino sulla trinità nell’uomo.
Ciò che risulta come insegnamento diretto a proposito della Unità è che l’Unità divina è un’unità vivente e non di morte. La Unità vivente non può esser concepita se non come l’armonia perfetta nell’intimità di questa Unità stessa. E l’armonia perfetta è unità di essenza.
L’intendimento umano non può percepire più perfettamente e più totalmente l’unità di essenza che come armonia interna di questa unità. È per questo che l’intendimento umano non può concepire Dio unico, l’Unità divina vivente, che nel senso dell’as­soluto di armonia e di essenza che esprimono le parole Dio uno – Trinità.
Nella natura, non c’è forse per l’intendimento umano più perfetto esempio riguardo alla realtà dell’Unità trinitaria, se non quello del fondamento dell’armonia musicale: è impossibile con­cepire la nota fondamentale senza le note armoniche che la costi­tuiscono, né concepire queste note armoniche senza la nota fon­damentale che le contiene e le genera.
Questa affermazione non è una considerazione filosofica né una speculazione teologica. Si tratta di un’esperienza umana uni­versale, consciamente o inconsciamente vissuta fin dalla fondazione del mondo, e messa in luce nella coscienza e nel cuore degli uomini dalla Rivelazione.

Vaticano II, Costituzione dogmatica « Lumen Gentium »:
- N. 50. « Tutti, di ogni tribù e lingua, di ogni popolo e nazione, riscattati col sangue di Cristo (cf. Apocalisse 5, 9) e radunati in un’unica Chiesa, con un unico canto di lode glorifichiamo Dio uno e trino ».
Vaticano II, Decreto « Unitatis Redintegratio »:
- N. 12. « Tutti i cristiani professino davanti a tutti i popoli la fede in Dio uno e trino, nell’incarnato Figlio di Dio, Redentore e Signore nostro ».
Il Poema misterioso e luminoso della Sacra Scrittura è un canto polifonico a innumerevoli voci e con molti motivi, che in piena armonia convergono e si ricongiungono sempre nell’unico tema: la lode di Dio eterno Padre, Figlio e Spirito Santo.

VANGELO SECONDO SAN MATTEO
« Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a praticare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco che io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo ». (28, 19-20).
« Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio? Gli risposero: Di Davide. Ed egli a loro: Come mai allora Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo:
Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio? » (22, 41-45).

VANGELO SECONDO SAN MARCO
« Ora, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito risalendo fuori dall’acqua, vide aprirsi i cieli, e lo Spirito, come una colomba, di­scendere verso di lui. E venne una voce partita dai cieli: Sei tu il mio Figlio diletto ». (1, 9-11).

VANGELO SECONDO SAN LUCA
« L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine fidanzata ad un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe ».
« Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio. E lo chiame­rai col nome di Gesù. Sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Al­tissimo ».
« Lo Spirito Santo verrà su di te, la potenza dell’Altissimo ti coprirà; per questo il santo (essere) che nascerà sarà chiamato Fi­glio di Dio ». (1, 26-35).

VANGELO SECONDO SAN GIOVANNI
« Io e il Padre siamo uno ». (10, 30).
« Chi ha visto me ha visto il Padre… Io sono nel Padre e il Padre è in me ». (14, 9-11).
« Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatorc perché sia con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere ». (14, 16-17).
« In quel giorno, voi conoscerete che io sono nel mio Pa­dre ». (14, 20).
« II Consolatorc, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà tutto e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto ». (14, 26).
« Quando verrà il Consolatorc che io vi manderò di presso al Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, è lui che testi­monierà riguardo a me ». (15, 26).
« Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che sente e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che ha il Padre è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve rannunzie­rà ». (16, 13-15).
ATTI DEGLI APOSTOLI
« Ma Pietro gli disse: Anania, perché mai Satana si è così im­possessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? — Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio ». (5, 3-4).

EPISTOLE APOSTOLICHE
San Paolo
« A noi Dio l’ha rivelato per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce nell’uomo le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche le cose di Dio nessuno le conosce se non lo Spirito di Dio ». (1 Corinzi 2, 10-11).
« Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio! » (1 Corìnzi 6, 11).
« Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo! » (1 Corìnzi 6, 19-20).
« Vi sono poi diversità di carismi, ma lo stesso Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma lo stesso Signore; vi sono diversità di operazioni, ma lo stesso Dio, che opera tutto in tutti. — Ma tut­te queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera ». (1 Corìnzi 12, 4-5, 11).
« La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la co­munione dello Spirito Santo, con tutti voi ». (2 Corìnzi 13, 13).
Lettera agli Ebrei
« (Dio), in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del qua­le ha fatto i secoli e che è Irradiazione della gloria e carattere della sua sostanza ». (Ebrei 1, 2-3).
San Pietro
« Pietro, apostolo di Gesù Cristo — secondo la prescienza di Dio Padre, nella santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace vi siano moltiplicate! » (1 Pietro 1, 1-2).


