A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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8 settembre Natività di Maria e 12 settembre Nome SS.mo di Maria

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 11:55
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08/09/2011 12:49
 
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[SM=g1740733]Cari Amici.... conosciamo davvero la nostra Fede, le ragioni di questa Fede? Conosciamo davvero la nostra TRADIZIONE VIVA?

Sulla scia dell'8 settembre nel quale viviamo liturgicamente la Natività di Maria Santissima , vi proponiamo in modo più dettagliato anche la devozione al Suo Santissimo Nome....


Diceva san Luigi Maria de Grignon de Montfort: GUADAGNAMOCI QUESTA GRANDE AVVOCATA, REGINA E INCANTATRICE DEL CUORE DI DIO, CHE PEL SUO AMORE NULLA LE NEGA, VENERIAMO IL SUO SANTO NOME COME LE SI CONVIENE: SE TU DICI "MARIA", ELLA RISPONDE "DIO"...  
 
[SM=g1740717]  Viva Maria!



cinque salmi nome santissimo maria


La pratica consistente nel recitare cinque salmi le cui lettere iniziali corrispondono alle cinque di cui si compone il Nome di Maria:


M: Magnificat (Luc. 46-55);

A: Ad Dominum cum tribularer clamavi (Sal. 119);

R: Retribue servo tuo (Sal. 118, 17-32);

I: In convertendo (Sal. 125)

A: Ad te levavi animam meam (Sal. 122).

La recita dei cinque salmi, con le antifone che li uniscono, fu indulgenziata da Papa Pio VII (1800-1823).

Tale pia pratica è già conosciuta nel secolo XII; per esempio, era carissima al beato benedettino Ioscio, monaco di Saint-Bertin, in Francia, gran devoto della Vergine, la cui morte, avvenuta nel 1163, è accompagnata da un miracolo: dalla sua testa escono cinque lettere d’oro a formare appunto il Nome di Maria.
La pratica raggiunge la massima diffusione e popolarità dopo che, nel 1683, Papa Innocenzo XI (1676-1689) rende universale per tutta la Chiesa la festa del Nome di Maria, a ricordo della vittoria riportata a Vienna sui turchi dalle truppe cristiane guidate dal re polacco Giovanni III Sobieski (1624-1696).

 La recita dei cinque salmi, con le antifone che li uniscono, fu indulgenziata da Papa Pio VII (1800-1823), ma le indulgenze specifiche sono decadute con la normativa introdotta in base alla Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina, del 1° gennaio 1967. A testimonianza del valore attribuito all’invocazione del Nome di Maria Dante Alighieri (1265-1321) mette in bocca a Buonconte di Montefeltro, trovato inaspettatamente in Purgatorio, queste parole, che danno la ragione della sua salvezza:

Quivi perdei la vista, e la parola
Nel nome di Maria finii, e quivi
Caddi
(La Divina Commedia. Purgatorio V, 100-102).

(cfr. Emilio Campana, Maria nel culto cattolico, vol. I, Il culto di Maria in sé e nelle sue manifestazioni liturgiche, Marietti, Torino-Roma 1933, pp. 240-241; e Rambaut Van Doren, voce Ioscio, in Bibliotheca sanctorum, Città Nuova, Roma 1966, vol. VII, col. 859).




V. O Dio, vieni a salvarmi
R. Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre
e al Figlio e allo Spirito Santo,
com’era nel principio e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Così sia.

Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore,
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre

Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome



Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.
Signore, libera la mia vita dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice.
Che ti posso dare, come ripagarti, lingua ingannatrice?
Frecce acute di un prode, con carboni di ginepro.
Me infelice: abito straniero in Mosoch, dimoro fra le tende di Cedar!
Troppo io ho dimorato con chi detesta la pace.
Io sono per la pace, ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra.

Gloria al Padre

Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.



Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.

Sii buono con il tuo servo e avrà vita, custodirò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge.
Io sono straniero sulla terra, non nascondermi i tuoi comandi.
Io mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti in ogni tempo.
Tu minacci gli orgogliosi; maledetto chi devia dai tuoi decreti.
Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho osservato le tue leggi.
Siedono i potenti, mi calunniano, ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
Anche i tuoi ordini sono la mia gioia, miei consiglieri i tuoi precetti.
Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola.
Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto; insegnami i tuoi voleri.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò i tuoi prodigi.
Io piango nella tristezza; sollevami secondo la tua promessa.
Tieni lontana da me la via della menzogna, fammi dono della tua legge.
Ho scelto la via della giustizia, mi sono prostrato ai tuoi giudizi.
Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore, che io non resti confuso.
Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore.

Gloria al Padre

Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.



Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.

Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.
Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni.

Gloria al Padre

Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.



Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.

A te levo i miei occhi, a te che abiti nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni;
come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
già troppo ci hanno colmato di scherni,
noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

Gloria al Padre

Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.


V. Sia benedetto il nome della Vergine Maria.
R. Da questo momento e nei secoli.

Preghiamo: Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.

Se cerchi il Cielo, anima,
invoca il nome di Maria;
a chi invoca Maria
apre le porte del Cielo.
Al nome di Maria i celesti
si rallegrano, trema l’inferno;
il cielo, la terra, il mare,
e tutto il mondo esulta.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen.




