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La storia di Fatima e il Rosario per la conversione dei peccatori

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2017 09:27
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11/08/2009 00:53
 
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La storia di Fatima come emerge dalle “Memorie” di Suor Lucia. La chiesa e i papi a Fatima. L’attentato al papa il 13 maggio 1981. La consacrazione del mondo al Cuore immacolato di Maria.

www.gloria.tv/media/cfF6eeVoyS1


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[Modificato da Caterina63 11/02/2015 09:52]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Un sacerdote risponde

Le grazie che ricevo con la preghiera del Santo Rosario

un giovane parla a Padre Angelo delle sue vicende personali. E in mezzo ad esse si trova questa bella testimonianza sulla preghiera del Rosario. La proponiamo ai nostri visitatori

Caro Padre,
Infine, penso che le grazie di questo Natale si siano unite a quelle che ho ricevuto e ricevo tramite un'altra fantastica pratica, quella del Rosario quotidiano, che ho iniziato pressappoco nel periodo natalizio.
Prima di praticarlo avevo le solite tentazioni... il poco tempo, e se magari non fosse esagerato come devozione quotidiana (pensiero diabolicamete assurdo)... ma comunque ho iniziato (grazie alla novena che le segnalai poco tempo fa) e la mia vita è decisamente migliorata. Non ho più i pensieri che avevo prima nei momenti di sconforto... ho meno paranoie, meno scrupoli eccessivi, meno dubbi assurdi anche di fede... sono più ottimista... vedo che i problemi si risolvono più facilmente, vedo molto più spesso di prima la mano di Dio nel quotidiano... e sono più sereno, addirittura riesco a studiare meglio. Insomma, sento che si sono moltiplicate le grazie che ricevo giorno per giorno, come la forza che ho per proseguire la mia "missione".
Ma questo è tutto un sovrappiù. Il vero dono che si riceve a recitare degnamente questa preghiera è la sensazione di stare "in un angolo del Paradiso" insieme a Maria, per qualche tempo. E qualcosa ti rimane per tutta la giornata. E se prima di avviare la coroncina si è tentati di pensare che si tratta di una cosa troppo lunga e ripetitiva, appena si è iniziato il tempo passa in maniera velocissima.
Continuo intanto ad assicurarle il ricordo nella preghiera.
L.




Risposta del sacerdote

Caro L.,
la tua testimonianza mi ha fatto venire in mente alcune significative affermazioni.

La prima è di San Vincenzo de Paoli: “Dopo la Messa, la devozione al Rosario ha fatto scendere nelle anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue Ave Maria compie più miracoli di ogni altra preghiera”.

La seconda è di Giovanni Paolo II: “Fin dai miei anni giovanili la preghiera del Rosario ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale.
Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto” (Rosarium Virginis Mariae).

La terza è del Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney: “Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza.
Ascoltate: quando ero parroco a Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo”.

Ringrazio Dio che ti ha fatto fare questa bella esperienza.
Sono certo che non vi rinuncerai mai. Non puoi rinunciare alla “sensazione di stare "in un angolo del Paradiso" insieme a Maria, per qualche tempo”.

Ti prometto come sempre il mio ricordo nella preghiera e ti benedico.

Padre Angelo


Pubblicato 17.07.2008

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/05/2010 00:58
 
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13 Maggio - Beata Vergine Maria di Fatima


Oggi si celebrano le apparizioni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo nel 1917. A tre pastorelli, Lucia di Gesù, Francesco e Giacinta, apparve per sei volte la Madonna che lasciò loro un messaggio per tutta l’umanità. Il vescovo di Leiria, nella sua lettera pastorale a chiusura del cinquantenario, ha affermato che il messaggio di Fatima "racchiude un contenuto dottrinale tanto vasto da poter certamente affermare che non gli sfugge alcuno dei temi fondamentali della nostra fede cristiana...".


Era la domenica 13 maggio 1917; i tre cuginetti dopo aver assistito alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Fatima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo le loro pecore.
Il tempo primaverile era splendido e quindi decisero di andare questa volta fino alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura.
Mentre allegri giocavano, nel cielo apparve un bagliore come lampi di fulmini, per cui preoccupati per un possibile temporale in arrivo, decisero di ridiscendere la collina per portare il gregge al riparo.
A metà strada dal pendio, vicino ad un leccio, la luce sfolgorò ancora e pochi passi più avanti videro una bella Signora vestita di bianco ritta sopra il leccio, era tutta luminosa, emanante una luce sfolgorante; si trovavano a poco più di un metro e i tre ragazzi rimasero stupiti a contemplarla; mentre per la prima volta la dolce Signora parlò rassicurandoli: “Non abbiate paura, non vi farò del male”.

Il suo vestito fatto di luce e bianco come la neve, aveva per cintura un cordone d’oro; un velo merlettato d’oro le copriva il capo e le spalle, scendendo fino ai piedi come un vestito; dalle sue dita portate sul petto in un atteggiamento di preghiera, penzolava il Rosario luccicante con una croce d’argento, sui piedi erano poggiate due rose.

A questo punto la più grande di loro, Lucia, chiese alla Signora “Da dove venite?” “Vengo dal Cielo” e Lucia “Dal cielo! E perché è venuta Lei fin qui?”, “Per chiedervi che veniate qui durante i prossimi sei mesi ogni giorno 13 a questa stessa ora; in seguito vi dirò chi sono e cosa desidero, ritornerò poi ancora qui una settima volta”.
E Lucia, “E anch’io andrò in cielo?”, “Si”, e “Giacinta?”, “anche lei”, “e Francesco?”, “anche lui, ma dovrà dire il suo rosario”.

