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E' stato rubato il Codice Callistino del XII secolo, la prima guida del Cammino di Santiago che compie 800 anni

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2011 21:58
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Spagna: il Codice Callistino del XII secolo, furto del secolo


Scomparsa la prima guida del Cammino di Santiago


 

SANTIAGO DE COMPOSTELA, domenica, 10 luglio 2011 (ZENIT.org).- Il Codice Callistino, un'opera del XII secolo di valore incalcolabile, è scomparso dalla Cattedrale di Santiago de Compostela.

Il Codice è uno degli elementi più preziosi del patrimonio storico e artistico della Spagna. La sua assenza è stata scoperta martedì pomeriggio, anche se secondo fonti della Polizia il furto deve essere avvenuto la settimana scorsa.

Il decano José María Díaz ha informato mercoledì il Capitolo della Cattedrale e l'Arcivescovo Julián Barrio della scomparsa del Codice – promosso da Papa Callisto II, dal quale prende il nome –, e questo giovedì ha reso noto l'accaduto alla stampa.

Il decano ha spiegato che solo tre persone hanno accesso alla cassaforte dell'archivio della Cattedrale nella quale veniva custodito il Codice, insieme ad altri documenti di valore: il decano stesso e due collaboratori. Uno di loro, medievista, è stato l'ultimo a vedere il Codice dentro la cassaforte giovedì o venerdì della settimana scorsa.

Questo martedì, “il medievista José Sánchez, al momento di chiudere l'archivio, ha constatato la mancanza del Codice e mi ha subito chiamato”, ha affermato il decano, che insieme ai suoi collaboratori lo ha cercato “nell'archivio e nelle stanze adiacenti”. Non trovandolo, è stato deciso di chiamare la Polizia, che si è presentata alle 22.00. Il giorno dopo, il mercoledì, è stata presentata la denuncia ufficiale.

Il decano ha spiegato che “il Codice Callistino non viene mai portato nella sala di ricerca anche se da lì si possono chiedere altri documenti che si trovano anch'essi nella cassaforte”. Tra questi, spiccano i “Tumbos”, che raccolgono copie di privilegi della Diocesi compostelana.

Per questo, a questa sala dall'accesso ristretto si entra, secondo il decano, continuamente. Quando viene mostrato il Codice Callistino avviene nella stessa sala in cui si trova la cassaforte, e “sempre” davanti a una persona che controlla.

Nella Cattedrale, ha proseguito, ci sono “telecamere che controllano ogni angolo del chiostro”, e le immagini sono già in possesso della Polizia. Il decano ha aggiunto che non ci sono segni di furto con scasso, e che nessuna delle porte o delle serrature presenta segni di forzatura.

“Il Capitolo si sente vittima di un furto e di una tremenda illegalità”, ha proseguito. “In questi 800 anni, ha saputo conservare il Codice”.

L'inseme dei documenti, ha indicato, non è assicurato, e anche se c'è un'assicurazione generale per la Cattedrale non si sa se coprirebbe il furto di un esemplare tanto prezioso. In occasione di una mostra svoltasi nel 1990 a Burgos (Spagna), l'organizzazione aveva chiesto di esporre il Codice, ma un'assicurazione ad hoc costava all'epoca 1.000 milioni di pesetas.

Il decano non è sceso nei dettagli relativi alla sicurezza “su raccomandazione” della Polizia, anche se ha confermato che la porta non è stata forzata, e non ha voluto neanche esprimere sospetti.

“La cosa migliore che può accadere è che il Codice sia nelle mani di qualcuno che conosce il suo valore incalcolabile, perché in questo modo siamo sicuri che non lo maltratterà”,si legge in un comunicato della Polizia.

Il delegato del Governo in Galizia, Miguel Cortizo, ha spiegato alla stampa che sono stati attivati i protocolli europei per controllare i mercati su cui si possono commerciare opere di questo tipo.

Prima guida del Cammino di Santiago

Composto da cinque libri e due appendici, rilegato in un tomo unico nel 1964, il Codice, nato con l'obiettivo di diffondere la devozione all'apostolo Giacomo, è una guida per i pellegrini, con consigli, possibili alloggi, descrizioni dell'itinerario, delle opere d'arte e dei costumi di quanti vivevano lungo il Cammino di Santiago. Contiene preziose illustrazioni e le partiture di 22 brani polifonici, tra i più antichi d'Europa. Misura 30 centimetri e ha 225 fogli di pergamena.

Il testo di questo Codex è attribuito a un monaco cluniacense della metà del XII secolo, Aymerico Picaud, chierico di Pitou, che accompagnò Papa Callisto, Guido di Borgogna, nel suo pellegrinaggio a Santiago verso il 1109.

