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Ratisbonne: l'Ebreo convertito da Maria Santissima e la storia della Medaglia Miracolosa

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2015 08:58
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P. Alfonso M. Ratisbonne
l'ebreo convertito da Maria

Quasi per scommessa...


Due uomini discutono serenamente tra loro, in una villa di Roma.

L'uno è il barone De Bussières. L'altro è il giovane Alfonso Ratisbonne, ebreo. Siamo nel 1842.

Ascoltiamo che cosa stanno dicendo.

-Vorrei chiedervi un favore- dice il barone De Bussières al giovane Ratisbonne.

-Vediamo di che si tratta?- risponde il giovane.

-Semplicemente di questo; accettare di portare indosso questa medaglia. Secondo il vostro modo di vedere, la cosa dovrebbe essere del tutto indifferente, mentre a me recherebbe un grande piacere.

-Se è così, per dimostrarvi che gli ebrei non sono poi tanto ostinati e testardi come si crede, accetto di portare la vostra medaglia.

A questo punto, il giovane Ratisbonne racconta lui stesso ciò che avvenne e ciò che egli disse: -Detto, fatto. Il barone mi mette al collo la medaglia, mentre io, scoppiando a ridere, esclamo: "Eccomi ormai cattolico, apostolico, romano"-

Chi è Alfonso Ratisbonne?

È un giovane ebreo, già al colmo della sua fortuna. Dalla vita ha avuto tutto. Da poco tempo si è anche fidanzato con una ragazza di nome Flora. Quanto alla sua fede: "Non credevo più neanche in Dio", confesserà dopo.

Ma la Madonna, Madre universale, vegliava su di lui, e lo attendeva a Roma. Qui lo fece capitare per caso nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, e gli operò il miracolo che avrebbe rivoluzionato tutta la sua vita brillante quanto effimera e fatua.

Tutto era iniziato appunto da quella medaglietta miracolosa che gli era stata offerta dall'amico barone De Bussières, e che egli aveva accettato solo per fargli piacere.

Si era lasciato mettere al collo la Medaglia; ci aveva scherzato sopra, ma già non ci pensava più.

L'amico barone, però, sapeva quel che faceva era uomo di fede, confidava nella potenza miracolosa della medaglietta, e pregava intensamente perché l'Immacolata operasse nell'animo di Alfonso, disfatto dall'incredulità.

La notte di quello stesso giorno, svegliatosi di soprassalto, Alfonso vide alta dinanzi a sé l'immagine di una grande Croce, di forma particolare, senza Gesù Crocifisso, che egli inutilmente tentò di scacciare.

Era la Croce della Medaglia miracolosa. Ma egli non lo sapeva, perché non aveva neppure guardato la Medaglia che portava indosso, né lo interessava affatto guardare una Medaglia! Proprio lui !

Il giorno seguente...

Il giorno seguente, stranamente, Alfonso si sentì spinto ad accompagnare lo stesso amico De Bussières alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte, dove il barone aveva da sbrigare una commissione di lavoro.

La carrozza si fermò sulla piazzetta della Chiesa. Scesero tutti e due. Il barone entrò in Chiesa e si recò subito in sacrestia per incontrarsi con le persone interessate alla commissione. Alfonso, invece, dapprima esitante, entrò poi anche lui nella Chiesa. E si trovò solo, distratto e vuoto.

"La Chiesa di S. Andrea delle Fratte -così egli stesso racconta in seguito- è piccola, povera e quasi sempre deserta. Quel giorno ero solo o quasi solo. Nessun oggetto d'arte attirava la mia attenzione. Passeggiavo macchinalmente girando gli sguardi attorno a me. Ricordo soltanto che un cane nero scodinzolava dinanzi a me... Ben presto anche quel cane disparve. La Chiesa intera disparve; io non vidi più nulla... O meglio, mio Dio, io vidi una sola cosa! ...

Come potrei parlarne? La parola umana non può facilmente esprimere ciò che è inesprimibile. Quando arrivò il barone De Bussières mi trovò col volto rigato di pianto. Non potei rispondere alle sue domande... tenevo in mano la medaglia che avevo appesa al collo e coprivo di baci l'immagine della Vergine...Era Lei, sicuramente Lei!

Non sapevo dove ero, non sapevo se ero Alfonso o un altro; provavo in me un tale cambiamento che mi pareva essere un altro; cercavo di ritrovare me stesso e non mi ritrovavo... Non riuscivo a parlare; non volevo dire niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi costringeva a cercare un sacerdote".

Più tardi, calmatasi la vivissima emozione provata, così spiegò all'amico "Ero da pochi istanti nella chiesa di S. Andrea, quando, improvvisamente, mi sentii afferrato da un turbamento inesprimibile. Alzai gli occhi; l'edificio intero era come scomparso ai miei sguardi; una sola cappella aveva concentrato tutta la luce. In un grande fascio di luce, mi è apparsa, dritta, sull'altare, alta, brillante, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, quale si vede sulla Medaglia Miracolosa; una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano di inginocchiarmi. Mi è parso che dicesse: 'Bene!' Non mi ha parlato, ma io ho compreso tutto".

Proprio la Vergine della Medaglia Miracolosa era dunque apparsa ad Alfonso Ratisbonne quel giovedì 20 gennaio 1842.

75 anni più tardi.

75 anni più tardi, il 20 gennaio 1917, ,a Roma, nella Cappella del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali, il Padre Rettore sta raccontando ai giovani frati l'episodio della prodigiosa conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, divenuto poi gran Servo di Dio e morto in concetto di santità.

Tra questi c'è un giovane straordinario è fra' Massimiliano Maria Kolbe, l'ardente innamorato dell'Immacolata, colui che darà vita al Movimento mariano più vasto dell'epoca moderna, la Milizia dell'Immacolata, un esercito di cavalieri schierati in campo sotto la guida dell'Immacolata, la Celeste Condottiera e Invincibile guerriera che "schiaccerà il capo" al nemico (Gn 3,15).

Con estremo interesse fra' Massimiliano ascolta il racconto della conversione di Alfonso Ratisbonne. Ne rimane visibilmente commosso. si rende conto del valore della Medaglia miracolosa, di cui l'Immacolata si serve per operare fatti di grazia anche portentosi.

Gli balena allora nell'animo l'ispirazione di servirsi della Medaglia miracolosa come scudo e insegna dei "cavalieri dell'Immacolata", come scorta di "proiettili" e "mine" spirituali che i cavalieri dovranno adoperare per fare breccia negli animi chiusi e duri alle operazioni della grazia divina.

È un'ispirazione. Fra' Massimiliano non la lascia passare a vuoto. L'accoglie e la custodisce nel cuore. Un giorno non lontano la Milizia dell'Immacolata -il 16 ottobre dello stesso anno- partirà con la Medaglia miracolosa quale insegna e arma dei novelli cavalieri.

Da quel 20 gennaio, inoltre, fra' Massimiliano amò di un amore speciale la Chiesa di S. Andrea delle Fratte; la visitava frequentemente e vi sostava in devota orazione. Quando divenne Sacerdote, infine, volle celebrare la sua prima S. Messa all'altare dove la Madonna era apparsa all'ebreo Alfonso Ratisbonne.

Sacerdote di Gesù e Cavaliere dell'Immacolata, San Massimiliano è l'apostolo mariano dei tempi nuovi, folle di amore, ardente di zelo, forte del celeste pegno della Medaglia miracolosa.



Testimonianza raccolta dal Totus Tuus




Il libricino è qui disponibile in formato .zip puoi
scaricarlo sul tuo computer stamparlo e leggerlo tranquillamente...
Clicca qui sotto:

La Medaglia Miracolosa.zip
www.angelibuoni.it/angeli/medaglia/la%20medaglia%20miraco...

digilander.libero.it/avemaria78/madonna_del_miracolo.htm
[Modificato da Caterina63 11/09/2010 09:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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La “Madonna del Miracolo” apparve a Alphonse Ratisbonne, nella Basilica S. Andrea delle Fratte (Roma), il 20 gennaio 1842



“La Madonna del Miracolo”,
un prezioso ricordo della misericordia
di Dio e del potere della Madonna



Il pellegrino che si trova a Roma, spostandosi nella zona tra Piazza di Spagna eVia del Tritone, si imbatterà nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, nella via omonima. E forse penserà che si tratti di “una in più” tra le belle e storiche chiese della Città Eterna. Entrandoci, però, si accorgerà che si tratta di un Santuario dove è accaduto qualcosa di straordinario. Infatti, entrando dalla porta principale, vedrà subito alla sua sinistra un’altare particolarmente illuminato, sull’arco del quale si leggono queste impressionanti parole: “Qui apparve la Madonna del Miracolo – 20 gennaio 1842”. Sotto l’arco c’è un gran dipinto che raffigura la Madonna che sovrasta le nuvole e sparge dalle mani raggi luminosi.

