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PRIMO MAGGIO 2011 BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2013 14:40
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01/05/2011 15:54
 
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La beatificazione di Giovanni Paolo II

E così, siamo arrivati al JP2 day. Torno a scrivere su questo blog, dopo un'assenza di quasi venti giorni, e subito confesso di aver seriamente pensato di procrastinare ancora il mio silenzio per poter ignorare l'avvenimento, non foss'altro che per reazione all'eccesso d'interesse mostrato dai media. Ma sorvolare come se si trattasse della beatificazione di un oscuro fraticello equadoregno sarebbe probabilmente più snob che elegante, e forse anche poco onesto: se c'è una cosa che m'infastidisce, come parecchi sanno, è la censura, e quindi - ancor più - l'autocensura.

Inizio osservando come non sia un segreto per nessuno che questa beatificazione provoca parecchi mal di pancia nel mondo tradizionale: Sandro Magister ne ha già riferito abbastanza, individuando in questa cerimonia una delle principali ragioni, insieme ad Assisi3, del sentimento di "delusione" verso Benedetto XVI.

Ora, è vero che la decisione affrettata di cedere alle sirene ecclesiali che invocavano il "santo subito" (leggi: quei 'nuovi movimenti' che in Papa Woityla avevano trovato il più intrepido difensore) lascia nettissima l'impressione di una forzatura. Forzatura procedurale, con tanto di miracolo prima semi-riconosciuto, poi ufficialmente posto in dubbio (la malattia sanata non era più considerata inguaribile, tanto che si cercò un altro miracolo tra le centinaia - sic! - segnalate); poi alfine riconfermato. Forzatura di "politica ecclesiale": come già si disse per Escrivà de Balaguer, chissà perché certi santi, specie quelli che muovon le folle e... i danari, hanno corsie verso gli altari accelerate. E ancora: un'istituzione che estolle il suo massimo rappresentante subito dopo la morte compie un atto che ha qualcosa d'inelegante e che ricorda il costume degl'imperatori romani di divinizzare il cesare appena morto (e in seguito, pure quello in vita). Come giustamente si chiedeva P. Scalese, tutti i papi son forse da canonizzare? In tre secoli e mezzo, tra S. Pio V e S. Pio X, abbiamo solo due pontefici beati, Pio IX e quel povero Innocenzo XI che, nonostante dobbiamo a lui se non leviamo in aria il deretano cinque volte al giorno per pregare uno scoglio alla Mecca (fu il papa della vittoria a Vienna contro i Turchi), è stato ieri sfrattato dal suo avello in San Pietro per fare tutto il dovuto spazio esclusivo al Beatosubito e Santopresto. Insomma: sempre queste decisioni erano state prese con parsimonia, e col ponderato giudizio dei secoli; ora invece non s'ha tempo da perdere, anche perché il fedele segretario cardinal Dziswicz (al centro di quella che i diplomatici americani han definito "mafia polacca", come riferisce Wikileaks) s'era già procurato in vita reliquie del beatificando, che ha fretta di poter allogare al centro di qualche redditizio santuario della sua diocesi.

