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Matteo Capitolo 5 e 11 La scomunica per la vita, le parole SCOMODE di Gesù, il suo stile di vita per noi

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2014 00:25
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07/02/2014 00:25
 
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Ma chi è il pazzo?  (continua da sopra)

Gesù ha ben spiegato di essere venuto non per abolire la legge ma per darle compimento.

Gesù ha ben spiegato di essere venuto non per abolire la legge ma per darle compimento.

Come abbiamo già compreso da queste brevi esposizioni, in Matteo ci viene insegnato come Gesù interpretava e spiegava la Legge di Dio. Cinque volte ripete la frase: «Avete inteso che fu detto agli antichi, ma io vi dico che…!» (Mt 5,21.27.33.38.43). Gesù non sta parlando di chi, in modo folle, lo combatte o remando contro Dio può essere a ragione definito “stolto, pazzo”. La Bibbia stessa usa questo termine in tredici occasioni diverse. Il problema è più a monte. Un esempio chiaro lo troviamo anche in Matteo 19, 1-12 sulla questione del divorzio: «Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova… »: il discorso è eloquente. Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio». Secondo la mentalità dei farisei, Gesù stava eliminando la legge.

Ma era esattamente il contrario. Lui diceva: «Non pensate che sono venuto ad abolire la Legge ed i Profeti. Non sono venuto ad abolire, ma a completare». Dinanzi alla Legge di Mosè, Gesù ha un atteggiamento di rottura e di continuità: rottura con delle aggiunte alla Legge a causa «della durezza del loro cuore» e di continuità quando dice «ma dal principio non fu così», ripristinando la vera Legge di Dio. Rompe, in sostanza, con le interpretazioni sbagliate che si rinchiudevano nella prigione della lettera, ma riafferma in modo categorico l’obiettivo ultimo della legge: raggiungere la giustizia maggiore, che è l’Amore, l’Amore di Dio per l’uomo. Gesù stesso definisce i due discepoli di Emmaus con queste parole: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!» (Lc.24,24-27). Non intendeva certo riferirisi alla loro intelligenza, ma alla loro “durezza di cuore”.

E’ ovvio che Gesù non parla di chi dà del pazzo a un pazzo riconosciuto clinicamente! O meglio, non è di questo genere di pazzia che il Signore sta parlando. E’ importante capire chi è il vero “pazzo” descritto nella Bibbia.

Pazzo è chi si mette contro Dio. Come chi, per esempio, perseguita i profeti.

Pazzo è chi si mette contro Dio. Come chi, per esempio, perseguita i profeti.

«Sono venuti i giorni del castigo,sono giunti i giorni del rendiconto, – Israele lo sappia: un pazzo è il profeta, l’uomo ispirato vaneggia – a causa delle tue molte iniquità, per la gravità del tuo affronto» (Osea 9,7); «Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di ognuno dice: “È un pazzo”» (Eccl.10.3). In tal senso “pazzo” o “stolto” è colui che rema contro Dio, che uccide i profeti, che li prende in giro come nel caso di Davide il quale, incompreso da Achis re di Gat: «cominciò a fare il pazzo ai loro occhi, a fare il folle tra le loro mani; tracciava segni sui battenti delle porte e lasciava colare la saliva sulla barba. Achis disse ai ministri: “Ecco, vedete anche voi che è un pazzo. Perché lo avete condotto da me? Non ho abbastanza pazzi io perché mi conduciate anche costui per fare il folle davanti a me? Dovrebbe entrare in casa mia un uomo simile?”». (1Sam.21,1-15).

La rivoluzione del Cristo sta alla radice: «Le parole calme dei saggi si ascoltano più delle grida di chi domina fra i pazzi» (Eccl.9,17).

Prendere il passo del Vangelo alla lettera o no?

S. Paolo implora: "non tramonti il sole sopra la vostra ira".

S. Paolo implora: “non tramonti il sole sopra la vostra ira”.

Nel momento in cui Gesù è venuto a formareun “nuovo popolo”, una folta comunità di figli redenti e che, tramite il Battesimo, ha acquisito una nuova ed autentica figliolanza, ed ha ricevuto una eredità divina, il “pazzo” o la scusa per essere definito pazzo viene meno. Lo spiegano gli Apostoli stessi: «non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione» (1Pietro 3,9); «Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo» (Ef 4,26-27). E’ ovvio poi che non tutte le singole frasi di Gesù vanno prese letteralmente, ma piuttosto bisogna scavare dentro (teologia-apologetica) per comprenderne il vero senso. E’ improbabile infatti che Matteo abbia voluto mettere i cristiani sotto la giurisdizione del Sinedrio, il famoso tribunale che per altro non esisteva già più dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. .