A sinistra di chi guarda l’altare c’è una placca, con evidenti segni di non essere recente, scritta in francese che dice: “Il 20 gennaio 1842, Alphonse Ratisbonne da Strasburgo venne qui da ebreo ostinato. Questa Vergine gli apparve così come tu la vedi. Cadde ebreo e si alzò cristiano. – Forestiero, portati a casa il prezioso ricordo della misericordia di Dio e del potere della Vergine.”

Più in basso, ecco un’altra placca, più recente con queste parole: “In questa cappella la Madonna apparve all’ebreo Alfonso Ratisbonne convertendolo a Cristo il 20-1-1842”. Un pò più giù si vede una colonna sulla quale si incontra un’imponente busto di marmo raffifigurante il privilegiato Ratisbonne, con la sua folta barba e uno sguardo che scruta l’infinito.

Facendo pendant dal lato destro si trova il busto di San Massimiliano Maria Kolbe presso il quale una placca registra un fatto: “In questa cappella dell’apparizione San Massimiliano M. Kolbe celebrò la sua prima Messa il 29-4-1918”.

Ma, ricapitolando in breve i fatti, che cosa era accaduto in quei giorni?

Cadde ebreo, si rialzò cristiano

Vediamo ciò che registra il piccolo ma sostanzioso opuscolo La Madonna del Miracolo (Postulazione Generale dei Minimi, quaderni 2 minimi, Roma, ristampato 1980), che raccomandiamo vivamente ai nostri cari lettori (i sottotitoli sono nostri, tranne quest’ultimo; i lettori desiderosi di conoscere altre fonte potrano trovarle in: La conversione miracolosa alla fede cattolica di Al’[fonso] M’[aria] Ratisbonne, tratta dai processi autentici formati a Roma nel 1842, Roma, 1892; cf. pure Conversion de M.M.A. Ratisbonne, racontée par lui-même, Le Mans 1842):

Il 20 gennaio 1842, sul mezzogiorno, miracolo nella parrocchia romana dei Minimi.

A Sant’Andrea delle Fratte, l’israelita ventisettenne Alfonso Ratisbonne, di Strasburgo, con un’apparizione dell’Immacolata com’è coniata nella Medaglia Miracolosa, istantaneamente illuminato dalla grazia si convertì al cattolicesimo.

Che cosa avvenne di preciso nell’ora della grazia, lo descrive lo stesso Ratisbonne in alcune lettere e nella deposizione giurata al Vicariato di Roma, per appurare la verità del fatto.

“Vidi come un velo davanti a me – depose il veggente al processo -. La chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Santissima Vergine Maria, simile nell’atto e nella forma, all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata. Mi fece cenno con la mano di inginocchiarmi. Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: Basta così. Non lo disse ma capii.

“A tal vista caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; cercai, quindi, varie volte di alzare gli occhi verso la Santissima Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li faceva abbassare, ciò che, però, non impediva l’evidenza di quell’apparizione.

Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Alla presenza della Santissima Vergine, benché Ella non mi dicesse parola, compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della Religione Cattolica, in una parola compresi tutto. (…)

“Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre”…
“Provavo un cambiamento così totale che mi credevo un altro. Cercavo di ritrovarmi e non mi ritrovavo… La gioia più grande si sprigionava dal fondo della mia anima; non potetti parlare; non volli rivelar niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi fece chiedere un sacerdote… Vi fui condotto, e solo dopo averne avuto l’ordine positivo ne parlai come mi era possibile, in ginocchio e col cuore tremante. (…)

“Tutto quel che posso dire, è che al momento del prodigio, la benda cadde dai miei occhi; non una sola benda, ma una quantità di bende che mi avevano avvolto disparvero una dopo l’altra rapidamente, come la neve e il fango e il ghiaccio sotto l’azione di un sole cocente.

“Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo… Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell’abisso le miserie estreme dalle quali ero stato strappato da una misericordia infinita; rabbrividivo alla vista di tutte le mie iniquità, ed ero stupito, intenerito, sprofondato in ammirazione e riconoscenza. (…)

…Come “un cieco nato che vedesse la luce tutto d’un colpo”

“Ma si domanda come appresi queste verità, poiché è accertato che non ho mai aperto un libro di religione, non ho mai letto una pagina della Bibbia, e che il dogma del peccato originale, totalmente dimenticato o negato dagli Ebrei dei nostri giorni, non aveva mai occupato un istante il mio pensiero; dubito anche di averne sentito il nome. Come sono arrivato, dunque, a questa conoscenza? Non saprei dirlo. Questo io so: che entrando in chiesa ignoravo tutto; che uscendone vedevo chiaro. Non posso spiegare questo cambiamento che con l’immagine di un uomo il quale si risvegliasse da un sonno profondo, o con quella di un cieco nato che vedesse la luce tutto d’un colpo; vede, ma non può definire la luce che lo illumina e nella quale contempla gli oggetti della sua ammirazione. (…)

“Le prevenzioni contro il cristianesimo non esistevano più”
“Qualunque cosa ne sia di questo linguaggio inesatto e incompleto, il fatto positivo è che io mi trovavo in qualche modo come un essere nuovo, come una tabula rasa… Il mondo non era più niente per me; le prevenzioni contro il cristianesimo non esistevano più; i pregiudizi della mia infanzia non avevano più la minima traccia; l’amore del mio Dio aveva talmente preso il posto di ogni altro amore, che la mia stessa fidanzata mi appariva sotto un altro aspetto. L’amavo come un oggetto che Dio tiene nelle sue mani, come un dono prezioso che fa amare ancora di più il donatore.

“I superiori ecclesiastici mi fecero capire

che il ridicolo, le ingiurie, i falsi giudizi,

facevano parte del calice di un vero cristiano”

“Ripeto che scongiuravo il mio confessore, il revendo Padre Villefort, e il signor de Bussières, di mantenere un segreto inviolabile su ciò che mi era avvenuto. Volli seppellirmi al monastero dei Trappisti per occuparmi solo delle cose eterne; lo confesso, e pensavo anche, che nella mia famiglia mi avrebbero creduto folle, che mi avrebbero tacciato di ridicolo, e che così avrei preferito fuggire totalmente il mondo, le sue chiacchiere e i suoi giudizi.

“Però i superiori ecclesiastici mi fecero capire che il ridicolo, le ingiurie, i falsi giudizi, facevano parte del calice di un vero cristiano; mi invitarono a berlo dicendomi che Gesù Cristo aveva predetto ai suoi discepoli pene, tormenti e supplizi. Parole così gravi, lungi dallo scoraggiarmi, infiammarono la mia letizia interiore; mi sentivo pronto a tutto, e chiesi con insistenza il battesimo. Vollero ritardarlo. ‘Ma come! Esclamai, gli Ebrei che ascoltarono la predicazione degli Apostoli furono battezzati immediatamente, e voi volete rimandarmelo, dopo aver io ascoltato la Regina degli Apostoli?’ I miei sentimenti, i miei acuti desideri e le mie suppliche toccarono gli uomini pietosi che mi avevano accolto, e mi fecero la promessa, per sempre felice, del battesimo!” (cfr. op. cit., pp. 5, 6, 39-43).

Quindi, auguriamo ai nostri cari lettori di poter visitare, il prossimo 20 gennaio, questa Basilica a tal punto privilegiata! Giungendovi, fate senz’altro la preghiera composta da San Bernardo che tanto contribuì per la conversione del Ratisbonne e che incomincia con le parole filiali “ Ricordati, o piissima Vergine Maria…”.

Chi non potrà farlo, preghi ugualmente da casa supplicando la Madonna del Miracolo di ottenerci quelle grazie di cui ognuno di noi ha bisogno per essere, come il nostro miracolato, un degno figlio della Santa Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana.

