A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Memoria della "Riforma"

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2011 22:37
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
03/11/2011 22:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Rispondi
Consiglia  Messaggio 3 di 37 nella discussione 
Da: Luce Inviato: 28/10/2002 15.16
Salve a tutti, ringrazio per aver aperto un angolino a questa ricorrenza.
 
Siamo soliti festeggiare compleanni ed onomastici, anniversari di matrimoni, sembrerebbe questa una santa occasione per ritrovarci unanimi nella Preghiera, affinchè il Dio della Pace faccia germogliare i tanti frutti ecumenici sparsi qua e la.
 
Forse preghiamo poco e critichiamo tanto, o forse non leggiamo mai fra lòe righe quello che potrebbe unirci, ho visto che state mettendo dei testi di persone non cattoliche e devo dire che sono molto belli, e mi sta affascinando leggere cose che non sapevo, come la venerazione che si fa della Vergine Madre di Dio.
 
Penso che festeggerò questa ricorrenza offrendo una Santa Messa, e Lui solo che tutto può, non mancherà di consigliarci su come dobbiamo andare avanti.
 
Pace dal cuore, Luce

Rispondi
Consiglia  Messaggio 4 di 37 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 28/10/2002 21.31
.....quei passi sofferti e volenterosi.....dei quali Dio si compiace......^__^
 
 

Un dono senza pre-condizioni

Secondo Lutero la dottrina della giustificazione era l'articolo primo e fondamentale, "guida e giudice di ogni aspetto della vita cristiana". Per questo la giustificazione è stata fin dall'inizio il primo banco di prova del dialogo ufficiale luterano-cattolico cominciato dopo l'ultimo Concilio ecumenico.
La Dichiarazione congiunta è il punto d'arrivo di una lunga serie di colloqui e di documenti dottrinali, che hanno preparato il terreno.
Tale Dichiarazione. come è scritto nel preambolo, «non contiene tutto ciò che ciascuna Chiesa insegna riguardo alla giustificazione, ma comporta un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione e mostra che le differenze che ancora rimangono nella sua spiegazione non offrono più motivo per condanne dottrinali».
I passaggi cruciali della Dichiarazione congiunta consistono in vere e proprie confessioni comuni di dati essenziali della dottrina della giustificazione. Come avviene al paragrafo 19, dove si legge: «Insieme confessiamo che tutti gli uomini riguardo alla loro salvezza dipendono interamente dalla grazia salvifica di Dio. La libertà che essi possiedono nei confronti delle persone e delle cose di questo mondo non è una libertà nei confronti della salvezza, poiché, in quanto peccatori, essi restano sotto il giudizio di Dio e non sono in grado da se stessi di rivolgersi a Dio per ottenere la liberazione, di meritare la propria giustificazione davanti a Dio o di conseguire la salvezza con le loro proprie forze. La giustificazione avviene unicamente per grazia di Dio». Alla confessione della fede comune, segue la descrizione delle diverse sottolineature privilegiate dalla teologia cattolica e da quella luterana, esposte in una maniera che non ne pregiudichi la compatibilità: «Quando i cattolici dicono che gli uomini "cooperano" nel preparare e nell'accogliere la giustificazione, consentendo all'azione giustificante di Dio, essi vedono questo stesso consenso personale come un'azione della grazia e non come un'azione compiuta dall'uomo con le sue forze naturali». Mentre, «quando i luterani sottolineano con forza che un uomo può solo ricevere (mere passive) la giustificazione, intendono con ciò escludere ogni possibilità di contribuire alla propria giustificazione, ma non negano che coloro che credono siano personalmente coinvolti in maniera totale nella propria fede, che viene operata dalla Parola di Dio».
Un altro passaggio cruciale é quello che riguarda il rapporto tra la giustificazione del peccatore e le opere buone.
Si legge al paragrafo 25 della Dichiarazione congiunta: «Insieme confessiamo che i peccatori vengono giustificati per la fede nell'azione salvifica di Dio in Cristo. Essi ricevono il dono della salvezza dall'azione dello Spirito Santo nel battesimo che pone le basi di tutta la vita cristiana. Essi ripongono la loro fiducia nella promessa di grazia di Dio, in forza della fede giustificante che include anche la speranza in Dio e l'amore verso di lui. Questa fede opera nell'amore, e quindi il cristiano non può e non dovrebbe restare senza opere. Ma tutto ciò che nell'uomo giustificato precede o segue il dono gratuito della fede non è né il fondamento della giustificazione, né la merita».