Allo stesso modo, quando Gesù dice: «Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.  E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna» (Mt.5,29-30), è ovvio che Egli non vuole che ci mutiliamo gli arti. Ci sono, invece, dei passi che vanno presi alla lettera: «Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt.5,27-28) e questo perchè è dal cuore che nascono i sentimenti buoni o cattivi, giusti o ingiusti, santi o perversi e le azioni non sono altro che il frutto di ciò che il cuore ha elaborato nel pensiero. In definitiva la nuova Legge portata da Gesù invita i suoi a non opporsi violentemente a chi fa il male, cioè a non rispondere con violenza alla violenza per evitare essi stessi ogni forma di rappresaglia e per sancire il diritto di Dio sulla vera giustizia.

Non essere come i farisei.esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?» (1Corinzi 14,23). Se, invece, tal figlio redento verrà definito pazzo o stolto solo perchè predica il giusto, benedice, ammonisce, allora riceverà la vera ricompensa da Dio, e sarà Dio stesso a difenderlo.

Non essere come i farisei.esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?» (1Corinzi 14,23). Se, invece, tal figlio redento verrà definito pazzo o stolto solo perché predica il giusto, benedice, ammonisce, allora riceverà la vera ricompensa da Dio, e sarà Dio stesso a difenderlo.

In sostanza è l’uomo nuovo, battezzato e perciò redento, che non deve dare più fare qualcosa per essere definito “pazzo”: «Se, per, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?» (1Corinzi 14,23). Se, invece, tal figlio redento, verrà definito pazzo o stolto solo perchè predica il giusto, benedice, ammonisce, allora riceverà la vera ricompensa da Dio, e sarà Dio stesso a difenderlo

«La vostra giustizia deve superare quella dei farisei»: questo primo verso dà la chiave generale di tutto ciò che segue in Mt 5,20-48. L’evangelista indica alle comunità come devono praticare la giustizia più grande che supera la giustizia degli scribi e dei farisei e che porterà all’osservanza piena della legge, perciò, dice il Signore:« Voi avete udito che fu detto…. Io invece dico a voi…».

Per questo motivo, aggiunge subito dopo dal vv.23: «Se dunque tu, nel fare la tua offerta sull’altare, ti rammenti che il tuo fratello ha qualcosa contro di te (ti ha dato dello Stolto, ti ha detto che sei uno sciocco n.d.r.), lascia lì la tua offerta davanti all’altare e và prima a riconciliarti col tuo fratello; poi ritorna a fare l’offerta…». E il discorso continua al vv.25 dove Gesù consiglia quanto sia più saggio trovare un accordo con l’avversario, prima che lui «ti consegni al giudice e questi alle guardie e tu venga gettato nel carcere, dal quale (e qui Nostro Signore ci ricorda anche il purgatorio, n.d.r.) non ne uscirai fino a quando non avrai pagato fino all’ultimo centesimo…».

Seguono ulteriori consigli, cioè a cosiddetta “nuova legge” basata sulle azioni: il perdono delle offese; l’elemosina; la preghiera; il digiuno; tesori in cielo; occhio e cuori puri; le vane preoccupazioni e la fede nella Provvidenza.

Gesù indignato… perché?

Gesù. Anche lui è stato capace di arrabbiarsi.

Gesù. Anche lui è stato capace di arrabbiarsi.

Riconciliare e vera giustizia. Questi i due punti su cui maggiormente insiste il vangelo di Matteo. Riguardo al primo, la riconciliazione, Matteo si sofferma poiché nelle comunità di quell’epoca c’erano molte tensioni tra i gruppi con tendenze diverse, senza dialogo. Nessuno voleva cedere dinanzi all’altro, l’arroganza e la superbia primeggiavano usando la Legge di Dio in modo sbagliato. Matteo illumina questa situazione con parole di Gesù sulla riconciliazione che richiedono accoglienza e comprensione. Poiché l’unico peccato che Dio non riesce a perdonare è la nostra mancanza di perdono agli altri (cfr Mt 6,14). Per questo, cerca la riconciliazione, prima che sia troppo tardi.