La Vergine poi chiese: “Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi, in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?”. “Si lo vogliamo” rispose Lucia, “Allora dovrete soffrire molto, ma la Grazia di Dio sarà il vostro conforto”.

E dopo avere raccomandato ai bambini di recitare il rosario tutti i giorni, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, la Signora cominciò ad elevarsi e sparì nel cielo.
Lucia durante tutte le apparizioni, sarà quella che converserà con la Signora, Giacinta la vedrà e udirà le sue parole ma senza parlarle, Francesco non l’udirà, ma la vedrà solamente, accettando di sapere dalle due bambine, quello che la Signora diceva.

[SM=g1740722] clicca qui per i testi della visita del Papa Benedetto XVI a Fatima:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...


Ora, ringraziando Luci sull'Est ecco i video la prima e la seconda parte
www.lucisullest.it/


[SM=g1740722]



[SM=g1740738]


[SM=g1740738]


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

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12/10/2010 11:00
 
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[SM=g1740733] Tratto dal programma di RAIEDUCATIONAL "La storia siamo noi" condotto da Giovanni Minoli
27.5.2010 IL SEGRETO DI FATIMA anche nelle parole del Magistero della Chiesa e di Benedetto XVI

it.gloria.tv/?media=78630

[SM=g1740738]

Il racconto dei segreti di Fatima. La storia, l’origine e le vicende di un mistero della Fede e non solo. Fra gli intervistati Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di Stato Vaticano, Padre Jose Dos Santos Valinho nipote di Suor Lucia e Giancarlo Zizola giornalista e scrittore. Un percorso che conduce ad una sola domanda: quello rivelato è davvero il testo del terzo segreto di Fatima? Un segreto che ha attraversato 8 pontificati e quasi un secolo di storia. Un enigma che racchiude tragedie passate e future e che non finisce di creare tensioni, misteri e inquietudini. Ma per tentare di capire questa incredibile storia facciamo un passo indietro per ricostruire cosa accadde in quel 13 maggio del 1917 in uno sperduto villaggio portoghese di nome Fatima. Tre bambini, tre pastorelli portoghesi analfabeti: Lucia di 10 anni e i suoi cugini, Francesco di 9 e Giacinta di appena 7 anni. Sono loro i depositari del segreto dei segreti, i custodi della profezia forse più importante della storia della Chiesa. È il 13 maggio 1917 quando la loro vita cambia per sempre



[SM=g1740750]


[SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733]



[SM=g1740733] Madre Teresa di Calcutta lanciò una sfida che possiamo definire anche come PROFEZIA, disse a chi gli chiedeva se il mondo potesse avere pace:
"NON CI SARA' MAI LA PACE VERA FINO A QUANDO QUESTA NON COMINCERA' DAL GREMBO MATERONO" alludendo appunto alla maledetta legge dell'aborto che sta portando il nostro futuro nel baratro....perchè una Nazione che per legge UCCIDE i propri figli, sta uccidendo il proprio futuro... e non è una battuta invitarvi a pensare quanti futuri Premi Nobel sono stati fino ad oggi UCCISI nel ventre materno... o quanti futuri geni... e chissà quante eccellenti madri e padri di famiglia, o quanti intelligenti scienziati o professori, ma anche semplici CITTADINI, anche se malati o dall'intelletto normale ma che proprio per il loro ESSERE, avrebbero potuto dare un ottimo contributo al nostro tempo o al domani....
MILIONI DI VITE UMANE UCCISE NEI GREMBI MATERNI...per legge... e noi però pretendiamo la pace, vogliamo la pace, vogliamo vivere bene...


Oltre a questo c'è dell'altro, domandiamoci:
MA DAVVERO SIAMO IN UN'EPOCA DI PACE? [SM=g1740733]
Ne siamo certi?

Non stiamo vivendo, forse, in un tempo di grave inquietudine e di devastazione della Famiglia?

Non si tratta di parlare di apocalisse o di fine del mondo, ma di imparare a scoprire ciò che è MALE E AVERE IL CORAGGIO DI DENUNCIARLO, DI CHIAMARLO PER NOME E DI COMBATTERLO...
Non si tratta di fare i super eroi...

La Madonna a Fatima SI CONFIDO' a tre BAMBINI semi analfabeti... a tre bambini affidò delle RIVELAZIONI due della quali realizzate, come è possibile ignorare quell'evento?

Ascoltate questo video fino in fondo....ascoltatelo in silenzio e meditando ciò che ascolterete... e poi pensateci un pò su! e se potrete, prendete la CORONA DEL ROSARIO e preghiamo....

ATTENZIONE alla fine del video vi rimandano al sito www.fatima.it l'URL è stata cambiata, il sito di riferimento è questo:
www.fatima.org/it/default.html


O Maria santissima! mia padrona, nella Tua benedetta fiducia, nella Tua speciale protezione e nel seno della Tua misericordia mi raccomando oggi e tutti i giorni e nell'ora della morte. Ogni mia speranza e ogni consolazione, le mie angosce e tutte le mie miserie, la mia vita e il termine della mia vita, tutto a Te affido, affinché, per i Tuoi altissimi meriti e intercessione Tua, tutte le mie opere si facciano e si dirigano secondo la Tua volontà e quella del Tuo Figlio. Amen.