Il nodo del simul iustus et peccator e del mere passive

Nella quarta sezione del quarto capitolo della Dichiarazione congiunta. intitolato "L'essere peccatore del giustificato", al paragrafo 28 si legge: «Insieme confessiamo che nel battesimo lo Spirito Santo unisce l'uomo con Cristo, lo giustifica e lo rinnova veramente. E tuttavia gli uomini giustificati devono per tutta la vita e costantemente far conto sulla grazia di Dio che giustifica incondizionatamente. Essi inoltre sono continuamente esposti al potere del peccato che continua ad assediarli (cfr. Rm 6, 12-14) e non sono esentati da una lotta lunga quanto la vita contro la ribellione dell'egoistica concupiscenza del vecchio Adamo nei riguardi di Dio (cfr. Gal 5, 16; Rm 7, 7-10). I giustificati devono anche chiedere ogni giorno perdono a Dio, così come si fa nel Padre nostro (Mt 6, 12; 1Gv 1, 9)».
Dopo tale confessione comune, il paragrafo successivo prosegue spiegando che «i luterani comprendono questa condizione del cristiano come un essere ''giusto e peccatore al tempo stesso". Coloro che credono sono interamente giusti, poiché Dio attraverso la Parola e il Sacramento perdona i loro peccati e attribuisce loro la giustizia di Cristo, che fanno propria nella fede. In Cristo, essi sono resi giusti davanti a Dio. Ma, guardando se stessi attraverso la legge, essi riconoscono anche di continuare ad essere interamente peccatori, poiché in loro abita ancora il peccato (1Gv 1, 8; Rm 7, 17-20); infatti, ripetutamente si volgono verso falsi dei e non amano Dio con quell'amore indiviso che Dio, in quanto loro creatore, pretende (...). Questa ribellione a Dio è come tale un vero peccato. Non di meno, il potere del peccato che ci rende schiavi è infranto grazie ai meriti di Cristo», cosicché «i cristiani, finché vivono sulla terra, possono condurre parzialmente una vita giusta».
Soprattutto su queste frasi si sono concentrate le obiezioni dell'ex Sant'Uffizio.
Nella Risposta della Chiesa cattolica alla Dichiarazione congiunta, pur tenendo conto «delle differenze, in sé legittime, risultanti da approcci teologici diversi al dato di fede», si ricordava che, «secondo la dottrina della Chiesa cattolica, nel battesimo viene tolto tutto ciò che è veramente peccato, e perciò Dio non odia niente in quelli che sono nati di nuovo. Ne consegue che la concupiscenza che rimane nel battezzato non è propriamente peccato. Perciò per i cattolici la formula zugleich Gerechter und Sünder ("giusto e peccatore al tempo stesso") così come è spiegata all'inizio del n. 29 ("Coloro che credono sono interamente giusti, poiché Dio attraverso la Parola e il Sacramento perdona loro i peccati (...). Ma, guardando se stessi, (...) riconoscono anche di continuare ad essere interamente peccatori, poiché in loro abita ancora il peccato...") non è accettabile. Questa affermazione non sembra infatti compatibile con la rinnovazione e la santificazione dell'uomo di cui parla il Concilio di Trento».
Anche la formula mere passive, che per i luterani descrive l'unico modo in cui l'uomo può ricevere la giustificazione, presenta problemi dal punto di vista cattolico.
La Risposta della Chiesa cattolica, citando la seconda lettera di san Paolo ai Corinzi, ricordava che «la misericordia divina opera una nuova creazione e rende quindi l'uomo capace di rispondere al dono di Dio, di cooperare con la grazia».
Individuando questi aspetti controversi, la Risposta della Chiesa cattolica ha toccato il cuore della questione. Si tratta di riconoscere se quella della grazia è un'azione reale, efficace, che opera dei cambiamenti che si possono vedere, mostrare, pur nella precarietà della condizione umana; o se la grazia rimane una semplice "copertura" del peccato dell'uomo senza avere la forza di trasformare il peccatore, di operare un cambiamento nella sua condizione reale, storica, un cambiamento non riducibile a una mera rassicurazione psicologica interiore.
I due documenti aggiuntivi (Dichiarazione ufficiale comune e Allegato), presentati dal cardinale Cassidy e dal segretario della Federazione luterana mondiale lo scorso il giugno come corollari della Dichiarazione congiunta, hanno proprio l'intento di chiarire i punti controversi segnalati dalla Risposta della Chiesa cattolica e da un'analoga Risoluzione in cui si erano espresse le riserve da parte luterana.
Sulla questione del simul iustus et peccator, i due documenti aggiuntivi intendono dimostrare che è possibile un'interpretazione di tale espressione che non sia in contrasto con quanto riconosce e confessa la dottrina cattolica.
Nell'Allegato si legge: «La giustificazione è perdono dei peccati e perdono che rende giusti, attraverso la quale Dio dona all'uomo "la vita nuova in Cristo" (...). Noi siamo in verità interiormente rinnovati dall'azione dello Spirito Santo, restando sempre dipendenti dalla sua opera in noi (...). In questo senso, i giustificati non restano peccatori». Ma, allo stesso tempo, «se diciamo che siamo senza peccato non siamo nel giusto», considerando «il perdurante pericolo che proviene dal potere del peccato e dalla sua azione nei cristiani. In questa misura, luterani e cattolici possono insieme comprendere il cristiano come simul iustus et peccator, malgrado i modi diversi che essi hanno di affrontare tale argomento».
Nel paragrafo di chiarimento sul rapporto tra la giustificazione e le opere buone, l'Allegato illumina tutta la questione con una frase di san Tommaso d'Aquino, tratta dalla Summa Theologica «La grazia crea la fede non soltanto quando la fede nasce in una persona, ma per tutto il tempo che la fede dura», come per riassumere il cuore della vita cristiana, «Gratia facit fidem non solum quando fides de novo incipit esse in homine, sed etiam quamdiu fides dura(Summa Theologica II-II q.4 a. 4 ad 3).
(Gianni Valente, in 30GIORNI, giugno 1999)