Indulgenze concesse a chi recita la Salve Regina e il Sub tuum praesidium
Il S. Padre Pio VI, con decreto della S. C. Indulg. 5 Aprile 1786, a tutti i fedeli che recitano la Salve Re­gina e il Sub tuum praesidium coi versetti: Dignare me laudare te, etc.; e con l'intenzione di riparare in qual­che modo le ingiurie fatte contro l'onore della SS. Ver­ne e dei Santi e contro le loro sante immagini, concesse.
- Indulgenza Plenaria due volte al mese in due Domeniche ad arbitrio, se confessati e comunicati pregano secondo l'intenzione del Papa.
- Indulgenza Plenaria in tutte le feste della B. V. Maria.
- Indul­genza Plenaria in articulo mortis.

I cinque Salmi in onore di Maria

http://www.cercoiltuovolto.it/wp-content/uploads/2011/03/il-mistero-della-verginit%C3%A0-di-Maria.jpg


Ant. Mariae nomen cunctas illustrat ecclesias, quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum Nomen eius.

M
agnificat anima mea Dominum:

Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo.

Quia respexit humilitatem ancillae suae:
Ecce enim ex hoc beatam mei dicent omnes generationes.
Quia fecit mihi magna qui potens est:
Et sanctum nomen eius.
Et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum.
Fecit potentiam in brachio suo:
Dispersit superbos mente cordis sui.
Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles,
esurientes implevit bonis:
et divites dimisit inanes,
Suscepit Israel puerum suum,
recordatus misericordiae suae,
sicut locutus est ad patres nostros,
Abraham et semini eius in saecula.
Gloria Patri.

Ant. Mariae nomen cunctas illustrat ecclesias, quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum Nomen eius.



Ant. A solis ortu usque ad occasum: laudabilem nomen Doomini et Mariae Mater eius.


A
d Dominum cum tribularer clamavi et exaudivit me

Domine libera animam meam a labiis iniquis a lingua dolosa

Quid detur tibi et quid adponatur tibi ad linguam dolosam
Sagittae potentis acutae cum carbonibus desolatoriis
Heu mihi quia incolatus meus prolongatus est habitavi cum habitationibus Cedar
Multum incola fuit anima mea
Cum his qui oderant pacem eram pacificus cum loquebar illis inpugnabant me gratis
Gloria Patri.

Ant. A solis ortu usque ad occasum: laudabilem nomen Doomini et Mariae Mater eius.


Ant. Refugium est in tribulationibus: Mariae nomen omnibus illud invocantibus.


R
etribue servo tuo, vivifica me, et custodiam sermones tuos.
Revela oculos meos, et considerabo mirabilia de lege tua.
Incola ego sum in terra: non abscondas a me mandata tua.
Concupivit anima mea desiderare justificationes tuas in omni tempore.
Increpasti superbos; maledicti qui declinant a mandatis tuis.
Aufer a me opprobrium et contemptum, quia testimonia tua exquisivi.
Etenim sederunt principes, et adversum me loquebantur;
servus autem tuus exercebatur in justificationibus tuis.
Nam et testimonia tua meditatio mea est, et consilium meum justificationes tuæ.
Adhæsit pavimento anima mea: vivifica me secundum verbum tuum.
Vias meas enuntiavi, et exaudisti me; doce me justificationes tuas.
Viam justificationum tuarum instrue me, et exercebor in mirabilibus tuis.
Dormitavit anima mea præ tædio: confirma me in verbis tuis.
Viam iniquitatis amove a me, et de lege tua miserere mei.
Viam veritatis elegi; judicia tua non sum oblitus.
Adhæsi testimoniis tuis, Domine; noli me confundere.
Viam mandatorum tuorum cucurri, cum dilatasti cor meum.
Gloria Patri.

Ant. Refugium est in tribulationibus: Mariae nomen omnibus illud invocantibus.



Ant. in universa Terra: admirabilem nomen tuum, O Maria.


I
n convertendo Dominus captivitatem Sion, facti sumus sicut consolati.
Tunc repletum est gaudio os nostrum, et lingua nostra exsultatione.
Tunc dicent inter gentes : Magnificavit Dominus facere cum eis.
Magnificavit Dominus facere nobiscum; facti sumus lætantes.
Converte, Domine, captivitatem nostram, sicut torrens in austro.
Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent.
Euntes ibant et flebant, mittentes semina sua.
Venientes autem venient cum exsultatione, portantes manipulos suos.
Gloria Patri.

Ant. in universa Terra: admirabilem nomen tuum, O Maria.

Ant. Annunciaverunt coeli nomen Mariae: et viderunt omnes populi gloriam eius.


A
d te levavi oculos meos: qui habitas in caelis.

Ecce sicut oculi servorum: in manibus dominorum suorum.

Sicut oculi ancillae in manibus dominae suae:
ita oculi nostri ad Dominum Deum nostrum, donec misereatur nostri.
Miserere nostri Domine, miserere nostri: quia multum repleti sumus despectione.
Quia multum repleta est anima nostra: opprobrium abundantibus, et despectio superbis.

Gloria Patri.


Ant. Annunciaverunt coeli nomen Mariae: et viderunt omnes populi gloriam eius.


- Sit Nomen Virginis Mariae Benedictum.

ex hoc nunc usquae in saeculum.

Oremus.

