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Approfondimento e aggiornamenti dei Dialoghi della FSSPX con la Santa Sede (2)

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2012 11:18
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02/11/2011 08:28
 
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Mons. Lefebvre sulla riconciliazione con Roma. E alcuni suoi epigoni.



Il superiore del distretto inglese della Fraternità S. Pio X, tal Fr. Morgan, ha scritto nella sua lettera pastorale di Novembre 2011 (apparsa oggi nel sito ufficiale di quel distretto, poi subito rimossa -
et pour cause! - ma 'catturata' da Secretum meum mihi) che alla riunione di Albano del mese scorso, convocata per valutare il Preambolo dottrinale posto da Roma come condizione per l'accordo con la Fraternità, i presenti hanno ritenuto lo stesso inaccoglibile. Questo perché il Preambolo richiede l'accettazione della nuova Messa e del Vaticano II, come interpretato dal Catechismo della Chiesa cattolica. Fr. Morgan per inciso dev'essere un pochino ingenuo, visto che afferma esser rimasto deluso nell'apprendere che i teologi romani non ammettono una rottura tra il concilio e il Magistero anteriore; si aspettava forse ch'essi contraddicessero il Papa e la sua ermeneutica della continuità? Comunque, la lettera ora rimangiata concludeva così "il tempo non è certamente arrivato per perseguire alcun accordo pratico fino a che le questioni dottrinali rimangono aperte", tra l'altro "visto il palesamento della persistenza di Roma negli errori moderni, e la conseguente necessità di continuare la battaglia contro il modernismo mediante la fedeltà alla Tradizione cattolica".

Che questa conclusione negativa sia condivisa da tutti è lecito dubitarne, poiché ad Albano si è deciso di dare al Superiore generale mons. Fellay pieni poteri per proseguire le trattative; quanto alla nuova Messa, siamo certi che nessun preambolo richiede che i lefebvriani la celebrino o vi assistano e si tratta solo di riconoscere che, se il Papa la celebra, quella Messa deve pur essere... una Messa. Ma non è questo il punto; ci interessa piuttosto tornare su questa ossessione per il chiarimento dottrinale
usque ad quadruplicem capilli sectionem, per mostrare quanto quest'attitudine sia ben poco... lefebvriana. Abbiamo infatti tradotto il testo di una lettera di mons. Marcel Lefebvre a Papa Giovanni Paolo II, pubblicata dalla FSSPX con la Lettre aux amis et bienfaiteurs n. 16 del 19 marzo 1979. Già allora il vescovo francese voleva riportare la sua opera nel seno visibile della Chiesa e ridonare alla Tradizione cattolica i suoi diritti. Le richieste di mons. Lefebvre ci appaiono perfino minimalistiche, sotto il profilo della regolamentazione canonica (lasciare agli Ordinari decidere 'tempi e luoghi' per la Tradizione sarebbe oggi un suicidio; forse all'epoca non si era ancora appalesata fino in fondo la protervia antitradizionale di un grandissimo numero di presuli). Ma sotto l'aspetto dottrinale, la ricetta di Monsignore è molto più diretta e semplice di quella attualmente intrapresa: "Temo che discussioni prolungate e sottili non portino ad alcun risultato soddisfacente e facciano trascinare una soluzione". E se la Fraternità riscoprisse questo insegnamento del suo fondatore, visto che sappiamo che Roma è pronta a concedere piena libertà di critica al Concilio? "Che benefici per la Chiesa!", osservava Marcel Lefebvre. 

Enrico



"Santità,

Come dubitare che l'udienza che mi ha concesso è stata desiderata da Dio. E’ stata per me una grande consolazione poter esporre candidamente le circostanze e i motivi dell'esistenza della Fraternità sacerdotale S. Pio X e dei suoi seminari e le ragioni che mi han portato a continuare l'opera, nonostante le decisioni a Friburgo e a Roma.

L’ondata di novità nella Chiesa, accettata e incoraggiata dai vescovi, onda che tutto travolge nel suo percorso: fede, morale, le istituzioni della Chiesa, non poteva tollerare la presenza di un ostacolo, di una resistenza.