[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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17/05/2013 16:53
 
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[SM=g1740717] Papa Francesco Verità e Spirito Santo

Il Santo Padre Francesco ci ha sollecitati ad un impegno di coerenza dell'essere cristiani: pregare ogni giorno e pregare ogni giorno lo Spirito Santo perchè ci aiuti e ci guidi alla Verità tutta intera. Non si è cristiani a tempo, ripete il Papa, ma sempre e totalmente....

Ascoltiamolo e mettiamo in pratica il Magistero petrino.
www.gloria.tv/?media=445727


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org



[SM=g1740763]




La Cresima è una tappa di quel cammino permanente che conduce sempre più “dentro la vita di fede” ed è strettamente legata al Sacramento del Battesimo, tanto da essere chiamata anche Confermazione. Infatti è la conferma degli impegni battesimali.
La Cresima segna quindi l'inizio - e non la fine - di un nuovo cammino, in cui Cristo deve essere sempre più presente come Persona viva che nella Santissima Trinità ci fortifica con i suoi sette Doni per intraprendere questo cammino.
La Cresima è il Sacramento del cammino, della crescita, della vera libertà.
Ecco i suoi sette Santi Doni spiegati dal Magistero della Chiesa, in brevi e comode schede in audio e video, sia per la riflessione personale, quanto per gli incontri comunitari, o di aiuto per i Catechisti.

www.youtube.com/watch?v=sIPdJi8UKhA&feature=youtu.be






[SM=g1740717] [SM=g1740752]
[Modificato da Caterina63 15/05/2015 12:58]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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24/05/2015 10:40
 
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SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica Vaticana 
Domenica, 24 maggio 2015

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«Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi … Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,21.22), così ci dice Gesù. L’effusione avvenuta la sera della Risurrezione si ripete nel giorno di Pentecoste, rafforzata da straordinarie manifestazioni esteriori. La sera di Pasqua Gesù appare agli Apostoli e alita su di loro il suo Spirito (cfr Gv 20,22); nel mattino di Pentecoste l’effusione avviene in maniera fragorosa, come un vento che si abbatte impetuoso sulla casa e irrompe nelle menti e nei cuori degli Apostoli. Di conseguenza essi ricevono un’energia tale che li spinge ad annunciare nei diversi idiomi l’evento della Risurrezione di Cristo: «Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue» (At 2,4). Insieme con loro c’era Maria, la Madre di Gesù, la prima discepola, e lì Madre della Chiesa nascente. Con la sua pace, con il suo sorriso, con la sua maternità, accompagnava la gioia della giovane Sposa, la Chiesa di Gesù.

La Parola di Dio, specialmente quest’oggi, ci dice che lo Spirito opera, nelle persone e nelle comunità che ne sono ricolme, le fa capaci di recipere Deum“capax Dei”, dicono i Santi Padri. E cosa fa lo Spirito Santo mediante questa capacità nuova che ci dà?Guida a tutta la verità (Gv 16,13), rinnova la terra (Sal 103) e dà i suoi frutti (Gal 5, 22-23). Guida, rinnova e fruttifica.

Nel Vangelo, Gesù promette ai suoi discepoli che, quando Lui sarà tornato al Padre, verrà lo Spirito Santo il quale li «guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13). Lo chiama proprio «Spirito della verità» e spiega loro che la sua azione sarà quella di introdurli sempre più nella comprensione di ciò che Lui, il Messia, ha detto e ha fatto, in particolare della sua morte e risurrezione. Agli Apostoli, incapaci di sopportare lo scandalo della passione del loro Maestro, lo Spirito darà una nuova chiave di lettura per introdurli alla verità e alla bellezza dell’evento della salvezza.
Questi uomini, dapprima impauriti e bloccati, chiusi nel cenacolo per evitare le ripercussioni del venerdì santo, non si vergogneranno più di essere discepoli del Cristo, non tremeranno più davanti ai tribunali umani. Grazie allo Spirito Santo di cui sono ricolmi, essi comprendono «tutta la verità», cioè che la morte di Gesù non è la sua sconfitta, ma l’espressione estrema dell’Amore di Dio; Amore che nella Risurrezione vince la morte ed esalta Gesù come il Vivente, il Signore, il Redentore dell’uomo, il Signore della storia e del mondo. E questa realtà, di cui loro sono testimoni, diventa la Buona Notizia da annunciare a tutti.