Avvaliamoci dei tesori spirituali che sono messi a nostra disposizione in questo Santo Anno del Rosario.....
[Modificato da Caterina63 11/09/2010 09:09]
Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/12/2008 23:09
 
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LA MEDAGLIA DI MARIA AI PICCOLI scarica

AI te piccolo figlio dell'Immacolata
La Mamma di Gesù è pure la tua Mamma e ti vuole tanto bene: Ti vuole essere vicina, vuole aiutarti ad amare di più Gesù e gli altri. Ti segue nel tuo cammi­no e in tutto si prende cura di te. Questo libro racconta la storia di un Suo particolare gesto d'amore per te e per tutti. Maria ha voluto donarci la sua immagine in una Medaglia che nei secoli è stata chiamata Mirocolosa. Con questo dono la Madonna vuole esserti ancora più vicina, vuole proteggerti, vuole insegnarti ad essere un vero amico di Gesù. Porta sempre con te questa Medaglia che ti mostra Maria con le braccia tese verso di te come per abbracciarti e per regalarti ogni cosa bella. Porta con te questa Medaglia e guardala spesso; baciala e ripeti la breve preghiera che la Madonna stessa ci ha insegnato. Ogni volta che lo farai, sii certo che in quel momento Lei ti benedice e ti guar­da sorridendo.

LA TUA MEDAGLIA

Guarda la tua MEDAGLIA MIRACOLOSA e cerca di comprenderne il significato: ama e rin­grazia la Vergine per averla donata al mondo, a tutti gli uomini e anche a te. Sulla Medaglia c'è l'immagine della Madonna che ti tende le braccia come una mamma al suo piccino, per stringerlo e abbracciarlo affettuosa­mente. Così fa Maria con te: vuole abbracciarti e strin­gerti a sé perché ti ama tanto!   Le dita della Vergine Maria sono adorne di anelli luminosissimi dai quali si sprigionano raggi splendenti come quelli del sole. Questi raggi rappresentano le grazie meravigliose che la Madonna ottiene da Gesù per tutti coloro che le vogliono bene e si affidano a Lei come ad una mamma, con gioia e con fiducia.   Sotto i suoi piedi, il serpente rappresenta il demo­ne, il nemico di Dio e di tutti noi suoi figli. Ma Maria ci difende, difende anche te, lo schiaccia sotto i suoi piedi. Con Lei non avrai mai paura!     O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE !

Pregando anche tu con queste parole, ringrazi il Signore per aver preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato e chiedi alla tua Mamma celeste di ottenere per te da Gesù tutto ciò che è necessario a te, ai tuoi cari e a tutto il mondo.

E Gesù non rifiuta nulla alla sua Mamma!   La Madonna ha voluto che sulla Medaglia fosse incisa la Croce al di sopra della M, la prima lette­ra del suo nome, per mostrarci che sempre e in tutto Lei è unita a Gesù. A questa unione d'amore Maria invita anche te.

La Vergine vuole incoraggiarti anche a compiere piccoli sacrifici, ad offrire ciò che ti è difficile o che ti pesa, per unirti al sacrificio di Gesù che ci salva.

  Sotto la sua iniziale la Vergine Maria ha posto due cuori: quello di Gesù circondato da spine, ed il suo trafitto da una spada. Questi due Cuori che ci amano tanto, hanno tanto sofferto per noi... Quanto fu grande il dolore di Maria ai piedi della Croce dove Gesù è morto per salvarci dal male e ridarci la vita che non avrà mai fine!  

MARIA REGINA

La Madonna ha voluto mettere la sua "firma" sulla Medaglia, deside­rando che vi fosse im­pressa l'iniziale del suo nome. Maria è la traduzione del nome ebraico Miriam, che vuol dire Regina. Maria è infatti Regina del Cielo e della Terra, è la Regina della nostra Patria, l'Italia. Maria è la Regina di tutti i cuo­ri, anche del tuo!      Le dodici stelle raffigurate nel retro della Medaglia, ricordano le stelle del cielo che tu vedi brillare nelle notti se­rene. La Vergine Maria le ha volute sulla sua Medaglia per ricordarci che essa è un dono del Cielo, un dono d'amore, e che Lei veglia, come una mamma, su di te!  

Il compito di far coniare la Medaglia Miracolosa è stato affidato a Santa Caterina Labouré nel 1830. Mentre la suora pregava nella cappella del­le Figlie della Carità, a Parigi, la Santa Vergine le disse: "Fa' coniare una Medaglia su questo mo­dello. Tutte le persone che la porteranno, riceve­ranno grandi grazie...".

  Santa Caterina Labouré, fin da piccola, voleva molto bene alla Madonna. Prima dell'apparizione della Medaglia Miracolosa, l'Immacolata, una notte, la fece accompagnare dall'Angelo Custode in Cappella, dove le apparve. Santa Caterina, in­ginocchiata ai suoi piedi, poté appoggiare le mani sulle sue ginocchia. Come è stata fortunata! Ma anche tu potrai farlo in Cielo...

Prima di mostrare la Medaglia a Santa Caterina, l'Immacolata, il 27 novembre 1830, le fece vedere nelle sue mani un piccolo globo d'oro e le disse: "Questo globo rappresenta il mondo intero e ogni anima che si affida a me con la consacrazione: Io la tengo stretta al mio Cuore, la difendo dal ser­pente infernale e la faccio diventare molto buona; poi alla fine della vita la porto con me in Paradiso".   Mettiamoci tutti nelle mani materne dell'Imma­colata con la consacrazione; preghiamola tutti i giorni perché ci aiuti ad amare tanto Gesù e pos­siamo così prepararci un bel posto vicino a Lei nel Cielo.    

 

CONSACRAZIONE ALLA SANTA VERGINE

O Santa Vergine Maria, mia dolce Mamma del Cielo, io mi dono tutto a te, per amarti con tutto il cuore e per amare Gesù come lo hai amato Tu. Ti dono, Mamma cara, la mia anima, il mio cuore, il mio corpo, tutto ciò che sono e tutto ciò che ho. Voglio essere tutto tuo! Difendimi, proteggimi, aiutami. Ti prometto di portare sempre su di me la Medaglia Miracolosa e di baciarla ogni sera prima di addormentarmi e ogni mattina, appena sveglio. Data ..................     Firma ..............................   La Medaglia, tu l'hai ben capito, non è un amule­to o un portafortuna... La Medaglia attira le grazie e le benedizioni dei Cielo nella misura in cui si prega e si ha fiducia nella Vergine Maria. Prega allora anche tu la Mamma Celeste, ripeten­do sovente le parole che lei stessa ha insegnato: O MARIA, CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE!  

MARIA E’ LA VIA FACILE CHE CONDUCE A GESU’

Il pellegrino: «Voglio ritornare al mio Maestro Divino e al Padre mio del Cielo. Molte vie sono aperte davanti a me: la più parte sono larghe e comode, ma non saranno poi esse piene d'inganno?... Come potrò da solo conoscere il giusto cammino? chi me lo potrà indicare?». Il Maestro Divino: «Figlio mio, tu brami la casa del Padre... Segui dunque la via che il Salvatore stesso ti ha insegnata, lasciando questo mondo: la riconosce­rai dal segno che ne indica l'entrata; segno che il Re Glorioso dona come stendardo ai suoi servi fe­deli: Cercate e troverete ». Una voce dal Cielo: «Buon pellegrino, fa' coraggio! Una Stella ti apparirà; nelle pene del tuo viaggio guida sicura ti sarà ». Il Maestro Divino: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che con­duce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano! ». Il pellegrino: «Ecco la vera via! Essa è stretta e ripida...; ma chi meglio di Maria potrà aiutarmi a percorrerla e a portare fino alla cima questa croce, chiave d'oro della porta del Cielo?». Una voce dal Cielo: «Sì, chiama la tua Madre; Ella ti condurrà al tuo Maestro amato e buon Pastore; la via divina ti ad­diterà della vera pace e del puro amore». Maria: «Figlio mio, non ti sei ingannato: nella navicella della mia devozione, la tua croce, anziché pesare sulle tue spalle, è divenuta il tuo albero maestro e il tuo timone... Ora io ti porto sulle acque di questo mondo, verso i grandi pascoli, dove il mio Figlio Divino nutre le anime da me conquistate e guidate al suo amore. Là tu respirerai il profumo della Purezza, gusterai i dolci frutti della Vita nascosta e della docilità allo Spirito d'Amore e ti nutrirai di una manna tutta celeste...». Il pellegrino: «Mille volte benedetta, o Mamma mia, d'avermi guidato alla divina amicizia di Gesù! ». Maria: «E quando lascierai il dolce riposo di questi pa­scoli per nuove mete, portando nel cuore Gesù, l'amato Sposo, l'onda ancora del mio amor avrà tua sete».

L'arrivo sotto la protezione di Maria

Maria: «Seguendomi, figlio mio, non hai potuto sviarti e giungi felicemente al porto, superando gli ultimi gradini della virtú. Al riparo del mio manto, non temere: non è già al tuo Giudice divino, ma al Padre buono che lo ti presento e ben saprò disporlo in tuo favore...». Il pellegrino: «Mamma mia e guida mia, quale riconoscenza sarà degna di tanto tuo favore? Nella mia povertà non posso offrirti se non il cuo­re, già tutto trasformato dal tuo amore!...».

