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"SPOSATI!! E SOTTOMETTITI" la superba provocazione per riscattare il vero ruolo della Donna ^__^

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2013 20:10
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Sesso: Femminile
20/04/2011 19:15
 
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Per spiegare la bellezza della famiglia

Un divertente manuale
di evangelizzazione

Senza dubbio per la Chiesa uno dei compiti più difficili oggi è quello di far capire ai giovani l’importanza della famiglia e dei figli, l’importanza della fedeltà e della difesa del matrimonio, la bellezza di assumersi la responsabilità di altri esseri umani e di saperla sostenere. Per questo c’è un pontificio consiglio, sono nati istituti appositi, si scrivono tanti libri, ma in genere un po’ astratti, talvolta un po’ troppo zuccherosi. Non è facile però trovare una strategia convincente per farsi ascoltare da giovani che vivono immersi negli effetti della rivoluzione sessuale e dell’individualismo sfrenato. In questo arduo compito si è proposta in modo nuovo e attraente una giornalista del Tg3, moglie e madre di quattro figli: Costanza Miriano, autrice di un testo divertente e ironico — dallo stile vicino a quello delle ragazze della serie televisiva «Sex and the city» — dal titolo provocatorio Sposati e sii sottomessa (Vallecchi).

Il libro, scritto sotto forma di lunghe lettere ad amici e amiche alle prese con problemi sentimentali e familiari, risponde a tutte le obiezioni che oggi vengono mosse a chi crede nella famiglia, nel matrimonio e nella bellezza di avere figli. Miriano non nega che la sua vita, nel difficile equilibrio fra lavoro e figli, sia in sostanza una fatica quotidiana che richiede capacità acrobatiche; ma non si lamenta, lo racconta con allegra ironia e ne rivendica la ricchezza e la bellezza.

Con questo tono apparentemente scanzonato propone riflessioni antiche e giuste: «È dalla donna per prima che dipende la vita o la morte del matrimonio», ragione per cui invita la futura sposa a essere «sottomessa non nella logica del dominio, quindi della violenza e della costrizione, ma in quella del servizio, spontaneo, volontario». Rivelando quale è il vero significato di essere sottomessa: essere cioè «la base della famiglia» perché «chi sta sotto regge il mondo, non chi si mette sopra agli altri».

La durata del matrimonio è soprattutto questione di volontà: la spontaneità, infatti, «non può essere uno stile di vita o un metro di giudizio. E l’emozione a un certo punto non c’entra più molto con l’amore». Tanto è vero che «è con l’esercizio paziente e quotidiano dell’obbedienza che si può andare incontro all’altro e limitare il nostro egoismo».

La banalizzazione del sesso — scrive l’autrice — «non gli ha fatto un gran bene». E di questo appannamento dell’importanza e della bellezza della vita sessuale, secondo Miriano, sono responsabili più le donne che gli uomini: «Credendo di emanciparci, ci siamo svendute per un piatto di lenticchie: abbiamo adottato il modo maschile di concepire la sessualità». E, alla fine, «ne soffriamo noi e ne soffre tutto il mondo, perché se non lo facciamo noi, chi custodirà l’amore per la vita?». Oggi, quello che sembra più difficile e ingiusto è rinunciare alle vite possibili, e «guardiamo con raccapriccio all’idea di rinunciare a qualcosa». A noi sembrano ormai «diritti una serie di possibilità che finora sono state inimmaginabili». Scrive quindi a un’amica, che non ha il coraggio di scegliere per sempre, di sposarsi: «Abbraccia anche tu una vita, una sola, e tientela stretta».

Per quando riguarda l’educazione dei figli, insiste sulla divisione dei ruoli, sui padri che devono fare i padri «perché non si può chiedere a un padre di fare il baby sitter e anche autoritario», intervenendo con una parola risolutiva nelle crisi educative. E, a proposito della contraccezione, osserva «come si può stabilire in anticipo qualcosa che non si conosce?».

Costanza va a messa la mattina, manda i bambini al catechismo e cerca di allevarli come buoni cristiani, ma vive nel mondo di oggi — anzi, in uno spicchio particolarmente «moderno» di questo mondo — ed è quindi abituata a essere una persona diversa, che deve spiegare ogni sua scelta a chi non la condivide. È proprio questo dialogare con i giovani, nel loro linguaggio e con uno spirito ironico e leggero, a rendere questo libro divertente un piccolo manuale di evangelizzazione.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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