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ATTENZIONE: ISTRUZIONE SULLA LITURGIA UNIVERSAE ECCLESIAE per applicazione Summorum Pontificum

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2013 15:59
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13/05/2011 14:27
 
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                                 Santa Messa

Il Summorum Pontificum è salvo

da Rinascimento Sacro

A volte sembra che le parole del Papa siano coperte sempre troppo corte. Finisce che, a tirare dalla propria parte, ogni volta qualcuno ci lascia fuori i piedi e si lagna. Adesso nei Suoi confronti siamo addirittura alla protesta preventiva, quella che si fa per portarsi avanti.

Non sapendo che pensare un amico mi ha scritto alcune considerazioni che ho trovato illuminanti.

“[...]
1) Prima di lamentarti aspetta almeno di sapere perché.

2) Comunque, quand’anche ne avessi motivo, non lamentarti, oportet ut scandala eveniant. Ma poichè nessuno sa mai dove stia esattamente il vero motivo di scandalo, non provarci nemmeno a fare baruffa: potresti trovarti fregato ancora al “E però io…”. E guai a colui attraverso il quale gli scandali arrivano, giusto?

2) Il Summorum Pontificum non é politica: non serve a litigare ma a pacificare. Perciò solo quando una Messa porta pace allora si onora il senso di una Messa e del SP. Vero è che spesso la pace è un seme che ha da germogliare, perciò pensa a zappare.

3) Il cristianesimo è dei martiri, e la pazienza è un martirio spirituale. Perchè vuoi scappare da quest’ottima occasione?

4) Il SP non é per pochi eletti (o pochi “disgraziati”, a seconda) ma è per tutti i fedeli di buona volontà. Va da sé che la buona volontà non è di tutti. Tu pensa alla tua.

5) Il SP è un coraggioso atto della riforma della Chiesa, ma non è la Riforma della Chiesa. Diciamo piuttosto un buon inizio: cammina perchè non sei ancora arrivato.

6) La riforma della Chiesa è sempre e comunque opera dello Spirito Santo, anche quando soffia attraverso del parole del Papa. Tu per primo lo devi lasciar agire: i tuoi buoni consigli lo impicciano.

7) Se un cuore è sordo, è sordo. Con chi non vuol sentire non serve urlare. Prega piuttosto che Dio gli doni orecchi e sussurri le parole che solo Lui sa. Di questi tempi potresti ritrovarti “padre” nella fede di numerosa prole. Non sei felice?

8 ) Davanti al rifiuto continua a cantare le lodi a Dio. C’è chi si è commosso per questa mite insistenza.

9) Un documento interpretativo è l’interpretazione della norma, non è la contraddizione della norma; e talvolta quello che crediamo essere “restrizione” della norma è semplice “discrezione”. Perciò dormi tranquillo, perché tanto la tua comunione frequente e il tuo Rosario quotidiano non vengono toccati.

10) Come ordinano i preti e cosa facciano a Milano sono faccende che riguardano i preti e chi abita a Milano. Lascia che chi deve decidere decida, perché non capiti di arrogarti diritti che non hai, e ancor peggio, di violare diritti che altri hanno. E poi, per risolvere certe faccende, converrai bisognerebbe rivedere la Ministeria Quaedam. Non si può fare tutto insieme.

11) Le norme non sono cannoni, l’Istruzione non è una mitragliatrice, l’Ecclesia Dei non è il Quartier Generale della battaglia finale. Dovresti aspirare a metterti in testa un’aureola, non un elmetto.

12) Il SP è salvo perché è nelle mani di questo meraviglioso Papa. Lo è sempre stato e lo sarà sempre. Quindi sta sereno, prosegui umile e confida in Dio. L’Istruzione che non ti cambierà la vita è pronta. Tu, piuttosto, sei pronto?