Rispondi
Consiglia  Messaggio 5 di 37 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 28/10/2002 23.02
Carissimi,
ringrazio il caro Ireneo per questo forum che ci consente di fare una riflessione sull'importanza del dialogo tra le Chiese cristiane.
Colgo l'occasione per inserire un breve stralcio da un documento del "Dialogo ufficiale luterano-cattolico negli USA" .
Al punto 3 si dice:
I cattolici e i luterani hanno in parte riconosciuto e adoperato mezzi simili per promuovere l'unità della Chiesa Universale. Cristiani delle diverse comunità sono stati uniti assieme dall'unico battesimo e dalla loro accettazione delle Scritture ispirate.
Liturgie, confessioni di fede e scritti confessionali sono stati ugualmente fattori unificanti.
Per ambedue le tradizioni, i concilii della Chiesa hanno svolto un ruolo unificatore significativo.
I riformatori affermarono il valore dei concilii, e ciò è stato implicitamente riconosciuto in una forma diversa dalla maggior parte delle Chiese luterane contemporanee attraverso la formazione dell'Alleanza luterana mondiale ...
Da prte cattolica l'importanza del principio conciliare è stata riaffermata dal Vaticano II nel suo esercizio delle funzioni conciliari, nonchè dall'accento che esso ha posto sulla struttura collegiale della CHiesa.
Appunto perchè esistono ampi settori di accordo a proposito di questi mezzi di unificazione della Chiesa, in questa discussione noi abbiamo incentrato la nostra attenzione su un altro fattore di unificazione a proposito del quale c'erano state divergenze, e cioè sul ruolo di determinate persone, uffici, o titolari di uffici nell'esercizio della responsabilità in ordine all'unità della Chiesa Universale.
 
Il dialogo è comunque tuttora in corso su questo argomento.
Preghiamo il Signore che presto faccia ritornare l'unità proprio dove è cominciata la divisione.
 
SLGC

Rispondi
Consiglia  Messaggio 6 di 37 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 29/10/2002 10.49
Vorrei condividervi una fra le Lettere di S.Caterina da Siena a favore dell'unità.......meditiamo sulle parole che userà per convincere Papa Gregorio XI, intorno al 1375, a NON risparmiarsi per la PACE......
 