La ricompensa della confidenza in Maria

Il Maestro Divino: [SM=g1740720]

«Anima cara, guidata e protetta dalla Madre mia, entra nella gioia del tuo Maestro...

Tutti quelli che trascurano di ricorrere a Lei per giungere a Me, faticano invano lungo la stretta via del Cielo. Eccoti giunta alla soglia della Luce, dove lasci il pesante fardello dei tuoi abiti terreni, per indossare la bianca veste del banchetto cele­ste. Vieni, benedetta del Padre mio, a vivere in intimità beata col tuo Dio, uno e trino. Già ti è preparata una corona di gloria e il tuo buon angelo ha custodito il tuo trono, da Me pre­parato fin dall'eternità». Il pellegrino: «O giorno sì bello dell'eterno amore, in cui can­terò con festoso cuore:

"Sono tutto di Gesù, per mezzo di Maria! PER SEMPRE!"».


COME PREGARE A MARIA?[SM=g7182]

[SM=g1740750] , piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frut­to del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi pecca­tori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.   Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.   Magnificat (Luca 1, 46 – 55) «L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente, e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre». Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.


 

Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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SANTA MARIA MEDIATRICE CORREDENTRICE REGINA

                                            Click the image to open in full size.

Queste sono le tre fulgide gemme che rendono sovranamente bella e potente l'Immacolata Madre di Dio. La Medaglia miracolosa, che affrettò la solenne proclamazione di fede dell'Immacolata Concezione, possa far affrettare i tempi anche per la definizione dei dogmi mariani di Maria Mediatrice, Corredentrice e Regina.

Non a caso la Medaglia fa brillare queste verità. Tocca a noi non trascurare la lezione e il richiamo così dolce e consolante che essa ci dona: la mia Celeste Mamma Immacolata è anche la mia Celeste Mediatrice, Corredentrice e Regina!

Ogni grazia viene da Lei

L'Immacolata con le braccia allargate verso il basso e con una miriade di raggi splendenti che partono dalle sue mani rappresenta in modo luminoso Maria SS. come Mediatrice di tutte le grazie.

La mediazione universale fa parte della missione materna di Maria SS. verso il genere umano. Questa è una verità che fin dai primi tempi della Chiesa è stata riconosciuta alla Madonna e che speriamo di vedere presto proclamata dogma di fede, come ardentemente desiderava San Massimiliano Maria Kolbe.

L'Immacolata è la Mediatrice di grazia presso Gesù, unico Mediatore fra Dio e l'uomo. Ella, come Madre nostra, intercede sempre in nostro favore, anche quando noi non ricorriamo esplicitamente e direttamente a Lei. Per questo, oltre che Madre nostra, è anche la "Madre della divina grazia" e tutte le grazie che gli uomini ricevono, tutte, senza eccezione, vengono dal suo Cuore, passano per le sue mani.

Rileggiamo ora qualche punto della seconda apparizione dell'Immacolata a S. Caterina Labouré, e vedremo come la verità della Mediazione mariana appaia certa e luminosa.

"Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore": ecco una Mamma, bella di una bellezza inesprimibile, che prega e intercede per noi, figli che Ella ama.

"Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose... le quali gettavano dei raggi, gli uni più belli degli altri... Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me, ed una voce si fece intendere che mi disse queste parole "Questo globo che vedi rappresenta tutto il mondo... la Francia... e ciascuna persona in particolare". Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi sfolgoranti ! ... e la Vergine SS. aggiunse "Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me le domandano", facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la SS. Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano, quale gioia Ella prova nel concederle...".

"Chiedimi quanto vuoi..."

Ci pensiamo mai che ogni momento la Madonna sta in questo atteggiamento di supplica e di dono per noi? Non ricordiamo quello che la Madonna fece a Cana? Lei sola si accorse che era venuto a mancare il vino. E con tanta sollecitudine e dolcezza lo disse a Suo Figlio Gesù; "Non hanno più vino" (Gv 2,3). Gesù guardò in fondo agli occhi di quella Mamma Sua e nostra, sentì la tenerezza di quel Cuore così simile al Suo, e fece il miracolo, il Suo primo miracolo, cambiando l'acqua in vino, in anticipo con l'ora stabilita da Dio! (Gv 2,4). Veramente la Madonna è "Onnipotente per grazia".

Lei tutto può, perché sta tra Dio e l'uomo, essendo donna ed essendo Madre di Dio. Ah, quale gioia per noi avere una simile Madre!

Il Papa Pio IX scrisse che la Madonna, con la Sua dignità di Madre e Regina, stando alla destra di Gesù "ottiene ciò che domanda, né può restare inesaudita".

E il numero sterminato di grazie che la Medaglia miracolosa ha ottenuto agli uomini è la conferma più certa di questa consolantissima verità.

La nostra Corredentrice

Ma perché Maria è stata da Dio elevata a questo ufficio di Tesoriera di tutte le grazie?

Perché Ella con le sue sofferenze è stata da Dio associata a Gesù per salvare gli uomini; Ella cioè è la Corredentrice del genere umano.

Afferma S. Pio X nell'Enciclica "Ad diem illum" del 2 febbraio 1904 "Da questa comunione di dolori e di volontà tra Cristo e Maria, meritò Ella di divenire degnissimamente la Riparatrice del mondo perduto, e quindi la Dispensatrice di tutti i doni che Gesù ci procurò con la morte e con il sangue".

Anche questa verità della Corredenzione di Maria SS. La troviamo espressa nella Medaglia miracolosa. Guardiamone il rovescio: la lettera M, monogramma di Maria, sormontata da una croce; al di sotto, il Sacro Cuore di Gesù coronato di spine e il Cuore Immacolato di Maria, trafitto da una spada.

C'è qui in compendio tutta la dottrina della Corredenzione di Maria.

Pensiamo al Calvario Gesù sulla Croce, Maria ai piedi della Croce, uniti indissolubilmente nell'offerta del loro sacrificio che ha redento il mondo. Come ad Eva, così a Maria, nuova Eva, Dio disse: "Tu partorirai nel dolore" (Gn 3,6). Nel dolore infatti la Madonna partorì noi alla vita della grazia. Partorì nel dolore del Suo Cuore trafitto dalla spada della Passione e Morte del Figlio.

Quanto è profondo dunque il significato di quei due Sacri Cuori effigiati sul rovescio della Medaglia!

"Sono ebreo di razza"

La Madonna quindi è Corredentrice e perciò stesso Mediatrice universale di tutte le grazie, come insegna San Pio X. E soprattutto per la grazia delle grazie, ossia la salvezza finale, rivolgiamoci alla Divina Corredentrice: Ella sa fare di ogni peccatore un giusto, di ogni redento un Santo.

Ci conforti il racconto di una della tante conversioni operate dalla Madonna per mezzo della Medaglia miracolosa.

Riportiamo l'episodio dalla vita di San Massimiliano M. Kolbe.

Durante la degenza nel sanatorio di Zakopane, egli non pensò certamente di starsene inerte. Proprio lui amava ripetere ai suoi confratelli "Non possiamo dormire fino a quando una sola anima resterà sotto il dominio di satana". Per cui, anche ammalato a Zakopane, si diede da fare.

Tra l'altro ogni giovedì teneva una conferenza ai giovani studenti atei del sanatorio. Dopo pochi giovedì, quattro di essi si convertirono.

Soltanto uno, tra i più giovani, pur seguendo attentamente le conferenze del Santo, mostrava di non avere a che fare con lui, allontanandosi immediatamente alla fine di ogni riunione.

Ma un giovedì si avvicinò e gli disse "Vorrei salutarla, padre; è l'ultima volta che ci vediamo. Le mie condizioni si sono aggravate, non potrò lasciare il letto, è la fine...".

Poi gli confidò

-Sono ebreo di razza e di religione.
-Verrò a trovarti.
-Impossibile, lei lo sa, è proibito far visita agli ammalati gravi.
-Verrò lo stesso.

Ed infatti non solo ci andò, ma lo battezzò, gli diede la S. Comunione, gli impartì l'Unzione degli infermi e poi gli mise al collo la Medaglia miracolosa.

-Sei contento? ... Dimmi, che cosa ti turba ancora, ragazzo?
-La mamma... L'arrivo della mamma.

Sua madre era un'ebrea fanatica.

-Non temere sarai già in Paradiso quando arriverà.

