È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Lettera aperta da parte di un amico evangelico, su Maria

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2011 23:56
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
16/02/2011 23:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 41 di 44 nella discussione 
Da: SweetHawk Inviato: 24/04/2004 16.57

 

LA FIGURA DELLA DONNA IN CIELO

In questa visione è evidente tutto lo splendore di questa donna e la grave minaccia che le viene fatta, e in lei è simboleggiato il popolo di Dio dell'Antica e della Nuova Alleanza.
Mentre le creature celesti sono in bianche vesti (3,5; 4,4) e la prostituta Babilonia è avvolta di porpora e scarlatto (17,4), la donna è vestita del sole stesso, è avvolta dallo splendore sfavillante del sole. Sul capo porta una corona di dodici stelle. Dio si è servito delle sue creature più luminose per ornare la donna.
Ella gli è particolarmente cara e preziosa. In modo analogo, l'ornamento della donna dimostra che ella è particolarmente vicina a Dio. Le dodici stelle alludono certo alle tribù d'Israele (21,12) e agli apostoli dell'Agnello (21,14), che nel popolo di Dio hanno uno speciale compito. Sole e stelle sono i corpi celesti splendenti e fissi in ugual misura. La luna sta per il cambiamento, la variabilità e il passare del tempo. Se la donna ha sotto i piedi la luna, si esprime così che ella non è sottoposta al cambiamento e al tempo che Dio le ha donato stabilità ed eternità. Tutto nella figura della donna dimostra che ella è la creatura favorita di Dio.<o:p></o:p>

Ma questa figura così raggiante sente i dolori del parto, e in questa sua difficile ora è minacciata da uno spaventoso mostro. Solo dopo lunga attesa e solo con sforzo, ha origine, dal popolo di Dio dell'Antica Alleanza, il Messia. Contro la sua venuta si leva l'opposizione delle forze ostili a Dio, ma esse non possono nuocergli in nulla. Egli viene rapito verso Dio e il suo trono. Così viene ristabilito il legame con la precedente grande visione di Dio e dell'Agnello in quanto Signori di ogni evento (4,1-5,14). Con il riferimento alla nascita di Gesù e al suo innalzamento s'intende tutta la sua vita, dall'inizio sino alla fine.
Nessuna delle altre tappe viene nominata, neppure morte e risurrezione. Qui non va descritto tutto il cammino di Gesù, ma dev'essere soltanto chiaro che il drago non poteva nuocergli in nulla. Egli, il Messia, è definitivamente presso Dio e sottratto a tutti gli assalti delle potenze nemiche. Con il suo re, il popolo di Dio ha al tempo stesso un baluardo a fianco di Dio. Il passo decisivo è compiuto, la vittoria è già conseguita, anche se la battaglia continua.

 

LA CHIESA SOTTO LA PROTEZIONE DI DIO<o:p></o:p>

<o:p></o:p> 

Dopo il suo bambino, è la donna stessa l'obiettivo del furore distruttivo del drago. Ella non viene ancora rapita verso Dio, il tempo del suo compimento non è ancora giunto. Ma in vari modi è detto che ella è sicura con la protezione di Dio, che le
potenze nemiche non possono portarla alla rovina. Assai forte è l'immagine del fiume rapinoso che il serpente vomita dietro
alla donna (12,15): ella deve perdere l'equilibrio, dev'essere semplicemente trascinata via e sommersa. Ma questo fiume
non raggiunge la donna. Ci vengono in mente qui le parole di Gesù: "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le forze
dell'inferno non prevarranno su di essa" (Mt 16,18). La donna, ossia il popolo di Dio, la Chiesa, non può essere portata alla rovina nella sua totalità; è assicurata dalla potente protezione del suo Signore.<o:p></o:p>

