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La Congregazione di Contemplative NON vedenti di don Orione.....

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2013 23:54
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01/08/2013 23:52
 
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ANNIBALE MARIA DI FRANCIA E LUIGI ORIONE

«Don Orione fu sempre della Chiesa e del papa»


La sua fedeltà da bambino al successore di Pietro e la sua grande carità stupirono i pontefici che ebbero modo di conoscerlo. Alcuni anche prima di salire sulla cattedra di Pietro. Il prefetto della Congregazione delle cause dei santi ripercorre il rapporto tra don Orione e i papi del XX secolo


del cardinale José Saraiva Martins - 30Giorni aprile 2004

Don Orione con gli orfanelli accolti nel Piccolo Cottolengo di Claypole, a Buenos Aires, in Argentina, nel 1935.

Don Orione con gli orfanelli accolti nel Piccolo Cottolengo di Claypole, a Buenos Aires, in Argentina, nel 1935.

In un foglietto don Orione scrisse le parole essenziali dell’epigrafe che egli avrebbe voluto per sé. Eccole: «Qui riposa nella pace di Cristo il sacerdote Luigi Orione, dei Figli della Divina Provvidenza, che fu tutto e sempre della Chiesa e del Papa. Pregate per lui» (Summarium, p. 978).

Chi conosca anche solo un po’ la vicenda di colui che Giovanni Paolo II ha definito «una geniale espressione della carità cristiana», sa che l’amore filiale al papa costituisce la nota dominante e caratterizzante del santo prete di Tortona. «La mia fede è la fede del Papa, è la fede di Pietro» (Scritti
, 49, p. 116). È la sua lezione di vita, destinata non solo agli Orionini cui ha detto: «Questa è l’eredità che vi lascio: che nessuno ci dovrà mai superare nell’amore e obbedienza, la più piena, la più filiale, la più dolce al Papa e ai Vescovi» (Scritti, 20, p. 300). Ma la sua schietta e radicale fedeltà al magistero del papa, apertamente vissuta, professata e proclamata sempre, soprattutto di fronte a fatti e pensieri che la minacciavano, invece di essere segno di fanatismo settario, è condizione a un abbraccio di carità universale, è nota essenziale d’una spiritualità aperta, senza confini. Una fedeltà-unità che non fu per don Orione imbrigliamento nel camminare avanti, «alla testa di tempi», come lui affermava, ma garanzia, punto di riferimento, «sicurezza di battere le vie della Provvidenza» (Scritti, 61, p. 215) con coraggio pioneristico e lungimiranza, in frontiere d’azione non ancora esplorate, in abbracci che sembravano impossibili o anche proibiti, come quelli con alcuni uomini del modernismo, e con personalità della cultura e della vita pubblica che battevano vie di pensiero e di azione ben diverse da quelle della Chiesa.


Di fatto, con questa profonda devozione verso il successore di Pietro, egli fu «a fianco dei papi», di cinque papi. I quali lo interpellarono in diverse circostanze, affidandogli questioni spinose e delicate, e per i quali don Orione rese con intelligenza servigi anche molto personali, impegnativi e, talvolta, eroici. Toccando il tema della vicinanza filiale di don Orione nei confronti dei papi, ci immergiamo dunque nel cuore della spiritualità e della storia di questo umile, singolare e santo sacerdote. E leggendo le sue biografie non è difficile raccogliere alcuni dati della sua azione a fianco dei papi che si sono succeduti sul soglio di Pietro durante il ventesimo secolo.

1892. Luigi Orione, seminarista, in una foto del 1892

1892. Luigi Orione, seminarista, in una foto del 1892

Don Orione nacque nel 1872, due anni dopo la presa di Roma, all’epoca della lacerante Questione romana e del pontificato del beato Pio IX. Non ebbe modo di conoscere personalmente questo Papa, ma percepì, negli anni della sua formazione, il clima conflittuale che lo circondava, come pure la forte “pietà papale” diffusa in vasti strati del cattolicesimo italiano.
Nel 1892, chierico di vent’anni, preparò una pubblicazione, Il martire d’Italia, con la quale intendeva mostrare il valore del Sommo Pontefice e smascherare i tanti travisamenti ideologici e politici sulla sua persona e sul suo operato. «Pio IX» scriveva don Orione «fu la più grande figura del secolo nostro, lo strenuo debellatore della rivoluzione travisata in tutte le forme, l’amico e il benefattore dei popoli, l’invitto atleta della verità e dellagiustizia: le sue opere saranno immortali, ed il suo lungo pontificato, di ben 32 anni, formerà nella storia della Chiesa e della Patria una delle epoche più luminose» (Messaggi di don Orione, n.102, p. 31).
Nel 1904 don Orione fu forse il primo a intervenire presso il neoeletto papa Pio X, per incoraggiarlo ad aprire la causa di canonizzazione del suo predecessore: «Mio Beatissimo Padre, prostrato ai Vostri piedi benedetti umilmente Vi supplico di degnarVi dare mano alla Causa del Santo Padre Pio IX e Vi conforto a volerlo glorificare» (ibidem).Di fatto, la causa fu aperta e, per qualche tempo, don Orione ne fu il vicepostulatore.

È Leone XIII il primo Papa incontrato personalmente da don Orione. La spinta e l’illuminazione di papa Pecci per una presenza meno difensiva e più intraprendente dei cattolici nella vita sociale infiammarono di alte idealità e di santi progetti anche il giovane Orione, durante il tempo della formazione seminaristica e del primo avvio della sua nuova Congregazione. Certamente l’impronta in don Orione di una spiritualità e di un’azione pastorale marcatamente incarnate nel sociale provengono dal magistero e dalle direttive di Leone XIII, con cui egli era fortemente sintonizzato. Traccia indelebile restò nelle prime costituzioni della sua Congregazione, elaborate durante il pontificato di Leone XIII e a lui presentate in una memorabile udienza personale dell’11 gennaio 1902. «Gli presentai la Regola – riferì don Orione di quell’udienza –; la benedisse, la toccò, mi mise più di una volta la mano sulla testa, battendola, confortandomi; mi disse tante cose; anche di mettere nelle Regoledi lavorare per l’unione delle Chiese d’Oriente: “È questo, mi disse, un altissimo mio consiglio”» (G. Papasogli, Vita di don Orione, p.138).

Questo impegno ecumenico, insolito e profetico a inizio Novecento, è un tipico frutto del fatto che don Orione fu effettivamente “a fianco” del Papa, cioè in sintonia, devoto, pronto all’esecuzione delle indicazioni pontificie. Sappiamo che Leone XIII fu molto sensibile e attivo per quanto riguarda i rapporti con le Chiese orientali. È a partire da Leone XIII che si può parlare di un “ecumenismo cattolico”. Ebbene, don Orione, già infiammato per l’unità della Chiesa, non aveva esitato ad assumere anche questa indicazione ecumenica di Leone XIII nelle sue costituzioni e, dopo quella famosa udienza, si disse «lietissimo e consolatissimo di non aver sbagliato nei criteri costitutivi della Regola» (ibidem).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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