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La Chiesa Cattolica è idolatra ?

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2010 22:41
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26/10/2010 22:33
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 13/11/2002 14.19
A tutto questo gran lavoro di Salvatore che ringrazio per l'infita pazienza per la minuziosa ricostruzione.....
Vorrei contribuire con una lettera di S.Agostino....e perchè? Perchè Agostino ha scritto molto in un periodo in cui il primato della Chiesa era un fatto vissuto, perchè era il periodo delle gravi eresie, perchè è il periodo della Trinità, perchè nessun vescovo ha mai scritto che Agostino avesse torto..........
Buona meditazione....
 

LETTERA 173/A

Scritta nel 416.

Agostino scrive in gran fretta a Deogratias, Teodoro, Tiziano e Conte, i quali desideravano dimostrasse con molta chiarezza che lo Spirito Santo è Dio. A questo scopo illustra due testi della S. Scrittura (1 Cor. 6, 19 20; Deut. 6, 13), i quali si integrano a vicenda. Se però essi ritengono che la breve lettera sia insufficiente per la dimostrazione richiesta, aspettino di leggere i libri Sulla Trinità che ha intenzione di pubblicare assai presto.

AGOSTINO AI CARISSIMI SIGNORI E SANTI FRATELLI E COLLEGHI DI SACERDOZIO DEOGRATIAS E TEODORO, AI COLLEGHI DI DIACONATO TIZIANO E AL FRATELLO CONTE

1. Quantunque non da una vostra lettera, bensì dà una persona assai ben informata e fidata la quale me lo riferì, son venuto a sapere che desiderate ch'io vi scriva, affinché vi dimostri che lo Spirito Santo è Dio senza ombra di dubbio e senza la minima oscurità, la quale non potrebbe esser penetrata da intelligenze piuttosto tarde. Sappia dunque la Fraternità vostra, per quel ch'io posso ricordare delle Sacre Scritture su tale argomento, il quale non è dimostrato a sufficienza da quel che dice l'Apostolo: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo ch'è in voi, che voi avete da parte di Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Date gloria a Dio e portatelo nel corpo (1 Cor 6, 19-20.), sappia - ripeto - la vostra Fraternità, di non (poter) sapere del tutto il motivo per cui essa può esser convinta che lo Spirito Santo è Dio per quanto riguarda le Sacre Scritture; per quanto invece riguarda la spiegazione logica che può esser trovata da una persona qualunque o da una persona qualificata come noi, questo è un argomento di cui si discute con enorme fatica. Colui però il quale è ossequiente all'eccelsa autorità delle divine Scritture, consideri anzitutto ciò che sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui Solo (Dt 6, 13; Mt 4, 10). Questo comandamento in greco è espresso in modo che per tale servizio non s'intenda quello dovuto anche ai padroni terreni, ma quello che deve offrirsi unicamente a Dio e che si chiama latria e perciò è giustamente condannata l'idolatria dal momento che l'idolatria è offerta agl'idoli, mentre la latria dev'essere offerta unicamente al vero Dio. La Scrittura d'altra parte non dice: "Adorerai solo il Signore Dio tuo ", bensì: servirai a lui solo. Dice a lui solo nella frase ove dice servirai prestandogli il servizio che si chiama latria. Questo è il culto al quale è destinato il tempio, il sacrificio, il sacerdote e qualunque altra cosa di tal genere. Ecco perché l'Apostolo non direbbe affatto che il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo, se a questo non fosse dovuto il culto detto di latria. D'altra parte non gli sarebbe dovuto un tal culto, s'egli non fosse Iddio, al quale è dovuto soprattutto perché (l'Apostolo) dice che i nostri corpi sono membra di Cristo 1 Cor 6, 15; 12, 27); che poi Cristo non sia Dio non lo dicono neanche coloro i quali dicono che lo Spinto Santo non è Dio e sostengono che Cristo è superiore allo Spirito Santo. Orbene; in che modo le membra di colui ch'è superiore potrebbero essere tempio di colui ch'è inferiore? Non solo dunque si comprende per questo senz'alcun dubbio che lo Spirito Santo è Dio poiché, conforme al sentimento religioso e alla logica, un tempio non può essere consacrato se non a Dio, ma si riconosce altresì ch'è necessariamente un sol Dio col Padre e col Figlio per il motivo che la Trinità è un unico Dio. In realtà, poiché fa consacrazione di un tempio riguarda il culto detto di latria e poiché sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e servirai a lui solo ossia presterai a lui solo il culto di latria, senza dubbio, per il fatto che il culto di latria, quando si presta con ragione e giustizia si presta a Dio e a colui al quale si offre il tempio, si presta anche il culto di latria, non soltanto perché unico è Dio al quale si deve offrire il culto di latria, ma altresì il Padre il Figlio e lo Spirito Santo è senza dubbio un sol Dio. Ecco che cosa significa quello che dice (l'Apostolo): Glorificate e portate Dio nel vostro corpo 1 Cor 6, 20), quel corpo del quale aveva detto: Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo ch'è in voi e che avete da parte di Dio (1 Cor 6, 19.). Ho preferito dettare questi pensieri come ho potuto, in fretta e furia, anziché rimandare con l'addurre qualche pretesto ad altro tempo quanto desidera la Carità vostra. Se pensate che ciò non sia sufficiente, mantenetevi in buona salute per leggere i libri sulla Trinità, che ormai mi propongo di pubblicare con l'aiuto di Dio tra non molto: chissà che non possano convincervi d'una verità, di cui tuttavia non può convincervi una breve lettera?