Concede quaesumus, omnipotens Deus ut fideles tui qui sub sanctissimo virginis Mariae Nomine et protectione laetantur, eius pia intercessione, a cunctis malis liberentur in terris, et ad gaudia aeterna pervenire mereantur in coelis, Pre Dominum, etc


[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


[Modificato da Caterina63 08/09/2011 13:05]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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08/09/2011 14:28
 
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[SM=g1740717] Cari Amici.... nella Pia Pratica dei Cinque Salmi in onore della Vergine, vi è la santa Devozione DEL NOME SANTISSIMO DI MARIA che si perde nella notte dei tempi entrando a far parte della Tradizione viva della Chiesa.
Il 12 settembre così, seppur Festa facoltativa, ogni Apostolo di Maria può e deve ricordare il Suo Santissimo Nome e come questo debba essere veramente onorato, venerato, evangelizzato...
it.gloria.tv/?media=192433

Buona meditazione a tutti.


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

per i canti: Nome Dolcissimo e Del Ciel gran Regina, ringraziamo il Coro di Don Bellani che potete trovare qui:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...


QUI INVECE il video che riporta un pò la storia e il Nome di Maria nella Scrittura e nei Santi Padri della Chiesa:
gloria.tv/media/VGJpmkSbsaD



[SM=g1740738]






[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 31/08/2015 09:55]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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10/09/2011 16:19
 
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immaculata victrix

"Quando il veleno ariano ebbe contaminato non una piccola regione ma il mondo intero, quasi tutti i vescovi latini cedettero all'eresia, alcuni costretti con la violenza, altri sedotti con la frode. Una specie di nebbia offuscò allora le menti, per cui non era possibile distinguere la via da seguire. Per essere al riparo da questa peste contagiosa il vero e fedele discepolo di Cristo dovette preferire l'antica fede a queste false novità" (San Vincenzo da Lerino, Commonitorium).

“È possibile che i nostri nemici debbano dispiegare tanta attività, fino ad avere la superiorità, mentre noi restiamo senza far niente, tutt’al più applicati a pregare, senza metterci all’opera? Non abbiamo forse delle armi più potenti, la protezione del Cielo della Vergine Immacolata? L´Immacolata, vittoriosa e trionfatrice su tutte le eresie, non cederà il posto al nemico che rialza la testa, se troverà dei servitori fedeli e docili ai suoi ordini: riporterà nuove vittorie più grandi di tutto quello che si può immaginare" (San Massimiliano Kolbe)

************

[SM=g1740733]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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22/08/2012 19:24
 
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UDIENZA GENERALE

Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Mercoledì, 22 agosto 2012

[Video]

 

Beata Vergine Maria Regina

Cari fratelli e sorelle,

ricorre oggi la memoria liturgica della Beata Vergine Maria invocata con il titolo: “Regina”. E’ una festa di istituzione recente, anche se antica ne è l’origine e la devozione: venne stabilita, infatti, dal Venerabile Pio XII, nel 1954, al termine dell’Anno Mariano, fissandone la data al 31 maggio (cfr Lett. enc. Ad caeli Reginam, 11 octobris 1954: AAS 46 [1954], 625-640). In tale circostanza il Papa ebbe a dire che Maria è Regina più che ogni altra creatura per la elevazione della sua anima e per l’eccellenza dei doni ricevuti. Ella non smette di elargire tutti i tesori del suo amore e delle sue premure all’umanità (cfr Discorso in onore di Maria Regina, 1° novembre 1954). Ora, dopo la riforma post-conciliare del calendario liturgico, è stata collocata a otto giorni dalla solennità dell’Assunzione per sottolineare lo stretto legame tra la regalità di Maria e la sua glorificazione in anima e corpo accanto al suo Figlio. Nella Costituzione sulla Chiesa del Concilio Vaticano II leggiamo così: «Maria fu assunta alla gloria celeste e dal Signore esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al suo Figlio» (Lumen gentium, 59).

E’ questa la radice della festa odierna: Maria è Regina perché associata in modo unico al suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria del Cielo. Il grande santo della Siria, Efrem il Siro, afferma, circa la regalità di Maria, che deriva dalla sua maternità: Ella è Madre del Signore, del Re dei re (cfr Is 9,1-6) e ci indica Gesù quale vita, salvezza e speranza nostra. Il Servo di Dio Paolo VI ricordava nella sua Esortazione apostolica Marialis Cultus: «Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l'eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito, a nessun altro concessi” (n. 25).

Ma adesso ci domandiamo: che cosa vuol dire Maria Regina? E' solo un titolo unito ad altri, la corona, un ornamento con altri? Che cosa vuol dire? Che cosa è questa regalità?
Come già indicato, è una conseguenza del suo essere unita al Figlio, del suo essere in Cielo, cioè in comunione con Dio; Ella partecipa alla responsabilità di Dio per il mondo e all'amore di Dio per il mondo. C'è un'idea volgare, comune, di re o regina: sarebbe una persona con potere, ricchezza. Ma questo non è il tipo di regalità di Gesù e di Maria. Pensiamo al Signore: la regalità e l'essere re di Cristo è intessuto di umiltà, di servizio, di amore: è soprattutto servire, aiutare, amare.
Ricordiamoci che Gesù è stato proclamato re sulla croce con questa iscrizione scritta da Pilato: «re dei Giudei» (cfr Mc 15,26).
In quel momento sulla croce si mostra che Egli è re; e come è re? soffrendo con noi, per noi, amando fino in fondo, e così governa e crea verità, amore, giustizia. O pensiamo anche all'altro momento: nell'Ultima Cena si china a lavare i piedi dei suoi. Quindi la regalità di Gesù non ha nulla a che vedere con quella dei potenti della terra. E' un re che serve i suoi servitori; così ha dimostrato in tutta la sua vita. E lo stesso vale per Maria: è regina nel servizio a Dio all'umanità, è regina dell'amore che vive il dono di sé a Dio per entrare nel disegno della salvezza dell'uomo. All'angelo risponde: Eccomi sono la serva del Signore (cfr Lc 1,38), e nel Magnificat canta: Dio ha guardato all'umiltà della sua serva (cfr Lc 1,48). Ci aiuta. E' regina proprio amandoci, aiutandoci in ogni nostro bisogno; è la nostra sorella, serva umile.

