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Benedetto XVI Viaggio Apostolico in Croazia dal 4-5 giugno 2011 per la Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2011 21:28
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Le statistiche Chiesa Cattolica in Croazia
 
CITTA' DEL VATICANO, 17 MAG. 2011 (VIS). Il 4 e 5 giugno prossimo, il Santo Padre Benedetto XVI compirà un Viaggio Apostolico in Croazia, in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Questa mattina sono state pubblicate le statistiche della Chiesa cattolica in Croazia. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2009, sono a cura dell'Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa.
 
  La Croazia, la cui capitale è Zagabria, conta una popolazione di 4.429.000 abitanti, dei quali 3.981.000 cattolici; l'89,88% della popolazione.

                                                             


Il Paese ha 17 circoscrizioni ecclesiastiche e 1.598 parrocchie.
I Vescovi sono attualmente 25,
i sacerdoti 2.343,
i religiosi 3.711,
i membri laici di Istituti Secolari sono 44
e 1.912 i catechisti.
I seminaristi minori sono 149 e i maggiori 438.
 
  Un totale di 13.362 studenti frequentano i 41 centri di istruzione diretti da ecclesiastici, dalle scuole materne all'università. In Croazia i centri caritativi e sociali di proprietà della Chiesa o diretti da ecclesiastici o religiosi, contano:
1 ambulatorio;
30 case per anziani, invalidi e minorati;
53 orfanotrofi e asili nido;
14 consultori familiari ed altri centri per la protezione della vita;
16 centri speciali di educazione o rieducazione sociale e 6 istituzione di altri tipo.

Durante la Seconda guerra mondiale la Jugoslavia fu spartita tra le potenze dell'Asse e in Croazia fu instaurato il regime ustascia che diede vita allo Stato Indipendente di Croazia. Mentre professava la sua adesione al cattolicesimo, ritenuto l'elemento più importante dell'identità nazionale croata, il regime ustascia, ferocemente razzista, si rese colpevole di massacri etnici, ai danni dei serbi ortodossi, degli ebrei e degli zingari. La Chiesa cattolica, pur condannando il razzismo e i delitti compiuti, dimostrò prevalentemente una vicinanza al regime di Ante Pavelić, valutando positivamente l'indipendenza croata. Ufficialmente il governo croato non fu mai riconosciuto dalla Santa Sede.

Al processo allestito nel 1946 contro l'arcivescovo di Zagabria Alojzije Stepinac , lo stesso arcivescovo dichiarò che furono uccisi dal movimento di liberazione nazionale tra i 260 e i 270 sacerdoti, furono chiuse le scuole cattoliche, limitata l'istruzione religiosa, espropriate le proprietà della Chiesa, requisite le tipografie e violata la libertà di stampa, introdotto il matrimonio civile, confiscati chiese ed edifici religiosi, aggrediti i vescovi e derisa la religione dall'insegnamento ufficiale delle scuole.

L'arcivescovo Stepinac fu condannato ad una pena di 16 anni di reclusione.

il sito della Diocesi , in croato




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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25/05/2011 00:00
 
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Presentazione dell’inno ufficiale ("Fedeli a Cristo per sempre") del Primo incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, occasione per la quale Benedetto XVI visita la Croazia (Villa)

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CROAZIA (4 - 5 GIUGNO 2011): LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo, con il permesso del traduttore, il seguente testo:

Fedeli a Cristo per sempre

di Guido Villa

A Zagabria e in tutta la Croazia fervono i preparativi per la visita pastorale di papa Benedetto XVI del 4 e 5 giugno prossimi.
Venerdì 20 maggio è stato presentato l’inno ufficiale del Primo incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, occasione per la quale Benedetto XVI visita la Croazia.
Questa canzone, dal titolo “Kristu vjerni zauvijek” (“Fedeli a Cristo per sempre”) è stata scritta dal gruppo di autori Bruno Kozina, Verica Kraš Villa, Krešimir Miletić e Petar Krešimir Hodžić, tre semplici padri e una madre di famiglia, attivi nella pastorale famigliare presso la Conferenza Episcopale croata e nell'arcidiocesi di Zagabria.
Il testo è di forte spessore spirituale ed espone il cammino che le famiglie cattoliche hanno intrapreso per testimoniare la presenza di Cristo in una società, quella croata, che sta sempre più perdendo il proprio carattere cristiano e cattolico. Il concetto principale, ripetuto diverse volte, è quello del “creare”. Memori della creazione dell'uomo e della donna da parte di Dio Padre, resi una sola persona dal vincolo dell'amore riversato nei loro cuori da Cristo, che unisce e crea la famiglia attraverso il sacramento del matrimonio, essi sono chiamati a ripetere l'azione creativa di Dio e di fare dono della vita a nuove creature. La famiglia che vive in Dio vede l’amore rinascere ogni giorno e nutrirsi di gesti semplici e quotidiani (“nello sguardo del mio sposo / e nel sorriso di mio figlio”), vive nella pace e non ha timore di essere generosa donatrice di vita (con lo Spirito Santo tra noi / non c’è paura di fronte alla vita). Essendo aperta alla vita, essa prosegue la sua azione creatrice portando l’amore là dove esso manca (“costruire un ponte dove c'è un dirupo / per arrivare al mio prossimo / sollevargli il peso / e amarlo“). L’amore all’interno della famiglia, proprio perché “amore”, si dona all’altro, ai fratelli nel bisogno, e la famiglia diventa testimone e annunciatrice del Regno di Dio nell’intera società.
Presentando l’inno dell’incontro all’opinione pubblica, Petar Krešimir Hodžić, responsabile dell’Ufficio per la pastorale famigliare della Conferenza Episcopale croata, ha spiegato i motivi della scelta di questa canzone quale inno ufficiale del primo Incontro delle famiglie cattoliche croate: “La canzone 'Kristu vjerni zauvijek' (‘Fedeli a Cristo per sempre’) con parole forti e profonde presenta la famiglia quale nostra eredità e futuro, poiché essa, unita a Cristo, ha in Lui il suo sostegno più forte. “Questa canzone, con un linguaggio musicale contemporaneo, esprime il senso e il messaggio dell’incontro ed è capace di toccare le corde più intime dell’anima“.
Verica Kraš Villa, una dei coautori del testo, aggiunge come “ogni nostro giorno e tutto ciò che abbiamo, soprattutto il nostro matrimonio e la nostra famiglia, ha un senso solamente se ogni giorno mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio. Riconosciamo che è Gesù ad averci unito, che con il dono dei figli Egli ci unisce in una famiglia. Questa famiglia non è chiusa in se stessa, ma è chiamata ad amare e aiutare gli altri”.
Le famiglie croate danno un calorosissimo benvenuto a papa Benedetto XVI, e chiedono la sua parola e la sua benedizione di ‘dolce Cristo in terra’, e in sua presenza “rinnovano il voto, già espresso tante volte nella loro travagliata storia, di essere fedeli a Cristo e alla Chiesa e di trasmettere questi valori alle generazioni che verranno, le quali rappresentano l’eredità e il futuro del popolo croato”, affinché anche esse siano “fedeli a Cristo per sempre” .
Di seguito riportiamo il testo originale croato dell’inno dell’incontro e, in calce, la traduzione in italiano. Chi desidera ascoltare l’inno, molto pregevole anche musicalmente, e interpretato da alcuni tra i più noti rappresentanti della scena musicale cattolica croata, quali Željka Marinović, Renata Sabljak, Čedo Antulić e il gruppo Fides, lo può trovare qui.

http://www.papa.hr/images/stories/audio/mp3/kristu_vjerni_zauvijek.mp3

KRISTU VJERNI ZAUVIJEK

Budi se dan
i novo svitanje,
u Tvojoj ruci, Bože,
ja osjećam se dobro
i ispunjen.

U pogledu supruga
i osmjehu djeteta, uvijek znam:
Isuse, Ti si naša snaga
i radost što nas spaja
u obitelj.

Refren:
Dobro došao, Sveti Oče,
kršćanska obitelj naš je dom,
naša baština i budućnost,

ona je temelj društvu svom,
gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek…

Želim stvarati,
gdje je klanac, most sagraditi,
svome bližnjemu prići
i teret mu dići,
i voljeti.

Dogodilo se čudo,
pronašli smo mir u srcima.
Jer s Duhom Svetim među nama
u ljubavi bez straha
za život...

