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La Chiesa è davvero la grande Babilonia?

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2011 23:23
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04/04/2011 23:22
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 03/02/2003 9.24
    La Chiesa è infallibile
            Da questi testi del Nuovo Testamento deriva che lo Spirito di verità, che è lo Spirito di Gesù, è costantemente presente nei discepoli di Gesù e li assiste in modo che essi non errino nell’interpretare quanto Gesù ha insegnato ed è contenuto nella tradizione orale e scritta: questa è l’infallibilità della Chiesa.
NB. L'affermazione che "la Chiesa è infallibile" stupisce i non cristiani. Infatti, se la Chiesa è l'insieme di tutti i cristiani, come può la somma di tante persone, ognuna delle quali fallibile, dare origine ad un organismo infallibile? La somma  è della stessa natura degli addendi!
La risposta si può dare solo alla luce della fede: Gesù ha garantito che nella Chiesa è presente il suo Spirito che guida la Chiesa verso tutta la verità.
La Chiesa qui non è più vista nella sua realtà sociologica, (= l'insieme dei cristiani), ma nel suo mistero: la presenza nel tempo dello Spirito di Gesù.
Ecco perché vale il principio teologico: "La Chiesa ha i poteri che agendo dimostra di avere"!
            L’infallibilità è il servizio (a volte si dice "potere") di interpretare con sicurezza il senso delle affermazioni di Gesù e degli apostoli in relazione alla vita del cristiano. Riguarda perciò solo la fede e la morale.
DOCUMENTAZIONE PATRISTICA
L'infallibilità-inerranza della Chiesa fu riconosciuta, fra gli altri, da
1. Melitone di Sardi, verso la metà del II sec.:
   «La Chiesa è deposito della verità» (Omelia per la Pasqua, 40).
2. Ireneo di Lione, verso il 170:
- «Ricevuto il messaggio e la fede, la Chiesa lo custodisce (...) e proclama, insegna e trasmette la verità» (Adversus hæreses, l. 1, 10,2).
- «Questa (fede) l’abbiamo ricevuta dalla Chiesa e la custodiamo: essa, per opera dello Spirito di Dio, come un deposito prezioso contenuto in un vaso di valore, ringiovanisce e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene.
Alla Chiesa infatti è stato affidato il dono di Dio...; e in lei è stata deposta la comunione con Cristo, che è lo Spirito Santo, conferma della nostra fede... Dove è la Chiesa, lì è anche lo Spirito di Dio; dove è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa e ogni grazia. Lo Spirito poi è verità» (Adversus hæreses, l. 3, 24,1).
- «Dio giudicherà tutti coloro che sono al di fuori della verità, cioè fuori dalla Chiesa» (Adversus hæreses, l. 4, 33,7).
3. Cipriano di Cartagine, nel 251:
   «La sposa di Cristo non sarà mai adultera... Lei ci conserva per Dio... Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre» (De Ecclesiae unitate, 6).
4. Origene, verso la metà del III sec.:
   «La Sacra Scrittura afferma che tutta la Chiesa di Dio è il corpo di Cristo, animato dal Figlio di Dio (...); come l’anima vivifica e muove il corpo (...), così il Logos muove come si conviene ed anima l’intero corpo che è la Chiesa» (Contro Celso, VI, 48).
5. Tertulliano da Cartagine, nel III sec.:
   «È vero che ogni dottrina (insegnamento) che sia in accordo con le Chiese fondate dagli apostoli, sorgenti della fede, è da considerare fondata sulla verità, poiché è la verità che conserva quanto le Chiese hanno ricevuto dagli apostoli, gli apostoli da Cristo, e Cristo da Dio (Padre); invece, ogni dottrina che contraddice la verità delle Chiese e degli apostoli e di Cristo e di Dio deve essere giudicata come proveniente dalla menzogna» (De præscriptione hæreticorum, 21).

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Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 03/02/2003 9.29
Concretamente l'infallibilità della Chiesa è stata espressa in modo felice da Vincenzo di Lérins (430 circa), mediante il seguente principio tradizionale:
«È norma di fede ciò che è stato creduto
-  da tutti,
-  dovunque
-  sempre».
E in caso di controversia, cioè quando le Chiese siano divise?
 
4. L'infallibilità nella Chiesa
I cristiani (= la Chiesa, che è infallibile) hanno (sempre e dovunque ) riconosciuto come infallibili
-     il vescovo di Roma in quanto successore di Pietro,
-     il Concilio Ecumenico, cioè l'insieme dei vescovi riuniti, in quanto successori degli apostoli.
 