A me, e lo dico candidamente, questa cerimonia di beatificazione non piace per vari motivi. Non tanto in sé e per sé, ma per il festival di melassa mediatica che l'accompagna: agiografia nel senso deteriore dell'accezione. Guardo i giornali (e ancor bene che seguo poco la TV "per una scelta di igiene mentale", come avrebbe detto Auguste Comte) e rinvengo conferme continue all'antico adagio che il papa migliore, è quello morto... Leggo il programma liturgico, e vi trovo l'ammucchiata concelebrante di cardinali, preceduta dalle solite letture, preghiere e proclamazioni in varie lingue, in quello stile babelico che è stato la cifra delle grandi celebrazioni woityliane, con in più l'accompagnamento e il parapazum del coro della diocesi di Roma diretto dal Maestro Frisina. Scorro la lista dei movimenti che organizzano le veglie del gran giorno in alcune chiese romane (comunità Shalom, Sant'Egidio, Focolarini, Rinnovamento nello Spirito, Neocatecumenali, Nuovi Orizzonti) e, forse per mero pregiudizio, un brivido mi assale. Ma soprattutto, è questa invasione di pellegrini a Roma che mi lascia particolarmente freddo, perché non posso fare a meno di pensare come sia stato caratteristico dell'era Giovanni Paolo II che queste effimere dimostrazioni di vitalità della Chiesa, questi grandi assembramenti, nascondessero la verità di un progressivo abbandono della fede e della pratica e di un'apostasia silenziosa, per usare le parole dello stesso Woityla; a ragione un certo Ratzinger si chiedeva: ma di tutti questi che partecipano alle grandi kermesses papali, quanti vanno poi regolarmente a messa la domenica?

Fin qui, poi, non ho parlato che di aspetti secondari. So bene che le vere riserve avanzate contro questa beatificazione son di ben diverso peso e spessore, e concernono atti e fatti che per noi tradizionalisti, ed oso dire per tutta la Chiesa, rappresentano piaghe sanguinanti: lo scandalo di Assisi, che quand'anche accompagnato dalle migliori intenzioni, ha insegnato al mondo "che tutte le religioni sono uguali" (come disse, in riferimento a quel che aveva imparato da Giovanni Paolo II, l'ormai famosa suorina citata dal card. Biffi); il bacio del Corano e la richiesta di recarsi alla Mecca, cui per fortuna i sauditi risposero picche; gli eccessi di mea culpa - per colpe altrui - che hanno radicato l'immagine di una nuova chiesa che ripudia l'antica, e al tempo stesso ha instillato la convinzione che anche la Chiesa attuale è da prendere in scarsa considerazione, visto che a breve tornerà magari a contraddirsi: a quando un solenne mea culpa per le vittime dell'aids, cagionate da un divieto, quello dei profilattici, che apparirà presto obsoleto grazie al progresso della scienza teologica? e le pubbliche scuse per la discriminazione contro gli omosessuali? Non sono boutades: i più pensano che presto o tardi la Chiesa cambierà idea su questi temi.

Eppure, nonostante queste mie perplessità, non voglio sottacere che sono sinceramente convinto che Giovanni Paolo II meriti pienamente la gloria degli altari. S'io fossi papa, per parafrasare Cecco Angiolieri, mi asterrei dal beatificare il pontefice polaccco. Ma non dubiterei, come non dubito, che fu un grande santo. Personalmente sono incline a ritenere che per quei gesti che gli rimproveriamo non abbia avuto una piena avvertenza delle conseguenze, per un semplice fatto: l'essere cresciuto in un paese e in un tempo in cui il cattolicesimo, quello solido e incrollabile d'una volta, si suggeva col latte materno; l'avere affrontato in nome della Fede le più impervie difficoltà di fronte ai peggiori totalitarismi della storia, nazista e comunista; la devozione mariana; hanno fatto sì che egli avesse una fede del tutto inattaccabile e questo - ma non è che la mia opinione - lo ha portato a sottovalutare il rischio che certi gesti potevano avere, ed hanno avuto, per la fede di tutti gli altri. In altri termini, quella sovrabbondanza di fede personale non gli ha permesso di cogliere che certi suoi gesti negavano nei fatti quello che andava riaffermando, anche coraggiosamente, nei documenti (pensiamo alla contraddizione tra il baciare un corano e la Dominus Iesus sull'unicità salvifica di Gesù Cristo: concetto che per inciso è bello sia ricordato nella colletta per il nuovo beato).

Lo stesso penso sia a dirsi per la deprecabile noncuranza liturgica del neobeato: chi, come lui, è cresciuto solidamente nella Santa Messa di Sempre e attraverso essa ha acquisito la Fede, può forse essere meno consapevole dei pericoli del nonsense liturgico per chi quella saldezza non ha.