*****

O DOMINA mea, sancta Maria, me in tuam benedictam fidem ac singularem custodiam et in sinum misericordiae tuae, hodie et quotidie et in hora exitus mei animam meam et corpus meum tibi commendo: omnem spem et consolationem meam, omnes angustias et miserias meas, vitam et finem vitae meae tibi committo, ut per tuam sanctissimam intercessionem et per tua merita, omnia mea dirigantur et disponantur opera secundum tuam tuique Filii voluntatem.
Amen.

(St. Aloysius Gonzaga)

Buona meditazione

fr.gloria.tv/?media=128391




[SM=g1740750]


[SM=g1740750] [SM=g1740752]





[Modificato da Caterina63 05/04/2011 23:19]
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05/04/2011 23:17
 
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10 domande più frequenti su Fatima


1. COS'È IL MESSAGGIO DI FATIMA?

l Messaggio di Fatima consiste in un numero di precise predizioni, richieste, avvertimenti e promesse riguardanti la Fede e il Mondo, che sono stati trasmessi dalla Beata Vergine a tre pastorelli - Lucia, Jacinta e Francisco - in una serie di apparizioni avvenute a Fatima, Portogallo, da maggio a ottobre del 1917.


2. PERCHÉ DOVREI CREDERE AL MESSAGGIO DI FATIMA?


Devi credere al Messaggio di Fatima perché:

(1) E' stato confermato da un miracolo senza precedenti avvenuto pubblicamente, il Miracolo del Sole, che si verificò nell'esatto momento annunciato da Lucia. Più di 70.000 persone, inclusi massoni, comunisti e atei, videro il sole rotolare nel cielo contro ogni legge cosmica, spargere colori e discendere sulla terra. L'evento fu riportato dai giornali di tutto il mondo, compreso ilNew York Times.

(2) Tutti i Papi, da quando avvenne il Miracolo, hanno riconosciuto che il Messaggio è autentico. Molti Papi, tra i quali Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, si sono recati personalmente a Fatima. Quest'ultimo nel 1982 disse a Fatima che "il Messaggio di Fatima impone alla Chiesa un obbligo". (3) Sono stati compiuti da Dio molti altri miracoli che autenticano il Messaggio di Fatima come proveniente da Lui stesso, non soltanto al momento del Miracolo del Sole, il 13 ottobre 1917, ma, nel corso degli anni fino a oggi, sono avvenuti miracoli di conversioni e guarigioni che la scienza non può spiegare con mezzi naturali.

(4) Il Messaggio di Fatima ha predetto accuratamente gli eventi del mondo, il che prova che è una vera profezia.


3. COSA HA PREDETTO IL MESSAGGIO DE FATIMA?


Nel 1917 il Messaggio di Fatima ha predetto accuratamente tutti i seguenti eventi avvenuti successivamente:

(1) La fine della I guerra mondiale;

(2) L'emergere della Russia come potenza mondiale che avrebbe "diffuso i suoi errori (compreso il comunismo) nel mondo ... fomentando guerre e persecuzioni contro la Chiesa";

(3) L'elezione di un Papa che si sarebbe chiamato Pio XI;

(4) Lo scoppio di una seconda guerra mondiale a seguito di una strana luce nel cielo notturno.

Il Messaggio di Fatima predisse inoltre che se le richieste della Vergine Maria non fossero state onorate, molte anime sarebbe state perdute, "il Santo Padre avrebbe sofferto molto", vi sarebbero state altre guerre e persecuzioni contro la Chiesa e "diverse nazioni sarebbero state annientate". L'annientamento delle nazioni predetto a Fatima non è ancora avvenuto, ma molti temono che ciò possa presto accadere, date l'immoralità e la corruzione in continuo aumento.


4. COSA CHIEDE IL MESSAGGIO DE FATIMA?


A Fatima Nostra Signora disse che Dio desiderava instaurare nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Nostra Signora disse che molte anime sarebbero state salvate dall'inferno e l'annientamento delle nazioni sarebbe stato evitato se, per tempo, la devozione al Suo Cuore Immacolato fosse stata stabilita principalmente in questi due modi:

(1) La Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria fatta dal Papa insieme ai Vescovi del mondo con una solenne cerimonia pubblica, e

(2) La pratica di ricevere la Santa Comunione (e altre specifiche devozioni della durata di circa mezz'ora), in riparazione ai peccati commessi contro la Beata Vergine Maria, nei Primi Sabati di cinque mesi consecutivi - pratica conosciuta dai Cattolici come la devozione del "Primo Sabato".


5. QUESTE RICHIESTE DE NOSTRA SIGNORA DE FATIMA SONO STATE ONORATE?


No, non completamente. Un certo numero di Fedeli praticano la devozione del "Primo Sabato", ma la Russia non è ancora stata consacrata all'

Immacolato Cuore di Maria in una solenne cerimonia pubblica condotta dal Papa insieme ai Vescovi Cattolici di tutto il mondo.

Nel 1982, fu chiesto all'ultima sopravvissuta dei tre veggenti di Fatima, Lucia, attualmente suora di clausura a Coimbra, Portogallo, se il tentativo di consacrazione da parte di Papa Giovanni Paolo II fosse stato sufficiente. Essa replicò che non lo era, perché non era stata menzionata la Russia e non vi avevano partecipato tutti i vescovi del mondo. Allo stesso modo un altro tentativo di Consacrazione eseguito nel 1984 non menzionava la Russia, né vi era stata la partecipazione di tutti i vescovi; Suor Lucia disse, immediatamente dopo, che anche questa Consacrazione non aveva esaudito le richieste di Nostra Signora.


