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Il valore del rito romano antico (ossia, perchè andare a questa Messa?)

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2012 21:22
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31/08/2011 18:46
 
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[SM=g1740733] LA VITA DI CRISTO RIPRESENTATA NELLA SANTA MESSA
di S. Vincenzo Ferreri (terza parte)


le altre due parti 1 e 2 le trovate più sopra....

20. – La 20ma opera che il nostro Salvatore fece in questo mondo fu che non contento con la morte e le piaghe che sopportava sulla croce volle ancora che la sua preziosa umanità si dividesse in tre parti. La prima parte perché il suo corpo rimase sulla croce. La seconda parte fu il sangue che si sparse alla base della croce. La terza parte fu la sua anima, che discese agli inferi con i santi padri. E in questo modo fu divisa l’umanità di Gesù Cristo.
      Questo lo ripresenta il sacerdote quando spezzetta l’Ostia in tre parti e le tiene insieme per dimostrare che per quanto l’umanità venne divisa in tre parti, nonostante  la divinità rimase con ciascuna di esse. E ciò si spiega chiaramente con l’esempio di un vetro o cristallo esposto al sole, perché dividendo o frantumando vetro o cristallo, il sole non cessa di illuminarne le parti divise, e le illumina molto bene allo stesso modo che se fossero unite; sono difatti tutte illuminate dalla chiarezza solare, sia in una come nell’altra forma. Così, l’umanità di Cristo, pur divisa in più parti, tuttavia ogni singola parte era personalmente e sostanzialmente piena della divinità, come ciascuna parte del vetro sta piena di sole.

21. – La 21ma opera realizzata in questo mondo dal nostro Salvatore e Signor Gesù Cristo fu l’aver convertito molte persone di diverse condizioni. Volle che già si vedesse il frutto della redenzione. E per questo convertì dapprima il ladrone, che fu un uomo di mala vita, ribelle, criminale. In secondo luogo convertì il Centurione ch’era il capitano della gente armata e che disse: Veramente costui era Figlio di Dio (Mt. 27, 54). In terzo luogo convertì l’umile popolo, ed è san Luca che lo cita dicendo: Anche tutte le genti che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto (Lc. 23, 48). Si noti che dice “tutte le genti”, non le truppe maliziose come gli scribi o farisei, bensì le genti semplici e profane che vedendo il miracolo che accadeva battendosi il petto dicevano: “Che miserabili! Abbiamo crocifisso il Salvatore”.
      E perché nostro Signore nella sua passione convertì queste tre classi di persone, per questo in suo ricordo il sacerdote dice tre volte “Agnello di Dio”. La prima volta lo diciamo particolarmente per ogni peccatore supplicando che lo perdoni come perdonò al ladrone, e ugualmente a me che sono peccatore. La seconda volta, chiediamo che come illuminò e aprì gli occhi del Centurione che comandava la milizia, così ugualmente illumini e perdoni chiunque governi il popolo, o abbia cura pastorale delle anime, affinché esse raggiungano la salvezza. La terza volta diciamo “Agnello di Dio” per chiedere che come convertì l’umile popolo così ugualmente converta il comune popolo cristiano e lo conservi in buona salute e in pace e gli perdoni tutti i suoi peccati.

22. – La 22ma opera che Gesù realizzò in questo mondo per amore nostro è che dopo la sua sacra morte non volle direttamente salire al Cielo bensì per la sua grande umiltà volle prima discendere agli Inferi molto segretamente per dare la gloria ai santi padri, che al vederLo la ottennero. E i santi padri dicevano: “Glorioso Signore! Sono tanti gli anni che (Ti) aspettavamo”, difatti da cinquemila anni lo aspettavano con grandi aneliti e sospiri.
      Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote lascia cadere nel calice una parte dell’Ostia che ivi si impregna, per mostrare come nella visita dell’anima di Cristo al Limbo le anime dei santi si estasiarono di gloria e furono così inebriate e illuminate dall’amore di Dio che ignoravano quanto era loro successo e con dolce amore lodavano e benedicevano Dio, dicendo: Benedetto il Signore Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo … (Lc.1, 68).