Refren:

Dobro došao, Sveti Oče,
kršćanska obitelj naš je dom,
naša baština i budućnost,

ona je temelj društvu svom,
gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek…

Benedikte, Sveti Oče,

blagoslovi obiteljski dom,

našu baštinu i budućnost,

hrvatski zavjet putu tom,

gdje se stvara blagostanje,
odgovorno živi Božja riječ,
za Hrvatsku koja kliče:
Kristu vjerni zauvijek….

FEDELI A CRISTO PER SEMPRE

(voce maschile)

Il giorno si risveglia

ecco una nuova alba

nelle Tue mani, o Dio,

mi sento sereno

e realizzato.

(voce femminile)

Nello sguardo del mio sposo

e nel sorriso di mio figlio, io so

che Tu, Gesù, sei la nostra forza

e la gioia che ci unisce

in una famiglia.

Ritornello:

Benvenuto, Santo Padre,

la famiglia cristiana è il nostro focolare

nostra eredità e futuro

essa è il fondamento della società

dove si crea l’armonia

la Parola di Dio vive qui

per la Croazia che acclama

fedeli a Cristo per sempre.

(voce femminile)

Desidero creare

costruire un ponte dove c'è un dirupo

per arrivare al mio prossimo

sollevargli il peso

e amarlo.

(voce maschile)

E' avvenuto un miracolo

abbiamo trovato la pace nei cuori

perché con lo Spirito Santo tra noi

nell'amore non c'è paura

di fronte alla vita…

Ritornello:

Benvenuto, Santo Padre,

la famiglia cristiana è il nostro focolare

nostra eredità e futuro

essa è il fondamento della società

dove si crea l’armonia

la Parola di Dio vive qui

per la Croazia che acclama

fedeli a Cristo per sempre.

Benedetto, Santo Padre,

benedici la nostra famiglia,

nostra eredità e futuro,

il voto dei croati su questo cammin,

dove si crea l’armonia,

la Parola di Dio vive qui,

per la Croazia che acclama:

fedeli a Cristo per sempre.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/05/2011 19:34
 
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[SM=g1740722] kathspace.com/community/kathspace/blog/apostolische-reise-nach-...

[SM=g1740717]



[SM=g1740722] qui a seguire due delle 4 domande rivolte al Papa in aereo per la Croazia
www.gloria.tv/?media=168343



[SM=g1740717]
[Modificato da Caterina63 21/06/2011 21:28]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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27/05/2011 13:16
 
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Petak, 27 svibnja 2011 09:34

Le pianete, realizzate in tutti e quattro i colori liturgici, sono uno dei numerosi doni che verranno fatti al Santo Padre Benedetto XVI in occasione della sua visita apostolica nel nostro Paese. Il dono gli verrà fatto dall’Unione dei Superiori Maggiori e dalla Conferenza delle Superiori Maggiori.

Una delle suore che ha realizzato questo dono ha rivelato a papa.hr .che i motivi che decorano le pianete, lavorate da quattro suore della congregazione delle “Figlie della Divina Carità”, rappresentano due croci intrecciate nel ‘pleter’ croato, due chiavi incrociate quale simbolo dello Stato Vaticano, e la sigla IHS, “L’arrivo del Papa è un grande avvenimento, e il lavoro fatto per questo dono ha per me un grande significato, poiché lavoro per la gloria di Dio” ha affermato una delle suore.

 

Esse hanno lavorato queste pianete per circa due mesi avvalendosi di una tecnica manuale con l’ausilio di vecchie macchine. Le suore si sono suddivise i compiti come fanno sempre quando lavorano una pianeta, e cioè una di loro lavorava ai bozzetti dei simboli, mentre le altre tagliavano e ricamavano.

Le suore della Congregazione ‘Figlie della Divina Carità’ hanno realizzato le pianete anche per le due visite di Papa Giovanni Paolo II in Croazia nel 1994 e 1998, e oggi come allora, hanno lavorato alla realizzazione di ogni pianeta con dedizione totale, coscienti che sarebbero state indossate per le S. Messe.

Autore: D.M.

 

 

 

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CROAZIA (4 - 5 GIUGNO 2011): LO SPECIALE DEL BLOG

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN CROAZIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE (4 - 5 GIUGNO 2011) - PROGRAMMA

IL PAPA IN CROAZIA: IL SITO DELLA VISITA

L'omelia pronunciata nel 1998 da Joseph Ratzinger nel centenario della nascita del cardinale Alojzije Stepinac: Difese le cose di Dio contro la falsa onnipotenza dell'uomo (O.R.)

ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI PRECEDENTI IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE

Il Papa in Croazia, Mons. Marin Barišić: Un’occasione felice che arricchisce la Chiesa e l’intera società croata (Sir)

Viaggio del Papa in Croazia, una suora: “Realizzare la pianeta del Papa è un vero onore”

Croazia, Andrija Franić: “La tambura che sarà donata al Papa rappresenta il punto più alto della mia carriera”

Croazia, pubblicata una serie delle medaglie d'oro e d'argento in onore di Benedetto XVI

Croazia, istruzioni ai sacerdoti e ai fedeli relative alla registrazione e alla partecipazione alle celebrazioni con il Santo Padre

Dichiarazione di Mons. Marin Barišić (Spalato-Macarsca) sulla prossima visita del Papa in Croazia

Brani da due omelie del beato card. Stepinac, nelle quali il porporato condanna l'antisemitismo nazista della Germania e del regime croato di Ante Pavelić

Simbolismo del logo “Zajedno u Kristu” (“Insieme in Cristo”) creato per la visita del Papa in Croazia

Presentazione dell’inno ufficiale ("Fedeli a Cristo per sempre") del Primo incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, occasione per la quale Benedetto XVI visita la Croazia (Villa)

Il Papa in Croazia dal 4 al 5 giugno per la giornata nazionale delle famiglie cattoliche (O.R.)

Pubblicato il programma ufficiale del viaggio di Benedetto XVI in Croazia

In Croazia il Papa incontrerà le famiglie e pregherà sulla tomba del card. Stepinac (TMNews)

A Zagabria il Papa pregherà sulla tomba del card. Alojzije Stepinac e incoraggerà la difesa dei valori morali (Izzo)

Croazia: presentato il logo della visita di Papa Benedetto (Sir)

Croazia: lettera dei vescovi per la visita del Papa prevista per giugno

Croazia: reso noto il programma della visita di Benedetto XVI del giugno 2011 (Radio Vaticana)

Pubblicato il programma del viaggio apostolico del Papa in Croazia

Visita del Papa in Croazia dal 4 al 5 giugno 2011

Benedetto XVI a Zagabria il 4 giugno 2011. Lo annuncia la Conferenza dei vescovi croati

Benedetto XVI si recherà in Croazia nel 2011 (Zenit)

L’annuncio del cardinale Bozanić: il Papa in Croazia nel 2011 (Radio Vaticana)

Il Papa visiterà la Croazia nella prima metà del 2011 (Asca)

L'arcivescovo di Zagabria: Benedetto XVI si recherà in visita ufficiale in Croazia molto probabilmente entro la prima metà del 2011


Fraternamente CaterinaLD

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27/05/2011 15:35
 
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NOVENA ALLA SACRA FAMIGLIA IN PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE ALLA SACRA FAMIGLIA

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo il seguente testo aderendo all'iniziativa:

OGGI INIZIA LA NOVENA ALLA SACRA FAMIGLIA IN PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE ALLA SACRA FAMIGLIA

Oggi, venerdì 27 maggio 2011, a nove giorni dalla celebrazione del Primo Incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate, che si terrà all’Ippodromo di Zagabria e verrà presieduto da papa Benedetto XVI, nelle diocesi, parrocchie e famiglie in tutta la Croazia inizia la novena alla Sacra Famiglia.
Questa novena è stata pensata quale preparazione immediata alla celebrazione della Giornata delle Famiglie, ovvero come preparazione spirituale per i due importanti gesti con i quali terminerà il programma di preghiera nell'immediata vigilia della Celebrazione eucaristica, e cioè il rinnovo delle promesse matrimoniali con un ringraziamento per la fertilità matrimoniale e il dono dei figli, nonché l'Atto di consacrazione delle famiglie croate alla Sacra Famiglia.

Per la prima volta nella storia del popolo croato le famiglie croate verranno consacrate e poste sotto la protezione della Sacra Famiglia, esempio di vita delle virtù familiari cristiane e di realizzazione della volontà di Dio. Questi due atti, quale parte conclusiva della veglia di preghiera, saranno guidati da mons. Valter Župan, vescovo di Veglia, nonché Presidente del Consiglio della conferenza Episcopale croata per le famiglie e del Comitato della Conferenza Episcopale croata per i contenuti dedicati alle famiglie.
Invitiamo le famiglie e i fedeli italiani a unirsi con noi nella preghiera, perché la famiglia sia preservata dai gravi pericoli che la sovrastano e le famiglie cattoliche possiamo essere esempio di santità, amore, concordia, rispetto reciproco e accoglienza alla vita nascente.