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 13/11/2002 23.18
OMELIA SOLENNITA’ TUTTI I SANTI 1996
Cattedrale
 
Presso tutti i popoli è preziosa la memoria di coloro che hanno vissuto in modo eccellente. Certamente la risposta alla domanda in che cosa consista l’eccellenza, la grandezza di una vita, è diversa, ma la venerazione degli uomini grandi è comune. Di essi si custodiscono la memoria, conservando oralmente o per iscritto il ricordo di ciò che hanno fatto o detto in vita; l’arte ne raffigura volti o episodi; i luoghi in cui sono nati, vissuti o morti sono venerati e gelosamente custoditi.
 La venerazione che la Chiesa ha per i santi è l’espressione cristiana di questo bisogno umano? Non proprio: il culto dei santi si radica ben più profondamente nella coscienza cristiana

 Per capirlo partiamo da un dato di fatto. Nei primi secoli, il culto cristiano dei santi era estremamente semplice: consisteva nel celebrare l’Eucarestia sulla tomba dei martiri (solo i martiri al principio erano venerati), facendo memoria del santo nella grande preghiera eucaristica (il canone). Ancora oggi, quando celebriamo l’Eucarestia diciamo: ricordiamo e veneriamo in primo luogo la gloriosa e sempre Vergine Maria ... i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri” (canone romano). Questo fatto è l’intera spiegazione del culto dei santi.
 Nel momento in cui noi celebriamo l’Eucarestia, noi partecipiamo realmente anche se sacramentalmente al sacrificio di Cristo, al dono cioè che Cristo ha fatto di sé stesso sulla Croce. E’ questo sacrificio, questo dono l’unica sorgente di tutta la santità di ogni santo: di Marta, degli Apostoli, dei Martiri, di tutti. Così quando noi celebriamo l’Eucarestia attorno all’altare è raccolta tutta la Chiesa. E’ presente la Chiesa in cammino ancora su questa terra, la Chiesa che siamo noi. E’ presente la Chiesa di cui ci parla la prima lettura di oggi: la Chiesa di coloro che sono già “passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello”. E’ presente la Chiesa di coloro che hanno già terminato il loro pellegrinaggio e vivono nella purificazione: la Chiesa dei nostri defunti.
Allora in Cristo ci è concesso di vivere un’incredibile esperienza: vivere in comunione reale con tutti i santi. Tutti sono con te; nessuno si separa da te, perché si separerebbe da Cristo (il che è impossibile); tutti sono tuoi, Maria, gli Apostoli, i Martiri, tutti. Ormai non possiamo più andare a Cristo e vivere con Cristo prescindendo dai Santi, poiché Cristo non è più separabile da essi.
I Santi a loro volta non possono stare nella vita eterna senza essere in comunione con ciascuno di noi, poiché separandoci da noi, non sarebbero più in comunione con Cristo che è unito a tutti noi.
 Questa stupenda realtà ha un nome: è la comunione dei Santi.
La distanza del tempo non conta più nulla: noi siamo in comunione con Maria, la Madre di Dio, e Maria  è in comunione  con noi, anche se ci sono duemila anni fra noi due. Il fatto che non abbiamo conosciuto personalmente il Santo non conta nulla: senza esserci conosciuti, ora ci conosciamo, perché siamo conosciuti da e in Cristo.
 Questo nostro essere, ritrovarci tutti in Cristo è la base, la ragione e la sorgente del nostro culto dei santi.  Ci aiuta a capirlo e a viverlo bene.
Il culto dei santi non è un “optional”: è un’esigenza scritta nel cuore stesso della nostra fede cristiana. Certo, ognuno nei confronti dei santi ha le sue preferenze per l’uno o per l’altro. Ma non si può essere in Cristo senza essere coi santi, poiché Cristo è coi santi.

Non tutti i santi ... sono allo stesso livello e quindi meritano la stessa venerazione. La misura della nostra venerazione dipende dal rapporto che il santo ha con la persona di Cristo. Ora esiste una persona che ha con Cristo un rapporto assolutamente singolare, unico: è Sua Madre, Maria. La venerazione che la Chiesa ha per Lei è quindi unica. Non è sullo stesso piano con nessun santo! Legato a Lei è il suo purissimo sposo S. Giuseppe.
 Dopo Maria, chi è più strettamente legato all’avvenimento-Cristo è Giovani Battista: di lui la Chiesa ha una venerazione particolare. Poi gli Apostoli. Seguono i martiri che hanno donato la vita a Cristo. C’è dunque un ordine nella venerazione: Maria, Giuseppe, Giovanni Battista, gli Apostoli, i martiri e poi tutti i santi.
 La venerazione dei santi, lo stare in comunione con loro, il parlare con loro, è una esperienza stupenda donataci da Cristo: non priviamocene.

 Questa  esperienza, che oggi la Chiesa pellegrina sulla terra vive con particolare intensità, ci fa anche scoprire la nostra vera dignità. “Vedete quale amore ...”. Ecco la nostra vera grandezza: essere amati dal Padre, essere chiamati a contemplarlo. Ed allora non c’è che una vera infelicità: quella di non essere santi.
 
(Mons.Carlo Caffarra)
 
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