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L' ESAME DI COSCIENZA.......e la preparazione per una buona Confessione dei peccati!

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2013 03:16
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Sesso: Femminile
27/08/2010 22:13
 
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Cari fratelli e sorelle,
nella vita di ciascuno di noi ci sono persone molto care, che sentiamo particolarmente vicine, alcune sono già nelle braccia di Dio, altre condividono ancora con noi il cammino della vita:  sono i nostri genitori, i parenti, gli educatori; sono persone a cui abbiamo fatto del bene o da cui abbiamo ricevuto del bene; sono persone su cui sappiamo di poter contare.

È importante, però, avere anche dei "compagni di viaggio" nel cammino della nostra vita cristiana:  penso al Direttore spirituale, al Confessore, a persone con cui si può condividere la propria esperienza di fede, ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi.

Ognuno dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l'intercessione, ma anche per imitarlo.

Vorrei invitarvi, quindi, a conoscere maggiormente i Santi, a iniziare da quello di cui portate il nome, leggendone la vita, gli scritti. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana.

Come sapete, anch'io sono legato in modo speciale ad alcune figure di Santi:  tra queste, oltre a san Giuseppe e san Benedetto dei quali porto il nome, e ad altri, c'è sant'Agostino, che ho avuto il grande dono di conoscere, per così dire, da vicino attraverso lo studio e la preghiera e che è diventato un buon "compagno di viaggio" nella mia vita e nel mio ministero.


(Benedetto XVI Udienza del Mercoledì 25.8.2010)

                             Pope Benedict XVI gestures as he leads a weekly general audience at his summer residence in Castelgandolfo, south of Rome,August 25, 2010.



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 29.08.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

nel Vangelo di questa domenica (Lc 14,1.7-14), incontriamo Gesù commensale nella casa di un capo dei farisei. Notando che gli invitati sceglievano i primi posti a tavola, Egli raccontò una parabola, ambientata in un banchetto nuziale. "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cèdigli il posto!» ... Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto" (Lc 14,8-10).
Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste piuttosto su un punto decisivo, che è quello dell’umiltà: "chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11). Questa parabola, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in rapporto a Dio.

L’"ultimo posto" può infatti rappresentare la condizione dell’umanità degradata dal peccato, condizione dalla quale solo l’incarnazione del Figlio Unigenito può risollevarla.

Per questo Cristo stesso "ha preso l’ultimo posto nel mondo — la croce — e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta" (Enc. Deus caritas est, 35).

Al termine della parabola, Gesù suggerisce al capo dei farisei di invitare alla sua mensa non gli amici, i parenti o i ricchi vicini, ma le persone più povere ed emarginate, che non hanno modo di ricambiare (cfr Lc 14,13-14), perché il dono sia gratuito. La vera ricompensa, infatti, alla fine, la darà Dio, "che governa il mondo ... Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza" (Enc. Deus caritas est, 35).

Ancora una volta, dunque, guardiamo a Cristo come modello di umiltà e di gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese, l’obbedienza a Dio nel dolore, in attesa che Colui che ci ha invitato ci dica: "Amico, vieni più avanti!" (cfr Lc 14,10); il vero bene, infatti, è stare vicino a Lui.

San Luigi IX, re di Francia – la cui memoria ricorreva mercoledì scorso – ha messo in pratica ciò che è scritto nel Libro del Siracide: "Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore" (3,18). Così egli scriveva nel suo "Testamento spirituale al figlio": "Se il Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi" (Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546).

Cari amici, oggi ricordiamo anche il martirio di san Giovanni Battista, il più grande tra i profeti di Cristo, che ha saputo rinnegare se stesso per fare spazio al Salvatore, e ha sofferto ed è morto per la verità. Chiediamo a lui e alla Vergine Maria di guidarci sulla via dell’umiltà, per diventare degni della ricompensa divina.

DOPO L’ANGELUS DOPO L’ANGELUS

Il prossimo 1° settembre si celebra in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. E’ un appuntamento ormai abituale, importante anche sul piano ecumenico. Quest’anno ci ricorda che non ci può essere pace senza rispetto dell’ambiente. Abbiamo infatti il dovere di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente conservarla. Il Signore ci aiuti in questo compito!






 Congregazione PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI.
Risposta Quaenam sunt dispositiones circa le norme che riguardano il momento della celebrazione del sacramento della penitenza.
31 luglio 2001; Notitiae, 37(2001) 259-260.

“Quali sono le disposizioni che riguardano il momento della celebrazione del sacramento della penitenza: ad esempio, possono i fedeli accedere al sacramento della penitenza durante la celebrazione della messa?”.
 Circa il tempo della celebrazione del sacramento della penitenza le norme specifiche si trovano nell'istruzione Eucharisticum mysterium, del 25 maggio 1967, dove viene raccomandato: “Si inculchi nei fedeli l'abitudine di accostarsi al sacramento della penitenza non durante la celebrazione della messa, ma specialmente in certe ore stabilite, cosicché l'amministrazione di questo sacramento si svolga con tranquillità e con vera loro utilità, ed essi stessi non siano impediti da una attiva partecipazione alla messa” (n. 35). Le stesse cose sono nuovamente proposte anche nelle Premesse del Rito della Penitenza (n. 13), dove però si afferma che “la riconciliazione dei penitenti si può celebrare in qualsiasi giorno e tempo” (ivi).

 Questo va inteso dai pastori come un consiglio per la cura pastorale dei fedeli, che devono essere esortati e aiutati a non trascurare di cercare nei sacramento della penitenza il vantaggio spirituale e ad accedervi possibilmente al di fuori del tempo e del luogo della celebrazione della messa. D'altra parte questa norma non proibisce in alcun modo ai sacerdoti - eccetto a colui che celebra la santa messa - di ascoltare le confessioni dei fedeli che lo desiderano anche nel tempo della celebrazione della messa.

 Ai nostri giorni particolarmente, mentre da molti si perde il significato ecclesiale del peccato e del sacramento della penitenza, ed è molto diminuito il desiderio di accedere al sacramento della penitenza, i pastori devono favorire con tutte le loro forze tra i fedeli l'uso frequente di questo sacramento. Perciò nel can. 986 § 1 del Codice di diritto canonico si legge: “Tutti coloro cui è demandata in forza dell'ufficio la cura delle anime, sono tenuti all'obbligo di provvedere che siano ascoltate le confessioni dei fedeli a loro affidati, che ragionevolmente lo chiedano, e che sia ad essi data l'opportunità di accostarsi alla confessione individuale, stabiliti, per loro comodità, giorni e ore”.

 In effetti la celebrazione del sacramento della penitenza è uno tra i ministeri specifici del sacerdote. I fedeli non solo sono tenuti a confessare i peccati (cf. can. 989), ma anzi hanno il diritto “di ricevere dai sacri pastori gli aiuti derivanti dai beni spirituali della Chiesa, soprattutto dalla parola di Dio e dai sacramenti” (can.213).

 Risulta quindi evidente che anche durante la celebrazione della messa è lecito ricevere la confessione ogni volta in cui si prevede che i fedeli chiedano quel ministero.

Nel corso di una concelebrazione, si esorta vivamente che alcuni sacerdoti si astengano da concelebrare per essere disponibili ai fedeli che vogliono accedere al sacramento della penitenza. [SM=g1740733]

 Si ricordi comunque che non è lecito unire il sacramento della penitenza con la santa messa in modo da farne risultare un'unica celebrazione liturgica
."



[SM=g1740733]


[Modificato da Caterina63 26/02/2012 16:55]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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