Quando si dice: "La donna fuggì nel deserto" (12,6), non può chiedere di quale deserto si tratti, se un deserto in Africa
Asia. In diverse immagini che alludono alla liberazione d'Israele dall'Egitto si descrive la protezione di Dio, in cui la Chiesa nel suo insieme è al sicuro (12.6.13-16). Nell'Antico Testamento il deserto è il classico luogo di asilo per i perseguitati (Mosè, Davide, Elia). Dopo la liberazione dall'Egitto, Israele è condotta nel deserto, dove infine è al sicuro dalla persecuzione degli Egiziani. L'aiuto di Dio si manifesta poi anche con il nutrimento del popolo nel deserto (miracolo delle quaglie, manna, sostentamento del profeta Elia: 1 Rè 17,2-6: 19,4-8). Nel Sinai, Dio fa dire al pcc.
lo da Mosè: "Voi avete visto quello che io ho fatto agli Egiziani come io vi ho sollevati su ali d'aquila e portati qui da me" E
19,4). Con questo si esprime in forma esemplare quale forza instancabile e sicura nel condurre alla mèta Dio abbia concesso al suo popolo per il passaggio attraverso il deserto (cf. Is 40,311).<o:p></o:p>

Quanto valeva per il popolo d'Israele durante il passaggio attraverso il deserto, vale anche per la donna, per il popolo di Dio escatologico: esso si trova sotto la valida protezione di Dio, viene da lui guidato con sicurezza attraverso tutti i pericoli, non può quindi essere scosso nella propria stabilità. Il Signore della Chiesa, Gesù Cristo, è già nella gloria di Dio. La Chiesa, che da Dio è stata così splendidamente e gloriosamente dotata, è anche sulla terra ed è minacciata dalle potenze nemiche di Dio. Ma sotto la protezione di Dio è sicura. Anche il tempo in cui deve vivere minacciata è un tempo per essa "diviso" (1260 giorni: 12,6; tre periodi e mezzo: 12,14). ossia un tempo limitato. La minaccia durerà fino a quando è stato stabilito da Dio, poi avrà certa fine.

 

LA CHIESA E MARIA

 

<o:p>

Con la donna in cielo, dalla quale ha origine il Messia e che resiste a ogni minaccia con la protezione di Dio, s'intende certo indicare il popolo di Dio, la Chiesa. Ma la si interpreta anche come Maria. Maria è la donna dalla quale è nato Gesù Cristo ed è paradigma di ogni credente, e dunque di tutta la Chiesa, in forza delle sue virtù (umiltà, obbedienza, mitezza, ecc ecc) e del ruolo particolarissimo che le è stato assegnato.
Secondo Gv 19,25-27, l'ultima disposizione data dal Crocifìsso è destinare Maria quale madre del discepolo che egli amava. In questo è
espressa una qualifica e una posizione di madre, per Maria, anche nei confronti di tutti i credenti. [per la questione vedi QUI ] 
Con il suo modo di agire, ella serve alla fede in Gesù dei discepoli, e di conseguenza alla vita dei discepoli (Gv 2,3-5.11; 20,31). Come madre di Gesù, si fa garante di Gesù in ogni aspetto della sua umanità. Per il discepolo di Gesù, nel vivo e cordiale legame con lei si amplia e si approfondisce il suo legame con Gesù.<o:p></o:p>

E’ l'estrema disposizione di Gesù dalla croce, come pure il compimento dell'amore per i suoi (cf. 13,1) nell'ora della sua glorificazione, unire anche tra loro le persone che fin dalla sua nascita, e per aver seguito la sua chiamata, gli sono più vicine di tutti. Il loro rapporto con Gesù è il fondamento del loro reciproco rapporto, e tale reciproco rapporto viene fondato da Gesù stesso.<o:p></o:p>

Gesù è il Figlio di Dio. Il discepolo di Gesù diventa fratello di Gesù e giunge ad avere Dio come Padre. E questo il messaggio che il Risorto manda ai suoi discepoli (20,17). Gesù è il figlio di Maria. Il discepolo di Gesù diventa figlio di Maria e riceve Maria come propria madre. Così viene stabilito dal Crocifisso.La donna dell'Apocalisse e Maria quale la mostra il Vangelo di Giovanni hanno in comune questo presentarsi come donna e come madre, e questo compito di madre non solo nei riguardi di Gesù, ma anche dei discepoli di Gesù. Per questa ragione è possibile che la donna dell'Apocalisse significhi non soltanto la Chiesa, ma anche Maria. Quanto però è detto sulla costante e sicura protezione di Dio nei confronti della donna dell'Apocalisse, vale soprattutto per la Chiesa, ma certo anche per Maria, per il compito che ella adempie nella Chiesa e attraverso la Chiesa.

