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Il successo della riscoperta della Messa Antica (4)

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 12:40
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12/12/2010 17:10
 
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Un chitarrista alla Messa in latino




Riportiamo un post apparso sul blog Eikonographia (fateci un giro), gestito da un pittore - e chitarrista - bolognese, che ha iniziato a frequentare ogni tanto la Messa di sempre. Io ho sempre sostenuto che nell'animo dell'intonatore di canti dei Gen Gen, della ministra straordinaria della Comunione, del lettore di strascitate preghiere dei fedeli può (può...) celarsi il tradizionalista di domani. In fondo chi di noi (quantomeno sotto una certa età) non è dovuto passare per l'Alleluja delle lampadine, prima di scoprire che v'era qualcosa d'infinitamente migliore? Leggiamo allora con interesse questo resoconto delle impressioni di un neofita alla Messa tradizionale. E sia spunto per tutti a far conoscere ad altri, anche ai più 'improbabili', la bellezza del rito immemoriale.



Sarà circa un anno che, saltuariamente, partecipo alla messa festiva delle 18 presso la parrocchia di Santa Maria della Pietà, in via San Vitale. Pur essendo un brutto orario e pur essendo a circa 15 - 20 minuti di bicicletta da casa mia, vado là molto volentieri; a dire la verità molto più volentieri che in parrocchia da me dove non sono più tanto contento di andare a causa del compito che lì svolgo da circa 12 anni: suonare la chitarra. E' che non ne posso più delle canzonette, non ne posso più del fatto che il suonare sembri una performance mia e dell'altro chitarrista, non ne posso più del comportamento dell'altro chitarrista che mi fa pesare ogni volta che manco, non ne posso più di non poter pregare perché sono costretto a pensare ai canti (e non mi si venga a ripetere la solfa dell'agostiniano "chi canta prega due volte", perché certo sant'Agostino non aveva in mente un chitarrino che strimpella una canzonetta di musica leggera, ma chi declamava in musica i testi della preghiera); infine non ne posso più di agitarmi prima di ogni messa... perché suonare è una cosa che si fa in presa diretta, mentre io, pittore, non sono fatto per la presa diretta ma per ponderare ogni pennellata...

In due parole, non ne posso più di quella... benedetta... "partecipazione attiva" come la intendono loro, cioè che tutti, come api industriose devono per forza "fare qualcosa". Ma è mai possibile? La vera partecipazione attiva è la consapevolezza dell'assistere nella messa al sacrificio di Cristo sulla croce, che lì si rinnova. Per me stare inginocchiato in preghiera, in una panca né troppo indietro né troppo avanti, senza che nessuno ti chieda "vuoi leggere?" oppure "puoi fare l'offertorio?" o "come canto d'inizio fai il canto tale?", e lasciare che il prete compia il divino sacrificio, offrendo anche la preghiera mia e delle altre persone che sono in chiesa... ecco, questa è la partecipazione attiva.

Se poi uno vuol suonare, o fare qualsiasi altra cosa, che lo faccia pure, ma non fa più per me. Ecco perché sono agli sgoccioli nel suonare in parrocchia da me... l'unica cosa che mi preoccupa un po' è come fare per dirlo al mio parroco...

Ma torniamo alla messa di Santa Maria della Pietà: non vado lì solo perché non devo fare nulla, ma perché è una delle poche messe della città in rito antico (detto Vetus Ordo). Per chi non lo sapesse, si tratta della messa "preconciliare", e balza agli occhi per essere detta in latino con il sacerdote rivolto verso il tabernacolo, o "spalle al popolo", come si usa dire. Questo rito è stato reso di nuovo libero nel 2007 da papa Benedetto XVI con il Motu Proprio "Summorum Pontificum".

Mercoledì, festa dell'Immacolata, essendo stato in viaggio da Como a Bologna la mattina e avendo perso la messa delle 11 in parrocchia (che peccato...!!), ho potuto recarmi ancora una volta alla messa tridentina di Santa Maria della Pietà. Da quando un caro amico me l'ha fatta conoscere non ne ho più potuto fare a meno, e nei lunghi periodi di assenza dovuti a impegni o al dover suonare in parrocchia, ne sento davvero la mancanza. Se poi sono in viaggio, guardo sempre se per caso nelle vicinanze ce ne sia una: che bello è stato la scorsa estate a Treviri, in Germania, poter assistere e - in Germania! - poter capire quello che veniva detto!

L'altro giorno dunque, poco prima della messa, noto che c'è più gente del solito (vista l'ora tarda e la poca conoscenza di questa messa - oltre che una marea di pregiudizi - non ce n'è mai tanta), e anche qualche turista che coglie l'occasione di una messa alle 18 per soddisfare il precetto della festa. Ad un certo punto un signore con la borsa di una macchina fotografica a tracolla e un bambino si avvicinano al mio vicino di posto e gli chiedono, forse stupiti dallo strano modo di apparecchiare l'altare: "ma in che lingua viene detta la messa?". "In latino" risponde la persona seduta. E il turista: "ma non si capisce niente!"

Allora l'altro gli mostra il messalino con la traduzione a fronte, e il foglio con le parti proprie della festa in latino e in italiano. Poi, durante la messa, visto che sono seduti dietro di me, sento che anche il bambino dice : "ma non si capisce niente!"