[Modificato da Caterina63 04/06/2011 12:44]
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04/06/2011 12:32
 
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VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA
(4-5 GIUGNO 2011)

CERIMONIA DI BENVENUTO

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Aeroporto Internazionale di Zagreb Pleso
Sabato,
4 giugno 2011

 

Signor Presidente della Repubblica,
venerati Fratelli nell’Episcopato,
distinte Autorità,
cari fratelli e sorelle!

Con profonda gioia vengo in mezzo a voi come pellegrino, nel nome di Gesù Cristo. Rivolgo il mio più cordiale saluto all’amata terra croata e, quale successore dell’apostolo Pietro, stringo in un grande abbraccio tutti i suoi abitanti. Saluto in particolare la Comunità cattolica: i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, specialmente le famiglie di questa terra, fecondata dall’annuncio del Vangelo, speranza di vita e di salvezza per ogni uomo. Rivolgo un deferente saluto a Lei, Signor Presidente della Repubblica, e alle altre Autorità civili e militari qui convenute. La ringrazio, Signor Presidente, per le cortesi parole che mi ha indirizzato, e formulo ogni miglior auspicio per l’alto incarico a Lei affidato e per la pace e la prosperità dell’intera Nazione.

Desidero in questo momento ricongiungermi idealmente alle tre visite pastorali compiute in Croazia dal mio amato predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, e ringraziare il Signore per la lunga storia di fedeltà che lega il vostro Paese alla Santa Sede. Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli. Le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di “spazi del privato”, richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell’identità del vecchio Continente.

A vent’anni dalla proclamazione dell’indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell’Unione Europea, la storia passata e recente di questo vostro Paese può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l’intera compagine, a conservare e a ravvivare l’inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani. Possa così questa cara Nazione, forte della sua ricca tradizione, contribuire a far sì che l’Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale.

Con il motto “Insieme in Cristo”, cari fratelli e sorelle, giungo a voi per celebrare la 1ª Giornata Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Questo importante momento sia occasione per riproporre i valori della vita familiare e del bene comune, per rafforzare l’unità, ravvivare la speranza e guidare alla comunione con Dio, fondamento di condivisione fraterna e di solidarietà sociale.

Ringrazio sentitamente fin da ora tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e all’organizzazione della mia visita. Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l’intercessione e l’aiuto del Beato Alojzije Stepinac, Pastore amato e venerato dal vostro popolo . Possa egli accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini. San Giuseppe, custode premuroso del Redentore e celeste Patrono della vostra Nazione, insieme con la Vergine Maria, “Fidelissima Advocata Croatiae”, vi ottenga oggi e sempre pace e salvezza. Grazie!

 Pope Benedict XVI walks with Croatia's president Ivo Josipovic, right, upon his arrival at the Zagreb airport, Croatia, Saturday, June 4, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.Pope Benedict XVI smiles while extending a greeting as he boards a plane for his two-day visit to Croatia at Fiumicino Airport in Rome June 4, 2011.

Pope Benedict XVI, left, delivers a speech as Croatia's president Ivo Josipovic listens, upon his arrival at the Zagreb airport, Croatia, Saturday, June 4, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

 

 Pope Benedict XVI offers a greeting from the steps of a plane before leaving for Croatia on June 4, 2011 at Rome's Fiumicino International Airport. Croatia's Catholics hope a visit by Pope Benedict XVI this weekend will strengthen traditional values, amid fears the nation's religious identity will suffer if it succeeds in joining the European Union.A woman past a poster of Pope Benedict XVI in Zagreb June 3, 2011. Pope Benedict will visit Zagreb from June 4 to 5.

 

[Modificato da Caterina63 04/06/2011 12:36]
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Il Papa: Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro

Pope Benedict XVI looks through a car window at Pleso International Airport in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI looks on during a meeting at the Croatian National theatre in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.


VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011), 04.06.2011

Incontro con esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i leaders religiosi nel Teatro Nazionale Croato (Zagreb, 4 giugno 2011)

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Gospodine Predsjedniče,
Gospodo kardinali,
časna braćo Biskupi,
poštovane dame i gospodo,
draga braćo i sestre!

Sretan sam što mogu započeti svoj posjet susrećući vas, koji predstavljate razne slojeve
hrvatskog društva i diplomatski zbor. Srdačno pozdravljam svakoga osobno kao i stvarnosti
kojima pripadate: vjerske zajednice, političke, znanstvene i kulturne ustanove, područja
umjetnosti, gospodarstva i športa.

[Signor Presidente,
Signori Cardinali,
venerati Fratelli,
illustri Signori e Signore,
cari fratelli e sorelle!

[Sono molto lieto di entrare nel vivo della mia visita incontrando voi, che rappresentate ambiti qualificati della società croata e il Corpo diplomatico.
Il mio saluto cordiale va a ciascuno personalmente e anche alle realtà vitali a cui appartenete: alle comunità religiose, alle istituzioni politiche, scientifiche e culturali, ai settori artistico, economico, sportivo].

Ringrazio sentitamente Mons. Puljić e il Prof. Zurak per le cortesi parole che mi hanno rivolto, come pure i musicisti che mi hanno accolto con il linguaggio universale della musica.
La dimensione dell’universalità, distintiva dell’arte e della cultura, è particolarmente congeniale al Cristianesimo e alla Chiesa Cattolica.

Cristo è pienamente uomo, e tutto ciò che è umano trova in Lui e nella sua Parola pienezza di vita e di significato.

Questo splendido Teatro è un luogo simbolico, che esprime la vostra identità nazionale e culturale. Potervi incontrare qui, riuniti insieme, è un motivo ulteriore di gioia dello spirito, perché la Chiesa è un mistero di comunione e gioisce sempre della comunione, nella ricchezza delle diversità.

La partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane, come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l’ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l’uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace.

Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione.

E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello della coscienza.

Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all’Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale.

Ebbene, le grandi conquiste dell’età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi.
La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto “critico” che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione.


Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione.
Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro.


Sono grato al Prof. Zurak perché ha ricordato le radici cristiane di numerose istituzioni culturali e scientifiche di questo Paese, come del resto è avvenuto in tutto il continente europeo.

Ricordare queste origini è necessario, anche per la verità storica, ed è importante saper leggere in profondità tali radici, perché possano animare anche l’oggi. Decisivo, cioè, è cogliere il dinamismo che sta dentro l’avvenimento – per esempio – della nascita di un’università, o di un movimento artistico, o di un ospedale. Occorre comprendere il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell’oggi tale dinamismo, che è una realtà spirituale che diventa culturale e quindi sociale.


Alla base di tutto ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verità e del bene. Ne sono stati citati alcuni, tra i figli illustri di questa terra.
Vorrei soffermarmi su Padre Ruđer Josip Bošković, gesuita, che nacque a Dubrovnik trecento anni or sono, il 18 maggio 1711.
Egli impersona molto bene il felice connubio tra la fede e la scienza, che si stimolano a vicenda per una ricerca al tempo stesso aperta, diversificata e capace di sintesi. La sua opera maggiore, la Theoria philosophiae naturalis, pubblicata a Vienna e poi a Venezia a metà del Settecento, porta un sottotitolo molto significativo: redacta ad unicam legem virium in natura existentium, cioè “secondo l’unica legge delle forze esistenti in natura”.
In Bošković c’è l’analisi, c’è lo studio di molteplici rami del sapere, ma c’è anche la passione per l’unità. E questo è tipico della cultura cattolica. Per questo è segno di speranza la fondazione di un’Università Cattolica in Croazia.

Auspico che essa contribuisca a fare unità tra i diversi ambiti della cultura contemporanea, i valori e l’identità del vostro Popolo, dando continuità al fecondo apporto ecclesiale alla storia della nobile Nazione croata. Ritornando a Padre Bošković, gli esperti dicono che la sua teoria della “continuità”, valida sia nelle scienze naturali sia nella geometria, si accorda in modo eccellente con alcune delle grandi scoperte della fisica contemporanea.

Che dire? Rendiamo omaggio all’illustre Croato, ma anche all’autentico Gesuita; rendiamo omaggio al cultore della verità che sa bene quanto essa lo superi, ma che sa anche, alla luce della verità, impegnare fino in fondo le risorse della ragione che Dio stesso gli ha dato.