Oltre all'originale rubato, esiste una replica esatta con la quale lavorano gli esperti accreditati e che può essere ammirata dai visitatori del Museo. L'originale veniva mostrato solo nelle grandi occasioni, l'ultima delle quali, secondo “La Voz de Galicia”, ha avuto luogo qualche mese fa, quando è stato esposto davanti al personale del Ministero della Cultura.

La sua sottrazione è uno dei maggiori furti di patrimonio religioso in Spagna.

Il Ministro della Cultura, Ángeles González-Sinde, ha sottolineato che l'azione della Polizia Nazionale, altamente specializzata nel perseguire crimini di questo tipo, ha dato buoni risultati nel caso di furti simili in passato.

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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La Cattedrale di Santiago de Compostela compie 800 anni


Mons. Barrio ricorda la “testimonianza della bellezza” del tempio


SANTIAGO DE COMPOSTELA, giovedì, 14 aprile 2011 (ZENIT.org).- La Cattedrale di Santiago de Compostela (Spagna), che ospita la tomba dell'Apostolo Giacomo, festeggia quest'anno il suo ottavo centenario.

Per l'occasione, l'Arcivescovo di Santiago, monsignor Julián Barrio, ha scritto ai suoi fedeli una lunga lettera in cui parla del significato di questo tempio, terza meta di pellegrinaggio del mondo cristiano dopo Gerusalemme e Roma.

La Cattedrale di Santiago venne consacrata il 4 aprile 1211 dal Vescovo Pedro Muñiz, dopo più di 100 anni di lavori. Sorge sul luogo in cui venne scoperta la tomba dell'Apostolo Giacomo agli inizi del IX secolo, e sostituiva il tempio precedente, troppo piccolo per accogliere le migliaia di pellegrini che giungevano ogni anno da tutta l'Europa.

“Ho potuto verificare che per chi contempla la nostra Cattedrale la domanda ricorrente è da dove sia uscita tanta bellezza – afferma nella sua lettera monsignor Barrio -. Qui l'umanità dà il meglio di sé perché le interessano suo Padre Dio e i suoi fratelli, gli uomini”.

“In essa troviamo la tomba dell'Apostolo Giacomo. Sulle sue pareti scorre la storia della fede ereditata dagli Apostoli. Se ci stupisce, a ragione, la bellezza artistica delle sue pietre, tutto ciò cede in grandezza di fronte alla ricchezza spirituale della parte interiore delle persone che si riconoscono come tempio di Dio”, aggiunge.

“In una delle sue catechesi, Papa Benedetto XVI ha sottolineato due elementi dell'arte romanica e gotica che dobbiamo considerare pastoralmente per comprendere il suo significato: tener conto dell'anima religiosa che ha ispirato queste opere e valorizzare il fatto che la forza dello stile romanico e lo splendore delle Cattedrali gotiche ci ricordano che la via della bellezza è una strada privilegiata e affascinante per avvicinarsi al mistero di Dio”.

Ricordando lo stupore dello scrittore francese Paul Claudel contemplando la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, il presule compostelano ha spiegato che la Cattedrale “controlla completamente e testimonia nella sua eloquenza silenziosa il potere del suo simbolismo, visto che è propriamente un simbolo e come tale ricordiamo ogni Cattedrale che domina una città”.

“E' simbolo della vita religiosa, culturale e sociale, e ciò si verifica anche nella nostra Cattedrale: la sua città è nata guardando a lei”, indica monsignor Barrio. “Il suo profilo ci identifica, ci ispira e ci attira. Ammiriamo non solo la sua grandezza, la sua antichità captando l'eco della storia ed estasiandoci per la sua bellezza, ma anche il suo misterioso incanto e il suo simbolismo che è necessario interpretare”.

La chiesa cattedrale, nella maestà della sua struttura architettonica, “è segno del tempio spirituale che si edifica all'interno delle anime e brilla con lo splendore della grazia divina”.

“Possiamo considerare la nostra Cattedrale come una maestra quando spiega la fede attraverso il Pórtico de la Gloria, come un'ospite quando accoglie il pellegrino stanco per le fatiche e le incertezze della vita, come la guardiana che veglia sulla tomba di San Giacomo Apostolo”.

Per questo, aggiunge, “aver cura della sua struttura architettonica e del suo congiunto artistico per trasmetterli nelle migliori condizioni possibili a quanti verranno dopo di noi è un obiettivo permanente”.

Il Vescovo compostelano conclude la sua lettera auspicando, con le parole di Papa Benedetto XVI, “che il Signore ci aiuti a riscoprire la via della bellezza come uno degli itinerari, forse il più attraente e affascinante, per sentire l'Amore di Dio e per amare Dio”. 

