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La Chiesa e la pena di morte

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2011 12:40
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05/03/2011 12:34
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 06/07/2005 13.09
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Per quanto riguarda l’insegnamento di Gesù che afferma  - amate i vostri nemici – ( Mt 5,44 ), Giovanni Paolo II dice che – (…) non va inteso nel senso di un’approvazione del male compiuto dal nemico. Gesù invece ci invita ad una veduta superiore, magnanima, simile a quella del Padre celeste, per la quale, anche nel nemico e nonostante sia nemico, il cristiano sa scoprire ed apprezzare aspetti positivi, meritevoli di stima e degni d’essere amati: primo fra tutti, la persona stessa del nemico, creata, come tale, ad immagine di Dio, anche se, al presente, è offuscata da un’indegna condotta. - (17)
  Il nemico è il non amico, colui che fa il male e che non vuole pentirsi. La persona del peccatore deve essere sempre amata perché essa è stata creata da Dio a sua immagine anche se al momento presente è offuscata e deformata dal peccato. Il peccato del nemico, al contrario,  deve essere odiato e combattuto e l’aggressore deve essere messo in condizione di non nuocere.
 Non possiamo, dunque, stare insieme cioè essere amici e solidali con coloro che fanno il male: non ci può essere solidarietà con coloro che fanno il male e questo comporta un allontanamento dalle opere malvagie del peccatore in tutte quelle azioni che possono significare complicità o condivisione nei confronti del male. Nello stesso tempo bisogna evitare quella solidarietà indiretta verso il male che consiste nei peccati di omissione, primo fra tutti il mancato ammonimento e il mancato insegnamento nei confronti del peccatore. L’insegnamento dell’amore verso i nemici deve essere messo in relazione con questi altri insegnamenti di Gesù:- pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra ? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre – ( Lc 12,51- 53 ).
- Ma se qualcuno scandalizzasse uno di questi piccoli, che credono in me, sarebbe meglio per lui
che gli fosse appesa al collo una macina da asino e venisse sommerso nel fondo del mare –             (  Mt 18, 6 ).  – Se qualcuno viene da voi e non porta questa dottrina, non ospitatelo in casa, né dategli il saluto, poiché chi gli rivolge il saluto, partecipa alle sue opere malvagie- (2 Gv10 ).
 L’amore di carità – cioè amare Dio al di sopra di se stessi e il prossimo per amore di Dio – può e deve richiedere il sacrificio dell’amore umano perché non è possibile amare veramente il prossimo senza amare prima Dio e i suoi comandamenti: senza Dio finiremmo, anche senza volerlo, a causa delle passioni disordinate, per fare del male a noi stessi e al prossimo, confondendo i piaceri disordinati e momentanei con il bene e finendo facilmente per persuaderci che è falso ciò che non vorremmo fosse vero.
- Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di
Me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà..-                   ( Mt 10, 37 – 39 ).
 
                                                        (B.M.B.) 
 

Bibliografia:
 
 
1) Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia, esortazione apostolica post-sinodale sulla       
 riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa oggi, 2 dicembre 1984, n.26
2) Giovanni Paolo II, ivi, n.4
3) Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Dives in misericordia, 30 novembre 1980, n.14
4) cfr  Giovanni Paolo II , Lettera enciclica Dominum et Vivificantem sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo, 18 Maggio 1986, n.38; cfr  Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Salvifici Doloris sul senso cristiano della sofferenza umana, n.17
5) cfr Giovanni Paolo II,  Lettera apostolica Salvifici doloris, ivi, n.16
6) Giovanni Paolo II, Supplemento ed. settimanale dell’Osservatore Romano, n.44, 22 febbraio 1991, p.3
7) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Evangelium Vitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana, 25 Marzo 1995, n.55
8) Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2261
9) Sandro Maggiolini, Breve esposizione del cristianesimo, ed, Piemme, Casale Monferrato      (AL ), 1985, p. 98
10)  Giovanni Paolo II. Evangelium Vitae, op. cit., n. 56
11)  cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2267, testo italiano aggiornato del 1999; cfr Evangelium Vitae, op. cit. n. 56
12) Cfr Il messaggio del Papa a Strasburgo, in Giovanni Cantoni, Papa Giovanni Paolo II a      
     Strasburgo: religione e libertà, Cristianità, Piacenza, ottobre 1988, n.162, pp. 3-6
13) Istruzione della Sacra Congregazione per la dottrina della fede, Libertà cristiana e liberazione,  
     22 marzo 1986, approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, n. 62
14) S. Tommaso d’Aquino, Summa Teologica I – II, q. 108, a.3
15) Giovanni Paolo II,Dves in Misericordia, op. cit., n. 12
16)  Giovanni Paolo II, Omelia alla parrocchia di S. Chiara a Vigna Clara- Due Pini, Le visite pastorali del Vescovo di Roma, L’Osservatore Romano  23 – 24 febbraio 1987, n. 2
17)  Giovanni Paolo II, ivi, n. 3