Oltre all’omaggio, però, occorre far tesoro del metodo, dell’apertura mentale di questi grandi uomini. Ritorniamo dunque alla coscienza come chiave di volta per l’elaborazione culturale e per la costruzione del bene comune. È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il “grande codice” della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (Caritas in veritate, 1).

Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito, nel gioco e nello sport, nelle relazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico.

È qui che i Christifideles laici sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione.

Cijenjeni prijatelji, vaša nazočnost i hrvatska kulturna baština potaknuli su me na ova kratka promišljanja. Ostavljam vam ih kao znak mojega poštovanja, a povrh svega kao želju Crkve da, pronoseći svjetlo Evanđelja, hodi u vašem narodu. Zahvaljujem vam na pozornosti i od srca blagoslivljam vas, vaše najmilije i vaše rad.

[Illustri amici, la vostra presenza e la tradizione culturale croata mi hanno suggerito queste brevi riflessioni. Ve le lascio quale segno della mia stima e soprattutto della volontà della Chiesa di camminare con la luce del Vangelo in mezzo a questo popolo. Vi ringrazio per la vostra attenzione e di cuore benedico tutti voi, i vostri cari e le vostre attività.]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA
(4-5 GIUGNO 2011)


VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI
 

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Piazza del Bano Josip Jelačič
 - Zagreb
Sabato,
4 giugno 2011

 

Cari giovani!

Vi saluto tutti con grande affetto! Sono particolarmente contento di essere con voi, in questa piazza storica che rappresenta il cuore della città di Zagabria. Un luogo di incontri e di comunicazione, dove spesso dominano il rumore e il movimento della vita quotidiana. Ora, la vostra presenza la trasforma quasi in un “tempio”, la cui volta è il cielo stesso, che questa sera sembra come chinarsi su di noi. Nel silenzio vogliamo accogliere la Parola di Dio che è stata proclamata, perché illumini le nostre menti e riscaldi i nostri cuori.

Ringrazio vivamente Mons. Srakić, il Presidente della Conferenza Episcopale, per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro; e in modo particolare saluto e ringrazio i due giovani, che ci hanno offerto le loro belle testimonianze. L’esperienza vissuta da Daniel ricorda quella di sant’Agostino: è l’esperienza del cercare l’amore “fuori” e poi scoprire che è più vicino a me di me stesso, mi “tocca” nel profondo e mi purifica… Mateja invece ci ha parlato della bellezza della comunità, che apre il cuore, la mente e il carattere… Grazie a tutti e due!

San Paolo – nella Lettura che è stata proclamata – ci ha invitato ad essere “sempre lieti nel Signore” (Fil 4,4). E’ una parola che fa vibrare l’anima, se consideriamo che l’Apostolo delle genti scrive questa Lettera ai cristiani di Filippi mentre si trova in carcere, in attesa di essere giudicato. Egli è incatenato, ma l’annuncio e la testimonianza del Vangelo non possono essere imprigionati. L’esperienza di san Paolo rivela come sia possibile, nel nostro cammino, custodire la gioia anche nei momenti oscuri. A quale gioia egli fa riferimento? Tutti sappiamo che nel cuore di ognuno dimora un forte desiderio di felicità. Ogni azione, ogni scelta, ogni intenzione porta celata in sé questa intima e naturale esigenza. Ma molto spesso ci si accorge di aver riposto la fiducia in realtà che non appagano quel desiderio, anzi, rivelano tutta la loro precarietà. Ed è in questi momenti che si sperimenta il bisogno di qualcosa che vada “oltre”, che doni senso al vivere quotidiano.

Cari amici, la vostra giovinezza è un tempo che il Signore vi dona per poter scoprire il significato dell’esistenza! È il tempo dei grandi orizzonti, dei sentimenti vissuti con intensità, ma anche delle paure per le scelte impegnative e durature, delle difficoltà nello studio e nel lavoro, degli interrogativi intorno al mistero del dolore e della sofferenza.

Ancora di più, questo tempo stupendo della vostra vita porta in sé un anelito profondo, che non annulla tutto il resto ma lo eleva per dargli pienezza. Nel Vangelo di Giovanni Gesù, rivolgendosi ai suoi primi discepoli, chiede: “Che cosa cercate?” (Gv 1,38). Cari giovani, queste parole, questa domanda attraversa il tempo e lo spazio, interpella ogni uomo e ogni donna che si apre alla vita e cerca la strada giusta... Ed ecco la cosa sorprendente: la voce di Cristo ripete anche a voi: “Che cosa cercate?”. Gesù vi parla oggi: mediante il Vangelo e lo Spirito Santo, Egli è vostro contemporaneo.

È Lui che cerca voi, prima ancora che voi lo cerchiate! Rispettando pienamente la vostra libertà, Egli si avvicina a ciascuno di voi e si propone come la risposta autentica e decisiva a quell’anelito che abita il vostro essere, al desiderio di una vita che valga la pena di essere vissuta. Lasciate che vi prenda per mano! Lasciate che entri sempre di più come amico e compagno del vostro cammino! DateGli fiducia, non vi deluderà mai! Gesù vi fa conoscere da vicino l’amore di Dio Padre, vi fa comprendere che la vostra felicità si realizza nell’amicizia con Lui, nella comunione con Lui, perché siamo stati creati e salvati per amore, e solo nell’amore, quello che vuole e cerca il bene dell’altro, sperimentiamo veramente il significato della vita e siamo contenti di viverla, anche nelle fatiche, nelle prove, nelle delusioni, anche andando controcorrente.

Cari giovani, radicati in Cristo, potrete vivere in pienezza quello che siete. Come sapete, su questo tema ho impostato il mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che ci vedrà riuniti in agosto a Madrid e verso la quale siamo in cammino. Sono partito da un’incisiva espressione di san Paolo: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7). Crescendo nell’amicizia con il Signore, attraverso la sua Parola, l’Eucaristia e l’appartenenza alla Chiesa, con l’aiuto dei vostri sacerdoti, potrete testimoniare a tutti la gioia di aver incontrato Colui che sempre vi accompagna e vi chiama a vivere nella fiducia e nella speranza. Il Signore Gesù non è un Maestro che illude i suoi discepoli: Egli dice chiaramente che il cammino con Lui richiede l’impegno e il sacrificio personale, ma ne vale la pena! Cari giovani amici, non lasciatevi disorientare da promesse allettanti di facili successi, da stili di vita che privilegiano l’apparire a scapito dell’interiorità. Non cedete alla tentazione di riporre fiducia assoluta nell’avere, nelle cose materiali, rinunciando a scorgere la verità che va oltre, come una stella alta nel cielo, dove Cristo vuole condurvi. Lasciatevi guidare alle altezze di Dio! Nella stagione della vostra giovinezza, vi sostiene la testimonianza di tanti discepoli del Signore che hanno vissuto il loro tempo portando nel cuore la novità del Vangelo. Pensate a Francesco e Chiara d’Assisi, a Rosa di Viterbo, a Teresa di Gesù Bambino, a Domenico Savio.

Quanti giovani santi e sante nella grande compagnia della Chiesa! Ma qui, in Croazia, io e voi pensiamo al Beato Ivan Merz. Un giovane brillante, inserito a pieno titolo nella vita sociale, che dopo la morte della giovane Greta, il suo primo amore, intraprende il cammino universitario. Durante gli anni della prima guerra mondiale si trova di fronte alla distruzione e alla morte, ma tutto ciò lo plasma e lo forgia, facendogli superare momenti di crisi e di lotta spirituale. La fede di Ivan si rafforza al punto che si dedica allo studio della Liturgia ed inizia un intenso apostolato tra i giovani stessi. Egli scopre la bellezza della fede cattolica e capisce che la vocazione della sua vita è vivere e far vivere l’amicizia con Cristo. Di quanti gesti di carità, di bontà che stupiscono e commuovono è pieno il suo cammino! Muore il 10 maggio 1928, a soli trentadue anni, dopo alcuni mesi di malattia, offrendo la sua vita per la Chiesa e per i giovani.

Questa giovane esistenza, donata per amore, porta il profumo di Cristo, ed è per tutti un invito a non temere di affidare se stessi al Signore, così come contempliamo, in modo particolare nella Vergine Maria, la Madre della Chiesa, qui venerata e amata con il titolo di “Madre di Dio della Porta di Pietra”. Questa sera, a Lei voglio affidare ciascuno di voi, perché vi accompagni con la sua protezione e soprattutto vi aiuti ad incontrare il Signore e in Lui trovare il significato pieno della vostra esistenza. Maria non ha temuto di donare tutta se stessa al progetto di Dio; in Lei noi vediamo a quale meta siamo chiamati: la piena comunione con il Signore.

