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Ultimo Aggiornamento: 17/09/2012 23:47
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29/06/2011 00:34
 
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Scola a Milano: i tradizionalisti ora sperano

Pubblichiamo qualche foto della Messa veneziana, celebrata nell'ambito della visita pastorale.




Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, è stato nominato arcivescovo di Milano.
Una nomina che è frutto di un desiderio preciso di Benedetto XVI.
Ora i cattolici legati all'antico rito ambrosiano iniziano a sperare e si augurano di passare giorni migliori rispetto a quelli passati sotto il cardinale Dionigi Tettamanzi e Manganini, ex arciprete del Duomo di Milano. Due persone che hanno avuto la mano non certo leggera con i cattolici legati al rito di sempre.
I cattolici si augurano che anche nella diocesi di Milano venga finalmente applicato il motu proprio Summorum Pontificum. E sia possibile rivivere gli splendori di quella magnifica liturgia. Le premesse ci sono.
Il cardinale Angelo Scola, amico fraterno del Papa, nella diocesi di Venezia ha riservato ai cattolici tradizionalisti un trattamento esemplare.
Ha concesso una cappellania guidata dalla Fraternità San Pietro, nella persona di don Konrad zu Loewenstein. Ha assistito lo scorso 6 marzo a una Messa celebrata da don Konrad e ne è rimasto molto impressionato.
Ecco perché i cattolici milanesi ora possono sperare.

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SALUTO A MILANO del card. Scola

Al carissimo confratello nell’episcopato Card. Dionigi,
a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana,
a tutti gli abitanti dell’Arcidiocesi di Milano,

mi preme accompagnare la decisione del Santo Padre di nominarmi Arcivescovo di Milano con un primo affettuoso saluto.
Voi comprenderete quanto la notizia, che mi è stata comunicata qualche giorno fa, trovi il mio cuore
ancora oggi in un certo travaglio. Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio. D’altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede.
L’obbedienza è l’appiglio sicuro per la serena certezza di questo passo a cui sono chiamato.
Attraverso il Papa Benedetto XVI l’obbedienza mia e Vostra è a Cristo Gesù. Per Lui e solo per Lui io sono mandato a Voi. E comunicare la bellezza, la verità e la bontà di Gesù Risorto è l’unico scopo dell’esistenza della Chiesa e del ministero dei suoi pastori. Infatti, la ragion d’essere della Chiesa, popolo di Dio in cammino, è lasciar risplendere sul suo volto Gesù Cristo, Luce delle genti. Quel Volto crocifisso che, secondo la profonda espressione di San Carlo, «faceva trasparire l’immensa luminosità della divina bontà, l’abbagliante splendore della giustizia, l’indicibile bellezza della misericordia, l’amore ardentissimo per gli uomini tutti» (Omelia del 16 marzo 1584). Gesù Risorto accompagna veramente il cristiano nella vita di ogni giorno e il Crocifisso è oggettivamente speranza affidabile per ogni uomo e ogni donna.

In questo momento chiedo a Voi tutti, ai Vescovi ausiliari, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, ai fedeli laici l’accoglienza della fede e la carità della preghiera. Lo chiedo in particolare alle famiglie, anche in vista del VII Incontro mondiale. Vi assicuro che il mio cuore ha già fatto spazio a tutti e a ciascuno.Sono preso a servizio di una Chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori di vita
cristiana dall’origine fino ai nostri giorni. Lo abbiamo visto, pieni di gratitudine, anche nelle beatificazioni di domenica scorsa. Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità. Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso.
Questo mio saluto si rivolge anche a tutti gli uomini e le donne che vivono le molte realtà civili della Diocesi di Milano, ed in modo particolare alle Autorità costituite di ogni ordine e grado: «L’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo» (Benedetto XVI, Omelia nella beatificazione di Giovanni Paolo II, 1.05.2011).

Vengo a Voi con animo aperto e sentimenti di simpatia e oso sperare da parte Vostra atteggiamenti analoghi verso di me.
Chiedo al Signore di potermi inserire, con umile e realistica fiducia, nella lunga catena degli Arcivescovi che si sono spesi per la nostra Chiesa. Come non citarne qui almeno taluni che ci hanno preceduto all’altra riva? Ambrogio, Carlo, Federigo, il card. Ferrari, Pio XI, il card. Tosi, il card. Schüster, Paolo VI e il card. Colombo.
Ho bisogno di Voi, di tutti Voi, del Vostro aiuto, ma soprattutto, in questo momento, del Vostro affetto.
Chiedo in particolare la preghiera dei bambini, degli anziani, degli ammalati, dei più poveri ed emarginati. Lo scambio d’amore con loro, ne sono certo, è ancor oggi prezioso alimento per l’operosità dei mondi che hanno fatto e fanno grande Milano: dalla scuola all’università, dal lavoro all’economia, alla politica, al mondo della comunicazione e dell’editoria, alla cultura, all’arte, alla magnanima condivisione sociale…
Un augurio particolare voglio rivolgere alle migliaia e migliaia di persone che sono impegnate negli oratori feriali, nei campi-scuola, nelle vacanze guidate, e in special modo ai giovani che si preparano alla Giornata mondiale della Gioventù di Madrid.
Domando una preghiera speciale alle comunità monastiche.
Nel porgere a Voi tutti questo primo saluto, voglio dire il mio intenso affetto collegiale ai Cardinali

Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.
Non voglio concludere queste righe senza esprimere fin da ora la mia gratitudine a tutti i sacerdoti, primi collaboratori del Vescovo, di cui ben conosco l’ambrosiana, diuturna dedizione ecclesiale e la capillare disponibilità verso gli uomini e le donne del vasto territorio diocesano.
Mi affido all’intercessione della Madonnina che, dall’alto del Duomo, protegge il popolo ambrosiano.
In attesa di incontrarVi, nel Signore Vi benedico
+ Angelo Card. Scola
Arcivescovo eletto di Milano

Venezia, 28 giugno 2011

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ANNUNCIO ALLA DIOCESI da parte del cardinale Tettamanzi, PER IL NUOVO ARCIVESCOVO
“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”

Carissimi fedeli dell’Arcidiocesi ambrosiana,
in data odierna il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la mia rinuncia all’ufficio di Arcivescovo di Milano, presentata più di due anni fa al compiersi del mio settantacinquesimo anno di età, e ha nominato nuovo Arcivescovo di Milano Sua Eminenza il Cardinale Angelo Scola, finora Patriarca di Venezia.

Desidero anzitutto esprimere il mio filiale ringraziamento al Santo Padre per i due anni di proroga nell’impegnativo incarico di Arcivescovo di Milano: un tempo che mi ha permesso di portare a compimento la Visita pastorale decanale, di far maturare – con il contributo di tutti e in particolare dei confratelli sacerdoti – alcuni cammini di rinnovamento intrapresi dalla Chiesa ambrosiana e di avviare la preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie del 2012.
Ora con serenità di cuore e con spirito di fede, che so condivisi dall’intera comunità diocesana, sono lieto di trasmettere il testimone della guida pastorale di questa splendida Chiesa al carissimo confratello Cardinale Angelo Scola. Egli è conosciuto da molti di noi anche perché originario della nostra Arcidiocesi: è nato a Malgrate (Lecco) il 7 novembre 1941. Ordinato sacerdote nel 1970, ha conseguito il Dottorato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano e in Teologia a Friburgo in Svizzera. Ha insegnato Antropologia Teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Università Lateranense.
Il 20 luglio 1991 viene nominato Vescovo di Grosseto, dove esercita il suo ministero fino al 14 settembre1995, quando il Santo Padre gli affida l’incarico di Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense a Roma e quello di Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. Il 5 gennaio 2002 è nominato da Giovanni Paolo II Patriarca di Venezia. Negli anni successivi viene scelto come membro di diverse Congregazioni della Santa Sede.

In particolare è Relatore Generale per la XI Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2005 sul tema “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Dal gennaio di quest’anno è membro del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Non posso dimenticare la notevole attività scientifica del Cardinale Angelo Scola, che lo ha portato a pubblicare diversi volumi e a offrire numerosi contributi per riviste specializzate e per opere collettive.
Come risulta anche solo da queste brevi note biografiche, il nuovo Arcivescovo è un uomo di grande cultura, di molteplice esperienza, di forte passione ecclesiale. Per questo – ne sono certo – egli saprà guidare con sapienza ed efficacia la nostra Arcidiocesi nel suo ordinario cammino pastorale e nelle impegnative scadenze di carattere internazionale dei prossimi anni: il VII Incontro Mondiale delle Famiglie con l’attesa visita del Santo Padre a Milano, il millesettecentesimo anniversario dell’ “Editto di Milano” e nel 2015 l’Expo.
La Chiesa ambrosiana, che si prepara nella preghiera ad accogliere il nuovo Arcivescovo, per grazia di Dio è ricca di tradizioni di fede, di operosità evangelica, di impegno caritativo, di santità popolare, come testimonia anche la triplice recentissima beatificazione. Una Chiesa che in questi anni si è impegnata ad annunciare Cristo Risorto con percorsi pastorali e spirituali di rinnovamento, nella fedeltà alla sua grande tradizione storica e nel desiderio di assumere un volto più missionario: a livello liturgico, nei cammini di “trasmissione della fede”, di educazione e cultura al servizio della società, di riorganizzazione territoriale, di pastorale familiare e giovanile, di apertura ad gentes, di difesa dei deboli, di accoglienza degli immigrati. Una Chiesa che non teme di affrontare le difficoltà e le sfide del nostro tempo, a cominciare dalla diffusa secolarizzazione e dal calo delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, perché confida con piena speranza nel suo Maestro e Signore. Una Chiesa che, forte di una tradizione non solo di fedeltà ma di vero amore per il suo pastore – e vi sono grato per l’esperienza che ne ho potuto fare in questi nove anni! –, vuole accogliere il nuovo Arcivescovo come inviato del Signore, come novello Ambrogio e Carlo.

