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Catechesi del Papa sui CONGRESSI EUCARISTICI E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2011 16:30
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11/11/2010 15:54
 
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Congressi Eucaristici e nuova evangelizzazione

                                   
 
CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali al termine dei lavori preparatori del prossimo Congresso che si terrà a Dublino (Irlanda), nel 2012.
 
  "I Congressi Eucaristici Internazionali hanno ormai una lunga storia nella Chiesa" - ha detto il Santo Padre - "Mediante la forma caratteristica della 'statio orbis', essi mettono in risalto la dimensione universale della celebrazione: infatti, si tratta sempre di una festa di fede attorno a Cristo Eucaristico, il Cristo del sacrificio supremo per l'umanità, alla quale partecipano fedeli non solo di una Chiesa particolare o di una nazione, ma, per quanto possibile, di varie parti dell'Orbe. È la Chiesa che si raccoglie attorno al suo Signore e suo Dio".
 
  "Compito dei Congressi Eucaristici, soprattutto nel contesto attuale" - ha proseguito il Pontefice - "è anche quello di dare un peculiare contributo alla nuova evangelizzazione, promuovendo l'evangelizzazione mistagogica, che si compie alla scuola della Chiesa in preghiera, a partire dalla liturgia e attraverso la liturgia. Ma ogni Congresso porta in sé anche un afflato evangelizzatore in senso più strettamente missionario, tanto che il binomio Eucaristia-missione è entrato a far parte delle linee guida proposte dalla Santa Sede".
 
  Il Santo Padre ha concluso il suo discorso con un'indicazione liturgico-pastorale ed ha detto: "È importante che ogni Congresso eucaristico sappia coinvolgere ed integrare, secondo lo spirito della riforma conciliare, tutte le espressioni del culto eucaristico 'extra missam' che affondano le loro radici nella devozione popolare, come pure le associazioni di fedeli che a vario titolo dall'Eucaristia traggono ispirazione. Tutte le devozioni eucaristiche, raccomandate ed incoraggiate anche dall'Enciclica 'Ecclesia de Eucharistia' e dall'Esortazione post-sinodale 'Sacramentum caritatis', vanno armonizzate secondo una ecclesiologia eucaristica orientata verso la comunione".


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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11/11/2010 18:40
 
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Benedetto XVI alla plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali

La forza che genera unità
nella Chiesa e tra gli uomini


L'Eucaristia è "il centro diffusore del fermento del Vangelo" e la "forza propulsiva per la costruzione della società umana". Lo ha ribadito il Papa nel discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, ricevuti in udienza stamane, giovedì 11 novembre, nella Sala Clementina.

Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi a conclusione dei lavori dell'Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Saluto cordialmente ciascuno di voi, in particolare il Presidente, l'Arcivescovo Mons. Piero Marini, che ringrazio per le cortesi espressioni con cui ha introdotto il nostro incontro. Saluto i Delegati Nazionali delle Conferenze Episcopali e, in modo speciale, la Delegazione Irlandese, guidata da Mons. Diarmuid Martin, Arcivescovo di Dublino, città nella quale avrà luogo il prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, nel giugno 2012. La vostra Assemblea ha dedicato grande attenzione a tale evento, che si inserisce anche nel programma di rinnovamento della Chiesa in Irlanda.

Il tema, "L'Eucaristia, comunione con Cristo e tra noi", ricorda la centralità del Mistero eucaristico per la crescita della vita di fede e per ogni autentico cammino di rinnovamento ecclesiale. La Chiesa, mentre è pellegrinante in terra, è sacramento di unità degli uomini con Dio e tra di loro (cfr. Conc. Vat. ii, Cost. dogm. Lumen gentium, 1). Per questo fine, essa ha ricevuto la Parola e i Sacramenti, soprattutto l'Eucaristia, della quale "continuamente vive e cresce" (ibid., 26) e nella quale in pari tempo esprime se stessa.

