A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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ADOZIONI A DISTANZA Cattoliche - Preghiera e AZIONE

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2009 21:55
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Adozioni a distanza:

Una risposta al grido dei poveri



Ogni lingua certamente ha dei suoi propri "modi di dire". Anche noi in Brasile ne abbiamo molti ed uno di essi, molto comune, è il seguente: "si balla secondo la musica". Ciò significa che dobbiamo adattarci alle situazioni e agire di conseguenza.

Il Brasile sta attraversando una profonda crisi sociale ed economica che sta portando la maggioranza della gente ad una situazione di marginalizzazione e di miseria. Ciò si percepisce praticamente in tutto il paese, sia nelle grandi come nelle piccole città. Anche qui in Santa Cruz do Rio Pardo - una cittadina con circa 50.000 abitanti all'interno dello stato di São Paulo verso il Mato Grosso - il fenomeno si è verificato in modo ben accentuato e crudele. Come conseguenza della crisi del lavoro nei campi, le popolazioni rurali hanno cercato rifugio nelle città. I poveri, non avendo possibilità di affittare una casa, si sono diretti nelle periferie cercando di sistemarsi in qualche modo, occupando dei terreni abbandonati - quasi sempre di proprietà del Comune o dello Stato - e costruendo delle baracche miserabili dove hanno fissato la loro dimora. Fu così che, anche qui a Santa Cruz do Rio Pardo, sono nate le favelas. Alla miseria fisica - concretizzata nella povera baracca, nella mancanza di vestiti, di alimenti, di medicine, di igiene, di luce e di tutti quei beni che sono normali e necessari ad ogni essere umano - si aggiungono l'analfabetismo, la mancanza di preparazione al lavoro, l'assenza di spirito di iniziativa, l'alcoolismo con le sue disastrose conseguenze, la rassegnazione fatalista, l'assoluta mancanza di formazione in tutti i campi, compreso quello religioso: ecco un quadro della situazione che ognuno di noi può percepire come sia grave e degradante.

Questa è la musica, la triste musica che da tempo sta chiamando l'attenzione di tutte le persone che hanno un cuore sensibile agli appelli di Dio e dei fratelli che soffrono. Noi abbiamo udito questa musica e ci siamo commossi. Abbiamo riflettuto molto e abbiamo scoperto un modo di rispondere all'appello.

Abbiamo cercato delle forze che si unissero alle nostre e siamo partiti per la lotta con disponibilità, fede e gioia.

Abbiamo ritenuto opportuno iniziare dai bambini che, nella storia, sono i meno colpevoli e le maggiori vittime. Era necessario toglierli dalla strada, dalle "favelas", dalla denutrizione, dai vizi e, soprattutto, dall'essere abbandonati a se stessi. Era necessario che essi stessero in un luogo sicuro per permettere alle loro mamme di poter lavorare e quindi aiutare almeno un poco il bilancio familiare tanto scarso e povero.

Abbiamo fondato il Centro Sociale "São José" nel mese di giugno del 1985 preparandone l'organizzazione. Il 3 marzo 1987, mercoledì delle Ceneri, il Centro Sociale "São José" apriva per la prima volta le sue porte per ricevere i bambini bisognosi provenienti soprattutto dalle favelas "Divinéia" e "Bom Jardim".

Oggi, tutti i giorni, 125 bambini sono affettuosamente accolti dalle maestre e assistenti ed iniziano la giornata in un ambiente pulito e salutare. Dopo il bagno ed il cambio dei vestiti, fanno colazione che noi, in Brasile, chiamiamo "café da manhã" (letteralmente: "caffè del mattino"). Dopo un poco di ricreazione in comune, in gruppi secondo l'età, vanno nelle aule per le lezioni. Alle 11 pranzano e poi vanno tutti a fare un riposino. Nel pomeriggio fino alle 17 fanno ricreazione nel giardino, interrotta alle 16 da un'abbondante merenda che per loro costituisce l'ultima refezione della giornata.

Tutto questo lavoro è svolto in due saloni adiacenti che abbiamo adattato nel modo migliore possibile per le varie necessità. Abbiamo anche un orto che fornisce verdure fresche per i bambini. Tutto il Centro attualmente è coordinato da un gruppo di signore che dedicano buona parte del loro tempo al bene di questo Istituto. Sono loro che, aiutate da altre signore di buona volontà, provvedono alla manutenzione e allo sviluppo del Centro mediante promozioni di tutti i tipi. Altri mezzi ci vengono corrisposti mediante convenzioni che abbiamo sottoscritto con il Comune, lo Stato e con il Governo Federale.