Infatti il giovane morì alle 11, mentre la mamma arrivò soltanto a mezzogiorno. E quando venne, fece un gran baccano a causa della conversione del figlio. Immediatamente gli strappò dal petto la Medaglia miracolosa e cacciò in cattivo modo San Massimiliano.

-Ma, post factum...-, commentava il Santo raccontando l'episodio al fratello fra' Alfonso.

La nostra Regina

Un'ultima importante verità ci viene insegnata dalla Medaglia miracolosa la Regalità di Maria Santissima.

La Madonna, nell'apparizione del 27 novembre 1830 a S. Caterina Labouré, poggia vittoriosamente i suoi piedi sul globo, e sembra dirci anche Ella come Gesù Re Divino "Non abbiate timore, io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33).

Inoltre, l'Immacolata tiene fra le mani un altro globo più piccolo che offre a Dio Padre. Se è vero che si può offrire solo ciò che e proprio, Maria può offrire a Dio il mondo perché esso Le appartiene, essendo stata costituita Regina dell'universo.

Infine, le dodici stelle impresse sul retro della Medaglia, indicano i Santi e in genere tutte le anime che per effetto della sua materna protezione, circondano ora il Suo trono regale lassù in cielo.

In particolare, nelle dodici stelle si è voluto vedere simboleggiare i dodici apostoli, ossia le colonne della Chiesa stessa, che glorifica in Maria SS. la sua Divina Madre, la Madre di Cristo Capo e del Corpo mistico di Cristo.

Guardando la Medaglina, quindi, possiamo richiamare alla mente il "segno prodigioso" della Donna dell'Apocalisse, che S. Giovanni vide avanzarsi vestita di sole, con la luna sotto i piedi e con il capo coronato da dodici stelle (Ap 12,1).

E quale gioia non deve infondere nei nostri cuori questa sublime verità? Noi siamo i fortunati figli di una Madre onnipotente e misericordiosa, bellissima e gloriosissima, tutta amore e splendore, Madre di Dio e dell'umanità, Regina della terra e del Paradiso.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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BVM della Medaglia miracolosa
   

27 novembre: quando «le apparizioni mariane sono rivelatrici della sollecitudine premurosa della Madre di Gesù e Madre nostra».


  

La festa del 27 novembre, BVM della Medaglia miracolosa o BVM Immacolata della santa Medaglia, memoria facoltativa, è propria delle famiglie vincenziane e si colloca tra le feste mariane "per alcuni luoghi". Il formulario della Messa quindi non si trova nel Messale romano, né nella Collectio Missarum BVM. Noi ne parliamo perché le apparizioni mariane sono possibili e rivelatrici della sollecitudine premurosa di Maria; la visione della Medaglia prelude alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione e viene vista quale catechesi teologico­spirituale in immagini; infine per i miracoli che tale devozione ha operato a fedeli e convertiti.

Un'immagine dell'Immacolata della Medaglia miracolosa.
Un’immagine dell’Immacolata della Medaglia miracolosa.

1. Possibilità reale e utilità spirituale delle apparizioni mariane. A chi, meravigliato, chiede perché appare la Vergine, H.U. von Balthasar risponde: «Chi si meraviglia in questo modo non ha capito chi è veramente Maria... Quale serva del Signore che si può a tutto adoperare. Ella è ora disponibile anche per il Figlio suo, per mostrare ai cristiani ciò che la Chiesa è in realtà e dovrebbe essere. Proprio perché ella è la perfetta umile, non ha alcun timore nel rimandare a se stessa, nell’apparire con un rosario, nel fungere da intermediaria al Figlio» (Aprite i cuori all’Immacolata, ecco appare la Madre di Dio, in Il Sabato, 3­9 dicembre 1983, pag. 19).

Se Dio ci ha dato Cristo per mezzo di Maria, non c’è da meravigliarsi che per mezzo di lei ci richiami alla sequela del Figlio. Le apparizioni sono uno dei mezzi di cui la Vergine si serve per adempiere a quella missione di madre nostra che perdura, insegna il Vaticano II, «fino a che le famiglie dei popoli... non siano riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della SS.ma e indivisibile Trinità» (LG 69).

Il protestante O. Cullmann affermava di Fatima: «È una teofania, e le teofanie intervengono nella storia della salvezza. Sono portato ad ammettere che esse continuino anche dopo Cristo, e che Fatima può essere benissimo una di queste».

L'interno della cappella della Casa Madre delle Figlie della carità  di san Vincenzo de' Paoli, in rue du Bac a Parigi, dove ebbero luogo le  apparizioni della Vergine a santa Caterina Labouré.
L’interno della cappella della Casa Madre delle Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, in rue du Bac
a Parigi, dove ebbero luogo le apparizioni della Vergine a santa Caterina Labouré.

2. La visione della Medaglia miracolosa di Caterina Labouré. Giovane novizia 24enne delle Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, Caterina Labouré (1806­1876) ha avuto l’apparizione del cuore di san Vincenzo (21.4.1830), la visione di Gesù eucaristico e di Cristo Re e 5 apparizioni dell’Immacolata della Medaglia miracolosa.

Il 18 luglio 1830 in Parigi la Vergine dice a Caterina che Dio vuole affidarle una missione; se avrà fiducia, porterà a termine questa missione. Poi il volto della Vergine si oscura e pronuncia queste parole: «Verranno tempi difficili, sulla Francia si abbatteranno molte disgrazie. Il trono sarà rovesciato e il mondo intero sarà sconvolto da ogni sorta di disgrazie».

Il 27 novembre 1830 Caterina sperimenta strane visioni e comunicazioni. Ne parla con il confessore e il rimprovero arcigno non si fa attendere: «Una figlia della carità è fatta per servire i poveri e non per sognare».

Mentre la comunità sta pregando nella cappella, Caterina sente l’indimenticabile fruscio di un abito di seta ed ecco apparire la Vergine, vestita di seta colore dell’aurora, con un velo bianco da cui escono due ciocche di capelli ai lati del viso. La Vergine sta in piedi sopra il globo terrestre, e tiene tra le dita ornate di anelli un globo più piccolo. Dalle pietre incastonate negli anelli partono raggi di luce che scendono a ventaglio a illuminare il globo terrestre: «Questo globo che vedete rappresenta il mondo intero, in modo particolare la Francia e ogni singola persona». Intorno alla sua testa si forma poi l’ovale di un’iscrizione a caratteri d’oro: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi». Allora una voce diceva: «Fate coniare una medaglia secondo questo modello che avete visto; tutti coloro che, dopo averla fatta benedire, la porteranno, ripetendo la breve preghiera: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi", riceveranno grandi grazie. Copiose saranno le grazie per chi la porterà con fiducia».

Parlando dei raggi, la Vergine spiega: «Essi sono il simbolo delle grazie che concedo a chi me le chiederà». L’immagine si gira, come per mostrare il rovescio della Medaglia, e appare la lettera M con sopra una croce; sotto, i cuori di Gesù e di Maria. Dopo, tutto scompare. Caterina ha capito: deve far coniare questa Medaglia.

In dicembre, un’ultima apparizione glielo ricorderà nuovamente. Ma ella è stata destinata all’ospizio di Reuilly (periferia di Parigi), dove continua a dedicarsi ai suoi poveri e malati. La "Santa del silenzio" fino alla fine resterà nel silenzio che ritiene indispensabile alla gloria della Vergine.

La  Medaglia miracolosa, «coniata secondo le indicazioni fornite dalla  Vergine a santa Caterina Labouré».
La Medaglia miracolosa, «coniata secondo le indicazioni fornite dalla Vergine a santa Caterina Labouré».

3. La visione di Caterina e il dogma dell’Immacolata Concezione. Caterina ha le visioni dell’Immacolata e della Medaglia nel 1830, 24 anni prima del dogma (1854) e 28 anni prima delle apparizioni di Lourdes (1858). L’8 dicembre 1854 Pio IX definì solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione, dichiarando: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, è stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale».

Tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858, a Lourdes Bernadette Soubirous ebbe 18 apparizioni della Vergine che, il 25 marzo, quasi a conferma della solenne verità definita dalla Chiesa, si presentò come «l’Immacolata Concezione».

4. Simbolismo della Medaglia. La Medaglia, che la pietà popolare ha battezzato "miracolosa", a motivo delle numerose grazie di ogni genere ottenute per suo mezzo, e «coniata secondo le indicazioni fornite dalla Vergine alla Santa (Caterina), per il suo ricchissimo simbolismo, è stata chiamata microcosmo mariano: richiama infatti il mistero della redenzione, l’amore del cuore di Cristo e del cuore addolorato di Maria, la funzione mediatrice della Vergine, il mistero della Chiesa, il rapporto tra cielo e terra, vita temporale e vita eterna» (Direttorio su pietà popolare e liturgia. Princìpi e orientamenti = DPPL 206).

