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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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"Mensis Eucharisticus" riedizione di un prezioso supporto per la Messa e la meditazione Eucaristica

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2015 12:15
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Riedito, con una traduzione italiana del cardinale Giovanni Coppa, "Mensis Eucharisticus"


Per nutrire la vita dei sacerdoti

Nel 1969 venne donato ai collaboratori della Segreteria di Stato un librino intitolato Mensis Eucharisticus ed edito dalla Tipografia Vaticana. Di autore anonimo, il testo era stato curato da don Giuseppe Santoro per facilitare ai sacerdoti la preparazione alla messa e il ringraziamento in coerenza con l'enciclica di Paolo VI Mysterium fidei (1965). L'"aureo libretto di ascetica sacerdotale" - così lo definiva il sostituto Giovanni Benelli ringraziando a nome del Papa il curatore - è stato ora tradotto in italiano, con il testo latino a fronte, dal cardinale Giovanni Coppa (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011, pagine 183, euro 9). Ne pubblichiamo una presentazione del cardinale prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Ad onor del vero, quest'opera non risale al 1969.... e come riportato dal libretto a pag. 25: nel catalogo dei manoscritti della Sicilia, si trova già il riferimento a questa opera "Mese Eucaristico" e viene indicato come "opera scritta in latino da Benedetto Plazza, ma pubblicata senza quel nome dall'editore Angelo Felicella già nel 1737".

di ANTONIO cardinale CAÑIZARES LLOVERA

Nell'ultima cena, nella quale il Signore ha istituito e ci ha lasciato l'Eucaristia, siamo nati come sacerdoti. Accanto al grande dono che Cristo ci ha offerto nel memoriale eucaristico, e inscindibile da esso, in quella venerabile cena ci ha lasciato anche il sacerdozio sacramentale. Noi sacerdoti "siamo nati dall'Eucaristia". Il sacerdozio ministeriale, che rappresentiamo, "trae origine, vive, opera e porta frutto de Eucharistia".

"Non esiste Eucaristia senza Sacerdozio, come non esiste Sacerdozio senza Eucaristia". "Il ministero ordinato, che mai può ridursi al solo aspetto funzionale, perché si pone sul piano dell'"essere", abilita il presbitero ad agire in persona Christi e culmina nel momento in cui egli consacra il pane e il vino, ripetendo i gesti e le parole di Gesù nell'Ultima Cena" (Giovanni Paolo II).

Per mezzo dei sacerdoti, Cristo è presente nel nostro mondo contemporaneo, vive fra noi e offre al Padre il sacrificio redentore per tutti gli uomini e li rende partecipi della sua offerta al Padre e della sua opera salvifica. "Dinanzi a questa straordinaria realtà rimaniamo attoniti e sbalorditi: tanta è l'umiltà condiscendente con cui Dio ha voluto così legarsi all'uomo! Se sostiamo commossi davanti al Presepe contemplando l'incarnazione del Verbo, che cosa provare di fronte all'altare dove, per le povere mani del sacerdote, Cristo rende presente nel tempo il suo Sacrificio? Non ci resta che piegare le ginocchia e in silenzio adorare questo sommo mistero della fede".

Il nostro essere sacerdoti è inseparabile dall'Eucaristia e la nostra esistenza sacerdotale viene configurata attraverso l'Eucaristia, attraverso il sacrificio che Cristo offre al Padre nell'oblazione per i nostri peccati e per quelli di tutti gli uomini, per la redenzione e la salvezza dell'umanità e del mondo intero. Nell'ordinazione sacerdotale, quando ci vengono dati il calice e la patena, ci viene detto: "Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai e imita ciò che celebrerai. Conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo Signore". Per questo tutta la nostra vita non dovrebbe essere altro che un prolungamento dell'Eucaristia: i nostri gesti, le nostre parole, i nostri atteggiamenti, tutto dovrebbe esprimere questo dono della Vita e dell'Amore a favore degli uomini che rinnova l'offerta di Cristo, il suo amore per gli uomini, che egli chiama "suoi e suoi amici", sino all'estremo.

Il ministero sacerdotale, che rende sempre attuale il Sacrificio di Cristo, deve essere vissuto con questo spirito di oblazione, di dono di sé, di sacrificio personale. In definitiva con gli stessi atteggiamenti e sentimenti di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, al quale siamo sacramentalmente configurati. "Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà". "Amò la Chiesa e diede se stesso per essa". "Li amò sino all'estremo". Tutto in noi sacerdoti dovrebbe essere espressione di questa "offerta, oblazione e obbedienza" al Padre e di questa "carità pastorale" che porta al dono della vita, del "corpo" e del "sangue". La carità pastorale, che ci identifica come sacerdoti, presenza sacramentale di Cristo Buon Pastore, fluisce soprattutto dal sacrificio eucaristico, che è pertanto centro e fondamento di tutta la vita del presbitero, di modo che dovremo sforzarci, con l'aiuto imprescindibile dello Spirito, di riprodurre in noi stessi quello che si compie sull'ara sacrificale.