6. QUALE AVVERTIMENTO MANDA IL MESSAGGIO DI FATIMA?


L'avvertimento che se le richieste di Nostra Signora di Fatima sulla Consacrazione della Russia e la devozione del Primo Sabato non verranno esaudite, la Chiesa sarà perseguitata, si scateneranno guerre ancora più grandi, il Santo Padre soffrirà molto e diverse nazioni saranno annientate; molte nazioni saranno ridotte in schiavitù dai russi militanti atei. Soprattutto, molte anime saranno perdute.


7. COSA PROMETTE IL MESSAGGIO DE FATIMA?


Il Messaggio di Fatima promette che se le richieste di Nostra Signora di Fatima verranno soddisfatte "il Mio Cuore Immacolato trionferà, il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e all'umanità verrà garantito un periodo di pace".


8. E' VERO CHE LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA VENNE FATTA NEL 1984, CHE LA "CADUTA DEL COMUNISMO" PROVA CHE LA CONSACRAZIONE È STATA EFFICACE E CHE LA RUSSIA SI STA ORA CONVERTENDO?


No, non è vero. Sappiamo che non è vero perché:

(1) Il 25 marzo 1984, dopo la Consacrazione del mondo, Papa Giovanni Paolo II disse per due volte che la richiesta di Nostra Signora di Fatima - sulla Consacrazione della Russia - non era stata accolta.

(2) Subito dopo la tentata Consacrazione del 1984, cui non avevano partecipato tutti i Vescovi del mondo e che non menzionava la Russia, Suor Lucia affermò che ciò non era sufficiente perché non soddisfaceva le specifiche richieste che Nostra Signora le aveva fatto.

(3) Sin dal 1984 lo stato morale e spirituale del mondo è ovviamente peggiorato: negli ultimi 14 anni vi sono stati 600 milioni di aborti e sono scoppiate guerre in tutto il mondo. Eutanasia e omosessualità sono state "legalizzate". Nella stessa Russia è stata approvata una nuova legge che discrimina contro la Chiesa Cattolica a favore dell'Islam, del Buddismo, del Giudaismo e delle congregazioni ortodosse, che sotto i comunisti avevano occupato con la forza le parrocchie Cattoliche. E' quindi chiaro che la Russia non si è convertita alla Fede Cattolica come Nostra Signora di Fatima promise che sarebbe avvenuto se fosse stata accolta la Sua richiesta.

(4) In Russia, negli ultimi 14 anni, sono avvenute pochissime conversioni al Cattolicesimo. Oggigiorno, in tutta la Russia vi sono solamente 300.000 Cattolici - molto meno dell'uno per cento della popolazione russa. Al confronto, dopo l'apparizione di Nostra Signora a Guadalupe, avvenuta in Messico nel sedicesimo secolo, nei nove anni seguenti più di 7 milioni di messicani si convertirono dal paganesimo alla Fede Cattolica e il Messico divenne un paese Cattolico.


9. PERCHÉ IL MESSAGGIO DE FATIMA È IMPORTANTE PER ME E PER LA MIA FAMIGLIA?


Il Messaggio di Fatima è importante per te e per la tua famiglia perché coinvolge la salvezza delle anime, la pace nel mondo e, se le richieste di Nostra Signora di Fatima non verranno eseguite, la conseguenza sarà l'annientamento delle nazioni e la schiavitù di tutta l'umanità sotto i militanti atei della Russia.


10. MA IL MESSAGGIO DE FATIMA NON È SOLO UNA RIVELAZIONE PRIVATA CUI NESSUN CATTOLICO DEVE CREDERE?


No, non è solo una rivelazione privata. E' una rivelazione profetica pubblica fatta dalla Vergine Maria, Madre di Dio. Non va confusa con la "Rivelazione" o, come viene anche chiamata, con il Deposito della Fede, che termina con la morte dell'ultimo Apostolo. Ma una rivelazione profetica pubblica non deve essere disprezzata. La profezia della Vergine Maria è stata confermata da un miracolo pubblico, e autenticata da un'intera serie di Papi. E inoltre le Sue profezie si sono avverate.

Così, mentre credere nel Messaggio di Fatima come articolo di Fede può non essere strettamente richiesto ai Cattolici, sarebbe molto sciocco trascurare un messaggio del Cielo così evidentemente autentico. Come insegnò San Paolo:"non disprezzate le profezie. Esaminate tutto e ritenete ciò che è buono" (1 Tess. 5: 20-21). E' stato provato che la profezia di Fatima è degna di essere creduta. Non dovremmo disprezzarla, ma piuttosto ritenere strettamente ciò che Nostra Signora ci disse a Fatima.


http://www.fatima.org/it/default.html 


Fraternamente CaterinaLD

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16/05/2011 10:04
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
In questo breve video

www.gloria.tv/?media=156981

vi offriamo l'opportunità di approfondire sulle Parole che la Vergine disse a Fatima.... a volte diamo per scontato di sapere cosa disse Maria a Fatima, altre volte ci soffermiamo sulla curiosità del Terzo Segreto ma...in definitiva, stiamo facendo quanto la Vergine ha chiesto per la nostra salvezza?

www.youtube.com/watch?v=6wxGPHcD-nY

Ognuno faccia il proprio esame di coscienza e non quello degli altri....

Buona Preghiera a tutti!

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org




[SM=g1740738]

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[SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 13/05/2015 16:05]
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Aspettando il trionfo del Suo Cuore Immacolato...