< Così vi prego e dico, dolce babbo mio, dalla parte di Cristo Crocifisso, che facciate voi; cioè che voi con benignità e pazienzia, e santa umiltà e mansuetudine, vinciate la malizia e la superbia dè i figliuoli vostri, affidativi dalla santa Provvidenzia nel Gregge, i quali però sono stati ribelli a voi, padre, e alla santa Chiesa di Cristo.
Sapete che col demonio non si scaccia il demonio; ma che con la virtù si caccerà.
Poniamo che abbiate ricevute grandissime ingiurie, avendovi fatto vituperio e toltovi il vostro; nondimeno, padre, io vi prego che non ragguardiate alle loro malizie, ma alla vostra benignità donatavi da Cristo; e non lassate però di sacrificarvi per la nostra salute.
La salute dei ribelli sarà questa: che voi torniate a pace con loro!
Perchè il figliuolo che fa guerra al padre, mentre che persiste, egli stesso si priverà della santa eredità.
Oimè, babbo mio dolce, Pace, v'imploro Pace, per l'amor di Dio, acciò che tanti figliuoli non perdano l'eredità della vita eterna che il Cristo distribuisce nella santa Sua Chiesa, e che per riscatto non risparmiò di dare se stesso.
Voi sapete che Dio ha posto nelle vostre mani il dare, il tollere questa eredità, a secondo del discernimento vostro e di tutti i santi vescovi della successione Apostolica.
Ma voi tenete le chiavi; e a chi voi aprite si troverà aperto; e a chi voi serrate resterà serrato.
Così disse lo dolce e buon Gesù a Pietro.
Però abbiate ad imparare dal vero ed unico Capo che è Pastore della Chiesa, che ci disse; imparate da Me che sono mite ed umile di cuore!
Mio dolce vicario di Cristo, è giunto il tempo di dare la vita per le pecorelle che sono uscite fuori dal gregge.
Convienvole dunque andarle a cercare, e riacquistare con la pazienzia, le pecore inermi ma fuori dell'ovile; ma anche con le armi, se non ascoltano la Pace, per gli infedeli che vogliano rubare con vili armi il gregge già posto al sicuro, rizzando il confalone della santissima Croce che è stato fin troppo calpestato; non conviene più dormire; ma destarsi, siate virili per difendere la Croce calpestata, perchè Gesù ci disse: se vi vergognerete di me, anch'io m'avvergognerò di voi!
 
(apro un inciso! queste parole sembrano forti...oggi che si parla tanto di pace..ma Caterina da Siena è ONESTA fino in fondo.....per  guerra si rivolge a coloro che volutamente calpestavano la Croce portandola in odio...ma prima dice "se non ascoltano la Pace" quindi suggerisce al Papa prima l'intermediazione....soltanto dopo poichè la situazione del suo tempo era drammatica, parla di armi....e tuttavia, dopo, ritorna a parlare di armi spirituali....)
 
Ma spero sempre nella Bontà di Dio, che riacquistarete gl'infedeli in armi, ponendo ad essi per primo il seme della Carità e con ogni virtù del santo Vangelo conquisterete e correggetere le malizie dè i cristiani che pensano invano di trovare fuori dell'ovile della santa Chiesa un altra Chiesa, perciocchè Cristo disse: vi è una Chiesa sola!
Fiate in modo che tutti corrano all'odore della santa Croce, cominciate voi e i vescovi tutti, e i più ribelli faranno ritorno all'ovile!
Pace, pace, pace, pace, babbo mio dolce, non più guerra, fate tacere questi rumori che assordono l'anima, e diventano l'eco del demonio, Pace, Pace, implorate da tutti i vescovi a voi umilmente sottomessi; che tutte le membra vibrino e soffrano e piangano per i figli che si sono allontanati.
Non più guerra, ma destiamoci, andiamo sopra lo nemico e portiamo quale arma la santissima Croce, usando per coltello la santa Parola di Dio.
Oimè, santo padre, date da mangiare agli affamati, chè non di solo nutrimento umano che diventa escremento vivrà l'uomo, ma da ogni parola che esce dalla bocca di Dio, e dal cibo eterno della Santa Carne e prezioso Sangue del Suo Figlio; i vostri servi sono affamati e aspettano voi con ardentissimo desiderio.
Confortatevi, babbo mio dolce, e non prendete troppa amaritudine ricordandovi come al Cristo venne dato il fiele per bevanda, vorreste voi e i tutti i vescovi e tutto il clero essere da meno? Vorreste bere forse una bevanda più dolce? Che mai sia, sarebbe la vostra condanna, ma non della santa Chiesa perciò che Gesù disse: e le porte degli inferi non prevarranno! Ma su di noi si, esse possono ingollarci!
Questa amarutidine sia a voi di conforto, gloriatevi del vituperio che assorbiamo per salvare la santa Chiesa e il Nome santo di Dio.
Confortatevi per speranza, che Dio vi provvederà ogni cosa, a suo tempo provvederà ad ogni nostra necessità e bisogno, perciocchè il divino Maestro ci disse per ammaestramento nostro: ad ogni giorno basta la sua pena.
Per Cristo Gesù Dolce, Gesù Amore! >
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:01. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com