Al centro della nostra vita sacerdotale c'è l'Eucaristia di ogni giorno. È questa Eucaristia quotidiana che unifica la nostra vita sacerdotale, così come centra e unifica la vita di tutta la Chiesa. Non è un aspetto della vita sacerdotale fra i tanti, bensì il vincolo che esprime in modo preminente il nostro legame con Cristo e il significato di tutta la nostra vita sacerdotale e del nostro rapporto con i fedeli.
A partire dall'Eucaristia, a partire dall'essere sacerdoti per l'Eucaristia, dal nascere da essa e dall'essere quello che siamo con essa, la vita del sacerdote non può essere altra se non quella di Cristo. Non possiamo accontentarci di una vita mediocre. Anzi, non ci può essere una vita sacerdotale mediocre. Non dovrebbe mai esserci e ancor meno al momento attuale in cui è tanto necessario mostrare l'identità di ciò che siamo e così rendere ragione della speranza che ci anima. "Non possiamo accontentarci di meno dell'essere santi". Il sacerdote deve essere come Cristo, deve essere santo. "Il sacerdozio che ho è quello di Cristo, al quale partecipo, e "questo è santo". Qualsiasi cosa faccia, il sacerdozio a cui partecipo è sempre santo… non ho altra scelta; devo essere santo. Una santità che deve essere specifica in me: la santità sacerdotale. Santità a oltranza. E questa, che obbliga a essere "come Lui", ha una caratteristica speciale: essere come Lui sull'altare, Vittima, Sacerdote-Ostia" (servo di Dio José María García Lahiguera).

Celebrare ogni giorno l'Eucaristia e celebrarla bene, vivere l'Eucaristia con tutto il realismo, l'intensità e la verità che richiede al centro della nostra giornata sacerdotale, vivere dell'Eucaristia in ogni momento della nostra vita sacerdotale è assolutamente necessario per rivitalizzare la nostra esistenza sacerdotale sacramentale. Per riuscirci è di enorme aiuto questo piccolo, ma insieme grande, libretto. Come prefetto della Congregazione per il Culto Divino ringrazio di tutto cuore per la pubblicazione e la diffusione di questa opera, e la raccomando vivamente; sarà uno strumento molto utile per il rinnovamento sacerdotale e anche per il rinnovamento delle comunità, e per dare impulso a una nuova evangelizzazione, che passa necessariamente per l'Eucaristia.

(L'Osservatore Romano 14 ottobre 2011)



[Modificato da Caterina63 14/05/2015 09:20]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Mensis Eucharistus


Dies Primus

Praeparatio
1. Quis venit? - Christus Rex saeculorum immortalis qui habet in vestimento, et femore suo scriptum: Rex Regum, et Dominus Dominantium.
2. Ad quem venit? - Ad subditum suum, decem millium talentorum debitorem qui nec obulum habet unde incipiat debitum tam ingens exsolvere.
3. Ad quid veniat? - Non ut miserum servum divendat, et omnia eius accipiat; sed ut ei pretium Corporis et Sanguinis sui, immensum, maius debito ad solvendum tribuat.

Aspiratio
Exulta satis, filia Sion, iubila, filia Ierusalem: ecce Rex tuus veniet tibi, iustus et Salvator.

Gratiarum Actio
1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui, tamquam Regem potentissimum et benignissimum: teque veluti reum coram eo procidentem, et rogantem: Patientiam habe in me, et omnia reddam tibi.
2. Dilige eum ex toto corde tuo, ita ut desiderio, et firmo proposito tuo, nihil illi contrarium velis, nihil anteponas aut aeques, nihil, quod ad illum actu vel virtute non tendat, diligas.
3. Pete ab eo spiritum fortitudinis, ut divinum honorem contra insidiatores eius tamquam subditus fidelis usque ad sanguinem tuearis.

Aspiratio
Tu es ipse Rex meus et Deus meus qui mandas salutes Iacob. In Te inimicos nostros ventilabimus cornu, et in nomine Tuo spernemus insurgentes in nobis.


***

Primo Giorno

Preparazione
1. Chi viene? - Cristo Re dei secoli, incorruttibile, che sul mantello e sul femore porta scritto il nome: Re dei re e Signore dei signori.
2. A chi viene? - Al suo suddito, che gli è debitore di diecimila talenti, e non ha nemmeno uno spicciolo per cominciare a saldare un debito tanto grave.
3. Perchè viene? - Non per disfarsi di quel misero servitore, e prendergli tutto quel che ha; ma per concedergli il prezzo del Suo Corpo e del Suo Sangue, un tesoro immenso, ben maggiore del debito da soddisfare.

Invocazione
Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo Re, Egli è giusto e Salvatore.

Ringraziamento
1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come un Re ricco di potenza e di tenerezza; e guarda te stesso come un reo, che si prostra innanzi e lo supplica: "Abbi pazienza con me, e ti restituirò ogni cosa".
2. Amalo con tutto il tuo cuore, affinchè per tuo desiderio, e tuo fermo proposito, non ammetta mai nulla che Gli sia contrario, nulla gli preferisca o ponga al Suo stesso piano, nulla abbia caro che non tenda a Lui nell'agire e nel decidere.
3. Chiedigli lo Spirito di fortezza, per difendere l'onore di Dio fino al sangue, come un suddito fedele, contro chi lo combatte.

Invocazione
Sei Tu il mio Re, Dio mio, che decidi vittorie per Giacobbe. Per Te abbiamo respinto i nostri avversari, nel Tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori.


[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:
1Tim.1,17/ Apocalisse 19,16/ Mt.18,24-25/ cfr.Col.2,3/ cfr.1Cor.6,20/ Zach.9,9/ Mt.18,26/ Lc.10,27/ Is.11,2/ Ps.44,5-6

______________________________________________________

 
[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]




[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:35]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Via Calvario


Dies Secundus

Praeparatio
1. Quis veniat? - Christus Dominus, qui servis suis iugum suave et onus leve suorum mandatorum et consiliorum imponit, ac pro momentaneis obsquiis aeternam gloriam pollicetur.
2. Ad quem venit? - Ad servum suum contumacem, qui a saeculo confregit iugum ipsius, rupit vincula et dixit: non serviam.
3. Ad quid venit? Ut in funiculis Adam trahat eum, in vinculis caritatis, ereptumque a passionum iugo, in servitutem suam, omni imperio feliciorem, reducat.

Aspiratio
Et unde hoc mihi, ut Dominus meus et Filius Dei mei veniat ad me?