E così siamo già arrivati al punto: come esercita Maria questa regalità di servizio e amore? Vegliando su di noi, suoi figli: i figli che si rivolgono a Lei nella preghiera, per ringraziarla o per chiedere la sua materna protezione e il suo celeste aiuto, dopo forse aver smarrito la strada, oppressi dal dolore o dall’angoscia per le tristi e travagliate vicissitudini della vita. Nella serenità o nel buio dell’esistenza, noi ci rivolgiamo a Maria affidandoci alla sua continua intercessione, perché dal Figlio ci possa ottenere ogni grazia e misericordia necessarie per il nostro pellegrinare lungo le strade del mondo. A Colui che regge il mondo e ha in mano i destini dell’universo noi ci rivolgiamo fiduciosi, per mezzo della Vergine Maria. Ella, da secoli, è invocata quale celeste Regina dei cieli; otto volte, dopo la preghiera del santo Rosario, è implorata nelle litanie lauretane come Regina degli Angeli, dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri, dei Confessori, delle Vergini, di tutti i Santi e delle Famiglie. Il ritmo di queste antiche invocazioni, e preghiere quotidiane come la Salve Regina, ci aiutano a comprendere che la Vergine Santa, quale Madre nostra accanto al Figlio Gesù nella gloria del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi quotidiano della nostra vita.

Il titolo di regina è quindi titolo di fiducia, di gioia, di amore. E sappiamo che quella che ha in mano in parte le sorti del mondo è buona, ci ama e ci aiuta nelle nostre difficoltà.

Cari amici, la devozione alla Madonna è un elemento importante della vita spirituale. Nella nostra preghiera non manchiamo di rivolgerci fiduciosi a Lei. Maria non mancherà di intercedere per noi presso il suo Figlio. Guardando a Lei, imitiamone la fede, la disponibilità piena al progetto d’amore di Dio, la generosa accoglienza di Gesù. Impariamo a vivere da Maria. Maria è la Regina del cielo vicina a Dio, ma è anche la madre vicina ad ognuno di noi, che ci ama e ascolta la nostra voce.
Grazie per l'attenzione.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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08/11/2012 21:54
 
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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AI
PARTECIPANTI AL 23° CONGRESSO
MARIOLOGICO MARIANO INTERNAZIONALE

Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Sabato, 8 settembre 2012

 

Cari fratelli e sorelle,

con grande gioia accolgo tutti voi qui a Castel Gandolfo, quasi a conclusione del XXIII Congresso Mariologico Mariano Internazionale. Molto opportunamente state riflettendo sul tema: «La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive», dato che ci accingiamo a ricordare e celebrare il 50° anniversario dell’inizio della grande Assise, apertasi l’11 ottobre 1962.

Saluto cordialmente il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Presidente del Congresso; il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento tra Accademie Pontificie, come pure il Presidente e le Autorità Accademiche della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, a cui va la mia gratitudine per l’organizzazione di questo importante evento. Un saluto ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai Presidenti e ai rappresentanti delle Società mariologiche presenti, agli studiosi di mariologia e, infine, a tutti coloro che partecipano ai lavori del Congresso.

Il Beato Giovanni XXIII volle che il Concilio Ecumenico Vaticano II si aprisse proprio l’11 ottobre, nello stesso giorno in cui, nel 431, il Concilio di Efeso aveva proclamato Maria «Theotokos», Madre di Dio (cfr AAS 54, 1962, 67-68). In tale circostanza egli iniziò il suo discorso con parole significative e programmatiche: «Gaudet Mater Ecclesia quod, singulari Divinae providentiae munere, optatissimus iam dies illuxit, quo, auspice Deipara Virgine, cuius materna dignitas hodie festo ritu recolitur, hic ad Beati Petri sepulchrum Concilium Oecumenicum Vaticanum Secundum sollemniter initium capit». [trad. it: «La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, qui, presso il sepolcro di san Pietro, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II»].

Come sapete, il prossimo 11 ottobre, per ricordare quello straordinario avvenimento, si aprirà solennemente l’Anno della fede, che ho voluto indire con il Motu proprio Porta fidei, in cui, presentando Maria come modello esemplare di fede, invoco la Sua speciale protezione e intercessione sul cammino della Chiesa, affidando a Lei, beata perché ha creduto, questo tempo di grazia. Anche oggi, cari fratelli e sorelle, la Chiesa gioisce nella celebrazione liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, la Tutta Santa, aurora della nostra salvezza.

Il senso di questa festa mariana ci viene ricordato da sant’Andrea di Creta, vissuto tra il VII e l’VIII secolo, in una sua famosa Omelia per la Festa della Natività di Maria, in cui l’evento viene presentato come un tassello prezioso dello straordinario mosaico che è il disegno divino di salvezza dell’umanità: «Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell’uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci viene elargito. La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio» (Discorso I: PG 97, 806-807). Questa importante e antica testimonianza ci porta al cuore della tematica su cui riflettete e che il Concilio Vaticano II volle sottolineare già nel titolo del Capitolo VIII della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium: «La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa». Si tratta del «nexus mysteriorum», dell’intimo collegamento tra i misteri della fede cristiana, che il Concilio ha indicato come orizzonte per comprendere i singoli elementi e le diverse affermazioni del patrimonio della fede cattolica.