Quello del latino sembra un problema, ma in realtà non lo è affatto: tanti che sanno della mia partecipazione al rito antico, mi dicono: "ma tu non lo sai il latino!". Vero! Ma la frequenza costante a questa messa abitua l'orecchio facendo prima conoscere il suono delle parole, poi le insegna a pronunciare e, poco alla volta, si abitua anche alle traduzioni a fronte. Perché non è che a ogni messa si legge tutta la traduzione delle parti che il prete dice in latino, ma - almeno io faccio così - mi focalizzo e medito su un brano, che la volta dopo sarà un altro, oppure lo stesso... non so, non importa. Poi le letture sono in italiano, e questo non è male, anche se pure di esse si potrebbe leggere la traduzione. Riguardo a questo, sempre pensando dell'estate scorsa in Germania, avrei preferito le letture in latino che in tedesco...

Poi il latino è una lingua sacra non per finta: siamo o no credenti? Non è solo cultura: ogni parte della messa detta in latino ha una sua... come chiamarla?, trascendenza? Ogni testo, non solo per quello che viene detto, ma per il semplice fatto di essere detto in latino, ha come un "profumo" di antico oltre che di santo.

La mente umana non capisce sempre tutto; se penso a quante volte, studiando, mi distraggo e devo rileggere due o tre volte la stessa riga di un testo... credo che l'italiano nella messa sia un modo per darci l'impressione di capire tutto; ma mi chiedo io: quanti ascoltano veramente tutto, parola per parola? Certo, l'italiano dà la possibilità di capire, ma di fatto bisognerebbe entrare nella testa di ciascuna persona per sapere se è veramente così.

E mi chiedo anche: perché perdere la bellezza (la quale non è un optional!) e la sacralità di una lingua carica delle preghiere di secoli e secoli di Santi e Padri della Chiesa se, tra latino e italiano la comprensione effettiva è molto simile?

Io ho presente, essendo formato nell'iconografia bizantina e russa, la bellezza delle liturgie ortodosse completamente espresse nella lingua antica, il greco o il paleoslavo. Perché perdere la bellezza di una Tradizione antichissima ed estremamente viva (e vivificata dallo Spirito), per avere l'illusione della comprensione immediata dei testi?

Avrei altre cose da aggiungere, e le dirò prima o poi. Non sono un esperto di liturgia, parlo molto... "a pelle", però mi piacerebbe far cogliere anche ad altri che la bellezza e la sacralità di quello che ho imparato a conoscere e ad amare in questa messa non sono barriere che ci allontanano da Dio, ma doni grandi attraverso cui Egli si mostra e ci benedice. Latino compreso.



                                          


Buone notizie da Pistoia

Diocesi di Pistoia
Chiesa della Madonna del Carmine
piazza del Carmine, Pistoia
Tutti i sabati, ore 18:30
Celebrazione della
Santa Messa
nella forma straordinaria del rito romano
secondo il Missale Romanum
del beato Giovanni XXIII
(in latino, con canto gregoriano e organo)
Periodo natalizio:
Venerdì 24 dicembre 2010: ore 21
Sabato 1 gennaio 2011: ore 18:30
Mercoledì 5 gennaio 2011: ore 18:30

Tutti i primi sabati del mese, ore 18:10
Recita del Santo Rosario
“Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto”.
Benedetto XVI,



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L'Ecclesia Dei interviene in Croazia

Al momento non risulta alcuna Messa cum populo in forma straordinaria in Croazia, in latino o in antico slavo (si allude al rito slavonico o glagolitico, in uso nelle parti dell'ex Jugoslavia da tempo immemorabile, fino agli anni Sessanta quando riti immemoriali – compreso questo, ossia la Messa di Sempre tradotta in antico slavonico – vennero travolti dall’ecatombe liturgica del novus ordo). E questo avviene non certo per mancanza di interesse tra i laici. Dal 2008, diversi fedeli laici di Zagabria, capitale della Croazia, hanno insistito per l'applicazione di Summorum Pontificum nella loro Arcidiocesi, senza risultato.

Per immaginare quali ostacoli abbiano dovuto affrontare e quali sforzi sopportare i fedeli croati, fatevi un’idea a questo link: vi troverete tutto il carteggio (in serbocroato e in inglese) tra loro, l’arcidiocesi e la Commissione Ecclesia Dei.

Leggete ad esempio la lettera 28 ottobre 2009 degli apparatchnick dell'Arcidiocesi di Zagabria, in cui fan le pulci perfino sui cognomi dei richiedenti e sul numero di parrocchie da cui essi provengono per inferirne che essi non sono rappresentativi di un gruppo ‘stabile’ e trovare la scusa per rigettare la richiesta. Veramente un esercizio particolarmente istruttivo dell'arte di stravolgere il testo e il senso del motu proprio Summorum Pontificum per oscurarne il significato ovvio e per frustrare la sua attuazione.

Ora però il blog croato Toma Blizanac ha pubblicato la seguente lettera dalla PCED, ripresa da Rorate caeli:


Pontificia Comissio "Ecclesia Dei"

N. ---

Città del Vaticano, 25 novembre 2010

Caro Signor.---,

Questa Pontificia Commissione desidera ringraziarvi per la vostra gentile lettera dell'8 novembre 2010.

Questa Pontificia Commissione è in grado di informarvi che dopo aver contattato sua Eminenza il Cardinale Josip Bozanić, ha ricevuto la garanzia della sua Eminenza, che sarà celebrata la Santa messa in forma straordinaria in una delle chiese a Zagabria.

Con ogni buon auspicio

Cordiali saluti in Cristo,

Rev.mo Mons. Guido Pozzo
Segretario


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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