1) La Vergine biancovestita e velata indica la sua immacolatezza e verginità, simboleggia la terra orientata verso il sole, che diventa così una terra trasfigurata, terra di luce. Più direttamente richiama la tradizione cattolica che professa la fede nella grazia che redime dal peccato (i credenti) e nella grazia che preserva dal peccato (Maria immacolata). Il velo è simbolo di consacrazione e di appartenenza esclusiva al Signore.

Un  ritratto della Santa.
Un ritratto della Santa.

2) La luce, segno del mondo celeste e dell’eternità, mostra la Vergine quale stella mattutina che illumina il cammino spirituale dei fedeli e guida invincibile per debellare le tenebre del peccato.

3) Le mani con gli anelli significano mani tese, aperte all’accoglienza, pronte a distribuire le grazie a chi invoca la Madre. Gli anelli indicano legame di fedeltà: Maria «serva fedele del Signore» (LG 56) è altresì la serva premurosa dei fedeli.

4) Il serpente che si contorce sotto il tallone della Vergine mostra la Madre dominatrice di Satana.

5) Il globo sotto i suoi piedi rivela la potestà regale della Madre sul mondo, le nazioni e ogni credente, e spiega la consacrazione a lei, regina delle nazioni e dei cuori.

6) La croce simboleggia Cristo crocifisso, che stende le braccia in segno di eterna alleanza tra Dio Padre e le creature umane. La carità, che unisce la Madre al Figlio, la unisce pure agli uomini.

7) Il cuore, ripetuto due volte sul retro della Medaglia, si riferisce a Gesù e a Maria, icona e pegno del loro amore di redentore e di madre.

Moltissimi i devoti della Medaglia: Massimiliano M. Kolbe (+1941) e i movimenti mariani che da lui hanno avuto origine o a lui si ispirano (cf DPPL 206); Pio da Pietrelcina, Madre Teresa di Calcutta... Tra i convertiti ricordiamo l’ebreo Alphonse Ratisbonne, che il 20.1.1842 abbraccia la fede cristiana nella chiesa di sant’Andrea delle Fratte (Roma), chiamata poi da Benedetto XV la «Lourdes di Roma».

Sergio Gaspari
  

Invito all’approfondimento: J. Guitton, La medaglia miracolosa al di là della superstizione. La Vergine a rue du Bac, San Paolo 1997 (quinta ed.), pp. 136, € 9,00.


http://www.stpauls.it/madre/1010md/1010md12.htm



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di Don Marcello Stanzione
medaglia miracolosa

 

Alla fine del mese di novembre la Chiesa fa memoria delle apparizioni della Madonna della Medaglia miracolosa in Francia. Caterina Labourné nacque il 2 maggio 1806 a Faint – les – Mattiers, ottava di dieci fratelli fu soprannominata Zoe che significa vita. Caterina aveva appena nove anni quando mamma Labourné morì e a soli undici anni, con Tonina, la sorella più piccola, dovette sobbarcarsi il governo della grande casa paterna; Marie – Louise, la maggiore era infatti entrata tra le Figlie della Carità. Da quel momento Zoe si dedicò al suo novo e impegnativo compito di aiutare i suoi fratelli. In mezzo ai suoi numerosi doveri, trovava spesso il tempo da dedicare alla preghiera. Infatti si recava spesso a pregare nella Chiesa parrocchiale davanti ad un quadro dell’Immacolata Concezione. Un giorno confidò a Tonina il suo desiderio di farsi religiosa in quanto si recava sovente a pregare nella cappella del piccolo ospedale delle Figlie della Carità a Mattierers Saint – Jean. Le furono offerte diverse proposte di matrimonio, ma Caterina rispondeva sempre che il suo fidanzato era Dio. Quando ella manifestò la sua vocazione al padre, questi pensò di farla guarire da una simile idea inviandola a lavorare a Parigi, presso il fratello Carlo, proprietario di una trattoria. Fu allora che ebbe un sogno. Sognò che mentre pregava nella cappella di Fain, vide un prete celebrare la messa, che la fissava continuamente con occhi di fuoco, ma pieni di bontà. Terminata la messa, le fece segno di avvicinarsi, ma ella intimorita uscì immediatamente dalla cappella e andò a visitare un malato. Là rivide il vecchio prete, il quale la incoraggiò nella cura dei malati e le disse che un giorni, lungi dal fuggirlo, l’avrebbe seguito. Caterina non si trovava a suo agio nella bettola del fratello, scrisse quindi alla sorella suor Louise, aprendole il suo animo. Ella la incoraggiò nella sua vocazione e le consigliò di recarsi nel convitto di sua cognata a Chatillon – sur –Sein col pretesto di imparare a scrivere. A Chatillon vi era una casa delle Figlie della Carità e Caterina ebbe l’occasione di andarci; nel parlatorio vide appeso al muro un ritratto di S. Vincenzo de Paoli, nel quale riconobbe, con stupore, il prete visto in sogno. Il fratello Hubert la appoggiò per avere la dote necessaria e il padre cessò le sue resistenze permettendo alla figlia di entrare in postulato a Chatillon, poi in Seminario, il 21 aprile 1830, alla casa madre di Parigi. Trascorse la vita religiosa all’ospizio di Enghien a Parigi (1831 – 1876). Fu cuoca e guardarobiera, inoltre accudiva alla stalla, al pollaio, ai piccioni. Passò infine alla cura degli anziani e fu la responsabile dell’ospizio dal 1860 al 1875, senza alcuna carica ufficiale. Quando le forze le mancarono, fu addetta alla portineria. Visse nel più completo nascondimento mentre la Medaglia Miracolosa, nata dalle apparizioni di cui fu favorita, si diffondeva, senza sapere chi era la veggente. La sua esistenza all’inizio del 1876, cominciò a declinare; le forze diminuivano sempre più, l’asma e il cuore malato, la minavano giorno per giorno. Ella prendeva la sua morte e ne parlava serenamente. Si spense il 31 dicembre 1876. Venne inumata nella cripta della cappella della Provvidenza di Reully, vicino a Enghien. Il suo funerale sembrò un corteo di festa. Solo nel 27 luglio del 1947, Suor Caterina venne elevata agli onori degli altari.

I° APPARIZIONE

Caterina Labourè scrive il racconto della I° apparizione, avvenuto il 18 – 19 luglio 1830, ventisei anni dopo gli avvenimenti, nel 1856 su richiesta di padre Aladel e Padre Chevalier. Caterina è novizia in seminario, è la vigilia della festa di S. Vincenzo, dopo un’istruzione della direttrice sulla devozione ai Santi e a Maria, ella si corica col forte desiderio di vedere la Santissima Vergine e così’ scrive nei suoi diari: “Alle 11 e mezzo della sera, mi sentii chiamare per nome: “sorella, sorella”. Mi sveglio, guardo dal lato da cui veniva la voce, cioè dalla parte del passaggio accanto al letto. Vidi un bambino sui quattro o cinque anni, biancovestito che mi dice “vieni alla Cappella, la Santa Vergine vi aspetta (….)”. Lo seguii e irradiava una gran luce ovunque passava. La mia sorpresa crebbe, quando, giunta alla porta della Cappella, questa si aprì appena il fanciullo l’ebbe toccata con la punta di un dito (….). Il bambino mi disse: “Ecco la vergine Santa, eccola”. Sentii come un fruscio di una veste di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe. Venne una Signora a sedersi sui gradini dell’altare, dal lato del Vangelo, in una poltrona simile a quella di Sant’Anna, ma quella Signora non era Sant’Anna. (….). Alzai gli occhi in volto alla Vergine e feci un balzo verso di lei, gettandomi in ginocchio e poggiando le mani sulle ginocchia della Santissima Vergine…quello fu il momento più dolce della mia vita. Ella mi insegnò come regolarmi con il Direttore e come comportarmi nelle mie pene (….). Tornai a dormire verso le due del mattino, ma non riuscii a prendere più sonno”.Nel 1876, Suor Caterina scrive di nuovo una relazione sulla stessa apparizione dandoci una visione più completa dell’evento. Due i racconti circa il trattenimento con la Vergine. Ne riportiamo uno: “Figlia mia, il Buon Dio vuole affidarti una missione (….), avrai molto da soffrire. Le regole non sono osservate, vi è una grande rilassatezza nelle due Comunità. Dillo a colui che è incaricato di voi (Padre Aladel), sebbene non sia superiore. Fra qualche tempo la Comunità gli sarà affidata in modo particolare. Egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore. (….). Allorché la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrò ad unirsi alla tua. Di che la ricevano. Dio le benedirà ed esse vi godranno una grande pace. Sopraggiungeranno grandi mali, il pericolo sarà grande, ma non temete perché la protezione di Dio e di San Vincenzo è sempre su di voi e vi accorderò molte grazie (….). Non sarà così per tutte le Comunità, vi saranno delle vittime (….), Monsignore Arcivescovo morrà, figlia mia la croce sarà disprezzata, il sangue colerà. A questo punto la Santa Vergine aveva dipinta sul viso la sofferenza e non riusciva più a parlare. Ella aggiunse che il mondo intero sarà nella tristezza. Io pensavo fra quanti anni tutto ciò sarebbe successo ed avevo compreso fra quarant’anni”. (….) (Recit autographe de Soeur Catherine, in CLM 1, doc. n° 637, p. 352).

