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2 febbraio la Devozione della CANDELORA (Presentazione di Gesù al Tempio)

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2010 08:40
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Storia della festa di Candelora, 2 febbraio

di Nicola Facciolini

“Quando vien la Candelora dall'inverno semo fora, ma se piove o tira vento, nell’inverno semo dentro”, recita l’antico brocardo...

La Candelora o Candlemas, il 2 febbraio, celebra la festa cristiana della Purificazione, preceduta dalla novena un tempo frequentata nelle nostre chiese da molti giovani fedeli. Nelle località di tutto il mondo, tradizionalmente più legate alla propria storia, il giorno della festa della Candelora si porta in processione l’effige della Madonna: una statua della Vergine con il bambino in braccio. Una tradizione ancora viva in molti paesi dell’America Latina (Perù). Ma anche nelle nostre regioni d’Italia è una festa in grado di offrire un viaggio sui generis alla scoperta di un rito che affonda le sue radici nella notte dei tempi.

La Candelora nel Cristianesimo celebra la Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme (Israele). Nei Vangeli si legge:“portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore”(Luca 2,21-24). Questa festa cominciò ad essere celebrata in Oriente con il nome di “Ipapante” (Incontro). Dio incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio e, incontrando Dio, incontra gli altri uomini nella pace e nella gioia. Nel VI Secolo la festa si estese in Occidente con sviluppi originali: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia (Francia) con la solenne benedizione e processione delle candele. Per questo fu anche detta Candelora. La Presentazione del Signore chiude le celebrazioni natalizie (e l’esposizione dei presepi) e, con l’offerta della Vergine Madre e la profezia di Simeone (Lc. 2,33-35), apre il cammino verso la Quaresima e la Pasqua di Risurrezione Gesù Cristo. Candelora (o Candelaia) è il nome popolare che deriva dal latino “candelorum”, per “candelaram”, ovvero “benedizione delle candele”, attribuito alla festa religiosa. La candela come simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come venne chiamato il neonato Gesù dal vecchio Simeone. La Vergine Maria seguì il rito di purificazione dopo aver dato alla luce Gesù Cristo, in conformità con la legge mosaica. La festa è anche detta “Purificazione di Maria”. Nel Levitico è prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri trentatré non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto. Siccome il giorno della nascita di Gesù era stato fissato, per convenzione, al 25 dicembre, ecco coincidere perfettamente la purificazione della Vergine con la festa pagana di Giunone purificata. La Presentazione al Tempio del Signore era già celebrata in Oriente, a Gerusalemme, dal IV secolo, in base alla testimonianza del barnabita Egidio Caspania, con il nome di “Quaresima dopo l’Epifania”. La Candelora, secondo gli studiosi, si caratterizza come festa delle luci e dell’incontro. Quindi, come una celebrazione di grande attualità e dai risvolti socio-antropologici davvero suggestivi che meriterebbero di essere riscoperti nel vissuto culturale del nostro tempo. Infatti, l’uomo di oggi, nell’era delle comunicazioni di massa alla velocità del pensiero, è sempre più solo, chiuso in se stesso.

Un paradosso degno di “Avatar”, il kolossal stratosferico di James Cameron. L’uomo non solo incontra poco l’altro, ma, troppo spesso, si scontra con il prossimo per litigi senza fine, magari preferendo optare davvero per un “avatar”. La nostra civiltà occidentale all’inizio del secondo decennio del XXI Secolo, anche se non conosce la notte per la luce artificiale sempre più abbondante e sparata verso il cielo (inquinamento luminoso), oggi è immersa nel buio della sua crisi morale ed etica più profonda. Crisi di fiducia e di identità non solo nell’economia e nella finanza, ma nella vita e nel futuro dei nostri Nascituri. L’uomo sembra sempre più una massa indistinta e uniforme, in bilico sul baratro dell’auto-annientamento, solo nelle tenebre, smarrito e senza meta. La Candelora cristiana, festa delle luci e dell’incontro, è un altro dono, un simbolo, un’occasione preziosa per risvegliare e assecondare la voglia di bene, per crescere come famiglia umana edificata sull’amore, sulla vita e sulla pace. Il 2 febbraio, in occasione della ricorrenza, nella Chiesa Cattolica Apostolica dapprima si celebra la Santa Messa all’interno della quale verranno benedette le candele (per l’appunto, le candelore), poi ad ogni partecipante viene consegnata una candela benedetta e, tutti insieme in processione, si va dai malati locali per portare anche a loro, le candelore. Tale rito solenne delle candele, di cui si ha testimonianza già nel X Secolo, si ispira alle parole di Simeone:“I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.