Nel Concilio, a cui presi parte da giovane teologo come esperto, ebbi modo di vedere i vari modi di affrontare le tematiche circa la figura e il ruolo della Beata Vergine Maria nella storia della salvezza. Nella seconda sessione del Concilio un nutrito gruppo di Padri chiese che della Madonna si trattasse in seno alla Costituzione sulla Chiesa, mentre un altrettanto numeroso gruppo sostenne la necessità di un documento specifico che mettesse adeguatamente in luce la dignità, i privilegi e il singolare ruolo di Maria nella redenzione operata da Cristo.
Con la votazione del 29 ottobre 1963 si decise di optare per la prima proposta e lo schema della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa fu arricchito con il capitolo sulla Madre di Dio, nel quale la figura di Maria, riletta e riproposta a partire dalla Parola di Dio, dai testi della tradizione patristica e liturgica, oltre che dalla ampia riflessione teologica e spirituale, appare in tutta la sua bellezza e singolarità e strettamente inserita nei misteri fondamentali della fede cristiana.
Maria, di cui è sottolineata innanzitutto la fede, è compresa nel mistero di amore e di comunione della SS. Trinità; la sua cooperazione [SM=g1740733] al piano divino della salvezza e all’unica mediazione di Cristo è chiaramente affermata e posta nel giusto rilievo, facendone così un modello e un punto di riferimento per la Chiesa, che in Lei riconosce se stessa, la propria vocazione e la propria missione.
La pietà popolare, da sempre rivolta a Maria, risulta infine nutrita dai riferimenti biblici e patristici.

Certo, il testo conciliare non ha esaurito tutte le problematiche relative alla figura della Madre di Dio, ma costituisce l’orizzonte ermeneutico essenziale per ogni ulteriore riflessione, sia di carattere teologico, sia di carattere più prettamente spirituale e pastorale.
Rappresenta, inoltre, un prezioso punto di equilibrio, sempre necessario, tra la razionalità teologica e l’affettività credente.
La singolare figura della Madre di Dio deve essere colta e approfondita da prospettive diverse e complementari: mentre rimane sempre valida e necessaria la via veritatis, non si può non percorrere anche la via pulchritudinis e la via amoris per scoprire e contemplare ancor più profondamente la fede cristallina e solida di Maria, il suo amore per Dio, la sua speranza incrollabile.

Per questo, nell’Esortazione apostolica Verbum Domini, ho rivolto un invito a proseguire sulla linea dettata dal Concilio (cfr n. 27), invito che rivolgo cordialmente a voi, cari amici e studiosi. Offrite il vostro competente contributo di riflessione e di proposta pastorale, per far sì che l’imminente Anno della Fede possa rappresentare per tutti i credenti in Cristo un vero momento di grazia, in cui la fede di Maria ci preceda e ci accompagni come faro luminoso e come modello di pienezza e maturità cristiana a cui guardare con fiducia e da cui attingere entusiasmo e gioia per vivere con sempre maggiore impegno e coerenza la nostra vocazione di figli di Dio, fratelli in Cristo, membra vive del suo Corpo che è la Chiesa.

Affido tutti voi e il vostro impegno di ricerca alla materna protezione di Maria e vi imparto una particolare Benedizione Apostolica.
Grazie.

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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05/08/2013 15:34
 
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[SM=g1740758] ATTENZIONE! prende sempre di più piede la FALSA AFFERMAZIONE che il compleanno di Maria Santissima ricadrebbe il 5 agosto e non l'8 settembre, a detta di falsi interpreti delle apparizioni di Megjugorje...... state attenti, CHI FESTEGGIA QUESTA RICORRENZA IN UN ALTRO GIORNO, FESTEGGIA UN'ALTRA CHIESA PERCHE' MARIA E LA CHIESA SONO INDIVISIBILI!!!

Vi offriamo un profondo lavoro lavoro sull'argomento CLICCATE QUI, invitando le persone affezionate a Medjugorje a non protrarre e portare avanti LA MENZOGNA E L'ERRORE.... la Natività di Maria Santissima è l'8 settembre!



Questa celebrazione, che ricalca sul Cristo le prerogative della Madre, è stata introdotta dal papa Sergio I (sec VII) nel solco della tradizione orientale (che già la officiava). La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore. (Mess. Rom.)

Nel famoso Martirologio Romano apprendiamo: Festa della Natività della Beata Vergine Maria, nata dalla discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe del re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall’antica schiavitù del peccato.

Dunque, nella data 8 settembre le chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la nascita di Maria, la madre del Signore. La fonte prima che racconta l’evento è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna. Qui nel IV secolo venne edificata la basilica di sant’Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività della Madre di Dio. La festa si estese poi a Costantinopoli e fu introdotta in occidente da Sergio I, un papa di origine siriana. «Quelli che Dio da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati»: Dante sembra quasi parafrasare il versetto di san Paolo quando definisce Maria «termine fisso d’eterno consiglio».
Dall’eternità, Il Padre opera per la preparazione della Tuttasanta, di Colei che doveva divenire la madre del Figlio suo, il tempio dello Spirito Santo. La geneaologia di Gesù proposta dal Vangelo di Matteo culmina nell’espressione «Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo». Con Maria, dunque, è venuta l’ora del Davide definitivo, della instaurazione piena del regno di Dio. Con la sua nascita inoltre prende forma il grembo offerto dall’umanità a Dio perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini. Maria bambina infine è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che accolga in docilità i precetti di Dio.