      Sviluppiamo queste idee.
a) L'infallibilità del Concilio e del Papa
            Come si è visto, Gesù ha dato l'infallibilità agli Apostoli e a Pietro.
            La Chiesa, infallibile, ha sempre e dovunque interpretato che quelle frasi di Gesù vadano applicate anche
-     ai successori di Pietro, cioè i vescovi di Roma (papi);
-     ai successori degli apostoli, cioè i vescovi riuniti nel Concilio Ecumenico.
      Su questo punto non sono d’accordo i Protestanti ed in parte anche gli Ortodossi.
- Per i Protestanti la fede si fonda sulla "sola Scrittura" e nella sacra Scrittura non è scritto che i testi citati a favore dell’infallibilità di Pietro e degli apostoli si possano estendere al Papa ed al Concilio Ecumenico.
- Per gli Ortodossi è infallibile il Concilio Ecumenico, ma non il papa, vescovo di Roma. Quantunque in antico essi accettassero l'infallibilità del papa (almeno fino al tempo del patriarca Fozio, sec. IX), dal sec. XI di fatto non l'accettarono più
.
      Vediamo in dettaglio.
      La Chiesa ha giudicato infallibili:
      1.   Il Collegio Episcopale (= Conc. Ecumenico)
      La Chiesa ha sempre e dovunque riconosciuto che i vescovi riuniti insieme e sotto il primato del vescovo di Roma (successore di Pietro e primo dei vescovi) sono infallibili in quanto successori degli apostoli e portavoci della fede di tutta la Chiesa: Concilio Ecumenico.
Le prove di questa affermazione si ricavano dalla storia dei Concili Ecumenici. Solo piccoli gruppi di cristiani hanno rifiutato di riconoscere come infallibili alcune loro decisioni.
      2.   Il vescovo di Roma
      Potrebbe darsi il caso (e storicamente si è dato) che intere comunità, magari con i loro vescovi, diano interpretazioni divergenti su qualche punto della fede cristiana.
Per esempio nel sec. XVI le Chiese di Germania, con Lutero e molti vescovi, davano dei cap. 5-8 della lettera ai Romani interpretazioni opposte rispetto alle chiese italiane.
     
In questi casi chi ha ragione? Il cristiano chi deve seguire, dato che l’unanimità (= tutti, dovunque e sempre!) non c’è più?

      Siccome è difficile riunire un Concilio Ecumenico, ecco allora l’utilità o la necessità dell’infallibilità del papa.
      La Chiesa ha infatti sempre e dovunque riconosciuto che il vescovo di Roma è infallibile, in quanto successore di Pietro e portavoce della fede di tutta la Chiesa.
Le prove storiche di questa affermazione sono molte, almeno fino al sec. XI. Poi, con la divisione fra Roma e Costantinopoli (1054), l’affermazione venne contestata in Oriente.
Basta citare, tra i tanti, i seguenti pochi dati:
- Verso il 96, Clemente, vescovo di Roma, interviene nelle questioni interne alla Chiesa di Corinto, senza che nessuno metta in discussione il suo diritto di farlo.
- La presidenza dei primi Concili Ecumenici (IV-V sec.), anche se tenuti in Oriente, è stata affidata al vescovo di Roma, che la esercitava attraverso suoi delegati.
- Al concilio di Calcedonia, un sobborgo di Costantinopoli, (anno 451), dopo la lettura del tomo a Flaviano di papa Leone Magno, i vescovi applaudirono dicendo: «Questa è la fede dei Padri. Pietro ha parlato per bocca di Leone».

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 03/02/2003 9.34
Il Concilio Vaticano I il 18.7.1870 ha sintetizzato così la fede tradizionale:
     
 «Il romano pontefice, quando parla "ex cathedra", cioè quando, adempiendo il suo compito di pastore e dottore di tutti i cristiani in base alla sua suprema autorità apostolica, definisce una dottrina riguardante la fede o la morale che tutta la Chiesa deve ritenere, per l’assistenza divina a lui promessa nel beato Pietro, gode di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotare la sua Chiesa nel definire una dottrina riguardante la fede o la morale.
      Perciò le definizioni dello stesso romano pontefice sono irreformabili di per sé e non per il consenso della Chiesa.
   