23. – La 23ma opera che realizzò fu che dopo la sua benedetta morte volle esser deposto dalla croce per le mani di Giuseppe di Arimatea e di Nicodemo, che col permesso di Pilato lo tolsero dalla croce e lo posero sulla pietra [mensa del sepolcro].
E la Beata Vergine Maria con altre sante donne, e parenti e amici, stava d’intorno al corpo. E baciando gli occhi la Vergine Maria diceva: “O gloriosi occhi che scrutinavano i cuori umani con i loro pensieri!”. E baciava gli orecchi dicendo: ”O orecchi che udivano i canti che intonano in Cielo gli Angeli!”. Poi baciava il naso, dicendo: “O naso che percepisti il fragrante odore della gloria paradisiaca!”. Poi Gli baciava il Volto santo dicendo:  “O Volto che dai gloria agli Angeli!”. Poi baciava la ferita del Costato, dicendo: “O porta gloriosa che ci introduci in Paradiso! O Fedeli cristiani che anelate entrare in Paradiso, venite, qui c’è la porta aperta, giacché mio figlio l’aprì per voi!”. Poi baciava le mani, dicendo: “O mani che creaste il cielo e la terra con tutto ciò che contengono!”. Poi baciava i suoi piedi, dicendo: “O piedi benedetti che misurarono la gloria del Paradiso!”. E (san) Lazzaro, santa Maria Maddalena, santa Marta, Giuseppe d’Arimatea e tutti gli altri fedeli si avvicinavano a quel sacratissimo corpo e pensavano il momento propizio per poterlo adorare e offrirgli totale riverenza.
      Questo nella Messa lo ripresenta il sacerdote quando dopo aver dato la pace, per un breve momento sostiene nella sua mano l’Ostia prima di consumarla e allora il buon sacerdote se è devoto e immaginando il dolore della Vergine Maria, della Maddalena e dell’altra Maria e dei buoni cristiani che facevano quel cerchio intorno al corpo di Cristo, vedendo le piaghe e le ferite che Cristo sopportò per la redenzione del genere umano, deve piangere abbondantemente e sentire gran dolore e contrizione di cuore, ecc.

24. – La 24ma opera che il nostro Salvatore realizzò in questo mondo fu voler essere unto con balsamo e mirra e poi avvolto in una sindone bianca e immacolata ed esser posto e rinchiuso in un sepolcro di pietra, nuovo e senza alcuna alterazione o rottura.
      Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote riceve il corpo di Cristo, giacché il corpo del Sacerdote è il monumento nuovo di Gesù Cristo. E vi faccio notare che dico nuovo, perché nel corpo del sacerdote non deve esistere nessuna macchia, o immondezza di peccato come nel sepolcro di Gesù Cristo nel quale nessuno ancora era stato posto (Gv. 19, 41). Sì dev’ essere nuovo per la purezza e la castità. E come il monumento era di pietra resistente, così il presbitero deve essere forte e fermo in una vita buona e di fede.
E così come il corpo di Cristo venne avvolto in una sindone bianca e immacolata, altrettanto il corpo del sacerdote per la castità deve essere bianco e immacolato, perché dentro vi riposa il corpo di Cristo.
E così come il corpo di Cristo fu tutto imbalsamato ugualmente il corpo del sacerdote deve essere pieno di virtù, di giustizia e di perseveranza nella  penitenza.
E così come Cristo riposa in quella bianca tela, ugualmente riposa nella coscienza del sacerdote, che è il sepolcro di Cristo.
      Possiamo così ragionevolmente credere – benché non si trovi nei testi della Bibbia – che la Beata Vergine e gli altri fedeli cristiani credendo che Cristo risusciterebbe il terzo giorno, raccolsero il sangue ch’era stato versato ai piedi della croce e lo misero in un vaso limpido e fu posto nel sepolcro con il corpo, sì che la Vergine Maria sapeva che il sangue insieme col corpo risusciterebbe il terzo giorno. E perciò il sacerdote come sepolcro di Gesù Cristo che è santo e prezioso come il sepolcro di Gerusalemme – giacché quello è di pietra e tu sei a immagine e somiglianza di Dio, e il corpo del sacerdote è stato consacrato tutto, cresimato e unto e più santo.
C’è anche da considerare che in quel sepolcro fu posto il corpo di Cristo morto, e nel corpo del sacerdote si pone vivo. Ed ancora, ivi venne posto una sola volta, e il sacerdote lo riceve moltissime volte e alcuni lo ricevono tutti i giorni [e oggi più volte al giorno!]. 
Ed ancora il corpo di Cristo non si macchiò in quel sepolcro essendo avvolto nella sindone e perciò quel sepolcro è detto santo: molto più santo si dice il corpo del sacerdote, dove il corpo di Cristo non si pone avvolto, bensì tutte le carni, le ossa e le membra lo toccano. O sacerdote! Diligentemente medita in questo.

25. – La 25ma opera realizzata da Cristo in questo mondo fu che risuscitò da vita mortale a vita immortale. E poi fu trovato il sepolcro aperto.
      E questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote dal centro dell’altare va all’angolo del medesimo per mostrare che così Gesù Cristo passò dalla vita mortale alla immortale. E il sacerdote presenta il calice vuoto per mostrare che il sepolcro di Cristo fu trovato aperto e vuoto. Allora il diacono piega i corporali per mostrare che nel sepolcro si trovarono le bende e il sudario ripiegati [su se stessi], ecc. (cf. Gv. 20, 5-7).

26. – La 26ma opera che Gesù Cristo realizzò in questo mondo fu che dopo la sua gloriosa Risurrezione si manifestò (apparve) a santa Maria Maddalena e agli Apostoli, però prima ancora apparve alla Vergine Maria. Non solo le si manifestò da solo, come fece con santa Maria Maddalena, bensì insieme a tutti i santi Patriarchi e Profeti e altri santi Padri.
      E ora, buona gente [nel manoscritto: bona gent], meditate quale consolazione doveva tenere la Vergine Maria quando vedeva il glorioso suo Figlio con quella moltitudine di Santi.
      Tutto ciò si ripresenta nella Messa quando il sacerdote dice: “Il Signore sia con voi!”. E di seguito dice (canta) l’orazione postcommunio che ripresenta le parole di consolazione che si scambiarono nostro Signore Gesù Cristo e la sua gloriosa Madre, e come i santi Padri lodavano il nostro e loro Salvatore. E di seguito facevano riverenze alla Madre dicendole: “Regina del Cielo”, non piangete più, e non abbiate né tristezza né disgusto, ecc.