Noi avevamo dunque la scelta, o di farci portare via dalla devastante corrente e aumentare il disastro, oppure resistere contro venti e maree per salvaguardare la nostra fede cattolica e il sacerdozio cattolico. Noi non potevamo più esitare.

Dal 5 maggio 1975, data della nostra decisione di resistere a qualunque costo, tre anni e mezzo sono passati e ci danno ragione. Le rovine si accumulano nella Chiesa: ateismo, immoralità, l'abbandono delle chiese, la scomparsa delle vocazioni sacerdotali e religiose sono tali che i vescovi stanno cominciando a esserne toccati e la faccenda di Ecône è costantemente evocata. I sondaggi d’opinione mostrano che una gran parte dei fedeli, a volte una maggioranza, sono a favore dell’atteggiamento di Ecône.

È ovvio per qualsiasi osservatore imparziale come il nostro lavoro è un vivaio di sacerdoti, come la Chiesa li ha sempre auspicati e come li desiderano i veri fedeli. E noi siamo autorizzati a pensare che se Roma volesse ammettere il fatto e fosse disposta a dargli la legittimità a cui ha diritto, le vocazioni ancora sarebbe molto più abbondanti ancora.

Santo Padre, per l'onore di Gesù Cristo, per il bene della Chiesa, per la salvezza delle anime, noi vi esortiamo a dire una sola parola, una sola parola, come successore di Pietro, come pastore della Chiesa universale, ai vescovi del mondo: lasciate fare; Noi autorizziamo il libero esercizio di ciò che la Tradizione multisecolare ha utilizzato per la santificazione delle anime.

Quali Difficoltà presenta un tale atteggiamento? Nessuno. I vescovi deciderebbero i luoghi, le ore riservate a questa Tradizione. L'unità si ritroverebbe immediatamente a livello del vescovo del luogo. Per contro, che benefici per la Chiesa!: il rinnovamento dei seminari, dei monasteri; un grande fervore nelle parrocchie; i vescovi sarebbero stupefatti di ritrovare in pochi anni uno slancio di devozione e di santificazione che credevano scomparso per sempre.

Per Ecône, i suoi seminari, i suoi priorati, tutto si normalizzerebbe come per le congregazioni dei Lazzaristi, dei Redentoristi… I priorati renderebbero un servizio alle diocesi con la predicazione di missioni parrocchiali, ritiri ignaziani e il servizio delle parrocchie, in piena sottomissione agli Ordinari del luogo.

Come la situazione della Chiesa potrebbe essere migliorata in questo modo molto semplice e così coerente con lo spirito materno della Chiesa, senza il rifiuto di ciò che viene in soccorso alle anime, senza spegnere la miccia che fuma ancora, rallegrandosi che la linfa della Tradizione sia piena di vita e di speranza!

Ecco quel che ho ritenuto di dovere scrivere alla Santità Vostra, prima di recarmi da S.Em. il cardinale Seper. Temo che discussioni prolungate e sottili non portino ad alcun risultato soddisfacente e facciano trascinare una soluzione che, sono convinto, deve apparirLe urgente.

La soluzione non può, infatti, essere un compromesso che eliminerebbe praticamente la nostra Opera, aggiungendo alla distruzione un contributo in più.

Restando a disposizione della Santità Vostra, La prego di gradire il mio profondo e filiale rispetto in Gesù e Maria.

+ Marcel Lefebvre"


*************************************

[SM=g1740733] 

L'attesa sconfessione delle affermazioni del superiore inglese della FSSPX

Senza nemmeno citarlo, la Casa generalizia della Fraternità S. Pio X ha appena sconfessato le incaute affermazioni del superiore del distretto inglese della Fraternità stessa, Fr. Morgan, di cui abbiamo riferito questa mattina.

Il comunicato di smentita, apparso sul sito ufficiale DICI, ricorda seccamente che "solo la Casa generalizia della FSSPX è abilitata a far apparire un comunicato ufficiale o un commento autorizzato su questo oggetto"

Curiosamente, il commento non autorizzato e censurato (scomparso dalla pagina principale del sito del distretto inglese) è comunque ancora nel sito stesso, a questo link:

Se vi interessa, cliccate subito: dubitiamo che il documento resterà a lungo accessibile.
Enrico



[Modificato da Caterina63 02/11/2011 19:31]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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