Onorando la natività della Madre di Dio si va al vero significato e il fine di questo evento che è l'incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio". E’ questo del resto il motivo per cui di Maria soltanto (oltre che di S. Giovanni Battista e naturalmente di Cristo) non si festeggia unicamente la " nascita al cielo ", come avviene per gli altri santi, ma anche la venuta in questo mondo.
In realtà, il meraviglioso di questa nascita non è in ciò che narrano con dovizia di particolari  gli apocrifi, ma piuttosto nel significativo passo  che Dio fa nell'attuazione del suo eterno disegno d'amore. Per questo la festa odierna è stata celebrata con lodi magnifiche da molti santi Padri, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico. Leggiamo qualche espressione del secondo Sermone sulla Natività di Maria di S. Pier Damiani: “Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”.
 "Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra.
 Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato?
In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti.
 "Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. E’ giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso".

La devozione cristiana ha voluto perciò venerare le persone e gli avvenimenti che hanno preparato la nascita di Cristo sul piano umano e sul piano della grazia: la sua Madre, la nascita di essa, la sua concezione, i suoi genitori e i suoi antenati (vangelo: Mt 1,1-16.18-23). Credere nei preparativi dell’incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione e riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo. La vera devozione a Maria conduce sempre a Gesù: ogni celebrazione mariana culmina nella Messa.


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Novena per la Natività della Beata Vergine Maria

(dal 30 agosto al 7 settembre)


Leggere la preghiera iniziale e recitare poi 30 Ave Maria per ogni giorno della Novena; si diranno in tutto 270 Ave Maria in memoria dei giorni che Maria Santissima rimase nel seno di sua madre Sant'Anna. Questa devozione è stata insegnata dalla Vergine stessa a Santa Geltrude.

Preghiera:

Gloriosissima Vergine e clementissima Madre di Dio, Maria, eccomi prostrato ai tuoi santissimi piedi, come servo umile e tuo indegno devoto. Ti prego dal più profondo del mio cuore di degnarti di ricevere queste mie piccole lodi e fredde benedizioni che Ti offro con questa santa novena; sono preghiere che cercano di unirsi a quelle numerose e fervorose che gli Angeli e i Santi innalzano a Te ogni giorno. In cambio Ti supplico di concedermi che, come Tu sei nata al mondo per essere Madre di Dio, rinasca anch'io alla Grazia per essere tuo figlio in modo che amando Te dopo Dio sopra ogni altra cosa creata e servendoti fedelmente sulla terra, possa un giorno venire a lodarti e benedirti per sempre in Cielo.

- Intercalare le prime dieci Ave Maria con la frase:
"Sia benedetto, o Maria, quel felicissimo istante in cui sei stata concepita senza macchia originale".

- Intercalare le seconde dieci Ave Maria con la frase:
"Sia benedetto, o Maria, quel beatissimo tempo in cui sei rimasta nel seno di tua madre Sant'Anna".

- Intercalare le terze dieci Ave Maria con la frase:
"Sia benedetto, o Maria, quel fortunatissimo momento in cui sei nata al mondo per essere Madre di Dio".

- Salve, o Regina...


ATTENZIONE: questa Novena - o Triduo - può essere anche detta per supplicare Maria ad intervenire sulle mamme che hanno deciso di abortire il proprio figlio.....


[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]



[Modificato da Caterina63 31/08/2015 09:39]
Fraternamente CaterinaLD

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27/08/2013 11:55
 
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Breve storia di Maria SS. Bambina

        Le origini storiche del culto della natività di Maria non sono molto conosciute; le prime tracce appartengono alla liturgia orientale e risalgono per conoscenza già al terzo secolo.
Se noi occidentali apriamo il calendario della Chiesa orientale greca scopriamo che l'anno liturgico non incomincia alla fine di novembre e in avvento, ma con il 1° settembre.
In tal modo la prima grande festa dell'anno nuovo dell'oriente cristiano è quella della nascita di Maria.
I latini, primi fra tutti i romani, intorno al secolo VIII, presero dai greci questa festa che da Roma si diffonderà poi in tutta la Chiesa d'occidente.

In Milano, il culto della natività di Maria risale al secolo X, mentre il duomo dedicato a 'Maria nascente' sarà consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo.
Non lontano dal duomo, nella casa generalizia delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina.

