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MOTU PROPRIO «QUAERIT SEMPER» modifica per la Costituzione apostolica Pastor bonus

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 18:42
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LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO

«QUAERIT SEMPER»

DEL SOMMO PONTEFICE
BENEDETTO XVI

con la quale è modificata la Costituzione apostolica Pastor bonus e si trasferiscono alcune competenze dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti al nuovo Ufficio per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione costituito presso il Tribunale della Rota Romana.

 

La Santa Sede ha sempre cercato di adeguare la propria struttura di governo alle necessità pastorali che in ogni periodo storico emergevano nella vita della Chiesa, modificando perciò l’organizzazione e la competenza dei Dicasteri della Curia Romana.

Il Concilio Vaticano II confermò, d’altronde, detto criterio ribadendo la necessità di adeguare i Dicasteri alle necessità dei tempi, delle regioni e dei riti, soprattutto per ciò che riguarda il loro numero, la denominazione, la competenza, i modi di procedere e il reciproco coordinamento (cfr. Decr. Christus Dominus, 9).

Seguendo tali principi, il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, procedette a un complessivo riordino della Curia Romana mediante la Costituzione apostolica Pastor bonus, promulgata il 28 giugno 1988 (AAS 80 [1988] 841-930), configurando le competenze dei vari Dicasteri tenuto conto del Codice di Diritto Canonico promulgato cinque anni prima e delle norme che già si prospettavano per le Chiese orientali. In seguito, con successivi provvedimenti, sia il mio Predecessore, sia io stesso, siamo intervenuti modificando la struttura e la competenza di alcuni Dicasteri per meglio rispondere alle mutate esigenze.

Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della Sacra Liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium.

Pertanto ho ritenuto opportuno trasferire ad un nuovo Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana la competenza di trattare i procedimenti per la concessione della dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione.

Di conseguenza, su proposta dell’Em.mo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e col parere favorevole dell’Ecc.mo Decano del Tribunale della Rota Romana, sentito il parere del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, stabilisco e decreto quanto segue:

Art. 1.

Sono aboliti gli articoli 67 e 68 della menzionata Costituzione apostolica Pastor bonus.

Art. 2.

L’articolo 126 della Costituzione apostolica Pastor bonus viene modificato secondo il testo seguente:

«Art. 126 § 1. Questo Tribunale funge ordinariamente da istanza superiore nel grado di appello presso la Sede Apostolica per tutelare i diritti nella Chiesa, provvede all’unità della giurisprudenza e, attraverso le proprie sentenze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferiore.

§ 2. Presso questo Tribunale è costituito un Ufficio al quale compete giudicare circa il fatto della non consumazione del matrimonio e circa l’esistenza di una giusta causa per concedere la dispensa. Perciò esso riceve tutti gli atti insieme col voto del Vescovo e con le osservazioni del Difensore del Vincolo, pondera attentamente, secondo la speciale procedura, la supplica volta ad ottenere la dispensa e, se del caso, la sottopone al Sommo Pontefice.

§ 3. Tale Ufficio è anche competente a trattare le cause di nullità della sacra Ordinazione, a norma del diritto universale e proprio, congrua congruis referendo.

Art. 3.

L’Ufficio per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione è moderato dal Decano della Rota Romana, assistito da Officiali, Commissari deputati e Consultori.

Art. 4.

Il giorno dell’entrata in vigore delle presenti norme, i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione pendenti presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, saranno trasmessi al nuovo Ufficio presso il Tribunale della Rota Romana e da esso saranno definiti.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante la pubblicazione sul quotidiano «L’Osservatore Romano», entrando in vigore il giorno 1° ottobre 2011.

Dato a Castel Gandolfo,il giorno 30 agosto dell’anno 2011, settimo del Nostro Pontificato.

 


Benedetto XVI

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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[SM=g1740722]  Il Papa riforma la Curia per sistemare la liturgia


di Massimo Introvigne

da laBussolaQuotidiana 29-09-2011

Il 27 settembre è stata pubblicata una lettera apostolica in forma di motu proprio di Benedetto XVI formalmente datata 30 agosto 2011 e chiamata "Quaerit semper". La lettera - la cui portata è stata definita storica dai canonisti - trasferisce alla Rota Romana, che è il tribunale d'appello della Santa Sede, la competenza relativa a due materie in precedenza trattate dalla Congregazione per il culto divino.