 

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Breve rassegna stampa sulla Universae Ecclesiae

Una lezione di stile. Cattolico - di P. Sequeri - Avvenire 14.05.2011 - LINK 1
Preti e seminaristi a lezione di latino - di G. Galeazzi - LaStampa 14.05.2011 - LINK 2
Sulla Messa antica il Papa insegna equilibrio - P. Rodari - PalazzoApostolico 13.5.11 - LINK 3
Ratzinger e la Chiesa Anarchica - di G. Zizola - La Repubblica 14.05.2011 p. 23 - LINK 43
La messa in latino: un diritto dei fedeli - di M . Ansaldo 14.05.2011 p. 23 - LINK 5
La grande lezione di Benedetto XVI e la Tradizione vivente - di A. Schwibach -Kath.net LINK 6
Niente comunione in mano alle Messe tridentine - Cordialiter - LINK 7
Messa in latino, ma non contro il Concilio - A. Bobbio - Famiglia Cristiana 13.05.2011 - LINK 8
Il Vaticano dice ai Vescovi: siate generosi ... - J. Thavis - Catholic Herald 13.05.2011 - LINk 9
Messa in rito antico: istruzioni per l'uso - di M. Introvigne - La Bussola Quotidiana - LINK 10
Santa Messa in Latino. le istruzioni - SIR 13.05.2011 - LINK 11
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per una più ricca e completa rassegna stampa, si vada al ricchissimo blog AmiciDiPapaRatzinger4

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Su Radio Vaticana l'istruzione Universae Ecclesiae


Per ascoltare l'audio dell'intervento andato in onda, cliccare qui al LINK di R.V.



e qui di seguito il testo sul sito di Radio Vaticana (che trovate qui)

Istruzione "Universae Ecclesiae"
per l'applicazione del "Summorum Pontificum" sulla liturgia preconciliare



Fornire alla Chiesa una serie di norme per regolare la celebrazione della Messa in latino, secondo il rito in vigore fino al 1962, che a tutt’oggi è considerato una “ricchezza” della Liturgia romana. È questo il motivo di fondo dell’Istruzione Universae Ecclesiae, resa nota oggi dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei e scritta per disciplinare l’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, pubblicato nel 2007. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La parte introduttiva dell’Istruzione Universae Ecclesiae chiarisce in modo semplice e immediato i suoi scopi: nella Chiesa esistono gruppi di fedeli, e sono “in aumento”, i quali, essendosi “formati allo spirito delle forme liturgiche precedenti al Concilio Vaticano II”, desiderano ancora oggi “conservare la tradizione antica”, cioè la facoltà di poter celebrare la Messa o altri Sacramenti secondo i canoni in vigore fino al 1962, quelli contenenti gli ultimi aggiornamenti apportati da Giovanni XXIII e contenuti nel Missale Romanum del tempo. Il complesso di questi riti del passato non è mai stato abolito né in qualche modo rinnegato dalla Chiesa post-conciliare, che invece considera tuttora le antiche formule una sua grande “ricchezza”, da “conservare con il debito onore”. Il fatto è che – una volta entrata in vigore la riforma liturgica del Vaticano II con il nuovo Messale approvato da Paolo VI nel 1970 – mancava una normativa dettagliata che disciplinasse l’uso del vecchio ed è per questo che Benedetto XVI, spiega l’Istruzione, ha scritto nel 2007 il Motu Proprio Summorum Pontificum: proprio per “colmare” questa lacuna giuridica.

Circa il fatto della coesistenza della forma liturgica antica (che la Chiesa chiama forma extraordinaria) accanto a quella attuale (la forma ordinaria), il Papa si era espresso con chiarezza già tre anni fa, nella Lettera con la quale aveva accompagnato il Motu Proprio. Anche l’Istruzione Universae Ecclesiae, che porta la data del 30 aprile 2011, cita le sue parole: “Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Messale Romano. Nella storia della liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso”. Né vi è alcuna incongruenza sul fatto che l’Istruzione della Commissione Ecclesia Dei detti le regole per l’applicazione del Motu Proprio a distanza di oltre tre anni. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, spiega in una nota che ciò era stato previsto dal Papa stesso, il quale nel 2007 aveva per l’appunto invitato i vescovi a scrivere “tre anni dopo l’entrata in vigore” del Motu Proprio, segnalando eventuali “difficoltà”, alle quali si sarebbero cercate vie di “rimedio”.