Gratiarum Actio
1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui, tamqua Dominum tuum, qui emit te pretio magno; teque veluti servum fugitivum, qui ad ipsum per novum fervorem vult redire.
2. Dilige eum ex tota anima tua, ita us sis unus ex illis, qui aiebant: Nemo nostrum sibi vivit, et nemo sibi moritur, sive enim vivimus, Domino vivimus; sive morimur, Domino morimur.
3. Peto ab eo spiritum timoris Domini, ut omne peccatum vel levissimum fugias, et ipsum solum casto affectu timeas.

Aspiratio
Inice, Domine, pedem meum in compedes tuos, et in torques tuos collum meum.

************

Secondo Giorno

Preparazione
1. Chi viene? - Cristo, il Signore, che pone sopra i suoi servi il giogo dolce e il peso leggero dei suoi comandamenti e dei suoi consigli, e in cambio di atti momentanei di omaggio, promette una gloria immortale.
2. A chi viene? - Ad un suo servitore ribelle, il quale ha infranto da lungo tempo il suo giogo, ha spezzato i legami e ha detto: Non servirò.
3. Perchè viene? - Per attrarlo con legami di umanità, con vincoli di amore, e, strappandolo dal giogo delle passioni, riportarlo alla schiavitù di Lui, più gioconda di ogni volontà di potenza.

Invocazione
E a che cosa devo che il mio Signore, il Figlio del mio Dio, venga da me?

Ringraziamento

1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come il Tuo Signore, che ti ha comprato a caro prezzo; e guarda te stesso come uno schiavo fuggiasco, che vuole tornare a Lui con nuovo fervore.
2. Amalo con tutta la tua anima, per essere uno di coloro che dicevano: Nessuno di noi infatti vive per se stesso, perchè se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore.
3. Chiedigli lo Spirito del timore del Signore, perchè tu fugga anche i peccati più lievi, e ami Lui solo con un amore incontaminato.

Invocazione
Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il tuo collo nella sua catena.


[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:
Mt.11,30/ Ier.2,20/ Os.11,4/ Lc.1,43/ 1Cor.6,20/ Rom.14,7-8/ Is.11,3/ Sir.6,24


[SM=g1740717] [SM=g1740720]





[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:35]
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04/12/2011 16:34
 
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Il Signore che viene




Dies Tertius

Praeparatio

1. Quis venit? - Christus Magister, qui docet nos utilia: qui prius fecit, quae docuit, et ad faciendum, quod docet, graziam impertit.
2. Ad quem venit? - Ad discipulum infimae classis, qui numquam, aut sero ad audiendam doctrinam virtutum venit, et cito per animi levitatem ab auditis discedit.
3. Ad quid venit? - Ut sint oculi tui videntes Praeceptorem tuum, et aures tuae audiant verbum, post tergum (hoc est velamen accidentium) monentis: haec est via (conversatio Christi), ambulate in ea.

Aspiratio
Venite, et ascendamus ad monte Domini et ad domun Dei Iacob, et docebit nos vias suas.

Gratiarum Actio
1. Respice oculis fidei in medio cordis tui tamquam Magistrum tuum, qui te viam perfectionis docet, et in agendis oc omittendis erudit: teque veluti alteram Magdalenam, sedentem secus pedes eius, audientem verbum ipsius, et illud unum, quod est necessarium, addiscentem.
2. Dilige eum ex tota mente tua ita, ut sanctis cogitationibus iugiter illi adhaereas, et ad capienda caelestia tranquillitatem ac puritatem mentis inquiras.
3. Pete ab eo spiritum scientiae, ut falsa scias a veris discernere, et fidei dictamina constanter teneas.

Aspiratio
Vias Tuas, Domine, demonstra mihi, et semitas tuas edoce me.


**********

Terzo Giorno

Preparazione

1. Chi viene? - Cristo, il Maestro, Colui che ci insegna quanto ci procura il bene. Colui che prima ha eseguito quanto ha insegnato; e ci da la grazia di eseguire quanto ci insegna.
2. A chi viene? - A un alunno della classe più bassa, il quale non viene mai, o giunge in ritardo, ad apprendere l'insegnamento delle virtù, e subito abbandona le verità udite a causa della superficialità del suo spirito.
3. Perchè viene? - Perchè i tuoi occhi vedano il Tuo Maestro, e le tue orecchie ascoltino la Parola che ti ammonisce dietro di te (cioè dietro il velame delle realtà accidentali); questa è la strada (la familiarità con Cristo), percorretela.

Invocazione
Venite, saliamo al monte del Signore e alla Casa del Dio di Giacobbe, ed Egli ci insegnerà le sue vie.

Ringraziamento
1. Guarda con gli occhi della fede, in mezzo al tuo cuore, Colui che è il tuo Maestro, il quale ti insegna la via della perfezione, e ti ammaestra su quanto devi compiere o tralasciare; e guarda te stesso come un'altra Maria di Betania, seduta ai Suoi piedi, in ascolto della Sua parola, che apprende quell'unica cosa di cui c'è bisogno.
2. AmaLo con tutta la tua mente, affinchè con santi pensieri tu rimanga profondamente unito a Lui, e cerchi la serenità e la purezza del cuore, per conquistare le realtà celesti.
3. ChiediGli lo spirito di conoscenza, perchè tu sappia distinguere il falso dal vero, e ti attenga fermamente agli insegnamenti della Fede.

Invocazione
Fammi conoscere, Signore, le Tue vie, insegnami i Tuoi sentieri.