Qual è l'origine e la vicenda del simulacro?
http://mw2.google.com/mw-panoramio/photos/medium/14686459.jpg
Intorno agli anni 1720-1730 suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, modellava volti in cera di Gesù bambino e di Maria bambina; era questa un'espressione della devozione ai misteri dell'infanzia di Gesù e di Maria, tipica del '700.
Un simulacro in cera, raffigurante Maria in fasce, fu donato a mons. Alberico Simonetta e, alla sua morte (1739), l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli angeli in Milano, che ne divulgarono la devozione. Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la soppressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose.
Il simulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione. Questo simulacro avrà, come suo penultimo porto, un luogo di sofferenza: l'ospedale Ciceri di Milano.
Lì verrà affidato dal Bosisio a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di carità di Lovere (Bg), congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio. Queste suore che il popolo chiamerà in seguito 'di Maria Bambina', presenti in Milano dal marzo del 1842, erano state chiamate dal card. Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale.
Al Ciceri, suore e malati si rivolgono ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876, in seguito al trasferimento della casa generalizia e del noviziato, il simulacro passerà in via santa Sofia. L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; viene così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà riesposta l'8 settembre di ogni anno all'interno della casa religiosa. E' il 1884... Nella cronaca dell'anno si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884...
La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono guarita!', esclama. Si alza e cammina".
Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'giorno del miracolo'. Dal 16 gennaio, poi, dell'anno successivo si nota un fatto straordinario: l'immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare "una bambina vera".


        Questi fatti danno il via ad un nuovo periodo della devozione a Maria Bambina:

        1885 - 2 giugno: il simulacro viene trasportato in una cappella più ampia, per facilitare l'afflusso ai fedeli;
        1886 - 6 febbraio: mons. A. Polin, vescovo di Adria e Rovigo, celebra per la prima volta la santa Messa davanti alla sacra effigie;
        1887 - 24 maggio: in Brescia viene benedetta la prima chiesa dedicata dall'istituto a Maria Bambina;
        1888 - 8 settembre: nella casa generalizia di Milano il simulacro è trasportato in una nuova cappella.

        Sono anni scanditi da un accorrere di fedeli: la devozione popolare si estende. Numerose le grazie ottenute. Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle religiose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti.
Maria Bambina accompagna le vicende tristi e liete degli anni successivi: sono gli anni del primo conflitto mondiale e del dopoguerra. Il 9 settembre 1934 si festeggia il cinquantesimo anniversario del primo miracolo e il 26 aprile 1935 viene celebrata nel santuario, scelto fra i 72 santuari maggiori dell'archidiocesi, la santa Messa giubilare della redenzione. Il popolo è raccolto in preghiera per ottenere il dono della pace. Scoppia il secondo conflitto mondiale.
Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ricorre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942).
La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco, mentre il 15-16 agosto un violento bombardamento è sferrato contro la città; il santuario e parte della casa generalizia vengono distrutti. Sotto le macerie si ritrovano numerosi ex voto contorti e anneriti: saranno raccolti come 'frammenti' di speranza e di sicura protezione della Vergine. Con la ricostruzione della casa, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria.
Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano.
Lì troverà la sua degna collocazione. La storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fino ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”.

http://mw2.google.com/mw-panoramio/photos/medium/14686459.jpg  Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebrato il centenario del primo miracolo e il 4 novembre successivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la conclusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borromeo, visita il santuario, affidando all'istituto "quella consegna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco conosciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di approfondire questo mistero".
Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Maria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Paulo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.

Giaculatoria da ripetersi quotidianamente, specialmente nella Novena

Salve Maria Bambina figlia del Tuo Figlio,
preservata da Lui da ogni impurità,
prega per noi peccatori, adesso,
e nel momento del pericolo
e della morte.
Amen



        Ave Maria Bambina
        Ave, Maria Bambina, piccolina del Padre
        Il tuo viso irradia la Grazia Divina di Dio
        mentre la luna riflette il sole mentre dormi,
        gli Angeli attorno alla tua culla cantano dolci melodie,
        Aiutami a chiamarLo Padre e a rispettare i suoi comandamenti

        Salve Maria Bambina, alba modesta dello Spirito Santo
        la tua approvazione, un giorno, darai all’angelo che si inginocchierà al tuo fianco
        mentre io vago come pecora smarrita lungo il percorso della vita
        poni la tua piccolissima e delicata mano nella mia e conducimi alla dimora

        Salve Maria Bambina, Vergine e Madre del Figlio
        ora, la Tua giovane vita riposa nella culla
        un giorno, ti solleverai in piedi sotto alla Sua Croce nel profondo del Tuo dolore.
        Oh mio Dio, Santo e Trino, io amo meditare sulla TUA esistenza
        come amo cantare la TUA bambina Maria Benedetta,
        che è TUA figlia ed anche TUA pura sposa
        e madre di TUO Figlio.


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752] [SM=g1740738]






[Modificato da Caterina63 31/08/2015 09:40]
Fraternamente CaterinaLD

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08/09/2014 13:28
 
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Il Papa ai fedeli cubani: Maria insegna a non temere impegni per tutta la vita

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2014-09-06 Radio Vaticana

“Maria allarga l’anima di coloro che la invocano con devozione, perché ci conduce a Gesù”: è quanto scrive Papa Francesco in un messaggio alla Chiesa cubana in occasione della Festa della Vergine della Carità del Cobre, che si celebra l’8 settembre. Il messaggio è stato inviato a mons. Dionisio Guillermo García Ibáñez, arcivescovo di Santiago de Cuba e presidente della Conferenza episcopale cubana. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

Solo pochi giorni fa l’immagine della Vergine della Carità del Cobre è stata collocata nei Giardini Vaticani. “La sua presenza – afferma il Papa - costituisce un ricordo evocatore dell’affetto e della vitalità della Chiesa pellegrina in quelle luminose terre dei Caraibi che da più di quattro secoli si rivolge alla Madre di Dio con questo bel titolo”. Papa Francesco presenta la figura di Maria soffermandosi su tre verbi ricordati dai Vangeli: rallegrarsi, alzarsi, perseverare.

