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La Chiesa e la pena di morte

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2011 12:40
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Sesso: Maschile
05/03/2011 12:20
 
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Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 28/06/2005 22.00
Iron, perdonami ma devo invitarti ad usare un linguaggio più corretto, anche se hai le tue ragioni...
Rimetto il tuo messaggio epurato:
 
 
 
Iron, esci dalla tua bolla di autoinganni e buoni sentimenti e guarda in faccia la realtà


 Io non ho alcun buon sentimento, semplicemente cerco di ragionare e non di pormi in difesa delle mie ragioni ad oltranza o di pormi sopra agli altri giudicandoli,come fai tu..
Dici che è ingenuo pensare che isolando Bin Laden il terrorismo si ferma,non ho detto questo, ho detto solo che è ingenuo pensare che si fermi condannandolo a morte...quindi la condanna a morte serve solo come vendetta
Le statistiche indicano chiaramente che i paesi dove vige la pena di morte non hanno meno criminalità rispetto agli altri, anzi sono ancor piu contaminati dalla criminalità stessa...
Vedi di fare meno il galletto che fai solo pena, a meno che tu non abbia meno di 15 anni,allora potresti anche essere giustificato...

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Da: Soprannome MSNVegaDonDiego Inviato: 28/06/2005 23.07
"I casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti."
 
C'è scritto rari, non "del tutto inesistenti".
Significa che la cosa non è esclusa a priori.
 
Allora Alby, dato che l'omicidio è considerato sempre come una cosa "orribile", com'è che addirittura le adultere (eh, attenzione, non delle pluriomicide) venivano lapidate come Dio aveva ordinato?
Cos'è, uno svago del Padreterno?

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Da: Soprannome MSNVegaDonDiego Inviato: 28/06/2005 23.09
Poi, per dire
 
io non ho cattivo sangue
 
non mi pare di essermi espresso in maniera scortese o irrispettosa verso Iron, per cui non vedo perché mi dovrei meritare gli appellativi che mi sono stati rivolti.

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Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 28/06/2005 23.34
Allora Alby, dato che l'omicidio è considerato sempre come una cosa "orribile", com'è che addirittura le adultere (eh, attenzione, non delle pluriomicide) venivano lapidate come Dio aveva ordinato?
Cos'è, uno svago del Padreterno?
 
Anche qui sei incappato nel tuo solito errore fondamentalistico...
Se oltre all'Antico Testamento leggessi anche il Nuovo scopriresti che Gesù ha fatto un discorso riguardante il libello di ripudio con il quale si era soliti liquidare le proprie mogli quando non andavano più bene, dicendo che era per la durezza del loro cuore che Mosè aveva dato quella legge, questo vale anche per la lapidazione, se Gesù l'avesse approvata avrebbe lui stesso scagliato la prima pietra contro l'adultera...
Per quanto riguarda gli appellativi a te rivolti non ho scritto che li meriti, diciamo che fai del tutto per attirarteli.
 
AlbY

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Da: Soprannome MSNGil_Brethil2 Inviato: 28/06/2005 23.34
Quello che dico non è una idea mia, ma ciò che è scritto nella Chiesa e anche nella Evangelium Vitae! Un suicida (e questo include chi ricorre all'eutanasia)  decide di togliresi la vita perchè la disprezza, perchè NON VUOLE più vivere, pecca contro lo Spirito Santo, non c'entra niente con un condannato a morte. Un condannato a morte non è un suicida, e la sua pena è anche un'espiazione, non si tratta soltanto di salvaguardare gli altri. 
Non mi opporrei al ripristino della pena di morte, ma ovviamente ci deve essere molta prudenza nell'usarla.
Controllare il catechismo per credere!

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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 26 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIron222_32 Inviato: 29/06/2005 0.08
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.

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Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 29/06/2005 0.10
Un condannato a morte non è un suicida, e la sua pena è anche un'espiazione, non si tratta soltanto di salvaguardare gli altri.
 
Peggio ancora.
 
E' l'uomo o Dio che può decidere il tipo di espiazione?
In altre parole, l'uomo si sostituisce a Dio decidendo direttamente la soppressione del condannato?
Non mi risulta che Dio abbia dato mandato ad alcuno di decidere sulla vita di un altro.
 
In altri casi si chiede: "Portami un passo del vangelo che giustifichi ciò che affermi"
Beh, ora sono io a chiederlo.
 
iyvan
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 29/06/2005 0.29
Quello che dico non è una idea mia, ma ciò che è scritto nella Chiesa e anche nella Evangelium Vitae!
 
Se è per questo lo troviamo scritto anche nel catechismo, ma ciò non toglie che non lo si può prendere a sostegno per reintrodurre la pena di morte in un paese dove i mezzi per "reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso" (CCC) si dimostrano efficaci...
Inoltre rimane sempre il fatto che applicare la pena di morte ad un reo confesso che magari si è pure pentito contrasta con quanto scritto sopra e se è vero che il condannato si evita il purgatorio è altrettanto vero che chi lo condanna si macchia del peccato di omicidio.
 
Un suicida (e questo include chi ricorre all'eutanasia)  decide di togliresi la vita perchè la disprezza, perchè NON VUOLE più vivere, pecca contro lo Spirito Santo, non c'entra niente con un condannato a morte.
 