 

 

__________________________________

 

 

Alla fine di questa lunga cavalcata cosa possiamo dunque desumere?

Semplice: l'equiparazione tra Isaia e Apocalisse 12 è IMPROPONIBILE e soprattutto desumiamo che in Apocalisse 12 gli eventi della donna sono da leggersi in un'ottica dualistica tenute presenti tutte le cose che ho (a volte maldestramente) cercato di ricrdare sopra.

 

E' dunque assolutamente inconsistente il tentativo di leggere quest'immagine di Apocalisse come una narrazione del parto di maria in quanto l'immagine è da riferire in primis al popolo di Dio con tutte le sue vicissitudini e solo a un livello superiore a Maria, che ne è il frutto più bello che ha avuto il privilegio e l'onere di portare al mondo il Cristo, ricevendo a sua volta un posto del tutto atipico nel progetto di Dio (e qui dovremmo riprendere la Mariologia ehehhe  Come vedete è tutto collegato).

Quindi ripeto: la donna di Apocalisse a differenza di Isaia ha un significato più complesso e meno univoco e si presenta come immagine del popolo di Dio che attraversa nella storia le sue prove e che trova nella nascita del Messia la sua Luce. Da qui trasliamo alla Vergine, proprio perchè madre del Cristo e dono che Dio ha fatto alla Chiesa.

 

 

PACE E BENE

.<o:p></o:p>

</o:p>

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 42 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 24/04/2004 19.08
Sweet......GRAZIE......volevo dire dell'altro, ma c'ho ripensato....quanto hai messo è già ampiamente meditativo.....
 
 
Yivan.....eheheheheh....sei sotto l'influenza dei Padri semmai.........perchè un cristiano-cattolico non può fare a meno di essere sulla stessa scia....e se lo siamo è GRAZIA......
 
Ciao C.

Rispondi
Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 43 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 27/04/2004 9.35
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 44 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 27/04/2004 9.51

reinserisco il post precedente che aveva caratteri troppo piccoli

 

Caro lyvan,

riprendo uno spunto del tuo post 29 per cercare di approfondire :

All'annunciazione dell'angelo, qualsiasi donna che che fino a quel momento non avesse avuto rapporti non avrebbe potuto rispondere che in quel modo.

Se Maria avesse avuto intenzione di unirsi almeno una volta all'uomo a cui era stata promessa, avrebbe potuto logicamente dedurre o attendersi la risposta che per mezzo di un prossimo rapporto coniugale avrebbe concepito. L'obiezione di Maria era logica, a mio avviso, (ma non solo secondo me), solo se la si inquadra in un proposito di astensione assoluta dai rapporti coniugali anche per il futuro.

Sia chiaro, io non nego lo stato perpetuo di verginità di Maria, dico solo che non c'è alcuna indicazione che lo sia veramente stata e mi sembra arbitrario utilizzare come prova l'affermazione di cui sopra.

La Scrittura a volte ci permette di ricavare in modo indiretto alcune cose, anche quando non vengono menzionate esplicitamente.

Riporto qui di seguito alcuni commenti in merito per meglio comprendere:

Tratto dalla "Vita di Gesù Cristo" di Giuseppe Ricciotti

§ 231.

... Generalmente il fidanzamento di una vergine avveniva quando essa era in età fra i 12 e i 13 anni, ma talvolta anche alquanto prima : quindi le nozze, in conseguenza di quanto si è visto sopra, cadevano di solito fra i 13 e i 14 anni. Tale era probabilmente l'età di Maria all'apparizione dell'angelo. ...

sappiamo da Luca che Maria era una vergine in questa condizione di fidanzata; inoltre, da Matteo, 1, 18, apprendiamo che ella divenne gravida prima che andasse a coabitare con Giuseppe, cioè prima delle nozze giudaiche. Alla luce di queste notizie, quale significato hanno le sue parole rivolte all'angelo : Come sarà ciò, poiché non conosco uomo?