 E infine, voglio ricordare come Giovanni Paolo II abbia preso in mano una Chiesa dove veramente il sensus Ecclesiae, e più in generale il buon senso, erano quasi spariti. Basti citare quanto ricorda Perepiscopus, ossia che nel primo viaggio in Francia nel 1982, il Papa fu accolto da canti come "Popolo affamato di giustizia, popolo oppresso, alzati in piedi, grida la tua fame..." e che in quegli anni un movimento cattolico accoglieva la visita del segretario del partito comunista al canto dell'Internazionale, presenti e plaudenti quarantaquattro vescovi francesi, in fila per sei col resto di due.

Le battaglie di Giovanni Paolo II contro la teologia della liberazione, contro l'Ordine dei Gesuiti, contro il comunismo, sono quindi indubbie medaglie al valore e attestano che, se il beato Karol Woityla non ha fatto tutto quanto avrebbe potuto e dovuto nel governo della Chiesa, certo tuttavia ha fatto molto e merita nonostante tutto il nostro rispetto e, da oggi, la nostra venerazione.


Enrico da Messainlatino


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Alcune mie riflessioni

Un grazie di cuore ad Enrico per il suo articolo che condivido al 101% e che ben spiega anche il mio sentore....  
Giovanni Paolo II non è stato il "MIO" Papa come va di moda dire oggi dalle tante voci intervistate... ma è stato il Vicario di Cristo che è stato presente da quando avevo 16 anni e per lungo il suo Pontificato è stato per me Colui che reggeva il Timone della Barca Petrina...  
Se ho fino ad oggi conservata la fede NON lo devo solo a lui, ma anche a tante altre vicissitudini della vita....  
se non ho deviato lo devo principalmente ad una grazia speciale della Provvidenza... a padre Raimondo Spiazzi O.P. a padre Tomas Tyn O.P. a tanti altri santi nascosti, perseguitati quando erano in vita ed anche un tantino offuscati da quella Chiesa guidata dall'oggi beato Giovanni Paolo II... così va il mondo, così va avanti la Provvidenza: anche per strade che non sempre riusciamo a comprendere o ci sono chiare...  
 
Ho in orrore due espressioni di questi giorni con il bombardamento mediatico:  
- UN PAPA LAICO E' DIVENTATO BEATO! Surprised  laico??? e resta il sorrisetto ironico di Ruini a Matrix che seppur ha tentato di MINIMIZZARE l'uso sbagliato del termine, non ha avuto il coraggio di dire davanti alle telecamere che è un ORRORE definire un Pontefice in questo modo...  
e l'altra espressione in voga udita in questi giorni più volte dalle bocche dei FEDELI:  
- NON ERA UN PAPA....ERA UNO DI NOI!! Undecided  non era un Papa? ma allora avrebbero ragione i sedevacantisti?  
 
Guardo al povero Benedetto XVI e mi chiedo: ma sei IL PAPA o sei uno di noi?  
allora tu non diventerai mai beato, perchè sei IL PONTEFICE!!  
Penso a san Pio X e mi chiedo con quali criteri sia stato fatto Santo se i parametri DEI FEDELI oggi sono questi!  
 
Poi mi riprendo, mi faccio coraggio, mi dico che anche questo terremoto passerà lasciando dietro di se rovine, speranze, gioia di RICOMINCIARE....delusi... e gioiosi coloro che non hanno subito rovine....  
 
Ringrazio, comunque sia, Benedetto XVI per aver centrato questa Omelia importante SU MARIA SANTISSIMA....e sulla devozione mariana del nuovo Beato... confidando nella promessa della Vergine stessa che chi propaga il Rosario si salva, mi convince maggiormente della beatitudine che ho sempre creduto concreta in Giovanni Paolo II.... e sono convinta che i danni maggiori glieli ha procurati una certa mediaticità modernista e progressista, egli in fondo era quello che era: un Uomo dalla fede incrollabile....  
 
