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250 anni fa nasceva Papa Leone XII

Ultimo Aggiornamento: 11/10/2010 19:13
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Duecentocinquanta anni fa nasceva Leone XII

A piedi nudi in processione


Pubblichiamo ampi stralci dell'omelia pronunciata dal cardinale arciprete della basilica di San Pietro a Genga in una celebrazione per la ricorrenza dei 250 anni dalla nascita di Papa Leone XII (20 agosto 1760 - 10 febbraio 1829).

di Angelo Comastri

Con la scelta di Simone Gesù ci ricorda che, nella Chiesa, c'è un versante di fragilità che la attraversa tutta:  da Pietro fino all'ultimo cristiano! E questa fragilità emerge continuamente in forme diverse secondo le epoche diverse.

Però - e questo però ha il peso e la garanzia di una parola divina! - Gesù si è impegnato solennemente a costruire la sua Chiesa sulla fragilità di Pietro:  e così continuamente accade tra lo stupore sdegnato dei persecutori della Chiesa e tra la meraviglia degli stessi cristiani.

Papa Leone XII è entrato, per un disegno della provvidenza, nella lunga serie dei successori di Pietro:  e, pur segnato da fragilità personale, ha guidato con saggezza la barca di Pietro in un momento particolarmente difficile e particolarmente turbolento. Il suo predecessore, Pio VII, si è trovato ad affrontare l'inondazione di orgoglio e di prepotenza, che partiva da Napoleone, padrone incontestato dell'Europa alla fine del Settecento e all'inizio dell'Ottocento.

Nelle notti tra il 5 e il 6 luglio 1809,  Napoleone  fece arrestare Pio VII, prelevandolo con forza dalla sede del Quirinale in Roma e trasferendolo nella fortezza-prigione di Savona, isolato da tutti. Qui il Papa rimase fino al mese di marzo del 1814:  cinque anni di esilio e di umiliante prigionia e di impedimento nello svolgimento della propria missione di pastore di tutta la Chiesa. Eppure, la Chiesa, stretta attorno al Papa umiliato, ha superato la bufera napoleonica e ha continuato la sua non facile navigazione nel mare della storia.

Il 28 settembre 1823 viene eletto, come successore di Pio VII, il cardinale Annibale Della Genga:  egli stesso rimase sorpreso da questa scelta e tentò di far presente ai cardinali riuniti in conclave le sue cagionevoli condizioni di salute come impedimento ad assumere il peso del pontificato. Ma, di fronte alla chiara volontà degli elettori, accettò la designazione riconoscendovi la volontà di Dio e scelse, tra lo stupore di tutti, il nome di Leone XII in ossequio a Leone Magno:  un uomo debole e fragile mette coraggiosamente i suoi piedi sulle orme di un Papa gigantesco e coraggioso come Leone Magno.

Nella monumentale Storia della Chiesa iniziata da Augustin Fliche e Victor Martin, trovo riportata questa osservazione:  "Il carattere (di Annibale Della Genga) è tutto nello sguardo, uno sguardo di una dolcezza e di una penetrazione che gli guadagnavano sull'istante l'affetto, imponendo allo stesso tempo rispetto. Nessuno scatto nella sua voce:  egli parla senza animazione, soavemente, lentamente, con voce suasiva e tocca profondamente i cuori.  Benché ancora relativamente  giovane (ha 63 anni nel momento dell'elezione), egli deve, però, al suo malfermo stato di salute un pallore e una magrezza singolare, un'espressione di estrema stanchezza".

Così scrivono gli storici, riferendo le impressioni dei contemporanei. Ma Gesù, che ha garantito la sua protezione a Pietro e ai successori di Pietro, aveva pronte alcune singolari sorprese.

Prima di tutto Leone XII ha il coraggio di cambiare il potente segretario di Stato di Pio VII, cioè il cardinale Ercole Consalvi. Con questa decisione egli rivela la chiara intenzione di muoversi in un solco più spirituale, spingendo la Chiesa a ritrovare la sua anima e la sua irrinunciabile vocazione, che è quella di essere luogo di incontro tra gli uomini peccatori e Gesù unico Salvatore.

Nella prima enciclica, pubblicata il 3 maggio 1824, il nuovo Papa scongiurava i vescovi, affinché si sforzassero di acquistare quella virtù e quella scienza, grazie alle quali potessero comunicare al loro gregge il nutrimento della "buona dottrina"; e invitava i vescovi ad attirare il popolo loro affidato con la forza convincente dell'esempio. Ricordava loro il dovere della visita pastorale e della residenza, cioè della vicinanza al popolo; li esortava a vegliare sui seminari affinché preparassero santi sacerdoti e a procedere con prudenza nelle ordinazioni sacerdotali e a scegliere con cura buoni pastori d'anime per le parrocchie. Sono esortazioni, che conservano una impressionante attualità.
 
Ma il capolavoro di Leone XII fu il giubileo dell'anno 1825. Nel secolo xix fu l'unico giubileo celebrato:  era stata, infatti, impedita la celebrazione nel 1800, all'inizio del nuovo secolo, per le note turbolenze napoleoniche; non fu possibile il giubileo nel 1850 a causa delle vicende che seguirono al volontario esilio di Pio IX a Gaeta; quello del 1875 fu indetto da Pio IX, ma non ebbe risonanza e rispondenza per la particolare situazione del Papa dopo la fine dello Stato Pontificio.

Il Papa lo volle con decisione, nonostante molti pareri contrari, e lo visse personalmente con singolare intensità e con spirito penitenziale edificando tutti e lasciando in tutti i pellegrini un grande ricordo. La popolazione di Roma, seguendo l'esempio del Papa, si prodigò generosamente nell'accoglienza dei pellegrini, che giunsero numerosi da ogni parte dell'Italia e dell'Europa.

Le Confraternite organizzarono mense e luoghi di ospitalità per tutti. Il Papa in persona si presentava ogni giorno a servire dodici pellegrini, suscitando ammirazione ed emulazione. Leone XII promosse esercizi spirituali per il popolo, partecipò a piedi nudi a numerose processioni e, in occasione della festa di san Filippo Neri, andò a piedi scalzi alla chiesa della Vallicella nelle prime ore del mattino, celebrò la messa e si ritirò in preghiera in una piccola cella, dove ancora oggi è visibile una lapide sulla quale sono scolpite queste parole:  Pusilla ego cellula magnam historiem loquior ("sono una piccola cella ma custodisco una grande storia").

La vigilia della solennità di san Pietro, malgrado le gravi fatiche cui si era spontaneamente sottoposto, Leone XII, alle due dopo la mezzanotte, visitò l'ospedale di Santo Spirito in docile ascolto alle parole di Gesù, che ha detto:  "Io ero ammalato e voi siete venuti a visitarmi".

Il profilo spirituale del pontificato di Leone XII è chiarissimo:  egli desiderava ardentemente rinnovare la Chiesa dal di dentro, desiderava purificarla, affinché divenisse il volto visibile dell'amore di Cristo dentro la storia.

Leone XII arrivò anche a pensare  alla convocazione di un concilio, ma le circostanze e la salute precaria del Papa impedirono la realizzazione del progetto, che però resta come un segno dei grandi orizzonti spirituali del cuore di Leone XII.



(©L'Osservatore Romano - 11-12 ottobre 2010)


                            




«Smascherare la Massoneria - disse Leone XII (1760-1829) - è vincerla». Se poi riusciamo a spogliarla dei suoi veli, ogni spirito retto, ogni cuore limpido arretrerà con orrore; basterà questo per distruggerla e per farla esecrare dagli stessi che oggi le obbediscono.

 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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