232. Prese isolatamente in se stesse, non possono avere che uno di questi due sensi:

1) o richiamare alla memoria la nota legge di natura per cui ogni figlio presuppone un padre;

2) oppure esprimere per il futuro il proposito di non sottoporsi a questa legge e quindi di rinunziare alla figliolanza.

Un terzo senso, per quanto ci si pensi, non è dato scoprirlo.

Ora, in bocca a Maria, fidanzata giudea, le parole in questione non possono avere il primo di questi due sensi, perché sarebbero state di una puerilità sconcertante, tale da costituire un vero non-senso; a chi avesse espresso un pensiero di tal genere, se era una fidanzata giudea, era facile replicare : "Ciò che non è avvenuto fino ad oggi, può avvenire regolarmente domani ".

È quindi inevitabile il secondo senso, nel quale il verbo non conosco non si riferisce soltanto alle condizioni presenti ma si estende anche alle future, esprimendo cioè un proposito per l'avvenire : tutte le lingue, infatti, conoscono questo impiego del presente esteso al futuro, tanto più se tra presente e futuro non cade interruzione e se si tratta di uno stato sociale (non mi sposo; non mi faccio avvocato, ecc.). Se Maria non fosse stata una fidanzata-coniuge le sue parole, un po' forzatamente, avrebbero potuto interpretarsi come un implicito desiderio di avere un compagno nella propria vita : ma nel caso effettivo di Maria il compagno già c'era, legittimo e regolare; quindi, se l'annunzio dell'angelo avesse dovuto avverarsi in maniera naturale, non esisteva alcun ostacolo. E invece l'ostacolo esisteva : era rappresentato da quel non conosco, che valeva come un proposito per il futuro, e che giustificava pienamente la domanda come sarà ciò? L'unanime tradizione cristiana, che ha interpretato in tal senso il non conosco, ha battuto una strada che è certamente la più agevole e facile ma anche l'unica ragionevole e logica.

I razionalisti di solito non negano alle parole giacenti nel loro contesto il senso di un proposito, ma per dimostrare che non hanno valore storico sono costretti a ricorrere alla solita e comoda ipotesi dell'interpolazione, supponendo che uno o più rimanipolatori abbiano introdotto in quel punto le parole in questione. Senonché i presunti rimanipolatori sarebbero stati di una ottusità senza pari, giacché non si sarebbero accorti che le parole interpolate erano smentite da tutto il contesto.

 

S.Agostino a proposito della domanda di Maria scrive:

 

Come avverrà ciò, poiché io non conosco uomo?

E' promesso a Zaccaria un figlio, è promesso anche alla santa Maria un figlio, e dice anch'essa quasi le medesima parole che aveva detto Zaccaria. Che cosa infatti aveva detto Zaccaria? Come avverrà questo a me? Che io son vecchio e la mia moglie è sterile e avanzata nei suoi giorni (Le 1,18). E che dice la santa Maria? Come avverrà ciò? (Lc 1,34). E simile la voce, dissimile il cuore. La voce simile ascoltiamo con l'orecchio, il cuore dissimile apprendiamo dalla parola dell'angelo. Peccò David, e rimproverato dal profeta disse: Ho peccato, subito gli fu detto: Ti è stato rimesso il peccato (2Sam 12,13). Peccò Saul; e rimproverato dal profeta disse: Ho peccato; e il peccato non gli fu rimesso, ma l'ira di Dio rimase su di lui (cf I Sam 15,30.35). Che significa ciò, se non che è simile la voce, dissimile il cuore? L'uomo infatti ode la voce, Dio scruta il cuore. In quelle parole dunque di Zaccaria l'angelo vide che non c'era fede, ma dubbio e sfiducia; e l'angelo lo fece conoscere, privandolo della voce, condannando l'incredulità. La santa Maria, invece: Come avverrà ciò, poiché io non conosco uomo? Riconoscete il proposito della vergine. Quando mai avrebbe detto, se avesse avuto intenzione d'unirsi con un uomo: Come avverrà ciò? Se fosse dovuto avvenire come suoi avvenire di tutti i bambini, non avrebbe detto: Come avverrà? Ma essa, memore del suo proposito e consapevole del santo voto, perché sapeva che cosa aveva promesso, col dire: Come avverrà ciò, poiché non conosco uomo?, siccome sapeva che non può avvenire che nascano i figli se non da donne coniugate e che si uniscono ai loro mariti, ciò ch'essa aveva proposto d'ignorare, con dire: Come avverrà ciò?, s'informò del modo, senza dubitare dell'onnipotenza di dìo. Come avverrà ciò?