E' proprio vero ciò che diceva un santo del quale ora non rammento il nome, ma ho conservato il suo insegnamento, e dice:  
- se vuoi che il silenzio e la pace del Redentore tornino a regnare dentro di te, smetti tu per primo di ascoltare i rumori e il chiasso, non alimentarli, non perseguirli, assicurati di vivere la tua fedeltà a Cristo e ricorri alla Madre, tutto il resto è vanità....

Stamani, dopo la Santa Messa a san Simonino, parlando con l'amica Miserere, facevamo queste riflessioni:  
 
- ieri sera al TG entrano in notizia con queste parole: ci colleghiamo con il Circo Massimo dove è INIZIATA LA VEGLIA DI PREGHIERA....  
e dal collegamento parte un WAKA-WAKA in diretta.... bè si, in fondo è lo stile che ha caratterizzato quel Pontificato: la preghiera ballata... non mi scandalizzo più di tanto, in fondo non è facile tirare tutta la notte in attesa dell'alba e dormire all'aperto, si può anche tollerare...  
ma ciò che mi ha lasciata perplessa sono state alcune dichiarazioni di alcuni fedeli che alla domanda: come sta vivendo questi momenti? Che cosa la fa stare qui? la risposta non è stata "GESU' CRISTO, LA SANTA MESSA" MA "SONO QUI PER GIOVANNI PAOLO II" Undecided  
Ora, quando Giovanni Paolo II raccolse in adunata i Giovani per il 2000, proprio per CORREGGERE certe deviazioni, disse:  
"CHI SIETE VENUTI A CERCARE?" non aveva terminato la domanda che gridarono "TE!!" il Papa allora sbattendo i fogli come era solito fare, incalzò, alzando la voce: "SIETE VENUTI PER TROVARE GESU' CRISTO!"  
appare evidente che molti non l'hanno ancora capito!!  
e la responsabilità non è di questi fedeli, ma di chi doveva EDUCARLI alla fede e ancora non l'ha fatto....  
la responsabilità non è di Giovanni Paolo II che in molte occasioni correggeva eccome.... ma di chi, DOPO, non ha saputo incanalare bene certi messaggi....  
 
Sentire una suora, stamani, dire: "NON POTEVO MANCARE, OGGI E' PIU' DI UNA MESSA!!" Surprised  mi ha davvero sconvolta!! cosa può esserci, PER UNA SUORA, di più di UNA MESSA?  
è questo l'insegnamento di Giovanni Paolo II? certo che no!  
 
Se i criteri son questi, Giovanni Paolo II potrebbe essere L'ULTIMO PAPA BEATO e poi canonizzato, perchè parametri che possano superare questo modo di procedere, non ce ne sono più, nessun Papa potrà mai essere, secondo questi parametri, beato quanto lo fu Giovanni Paolo II.... e non lo dico io, ma lo hanno detto molti fedeli intervistati: "questo Papa E' UNICO NELLA STORIA DELLA CHIESA",  
per molti di loro Benedetto XVI è IL SERVO del suo Predecessore....basti osservare la differenza di come sia stato accolto lo stesso Pontefice regnante per il Summorum Pontificum a confronto con questa beatificazione... criticato e IGNORATO DAI MOVIMENTI nel primo caso, osannato nel secondo caso.... 
 
Aveva ragione san Giovanni Bosco quando diceva che nel momento in cui si comincia a parlare di "il MIO Papa" - facendo il nome - non ne poteva venire nulla di buono perchè automaticamente si personalizzava la fede che da ecclesiale diventava settaria....  
Dio non voglia che si debba aggiungere alla SANTA CHIESA una ulteriore piaga, sforziamoci TUTTI per seminare elementi di ECCLESIALITA' sostenendo ed aiutando concretamente il Sommo Pontefice regnante....




[Modificato da Caterina63 01/05/2011 16:38]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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