E se uno decidesse di suicidarsi facendosi condannare a morte?
Basta che confessi di essere lui l'autore del crimine ed ecco che lo stato si renderebbe complice del suo suicidio!
Come vedi in teoria le cose sembrano semplici ma in pratica si complicano...
Per non sbagliarsi è bene che l'autorità si limiti ai mezzi incruenti "poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana" (CCC).
 
AlbY
 

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Da: Soprannome MSNIron222_32 Inviato: 29/06/2005 1.41
Non mi opporrei al ripristino della pena di morte, ma ovviamente ci deve essere molta prudenza nell'usarla.

potresti chiarirmi cosa intendi con "molta prudenza?"
Quandè che si puo uccidere un essere umano reso inoffensivo e quando no? fammi qualche esempio, cosi tanto per capire cosa intendi per "ci deve essere prudenza"...no perchè sarò io deficiente ma proprio non riesco ad immaginarmi un caso in cui la condanna a morte di un prigioniero che non puo piu nuocere a nessuno sia socialmente e religiosamente utile e necessaria...
 
E inoltre dite ad esempio sulla vostra pagina iniziale di benvenuto che "la vita è un atto creativo che appartiene a Dio e non all'uomo"...come si puo  conciliare  la pena di morte,dove la vita viene interrotta unicamente per mano e decisione dell'uomo, con questa affermazione?io li trovo inconciliabili (a meno che appunto il dispensare la morte sia necessario per difendere altre vite, ma non è il caso di cui stiamo parlando..)
 
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 29/06/2005 1.43
E visto che abbiamo citato l' Evangelium vitae leggiamo quanto segue:
 
Dio, tuttavia, sempre misericordioso anche quando punisce, «impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato» (Gn 4, 15): gli dà, dunque, un contrassegno, che ha lo scopo non di condannarlo all'esecrazione degli altri uomini, ma di proteggerlo e difenderlo da quanti vorranno ucciderlo fosse anche per vendicare la morte di Abele. Neppure l'omicida perde la sua dignità personale e Dio stesso se ne fa garante. Ed è proprio qui che si manifesta il paradossale mistero della misericordiosa giustizia di Dio, come scrive sant'Ambrogio: «Poiché era stato commesso un fratricidio, cioè il più grande dei crimini, nel momento in cui si introdusse il peccato, subito dovette essere estesa la legge della misericordia divina; perché, se il castigo avesse colpito immediatamente il colpevole, non accadesse che gli uomini, nel punire, non usassero alcuna tolleranza né mitezza, ma consegnassero immediatamente al castigo i colpevoli. (...) Dio respinse Caino dal suo cospetto e, rinnegato dai suoi genitori, lo relegò come nell'esilio di una abitazione separata, per il fatto che era passato dall'umana mitezza alla ferocia belluina. Tuttavia Dio non volle punire l'omicida con un omicidio, poiché vuole il pentimento del peccatore più che la sua morte».13
 
E ancora:

Tra i segni di speranza va pure annoverata la crescita, in molti strati dell'opinione pubblica, di una nuova sensibilità sempre più contraria alla guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli e sempre più orientata alla ricerca di strumenti efficaci ma «non violenti» per bloccare l'aggressore armato. Nel medesimo orizzonte si pone altresì la sempre più diffusa avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di «legittima difesa» sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l'ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi.

E infine:

56. In questo orizzonte si colloca anche il problema della pena di morte, su cui si registra, nella Chiesa come nella società civile, una crescente tendenza che ne chiede un'applicazione assai limitata ed anzi una totale abolizione. Il problema va inquadrato nell'ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell'uomo e pertanto, in ultima analisi, al disegno di Dio sull'uomo e sulla società. In effetti, la pena che la società infligge «ha come primo scopo di riparare al disordine introdotto dalla colpa».46 La pubblica autorità deve farsi vindice della violazione dei diritti personali e sociali mediante l'imposizione al reo di una adeguata espiazione del crimine, quale condizione per essere riammesso all'esercizio della propria libertà. In tal modo l'autorità ottiene anche lo scopo di difendere l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone, non senza offrire allo stesso reo uno stimolo e un aiuto a correggersi e redimersi.47

È chiaro che, proprio per conseguire tutte queste finalità, la misura e la qualità della pena devono essere attentamente valutate e decise, e non devono giungere alla misura estrema della soppressione del reo se non in casi di assoluta necessità, quando cioè la difesa della società non fosse possibile altrimenti. Oggi, però, a seguito dell'organizzazione sempre più adeguata dell'istituzione penale, questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti.

In ogni caso resta valido il principio indicato dal nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, secondo cui «se i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere le vite umane dall'aggressore e per proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana».48

Mi sembra quindi che Giovanni Paolo II non fosse così favorevole alla reintroduzione della pena di morte, anzi si direbbe quasi che ne auspicasse l'abolizione anche in quei paesi dove ancora vige...
Preghiamo allora il Signore che la Chiesa, sulle orme di questo grande Papa,continui a farsi garante della difesa della vita e non della morte.
 
AlbY
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