Poi, lo Spirito Santo rinnova - guida e rinnova - rinnova la terra. Il Salmo dice: «Mandi il tuo spirito … e rinnovi la terra» (Sal103,30). Il racconto degli Atti degli Apostoli sulla nascita della Chiesa trova una significativa corrispondenza in questo Salmo, che è una grande lode di Dio Creatore. Lo Spirito Santo che Cristo ha mandato dal Padre, e lo Spirito Creatore che ha dato vita ad ogni cosa, sono uno e il medesimo. Perciò il rispetto del creato è un’esigenza della nostra fede: il “giardino” in cui viviamo non ci è affidato perché lo sfruttiamo, ma perché lo coltiviamo e lo custodiamo con rispetto (cfr Gen 2,15). Ma questo è possibile solo se Adamo – l’uomo plasmato con la terra – a sua volta si lascia rinnovare dallo Spirito Santo, se si lascia ri-plasmare dal Padre sul modello di Cristo, nuovo Adamo. Allora sì, rinnovati dallo Spirito, possiamo vivere la libertà dei figli, in armonia con tutto il creato, e in ogni creatura possiamo riconoscere un riflesso della gloria del Creatore, come afferma un altro salmo: «O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!» (8,2.10). Guida, rinnova e dona, dà frutto.

Nella Lettera ai Galati san Paolo vuole mostrare qual è il “frutto” che si manifesta nella vita di coloro che camminano secondo lo Spirito (cfr 5,22). Da un lato c’è la «carne», con il corteo dei suoi vizi che l’Apostolo elenca, e che sono le opere dell’uomo egoistico, chiuso all’azione della grazia di Dio. Invece, nell’uomo che con la fede lascia irrompere in sé lo Spirito di Dio, fioriscono i doni divini, riassunti in nove virtù gioiose che Paolo chiama «frutto dello Spirito». Di qui l’appello, ripetuto in apertura e in conclusione, come un programma di vita: «Camminate secondo lo Spirito» (Gal 5,16.25).

Il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato. Ci sono tanti modi di chiudersi allo Spirito Santo: nell’egoismo del proprio vantaggio, nel legalismo rigido – come l’atteggiamento dei dottori della legge che Gesù chiama ipocriti –, nella mancanza di memoria per ciò che Gesù ha insegnato, nel vivere la vita cristiana non come servizio ma come interesse personale, e così via.

Invece, il mondo ha bisogno del coraggio, della speranza, della fede e della perseveranza dei discepoli di Cristo. Il mondo ha bisogno dei frutti, dei doni dello Spirito Santo, come elenca san Paolo: «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Il dono dello Spirito Santo è stato elargito in abbondanza alla Chiesa e a ciascuno di noi, perché possiamo vivere con fede genuina e carità operosa, perché possiamo diffondere i semi della riconciliazione e della pace. Rafforzati dallo Spirito - che guida, ci guida alla verità, che rinnova noi e tutta la terra, e che ci dona i frutti - rafforzati nello Spirito e da questi molteplici doni, diventiamo capaci di lottare senza compromessi contro il peccato, di lottare senza compromessi contro la corruzione, che si allarga sempre più nel mondo di giorno in giorno, e di dedicarci con paziente perseveranza alle opere della giustizia e della pace.








REGINA COELI

Piazza San Pietro
Domenica, 24 maggio 2015

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

La festa della Pentecoste ci fa rivivere gli inizi della Chiesa. Il libro degli Atti degli Apostoli narra che, cinquanta giorni dopo la Pasqua, nella casa dove si trovavano i discepoli di Gesù, «venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso …e tutti furono colmati di Spirito Santo» (2,1-2). Da questa effusione i discepoli vengono completamente trasformati: alla paura subentra il coraggio, la chiusura cede il posto all’annuncio e ogni dubbio viene scacciato dalla fede piena d’amore. E’ il “battesimo” della Chiesa, che iniziava così il suo cammino nella storia, guidata dalla forza dello Spirito Santo.

Quell’evento, che cambia il cuore e la vita degli Apostoli e degli altri discepoli, si ripercuote subito al di fuori del Cenacolo. Infatti, quella porta tenuta chiusa per cinquanta giorni finalmente viene spalancata e la prima Comunità cristiana, non più ripiegata su sé stessa, inizia a parlare alle folle di diversa provenienza delle grandi cose che Dio ha fatto (cfr v. 11), cioè della Risurrezione di Gesù, che era stato crocifisso. E ognuno dei presenti sente parlare i discepoli nella propria lingua.
Il dono dello Spirito ristabilisce l’armonia delle lingue che era andata perduta a Babele e prefigura la dimensione universale della missione degli Apostoli.

La Chiesa non nasce isolata, nasce universale, una, cattolica, con una identità precisa ma aperta a tutti, non chiusa, un’identità che abbraccia il mondo intero, senza escludere nessuno. A nessuno la madre Chiesa chiude la porta in faccia, a nessuno! Neppure al più peccatore, a nessuno! E questo per la forza, per la grazia dello Spirito Santo. La madre Chiesa apre, spalanca le sue porte a tutti perché è madre.

