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La Devozione popolare mariana, fatti e storie, cultura di popoli

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2015 11:36
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08/01/2011 23:08
 
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Il cuore dell’Austria mariana
   

«Grazie alla sua fedele obbedienza alla parola dell’Angelo, Maria è diventata il centro del piano divino di salvezza»
(Giovanni Paolo II).

  

«Con grande gioia metto oggi piede, per la prima volta dopo l’inizio del mio Pontificato, in terra d’Austria, in un Paese che mi è familiare a causa della vicinanza geografica al luogo della mia nascita. Il motivo della mia venuta è l’850° anniversario del luogo sacro di Mariazell. Tale Santuario della Madonna rappresenta in certo qual modo il cuore materno dell’Austria e possiede da sempre una particolare importanza per gli ungheresi e per i popoli slavi. È simbolo di un’apertura che non supera solo frontiere geografiche e nazionali, ma nella persona di Maria rimanda ad una dimensione essenziale dell’uomo: la capacità di aprirsi alla Parola di Dio ed alla sua verità».

Era questo il saluto di Benedetto XVI, giunto all’aeroporto di Vienna il 7 settembre 2007, dove esprimeva il desiderio di poter fare anche lui un vero pellegrinaggio, sottolineando il valore di questa esperienza nella quale anche i giovani trovano una via nuova di riflessione meditativa.

Anche Giovanni Paolo II si era portato pellegrino a Mariazell nel 1983, dopo aver partecipato all’assemblea dei cattolici mitteleuropei di Vienna. Quel giorno il Santo Padre si prostrò ai piedi della Vergine in filiale raccoglimento, per invocare da lei – alle soglie del XXI secolo – la materna benedizione sull’Austria, sull’Europa da riunire e da rigenerare alla fede cristiana e sul mondo intero.

La porta della pace. Situato in una verde conca della Stiria, questo antico Santuario rappresenta il cuore dell’Austria mariana ed è una delle più frequentate mete di pellegrinaggio dell’Europa centrale. Si calcola che ogni anno, sotto la Porta della pace della Basilica, passa oltre mezzo milione di pellegrini. Ogni sabato, intorno all’edificio sacro si svolge una suggestiva processione di luci, aperta dai Benedettini, custodi del Santuario fin dal 1157, anno della fondazione.

Secondo la tradizione, il 21 dicembre 1157 un monaco benedettino di nome Magnus, del monastero di san Lamberto, fu inviato in questa regione dal suo abate per predicare il Vangelo. Il monaco portava con sé una statua della Madonna in legno di tiglio, scolpita da lui stesso, e la poneva alla venerazione dei fedeli entro una piccola cella (zell): di qui in nome di Mariazell. La santità di vita del monaco, la presenza dell’immagine della Madonna e la fama di miracoli si diffusero presto, attirando pellegrini da diversi Paesi dell’Europa centrale ed orientale.

Nel XIII secolo il principe Enrico Vladislav di Moravia, in riconoscenza della propria miracolosa guarigione, vi costruì la prima chiesa per la Mater gentium slavorum: da allora Mariazell sarà sempre invocata come Madre delle genti slave.

Due secoli più tardi, nel 1370, fu meta di un altro importante benefattore del Santuario, il re d’Ungheria Luigi d’Angiò, che, in ringraziamento per un’insperata vittoria militare, fece erigere la sontuosa cappella nella quale si venera tuttora l’antica immagine, collocata al centro della chiesa, come nella Santa Casa di Loreto. La notorietà del Locus sanctus tra le montagne della Stiria e il conseguente maggiore afflusso conoscono un importante sviluppo attorno al secolo XVII, quando la corte imperiale organizzava il grandioso pellegrinaggio annuale di Vienna. Allo stesso periodo risalgono l’aspetto attuale del Santuario e la ricchissima decorazione interna: della chiesa gotica precedente si conserva il portale con la torre e la cappella di re Luigi. Sotto l’imperatore Giuseppe II e con le guerre napoleoniche che seguirono, il pellegrinaggio a Mariazell fu spesso impedito ed il Santuario subì più volte spogliazioni, ma ritornò sempre a fiorire.

Avvolta da un manto, secondo un’antica usanza, la statua della Madonna si trova nel mezzo della chiesa, dentro la Cappella delle Grazie, in stile gotico baroccato, con un grande arco all’ingresso e recintata da una cancellata d’argento, dono dell’imperatrice Maria Teresa. Questa Madonna del buon ritorno, dallo sguardo amabile e corona in capo, lo scettro in mano e il Bambino benedicente, è una delle più belle sculture della Basilica-Santuario.

La Magna Mater Austriae è oggi più che mai un simbolo della fede cristiana e questo limpido e verde luogo invita alla preghiera e alla contemplazione.

Giovanni Ciravegna

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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