Le bande musicali nei paesi contribuiscono alla festa, sfilando per le vie dei borghi, portando momenti di armonia e serenità alla popolazione. Il giorno della Candelora, di solito, è animato dalla fiera di paese in cui molti comprano il maiale da allevare. Si portano a casa le candele, più sottili del solito, e si tengono pronte per essere accese in caso di black-out o quando ci sono i temporali e viene a mancare la corrente. Succede spesso anche oggi e magari le accendiamo, senza accorgercene, anche solo per cercare il cellulare e l’ipod. La festa si colloca fra il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio di Primavera. La Candelora, per la sua collocazione all'inizio del mese di febbraio, quando le giornate iniziano visibilmente ad allungarsi, è stata oggetto di detti e proverbi popolari. Il più famoso dei quali sta a indicare che se il giorno della candelora si avrà bel tempo, la primavera sta già arrivando. Al contrario, se alla candelora fa brutto, si dovranno aspettare ancora diverse settimane perché l'inverno finisca e giunga la primavera. E' quindi un momento di passaggio, tra l'inverno buio, simbolo della morte, e la primavera piena di luce, simbolo della rinascita e del risveglio. Questo passaggio viene celebrato attraverso la purificazione e la preparazione alla nuova stagione.

La Candelora è anche legata ad alcune feste di origine agreste: in molti paesi europei si cucinano piatti specifici che venivano offerti alla natura o alle fate. Come in Francia dove è conosciuta soprattutto per essere il “giorno delle crêpes”. L’antropologia studia anche altre credenze che parlano addirittura di usi particolari delle bestie: in alcuni luoghi la Candelora è chiamata “Giorno dell’orso”, in quanto l’orso si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla tana per vedere com’è il tempo e valutare se sia o meno il caso di mettere il naso fuori. Se è nuvoloso con tre salti annuncia l’arrivo della primavera, se invece è sereno rientra nella tana prevedendo altri 40 giorni di freddo.