La prima materia riguarda la nullità dell'ordinazione sacerdotale. Come il matrimonio, infatti, anche l'ordinazione dei sacerdoti può essere nulla, a causa di vizi di materia e di forma, di consenso e di intenzione, sia da parte dell'ordinante sia dell'ordinato. Un caso evidente, ancora recentemente chiarito dalla Santa Sede, è la nullità dell'ordinazione conferita alla donna, anche nel caso in cui l'ordinante, per ipotesi, non sia a conoscenza del sesso femminile di chi si presenta a ricevere l'ordinazione e inganna il vescovo celando il suo vero sesso, Ma può anche darsi che nell'ordinato non si formi un valido consenso o manchi una precisa intenzione di diventare sacerdote. In questi casi la Chiesa dichiara che non c'è mai stato un valido conferimento del sacramento dell'ordine. I casi vanno dunque distinti dalla dimissione o dispensa dallo stato clericale di persone validamente ordinate.

La seconda materia è la dispensa nel caso di matrimoni rati ma non consumati. Il matrimonio è assolutamente indissolubile, ma solo nel caso in cui sia stato non solo validamente contratto ma anche consumato attraverso un rapporto intimo fra marito e moglie. Se manca dopo la celebrazione del matrimonio il rapporto intimo, i due coniugi o anche uno solo possono ottenere dalla Santa Sede una dispensa che li scioglie dal vincolo di un matrimonio che pure è stato contratto in modo valido. La base teologica è l'idea che la mancata consumazione impedisca l’attuazione nella sua pienezza del segno sacramentale dell’unione fra Cristo e la Chiesa. La dispensa è un provvedimento di carattere amministrativo che viene concesso dal Pontefice  “graziosamente”, cioè come grazia, per cui i coniugi non hanno un diritto soggettivo ad ottenerlo ma una mera aspettativa. La facoltà pontificia di sciogliere il vincolo in caso di mancata consumazione si estende al di là del solo matrimonio tra battezzati; la dispensa si può avere infatti anche nel caso di matrimonio tra un battezzato e un non battezzato.

Il passaggio della competenza per questi casi dalla Congregazione per il culto divino alla Rota Romana ha due scopi, come spiega il Motu Proprio. Garantisce una più rigorosa istruttoria, affidata a una nuova sezione costituita ad hoc della Rota, che eviti abusi in materie delicate. E permette alla Congregazione per il culto divino di concentrarsi, come si legge nel documento, sul suo compito tipico della vigilanza e la promozione della buona liturgia cattolica: del che, come è a tutti evidente, c'è oggi un grande bisogno.
[SM=g1740722]





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Nuovo Motu Proprio del Papa (Quaerit Semper) e la riforma della liturgia: "La Congregazione per il Culto Divino dia nuovo impulso"

E' Arrivato! Dopo una attenta, prudente e documentata "gestazione", finalmente è arrivato il documento che (primo di molti, speriamo) pone le basi per una vigorosa virata della Chiesa Universale in materia di celebrazioni liturgiche, per far rotta verso il ritorno ad una Liturgia davvero sacra e per cercar di porre rimedio ai non pù tollerabili abusi liturgici.

Nel mese di febbraio 2011 (qui e qui) si era parlato di un imminente provvedimento del Papa (in forma di Motu Proprio) con il quale si sarebbero riorganizzati le competenze di alcuni Dicasteri in materia di Sacra Liturgia.
L'intento di Benedetto XVI, noto da anni, era ed è quello di attuare in maniera efficace, anche sul piano -cogente- "normativo", quella "riforma benedettiana" della liturgia che egli sta compiendo soprattutto con l'esempio, riforma ricompresa in quel "nuovo movimento liturgico" (del quale aveva parlato il Cardinal Prefetto Antonio Cañizares Llovera, intervenendo durante il concistoro dello scorso novembre 2011) in opposizione alle derive della "riforma conciliarista".
Noi non possiamo che essere lieti per il documento atteso, dal momento che le intenzioni del Santo Padre, sono state fatte proprie dal nostro blog: rinnovamento della liturgia (attuale) nel solco della Tradizione, e cioè riforma della riforma.

Il Motu Proprio, dicevamo, è infine arrivato e, pubblicato il 27 settembre 2011 (
qui nel testo originario in latino, e qui in una traduzione in italiano ufficiale della S. Sede), ha confermato le attese: il contenuto e le novità di risistemazione della Curia vengono presentati da Andrea Tornielli (che ebbe già ad anticiparne le linee, nel suo blog Sacri Palazzi il 9.2.2011) nel suo articolo che di seguito riproponiamo. (Il sottolineato è nostro).