Alcune Istituzioni di nazioni europee ci hanno dato la loro collaborazione ed ad esse siamo molto grati. Tra questi paesi c'è soprattutto l'Italia che, per mezzo di persone private e di Istituzioni, oltre ad inviarci aiuti materiali, ci hanno incentivato ed incoraggiato a continuare.

L'assistenza specifica ai bambini è fatta da un gruppo composto da una direttrice, quattro maestre, quattro assistenti, una segretaria, una cuoca e tre aiutanti. Questo gruppo conta inoltre con la collaborazione di un "factotum" e di un ortolano.



Altri 200 bambini, solamente nel nostro quartiere, sperano con ansia un posto nel Centro per potere anch'essi essere accolti e ricevere lo stesso trattamento affettuoso di cui beneficiano gli altri. Ma, poiché gli spazi che abbiamo non possono sopportare un numero maggiore di quello che abbiamo attualmente, abbiamo progettato la costruzione di un'ala adatta alla finalità che ci siamo proposti. Il progetto è pronto e gli sforzi per concretizzarlo hanno già avuto inizio. Ma abbiamo bisogno dell'aiuto di tutte le persone di buona volontà. Abbiamo la certezza che, con questa opera, asciugheremo adesso molte lacrime ed impediremo che altre ne siano sparse in futuro.



Per informazioni in questa specifica ADOZIONE A DISTANZA che vi abbiamo presentato, contattate direttamente padre Mauro alla seguente e-mail:

movrosar@tin.it


padre Mauro è in stretto contatto con i padri del posto e questo garantisce la serietà di tutta l'operazione. Attraverso questa sensibilizzazione, si stanno aiutando in concreto molti bambini dei quali, ogni persona che avrà fatto l'adozione, riceve minuziose informazioni sull'andamento del bambino affidato a distanza che così ha la possibilità di restare con i propri genitori e di continuare a vivere in modo civile nel proprio ambiente familiare.

Grazie a tutti

p. Mauro
__________
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/12/2008 16:52
 
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C.F.90119850320 Associazione Innamorati del Rosario
 
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- Servi dei bimbi poveri del Sud America


Articolo 3 dello
Statuto- Motivazione generale dell'Associazione è la promozione di tutte quelle iniziative che possano aiutare i bimbi poveri del Sud America....


Fai un bonifico: 
IBAN IT 48 B 02008 02209 000041263503 
codice BIC SWIFT: UNCRITB10ML



http://www.innamoratidelrosario.it/lanostramissione.htm


Associazione Innamorati del Rosario

tel. 095 2868572 Cell.389 4240233

La nostra Missione in Sud America...e non solo

[SM=g7182] [SM=g1740750]

[Modificato da Caterina63 30/11/2009 19:24]
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[SM=g1740733] Le Suore Domenicane Missionarie di Madre Lalia

hanno molte Case di Missione nel mondo...orfanatrofi, dispensari, reparti medici, ricoveri per anziani...Siamo entrati nell'Avvento e presto saremo occupati con i regali da fare per Natale...ebbene, non dimentichiamoci di coloro che hanno bisogno di noi...[SM=g1740734]


Contattate qui:

Rev.da Priora Generale Sr.M.Sara Calandra
Suore Domenicane Missionarie di san Sisto
Via Druso 2
00184 - Roma

nella motivazione dite pure a chi volete devolvere l'offerta che invierete: per le Missioni Domenicane ADOZIONI A DISTANZA

[SM=g1740722]

Riflettiamo sulle parole di un Santo, Vescovo e Dottore della Chiesa

Il pane che a voi avanza,

è il pane dell'affamato;

il vestito appeso al vostro armadio,

è il vestito di colui che è nudo;

le scarpe che voi non portate,

sono le scarpe di chi è scalzo;

il denaro che tenete nascosto,

è il denaro del povero;

i giocattoli che voi rompete,

sono i giocattoli dei bambini diseredati;

il cibo che voi sperperate,

è il cibo di chi è denutrito;

le suppellettili che voi gettate via,

sono le suppellettili di chi non ha casa;

le opere di carità che voi non compiete,

sono altrettante ingiustizie che voi commettete


San Basilio


AIUTA LA CHIESA CHE SOFFRE (solidarietà ecclesiale) 

[SM=g1740750]
Fraternamente CaterinaLD

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Oltre mille gli ospedali e cinquemila le cliniche cattoliche presenti nel Continente [SM=g1740752]

L'impegno della Chiesa in Africa
nella lotta all'Aids




Karen, 1. "La Chiesa è all'avanguardia nella lotta contro l'Aids in Africa, sia per quanto riguarda la cura sia per la prevenzione". È quanto ha dichiarato all'agenzia Fides un portavoce dell'African jesuit aids network (Ajan), in merito all'impegno della Chiesa in Africa nella lotta contro il virus, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids.