   Se qualcuno osa contraddire questa definizione sia scomunicato».
Riflessioni su questa definizione:
a) Il vescovo di Roma ha la stessa infallibilità che ha la Chiesa.
b) Fondamento: il papa non è infallibile perché l’ha detto egli stesso (sarebbe un circolo vizioso!) e neppure perché gli ha dato l’infallibilità il Concilio Ecumenico, ma perché la Chiesa gliel’ha sempre riconosciuta (compresa la Chiesa di Costantinopoli, almeno fino ai tempi di Fozio - sec. IX).

c) L’infallibilità del papa è funzionale, cioè non legata alla persona, ma alla funzione-servizio che il vescovo della Chiesa di Roma svolge nei confronti della comunione di tutte le Chiese.
d) L'importanza del vescovo di Roma è dovuta al fatto che egli è il successore dell’apostolo Pietro, al quale Gesù ha garantito che non andrà fuori strada nella fede (cfr. Lc 22,31-32; Mt 16,16-19; Gv 21,15-17). La fede della Chiesa di Roma (che si esprime attraverso il suo vescovo) è dunque il metro su cui misurare la fede di tutte le altre Chiese.
L'importanza del vescovo di Roma non viene dal fatto di essere stata Roma la capitale dell'impero, ma dalla presenza di Pietro , anche se è logico che Pietro, per diffondere meglio la fede abbia scelto le città più grandi dell'impero, come Antiochia e Roma.
e) Le decisioni del papa sono irreformabili di per sé e non per il consenso della Chiesa, perché c’è bisogno dell’infallibilità del papa soprattutto quando la Chiesa è divisa nell’interpretare qualche punto della fede.
 
b) I limiti all'infallibilità del Concilio ecumenico e del vescovo di Roma
      La Chiesa ha messo alcune limitazioni nell'esercizio dell'infallibilità: 
1.   Per il Concilio
-  deve essere "ecumenico", cioè universale (tutti i vescovi devono essere stati invitati);
-        può definire solo verità che riguardino la fede o la morale, non la storia, le scienze,...;
    deve dire espressamente, in modo inequivoca-bile, che intende vincolare la fede di tutti i cristiani (la formula usata spesse volte è «anátema sit» = "sia scomunicato", ma possono essere usate formule equivalenti);
-       deve procedere all’unanimità (o a stragrande maggioranza 2);
-       deve essere in armonia col vescovo di Roma.

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 03/02/2003 9.42
Con la speranza che questo lavoro di Salvatore non venga ignorato....vorrei sottolineare questa frase:
2.   Il vescovo di Roma
      Potrebbe darsi il caso (e storicamente si è dato) che intere comunità, magari con i loro vescovi, diano interpretazioni divergenti su qualche punto della fede cristiana.
Per esempio nel sec. XVI le Chiese di Germania, con Lutero e molti vescovi, davano dei cap. 5-8 della lettera ai Romani interpretazioni opposte rispetto alle chiese italiane.
............
 
Infatti.....prima di quel periodo NON si ritenne necessario avanzare sulla questione dell'infallibilità del Papa......semplicemente perchè non esistevano pericoli così ingenti.......con il protestantesimo...vi aderirono molti vescovi....ignari del pericolo incombente...cioè...LA CREAZIONE DI UNA CHIESA AL DI FUORI DELLA CHIESA.......un vescovo scismatico....essendo "sacerdote in eterno"....ha comunque il potere di creare e nominare nuovi sacerdoti....ceratmente restano fuori dalla comunione della Chiesa......se questi è fuori di Essa......ecco che sottolineare l'infallibilità del Papa......era una GARANZIA per i fedeli....che specialmente in quegli anni vissero nella grande confusione......tanti furono ingannati.......molti se ne andarono dalla Chiesa, ma molti altri fecero ritorno......e molti altri pur restando nel clima protestante, rimasero comunque nella Chiesa.......
 
Se non ci fosse stato il Protestantesimo....probabilmente non sarebbe stato necessario dichiarare l'infallibilità del Papa......
 
S.Caterina da Siena che si auspicava la FINE del potere temporale.......invitatava già tutti i credenti...di affidarsi al MAGISTERO.......per lei contava la sucessione di Pietro........e il Collegio episcopale in obbedienza a questa Cattedra.....non ebbe timore a dire davanti ad essi riuniti  a Roma......"Chi non sostiene che Egli (Papa Urbano, visto che i Cardinali di Avignone avevano eletto un antipapa) è il solo e vero sucessore di Pietro, sia anatema....è un apostata.....".....l'antipapa....si congedò da solo.....e stiamo parlando del 1300.....quando Lutero era ancora uno sconosciuto......
 
Fraternamente C.
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