Lo Spirito Santo effuso a Pentecoste nel cuore dei discepoli è l’inizio di una nuova stagione: la stagione della testimonianza e della fraternità. È una stagione che viene dall’alto, viene da Dio, come le fiamme di fuoco che si posarono sul capo di ogni discepolo. Era la fiamma dell’amore che brucia ogni asprezza; era la lingua del Vangelo che varca i confini posti dagli uomini e tocca i cuori della moltitudine, senza distinzione di lingua, razza o nazionalità.
Come quel giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo è effuso continuamente anche oggi sulla Chiesa e su ciascuno di noi perché usciamo dalle nostre mediocrità e dalle nostre chiusure e comunichiamo al mondo intero l’amore misericordioso del Signore. Comunicare l’amore misericordioso del Signore: questa è la nostra missione! Anche a noi sono dati in dono la “lingua” del Vangelo e il “fuoco” dello Spirito Santo, perché mentre annunciamo Gesù risorto, vivo e presente in mezzo a noi, scaldiamo il nostro cuore e anche il cuore dei popoli avvicinandoli a Lui, via, verità e vita.

Ci affidiamo alla materna intercessione di Maria Santissima, che era presente come Madre in mezzo ai discepoli nel Cenacolo: è la madre della Chiesa, la madre di Gesù diventata madre della Chiesa. Ci affidiamo a Lei affinché lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo, riempia i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi il fuoco del suo amore.


Dopo il Regina Coeli:

Cari fratelli e sorelle,

continuo a seguire con viva preoccupazione e dolore nel cuore le vicende dei numerosi profughi nel Golfo del Bengala e nel mare di Andamane. Esprimo apprezzamento per gli sforzi compiuti da quei Paesi che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere queste persone che stanno affrontando gravi sofferenze e pericoli. Incoraggio la Comunità internazionale a fornire loro l’assistenza umanitaria.

Cento anni fa come oggi l’Italia è entrata nella Grande Guerra, quella “strage inutile”: preghiamo per le vittime, chiedendo allo Spirito Santo il dono della pace.

Ieri, nel Salvador e in Kenia, sono stati proclamati Beati un Vescovo e una Suora. Il primo è Mons. Oscar Romero, Arcivescovo di San Salvador, ucciso in odio alla fede mentre stava celebrando l’Eucaristia. Questo zelante pastore, sull’esempio di Gesù, ha scelto di essere in mezzo al suo popolo, specialmente ai poveri e agli oppressi, anche a costo della vita.
La Suora è suor Irene Stefani, italiana, delle Missionarie della Consolata, che ha servito la popolazione keniota con gioia, misericordia e tenera compassione. L’esempio eroico di questi Beati susciti in ciascuno di noi il vivo desiderio di testimoniare il Vangelo con coraggio e abnegazione.

Saluto tutti voi, cari romani e pellegrini: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni. In particolare, i fedeli provenienti dalla Bretagna, da Barcellona, e da Freiburg, e il coro dei ragazzi di Herxheim. Saluto la comunità Dominicana di Roma, i fedeli di Cervaro (Frosinone), i militari dell’Aeronautica di stanza a Napoli, la Sacra Corale Jonica e i cresimandi di Pievidizzio (Brescia).

Oggi, nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice, saluto la comunità salesiana: che il Signore gli dia la forza per portare avanti lo Spirito di San Giovanni Bosco.

E a tutti voi auguro una buona domenica di Pentecoste. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. 



 


[Modificato da Caterina63 24/05/2015 12:57]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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13/04/2016 13:38
 
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ATTENZIONE: il canto che state per ascoltare contiene il testo originale composto da sant'Alfonso M. de Liguori per la Novena allo Spirito Santo.
UN VERO INEDITO
Purtroppo la melodia originale sembra sia andata perduta, tuttavia abbiamo trovato questo formato midi, una melodia attribuita ad un anonimo sacerdote che l'avrebbe composta -accompagnando il testo originale - per i bambini della Prima Comunione negli anni '20. Noi vi offriamo il tutto così, come siamo riusciti a realizzarlo con tutto il cuore. Perdonateci le imperfezioni.

Vi ricordiamo che la Novena allo Spirito Santo, essendo una Solennità mobile, inizia nove giorni prima della Pentecoste. Quest'anno 2016 la Pentecoste cade il 15 maggio, quindi la Novena inizierà il 6 maggio.

Movimento Domenicano del Rosario
visitateci: sulroario.org
gloria.tv/video/p5oD5rXYcPK

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collegamento da youtube

www.youtube.com/watch?v=Pw2pnDcFITc&nohtml5=False






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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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