Il dono di Cristo e del suo Spirito, che riceviamo nell'Eucaristia, compie con sovrabbondante pienezza gli aneliti di unità fraterna che albergano nel cuore umano, e insieme li innalza ben al di sopra della semplice esperienza conviviale umana. Mediante la comunione al Corpo di Cristo la Chiesa diventa sempre più se stessa:  mistero di unità "verticale" e "orizzontale" per l'intero genere umano. Ai germi di disgregazione, che l'esperienza quotidiana mostra tanto radicati nell'umanità a causa del peccato, si contrappone la forza generatrice di unità del Corpo di Cristo. L'Eucaristia, formando continuamente la Chiesa, crea anche comunione tra gli uomini.

Carissimi, alcune felici circostanze rendono maggiormente significativi i lavori da voi svolti in questi giorni e gli eventi futuri. La presente Assemblea cade - come ha già detto Mons. Marini - nel 50° anniversario del Congresso Eucaristico di Monaco di Baviera, che segnò una svolta nella comprensione di questi eventi ecclesiali elaborando l'idea di "statio orbis", che sarà ripresa più tardi dal Rituale romano De sacra Communione et de cultu Mysterii eucharistici extra Missam. A quell'Assise, come ha ricordato ancora Mons. Marini, ebbi la gioia di partecipare personalmente, e anche di vedere crescere tale concetto, da giovane professore di teologia. Inoltre, il Congresso di Dublino del 2012 avrà un carattere giubilare, infatti sarà il 50°, e si terrà altresì a 50 anni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano ii, a cui il tema fa esplicito riferimento richiamando il capitolo 7 della Costituzione dogmatica Lumen gentium.

I Congressi Eucaristici Internazionali hanno ormai una lunga storia nella Chiesa. Mediante la forma caratteristica della "statio orbis", essi mettono in risalto la dimensione universale della celebrazione:  infatti, si tratta sempre di una festa di fede attorno a Cristo Eucaristico, il Cristo del sacrificio supremo per l'umanità, alla quale partecipano fedeli non solo di una Chiesa particolare o di una nazione, ma, per quanto possibile, di varie parti dell'Orbe. È la Chiesa che si raccoglie attorno al suo Signore e suo Dio. A tale riguardo, importante è il ruolo dei Delegati nazionali. Essi sono chiamati a sensibilizzare le rispettive Chiese all'avvenimento del Congresso, soprattutto nel periodo della sua preparazione, affinché da esso rifluiscano frutti di vita e di comunione.

Compito dei Congressi Eucaristici, soprattutto nel contesto attuale, è anche quello di dare un peculiare contributo alla nuova evangelizzazione, promuovendo l'evangelizzazione mistagogica (cfr. Esort. ap. postsinod. Sacramentum caritatis, 64), che si compie alla scuola della Chiesa in preghiera, a partire dalla liturgia e attraverso la liturgia.

Ma ogni Congresso porta in sé anche un afflato evangelizzatore in senso più strettamente missionario, tanto che il binomio Eucaristia-missione è entrato a far parte delle linee guida proposte dalla Santa Sede.

La Mensa eucaristica, mensa del sacrificio e della comunione, viene così a rappresentare il centro diffusore del fermento del Vangelo, forza propulsiva per la costruzione della società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in continuità con quella di Cristo:  "Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi" (Gv 20, 21). E l'Eucaristia è il principale tramite di questa continuità missionaria tra Dio Padre, il Figlio incarnato, e la Chiesa che cammina nella storia, guidata dallo Spirito Santo.

Infine, un'indicazione liturgico-pastorale. Poiché la celebrazione eucaristica è il centro e il culmine di tutte le varie manifestazioni e forme di pietà, è importante che ogni Congresso eucaristico sappia coinvolgere ed integrare, secondo lo spirito della riforma conciliare, tutte le espressioni del culto eucaristico "extra missam" che affondano le loro radici nella devozione popolare, come pure le associazioni di fedeli che a vario titolo dall'Eucaristia traggono ispirazione. Tutte le devozioni eucaristiche, raccomandate ed incoraggiate anche dall'Enciclica Ecclesia de Eucharistia (nn. 10; 47-52) e dall'Esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis, vanno armonizzate secondo una ecclesiologia eucaristica orientata verso la comunione. Anche in questo senso i Congressi eucaristici sono un aiuto al rinnovamento permanente della vita eucaristica della Chiesa.