II°APPARIZIONE

Nel 1841 Caterina scrisse due racconti della seconda apparizione avvenuta il 27 novembre 1830. Confrontando lo scritto di padre Aladel e quello di Caterina, scopriamo che il primo ci presenta l’apparizione in modo statico, come un quadro della Vergine dalle mani aperte e raggianti; Caterina invece, nella sua descrizione introduce una scena in movimento che si prolunga per un certo tempo con circostanza ignote ad Aladel. “ …Alle 5 e mezza della sera, dopo la lettura del punto di meditazione, in un profondo silenzio, sentii a destra del quadro di San Giuseppe il fruscio di un abito di seta e vidi la Santa Vergine vestita di bianco aurora. In mano teneva una palla che simboleggia il mondo, elevato all’altezza dello stomaco e gli occhi alzati verso il cielo e un altro globo ai suoi piedi. Dal globo scaturivano dei fasci di raggi di un uno splendore meraviglioso (…) e una voce disse che questa palla è il mondo, in particolare la Francia e i raggi sono i simboli delle grazie che spando su chi me le chiede. Un istante dopo il quadro si voltò ed apparve una scritta a lettere d’oro “O Maria Concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi” e la voce che diceva di fare coniare una medaglia con la lettera M sormontata da una piccola croce e in basso i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, e le persone che la porteranno gioveranno delle mie grazie”. (Recit autographe de Soeur Catherine, in CLM 1, N° 456, p. 290). Padre Aladel ignora il globo che la vergine tiene nelle mani. Padre Chevaòlier, nella sua prima edizione (riforma completa dell’ottava edizione di Aladel e pubblicata col nome di Aladel nel 1878), descrive l’apparizione secondo il racconto di Caterina, ma nelle due edizioni successive (1885-1891), egli revisiona l’immagine dell’apparizione allontanandola dalla descrizione originale. Chevalier presenta un’immagine della Madonna nella quale l’irraggiamento luminoso sembra quasi sparire tra le vesti. P. Chevalier si trovò infatti a risolvere il seguente problema: secondo la descrizione di Caterina fatta da Aladel, i raggi della madonna cadono sul globo ai suoi piedi che rappresenta il mondo, la Francia in particolare, ma stando all’autografo di Caterina, i raggi partono dal globo che la Madonna tiene tra le mani, che rappresenta il mondo e la Francia. Ora, a livello simbolico, il mondo e la Francia che beneficiano di questi raggi, non possono certo essere anche il punto di partenza. Forse, Caterina ha omesso nella descrizione qualche connessione? Può essere, ma dal contesto dei suoi racconti, tale interpretazione non è chiara. Chevalier cerca quindi di armonizzare la descrizione di Caterina con quella di Padre Aladel presentandole come due successive fasi di una stessa apparizione, Aladel avrebbe scritto solo la seconda fase. Chevalier così interpreta il fatto: quando appare il forte irraggiamento, il globo delle mani scompare a causa della luce, quello ai piedi viene illuminato. E’ la chiarezza del simbolo, che esige che i raggi partono dalle mani e cadano sul globo ai piedi, al contrario i raggi che partono dalle mani tenenti il globo, creano una difficoltà simbolica. Per risolvere il problema, possiamo porre i due globi in una stessa immagine, come hanno fatto Padre Crapez (Crapez E.C.M. , storiografo di Caterina, Menage 1947, p. 96 in CLM 1 p. 76) e Padre Chevalier (Vicedirettore delle Figlie della Carità dal 1874, La Medaille Miraculeuse, 1° edit. Paris, 1878, in CLM 1 p. 81) nelle loro edizioni, ma la ripetizione dello stesso simbolo non ha senso. Letaille (Premier Croniquis de la Vierge ou globe, su informazione di Caterina, in CLM 1, doc. n° 460 pag. 300), raffigura la Madonna circondata da una forte luminosità proveniente dai raggi, è la donna rivestita di sole dell’Apocalisse: i globi scompaiono completamente nella luce. L’interpretazione corrente è che Caterina non ha colto il momento nel quale la Vergine lascia il globo per aprire le mani, ma né la versione di Chevalier (raggi che cadono sul globo) né quella di Soeur Tanguy (assistente di Reuilly dal 1875, riporta in un suo scritto una conversazione tra Soeur Dufés e Soeur Catherine), assistente di Reuilly (Vergine dalle mani aperte), dicono che le mani si aprono, né che lasciano il globo. Esse lasciano semplicemente intendere che il globo scompaia a causa della luminosità, ma neppure si possono amalgamare. Due cose quindi si impongono:

1 – Padre Aladel ha volontariamente schematizzato, e in ciò fu molto avveduto. Se egli infatti non avesse conformato l’immagine della Medaglia Miracolosa ai più classici canoni dell’Immacolata Concezione, sarebbe incorso in problemi pratici forse inestricabili per la coniazione della medaglia.

2 – Caterina, come risulta dal suo modo di redigere, fa altrettanto, pone infatti in oblio la descrizione della Medaglia, ormai già nota, mirando ad ottenere la realizzazione di una statua della Vergine del globo e di un altare sul luogo dell’Apparizione.

III° APPARIZIONE.

Più autografi di Caterina raccontano la medesima apparizione della Vergine del Globo sotto il titolo di 3° Apparizione. Caterina stessa, poi, non precisa se ne ebbe una quarta. L’ipotesi più ovvia è di pensare che si tratti di una relazione della 2° apparizione.



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Apparizione della B.V. Maria ad Alphonse M. Ratisbonne – 20 gennaio 1842

Conversione di Alfonso Ratisbonne, Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, Roma

Alfonso Ratisbonne

Alfonso Ratisbonne, laureato in giurisprudenza, ebreo, fidanzato, gaudente ventisettenne, cui tutti assicuravano l’amore, le promesse e le risorse di ricchi banchieri suoi parenti, l’irrisore dei dogmi e delle pratiche cattoliche, il beffeggiatore della Medaglia Miracolosa, decise un giorno, per distrarsi di mettersi in viaggio e visitare alcune città dell’Occidente e dell’Oriente, escludendo Roma, che odiava, essendo la sede del Papa e l’aria malsana. A Napoli avvenne qualcosa di misterioso. Una forza irresistibile lo portò a prenotare il posto per il nuovo viaggio, anziché per Palermo, prenotò per Roma. Arrivato nella città eterna, fece visita a tanti suoi amici tra cui a Teodoro De Bussière, fervente cattolico. Questi, sapendolo miscredente, riuscì, nelle varie conversazioni a fargli prendere la medaglia e a promettere di dire la preghiera alla Madonna di S. Bernardo, a cui, però, con sorriso beffardo e sdegno disse: «vuol dire che sarà per me un’occasione, nelle mie conversazioni con gli amici, di mettere in ridicolo le vostre credenze». «Fai come vuoi», gli rispose il De Bussière e si mise a pregare con tutta la sua famiglia per la sua conversione.



Il 20 gennaio uscirono tutti e due. Si fermarono davanti alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte. Il cattolico andò in sacrestia per segnare la Messa di un funerale, mentre l’ebreo preferì visitare il tempio, curioso di trovarvi dell’arte, ma nulla lo attrasse, nonostante i lavori del Bernini, del Borromini, del Vanvitelli, del Maini ed di altri illustri artisti ivi raccolti. Si era intorno a mezzogiorno. La Chiesa deserta dava l’immagine di un luogo abbandonato; un cane nero passò saltellante accanto a lui e disparve. «D’un tratto – lascio la parola al veggente, secondo come ebbe a deporre con giuramento, durante il processo che ne seguì – mentre camminavo per la chiesa ed ero giunto incontro ai preparativi del funerale, all’improvviso mi sentii preso da un certo turbamento, e vidi come un velo innanzi a me, mi sembrava la chiesa tutta oscura, eccetto una cappella, quasi tutta la luce della medesima Chiesa si fosse concentrata in quella. Levai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce, e vidi sull’Altare della medesima, in piedi, viva, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa la SS.ma Vergine Maria simile all’atto e nella struttura all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa dell’Immacolata.