Tutta la nostra vita è un cammino verso l’Unità e Trinità d’Amore che è Dio; possiamo vivere nella certezza di non essere mai abbandonati. Cari giovani croati, vi abbraccio tutti come figli! Vi porto nel cuore e vi lascio la mia Benedizione. “Siate sempre lieti nel Signore”! La sua gioia, la gioia del vero amore, sia la vostra forza. Amen. Siano lodati Gesù e Maria!

 

 

Pilgrims gather at Ban Jelacic square in Zagreb June 4, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI arrives to lead a prayer vigil in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI arrives to lead a prayer vigil in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI waves as he arrives in the Papamobile at Ban Jelacic square in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

A woman paints a picture of Pope Benedict XVI in downtown Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI greets the crowd as he makes his way to the main square in Zagreb, Croatia, Saturday, June 4, 2011, where he will hold a vigil with Catholic youth. Pope Benedict XVI is on two-day visit to Croatia.Pope Benedict XVI is greeted during a prayer vigil in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

Croatian pilgrims sing and dance as they wait for Pope Benedict XVI  to arrive  on the main square to hold a Prayer Vigil with Croatian youth in Zagreb Croatia, Saturday, June 4, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

A child waves as Pope Benedict XVI, unseen, passes by in his vehicle on a street in Zagreb, Croatia, Saturday, June 4, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

Youth attend a meeting with Pope Benedict XVI in Zagreb June 4, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

 

 


Fraternamente CaterinaLD

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VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA
(4-5 GIUGNO 2011)

SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE
DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Ippodromo di Zagreb
Domenica, 5 giugno 2011

A woman holds a crucifix and a statue as she and others wait for Pope Benedict XVI to celebrate a mass at the Hippodrome, in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011. Pope Benedict XVI is on two-day visit to Croatia.

 

Cari fratelli e sorelle!

In questa Santa Messa che ho la gioia di presiedere, concelebrando con numerosi Fratelli nell’episcopato e con un gran numero di sacerdoti, ringrazio il Signore per tutte le amate famiglie qui riunite, e per tante altre che sono collegate con noi attraverso la radio e la televisione. Un particolare ringraziamento al Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, per le sentite parole all’inizio della Santa Messa. A tutti rivolgo il mio saluto ed esprimo il mio grande affetto con un abbraccio di pace!

Abbiamo da poco celebrato l’Ascensione del Signore e ci prepariamo a ricevere il grande dono dello Spirito Santo. Nella prima lettura, abbiamo visto come la comunità apostolica era riunita in preghiera nel Cenacolo con Maria, la madre di Gesù (cfr At 1,12-14). E’ questo un ritratto della Chiesa che affonda le sue radici nell’evento pasquale: il Cenacolo, infatti, è il luogo in cui Gesù istituì l’Eucaristia e il Sacerdozio, nell’Ultima Cena, e dove, risorto dai morti, effuse lo Spirito Santo sugli Apostoli la sera di Pasqua (cfr Gv 20,19-23). Ai suoi discepoli, il Signore aveva ordinato di “non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre” (At 1,4); aveva chiesto cioè che restassero insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo. Ed essi si riunirono in preghiera con Maria nel Cenacolo in attesa dell’evento promesso (cfr At 1,14). Restare insieme fu la condizione posta da Gesù per accogliere la venuta del Paraclito, e la prolungata preghiera fu il presupposto della loro concordia. Troviamo qui una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere.

Nel Vangelo, abbiamo ascoltato la prima parte della cosiddetta “preghiera sacerdotale” di Gesù (cfr Gv 17,1-11a) - a conclusione dei discorsi di addio - piena di confidenza, di dolcezza e di amore. Viene chiamata “preghiera sacerdotale”, perché in essa Gesù si presenta in atteggiamento di sacerdote che intercede per i suoi, nel momento in cui sta per lasciare questo mondo. Il brano è dominato dal duplice tema dell’ora e della gloria. Si tratta dell’ora della morte (cfr Gv 2,4; 7,30; 8,20), l’ora nella quale il Cristo deve passare da questo mondo al Padre (13,1). Ma essa è, allo stesso tempo, anche l’ora della sua glorificazione che si compie attraverso la croce, chiamata dall’evangelista Giovanni “esaltazione”, cioè innalzamento, elevazione alla gloria: l’ora della morte di Gesù, l’ora dell’amore supremo, è l’ora della sua gloria più alta. Anche per la Chiesa, per ogni cristiano, la gloria più alta è quella Croce, è vivere la carità, dono totale a Dio e agli altri.

Cari fratelli e sorelle! Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai Vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita. Conosco la generosità e la dedizione con cui voi, cari Pastori, servite il Signore e la Chiesa. Il vostro lavoro quotidiano per la formazione alla fede delle nuove generazioni, come anche per la preparazione al matrimonio e per l’accompagnamento delle famiglie, è la strada fondamentale per rigenerare sempre di nuovo la Chiesa e anche per vivificare il tessuto sociale del Paese. Continuate con disponibilità questo vostro prezioso impegno pastorale!

È ben noto a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione. Il beato Giovanni Paolo II, che per ben tre volte visitò questo nobile Paese, affermava che “la famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della Chiesa in modo proprio e originale, ponendo cioè al servizio della Chiesa e della società se stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita e d’amore” (Familiaris consortio, 50). La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti.

Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi; avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia – quest’anno celebrate i 600 anni del “miracolo eucaristico di Ludbreg”; introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre. Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!

Oggi, grazie a Dio, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore. Il beato Giovanni Paolo II ebbe a dire: “Un’autentica famiglia, fondata sul matrimonio, è in se stessa una buona notizia per il mondo”. E aggiunse: “Nel nostro tempo sono sempre più numerose le famiglie che collaborano attivamente all’evangelizzazione… È maturata nella Chiesa l’ora della famiglia, che è anche l’ora della famiglia missionaria” (Angelus, 21 ottobre 2001).

Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari. Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli.

Care famiglie, siate coraggiose! Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa. Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: “L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé … E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche” (Discorso di apertura del Convegno ecclesiale diocesano di Roma, 6 giugno 2005: Insegnamenti di Benedetto XVI, I, 2005, p. 205). Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!

Care famiglie croate, vivendo la comunione di fede e di carità, siate testimoni in modo sempre più trasparente della promessa che il Signore asceso al cielo fa a ciascuno di noi: “…io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Cari cristiani croati, sentitevi chiamati ad evangelizzare con tutta la vostra vita; sentite con forza la parola del Signore: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). La Vergine Maria, Regina dei croati, accompagni sempre questo vostro cammino. Amen! Siano lodati Gesù e Maria!

 

Pope Benedict XVI, right, celebrates a mass at the Hippodrome in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI, aboard his popemobile, waves at faithful gathering at the Zagreb Hippodrome prior to celebrate a Holy Mass on the National Day of Croatian Family during the last day of his two-day visit to Croatia, Sunday, June 5, 2011.Faithful wait at the Zagreb Hippodrome for the arrival of Pope Benedict XVI for the celebration of a Holy Mass on the National Day of Croatian Family, Sunday, June 5, 2011. The pontiff is  on the last day of his two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI, center, celebrates a mass at the Hippodrome in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011. Pope Benedict XVI is on a two-day visit to Croatia.

Pope Benedict XVI holds the calix as he leads a solemn mass in Zagreb June 5, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.Pope Benedict XVI celebrates a mass at the Hippodrome in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011. Pope Benedict XVI is on two-day visit to Croatia.

A priest listens to a youth confess as Pope Benedict XVI leads a solemn mass in Zagreb June 5, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

A girl waves with the papal flag as Pope Benedict XVI, not seen, arrives at the Hippodrome to celebrate a mass, in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011. Pope Benedict XVI is on two-day visit to Croatia.

 

BENEDETTO XVI

REGINA CÆLI

Ippodromo di Zagreb
Domenica, 5 giugno 2011

  

Cari fratelli e sorelle!

Prima di concludere questa solenne celebrazione, desidero ringraziarvi per la vostra intensa e devota partecipazione, con la quale avete voluto esprimere anche il vostro amore per la famiglia e il vostro impegno in favore di essa – come ha ricordato poc’anzi Mons. Župan, che pure ringrazio di cuore. Oggi io sono qui per confermarvi nella fede; è questo il dono che vi porto: la fede di Pietro, la fede della Chiesa! Ma, al tempo stesso, voi donate a me questa stessa fede, arricchita dalla vostra esperienza, dalle gioie e dalle sofferenze. In particolare, voi mi donate la vostra fede vissuta in famiglia, perché io la conservi nel patrimonio di tutta la Chiesa.