Può sembrare forse una cosa da poco: ma "liberare"
la Congregazione per il Culto Divino e per la disciplina dei Sacramenti delle molte cause e materie non prettamente "liturgiche" e cultuali, vuol dire darle possibilità di ritornare in maniera esclusiva alle competenze che le son proprie e che son ben esplicitate nel nome (controlli, richiami e provvedimenti disciplinari compresi a fronte dei tanti abusi).


Una congregazione per la Liturgia
di Andrea Tornielli, Vatican Insider del 04.10.2011


La sua pubblicazione, lo scorso 27 settembre è passata quasi inosservata. Benedetto XVI ha reso nota una lettera apostolica in forma di motu proprio intitolata Quaerit semper, con la quale viene trasferita alla Rota Romana, che è il tribunale d’appello della Santa Sede, la competenza su due materie fino a questo momento trattate dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
La prima di queste riguarda la nullità dell’ordinazione sacerdotale che, come accade per il matrimonio, può essere nulla a causa di vizi di materia e di forma, di consenso e di intenzione, sia da parte del vescovo ordinante sia del chierico che viene ordinato prete.

La seconda materia è la dispensa nei casi di matrimoni contratti ma non consumati. Il matrimonio è infatti indissolubile, ma soltanto nel caso in cui sia stato consumato attraverso un rapporto intimo fra marito e moglie. Se questo manca dopo la celebrazione del matrimonio, i coniugi, o anche uno solo di loro, possono ottenere dalla Santa Sede una dispensa che li scioglie dal vincolo. Lo studio di queste pratiche impegnava non poco la Congregazione per il culto divino, guidata dal cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera.
Ma per comprendere le ragioni che hanno spinto Benedetto XVI a questa decisione bisogna considerare un passaggio del motu proprio, nel quale si legge: «Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della sacra liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla costituzione Sacrosanctum Concilium».

Il dicastero del culto deve dunque dedicarsi «a dare nuovo impulso» alla promozione della liturgia, secondo quella centralità sulla quale Papa Ratzinger insiste, anche e soprattutto con l’esempio. Non deve sfuggire, poi, il riferimento alla costituzione conciliare, la prima approvata dal Vaticano II, che Benedetto XVI vuole sia riscoperta. Non è un mistero che negli anni del post-concilio, in nome del Concilio, si sono fatte riforme non in linea con quanto stabilito dal Concilio. L’idea di Ratzinger, più volte da lui espressa, è quella di far nascere dal basso un nuovo movimento liturgico per far prendere coscienza dell’importanza della liturgia ben celebrata e per ridurre al minimo gli abusi.

«Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa – aveva detto il cardinale Cañizares – è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa. Perché, come spiega Benedetto XVI nel primo volume della sua Opera Omnia, nel rapporto con la liturgia si decide il destino della fede e della Chiesa. Cristo è presente nella Chiesa attraverso i sacramenti. Dio è il soggetto della liturgia, non noi. La liturgia non è un’azione dell’uomo, ma è azione di Dio».
«Il rinnovamento conciliare – spiegava ancora il Prefetto del culto divino – è stato inteso come una rottura e non come sviluppo organico della tradizione. Dobbiamo ravvivare lo spirito della liturgia e per questo sono significativi i gesti introdotti nelle liturgie del Papa: l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, la bellezza nell’arte sacra. È anche necessario e urgente promuovere l’adorazione eucaristica: di fronte alla presenza reale del Signore non si può che stare in adorazione».

«Dobbiamo considerare il rinnovamento liturgico – concludeva il cardinale – secondo l’ermeneutica della continuità nella riforma indicata da Benedetto XVI per leggere il Concilio. E per far questo bisogna superare la tendenza a “congelare” lo stato attuale della riforma postconciliare, in un modo che non rende giustizia allo sviluppo organico della liturgia della Chiesa. Stiamo tentando di portare avanti un grande impegno nella formazione di sacerdoti, seminaristi, consacrati e fedeli laici, per favorire la comprensione del vero significato delle celebrazioni della Chiesa.

Ciò richiede un’adeguata e ampia istruzione, vigilanza e fedeltà nei riti e un’autentica educazione per viverli pienamente. Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana
».


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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