L’ideale della giustizia più grande e più vera, la ritroviamo in tutti e quattro i Vangeli. Per cinque volte, Gesù cita un comandamento o un’usanza dell’antica legge: Non uccidere (Mt 5,21), Non commettere adulterio (Mt 5,27), Non giurare il falso (Mt 5,33), Occhio per occhio, dente per dente (Mt 5,38), Amare il prossimo e odiare il nemico (Mt 5,43), e così via. E per cinque volte, critica il modo antico di osservare questi comandamenti ed indica un cammino nuovo per raggiungere la giustizia, l’obiettivo della legge (Mt 5,22-26; 5, 28-32; 5,34-37; 5,39-42; 5,44-48). La parola giustizia è presente sette volte nel Vangelo di Matteo (Mt 3,15; 5,6.10.20; 6,1.33; 21,32). L’ideale religioso dei giudei dell’epoca era “essere giusti davanti a Dio”. I farisei insegnavano: «La persona raggiunge la giustizia davanti a Dio quando osserva tutte le norme della legge in tutti i suoi dettagli!». Ma questo insegnamento generava un’oppressione legalistica e produceva molte angosce alle persone di buona volontà, poiché era molto difficile che una persona potesse osservare tutte le norme (Rm. 7,21-24), specialmente perchè non esisteva la “predicazione” la quale nasce proprio per spiegare la Legge e aiutare l’uomo a comprenderla.

Infine, l’esempio portato da Gesù non considera il caso che si abbia qualcosa contro l’altro, e per giunta qualcosa di

Cacciata dei mercanti al tempio. C'è ira... e ira.

Cacciata dei mercanti al tempio. C’è ira… e ira.

contrario e giusto a riguardo, per esempio, delle dispute sulla sana dottrina, o per un risentimento più o meno giustificato: egli stesso reagì pesantemente contro i “mercanti nel tempio” (Mt.21.12-13/ Gv 6,4).

Piuttosto, Gesù viene a portare una rivoluzione anche nei rapporti fra le persone. È sufficiente sapere che “un altro ha qualcosa contro di me”, affinchè io stesso faccia quel primo passo verso la riconciliazione o per ristabilire la vera pace. Imitare Gesù è proprio questo agire allo stesso modo in cui Lui ha agito verso di noi. Non ci ha definiti pazzi, ma ci dice certamente stolti se rifiutiamo il suo Amore; ci ha detto che noi siamo “malati” e Lui è il nostro medico: chi è allora quel “pazzo” che riconoscendosi malato non va dal medico per farsi curare? E, al contrario, il “pazzo” è considerato colui che segue il Cristo.

Per Gesù, la giustizia non viene da ciò che faccio io per il Signore osservando la legge, ma da ciò che Dio fa per me, accogliendomi con amore, come un figlio, una figlia. Il nuovo ideale che Gesù propone è questo: «Essere perfetto come il Padre del cielo è perfetto!» (Mt 5,48). Ciò vuol dire: io sarò giusto davanti a Dio, se cerco di accogliere e perdonare le persone come Dio mi accoglie e mi perdona gratuitamente, malgrado i miei molti difetti e peccati. In definitiva è anche il caso di chi non sa trattenere l’ira, ma la sfoga con parole ingiuriose e soprattutto scagliandosi ingiustamente contro chi “pazzo-stolto” non lo è affatto. Gesù sottolinea queste parole che all’epoca (ma anche oggi) sono vituperio e disprezzo. Il vero discepolo del Cristo deve guardarsi da questi atteggiamenti perché se l’ira è lasciata allo sfogo, questa sarà sufficiente a rendere l’uomo reo di giudizio. Chi nell’ira offende e vilipende il proprio fratello, si rende come un reo dell’inferno.

Ma chi sono i nostri fratelli?

Diventiamo fratelli con il Battesimo.

Diventiamo fratelli con il Battesimo.

Come abbiamo letto sopra, fratello è principalmente colui che è stato battezzato come noi e che è entrato nella comunità della Chiesa. Dirà infatti san Paolo: «Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio» (1Corinzi 10,32), e ancora: «E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito» (1Corinzi 12,13). Essere “perfetti come Dio” è, nella sostanza, la meta a cui deve tendere il vero discepolo di Cristo; la meta è certamente irraggiungibile, ma dovere del cristiano è questo avvicinarsi il più possibile. Il nostro modello è allora il Cristo stesso, immagine del Dio invisibile, che davanti all’offesa più grave, non ha risposto o reagito come avrebbero meritato i suoi persecutori: «Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente» (1Pt.2,23). Mantenersi attenti a non venire meno alle tre mancanze contro la carità conduce, allora, alla via della perfezione ed evita che l’avversario possa trovare un qualche appiglio per trascinarti in tribunale.





  da papalepapale.com





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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