 

 

Fraternamente CaterinaLD

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L'opera del primo Vescovo compostelano in un'esposizione vaticana


La mostra si realizzerà nel Braccio di Carlo Magno



di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 4 giugno 2010 (ZENIT.org).- Pezzi con quasi 1.000 anni di storia, capitelli di colonne, pergamene, video e ricostruzioni in 3D sono alcune delle opere che si possono ammirare nella mostra “Compostela e l’Europa. La storia di Diego Gelmírez”, inaugurata questo giovedì nel Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro.

L'esposizione, che durerà fino al 1° agosto, si realizza in occasione dell'Anno Giacobeo, l'Anno Giubilare di Santiago de Compostela, che si svolge ogni volta che il 25 luglio, festa di San Giacomo Maggiore, cade di domenica.

La mostra era in precedenza al Musée des Monuments di Parigi e ha accolto circa 13.000 visitatori. Dal 18 agosto potrà essere apprezzata a Santiago de Compostela. Si tratta della prima proposta espositiva organizzata da Santiago sul primo Vescovo di questo importante centro di pellegrinaggio, Diego Gelmírez, e cerca di illustrare al pubblico l'importanza del personaggio per la storia della Galizia e per la costruzione dell'Europa romanica.

Vengono presentati 40 pezzi dell'arte romanica con due audiovisivi sui viaggi di Gelmírez, oltre a tre ricostruzioni virtuali tridimensionali su monumenti oggi andati perduti: le Torri dell'Ovest, la rocca della chiesa compostelana sulla costa galiziana e la Porta nord o Francigena, così come l'altar maggiore della Cattedrale di Santiago.

Un episcopato fruttuoso

Diego Gelmírez (1070? – 1140) è stato il primo Vescovo di Santiago de Compostela. La sua opera è stata fondamentale per la costruzione della Cattedrale dove, secondo la tradizione, giacciono i resti di San Giacomo Maggiore. Grazie ai suoi lunghi viaggi a cavallo tra l'XI e il XII secolo, promosse il Cammino di Santiago elevando questo santuario a uno dei principali centri di pellegrinaggio del cristianesimo.

Manuel Castiñerias, commissario della mostra, l'ha definito un “viaggiatore instancabile che fece più di novecento anni fa le vie di pellegrinaggio da Compostela a Roma, cercando di promuovere la sua Cattedrale, il culto all'apostolo San Giacomo e alla sua Diocesi”.

Lo spettatore potrà apprezzare la mostra in nove sessioni diverse. Le prime due, chiamate “Ira Flavia, la terra natale” e “La Galizia trema sotto Diego Páez”, mostrano attraverso una ricostruzione immaginaria in 3D il complesso architettonico chiamato Torri dell'Ovest, dove Gelmírez trascorse i suoi primi anni di vita. Possono essere ammirate insieme a una copia di capitelli della Cappella del Salvatore, che mostra così l'inizio dei lavori della Cattedrale.

C'è poi la terza sessione, chiamata “Una carriera folgorante: dalla Galizia a Roma”, in cui si mostrano, mediante un audiovisivo, i viaggi di Gelmírez per l'Europa: percorrendo il Cammino di Santiago, passando per i monasteri di Cluny (Francia) e viaggiando per Italia e Portogallo. Si possono apprezzare anche varie gioie dell'arte romanica, attraverso le quali all'inizio del XII secolo si instaurò un dialogo con i grandi centri creativi europei.

Nella sessione “L'età dell'oro della Cattedrale di Santiago” si ricreano attraverso una costruzione in 3D alcuni monumenti oggi distrutti, come la Porta Francigena e l'altar maggiore.

La mostra termina con una sezione sul tema “La memoria scritta di un genio”, che cerca di commemorare l'immagine di Gelmírez e ciò che hanno fatto i suoi successori per questa importante meta di pellegrinaggio.

Il Cammino di Santiago è stato riconosciuto nel 1987 come il primo itinerario culturale europeo, e nel 1993 è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.

Secondo la tradizione, i resti di San Giacomo, che venne martirizzato in Palestina, furono trasferiti in Spagna, luogo in cui aveva svolto parte della sua opera apostolica. La sua tomba venne scoperta in un bosco nell'anno 800 da un eremita di nome Pelagio in un luogo chiamato Campus Stella, da cui deriva il nome Compostela.

Alcuni studi archeologici realizzati nel XX secolo hanno portato alla scoperta di un mausoleo in una necropoli cristiana, romana e germanica, risalente al periodo tra il I e il VII secolo. Questi dati si sono inseriti nella tradizione del ritrovamento della tomba dell'apostolo. Lì è stata costruita la prima chiesa a lui dedicata, che ha dato luogo alla Cattedrale attuale.

 


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