[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:
Isaia 48,17/ Atti1,1/ cfr. 2Cor.4,3-4/ Is.30,20-22/ cfr. Is.2,3/ Lc.10,39-42/ Lc.10,27/ Is.11,2/ Ps.25,4


[SM=g1740717] [SM=g1740720]










[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:36]
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15/01/2012 14:12
 
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Dies Quartus

Praeparatio

1. Quis Venit? - Christus, amicus fidelis, cui nulla est comparatio; qui a nobis desertus et irritatus numquam nos deserit, sed ex inimicis suo Sanguine amicissimos facit.
2. Ad quem venit? - Ad infamem proditorem, qui toties eius amicitiam contempsit, eius gratiae peccatum praetulit, eius familiaritatem cum vanissimis hominum colloquiis commutavit.
3. Ad quid venit? - Ut sit amicus fidelis, protector fortis; quo invento, thesaurum inveniat: et ut eum sibi intimius per amorem copulet.

Aspiratio
Ostende mihi faciem tuam, sonet vox Tua in auribus meis, vox enim tua dulcis, et facies tua decora.

Gratiarum Actio
1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui, tamquam amicum fidelissimum, qui te servulum suum ad amicitiam suam extulit: teque velut amicum mensae, aut potius vilem mercenarium, qui, cum, consolationes recipis, eum diligis: cum ad emendationem flagellaris, in dilectione torpescis.
2. Dilige eum ex omnibus viribus tuis, ita ut vires et potentias animae tuae, sensus et organa corporis tui, in unione virium et sensuum eius, Deo offeras, et illis semper in obsequium ipsius uti constituas.
3. Pete ab eo spiritum consilii ut apta remedia ad salutem animae tuae, et aliorum, de quibus curam geris, eligere scias.

Aspiratio
Dilectus meus mihi, et ego illi. Ego dilecto meo, et ad me conversio eius.


*****************

Quarto Giorno

Preparazione

1. Chi viene? - Cristo, l'amico fedele, davanti al quale non c'è paragone; da noi abbandonato ed esapserato, non ci abbandona mai, ma mediante il Suo Sangue ci rende, da nemici, i suoi più grandi amici.
2. A chi viene? - A un infame traditore, che tante volte ha disprezzato la Sua amicizia, ha preferito il peccato alla Sua Grazia, ha barattato la Sua intimità con le più vane chiacchiere quotidiane.
3. Perchè viene? - Per essere un Amico fedele, un forte Protettore, affinchè, chi Lo trova, trovi un tesoro, e lo unisca più strettamente a sè nell'Amore.

Invocazione
Mostrami il Tuo viso, fammi sentire la Tua voce, perchè la Tua voce è soave, il Tuo viso incantevole!

Ringraziamento
1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come un amico fedelissimo, che ti ha innalzato alla Sua stessa amicizia, benchè tu sia un servitorello qualunque, e guarda te stesso come un amico seduto alla Sua tavola, o piuttosto un vile mercenario, che lo ami quando sei consolato, ma quando vieni castigato affinchè ti emendi, ti infiacchisci nell'amore.
2. AmaLo con tutte le tue forze, perchè tu possa offrire a Dio le energie e le facoltà della tua anima, i sensi e gli organi del tuo corpo, in unione con le forze e i sensi di Lui, e così decida di adoperarli sempre in Suo onore.
3. ChiediGli lo spirito di consiglio, affinchè tu sappia scegliere gli aiuti efficaci per la salvezza della tua anima, e di quella degli altri, dei quali hai cura.

Invocazione
Il mio Amato è mio, e io sono Suo. Io appartengo al mio Amato, e il Suo desiderio si volge verso di me.


[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:
Sir.6,15/ Lc.6,16/ Sir.6,14-16/ Ct.2,14/ Prv.19,4-7/ Is.11,2/ cfr. Tob.4,20/ Ct.2,16/ Ct.7,11




[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:36]
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26/08/2012 15:47
 
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«Il vero sangue è sull'altare e sembra vino»



Nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma si conserva la più antica epigrafe latina cristiana che esplicitamente accenna alla transustanziazione: si mediti attentamente la frase, non dice che "il vero vino è sull'altare e sembra sangue" ma proprio il contrario, e messo come epigrafe sottolinea l'importanza di questa affermazione dottrinale.


di Lorenzo Bianchi


L’epigrafe eucaristica 
 <br /> in San Lorenzo fuori le mura<br><br><br> 1 - (Adsp)ICE QUI TRANSIS QUAM SIT BREVIS AC(cipe vita)<br>
 <br /> 2 - (Atqu)E TUAE NAVIS ITER AD LITUS PARAD(isi)<br>
 <br /> 3 - (Der)EGE QUO VULTUM DOMINI FACIAS TIBI PO(rtum)<br>
 <br /> 4 - (Dica)T IAM QUISQUIS HAEC SACRA PERH(auriat ore)<br>
 <br /> 5 - (Glor)IA SUMMA DOMINUS LUMEN SAPIENTIA VIR(tus)<br>
 <br /> 6 - (Cui)US [o: (Ver)US] IN ALTARI CRUOR EST VINUMQUE (videtur)<br>
 <br /> 7 - (Qui)QUE TUI LATERIS PER OPUS MIRAE (pietatis)<br>
 <br /> 8 - (Omni)POTENTER AQUAM TRIBUIS BAPTI(smate lotis)

L’epigrafe eucaristica in San Lorenzo fuori le mura


1 - (Adsp)ICE QUI TRANSIS QUAM SIT BREVIS AC(cipe vita)
2 - (Atqu)E TUAE NAVIS ITER AD LITUS PARAD(isi)
3 - (Der)EGE QUO VULTUM DOMINI FACIAS TIBI PO(rtum)
4 - (Dica)T IAM QUISQUIS HAEC SACRA PERH(auriat ore)
5 - (Glor)IA SUMMA DOMINUS LUMEN SAPIENTIA VIR(tus)
6 - (Cui)US [o: (Ver)US] IN ALTARI CRUOR EST VINUMQUE (videtur)
7 - (Qui)QUE TUI LATERIS PER OPUS MIRAE (pietatis)
8 - (Omni)POTENTER AQUAM TRIBUIS BAPTI(smate lotis)