A tal vista io caddi in ginocchio nel luogo dove mi trovavo; procurai, quindi, varie volte di levar gli occhi verso la SS.ma Vergine, ma la riverenza e lo splendore me li feci abbassare, ciò che però non impediva l’evidenza di quell’apparizione. Fissai le di Lei mani, e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Quantunque ella non mi dicesse nulla compresi l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica, in una parola capii tutto. Sono caduto ebreo e mi sono alzato cristiano». In seguito, il convertito fece un bellissimo cammino che lo portò al sacerdozio e a partire missionario nella sua terra di Palestina, dove morì da santo.

Un lembo della tovaglia che era sull'altare dell'apparizione della Beata Vergine Maria a S. Alfonso Ratisbonne. Crediti S. Andrea delle Fratte pagina Facebook

Quest’ultimo fatto ha inciso profondamente nella storia di questa centrale chiesa romana, che fu insignita del titolo di “Santuario mariano”. Nel 1848, il 18 gennaio, l’altare sul quale apparve la Vergine, già dedicato a S. Michele, venne consacrato alla Beata Vergine Maria con il titolo della Medaglia, a ricordo della Medaglia Miracolosa che aveva il Ratisbonne al momento della sua conversione.

Il popolo però chiamava la Vergine apparsa in S. Andrea la “MADONNA Del MIRACOLO”, poiché la conversione ebbe risonanza in tutto il mondo. Nello spazio di pochi anni è divenuto uno dei più celebri e rinomati Santuari mariani internazionali. Tutti di ogni nazione si sono creduti troppo fortunati di aver visitato questo luogo. La devota gara di sacerdoti accorsi e la edificante devozione di non pochi tra prelati e vescovi nel voler offrire il S. Sacrificio della Messa a quell’Altare sono state uno spettacolo così commovente ed insieme grato per il cuore dei devoti romani.

Le parole di un testimone, quale P. D’Aversa trovano conferma nel lungo elenco di santi e beati che hanno pregato dinanzi alla Vergine del Miracolo. Così S. Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità (1850), S. Giovani Bosco il sabato santo del 1880 per impetrare l’approvazione della costituzione della sua famiglia, S. Teresa del Bambino Gesù (1887), S. Vincenzo Pallotti, S. Luigi Guanella, S. Luigi Orione, Maria Teresa Lodocowska, il Ven. Bernardo Clausi, il Papa S. Giovanni Paolo II, ecc. Ma un nome che non può essere dimenticato è quello di S. Massimiliano Kolbe, che ancora chierico al collegio di S. Teodoro (20 gennaio 1917), sentendo il suo maestro P. Stefano Ignudi descrivere l’apparizione al Ratisbonne, ebbe la sua prima ispirazione della Milizia dell’Immacolata. Non solo, venne a S. Andrea il 29 aprile 1918 a celebrare la prima Messa all’Altare della “sua Madonna”. Per tale devozione e per le molte conversioni che si registravano, il Papa Benedetto XV additò questo Santuario come la “LOURDES ROMANA “. Il Papa Pio XII, nel 1942, elevò la Chiesa a BASILICA. Giovanni XIII, nel 1959, la insignì del titolo cardinalizio, consegnato a S.Em.za card. Ennio Antonelli, Arcivescovo emerito di Firenze.

Fonte S. Andrea della Fratte

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Un prodigio sulla tomba di Alfonso Maria Ratisbonne (1966)

Ain Karem, un pittoresco paesino di Israele, che oggi fa parte della peri­feria della grande Gerusalemme ebraica, secondo la tradizione, fu la patria di S. Giovanni Battista, il Precursore di Gesù, e perciò il luogo dove Maria Santissima cantò il suo Magnificat.
Ad Ain Karem, nella proprietà del convento di Nostra Signora di Sion, riposa Alfonso Maria Ratisbonne, la cui pietra tombale è sormontata dalla statua dell’Immacolata della Medaglia Miracolosa.
Nel mese di aprile 1966, Suor Bernès, Superiora delle Figlie della Carità del vicino istituto per bambini handicappati ebrei, scriveva alla casa-Madre di Parigi quanto segue:
“Questa casa di Ain Karem, dove assistiamo piccoli anormali, non appartie­ne alla Comunità. Era la casa di campagna degli alunni dei Padri Bianchi, che l hanno affidata alla nostra custodia.
Un giorno, parecchi anni fa, un operaio, tagliando un ramo dell’albero che si trova davanti alla statua dell’Immacolata della piazzetta, si fermò interdetto: la sezione del ramo riproduceva esattamente la parte posteriore della Medaglia Miracolosa, con le tinte brune naturali del legno.
Egli si recò all’Ospizio e, senza dir parola, fece vedere il ramo. – Ma è la nostra Medaglia! – esclamarono le Suore.

Qualche giorno dopo io andai da Padri Bianchi e mostrai loro la sezione del ramo: stessa esclamazione!
E tanto grazioso e commovente questo ricamo naturale del legno!
I Padri Bianchi mi pregarono di lasciar loro il ramo e io non potei rifiutare, perché l’albero, come tutto il resto, appartiene a loro.
Qualche settimana fa, le autorità israeliane ci hanno fatto richiesta della mappa della proprietà. Ci rivolgiamo ai Padri Bianchi e veniamo a sapere che il terreno, su cui è costruita la casa, era stato comprato dal P. Ratisbonne, il quale certamente aveva fatto erigere la statua dell’Immacolata. Ho ricordato allora il fatto del ramo e sono rimasta pensosa…
Non è sorprendente questo accostamento: Ratisbonne, il “veggente “di Roma, la cui conversione è attribuita alla Madonna della Medaglia Miracolosa, e que­sto ramo, nel quale il gioco della linfa ha impresso il monogramma di Maria?”.

(da L Eco della Casa-Madre, Ed.C., Napoli, giugno 1966)

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La preghiera che S. Alfonso Maria Ratisbonne recitava in onore della Santa Vergine

Orazione di S. Bernardo

Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria, che non si è in­teso mai al mondo, che alcuno ricorrendo alla vostra protezio­ne, implorando il vostro aiuto e chiedendo il vostro patrocinio sia restato abbandonato. Animato io da una tale confi­denza a voi ricorro, o Madre Vergine delle Vergini, a voi vengo, e con le lagrime agli occhi, reo di mille peccati, mi prostro ai vostri piedi a doman­dar pietà. Non vogliate, o Ma­dre del Verbo, disprezzare le mie voci, ma benigna ascolta­temi ed esauditemi. Così sia.


 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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20/11/2015 08:58
 
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[SM=g1740717] Cari Amici, vi offriamo in video audio la breve Coroncina della Medaglia Miracolosa.

Essa può essere usata anche per iniziare un Rosario, è composta dalla preghiera d'inizio, dalla recita del Credo nella forma breve, seguono tre suppliche alternate da tre Ave Maria. La Preghiera finale, con un Pater, Ave e Gloria per il Santo Padre, conclude questo piccolo ma importante impegno, anche per evitare che la Medaglia diventi oggetto "portafortuna" ben sapendo però, noi, che senza la preghiera e lo sforzo di una vita coerente, la Vergine Santa nulla potrebbe perchè ci sarebbe alla base un atto volontario di pigrizia, di poca applicazione, di rifiuto ad essere salvati.

Questa Coroncina può essere detta come Novena o Triduo prima del giorno 27 di ogni mese, specialmente a novembre, mese in cui ricorre la sua Festa e quella di Santa Caterina Labourè

gloria.tv/media/zkuWDtjJBfo
www.youtube.com/watch?v=zYTHrHBiQ_o

[SM=g1740733] Segue il video

Cari Amici, il 27 e 28 novembre la Chiesa ci offre di venerare e fare memoria della Medaglia miracolosa e di santa Caterina Labourè.
Possiamo dire che è l'unica volta in cui la Chiesa offre quale memoria liturgica un oggetto, una Medaglia davvero speciale. In questo video, grazie ad un testo del professore Roberto de Mattei, ripercorriamo brevemente la storia di questa umile suora e della Medaglia che la Vergine Santa le consegnò come un vero salvagente per i nostri tempi disastrosi.

gloria.tv/media/X7r73qwg3V1

www.youtube.com/watch?v=D0cEsh7arm8

Movimento Domenicano del Rosario









[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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