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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Nuovi dogmi mariani ?

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2011 22:11
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25/06/2011 22:06
 
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Da: Soprannome MSN-_-stella-_- Inviato: 01/03/2003 21.16
UDIENZA GENERALE DI GIOVANNI PAOLO II
"PRESSO LA CROCE, MARIA È PARTECIPE DEL DRAMMA DELLA REDENZIONE"

Mercoledì, 2 aprile 1997

1. Regina caeli laetare, alleluia!

Così canta la Chiesa in questo tempo di Pasqua, invitando i fedeli ed unirsi al gaudio spirituale di Maria, Madre del Risorto. La gioia della Vergine per la risurrezione di Cristo è ancor più grande se si considera l'intima sua partecipazione all'intera vita di Gesù.
Maria, accettando con piena disponibilità la parola dell'angelo Gabriele, che le annunciava che sarebbe diventata la Madre del Messia, iniziava la sua partecipazione al dramma della redenzione. Il suo coinvolgimento nel sacrificio del Figlio, svelato da Simeone nel corso della presentazione al Tempio, continua non solo nell'episodio dello smarrimento e del ritrovamento di Gesù dodicenne, ma anche durante tutta la sua vita pubblica.
Tuttavia, l'associazione della Vergine alla missione di Cristo raggiunge il culmine in Gerusalemme, al momento della passione e morte del Redentore. Come attesta il quarto Vangelo, Ella in quei giorni si trova nella Città Santa, probabilmente per la celebrazione della Pasqua ebraica.
2. Il Concilio sottolinea la dimensione profonda della presenza della Vergine sul Calvario, ricordando che Ella "serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce" (Lumen gentium, 58), e fa presente che tale unione "nell'opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di Lui" (ivi, 57).

Con lo sguardo illuminato dal fulgore della risurrezione, ci soffermiamo a considerare l'adesione della Madre alla passione redentrice del Figlio, che si compie nella partecipazione al suo dolore. Torniamo nuovamente, ma nella prospettiva ormai della risurrezione, ai piedi della croce, dove la Madre "soffrì profondamente col suo Unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da Lei generata" (ivi, 58).
Con queste parole il Concilio ci ricorda la "compassione di Maria", nel cui cuore si ripercuote tutto ciò che Gesù patisce nell'anima e nel corpo, sottolineandone la volontà di partecipare al sacrificio redentore e di unire la propria sofferenza materna all'offerta sacerdotale del Figlio.
Nel testo conciliare si pone, altresì, in evidenza che il consenso da Lei dato all'immolazione di Gesù non costituisce una passiva accettazione, ma un autentico atto di amore, col quale Ella offre suo Figlio come "vittima" di espiazione per i peccati dell'intera umanità.
La Lumen gentium pone, infine, la Vergine in relazione a Cristo, protagonista dell'evento redentore, specificando che nell'associarsi "al sacrificio di Lui", Ella rimane subordinata al suo divin Figlio.
3. Nel quarto Vangelo san Giovanni riferisce che "stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala" (19, 25). Con il verbo "stare", che letteralmente significa "stare in piedi", "stare ritta", l'Evangelista intende forse presentare la dignità e la fortezza manifestate nel dolore da Maria e dalle altre donne.

In particolare, lo "stare ritta" della Vergine presso la croce ne ricorda l'incrollabile fermezza e lo straordinario coraggio nell'affrontare i patimenti. Nel dramma del Calvario Maria è sostenta dalla fede, rafforzatasi nel corso degli eventi della sua esistenza e, soprattutto, durante la vita pubblica di Gesù. Il Concilio ricorda che "la Beata Vergine avanzò nel cammino della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce" (Lumen gentium, 58).
Ai tracotanti insulti diretti al Messia crocifisso, Ella, condividendo le intime disposizioni di Lui, oppone l'indulgenza ed il perdono, associandosi alla supplica al Padre: "Perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Partecipe del sentimento di abbandono alla volontà del Padre, espresso dalle ultime parole di Gesù in croce: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (ivi, 23,46), Ella offre in tal modo, come osserva il Concilio, un consenso d'amore "all'immolazione della vittima da Lei generata" (Lumen gentium, 58).
4. In questo supremo "sì" di Maria risplende la fiduciosa speranza nel misterioso futuro, iniziato con la morte del Figlio crocifisso. Le espressioni con le quali Gesù, nel cammino verso Gerusalemme, insegnava ai discepoli "che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare" (Mc 8,31), le risuonano in cuore nell'ora drammatica del Calvario, suscitando l'attesa e l'anelito della risurrezione,

La speranza di Maria ai piedi della croce racchiude una luce più forte dell'oscurità che regna in molti cuori: di fronte al Sacrificio redentore, nasce in Maria la speranza della Chiesa e dell'umanità.