È merito di padre Egidio Picucci avere di recente riportato l’attenzione, con un articolo pubblicato sull’Osservatore Romano dell’11 dicembre 2005, su di un’epigrafe composta di otto versi, unica nel suo genere, collocata nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma.
È la sola conosciuta, tra le epigrafi cristiane antiche, in cui si accenna esplicitamente alla transustanziazione, cioè al fatto che nella santa messa il pane e il vino diventano vero corpo e vero sangue di Cristo.
Si legge infatti nel testo, al verso 6, che sull’altare è offerto il sangue (“
cruor”) del Signore, che sembra (“videtur”) vino, ma è quel sangue sgorgato insieme all’acqua dal costato di Gesù Cristo crocifisso.

I versi sono esametri, mutili all’inizio e alla fine, in parte perché scomparsi per il taglio della lastra di marmo su cui furono incisi, in parte perché coperti dalle strutture che attualmente inglobano la lastra, e appaiono anche parzialmente nascosti da una grande croce mosaicata di opera cosmatesca scolpitavi sopra. Questo stato di cose lascia delle incertezze sull’integrazione di alcune parole, senza però impedire la comprensione del testo.
La lastra, che in antico fu smontata dalla sua posizione originaria e venne riutilizzata nel Medioevo, è ora murata nel soffitto del vestibolo che introduce alla cripta che custodisce le reliquie dei martiri Lorenzo, Stefano e Giustino, e ne rimane attualmente visibile una parte che misura 113x102 cm. Venne messa in questa posizione in occasione del rifacimento della Basilica ad opera di papa Onorio III (1216-1227), che ingrandì la precedente Basilica di papa Pelagio II (579-590) orientandola in maniera opposta, creò la cripta, rialzò parte dell’edificio del VI secolo facendone il presbiterio e vi collocò, in corrispondenza della tomba di Lorenzo, l’altare centrale, trasportandovi il ciborio, che attualmente lo sovrasta, costruito nel 1148 (vedi box alle pp. 93-94).




L’epigrafe (trascritta qui accanto con le integrazioni proposte da Antonio Ferrua più una variante di Felice Grossi Gondi al verso 6) è anche la più antica in lingua latina che ricorda in genere il
sacramento dell’eucaristia: in considerazione dello stile, della paleografia e del contenuto, è attribuibile al più tardi al V secolo. Quasi certamente proviene dalle immediate vicinanze del luogo in cui è ora collocata, e in essa si parla anche del sacramento del battesimo, che certamente doveva essere amministrato presso la tomba di Lorenzo. Per via della sua datazione è probabilmente da mettersi in relazione con la prima Basilica eretta sotto il pontificato di papa Silvestro (314-335) dall’imperatore Costantino, secondo la testimonianza del
Liber Pontificalis, «via Tiburtina in agrum Veranum» (ed. Duchesne, I, p. 181). Di un battistero attribuibile a questa Basilica non sono state trovate tracce archeologiche, ma sappiamo della sua esistenza da quanto si può leggere nello stesso Liber Pontificalis in relazione alle biografie di papa Sisto III (432-440; I, p. 234) e di papa Ilaro (461-468; I, p. 244), i quali entrambi fecero donativi alla Basilica per l’amministrazione del battesimo. Anche se non sappiamo se il fonte battesimale fosse interno all’edificio o se il battistero facesse corpo a sé, separato, tuttavia si può pensare che l’epigrafe fosse collocata e visibile lungo il tragitto per il quale i catecumeni passavano per andare a ricevere il sacramento.

Le epigrafi cristiane dei primi secoli in cui si parla dell’eucaristia sono rarissime; più antiche di quella in San Lorenzo fuori le Mura se ne conoscono due, entrambe in lingua greca, una di provenienza orientale, l’altra occidentale. La prima è il notissimo carme di Abercio vescovo di Hierapolis, capitale della Phrygia salutaris, databile agli ultimi anni del II secolo, in cui si nomina Gesù con la parola ’Icthùs (“pesce”), cioè “Iesùs Xristòs Thèou Uiòs Sotèr” (“Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”): «... la fede mi condusse in ogni luogo e dovunque m’imbandì come alimento il pesce di fonte, grandissimo, puro, che la santa vergine prende e lo porge agli amici perché si nutrano sempre, avendo un vino gradevole che ci offriva misto (con acqua) insieme al pane ...». Contemporanea o di qualche anno più tarda è la seconda epigrafe, sulla quale è inciso il carme sepolcrale di Pettorio di Augustodunum (Autun, Francia). I primi versi dicono: «Divina stirpe del pesce celeste, serba un cuore puro; tu che hai ricevuto la vita immortale, tra i mortali, nelle acque sacre, accendi il tuo cuore, amico, nelle acque perenni della munifica sapienza; ricevi l’alimento dolce come il miele del Salvatore dei santi, mangia avido [affamato], tenendo il pesce nelle [tue] mani. [Nutrimi] dunque del pesce, ti prego, Signore salvatore [...]» (le traduzioni sono da P. Testini, Archeologia cristiana, Edipuglia, Bari 1980, pp. 422-423 e 425).