Chiesa cattolica: Fatima 95 anni dopo

di Roberto de Mattei
 
 
Il 95esimo anniversario delle Apparizioni di Fatima, avvenute da maggio ad ottobre del 1917, è passato inosservato, se non fosse per un convegno organizzato a Roma da padre Nicholas Gruner e per la pubblicazione, da Sugarco, del bel libro di Cristina Siccardi, Fatima e la Passione della Chiesa, su cui avremo modo di ritornare.

Limitiamoci qui a ricordare che il Messaggio della Madonna ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, consta di tre parti diverse, ma logicamente concatenate tra di loro.

La prima parte si riferisce alla salvezza delle anime ed è caratterizzata dalla terrificante visione dell’inferno, che è il destino che attende le anime dei peccatori impenitenti.

La seconda parte del Messaggio estende il castigo alle nazioni infedeli alla legge divina.

La terza parte, divulgata dalla Santa Sede nel giugno 2000, dilata la tragedia alla vita della Chiesa, offrendo la visione di un Papa e di vescovi, religiosi, religiose e laici colpiti a morte dai persecutori, Le discussioni che si sono aperte negli ultimi anni su questo “Terzo Segreto” rischiano di offuscare la forza profetica della parte centrale del Messaggio, riassunto da due frasi decisive: «la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori» e «Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà».

Il 13 luglio del 1917, quando la Madonna rivolge ai fanciulli di Fatima queste parole, la minoranza bolscevica non ha ancora conquistato il potere in Russia. Ciò avverrà qualche mese dopo con la “Rivoluzione di Ottobre”, che non è un avvenimento puramente storico, ma un complesso di gravi errori ideologici. Ciò che caratterizza il pensiero classico e poi quello cristiano che lo perfeziona è il primato della contemplazione sull’azione.

Nella seconda tesi su Feuerbach, Karl Marx afferma invece che l’uomo deve trovare la verità del suo pensiero nella prassi e nell’undicesima tesi sostiene che il compito dei filosofi non è quello di interpretare il mondo, ma di trasformarlo. Il filosofo è sostituito dal rivoluzionario e il rivoluzionario deve dimostrare nell’azione, la potenza e l’efficacia del suo pensiero. Sotto questo aspetto Lenin fu il rivoluzionario-filosofo che nel 1917 attuò nella prassi la teoria comunista.

La Russia è stato il principale veicolo della diffusione di questi errori, che non hanno la loro causa nella nazione russa, ma nel furore ideologico dei marx-leninisti, portatori di  un’azione sul mondo tesa alla dissoluzione di ogni principio e di ogni verità. «Per la prima volta nella storia – affermò Pio XI nella sua enciclica Divini Redemptoris del 19 marzo 1937– stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dall’uomo contro tutto ciò che è divino (2 Tess. 1, 4)».

Non c’è stato nel Novecento crimine analogo al comunismo, per lo spazio temporale in cui si è disteso, per i territori che ha abbracciato, per la qualità dell’odio che ha saputo secernere. Tutti i crimini e le sventure del XX secolo, compreso il nazionalsocialismo, secolo, sono frutti, diretti o indiretti dell’ideologia marx-leninista. Da Stalin a Kruscev da Breznev a Gorbaciov l’errore comunista si è diffuso nel mondo, come un magma incandescente.

Il crollo dell’Unione Sovietica non ha visto la fine, ma semmai l’espansione di questi errori. L’evoluzionismo, il pragmatismo e l’edonismo, intrinseci alla dottrina comunista, pervadono l’Occidente e alla “dittatura del proletariato” si va sostituendo una “dittatura del relativismo” che scaturisce dalla stessa fonte avvelenata del materialismo dialettico. Inoltre la ex-nomenklatura comunista controlla ancora larga parte del potere in Russia e in alcuni Paesi dell’Est europeo, mentre intere nazioni, dalla Cina a Cuba, gemono ancora sotto l’oppressione rossa. L’anticomunismo da parte sua si è dissolto, perché, come già ammoniva Pio XI nella Divini Redemptorisassai pochi hanno potuto penetrare la vera natura del comunismo».

La diffusione degli errori del comunismo è descritta dalla Madonna come una punizione dovuta ai peccati degli uomini. Per evitare questo castigo, la Vergine Maria ha espresso due precise richieste: la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Giovanni Paolo II attribuì alla Madonna di Fatima una miracolosa protezione nell’attentato del 1981 e fece due consacrazioni del mondo al Cuore Immacolato di Maria, il 13 maggio 1982 e il 25 marzo 1984, ma senza menzionare specificatamente la Russia.

E’ indubbio che, come conseguenza di questi atti, qualcosa di importante sia accaduto pochi anni dopo, con la caduta del Muro di Berlino e lo sgretolamento dell’Unione Sovietica. Ma è altrettanto certo che il comunismo è ancora in piedi e la conversione dell’umanità in generale e della Russia in particolare sembra ancora lontana. Chi potrebbe affermare che la profezia di Fatima sia compiuta e che i gravi avvenimenti preannunciati dalla Madonna nel 1917 siano tutti alle nostre spalle?