Rallegrarsi – osserva – “è stata la prima parola che l’arcangelo Gabriele ha rivolto alla Vergine: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28). La vita di colui che ha scoperto Gesù si riempie di una gioia interiore tanto grande, che niente e nessuno può rubare. Cristo dà ai suoi la forza necessaria per non rattristarsi né abbattersi, pensando che i problemi non abbiano soluzione. Sostenuto da questa verità – scrive - il cristiano non dubita che ciò che si fa con amore crea una serena gioia, sorella di quella speranza che rompe la barriera della paura ed apre le porte ad un futuro promettente”. Il Papa incoraggia i cubani, specialmente i giovani, a vivere “per amare veramente” senza rimanere intrappolati “nella spirale nociva dell’occhio per occhio–dente per dente”. Amare “con i fatti quotidiani” e non con “parole vuote che il vento porta via”.

Il secondo verbo è alzarsi: “con Gesù, nel suo grembo, dice San Luca, Maria si è alzata e con prontezza è andata ad aiutare sua cugina Elisabetta, che nella sua anzianità stava per diventare madre (Lc 1, 39-45). Ella ha compiuto la volontà di Dio mettendosi a disposizione di chi aveva bisogno. Non ha pensato a se stessa, è passata sopra alla difficoltà e si è donata agli altri. La vittoria – afferma il Papa - è di coloro che si rialzano di volta in volta, senza scoraggiarsi. Se imitiamo Maria, non possiamo rimanere con le braccia inerti, lamentandoci soltanto, o forse scansando un peso perché altri facciano quello che è nostra responsabilità. Non si tratta di grandi cose, ma di fare tutto con tenerezza e misericordia”. Maria – ricorda il Pontefice - è sempre stata accanto al suo popolo, accanto ai più piccoli: “ha conosciuto la solitudine, la povertà e l’esilio, e ha imparato a creare fratellanza e a fare di qualunque posto, in cui nasce il bene, la propria casa. Supplichiamola – è la sua preghiera - affinché ci dia l’anima del povero che non ha superbia, un cuore puro che veda Dio nel volto dei più svantaggiati, una pazienza forte che non indietreggi davanti alle difficoltà della vita”.

Il terzo verbo è perseverare: Maria ha proclamato le cose grandi che Dio ha compiuto in Lei (Lc 1, 46-55). Lei “non ha confidato nelle proprie forze, ma in Dio, il cui amore non ha fine. Per questo, è rimasta insieme a suo Figlio, che era stato abbandonato da tutti; ha pregato senza cedere, insieme agli Apostoli e gli altri discepoli, perché non si perdessero d’animo. (At 1,14). Anche noi siamo chiamati a rimanere nell’amore di Dio e a rimanere nell’amore verso gli altri. In questo mondo, in cui si scartano i valori eterni e tutto è mutabile, in cui trionfa l’usa-e-getta, in cui sembra che si abbia paura degli impegni per tutta la vita, la Vergine ci incoraggia ad essere uomini e donne costanti nel fare del bene, che mantengano la parola e siano sempre fedeli. E questo perché confidiamo in Dio e poniamo in Lui il centro della nostra vita e quella dei nostri cari”.

Il Papa esorta a mettere in pratica ciò che ci insegna Maria: condividere la gioia cristiana con coloro che ci circondano e aiutare “infaticabilmente quanti sono oppressi da sofferenze e afflizioni”. “Nelle sue materne mani – conclude Francesco - pongo i Pastori, le comunità religiose ed i fedeli di Cuba, affinché ella incoraggi il loro impegno evangelizzatore e la loro volontà di fare dell’amore il fondamento della società. Così non mancherà la gioia di vivere, il coraggio nel servire e la perseveranza nelle opere buone”.



1. La Celeste Bambina. Con l'animo ripieno di fede accostati alla culla ove riposa la Bambina Maria, guardane la celestiale bellezza; un non so che di angelico aleggia intorno a quel volto... Gli Angeli fissano quel cuore che, senza macchia originale, senza stimoli al male, anzi adorno delle grazie più scelte, li rapisce in ammirazione. Maria è il capolavoro della onnipotenza di Dio; ammirala, pregala, amala perché è tua madre.

2. Che diverrà questa Bambina? I vicini guardavano Maria senza penetrare che era l'Aurora del Sole. Gesù, ormai prossimo a spuntare; forse la madre sant'Anna ne capì qualcosa, e con qual amore e rispetto la tenne!... Questa Bambina è la prediletta da Dio Padre, e la Madre cara di Gesù, è la Sposa dello Spirito Santo; è Maria SS.; è la Regina degli Angeli e di tutti i Santi... Cara Bambina Celeste, sii la Regina del mio cuore, te lo dono per sempre!

3. Come onorare la nascila di Maria. Ai piedi della Bambina medita quelle parole di Gesù : Se non diverrete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli. Bambini, cioè piccoli per innocenza e più per umiltà; e fu appunto l'umiltà di Maria che piacque a Dio, dice S. Bernardo. E non sarà la tua alterigia, il tuo fasto, i tuoi modi orgogliosi che ti demeritano tante grazie da Maria e da Gesù? Domanda e pratica l'umiltà.

 

PRATICA, — Fu rivelato a S. Matilde di recitare oggi trenta Ave Maria, in ossequio alla Vergine Bambina.


e si legga anche qui:
http://www.maranatha.it/MessaleBVM/bvm21page.htm 

   







[Modificato da Caterina63 31/08/2015 11:55]
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