27. – La 27ma opera che Gesù Cristo realizzò fu quando in questo mondo apparve agli Apostoli e mostrandosi in mezzo a loro disse: Pax vobis (Gv. 20, 19).
      E questo viene ripresentato dal sacerdote quando mettendosi al centro dell’altare e volgendosi verso il popolo dice: “Il Signore sta con voi!” che quasi vuol dire, è come se dicesse pace a voi.

28. – La 28ma opera che fatta da Gesù Cristo in questo mondo fu che quando doveva salire al Cielo, chiamando gli Apostoli disse loro: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura; dicendo anche: Chi crederà e sarà battezzato si salverà (Mc. 16, 15-16; Mt. 28, 19-20).
      Questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote dice: “Potete andare in pace”, dando permesso al popolo di ritornare alle loro case per compiere i loro doveri, perché si è completato l’ufficio e il sacrificio, così come Cristo dette agli apostoli il permesso (missio) di andare per il mondo essendo stato compiuto il sacrificio.

29. – La 29ma opera di Gesù Cristo in questo mondo fu quando compì la promessa fatta a Pietro e agli Apostoli, dando al beato Pietro il reale possesso del Papato con queste parole: Pasci le mie pecore (Gv. 21, 17). Allora fu fatto papa. E agli altri chierici disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati … (Gv. 20, 22-23).
      E questo si ripresenta nella Messa quando il sacerdote sul finire della Messa torna a umiliarsi inclinando il capo davanti all’altare tanto quanto può, dicendo: “Gradisci, o Trinità santa, ecc.” E quindi rende grazie baciando l’altare e chinandosi per mostrare l’infinita misericordia con cui Egli volle umiliarsi e quale potere così alto egli tiene - ossia, per perdonare i peccati - (potere) che è solo di Dio e l’ha dato (anche) agli uomini: Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo? (Mc. 2,7). E perciò (il sacerdote) si inchina per mostrare che dinanzi a Dio si inchinerebbe [Gesù Cristo] essendo uomo giacché gli uomini non avevano questo potere. Conseguentemente bacia l’altare riconoscendo questa grazia e subito si segna col segno della santa croce indicando che per la virtù della santa croce venne l’assoluzione, ecc.

30. – La 30ma opera che Gesù Cristo realizzò in questo mondo fu quando apparve alla sua gloriosa Madre e agli Apostoli e li benedisse insieme ai cristiani uomini e donne. E perciò disse il beato Luca: Elevate le sue mani, li benedisse … e fu portato verso il cielo (Lc. 24, 50-51). Allora diceva la Vergine Maria, (interiormente) piangendo: “O Figlio mio, non vengo con Te? Mi lasci qui tra i giudei?”. Allo stesso modo gli Apostoli piangevano dicendo: “Signore, quando ti vedremo di nuovo e quando ritornerai?”. E allora, ecco qui che Cristo dette la benedizione e salì al cielo, donde era uscito.

      E questo si ripresenta nella Messa, quando il sacerdote data la benedizione, ritorna nella sacrestia donde era uscito.

      Ecco qui come tutta la vita di Cristo sta ripresentata nella Messa. E perciò il tema dice: Fate quello che Egli vi dirà  (Gv. 2, 5). Cioè, ripresentare nella Messa tutta la vita di Cristo e non soltanto la Passione. Pertanto, buona gente [nel manoscritto: bona gent], Fate questo in mio ricordo (Lc. 22, 19 e 1 Cor. 11, 23).  Cioè, che voi chierici [devotamente celebrerete la vita di Cristo e voi laici] devotamente udendo e non parlando nella messa, né avvicinandovi all’altare, bensì pregando in silenzio, perché così non disturberete che vi sta vicino. Per questo la Vergine Maria  lo diceva: Fate quello che Egli vi dirà (Gv. 2, 5), che è il tema.
      Alcuni questo non l’incontrano nella Bibbia, però a me sembra che con tutto questo concordano altre autorità: Ascoltate il giudizio del padre, figli amati, e operate così per essere salvi (Sir. 3, 2). Voi cristiani che siete “figli amati, ascoltate il giudizio del padre”, ossia la Messa e “perché siate salvi”. Questa autorità chiama “giudizio” (precetto, comando) la Messa, perché ne abbiate grande riverenza, tanto i sacerdoti che dovete andare alla celebrazione di questo sacramento infiammati d’amore, e tanto le genti del popolo che devono con gran riverenza, ascoltare, non parlando né avvicinandosi all’altare.
      Questo è il sermone predicato.
      Rendiamo grazie a Dio.

Da:http://biblioteca.campusdominicano.org/vitachristi.pdf                  


un grazie a AMDG





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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