Ciò detto, e dopo aver ricordato i compiti e i doveri della Commissione Ecclesia Dei, incaricata di sovrintendere alla corretta applicazione del Summorum Pontificum, i numeri dal 12 al 35 dell’Istruzione stabiliscono cosa fare nel caso in cui esistano in diocesi o parrocchie dei “gruppi di fedeli stabili,” che chiedano di celebrare secondo le antiche liturgie latine. Anzitutto, si legge, i vescovi hanno il compito di “adottare le misure necessarie per garantire il rispetto della forma extraordinaria del Rito Romano”. Anche i singoli sacerdoti, parroci o rettori, sono esortati a uno “spirito di generosa accoglienza” nel valutare la richiesta di tali gruppi. Tuttavia, si specifica al n. 16, nel caso in cui un sacerdote si presenti occasionalmente in una parrocchia e chieda di celebrare in latino, il parroco o comunque il responsabile della Chiesa “ammettano – si afferma – tale celebrazione”. Dal canto loro, i gruppi di fedeli che chiedono di poter celebrare secondo l’uso antico in una chiesa parrocchiale, in un oratorio o in una cappella, possono essere costituiti anche da persone provenienti “da diverse parrocchie o diocesi”. Al contrario (n. 19), vieta che questi fedeli appartengano o sostengano gruppi “contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria” e che si dichiarino contro il Papa “come Pastore Supremo della Chiesa universale”.

L’Istruzione ricorda, fra l’altro, che la possibilità di celebrare in forma extraordinaria è estesa ai “santuari e ai luoghi di pellegrinaggio”; che i suddetti gruppi di fedeli possono richiederla per la celebrazione del Triduo pasquale e anche che è possibile utilizzarla per il rito della Cresima e in alcuni casi per l’ordinazione sacerdotale. La normativa individua pure nella “conoscenza basilare” della lingua latina una delle caratteristiche che rendono “idoneo” il sacerdote a celebrare secondo le antiche formule, e sollecita quindi i seminari a dotare i futuri presbiteri di una “preparazione adeguata” in materia. Altre norme disciplinano l’uso dei libri liturgici e del breviario, della celebrazione della Messa cosiddetta “senza popolo”, delle letture della Messa che, secondo il Messale del ’62, possono essere proclamate o “esclusivamente in lingua latina”, oppure seguite dalla traduzione in “lingua vernacola”, o ancora, nelle cosiddette “Messe lette”, nella sola lingua vernacola.

L’Istruzione stabilisce che in caso di contrasti, per esempio contro eventuali decisioni adottate da un vescovo contrarie al Motu proprio, si possa fare ricorso presso la Commissione Ecclesia Dei – ferma restando, ricorda padre Lombardi nella sua nota, “la possibilità di impugnare ulteriormente le decisioni della Commissione stessa presso il Tribunale supremo della Segnatura Apostolica”. A lettura compiuta, chiosa il direttore della Sala Stampa vaticana, “rimane l’impressione di un testo di grande equilibrio, che intende favorire – secondo l’intenzione del Papa – il sereno uso della liturgia precedente alla riforma da parte di sacerdoti e fedeli che ne sentano il sincero desiderio per il loro bene spirituale; anzi, che intende garantire la legittimità e l’effettività di tale uso nella misura del ragionevolmente possibile. Allo stesso tempo – conclude padre Lombardi – il testo è animato da fiducia nella saggezza pastorale dei vescovi, e insiste molto fortemente sullo spirito di comunione ecclesiale che deve essere presente in tutti – fedeli, sacerdoti, vescovi – affinché la finalità di riconciliazione, così presente nella decisione del Santo Padre, non venga ostacolata o frustrata, ma favorita e raggiunta”.


[Modificato da Caterina63 17/05/2011 15:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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