 


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Da: Soprannome MSNStefanoS79 Inviato: 03/03/2003 15.27
Cari amici..non avete risposto alla domanda che ho posto all'inizio: voi siete favorevoli alla definizione dogmatica di questo triplice dogma mariano?
 
Io assoluatemente sì!
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 03/03/2003 16.07
bè.....diciamo che prima di rispondere si tenta di capire che cosa sono certi dogmi.......come hanno origine......e il perchè...a questo sono serviti i testi che anche Stella ha avuto la pazienza di condividerci.....
 
Se li andiamo a rileggere si usano per Maria gli stessi titoli....ma che non vengono ufficializzati come dogma.....cioè...."verità di fede".....
In sostanza....questi testi del Papa.....non dicono altro che Maria è COLLABORATRICE PERFETTA DEL FIGLIO.....come dicevo appunto all'intervento n. 2:

Su altri punti Maria fa parte integrante del dogma cristiano senza che la Chiesa abbia preso in proposito alcuna decisione o definizione dogmatica.

........
cosa vuol dire? sono d'accordo o no alla domanda di Stefano?
Dipende dalla prospettiva che si ha......se è in chiave di questa frase che ho riportato allora si.....sono favorevole perchè sarebbe l'attestazione di una REALTA'.....del ruolo specifico di Maria che è intrinseco al Progetto della Redenzione del Figlio, cioè Maria è parte integrante della Chiesa, non è al di fuori di Essa.......è la prima cristiana.....Luca la pone al centro dell'attesa della Pentecoste in mezzo agli apostoli....
 
Se la domanda si pone (ma non certo per colpa di Stefano, ma per coloro che leggendo potrebbero travisare........) invece ad un ruolo di Maria FUORI dall'ordinario, cioè fuori dalla Chiesa come intervento speciale che opera dal di fuori...allora no!
 
Ecco perchè mi sono dilungata Stefano....perchè a certe domande non si può rispondere con un si o un no.....specie quando trattano il ruolo di Maria......e del resto se non si supera l'aspetto della Theotokos...difficilmente si potrà comprendere il ruolo di Maria che a questo punto è ridotto al solo ruolo "riproduttivo"...........i temi mariani sono correlati ed intrinsechi fra loro......
 
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSNIreneo81 Inviato: 05/03/2003 2.27

A tutto il Gruppo,              La Pace di Cristo!

Allora, premetto che questa bacheca mi ha interessato da subito e che ho già provato a dare un mio contributo ma il mio pc a volte dà i numeri. Ma è stato meglio così, ho avuto modo di leggere i vostri interventi e di chiarire meglio a me stesso cosa voglio dirvi.

Allora prima di tutto rispondo subito alla domanda di StefanoS: sono fermamente e assolutamente contrario alla formulazione di nuovi dogmi su Maria, e questo perché le voglio troppo bene!

Mi spiego subito…

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1) Cosa è un dogma? A che serve? Non si fanno dogmi perché sono belli, simpatici e poi perché così Maria ci fa una bella figura!!!!!!!!! Il dogma serve per stabilire una reatà, un ruolo fondamentale e specifico, una verità necessaria. È questo il caso della Teotokos, in quanto chiariva la natura del Cristo e la realtà dell’Incarnazione, è il caso del Vergine Madre, che chiarisce la novità profonda che Dio ha insinuato nella storia, è il ruolo dell’immacolata, che stabilisce l’immensa misericordia di Dio che si china totalmente verso l’uomo; è il ruolo dell’Assunta, chiaro segno che l’opera per cui Cristo è morto e risorto a cominciato ad adempiersi.

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Ma che significato avrebbe invece parlare di Mediatrice, Avvocata, Regina non come di titoli devozionali ma di definizione dogmatiche? Cosa c’è di speciale in Maria da questo punto di vista che non sia comune di tutti i veri discepoli del Cristo? Non siamo tutti Mediatori gli uni per gli altri? (perché se esiste, ed esiste, qualcuno a cui assegnare in modo unico, dogmatico, il titolo di Mediatore, questa non è certo Maria, ma è il Cristo, Unico mediatore tra Dio e gli uomini).

Non siamo tutti avvocati gli uni degli altri? Non fa parte della comunione dei santi un tale termine? E poi Regina, ma quello reale non è un titolo che Paolo dà a tutti i battezzati? Non saranno forse tutti i santi insieme a giudicare persino gli angeli? Non siamo tutti re, sacerdoti e profeti in virtù del battesimo?

Visto che il dogma è realtà e non devozione, allora continuiamo in modo devozionale ad utilizzare questi termini in modo particolare riferendoli a Maria, ma non dimentichiamoci mai che dal punto di vista della realtà, della verità cristiana, essi sono propri di tutti i cristiani (mentre non è stato proprio di tutti essere Madre di Dio, nascere immacolati, concepire in maniera verginale ed essere assunti in cielo, queste sono realtà di fede riferite solo ed unicamente a Maria, e perciò degne di essere consacrate come dogmi).