Un altro proverbio meridionale sostiene che se il 2 febbraio il tempo è buono, l’orso ha la possibilità di farsi il pagliaio e quindi l’inverno continua. L'orso era anche protagonista di alcuni riti rurali del mese di febbraio, collocati nel ciclo agreste/vegetativo: al termine di una caccia simulata, l'orso viene catturato e portato all’interno del paese dove viene fatto oggetto di dileggi e di scherzi. L'epilogo può variare dall'uccisione dell'orso alla sua liberazione, fuga e ritorno alla natura. La figura dell’orso è rivestita da qualcuno del luogo che non deve essere riconosciuto fino alla fine della rappresentazione rituale. A Mentoulles nel periodo di Carnevale, un uomo veniva mascherato da orso e tirato con una catena o una corda per le strade, dove veniva schernito e bastonato. A Volvera (sempre a Carnevale) un personaggio mascherato da orso apriva la sfilata in costume e in questa "rappresentazione" veniva mostrato pure il giaciglio asciutto dell'orso. A Urbiano si celebrava la "festa dell'orso": qualche giorno prima della ricorrenza, i cacciatori con il volto annerito, andavano alla ricerca dell'orso che, rappresentato da un uomo travestito, veniva immancabilmente trovato la sera della vigilia. Cacciatori, "orso" e domatore visitavano le stalle e le osterie con il pretesto di spaventare la gente (e le ragazze) si lasciavano andare a trasgressive bevute. Il giorno dopo, l'orso compariva in paese e, dopo aver fatto il giro della borgata, ballava con la ragazza più bella prima di scomparire per ritrasformarsi in uomo. Questa festa ricorre non solo in Piemonte e nelle zone dell'arco alpino, ma anche in altre regioni e nazioni. In tempi più remoti l'orso della festa era vero, portato in giro da un montanaro/domatore che andava da un paese all'altro facendo ballare l'animale nelle piazze. In seguito questo uso scomparve e in alcuni paesi, per mantenere la tradizione, l'orso fu sostituito da una persona appositamente mascherata che ripeteva la stessa pantomima. A Putignano, in Puglia, chi impersonifica l'orso gira per le vie del paese, fermandosi nelle piazze: lì, al suono di tamburi, si mette a ballare la tarantella, tra i presenti disposti in cerchio che battono le mani a tempo e lo punzecchiano e colpiscono con qualche sberla. A volte, a seconda del tempo, l’orso imita o meno l’atto del costruire il suo rifugio (u pagghiar’). Questi riti riproponevano una tradizione antica che celebrava la festa del ritorno della luce e della bella stagione, con la sconfitta delle forze del buio e del freddo.

Nello svolgimento di questi riti gli antropologi evidenziano la simbologia dell'orso (con l'inverno va in letargo e si risveglia a primavera) interprete della forza primitiva della natura. L'orso può anche essere accostato alla figura dell'uomo selvaggio. In entrambe le raffigurazioni rappresenta comunque il binomio natura-uomo. Nei giorni prossimi alla Candelora, in Europa si festeggiano numerosi Sant’Orso, dei quali il più noto è quello di Aosta, di origine irlandese (celtica) che si festeggia il 10 febbraio. L’orso in tal caso è una rappresentazione dello stadio immediatamente precedente la prima illuminazione. La caccia all’orso ha quindi un antico significato esoterico di purificazione. L’orso compare anche, in molte culture sciamaniche, come animale iniziatico.

Il Sant’Orso festeggiato il 1° febbraio possedeva una fontana miracolosa da lui stesso fatta scaturire, chiamata “fontana di Sant’Orso”, che ancora oggi continua a offrire la sua acqua, sotto la cappella fatta costruire nel 1649. Per gli americani è invece la Marmotta a decretare l'arrivo o meno della primavera. Il 2 febbraio viene chiamato il Giorno Della Marmotta e, in particolare, un paese chiamato Punxsutawney a nord di Pittsburgh in Pennsylvania, ospita il Groundhog Day (giorno della marmotta), dove è anche stato girato un famoso film con l’attore Bill Murray. In questo giorno una marmotta chiamata “Punxsutawney Phil” è al centro di una rappresentazione in cui viene fatta uscire dalla sua tana e se vede la sua ombra, l'inverno continuerà per altre sei settimane.

Febbraio fa parte del periodo oscuro del calendario dei popoli indo-europei, periodo senza nome prima che fossero creati i due nuovi mesi, gennaio e febbraio. Il suo nome, Febrarius, in latino significa purificare. Macrobio ricorda che Numa lo aveva dedicato al dio Februus e stabilito che durante questo mese si celebrassero riti funebri agli dèi Mani. Nelle feste che cadevano nella seconda quindicina di gennaio, era ricordata anche Iunio Februata, Giunone Purificata che si ricordava nelle Calende di febbraio come Iuno Sospita, Giunone Salvatrice.

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Beato Angelico, Presentazione di Gesù al Tempio (1438-1440)
Firenze, Convento di San Marco
Immagine tratta dal sito
http://upload.wikimedia.org/

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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