I tempi di cambiamento chiedono a tutti una forte docilità, un senso di pieno abbandono nelle mani del Signore: lo avverto in prima persona, ma è così anche per il nuovo Arcivescovo che viene e per voi, carissimi fedeli e comunità che vi preparate ad accoglierlo. Viviamo questa stagione come una provvidenziale occasione di consegna di noi stessi a Dio Padre, di sequela libera e radicale al Cristo, di affidamento all’imprevedibile e smisurata forza rinnovatrice dello Spirito. Super omnia caritas: al di sopra di tutto sia la carità, che viene da Dio e diviene comunione fraterna e obbedienza amorosa, a guidarci in questo passaggio, insieme alla convinzione, piena di gioia pasquale, che davvero è “benedetto colui che viene nel nome del Signore”!
Per quanto mi riguarda, desidero rimanere in questa Diocesi, nella quale sono nato e cresciuto e che ho cercato di servire per molti anni, dapprima come sacerdote e ultimamente come Arcivescovo, andando a risiedere nella Villa Sacro Cuore di Triuggio. Assicuro che non verranno meno il mio affetto, il mio costante pensiero, la mia fedele preghiera per tutti, a cominciare dal nuovo Arcivescovo.
Affido il passaggio della responsabilità pastorale di questa nostra amata Chiesa all’intercessione di sant’Ambrogio, nostro padre nella fede, di san Carlo Borromeo nel quarto centenario della canonizzazione, di santa Gianna Beretta Molla e dei molti Beati, che in questi anni ho avuto la gioia di vedere riconosciuti come nostri modelli e intercessori e, soprattutto, all’intercessione materna della cara Madonnina che dall’alto del Duomo tutti protegge e benedice.

+ Dionigi card. Tettamanzi

Milano, 28 giugno 2011

Adieu Scola: il programma del congedo


La diocesi di Venezia si prepara al congedo dal Patriarca Angelo Scola, nominato arcivescovo di Milano. Saranno due i gesti ufficiali, con un primo momento civile, il 5 settembre, e un secondo momento religioso, il 7 settembre.
Lunedì 5 saranno le autorità civili del Comune di Venezia, della Provincia, della Regione e dei Comuni della diocesi (Mira, Quarto d'Altino, Jesolo, Cavallino-Treporti, Eraclea, Caorle) a salutare il Patriarca: il gesto ufficiale di congedo è previsto al Teatro La Fenice a Venezia a partire dalle 20,30. Un migliaio le persone che si prevede saranno presenti (l'ingresso sarà ad invito) in rappresentanza delle istituzioni e del mondo laico della diocesi. Il programma della serata prevede un concerto offerto dall'orchestra del Teatro La Fenice e, in conclusione, i saluti delle autorità.

Doppio appuntamento il 7 settembre. Il momento ecclesiale è previsto due giorni dopo, mercoledì 7 settembre, e si articola secondo due diversi appuntamenti. Il primo, a partire dalle 15,30, avverrà presso la Basilica della Salute, dove il card. Scola e il rettore del Seminario mons. Lucio Cilia hanno invitato tutti i presbiteri e i diaconi, come pure i laici che vorranno essere presenti, alla presentazione della sede del Seminario, rinnovata dall'intervento di restauro che si sta concludendo. «E' un momento nel quale saranno soprattutto i presbiteri a salutare il Patriarca, ritrovandosi nel luogo cardine della loro formazione», spiega don Natalino Bonazza che presiede il Comitato preposto ad organizzare il congedo del Patriarca.

Il momento alla Salute rappresenterà l'occasione per visitare i cantieri del restauro al Seminario, uno degli interventi fortemente voluti proprio dal card. Scola che ora lascia in dono alla Diocesi e alla città di Venezia: il polo pedagogico-accademico dello Studium Generale Marcianum, la biblioteca con oltre 50mila volumi censiti, la splendida pinacoteca con i capolavori del fondo artistico del Patriarcato, sono infatti aperte non solo agli studiosi e agli addetti ai lavori, ma a chiunque sia interessato alla cultura e all'arte. I restauri sono in corso di ultimazione: per questo la visita del 7 settembre non sarà una vera e propria inaugurazione, ma la presentazione del lavoro ormai quasi ultimato e che in un tempo ormai prossimo sarà totalmente restituito alla città.