Cari fratelli e sorelle, l'apostolato eucaristico a cui dedicate i vostri sforzi è assai prezioso. Perseverate in esso con impegno e passione, animando e diffondendo la devozione eucaristica in tutte le sue espressioni. Nell'Eucaristia è racchiuso il tesoro della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, che sulla Croce si è immolato per la salvezza dell'umanità. Accompagno il vostro apprezzato servizio con l'assicurazione della mia preghiera, per intercessione di Maria Santissima, e con la Benedizione Apostolica, che di cuore imparto a voi, ai vostri cari e ai vostri collaboratori.


(©L'Osservatore Romano - 12 novembre 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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11/09/2011 16:23
 
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IL PAPA ALLA MESSA AD ANCONA :

Nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato (cfr Mt 25,34-36).

*********

il Papa pone al centro IL PRIMATO DELL'EUCARESTIA E DELL'INGINOCCHIARSI DAVANTI AL CRISTO-OSTIA-SANTA ANCHE NEL RICEVERLA quale testimonianza concreta per aiutare davvero il prossimo...
se non ci inginocchiamo davanti all'Eucarestia, fa capire il Papa, NON POSSIAMO PIEGARCI DI FRONTE ALL'AFFAMATO...












Pope Benedict XVI  arrives to celebrate mass in the Ancona harbour  on September 11, 2011.


Alle ore 8.30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI parte in elicottero dall’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo per la Visita Pastorale ad Ancona, in occasione della chiusura del 25.mo Congresso Eucaristico Nazionale, svoltosi nella città delle Marche a partire dal 3 settembre, sul tema "Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana".
All’arrivo - previsto per le ore 9.15 - al Molo Wojtyła del Porto di Ancona, il Papa è accolto dal Card. Giovanni Battista Re, Suo Inviato Speciale al Congresso Eucaristico Nazionale; dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo Metropolita di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana; da S.E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo; dal Dott. Gianni Letta, Sotto-Segretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rappresentante del Governo Italiano; da S.E. il Signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede; dal Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Giuseppe Bertello; dall’On.le Gian Mario Spacca, Presidente della regione Marche; dal Dott. Paolo Orrei, Prefetto di Ancona; dal Dott. Fiorello Gramillano, Sindaco di Ancona; dalla Dott.ssa Patrizia Casagrande Esposto, Presidente della Provincia di Ancona e dall’Avv. Luciano Canepa, Presidente dell’Autorità Portuale.
Il Santo Padre raggiunge in auto l’area del Cantiere Navale di Ancona per la Santa Messa, accolto al Suo arrivo alla Sacrestia dall’Ing. Corrado Antonini, Presidente della Fincantieri, con l’Amministratore Delegato Ing. Giuseppe Bono e con il Direttore Area, Ing. Giuseppe Stecconi.
La Concelebrazione Eucaristica a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale inizia alle ore 10 ed è introdotta dal saluto del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco. Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa tiene la seguente omelia:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Carissimi fratelli e sorelle!