La profezia di Fatima potrà dirsi avverata solo quando l’umanità volterà le spalle agli idoli del nostro tempo per abbracciare pienamente i principi dell’ordine naturale e cristiano negati dal relativismo socialista e comunista. Ciò dovrà infallibilmente avvenire perché la stessa Vergine Maria lo ha promesso con parole cariche di dolce speranza : «Infine il mio cuore Immacolato trionferà».  (Roberto de Mattei)
 
Fonte: http://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolica-fatima-95-anni-dopo/



[SM=g1740733] vogliamo anche ricordarvi che nell'Enciclica Deus Caritas est e più dettagliamente nell'Enciclica SPE SALVI, CLICCATE QUI, Benedetto XVI spiega nei dettagli il fallimento del marxismo-socialismo-comunismo.....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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"Fatima e la Passione della Chiesa"

 
Confererenza della dott.ssa Cristina Siccardi e del prof. Roberto de Mattei sul tema

Il messaggio di Fatima e la passione della Chiesa

Nel corso della conferenza sarà presentato l'ultimo libro di Cristina Siccardi, Fatima e la passione della Chiesa (SugarCo, Milano 2012) e il libro di padre Elia Giacobbe, Il segreto di Fatima (SugarCo, Milano 2011). L'incontro si svolgerà mercoledì 13 giugno alle ore 18 presso la sede della Fondazione Lepanto a piazza S. Balbina 8, Roma. Seguirà, come d'abitudine, un momento conviviale.
Fondazione Lepanto
 

Le apparizioni di Fatima furono già previste nel 1454 da una monaca mistica piemontese. 
Questa eccezionale scoperta archivistica rappresenta senz'altro la novità più eclatante contenuta nel nuovo volume di Cristina Siccardi: "Fatima e la Passione della Chiesa", ed. SUGARCO.  

La nota storica torinese, già distintasi per la pubblicazione di numerose biografie, ha ripercorso, in uno dei capitoli, la lunga storia dei complessi rapporti, assolutamente sconosciuti ai più, che legarono la dinastia dei Savoia al piccolo villaggio portoghese dove avvennero le grandiose apparizioni mariane del 1917. 
 

Già la prima regina del Portogallo, Matilde o Mafalda, proveniva infatti da questo casato e, secondo una tradizione, venne sepolta, nel 1157, in una cappella fatta costruire, in onore della S. Vergine, a Fatima. Qui giunse altresì un altro personaggio sabaudo che, sul finire del XIV secolo, dopo essere scampato ad una condanna a morte, percorse le contrade di mezza Europa, come pellegrino vagante.
Si chiamava Filippo II di Savoia Acaja e fu lui il padre della monaca mistica Filippina de’ Storgi, vissuta presso il monastero delle domenicane di Alba, la quale, in punto di morte, profetizzò gli eventi che si sarebbero verificati dopo quasi cinque secoli.

In realtà il manoscritto che narra questo straordinario episodio risale al 1640 in quanto quello originale sarebbe stato distrutto da un certo padre Barosio allo scopo di non danneggiare il processo di beatificazione di Margherita di Savoia, fondatrice del monastero albese. Ai nostri occhi tuttavia nulla cambia in quanto ci troviamo ancora a quasi tre secoli dalle apparizioni ai pastorelli.

Leggendo le poche righe seguenti dunque non si può che rimanere esterrefatti:

"Poscia, rapita di gioia celeste, volgendo in alto lo sguardo, salutava nominatamente ed altamente i Celicoli che venivanle incontro, ossia: la S. Madonna del Rosario, S. Caterina da Siena, il Beato Umberto, l’Abbate Guglielmo di Savoia; parlava de’ futuri eventi, prosperi e funesti della Casata Sabauda, fino a un tempo non preciso di terribili guerre, dell’hesilio di Umberto di Savoia in Lusitania, di un certo mostro d’Horiente, tribulatione dell’Humanità, ma che sarebbe ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con penitentia grande. Dopo lo che spirò tra le braccia della cugina, la santa nostra Madre Margherita di Savoia, che le aveva posto al collo una medaglia del Beato Umberto, lassata per lei da Filippo suo padre".  (pag. 53).
 
Ma il libro di Cristina Siccardi non si limita ovviamente alla narrazione di questi, sia pur straordinari,  avvenimenti. Il lavoro si prefigge anzi di dare un ulteriore prezioso contributo al dibattito, sempre quanto mai attuale, circa il vero contenuto della terza parte del segreto di Fatima. 
Il tono dell'autrice, come del resto in tutte le sue opere, si mantiene comunque sempre ben lontano dal linguaggio polemico che ha contraddistinto, sul punto, altri studiosi.

Non mancano tuttavia messaggi e prese di posizione ben precise come i due punti di partenza da cui si sviluppa poi tutta la trama del suo discorso:
"Giunti a questo punto, nel 2012, e con tutti i dati raccolti ed esaminati, possiamo esprimere una semplice quanto lineare considerazione: si sono verificati degli inganni e degli occultamenti.

Non sappiamo se la storia saprà indicare gli ingannati e gli ingannatori. Per certo, invece, sappiamo due cose:

 1. Le apparizioni di Fatima sono vere, come attestò, per la prima volta, monsignor Giuseppe Alves Correia da Silva  nella Lettera Pastorale A Providência Divina (Carta Pastoral sobre o culto de Nossa Senhora da Fátima), del 13 ottobre 1930.
2.  La Passione della Chiesa è evidente ed è correlata alle apparizioni di Fatima. Come santa Teresina di Lisieux (1873-1897) è divenuta maestra di altissima e raffinata spiritualità, pur non avendo mai studiato in alcuna facoltà teologica, così la Madonna ha voluto consegnare i messaggi divini di punizione e di salvezza a tre bambini, poveri, indifesi, e anche per questo, puri.