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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 06/07/2005 16.56
io non discuto che, quando non ci fossero altre strade percorribili per la difesa, la pena di morte rimarrebbe l'ultima alternativa (anche se non vedo come non possano esserci altre strade percorribili),
Caro lyvan,
è proprio questo il punto evidenziato dal catechismo e su cui ci troviamo finalmente d'accordo.
 
Per quegli stati che invece sopprimono la vita senza che ne abbiano una valida ragione il catechismo precisa, (lo ripeto affinchè non sfugga):
 
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
 
Nota bene l'espressione sottolineata, perchè è proprio quest'obbligo  morale che gli stati dovrebbero osservare e non attuare la pena di morte quando ne ha i mezzi.
Ma, ad attuare la pena di morte sono proprio gli stati  dove la Chiesa è tenuta in minore considerazione.
 
Con affetto
 
 

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Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 06/07/2005 22.03
Caro Teo,
 
siamo d'accordo che la posizione della Chiesa si riferisce a casi limite in cui non ci sia altra alternativa.
In realtà questi casi limiti sono tuttavia puramente teorici, dato che non è vero che il Mondo non sia nelle condizioni di difendersi in altro modo.
Solo in presenza di  un pericolo REALE E IMMEDIATO è ravvisabile la legittima difesa, ma questo presupposto non esiste più nel caso di cattura, nè si può con certezza determinare che l'individuo sarà senz'altro pronto a commettere altri delitti, tanto da giustificare la sua soppressione.
 
Non sono invece d'accordo su quanto riporta Caterina:
 
questo tema va e andrebbe...affrontato senza arenarsi sui SENTIMENTALISMI..........
Dio stesso è contro la pena di morte, ma non ha esistato AD USARLA (nel senso che ha tenuto conto dell'agire dell'uomo, senza impedire all'uomo di usarla.......) PER TRARNE UN BENE MAGGIORE.........
 
Prima di tutto non si tratta di sentimentalismo, ma di morale divina e, se vogliamo, anche umana.
Il resto della frase poi è inaccettabile se non addirittura assurdo: a questo punto potremmo anche affermare che Dio non ha esitato ad usare i campi di sterminio o i figli che ammazzano i genitori (nel senso che ha tenuto conto dell'agire dell'uomo, senza impedire che avvenisse) per trarne un bene maggiore.
Cara Caterina, Dio non impedisce nulla solo in rispetto del libero arbitrio degli uomini (giusto o sbagliato che sia) e non per altre ragioni.
Poi è ovvio che l'evoluzione umana (inteso nel senso di bene) passa anche attraverso la sperimentazione degli errori, senza i quali l'uomo non capirebbe ciò che invece è bene.
 
Dai testi riportati si desume infine che la pena di morte debba intendersi quale ultima "ratio" quando fosse indispensabile per la legittima difesa, e cioè ... scusate se mi ripeto ... quando esista un pericolo reale e immediato che non lascia altra scelta.
Su questo siamo perfettamente d'accordo, nel senso che: o lo catturiamo o siamo costretti ad ucciderlo. ma questo è ben diverso dal sentenziare la pena di morte  anche nel caso di cattura.
La Chiesa giustamente indica "quando questo sia indispensabile" ... quindi, nella realtà,  in presenza di circostanze talmente eccezionali da essere del tutto ipotetiche.
 
Pace
iyvan
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