Io so che voi trovate grande forza in Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. Perciò, in questo momento ci rivolgiamo a lei, spiritualmente rivolti al suo Santuario di Marija Bistrica, e le affidiamo tutte le famiglie croate: i genitori, i figli, i nonni; il cammino dei coniugi, l’impegno educativo, il lavoro professionale e casalingo. E invochiamo la sua intercessione perché le pubbliche istituzioni sostengano sempre la famiglia, cellula dell’organismo sociale. Cari fratelli e sorelle, proprio tra un anno, celebreremo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, a Milano. Affidiamo a Maria la preparazione di questo importante evento ecclesiale.

[spagnolo]

En este momento, nos unimos en la oración también con todos aquellos que, en la Catedral de Burgo de Osma, en España, celebran la beatificación de Juan de Palafox y Mendoza, luminosa figura de obispo del siglo diecisiete en México y España; fue un hombre de vasta cultura y profunda espiritualidad, gran reformador, Pastor incansable y defensor de los indios. El Señor conceda numerosos y santos pastores a su Iglesia como el beato Juan.
[In questo momento ci uniamo nella preghiera anche con tutti coloro che, nella Cattedrale di Burgo de Osma, in Spagna, celebrano la beatificazione di Giovanni de Palafox y Mendoza, luminosa figura di vescovo del XVII secolo in Messico e Spagna; fu uomo di vasta cultura e profonda spiritualità, grande riformatore, Pastore instancabile, difensore degli indios. Il Signore conceda numerosi e santi Pastori alla sua Chiesa come il beato Giovanni.]

[sloveno]

Z veseljem pozdravljam slovenske vernike. Hvala za vašo navzočnost. Bog vas blagoslovi!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua slovena. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[serbo]

Поздрављам вернике српског језика. Хвала на вашој присутности. Бог вас благословио!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua serba. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[macedone]

Ги поздравувам со љубов верниците од македонски јазик. Ви благодарам за вашето присуство. Господ да ве благослови!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua macedone. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[ungherese]

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket. Köszönöm, hogy eljöttetek. Az Úr áldását kérem Rátok!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua ungherese. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[albanese]

Përshëndes nga zemra besimtarët shqiptarë. Ju falënderoj për praninë tuaj. Zoti ju bekoftë!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua albanese. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

[tedesco]

Ein herzliches „Grüß Gott“ sage ich den Gläubigen deutscher Sprache. Ich danke euch für eure Teilnahme. Der Herr segne euch alle!
[Saluto con affetto i fedeli di lingua tedesca. Vi ringrazio per la vostra presenza. Il Signore vi benedica!]

Drage obitelji, ne bojte se! Gospodin ljubi obitelj i blizu vam je!
[Care famiglie, non temete! Il Signore ama la famiglia e vi è vicino!]

Regina Caeli…

 

 


Fraternamente CaterinaLD

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Il Papa ai vescovi: A tale proposito, il Beato Cardinale Stepinac così si esprimeva: «Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni … O siamo cattolici o non lo siamo.
Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita» (Omelia nella Solennità dei SS. Pietro e Paolo, 29 giugno 1943).

Pope Benedict XVI attends a liturgy of vesper and a prayer at the tomb of controversial Croatian WWII Cardinal Stepinac at the Zagreb cathedral in Zagreb, Croatia, Sunday, June 5, 2011.


Celebrazione dei Vespri con Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Seminaristi, e preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Viktor Stepinac nella Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e di Santo Stefano (Zagreb, 5 giugno 2011)

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Draga braćo u biskupstvu i u svećeništvu,
Draga braćo i sestre!
Zahvaljujem Gospodinu za ovaj molitveni susret, koji mi omogućuje doživjeti poseban trenutak zajedništva s vama, biskupi, svećenici, posvećene osobe, bogoslovi i sjemeništarci, novaci i novakinje. Od srca vas pozdravljam te vam zahvaljujem za svjedočanstvo koje dajete Crkvi kao što su to učinili toliki Pastiri i Mučenici u ovoj zemlji od svetog Dujma sve do blaženog kardinala Stepinca, ljubljenog kardinala Kuharića i mnogih drugih.

[Cari Fratelli nell’Episcopato e nel presbiterato,
Cari fratelli e sorelle!

Rendo grazie al Signore per questo
incontro, nella preghiera, che mi consente di vivere uno speciale momento di comunione con voi, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate, seminaristi, novizi e novizie. Vi saluto tutti con affetto e vi ringrazio per la testimonianza che rendete alla Chiesa, come hanno fatto nei secoli tanti Pastori e Martiri in questa terra, da san Domnio fino al beato Cardinale Stepinac, all’amato Cardinale Kuharić e a molti altri.]

Ringrazio il Cardinale Josip Bozanić per le cortesi parole che mi ha rivolto.
Questa sera vogliamo fare devota e orante memoria del Beato Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale.

I meriti di questo indimenticabile Vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede: nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si è sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, «avvocato» dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi.
Sì, è diventato «avvocato» di Dio su questa terra, poiché ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell’uomo di vivere con Dio.
“Con un’unica oblazione [Cristo] ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati” (Eb 10,14).
Questa espressione della Lettera agli Ebrei, poc’anzi proclamata, ci invita a considerare la figura del Beato Cardinale Stepinac secondo la “forma” di Cristo e del suo Sacrificio. Il martirio cristiano infatti è la più alta misura di santità, ma lo è sempre e soltanto grazie a Cristo, per suo dono, come risposta alla sua oblazione che riceviamo nell’Eucaristia.
Il Beato Alojzije Stepinac ha risposto con il suo sacerdozio, con l’episcopato, con il sacrificio della vita: un unico “sì” unito a quello di Cristo. Il suo martirio segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista.
I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorità locale. Quel tempo particolarmente duro è stato caratterizzato da una generazione di Vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa. La gente ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti.
Questa unità spiega ciò che è umanamente inspiegabile: che un regime così duro non abbia potuto piegare la Chiesa.

Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni.

Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione. Quanto più opererete in feconda concertazione tra voi e in comunione con il Successore di Pietro, tanto più potrete affrontare le difficoltà della nostra epoca. È importante, inoltre, che soprattutto i Vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che è nostra pace.

Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali.

La comunità ecclesiale, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non può rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza.


Cari Fratelli, aderire a Cristo significa “osservare la sua parola” in ogni circostanza (cfr Gv 14,23).

S tim u vezi blaženi se kardinal Stepinac ovako izrazio: „Jedno od najvećih zala našega vremena jest osrednjost u pitanjima vjere. Nemojmo si umišljati… Ili jesmo ili nismo katolici. Ako jesmo, onda se to mora očitovati na svim područjima našega života“.

[A tale proposito, il Beato Cardinale Stepinac così si esprimeva: «Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni … O siamo cattolici o non lo siamo.
Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita» (Omelia nella Solennità dei SS. Pietro e Paolo, 29 giugno 1943).]


L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede. In tal modo si avanzerà in quella “svolta culturale” necessaria per promuovere una cultura della vita e una società a misura dell’uomo.

Cari sacerdoti - specialmente voi parroci - conosco l’importanza e la molteplicità dei vostri compiti, in un’epoca nella quale la scarsità di presbiteri comincia a farsi fortemente sentire. Vi esorto a non perdervi d’animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure.

Accogliete con magnanimità chi bussa alla porta del vostro cuore, offrendo a ciascuno i doni che la bontà divina vi ha affidato. Perseverate nella comunione con il vostro Vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all’azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati.

Abbiate a cuore la cura delle vocazioni al sacerdozio: sforzatevi, con il vostro entusiasmo e la vostra fedeltà, di trasmettere un vivo desiderio di rispondere generosamente e senza esitazione a Cristo, che chiama a conformarsi più intimamente a Lui, Capo e Pastore.

Cari consacrati e consacrate, molto la Chiesa si attende da voi, che avete la missione di testimoniare in ogni epoca «la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano» (Esort. ap.
Vita consecrata, 22).

Dio sia sempre la vostra unica ricchezza: da Lui lasciatevi plasmare, per rendere visibile all’uomo d’oggi, assetato di valori veri, la santità, la verità, l’amore del Padre celeste. Sorretti dalla grazia dello Spirito, parlate alla gente con l’eloquenza di una vita trasfigurata dalla novità della Pasqua. L’intera vostra esistenza diverrà così segno e servizio della consacrazione che ogni battezzato ha ricevuto quando è stato incorporato a Cristo.