Il cuore dell’atto di congedo. Terminato il momento alla Salute, il Patriarca si sposterà in Basilica di San Marco, dove alle 18,30 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica per il saluto da parte della Chiesa veneziana (trasmessa in diretta da Telechiara). E' questo il cuore dell'atto di congedo.

Per comprenderne il senso vale la pena partire dalla frase scelta per il poster che pubblicizzerà l'evento: “Amata Chiesa che sei in Venezia, vai oltre”, una citazione esplicita delle parole pronunciate da Benedetto XVI nel corso della sua visita del 7-8 maggio scorsi (in particolare nel discorso pronunciato in San Marco domenica 8 maggio nel corso dell’Assemblea per la chiusura della Visita Pastorale) e che vuole essere un invito a proseguire lungo la strada tracciata in questi dieci anni dal Patriarca Scola: un congedo, dunque, che è soprattutto un impegno e un ringraziamento da parte della Chiesa di Venezia.

La messa per la Chiesa locale. «Per la liturgia – spiega mons. Orlando Barbaro, incaricato nell’ambito del Comitato a seguire l'aspetto liturgico – l'indicazione data dal Patriarca è stata quella di celebrare la messa per la Chiesa locale. E si è scelto di mantenere le letture del giorno. Questa a mio avviso – prosegue mons. Barbaro – è la scelta più corretta, che andrebbe seguita sempre, perché non dobbiamo essere noi a piegare la parola di Dio secondo i nostri scopi, quanto piuttosto essere noi a piegarci a quel che ci propone l'anno liturgico». Il fatto, poi, che si tratti di una messa per la Chiesa locale ha un preciso significato: «Non è la celebrazione della persona del Patriarca – precisa mons. Barbaro – ma è un momento di congedo nel quale viene espressa la “missio” della nostra Chiesa. Al centro della celebrazione, dunque, c'è la nostra Chiesa, c'è la diocesi che vuole dire al suo Pastore che quanto lui ha dato, ha insegnato a tutti noi, rappresenterà una linea chiara per noi, da proseguire. Abbiamo ricevuto delle indicazioni precise, con la conclusione della Visita pastorale, con le parole del Papa e con l'ultimo discorso del Redentore. A questo intendiamo riferirci nel futuro».

I momenti e i gesti della celebrazione. Sull'altare insieme al card. Scola vi sarà il Patriarca emerito Marco Cè, e con loro anche due sacerdoti, uno giovane e uno anziano, in rappresentanza dei presbiteri veneziani. E' previsto un momento introduttivo, nel quale sarà spiegato il senso di questo gesto, mentre un altro momento particolarmente significativo sarà la professione di fede secondo il rito battesimale, che sarà fatta da alcuni rappresentanti della diocesi, scelti tra i vicariati e tra i vari movimenti, a significare la ricchezza della Chiesa di Venezia, data dalla sua «pluriformità nell'unità», come ama sottolineare il Patriarca. «Anche questo gesto – sottolinea mons. Orlando Barbaro – vuole affermare l'impegno assunto dalla Chiesa di Venezia: le persone che davanti al Patriarca, con il cero in mano, pronunceranno le promesse battesimali, lo faranno a nome di tutta la diocesi».
Infine, terminato il canto meditativo che seguirà la Comunione, ecco il momento dei saluti. Vi sarà la consegna del dono al Patriarca, che consisterà in un gesto di carità poiché questo è il desiderio espresso dallo stesso card. Scola. Fin da ora si possono raccogliere offerte (vedi box con i dati) per la colletta indetta dalla Diocesi che a breve indicherà quale sarà il gesto di carità stabilito, da considerare come conclusione della Visita pastorale.

Nel corso della messa sono previsti degli interventi della Corale Marciana, nei canti dell'Offertorio e poi durante il ringraziamento per la Comunione. Il “Veni Creator”, invocazione allo Spirito Santo. Il canto conclusivo rappresenterà un altro momento particolarmente significativo, perché con il canto del “Veni Creator”, si invocherà lo Spirito Santo per la Chiesa di Venezia che si appresta ad accogliere il nuovo vescovo e per il Patriarca che assumerà il nuovo ministero. E' stato scelto il “Veni Creator” di Lorenzo Perosi, che alterna una strofa di coro polifonico a una di gregoriano. «E' inoltre un canto significativo per i presbiteri – ricorda mons. Orlando Barbaro – perché è il canto che, soprattutto un tempo, accompagnava il primo atto pubblico del nostro sacerdozio, ovvero il momento in cui si indossava la veste». Infine i saluti informali, che il Patriarca riserverà a tutti coloro che vorranno stringergli la mano e ringraziarlo per questi dieci anni insieme.

Serena Spinazzi Lucchesi
Tratto da GENTE VENETA, n.32/2011





[Modificato da Caterina63 02/08/2011 09:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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