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Diritti e doveri del Patriarca, e di un Arcivescovo in sede metropolita, verso la Sede Apostolica

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2012 14:37
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Diritti e doveri del Patriarca verso la Sede Apostolica


di padre Hani Bakhoum Kiroulos

ROMA, giovedì, 30 settembre 2010 (ZENIT.org).

- Il can. 78 § 2 delimita la potestà del Patriarca entro i confini del territorio della Chiesa Patriarcale, a meno che non consti diversamente della natura della cosa, oppure dal diritto comune o particolare approvato dal Romano Pontefice. Il Patriarca può esercitare il suo ufficio fuori dal territorio della Chiesa Patriarcale in due casi: se la natura della cosa lo esige oppure per diritto comune o particolare approvato dal Romano Pontefice.

La clausola inserita dal can. 78 § 2 “a meno che non consti diversamente … dal diritto comune o particolare approvato dal Romano Pontefice”; da una parte permette in avvenire il valido esercizio della potestà del Patriarca sui propri fedeli oltre i confini del territorio per il bene dei medesimi, e dall’altra mantiene la disciplina e l’ordine nella Chiesa Universale[1].

Entro i confini del territorio spetta al Patriarca di garantire il vincolo di comunione della propria Chiesa con il Romano Pontefice[2]. Infatti spetta al Patriarca notificare ai Vescovi e agli altri
destinatari gli atti del Romano Pontefice che riguardano la Chiesa patriarcale. La legislazione precedente imponeva l’obbligo non solo di notificare tali atti, ma di eseguirli
[3].

Se sorge un dubbio riguardo i confini del territorio patriarcale, oppure se si tratta di cambiamento dei confini, spetta solamente al Romano Pontefice di dirimere autenticamente il dubbio, o emanare un decreto sul cambiamento dei confini.

Secondo il can. 92 § 1. spetta al Patriarca manifestare la comunione gerarchica con il Romano Pontefice mediante la fedeltà, l’obbedienza e la venerazione. Il segno di questa piena comunione tra il Patriarca e il Romano Pontefice è la commemorazione del secondo da parte del primo, nella Divina Liturgia.

Il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali al can. 92 § 3 invita il Patriarca ad aver un rapporto frequente con il Romano Pontefice, il quale invia la relazione sullo stato della Chiesa che presiede, entro un anno dalla sua elezione; in seguito più volte quando compie la visita ad limina. Secondo il can. 208 § 2, è preferibile che tale visita sia adempiuta dal Patriarca accompagnato dai Vescovi della sua Chiesa.

Inoltre il Patriarca necessita dell’assenso della Sede Apostolica per poter eseguire alcuni atti riguardanti il suo patriarcato. Tali atti sono: stipulare convenzioni con l’autorità civile e inviare un Visitatore per i propri fedeli che si trovino fuori del territorio patriarcale.

Per altri atti è sufficiente che il Patriarca si consultati con la Sede Apostolica. Tali atti sono: erigere, circoscrivere diversamente, unire, dividere, sopprimere province ed eparchie, mutarne il grado gerarchico e trasferire la sede eparchiale e erigere ordini religiosi e congregazioni.

Per un’altra serie di casi, invece, la nuova legislazione concede al Patriarca la possibilità di deferirli al Romano Pontefice. Tali casi sono: se per causa grave il Patriarca ha trasferito il Metropolita, o un Vescovo eparchiale, oppure titolare e quest'ultimo rifiuta; le controversie che eventualmente sorgessero tra i Vescovi; se le ammonizioni del Patriarca fatte a qualche Vescovo, che abbia sbagliato gravemente non vengono accettate e nel caso in cui il Vescovo eparchiale si assenti illegittimamente più di sei mesi dalla propria eparchia, si deferisca la cosa al Romano Pontefice.

Alcune decisioni e atti della Chiesa Patriarcale devono essere notificati dal Patriarca al Romano Pontefice. Tali decisioni sono: trasferire il Metropolita, o un Vescovo eparchiale, o titolare; affiancare al Vescovo eparchiale un Vescovo ausiliare o titolare; erigere, mutare e sopprimere degli esarcati; l’ordinazione episcopale e l’intronizzazione del neo Vescovo; gli atti relativi alle leggi e le decisioni prese dal Sinodo; nel caso in cui il sinodo permanente non può essere costituito; comunicare da parte dell’Amministratore della Chiesa patriarcale la vacanza della sede patriarcale e la vacanza della sede eparchiale.

Infine il Patriarca può presentare direttamente la rinuncia del suo ufficio al Romano Pontefice.



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1) Cfr. Nuntia, 29 (1989), 29- 30.

2) Cfr. D. SALACHAS, Lo “status sui iuris” delle Chiese Patriarcali nel Diritto Canonico Orientale, 590.

3) Cfr. M. P. CS can. 244 § 2.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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RITO DI BENEDIZIONE E IMPOSIZIONE DEI PALLI E NOMI ARCIVESCOVI METROPOLITI

Città del Vaticano, 27 giugno 2012 (VIS). In una Nota, la Sala Stampa della Santa Sede informa circa il nuovo svolgimento del Rito di benedizione e imposizione del Pallio che sarà imposto ai nuovi Arcivescovi Metropoliti, il 29 giugno prossimo, Solennità di Pietro e Paolo, Apostoli.

Lo svolgimento del Rito di benedizione e imposizione dei palli agli Arcivescovi Metropoliti rimane sostanzialmente invariato. Tuttavia, da quest’anno, nella logica di uno sviluppo nella continuità, si è pensato semplicemente a una diversa collocazione del Rito stesso, che avrà luogo prima dell’inizio della Celebrazione eucaristica.