Vama mladima, koji se pripravljate za svećeništvo ili za posvećeni život, želim ponoviti da božanski Učitelj neprestano djeluje u svijetu i govori svakom pojedinom od onih koje je izabrao: „Slijedi me“.

[A voi, giovani che vi preparate al sacerdozio o alla vita consacrata, desidero ripetere che il divino Maestro è costantemente all’opera nel mondo e dice a ciascuno di quelli che ha scelto: “Seguimi” (Mt 9,9).]

È una chiamata che esige la conferma quotidiana di una risposta d’amore. Sia sempre pronto il vostro cuore! L’eroica testimonianza del Beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati.

E voi, cari Fratelli nell’episcopato e nel presbiterato, non mancate di offrire ai giovani dei seminari e dei noviziati una formazione equilibrata, che li prepari a un ministero ben inserito nella società del nostro tempo, grazie alla profondità della loro vita spirituale e alla serietà dei loro studi.

Amata Chiesa in Croazia, assumi con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società, “sale della terra” e “luce del mondo” (cfr Mt 5,13-14). Sii sempre fedele a Cristo e al messaggio del Vangelo, in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita. Sii la dimora della gioia nella fede e nella speranza.

Predragi! Neka blaženi kardinal Alojzije Stepinac i svi Sveti vaše zemlje posreduju za vaš narod a Majka Spasiteljeva neka vas štiti! S ljubavlju udjeljujem vama i čitavoj Crkvi u Hrvatskoj svoj apostolski blagoslov. Amen. Hvaljen Isus i Marija!

[Carissimi! Il Beato Cardinale Alojzije Stepinac e tutti i Santi della vostra terra intercedano per il vostro popolo e la Madre del Salvatore vi protegga! Con grande affetto imparto a voi ed all’intera Chiesa che è in Croazia la mia Benedizione Apostolica. Amen. Siano lodati Gesù e Maria!]


Cardinal Josip Bozanic shows a calix received as a gift from Pope Benedict XVI before a vesper mass in the Zagreb cathedral June 5, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.


     

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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05/06/2011 22:02
 
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[SM=g1740733]Il maltempo su Zagabria ha impedito al Papa la cerimonia di chiusura e i saluti per la sua visita in Croazia e...tuttavia appena il Papa è salito sull'aereo una brevissima tregua del maltempo ha regalato al Pontefice un'arcobaleno:

                            

per poi riprendere a piovere.....

Il Discorso tenuto al Clero ha comunque suscitato un caloroso ed affettuoso saluto che con l'applauso ha accompagnato il Santo Padre sicuramente fino a Roma....

Benedetto XVI è rimasto molto commosso dalla partecipazione DEI GIOVANI, specialmente per la serata di Preghiera, vedendo come molti, IN GINOCCHIO, hanno davvero PREGATO con lui e sono rimasti fino a notte inoltrata in preghiera....

                           f




Fraternamente CaterinaLD

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VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA
(4-5 GIUGNO 2011)

INTERVISTA CONCESSA DAL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AI GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA CROAZIA

Volo Papale
Sabato, 4 giugno 2011

  

Domanda - Santità, lei è già stato altre volte in Croazia e il suo predecessore ha fatto ben tre viaggi in questo Paese. Si può parlare di una relazione particolare fra la Santa Sede e la Croazia? Quali sono i motivi e gli aspetti più significativi di questa relazione e di questo viaggio?

Risposta - Personalmente sono stato due volte in Croazia. La prima volta per i funerali del cardinale Šeper - mio predecessore alla Dottrina della Fede - che era un mio grande amico, perché era Presidente anche della Commissione Teologica, di cui sono stato membro. Perciò ho conosciuto la sua bontà, la sua intelligenza, il suo discernimento, la sua allegria. E questo mi ha dato anche un’idea della Croazia stessa, perché era un grande croato e un grande europeo. E poi sono stato, ancora una volta, invitato dal suo segretario particolare Čapek, anche lui un uomo di grande allegria e di grande bontà, per un simposio e per una celebrazione in un santuario mariano. Qui ho vissuto la pietà popolare, che è molto simile a quella delle mie terre, devo dire. E sono stato molto felice di vedere questa incarnazione della fede: una fede vissuta col cuore, dove il soprannaturale diventa naturale e il naturale è illuminato dal soprannaturale. E così ho visto e vissuto questa Croazia, con la sua millenaria storia cattolica, sempre molto vicina alla Santa Sede, e naturalmente con la precedente storia della Chiesa antica. Ho visto che c’è una fratellanza molto profonda nella fede, nella volontà di servire Dio per l’uomo, nell’umanesimo cristiano. In questo senso, mi sembra, c’è un collegamento naturale in questa vera cattolicità, che è aperta a tutti e che trasforma il mondo o vuol trasformare il mondo secondo le idee del Creatore.

Domanda - Santo Padre, la Croazia a breve si dovrebbe unire alle 27 nazioni che fanno parte dell’Unione Europea: però negli ultimi tempi, nel popolo croato è aumentato un certo scetticismo nei confronti dell’Unione. In questa situazione, Lei pensa di dare un messaggio di incoraggiamento ai croati, perché guardino verso l’Europa in una prospettiva non solo economica, ma anche culturale e con i valori cristiani?

Risposta - Io penso che la maggioranza dei croati pensa sostanzialmente con grande gioia a questo momento in cui si unisce all’unione Europea, perché è un popolo profondamente europeo. I cardinali sia Šeper, sia Kuharic, sia Bozanić, mi hanno sempre detto: “Noi non siamo Balcani, ma siamo Mitteleuropa”. Quindi è un popolo che sta nel centro dell’Europa, della sua storia e della sua cultura. In questo senso – penso – è logico, giusto e necessario che entri. Penso anche che il sentimento prevalente sia quello di gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia è stata sempre. Naturalmente si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numericamente non grande entra in questa Europa già fatta e già costruita. Si può capire che forse c’è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte, di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia e della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica. Mi sembra che proprio questa possa essere anche una missione di questo popolo, che entra adesso: di rinnovare nell’unità la diversità. L’identità europea è un’identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella fede cristiana, nei grandi valori cristiani. Perché questo sia di nuovo visibile e efficiente, mi sembra sia proprio anche una missione dei croati che entrano adesso di rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza. In questo senso incoraggio i croati: il processo di entra in Europa è un processo reciproco di dare e di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana ed economica, e riceve naturalmente, anche allargando così l’orizzonte e vivendo in questo grande commercio non solo economico, ma soprattutto anche culturale e spirituale.

Domanda - Molti croati speravano che in occasione del suo viaggio potesse avvenire la canonizzazione del beato cardinale Stepinac: qual è per lei l’importanza oggi della sua figura?

Risposta - Il cardinale era un grande pastore e un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi che era la sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti, ma che erano entrambe antiumaniste: prima il regime ustascia, che sembrava adempiere il sogno dell’autonomia e dell’indipendenza, ma in realtà era un’autonomia che era una menzogna perché strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi. Il cardinale Stepinac ha capito molto bene questo e ha difeso l’umanesimo vero contro questo regime, difendendo serbi, ebrei, zingari; ha dato – diciamo - la forza di un vero umanesimo, anche soffrendo. Poi c’è stata la dittatura contraria del comunismo, dove di nuovo ha lottato per la fede, per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanismo che è dipendente dalla presenza di Dio: solo l’uomo è immagine di Dio e l’umanesimo fiorisce. Così era - diciamo – il suo destino: lottare in due lotte diverse e contrastanti e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana, è un grande esempio non solo per i croati, ma per tutti noi.

             Pope Benedict XVI kisses a young girl during a solemn mass in Zagreb June 5, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.Pope Benedict XVI leads a solemn mass in Zagreb June 5, 2011. The Pope is on a two-day visit to Croatia.

 

 

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08/06/2011 22:53
 
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L’UDIENZA GENERALE, 08.06.2011

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul suo recente Viaggio Apostolico in Croazia.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Pope Benedict XVI's face is covered by his mantle blown by a gust of wind during his weekly general audience, in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, June 8, 2011.Pope Benedict XVI  waves as he arrives to lead his weekly general audience at St. Peter's Square in the Vatican June 8, 2011.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Viaggio Apostolico in Croazia

Cari fratelli e sorelle!

Oggi vorrei parlarvi della Visita pastorale in Croazia, che ho compiuto sabato e domenica scorsi.

Un viaggio apostolico breve, svoltosi interamente nella capitale Zagabria, eppure ricco di incontri e soprattutto di intenso spirito di fede, dal momento che i Croati sono un popolo profondamente cattolico.