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2) Stefano, ma quale recente proposta? La proclamazione del dogma della Corredentrice venne proposto persino ai Padri Conciliari, che invece ritennero opportuno non dire nulla di più su Maria, ma di rileggere in maniera biblica e asciutta, ma piena di poesia e forza, la fede bimillenaria della Chiesa su questa straordinaria donna, ed il risultato è uno dei più bei testi del Vaticano II!

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È opportuno allontanarsi da quella che fu la volontà del Concilio? Io credo proprio di no!

Comunque, nel 1997, un’apposita commissione istituita dalla Santa Sede ha vagliato già la possibilità di nuove formulazioni dogmatiche su Maria, e così si è espressa:

"Non si deve abbandonare la linea teologica seguita dal concilio Vaticano II che non né ha voluto definire alcuno tra essi. … Il termine ‘corredentrice’ non viene adoperato dal magistero dei sommi pontefici, in documenti di rilievo dai tempi di Pio XII: a questo riguardo vi sono testimonianze sul fatto che egli ne abbia evitato intenzionalmente l’uso. … Infine, i teologi, specialmente i non-cattolici, si sono mostrati sensibili alle difficoltà ecumeniche che implicherebbe una definizione dei suddetti titoli".
Il Regno-documenti 17 (1997)

Notate che le difficoltà di opportunità sono solo successive, la Commissione entrò nel merito e disse chiaramente che non è opportuno abbandonare il cammino tracciato dal Concilio.

L’Accademia Pontificia Mariana Internazionale anzi, commentando la risposta della commissione, si dimostrò sorpresa della richiesta della definizione dogmatica di un titolo (quello di corredentrice) "a proposito del quale il magistero nutre delle riserve e che scarta sistematicamente" Il Regno-documenti 17 (1997).

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3) Il termine di Corredentrice sotto cui il nuovo dogma dovrebbe essere proclamato è poi gravido di malintesi e può facilmente essere frainteso. La particella co- pone i due termini in questione (dunque Cristo e sua Madre) sullo stesso piano. Ma anche intendendolo in modo subordinato, mi chiedo se allora il sacrificio di Cristo sia stato davvero universale, sufficiente e definitivo, o se fosse imperfetto in qualche parte, sì da avere bisogno di un ausilio. Se Paolo dice che "compie in lui i patimenti che mancano al Cristo in favore della Chiesa", parla delle sofferenze e non del compimento della redenzione di Gesù, che è e resterà per sempre l’unico e solo Redentore dell’Universo.

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Ci viene incontro con particolare poesia su questo punto Ambrogio di Milano, che meditando su Maria ai piedi della croce scrive:

"Essa attendeva non la morte del nostro riscatto, ma la salvezza del mondo. O forse sapendo che la redenzione del mondo dipendeva dalla morte del Figlio … essa pensava di poter aggiungere qualcosa anche con la propria morte a quel dono universale. Ma Gesù non aveva bisogno di un aiuto per la redenzione di tutti … Egli ha accolto certamente l’affetto della Madre, ma non ha chiesto l’aiuto di una creatura umana." Esposizione del vangelo secondo Luca II, Milano-Roma 1978, 489.

Concludo proprio prendendo spunto dal grane Ambrogio, che ci riporta al punto di partenza, il ruolo di Maria: essere Madre del Cristo, e non solo del Cristo-Capo, ma anche del Cristo-membra, e cioè di tutta la Chiesa.

Tutti i termini devozionali di cui si è proposta la formulazione dogmatica sono inutili, perché già la Teotokos li include: quale madre non è accanto ai figli e li difende (Avvocata), quale madre quando può non intercede in loro favore (Mediatrice), quale madre di Re non è essa stessa Regina?

Rimane la questione del Corredentrice, ma la scelta fatta da Pio XII di non usalto, scelta confermata dai suoi successori e dal Vaticano II è già una risposta… a proposito di quest’ultimo, esso parla di Maria con un termine meno equivoco e certamente più accettabile anche su piano ecumenico: Cooperatrice della Redenzione.

In cauda vi lascio una breve nota esplicativa proprio di quest’ultimo, che è il termine utilizzato in Lumen Gentium VIII:

"Quando la Chiesa Cattolica parla di cooperazione di Maria alla salvezza, non la situa dalla parte dell’iniziativa del Salvatore e Redentore,. Per usare un’immagine semplice ma eloquente, essa non vule dire in nessun modo che Maria aggiungerebbe un apercentuale seppur minima, all’opera di Cristo. La nostra salvezza è al cento per cento opera di Dio per mezzo di Cristo nello Spirito: posta a fianco dei salvati, Maria interviene in virtù della grazia della salvezza che ha ricevuto come tutti i credenti. Anche se la sua salvezza predne la forma di una preservazione dal peccato, Maria è riscattata allo stesso titolo di ognuno di noi."
Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, Qiqaion 1998, n. 213

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