Affresco proveniente dalla chiesa di papa Pelagio II, particolare della figura 
 <br /> di san Lorenzo 
 <br /> (datazione tra VIII 
 <br /> e XI secolo),  navata destra della Basilica 
 <br /> di San Lorenzo
 <br /> fuori le Mura

Affresco proveniente dalla chiesa di papa Pelagio II, particolare della figura di san Lorenzo (datazione tra VIII e XI secolo), navata destra della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura

L’epigrafe eucaristica di San Lorenzo, pur già presente in alcune raccolte del Settecento e dell’Ottocento, fu studiata analiticamente e pubblicata dal padre gesuita Felice Grossi Gondi (L’iscrizione eucaristica del secolo V nella basilica di S. Lorenzo al Verano, in Nuovo Bullettino di Archeologia Cristiana, 1921, pp. 106-111). A lui si deve una prima integrazione dei versi mutili, e la datazione al IV-V secolo sulla base di varie particolarità del testo e del contenuto: le imprecisioni metriche, l’uso del termine “paradisus” e il costume di ricevere il sacramento del battesimo in età adulta, che cessa verso la metà del V secolo. Una nuova pubblicazione del testo (con alcune correzioni) fu poi fatta, in tempi più recenti, da padre Antonio Ferrua (Inscriptiones Christianae Urbis Romae, vol. VII, 1980, n. 18324, pp. 164-165).

Forse solo pochi anni prima della composizione dell’epigrafe, scriveva le stesse parole san Cirillo vescovo di Gerusalemme: «tu credi con assoluta certezza che quello che sembra pane non è pane, sebbene così sia percepito dal senso del gusto, ma il corpo di Cristo, e quello che sembra vino non è vino, sebbene così appaia al gusto, ma il sangue di Cristo» (Catechesis mystagogia 4, 9).


Guarda, tu che passi, intendi quanto sia breve la vita, e raddrizza il viaggio della tua nave all’approdo del Paradiso, là dove il tuo porto sarà vedere il Signore. Dica ormai chiunque beve queste specie consacrate: “Tu sei la somma gloria, il Signore, il lume, la sapienza, la virtù, il cui [o: vero] sangue è sull’altare e sembra vino; tu, che nella tua onnipotenza concedi con un’opera di mirabile misericordia l’acqua scaturita dal tuo fianco a coloro che sono stati purificati nel battesimo”.


(a breve riprenderemo la pubblicazione del libretto Mensis Eucharisticus, scusandoci per l'interruzione "vacanziera")




[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:37]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Mensis Eucharisticus


Dies Quintus

Praeparatio

1. Quis venit? - Christus Frater, qui cum sit verus Deus et Dominus hominum, non confunditur fratres eos vocare, dicens: Nuntiabo nomen tuum fratribus meis.

2. Ad quem venit? - Ad fratrem ipsius fratricidam, qui, ceu alter Cain, Abel iustum in agro huius mundi peccatis appetiit, et impie confecit.

3. Ad quid venit? - Ut fratricidam hunc in vita spirituali, quam ante dederat, conservet, et non vagum et profugum super terram esse dimittat.

 

Aspiratio

Quis mihi det te fratrem meum surgentem ubera matris meae, ut inveniam te foris, et deosculer te, et iam me nemo despiciat?

 

Gratiarum Actio

1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui, ut fratrem natu maiorem et primogenitum in multis fratribus, teque ut fraterculum eius merito minimum, seu potius tali nomine prorsus indignum, cum sis illi vita et moribus valde dissimilis.

2. Dilige eum ex tota virtute tua ita, ut omni conatu tuo consilia et exempla fratris tui primogeniti fideliter impleas.

3. Pete ab eo spiritum intellectus ut abditos Sacrae Scripturae sensus intelligas, et explanes.

 

Aspiratio

Hoc uno tantum indigeo, ut inveniam gratiam in conspectu tuo, Domine mi (et frater mi).

 

*********


Quinto Giorno

Preparazione

1. Chi viene? - Cristo, nostro Fratello, che, pur essendo vero Dio e Signore degli uomini, non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli.

2. A chi viene? - Al suo fratello fratricida, che con i suoi peccati ha alzato la mano, come un secondo Caino, contro Abele il giusto nel campo di questo mondo, e lo ha ucciso senza pietà.

3. Perchè viene? - Per mantenere questo fratricida nella vita spirituale, che già gli aveva donata, e non cacciarlo via da sé come ramingo e fuggiasco sulla terra.

 

Invocazione

Chi mi concederà, Te, come mio fratello, allattato al seno di mia madre, affinché io Ti incontri fuori casa, e ti baci, e nessuno ormai più mi disprezzi?

 

Ringraziamento

1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come il fgratello maggiore e il primogenito tra molti fratelli; e guarda te stesso come un fratellino davvero insignificante, o piuttosto indegno affatto di tal nome, poichè gli sei grandemente difforme nella vita e nel modo di comportarti.

2. Amalo con tutta la tua forza, affinchè tu faccia ogni sforzo per seguire fedelmente i consigli e gli esempi del tuo fratello primogenito.

3. Chiedigli lo spirito di intelligenza. affinchè sappia comprendere, e chiaramente spiegare agli altri, i sensi nascosti della Sacra Scrittura.

 

Invocazione

Di questo solo ho bisogno, che io trovi grazia ai Tuoi occhi, Signore mio (e fratello mio).

 

 

[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:

Ebrei 2,11-12/ Gn.4,8-18/ Ct. 8,1/ Rom. 8,29/ Mc 12,30/ Is.11,2/ Ps.119,34/ cfr Gn.33,15

 

__________________________________________________________________

 

Dies Sextus

Praeparatio

1. Quis venit? - Christus Pater futuri saeculi: qui voluntarie genuit nos verbo veritatis, Pater misericordiarum, et Deus totius consolationis, qui tenerrime nos amat et filiolos vocat.

2. Ad quem venit? - Ad prodigun filium, qui peregre profectus est in regionem longinquan oblivionis Dei, et ibi dissipavit bona ipsius, vivendo, si non luxuriose, at inaniter et inutiliter.