Nel loro candore, i tre veggenti hanno dimostrato di essere dei semplici strumenti nelle mani di Dio, scelti per indirizzare la Chiesa secondo i suoi piani e non quelli degli uomini. Fatima ha messo in imbarazzo la Chiesa, ancor prima dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965), una Chiesa che era, sia pure in parte, già infettata da una grave malattia: il Modernismo, un virus che penetrò nel Concilio stesso, indirizzandone lo “spirito”. Niente più condanne, niente più penitenze, niente più Novissimi... Niente più rigore dottrinale. «Dialogo» divenne la parola d’ordine. «Dignità umana» il totem a cui guardare. «Pluralismo» la metodologia. « Sociologia » e « psicologia » le scienze da studiare". (pagg. 16 - 17).
 
Altra importante novità della corposa opera sono le dichiarazioni del noto vaticanista Giuseppe De Carli (1952-2010), fra i maggiori divulgatori, almeno a livello italiano, della riduzione del Terzo Segreto di Fatima al preannuncio del fallito attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981, nota al grande pubblico come «tesi Bertone», in quanto il cardinale Bertone ne è sempre apparso come il maggiore ideatore. Ebbene, poco prima di morire, De Carli, che si spense il 13 luglio 2010, nel mese di maggio espose il suo ripensamento al Congresso The Fatima Challenge, organizzato dal Centro di Fatima di Padre Gruner:
«In quell’occasione formulò la sua conferenza su un piano scettico nei confronti della versione degli eventi sostenuta dal cardinale Tarcisio Bertone […]  Rivelò tutto il suo disagio […] prendete un giornalista che non è un esperto di Maria: sono stato buttato dentro semplicemente perché, facendo le direttive televisive del Vaticano, mi sono dovuto occupare di questi elementi» (pagg. 66-67).

L'attenta analisi di Cristina Siccardi, che intende approfondire proprio la presenza e le sottolineature, spesso misconosciute o rimosse, della crisi ecclesiale nelle rivelazioni private, si articola ovviamente, in via principale, sull'attenta lettura dei messaggi celesti inviati attraverso le principali apparizioni mariane ufficialmente riconosciute: da La Salette a Lourdes, da Pontnain a Banneux.

Ma il volume indaga anche in ambiti più nascosti che appaiono tuttavia non meno interessanti come le rivelazioni ricevute dalla Beata Elisabetta Canori Mora (1774 - 1825). Questa donna straordinaria, elevata all'onore degli altari da Giovanni Paolo II nel 1994, viene spesso ricordata soprattutto per la santità di vita, in difesa della famiglia. Assai meno note risultano invece le sue esperienze mistiche:
"La vita mistica di Elisabetta Canori Mora, nonostante la sua beatificazione, è rimasta comunque celata e le sue rivelazioni private, dove si evince tutta la problematicità di corruzione dentro la Chiesa, sia nei suoi insegnamenti che nei suoi costumi, non sono state finora oggetto né di attenzione né di studio. Il motivo di tale occultamento è riconducibile ad un’unica ragione: quando i documenti denunciano i mali della Chiesa viene scelta la via del silenzio, proprio come accadde per la terza parte del Segreto di Fatima. Parlare di crisi della Chiesa è mettere il dito nella piaga, è sollevare una polvere che si vuole tenere nascosta sotto i tappeti, è tirare una tenda su uno scenario che offre scandalo e non edificazione. In realtà la piaga va curata, la polvere va eliminata, la tenda va calata per poter liberare la Sposa di Cristo dalla insipienza, dalla ignoranza e dall’infedeltà". (pag. 133)

Lo stesso discorso vale per la coetanea e più conosciuta Beata Anna Caterina Emmerick (1774 - 1824). Anche lei ricevette numerose visioni e fu stigmatizzata. L'episodio mistico maggiormente noto della sua vita fu la descrizione precisa della casa dove la S. Vergine trascorse gli ultimi anni della sua esistenza terrena. Seguendo infatti quanto da lei riferito precedentemente,  nel 1881, si riuscì ad identificare tale abitazione, oggi Santuario, su una collina vicina ad Efeso.

Anche la Emmerick si espresse più volte in merito ad una futura crisi della Fede all'interno della Chiesa Cattolica:
"L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità. [...] Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. [...]
Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola. [...] Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto. [...] C’erano solo divisioni e caos". (pag. 136)
 
Al termine della lettura di questo volume non si può che rimanere pensosi. Tutto ciò che in esso è riportato risulta precisamente indicato nelle fonti ed esattamente verificabile da coloro che dovessero, come immagino, dimostrarsi scettici  o troppo "adulti" per perdersi in simili analisi ben poco digeribili dall'uomo contemporaneo.
Ma i richiami del Cielo, se accolti, potrebbero sicuramente mutare la direzione in cui si sta incamminando purtroppo la nostra storia umana. Vale dunque davvero la pena di leggere, meditandone ogni capitolo, questo libro denso, assolutamente serio e scritto con il coraggio che dovrebbe contraddistinguere ogni cristiano.

Marco BONGI 

Cristina Siccardi: "Fatima e la Passione della Chiesa", ed. SUGARCO, pp. 250, euro 18,80.


[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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18/06/2013 17:09
 
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[SM=g1740733]   ATTENZIONE, anche noi prendiamo con le pinze quanto segue...... piuttosto si preghi e si prenda il Rosario in mano, si preghi molto e si dia testimonianza di una vita coerente al Rosario....

31 maggio 2013

IL TESTO DEL “QUARTO SEGRETO” DI FATIMA? Direi proprio di no. Tuttavia...