La modifica è stata approvata dal Santo Padre ed è dovuta ai seguenti motivi:

1. Abbreviare la lunghezza del Rito. Infatti, si darà lettura dell’elenco dei nuovi Arcivescovi Metropoliti appena prima dell’ingresso della processione iniziale e del canto del “Tu es Petrus”, al di fuori della Celebrazione. Quando il Santo Padre sarà giunto all’altare avrà poi subito luogo il Rito dei palli.

2. Evitare che la Celebrazione eucaristica sia “interrotta” da un Rito piuttosto lungo (il numero dei Metropoliti si aggira ormai ogni anno intorno ai 45), che potrebbe rendere più difficile la partecipazione attenta e raccolta alla Santa Messa.

3. Attenersi maggiormente allo svolgimento del Rito di imposizione del pallio, così come previsto nel Cæremoniale Episcoporum, ed evitare che, a motivo della collocazione dopo l’omelia – come avveniva in precedenza - si possa pensare a un Rito sacramentale. Infatti i Riti che vengono inseriti nella Celebrazione eucaristica dopo l’omelia sono normalmente riti sacramentali: battesimo, confermazione, ordinazione, matrimonio, unzione degli infermi. La imposizione del pallio non ha invece in alcun modo natura sacramentale.

Di seguito riportiamo i nomi degli Arcivescovi Metropoliti che ricevono quest'anno il Sacro Pallio:

1. Cardinale Rainer Maria Woelki, Arcivescovo di Berlino (Germania).

2. Cardinale Francisco Robles Ortega, Arcivescovo di Guadalajara (Messico).

3. Arcivescovo Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia (Italia).

4. Arcivescovo Alfredo Horacio Zecca, di Tucumán (Argentina).

5. Arcivescovo Mario Alberto Molina Palma, O.A.R., di Los Altos, Quetzaltenango - Totonicapán (Guatemala).

6. Arcivescovo Charles Joseph Chaput, O.F.M.Cap., di Philadelphia (Stati Uniti d'America).

7. Arcivescovo Luc Cyr, di Sherbrooke (Canada).

8. Arcivescovo Salvador Piñeiro Garcia-Calderón, di Ayacucho o Huamanga (Perù).

9. Arcivescovo Francesco Panfilo, S.D.B., di Rabaul (Papua Nuova Guinea).

10. Arcivescovo Ulises Antonio Gutiérrez Reyes, O. de M., di Ciudad Bolivar (Venezuela).

11. Arcivescovo Stanislaw Budzik, di Lublin (Polonia).

12. Arcivescovo Wilson Tadeu Jönck, S.C.I., di Florianópolis (Brasile).

13. Arcivescovo Paul-André Durocher, di Gatineau (Canada).

14. Arcivescovo Luis Antonio G. Tagle, di Manila (Filippine).

15. Arcivescovo Patrick D'Rozario, C.S.C., di Dhaka (Bangladesh).

16. Arcivescovo Wiktor Pawel Skworc, Arcivescovo di Katowice (Polonia).

17. Arcivescovo Jose F. Advincula, di Capiz (Filippine.

18. Arcivescovo Filippo Santoro, di Taranto (Italia).

19. Arcivescovo José Francisco Rezende Dias, di Niterói (Brasile).

20. Arcivescovo Esmerealdo Barreto de Farias, Ist. del Prado, di Porto Velho (Brasile).

21. Arcivescovo Jaime Vieira Rocha, di Natal (Brasile).

22. Arcivescovo Joseph Harris, C.S.Sp., di Port of Spain (Trinidad e Tobago).

23. Arcivescovo Waclaw Depo, di Czestochowa (Polonia).

24. Arcivescovo Ignatius Chama, di Kasama (Zambia).

25. Arcivescovo Pascal Wintzer, di Poitiers (Francia).

26. Arcivescovo John Moolachira, di Guwahati (India).

27. Arcivescovo William Charles Skurla, di Pittsburgh dei Bizantini (Stati Uniti d'America).

28. Arcivescovo Joseph Coutts, di Karachi (Pakistan).

29. Arcivescovo Romulo Geolina Valles, di Davao (Filippine).

30 Arcivescovo Airton José dos Santos, di Campinas (Brasile).

31. Arcivescovo Timothy Costelloe, S.D.B., di Perth (Australia).

32. Arcivescovo Jacinto Furtado de Brito Sobrinho, di Teresina (Brasile).

33. Arcivescovo Thomas D'Souza, di Calcutta (India).

34. Arcivescovo Arrigo Miglio, di Cagliari (Italia).

35. Arcivescovo John F. Du, di Palo (Filippine).

36. Arcivescovo Paulo Mendes Peixoto, di Uberaba (Brasile).

37. Arcivescovo Christian Lépine, di Montréal (Canada).

38. Arcivescovo William Edward Lori, di Baltimore (Stati Uniti d'America).

39. Arcivescovo Mark Benedicty Coleridge, di Brisbane (Australia).

40. Arcivescovo Jesús Carlos Cabrero Romero, di San Luis Potosí (Messico).

41. Arcivescovo Andrew Yeom Soo Jung, di Seoul (Corea).

42. Arcivescovo Benedito Roberto, C.S.Sp., di Malanje (Angola).

43. Arcivescovo Alfred Adewale Martins, di Lagos (Nigeria).

44. Arcivescovo Samuel Joseph Aquila, di Denver (Stati Uniti d'America).

Ai seguenti Presuli il Pallio verrà consegnato nelle loro Sedi Metropolitane:

45. Arcivescovo Gabriel Justice Yaw Anokye, di Kumasi (Ghana).

46. Arcivescovo Valéry Vienneau, di Moncton (Canada).



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