3. Ad quid venit? - Ut hunc prodigum filium ad se revertentem amplectatur, et osculetur; stola gratiae ac donis caelestibus ornet, convivio Corporis et Sanguinis sui reficiat, atque in domo gloriae suae hereditatis aeternae possessorem contituat.

 

Aspiratio

Quanti mercenarii in domo Patris mei abundant panibus! Ego autem hic fame pereo. Surgam, et ibo ad Patrem meum.

 

Gratiarum Actio

1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui tamquam Patrem piissimum, qui te in cruce summis doloribus genuit: teque veluti errabundum filium, ex longa peregrinatione ac miserrimo statu ad ipsum redeuntem, atque ab ipso benignitate incredibili exceptum.

2. Dilige eum ex tota fortitudine tua ita, ut propter illum vitam et salutem corporis, divitias, voluptates et honores despicias.

3. Pete ab eo spiritum pietatis, ut obsequia tanto ac tali Patri debita sollerter inquiras, et eminenter praestes.

 

Aspiratio

Pater, peccavi in caelum, et coram te: iam non sum signus vocari filius tuus; fac me sicut unum de mercenariis tuis.

 

*****

 

Sesto Giorno

Preparazione

1. Chi viene? - Cristo, Padre per sempre: per sua volontà ci ha generati per mezzo della parola di verità, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione; che ci ama con la più grande tenerezza e ci chiama suoi figliolini.

2. A chi viene? - A un figlio prodigo, che partì per un lungo viaggio verso il paese lontano della dimenticanza di Dio, e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo, se non dissoluto, tuttavia vano e frivolo.

3. Perchè viene? - Per gettare le braccia al collo di questo figlio prodigo, che a Lui ritorna, coprirlo di baci, ornarlo con la veste della grazia e con i doni celesti, ristorarlo al banchetto del suo Corpo e del suo Sangue, e stabilirlo in possesso dell'eredità eterna nella casa della Sua gloria.

 

Invocazione

Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza, e io qui muoio di fame! Mi alzerò e andò da mio Padre.

 

Ringraziamento

1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come un Padre tenerissimo, che ti ha generato con dolori spaventosi sulla Croce; e guarda te stesso come un figlio errabondo, che a Lui ritorna in condizioni pietose dopo un lungo vagare in terra straniera, ed è da Lui accolto con una benevolenza incredibile.

2. AmaLo con tutta la tua forza, sicchè per amor Suo giunga a disprezzare la vita, la salute del corpo, le ricchezze, i piaceri e gli onori.

3. ChiediGli lo spirito di pietà, affinchè ti ingegni a cercare quali ossequi siano dovuti ad un Padre così grande e così insigne, e offriglieli nel modo più perfetto.

Invocazione

Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a Te; non son più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati.

 

[SM=g1740771] Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:

Isaia 9,5 / Iac.1,18 / 2Cor.1,3 / Lc. cap.15 in particolare vv.13-20 / Mc. 12,33 / Is. 11,2 e nuovamente Luca cap.15,18-19.

 

_________________________________________________________________


[SM=g1740763]
[Modificato da Caterina63 04/04/2015 16:38]
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Dies Septimus

 

Praeparatio

1. Quis venit? - Christus Sponsus, qui dixit: Sponsabo te mihi in sempiternum; et sponsabo te mihi in iustitia, et iudicio, et in misericordia, et in miserationibus; et sponsabo te mihi in fide.

2. Ad quem venit? - Ad infidam sponsam suam, quae fornicata est cum amatoribus multis super omnem montem excelsum et sub omni ligno frondoso; per superbiam scilicet et cupiditatem vilissimis adhaerendo creaturis.

3. Ad quid venit? - Non ut det ei libellum repudii, sed ut sibi iterum despondeat eam, et ponat signum in faciem eius, ne ullum, preater ipsum, amatorem admittat.

 

Aspiratio

Prudentes Virgines, surgite, et ornate vestras lampades: ecce Sponsus venit, exite obviam ei.

 

Gratiarum Actio

1. Respice oculis fidei Christum in medio cordis tui, ut fratrem natu maiorem et primogenitum in multis fratribus, tamquam Sponsum amabilissimum, qui animam tuam proiectam super faciem terrae nudam, et confusione plenam, spontanee dilexit: animamque tuam,veluti sponsam eius ipsi tot vinculis copulatam, et tot donis, ad redamandum illectam.

2. Dilige eum ex tota libertate tua, ita ut tui corporis et animi potestatem non habeas, sed sponsus tuus, qui potestatem tibi fecit corporis et sanguinis sui.

3. Pete ab eo spiritum sapientiae, ut quidquid, in Deo est intimius, nempe essentiam, attributa, processiones, et decreta, scruteris, ad maiorem ipsius amorem in te excitandum.

 

Aspiratio

Gaudens gaudebo in Domino, et exsultabit anima mea in Deo meo: quia induit me vestimentis salutis, et indumento iustitiae circumdedit me quasi sponsam ornatam monilibus suis.

 

*********

 

Settimo Giorno

 

Preparazione

1. Chi viene? - Cristo, lo Sposo che ha detto: Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà.

2. A chi viene? - Alla sua sposa infedele, la quale ha fornicato con molti amanti su ogni monte elevato e sotto ogni albero frondoso; cioè attaccandosi a spregevolissime creature a causa della superbia e della cupidità.

3. Perchè viene? - Per non darle l'atto del ripudio, ma per fidanzarsi di nuovo con lei, e imprimerle un sigillo sul volto, perché non accolga più alcun amante, che non sia Lui stesso.

 

Invocazione

Vergini sagge, alzatevi e preparate le vostre lampade: ecco lo Sposo viene, andategli incontro.