Sei anni fa, il primo viaggio apostolico in Italia del mio pontificato mi condusse a Bari, per il 24° Congresso Eucaristico Nazionale.
Oggi sono venuto a concludere solennemente il 25°, qui ad Ancona.
Ringrazio il Signore per questi intensi momenti ecclesiali che rafforzano il nostro amore all’Eucaristia e ci vedono uniti attorno all’Eucaristia! Bari e Ancona, due città affacciate sul mare Adriatico; due città ricche di storia e di vita cristiana; due città aperte all’Oriente, alla sua cultura e alla sua spiritualità; due città che i temi dei Congressi Eucaristici hanno contribuito ad avvicinare: a Bari abbiamo fatto memoria di come “senza la Domenica non possiamo vivere”; oggi il nostro ritrovarci è all’insegna dell’“Eucaristia per la vita quotidiana”.
Prima di offrivi qualche pensiero, vorrei ringraziarvi per questa vostra corale partecipazione: in voi abbraccio spiritualmente tutta la Chiesa che è in Italia. Rivolgo un saluto riconoscente al Presidente della Conferenza Episcopale, Cardinale Angelo Bagnasco, per le cordiali parole che mi ha rivolto anche a nome di tutti voi; al mio Legato a questo Congresso, Cardinale Giovanni Battista Re; all’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Edoardo Menichelli, ai Vescovi della Metropolìa, delle Marche e a quelli convenuti numerosi da ogni parte del Paese.
Insieme con loro, saluto i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, e i fedeli laici, fra i quali vedo molte famiglie e molti giovani. La mia gratitudine va anche alle Autorità civili e militari e a quanti, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito di questo evento.

“Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?” (Gv 6,60).
Davanti al discorso di Gesù sul pane della vita, nella Sinagoga di Cafarnao, la reazione dei discepoli, molti dei quali abbandonarono Gesù, non è molto lontana dalle nostre resistenze davanti al dono totale che Egli fa di se stesso. Perché accogliere veramente questo dono vuol dire perdere se stessi, lasciarsi coinvolgere e trasformare, fino a vivere di Lui, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo nella seconda Lettura: “Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore” (Rm 14,8).

“Questa parola è dura!”; è dura perché spesso confondiamo la libertà con l’assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla libertà. E’ questa un’illusione che non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato: “Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto…” – dicevano gli ebrei nel deserto (Es 16,3), come abbiamo ascoltato. In realtà, solo nell’apertura a Dio, nell’accoglienza del suo dono, diventiamo veramente liberi, liberi dalla schiavitù del peccato che sfigura il volto dell’uomo e capaci di servire al vero bene dei fratelli.

“Questa parola è dura!”; è dura perché l’uomo cade spesso nell’illusione di poter “trasformare le pietre in pane”. Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica, certe ideologie hanno puntato a organizzare la società con la forza del potere e dell’economia. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane. Il pane, cari fratelli e sorelle, è “frutto del lavoro dell’uomo”, e in questa verità è racchiusa tutta la responsabilità affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosità; ma il pane è anche, e prima ancora, “frutto della terra”, che riceve dall’alto sole e pioggia: è dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: “Padre (…), dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11).
L’uomo è incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: è la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanità e a rendere buona e giusta la nostra vita. Nel Padre nostro chiediamo che sia santificato il Suo nome, che venga il Suo regno, che si compia la Sua volontà. E’ anzitutto il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perché è questo primato a permetterci di ritrovare la verità di ciò che siamo, ed è nel conoscere e seguire la volontà di Dio che troviamo il nostro vero bene. Dare tempo e spazio a Dio, perché sia il centro vitale della nostra esistenza.

Da dove partire, come dalla sorgente, per recuperare e riaffermare il primato di Dio? Dall’Eucaristia: qui Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, qui Egli si fa forza nel cammino spesso difficile, qui si fa presenza amica che trasforma. Già la Legge data per mezzo di Mosè veniva considerata come “pane del cielo”, grazie al quale Israele divenne il popolo di Dio, ma in Gesù la parola ultima e definitiva di Dio si fa carne, ci viene incontro come Persona. Egli, Parola eterna, è la vera manna, è il pane della vita (cfr Gv 6,32-35) e compiere le opere di Dio è credere in Lui (cfr Gv 6,28-29).