Rinnovo il mio più vivo ringraziamento al Cardinale Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, a Mons. Srakić, Presidente della Conferenza Episcopale, e agli altri Vescovi della Croazia, come pure al Presidente della Repubblica, per la calorosa accoglienza che mi hanno riservato. La mia riconoscenza va a tutte le Autorità civili e a quanti hanno collaborato in diversi modi a tale evento, in modo speciale alle persone che hanno offerto per questa intenzione preghiere e sacrifici.

Insieme in Cristo”: questo è stato il motto della mia visita. Esso esprime innanzitutto l’esperienza di ritrovarsi tutti uniti nel nome di Cristo, l’esperienza dell’essere Chiesa, manifestata dal radunarsi del Popolo di Dio intorno al Successore di Pietro. Ma “Insieme in Cristo” aveva, in questo caso, un particolare riferimento alla famiglia: infatti, l’occasione principale della mia Visita era la Iª Giornata Nazionale delle famiglie cattoliche croate, culminata nella Concelebrazione eucaristica di domenica mattina, che ha visto la partecipazione, nell’area dell’Ippodromo di Zagabria, di un grande moltitudine di fedeli. E’ stato per me molto importante confermare nella fede soprattutto le famiglie, che il Concilio Vaticano II ha chiamato “chiese domestiche” (cfr Lumen gentium, 11). Il beato Giovanni Paolo II, il quale ha visitato ben tre volte la Croazia, ha dato grande risalto al ruolo della famiglia nella Chiesa; così, con questo viaggio, ho voluto dare continuità a questo aspetto del suo Magistero.

Nell’Europa di oggi, le Nazioni di solida tradizione cristiana hanno una speciale responsabilità nel difendere e promuovere il valore della famiglia fondata sul matrimonio, che rimane comunque decisiva sia nel campo educativo sia in quello sociale. Questo messaggio aveva dunque una particolare rilevanza per la Croazia, che, ricca del suo patrimonio spirituale, etico e culturale, si appresta ad entrare nell’Unione Europea.

La Santa Messa è stata celebrata nel peculiare clima spirituale della novena di Pentecoste. Come in un grande “cenacolo” a cielo aperto, le famiglie croate si sono radunate in preghiera, invocando insieme il dono dello Spirito Santo. Questo mi ha dato modo di sottolineare il dono e l’impegno della comunione nella Chiesa, come pure di incoraggiare i coniugi nella loro missione. Ai nostri giorni, mentre purtroppo si constata il moltiplicarsi delle separazioni e dei divorzi, la fedeltà dei coniugi è diventata di per se stessa una testimonianza significativa dell’amore di Cristo, che permette di vivere il Matrimonio per quello che è, cioè l’unione di un uomo e di una donna che, con la grazia di Cristo, si amano e si aiutano per tutta la vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia.

La prima educazione alla fede consiste proprio nella testimonianza di questa fedeltà al patto coniugale: da essa i figli apprendono senza parole che Dio è amore fedele, paziente, rispettoso e generoso. La fede nel Dio che è Amore si trasmette prima di tutto con la testimonianza di una fedeltà all’amore coniugale, che si traduce naturalmente in amore per i figli, frutto di questa unione. Ma questa fedeltà non è possibile senza la grazia di Dio, senza il sostegno della fede e dello Spirito Santo.

Ecco perché la Vergine Maria non cessa di intercedere presso il suo Figlio affinché – come alle nozze di Cana – rinnovi continuamente ai coniugi il dono del “vino buono”, cioè della sua Grazia, che permette di vivere in “una sola carne” nelle diverse età e situazioni della vita.

In questo contesto di grande attenzione alla famiglia, si è collocata molto bene la Veglia con i giovani, avvenuta la sera di sabato nella Piazza Jelačić, cuore della città di Zagabria.

Là ho potuto incontrare la nuova generazione croata, e ho percepito tutta la forza della sua fede giovane, animata da un grande slancio verso la vita e il suo significato, verso il bene, verso la libertà, vale a dire verso Dio. E’ stato bello e commovente sentire questi giovani cantare con gioia ed entusiasmo, e poi, nel momento dell’ascolto e della preghiera, raccogliersi in profondo silenzio! A loro ho ripetuto la domanda che Gesù fece ai suoi primi discepoli: “Che cosa cercate?” (Gv 1,38), ma ho detto loro che Dio li cerca prima e più di quanto essi stessi cerchino Lui. E’ questa la gioia della fede: scoprire che Dio ci ama per primo!

E’ una scoperta che ci mantiene sempre discepoli, e quindi sempre giovani nello spirito! Questo mistero, durante la Veglia, è stato vissuto nella preghiera di adorazione eucaristica: nel silenzio, il nostro essere “insieme in Cristo” ha trovato la sua pienezza. Così il mio invito a seguire Gesù è stato un’eco della Parola che Lui stesso rivolgeva al cuore dei giovani.

Un altro momento che possiamo dire di “cenacolo” è stata la Celebrazione dei Vespri nella Cattedrale, con i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i giovani in formazione nei Seminari e nei Noviziati. Anche qui, in modo particolare, abbiamo sperimentato il nostro essere “famiglia” come comunità ecclesiale. Nella Cattedrale di Zagabria si trova la monumentale tomba del beato Cardinale Alojzije Stepinac, Vescovo e Martire.

Egli, in nome di Cristo, si oppose con coraggio prima ai soprusi del nazismo e del fascismo e, dopo, a quelli del regime comunista. Fu imprigionato e confinato nel villaggio natio. Creato Cardinale dal Papa Pio XII, morì nel 1960 per una malattia contratta in carcere.

Alla luce della sua testimonianza, ho incoraggiato i Vescovi e i presbiteri nel loro ministero, esortandoli alla comunione e allo slancio apostolico; ho riproposto ai consacrati la bellezza e la radicalità della loro forma di vita; ho invitato i seminaristi, i novizi e le novizie a seguire con gioia Cristo che li ha chiamati per nome. Questo momento di preghiera, arricchito dalla presenza di tanti fratelli e sorelle che hanno dedicato la vita al Signore, è stato per me di grande conforto, e prego perché le famiglie croate siano sempre terreno fertile per la nascita di numerose e sante vocazioni al servizio del Regno di Dio.

Molto significativo è stato anche l’incontro con esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale ed imprenditoriale, con il Corpo Diplomatico e con i Leaders religiosi, radunati nel Teatro Nazionale di Zagabria.

In quel contesto, ho avuto la gioia di rendere omaggio alla grande tradizione culturale croata, inseparabile dalla sua storia di fede e dalla presenza viva della Chiesa, promotrice lungo i secoli di molteplici istituzioni e soprattutto formatrice di illustri ricercatori della verità e del bene comune.

Tra questi ho ricordato in particolare il gesuita Padre Ruđer Bošković, grande scienziato di cui ricorre quest’anno il terzo centenario della nascita. Ancora una volta è apparsa evidente a tutti noi la più profonda vocazione dell’Europa, che è quella di custodire e rinnovare un umanesimo che ha radici cristiane e che si può definire “cattolico”, cioè universale ed integrale. Un umanesimo che pone al centro la coscienza dell’uomo, la sua apertura trascendente e al tempo stesso la sua realtà storica, capace di ispirare progetti politici diversificati ma convergenti alla costruzione di una democrazia sostanziale, fondata sui valori etici radicati nella stessa natura umana.

Guardare all’Europa dal punto di vista di una Nazione di antica e solida tradizione cristiana, che della civiltà europea è parte integrante, mentre si appresta ad entrare nell’Unione politica, ha fatto sentire nuovamente l’urgenza della sfida che interpella oggi i popoli di questo Continente: quella, cioè – di non avere paura di Dio, del Dio di Gesù Cristo, che è Amore e Verità, e non toglie nulla alla libertà ma la restituisce a se stessa e le dona l’orizzonte di una speranza affidabile.

Cari amici, ogni volta che il Successore di Pietro compie un viaggio apostolico, tutto il corpo ecclesiale partecipa in qualche modo del dinamismo di comunione e di missione proprio del suo ministero. Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato e sostenuto con la preghiera, ottenendo che la mia visita pastorale si svolgesse ottimamente.

Ora, mentre ringraziamo il Signore per questo grande dono, chiediamo a Lui, per intercessione della Vergine Maria, Regina dei Croati, che quanto ho potuto seminare porti frutti abbondanti, per le famiglie croate, per l’intera Nazione e per tutta l’Europa.
Grazie.
























Dall'udienza generale di oggi...

































Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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