 

Ringraziamento

1. Guarda con gli occhi della fede Cristo, in mezzo al tuo cuore, come uno Sposo amabilissimo, che ha spontaneamente prediletto la tua anima, gettata a terra, nuda e piena di confusione; e guarda la tua anima come la Sua Sposa, a Lui congiunta con tanti vincoli, e attirata con tanti doni a riamarLo.

2. Amalo con tutta la tua libertà, affinché tu non abbia più potere sul tuo corpo e sulla tua anima, ma il tuo Sposo, il quale ha posto in tuo potere il suo Corpo e il suo Sangue.

3. Chiedigli lo spirito di sapienza, perché ti immerga in quanto vi è di più intimo in Dio, cioè nella Sua essenza, nei suoi attributi, nelle sue processioni e nei suoi decreti, per accenderti di un amore sempre più grande per Lui.

 

Invocazione

Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come una sposa si adorna di gioielli.

 

 

Citazioni bibliche dei versi, utili per approfondire le meditazioni:

Os.2,21-22/ Jer.3,1-13/ Mt.5,31/ Mt.25, 6-7/ Ez.16,5-6/  Os.14,5/ 1Cor.7,4 /Is.11,2 - Is. 65,10

 

________________________________________________________






RICORDA CHE: Un sacerdote risponde

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4260 

Perché la chiesa cattolica al momento della Comunione offre il Corpo ma non il Sangue di Cristo

Quesito

Caro Padre Angelo,
Il mio nome e' Immacolata, sono una infermiera emigrata per lavoro in Germania. Qui ho a che fare con una altissima percentuale di cristiani protestanti, che spesso sono molto più preparati di me sui temi biblici. Mi è stato posto un quesito: perché la chiesa cattolica al momento della Comunione, offre il Corpo ma non il Sangue di Cristo, ovvero la Comunione ma non il Vino. Ho trovato diverse risposte, ovvero che il Corpo contiene già il Sangue, oppure che il Sangue fosse solo per gli apostoli, ma sono risposte che non mi convincono. Saprebbe Lei aiutarmi?
Ringrazio in anticipo e le auguro intanto una buona domenica. 


Risposta del sacerdote

Cara Immacolata,
1. i motivi che hanno portato la Chiesa latina ad amministrare la Santa Comunione solo sotto la specie del pane sono molto più semplici di quanto tu non possa immaginare.
Si era creato anzitutto il problema di portare la Santa Comunione agli ammalati.
Portarla anche sotto la specie del vino esponeva a pericoli di versamento e pertanto di profanazione.

2. C’era poi il problema di dare la Santa Comunione ai bambini, per i quali si riteneva sconveniente darla anche sotto la specie del vino, circa il quale molti sono al momento riluttanti.

3. Per gli adulti il diacono passava il calice di bocca in bocca. E questo evidentemente poteva essere di poco gradimento a non poche persone.
In altri posti ci si serviva di una cannula. 
Altrove infine, come si fa ancora oggi nelle chiese orientali, si inzuppa la specie del pane nel calice e si somministra la Santa Comunione con un cucchiaino.
Infine in non pochi paesi vi era un’effettiva difficoltà a procurare il vino perché in alcune zone di questo mondo la vite non attecchisce.
Tutto questo portò a riservare solo al celebrante la facoltà di bere al calice.

3. Verso l'inizio del secolo XII andò gradualmente cessando in Occidente l'uso di comunicarsi sotto le due specie. 
Ai motivi sopra riportati se ne aggiunsero altri: la maggiore  consapevolezza che dove è presente il Corpo del Signore per reale concomitanza vi è anche il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità.
E anche il fatto che Gesù non disse “fate questo in memoria di me” solo la duplice consacrazione, ma dopo quella del pane: “«Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi»” (Lc 22,19-20).
Fu col concilio di Costanza del 1415 che si riservò solo ai sacerdoti di comunicarsi sotto le due specie.

4. Oggi però la Chiesa cattolica dà la possibilità di fare molto spesso la Comunione sotto le due specie, anche tutte le domeniche.
Si supera abbastanza facilmente il pericolo della caduta di gocce del Sangue di Cristo con l’intinzione della particola consacrata nel calice e porgendola poi sulla bocca dei fedeli.

5. Per i protestanti non sussistono i problemi dell’eventuale profanazione con la caduta di gocce.
Ai pastori protestanti manca la potestas ordinis. In altre parole manca ad essi la capacità di consacrare. 
Per loro si tratta solo di un simbolo, contrariamente alle evidenti parole del Signore il quale non ha detto “questo è un segno o un simbolo del mio corpo”, ma “questo è il Mio Corpo”.
Addirittura nel testo greco manca anche la copula “è” per esprimere con maggiore forza che si tratta del Corpo e del Sangue del Signore.

Ti auguro un buon soggiorno in terra tedesca, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

 



[Modificato da Caterina63 20/08/2015 12:15]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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07/08/2015 10:05
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] In una conferenza degli anni '90 Maria Simma (1015 +2004) ha avuto modo di spiegare chiarissimamente la sua posizione nei confronti del dono che Dio le aveva dato, quello di incontrare le Anime del Purgatorio affinchè potessero ricevere i benefici, quegli aiuti necessari alla loro definitiva salvezza.

In questa parte di video e audio originali abbiamo selezionato la parte che riguarda la rivelazione di alcuni Sacerdoti in Purgatorio per aver negato la Santa Comunione in ginocchio e alla bocca, inoltre la Simma sottolinea che - sempre queste Anime - le hanno spiegato come la Comunione alla mano sia stata una delle azioni responsabili alla devastazione della Famiglia....

Qui riportiamo nove minuti in cui Sacerdoti in Purgatorio sono pentiti di aver fatto questo ed invitano ad un ritorno santo e sacro verso l'Eucaristia.

www.youtube.com/watch?v=y4wqSv9f7n8&feature=share






[SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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