Qual è il modo con cui avverrà ciò? Mi annunzi un figlio; il mio animo è pronto: dimmi il modo.

Poteva la Vergine santa temere, o almeno ignorare il disegno di Dio, in qual modo volesse che Ella avesse un figlio, quasi riprovasse il voto della vergine? Infatti, che cosa sarebbe avvenuto se avesse detto: Sposati, congiungiti a un uomo? Non l'avrebbe detto Iddio, perché accolse il voto della Vergine, come l'accoglie Dio. Accolse da lei quello ch'egli stesso aveva donato. Dimmi dunque, messaggero di Dio: Come avverrà ciò? Vedi che l'angelo sa, ed essa cerca, non diffida. Avendo dunque veduto che essa cercava, non diffidava, non ricusò d'istruirla. Ascolta in qual modo: Resterà la tua verginità; tu credi solamente alla verità, conserva la verginità, ricevi l'integrità.

:::::::::::::::::::::::::::

La riprova poi che Maria non abbia avuto altri figli la troviamo nelle parole di Gesù che affida Maria a Giovanni. Mentre se vi fossero stati altri figli di Maria, dal punto di vista della legge mosaica, questo sarebbe stato inammissibile.

Il gesto di Gesù morente è comprensibile solo se si ammette che Gesù era figlio unico. Se Maria avesse avuto altri fìgli - quel gesto di Gesù sarebbe stato offensivo o almeno poco riguardoso ed anche illegale. I supposti figli di Maria, le fìglie, i generi, le nuore, oltre a sentirsi offesi, avrebbero contestato a Giovanni il diritto di avere con sé la loro madre. Avrebbero giudicato irresponsabile il gesto di un morente.

Nulla di tutto questo nei vangeli. Giovanni prese Maria con sé in casa sua, pacificamente, senza contestazione alcuna. Gesù, perché figlio unico, poteva e doveva provvedere a sua madre un rifugio conveniente dopo la sua morte. Scelse quello di un discepolo.

Si obietta di solito: Gesù affidò sua madre a un estraneo perché i suoi fratelli non credevano in lui (cf. Giovanni 7,5).

Si risponde:

Dal Vangelo appare che a principio della vita pubblica di Gesù i suoi parenti (eccetto sua madre) non l'hanno capito troppo. Ma con l'andare del tempo cambiarono idea e divennero suoi discepoli.

Infatti, li troviamo concordi con gli Apostoli ed assidui nella preghiera in attesa dello Spirito Santo (cf. Atti 1, 14). Giacomo fu messo alla guida della comunità cristiana di Gerusalemme (cf. Galati 2, 9; Atti 15, 13,) e gli altri parenti si dedicarono alla predicazione del Vangelo anche fuori della Palestina (cf. 1 Corinzi 9, 5).

Perché allora Gesù avrebbe dovuto affidare sua madre ad uno che non fosse figlio naturale di Maria se vi fossero stati dei figli naturali, tra cui anche persone che una volta ravvedute dovevano essere tra i suoi testimoni più importanti? La risposta logica è che Maria non aveva altri figli naturali.

Con affetto

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:13. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com