Nell’Ultima Cena Gesù riassume tutta la sua esistenza in un gesto che si inscrive nella grande benedizione pasquale a Dio, gesto che Egli vive da Figlio come rendimento di grazie al Padre per il suo immenso amore. Gesù spezza il pane e lo condivide, ma con una profondità nuova, perché Egli dona se stesso. Prende il calice e lo condivide perché tutti ne possano bere, ma con questo gesto Egli dona la “nuova alleanza nel suo sangue”, dona se stesso. Gesù anticipa l’atto di amore supremo, in obbedienza alla volontà del Padre: il sacrificio della Croce. La vita gli sarà tolta sulla Croce, ma già ora Egli la offre da se stesso. Così la morte di Cristo non è ridotta ad un’esecuzione violenta, ma è trasformata da Lui in un libero atto d’amore, in un atto di auto-donazione, che attraversa vittoriosamente la stessa morte e ribadisce la bontà della creazione uscita dalle mani di Dio, umiliata dal peccato e finalmente redenta. Questo immenso dono è a noi accessibile nel Sacramento dell’Eucaristia: Dio si dona a noi, per aprire la nostra esistenza a Lui, per coinvolgerla nel mistero di amore della Croce, per renderla partecipe del mistero eterno da cui proveniamo e per anticipare la nuova condizione della vita piena in Dio, in attesa della quale viviamo.

Ma che cosa comporta per la nostra vita quotidiana questo partire dall’Eucaristia per riaffermare il primato di Dio? La comunione eucaristica, cari amici, ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo (cfr 1 Cor 10,17), realizzando la preghiera della comunità cristiana delle origini riportata nel libro della Didaché: “Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una cosa sola, così la tua Chiesa dai confini della terra venga radunata nel tuo Regno” (IX, 4). L’Eucaristia sostiene e trasforma l’intera vita quotidiana. Come ricordavo nella mia prima Enciclica, “nella comunione eucaristica è contenuto l’essere amati e l’amare a propria volta gli altri”, per cui “un’Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata” (Deus caritas est, 14).

La bimillenaria storia della Chiesa è costellata di santi e sante, la cui esistenza è segno eloquente di come proprio dalla comunione con il Signore, dall’Eucaristia nasca una nuova e intensa assunzione di responsabilità a tutti i livelli della vita comunitaria, nasca quindi uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata. Nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato (cfr Mt 25,34-36). In ogni persona saprà vedere quello stesso Signore che non ha esitato a dare tutto se stesso per noi e per la nostra salvezza.

Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate.

Una spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione.

Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione. Una spiritualità eucaristica ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto. Dal Pane della vita trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna.

Cari amici, ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano. Non c’è nulla di autenticamente umano che non trovi nell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza: la vita quotidiana diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio, all’interno del rapporto con Cristo e come offerta al Padre (cfr Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 71). Sì, “non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4): noi viviamo dell’obbedienza a questa parola, che è pane vivo, fino a consegnarci, come Pietro, con l’intelligenza dell’amore: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6,68-69).

Come la Vergine Maria, diventiamo anche noi “grembo” disponibile ad offrire Gesù all’uomo del nostro tempo, risvegliando il desiderio profondo di quella salvezza che viene soltanto da Lui. Buon cammino, con Cristo Pane di vita, a tutta la Chiesa che è in Italia! Amen.



Benedetto XVI ad Ancona





ALL'ANGELUS:

Cari fratelli e sorelle,

prima di concludere questa solenne Celebrazione eucaristica, la preghiera dell’Angelus ci invita a rispecchiarci in Maria Santissima, per contemplare l’abisso d’amore da cui proviene il Sacramento dell’Eucaristia. Grazie al "fiat" della Vergine, il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Meditando il mistero dell’Incarnazione, ci rivolgiamo tutti, con la mente ed il cuore, verso il Santuario della Santa Casa di Loreto, dal quale ci separano solo pochi chilometri.

La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline! A Lei affido in questo momento la città di Ancona, la Diocesi, le Marche e l’Italia intera, affinché nel popolo italiano sia sempre viva la fede nel Mistero eucaristico, che in ogni città e in ogni paese, dalle Alpi alla Sicilia, rende presente Cristo Risorto, sorgente di speranza e di conforto per la vita quotidiana, specie nei momenti difficili.

Pope Benedict XVI walks to the altar to celebrate mass in the Ancona's harbour on September 11, 2011.



[Modificato da Caterina63 11/09/2011 16:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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