Le vasti reti di ospedali, scuole, parrocchie e altri istituti - si legge in un documento dell'African jesuit aids network - si trovano in punti strategici per raggiungere le persone e le comunità maggiormente afflitte dalla pandemia.

La Chiesa in Africa - precisano i vescovi del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) - non è seconda a nessuno nella lotta all'Hiv e nella cura alle persone infettate e colpite. Il problema, però, non può essere risolto facendo esclusivamente affidamento sulla distribuzione dei profilattici.
Per quanto riguarda il campo medico, il contributo delle istituzioni ecclesiali in Africa è notevole. In questo continente, le istituzioni cattoliche impegnate con le persone sieropositive operano in oltre mille ospedali e in cinquemila cliniche. Ci sono inoltre ottocento orfanotrofi per bambini malati di Aids. Secondo le stime, le istituzioni cattoliche provvedono al venticinque per cento di tutti i trattamenti delle parrocchie nell'alleviare l'impatto di Hiv e Aids sugli individui, le famiglie e le comunità.

Oltre al ministero pastorale, che va dall'accompagnamento individuale al sostegno e al conforto dei malati, un enorme lavoro viene svolto dalle piccole comunità cristiane, un servizio riconosciuto della Chiesa in Africa. Ogni settimana da dieci a venti persone si incontrano per la lettura delle Scritture, condividono la loro fede, pregano ognuno per le necessità dell'altro. Si recano in gruppo presso le case degli ammalati per pregare o assisterli. In molte parrocchie sono in atto numerosi progetti a favore dei sieropositivi, degli orfani e dei bambini indifesi. Oltre a prendersi cura dei malati di Aids, la Chiesa investe molte energie per contenere la diffusione della pandemia, incoraggiare i test, puntando a un'accurata informazione sulla propagazione dell'Hiv e dell'Aids, sostenendo le persone a vivere in modo responsabile.

La prevenzione, quindi, è una priorità assoluta. In Kenya, per esempio, si contano circa seicento programmi diffusi attraverso le reti ecclesiali di scuole e parrocchie. Circa il quarantacinque per cento dell'istruzione ufficiale in Kenya è fornita dalla Chiesa. Una strategia di prevenzione tra i giovani, un processo di cambiamento comportamentale conosciuto come Education for life (Efl) è tipico dell'approccio della Chiesa in Africa che enfatizza l'astinenza e la fedeltà, come pietre miliari, ed è attuato in tutta l'Africa subsahariana.

"L'Efl - ha sottolineato suor Felice Matola, delle suore missionarie francescane africane (Fmsa) - invitando tutti i partecipanti a discussioni libere, rafforza le persone a prendere decisioni importanti. Abbiamo notato che l'"Education for life" ha cambiato la gente e gli ha insegnato a vivere meglio".


Le suore dorotee a fianco
dei sieropositivi in Costa d'Avorio




Alépé, 1. Sono tante le attività e le iniziative della Chiesa cattolica di tutto il mondo a favore dei malati di Aids. Tra queste, grande è l'impegno delle suore Dorotee di Vicenza, in Costa d'Avorio da oltre venticinque anni. La missione si occupa di educazione dei giovani, di prevenzione delle malattie e di cura degli infermi. In particolare, l'ospedale di Alépé accoglie centinaia di sieropositivi. Il nosocomio, fortemente voluto da suor Tiziana Maule delle suore Dorotee di Vicenza, nel 2003, è indispensabile per una popolazione esposta a flagelli come l'Aids.

"Il ministero della salute del Paese ha sollecitato tutte le strutture pubbliche a organizzare incontri, nei villaggi e nei quartieri, di sensibilizzazione, di informazione, di attualizzazione del test di "depistage" volontario. A livello del Centro di educazione sanitaria polivalente delle suore Dorotee di Alépé - ha spiegato suor Tiziana - stiamo elaborando il piano di attività educative e formative 2009/2010 per combattere diversamente l'Hiv/Aids nella regione di Alépé".




(©L'Osservatore Romano - 2 dicembre 2009 )





[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740738]

AIUTA ANCHE TU: contatta la tua Parrocchia, la tua Diocesi, informati sulle Adozioni a Distanza fra la tua Diocesi e le comunità in Africa... [SM=g1740722]

[Modificato da Caterina63 01/12/2009 21:49]
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Realizzata in collaborazione con il Modavi
Benedetto XVI incoraggia l'iniziativa di solidarietà
de «L'Osservatore Romano»


Una scuola destinata ad accogliere seicento bambini a Mont-Ngafula, nella Repubblica Democratica del Congo, verrà realizzata anche grazie al contributo delle vendite de "L'Osservatore Romano" nel periodo compreso tra il 29 novembre e il 10 gennaio 2010. L'iniziativa è stata ricordata da Benedetto XVI all'Angelus di domenica 20 dicembre, in piazza San Pietro.

Chi acquista una copia del giornale in piazza San Pietro il mercoledì e la domenica - giorni in cui viene allestita una postazione di vendita - o durante l'intera settimana presso il punto vendita all'interno della Città del Vaticano, riceve un'icona della Natività e dona un euro per questa iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione con il Movimento delle associazioni di volontariato italiano (Modavi). L'organismo opera dal 1996 nel settore della promozione sociale, del volontariato e della protezione civile. A esso appartengono 150 associazioni diffuse su tutto il territorio nazionale.

Il progetto della scuola a Mont-Ngafula ha preso avvio nel 2006 con l'acquisto del terreno e la recinzione dell'area di cantiere. L'anno successivo sono stati costruiti i primi tre piani della scuola, ognuno dei quali si estende per oltre 1.400 metri quadrati. Ciò ha permesso l'avvio delle attività didattiche per 120 bambini della scuola materna. Negli anni 2008 e 2009 i lavori sono proseguiti portando a termine alcune parti dell'edificio. Si è provveduto poi all'acquisto delle attrezzature scolastiche e di un pulmino per il trasporto dei bambini che vivono distanti dall'istituto. In particolare, sono state approntate cinque aule per la scuola materna e la primaria.

Restano da ultimare gli infissi e le opere interne: pavimenti, impianti idraulici ed elettrico, intonaci e imbiancature. Si è privilegiato l'invio dall'Italia dei materiali necessari per l'edificio, rispetto all'acquisto in loco, dati i costi elevati. La scuola è stata costruita con accorgimenti tecnici all'avanguardia in materia di risparmio energetico e ottimizzazione dei materiali. La particolare struttura del tetto permette di raccogliere l'acqua piovana che, attraverso le grondaie, viene convogliata in alcune cisterne e da lì viene distribuita per ricaduta nei servizi igienici e nell'impianto di irrigamento. Questo sistema di raccolta dell'acqua piovana rappresenta una soluzione al problema della carenza idrica che da maggio a settembre interessa la zona.

Obiettivo principale del progetto è di offrire maggiori possibilità di educazione all'infanzia del quartiere di Kimbondo a Mont-Ngafula, attraverso il potenziamento delle strutture scolastiche e del sostegno all'istruzione primaria. La frequenza dei bambini alle attività didattiche permetterà anche di migliorare le loro condizioni di salute, grazie alla possibilità di controllo quotidiano e la promozione di giornate dedicate alla sanità e alla prevenzione, coinvolgendo anche le famiglie degli studenti. Il traguardo a cui si tende è quello di assicurare a tutti i bambini di portare a termine almeno il ciclo completo dell'istruzione primaria e di diminuire la mortalità infantile.

Da anni il Movimento delle associazioni di volontariato italiano, presieduto da Irma Casula, è presente nella Repubblica Democratica del Congo, dove ha realizzato varie iniziative in collaborazione con la fondazione congolese Madre Agnese Manzoni onlus, tra le quali la creazione di alcune cooperative di muratori specializzati nella fabbricazione di mattoni d'argilla. La fondazione, presieduta da Giovanni Chersola, è un'associazione di utilità sociale senza fini di lucro, con sede nel Paese africano. Essa promuove l'assistenza e l'aiuto alle donne e ai bambini, lo sviluppo rurale e urbano nei settori della cultura e della formazione professionale nell'ambito socio-economico.

Tra il Movimento delle associazioni di volontariato italiano e la fondazione è stato stipulato un accordo di partenariato nell'anno 2007 che prevede la collaborazione per la realizzazione di progetti destinati allo sviluppo sociale, economico e sanitario della popolazione congolese.


(©L'Osservatore Romano - 21-22 dicembre 2009)
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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