 
31-V-2013, Maria Regina,
a conclusione dell’amabile Suo mese


Un lettore di madrelingua portoghese mi ha “girato”, come studioso di Fatima, un testo manoscritto, presunto di suor Lucia, già presente su un sito e qui presentato come il cosiddetto “Quarto Segreto” di Fatima. Facendomene anche una traduzione.
 
Già dalla prima scorsa dubitai, e fortemente, di tale asserita autenticità del testo. Per più ragioni. Tuttavia, per maggior sicurezza lo feci avere anche a una persona che conosce il testo integrale del Segreto di Fatima, ovvero il cosiddetto Terzo e il cosiddetto Quarto. (E qui, cari lettori, metto le mani avanti: non mi chiedete chi è, perché evidentemente non posso dirlo. Qui in comunità lo sanno tutti chi è, ma in giro non è il caso. Piuttosto pregate perché queste persone – e il plurale non è un lapsus calami – che sanno, si decidano a parlare: questo è costruttivo! Soprattutto preghiamo per il Santo Padre: alla luce di Fatima, e dunque nella fiducia – pur critica, certamente, e non da oggi – che l’atto pio del 13 maggio ottenga dal Cielo qualche risposta, positiva e magari sorprendente; come fu, ad esempio, per la mezza consacrazione di S.S. Pio XII: che, pur incompleta, abbreviò i tempi della guerra e plausibilmente fece partire il processo che portò intanto alla redazione del Terzo Segreto. A proposito di Sua Santità papa Francesco: qualcuno mi ha chiesto se ne avrà letto la parte mancante. Il Suo interesse per la materia – già da complesso arcivescovo di Buenos Aires – e vari elementi di quel testo disseminati nelle numerose omelie – pur in maniera prevedibilmente edulcorata – mi fanno quasi pensare di sì).
 
Il mediatore, diciamo così (una persona serissima), che quando aveva visto il testo era anche lui fortemente non convinto, dopo la lettura di quella persona me ne riferì (con tenore notevolmente mutato) il seguente, testuale verdetto: «C’è del vero».
 
Probabilmente sarà un testo riscritto da qualcuno che conosce quello autentico, un pò come il famoso testo del Neues Europa giusto cinquant’anni fa. Un altro dei testi prossimi al Terzo Segreto (come scrivevo in Non disprezzate le profezie). Altro quella persona non gli ha detto. Forse – prendete con beneficio d’inventario quanto segue – gli è sembrato di poter identificare (dalla mimica?) tale “vero” soprattutto nella distruzione di Roma. Distruzione, attenti bene, profetizzata condizionatamente: se testardamente non cambia strada; e cui sembra alludere anche il testo ufficialmente pubblicato. Ce n’è quanto basta (e avanza) per attivarsi, uno per uno, a chiedere a chi di dovere la pubblicazione del famoso inedito!
 
Mi sono chiesto se pubblicare o meno questo testo; alla fine il fatto che comunque era già presente in rete mi ha fatto propendere per l’affermative, corredato dalle precisazioni qui contenute. Dalle quali vi raccomando di non separarlo. Aggiungo due spunti di riflessione; sperando e pregando la Madonna che concorrano a smuovere, e profondamente, le coscienze.
 
1-      Ovviamente questo testo va preso appunto nei limiti in cui viene qui espressamente presentato. Come ho detto il mese scorso, in un’intervista a una radio: talvolta si dice, da parte “governativa”, che su Fatima e il suo Terzo Segreto si fanno troppe illazioni. È anche vero, alle volte; e bisogna stare attenti ad avere, e favorire, una prospettiva costruttiva: sapere per edificare, come ho scritto già in apertura di Non disprezzate le profezie e come amo ripetere nelle varie sedi. Ma è anche vero che le illazioni e la reticenza vaticana sono fratelli gemelli. Anzi: gemelli siamesi. E ciò non vale soltanto per il Terzo Segreto di Fatima, che è un grande “specchio”! Che si risponda, nel rispetto del diritto e della ragione (e magari non immemori del manzoniano verrà un giorno...), si risponda agli argomenti scomodi: e anche al gemello siamese delle illazioni, dei troppi commenti e degli eccessi in genere, verrà a mancare il terreno.
 
Invece dopo quasi cinque anni non hanno ancora risposto neppure alla domanda – presentata anche formalmente e reiteratamente – su che cosa riguardino e per quale motivo siano ancora secretate quelle lettere inedite di suor Lucia delle quali, almeno, la parte ufficiale ha esplicitamente riconosciuto, pubblicamente quantunque sottovoce, l’esistenza: silenzio di tomba. Lo stesso procedimento, lo stesso fenomeno per altre questioni che si pongono a Roma, anche di grande importanza dottrinale ed ecclesiale. La Sede Romana, la Curia romana, è forse impedita? Se non lo è dia un colpo, rispondendo alle questioni!
 
2-      Che l’apostasia, la perdita della vera fede (che è l’elemento centrale anche di questo testo più o meno prossimo), porti a conseguenze anche temporali e sociali così devastanti, dovrebbe contribuire a ricordarci qualcosa che, certamente, già dovremmo sapere (ma appunto questa è la missione dei profeti): l’importanza fondamentale della fede (cattolicamente intesa: infatti anche la famosa frase tronca alla fine del Secondo Segreto parla di «dogma della fede», vale a dire di dottrina della fede, di contenuto dottrinale della fede, del suo fondamentale e oggettivo impianto dogmatico da Religione rivelata). Richiamando a una precisa prospettiva: la buona battaglia della fede. Contro ciò che le è contrario sia fuori della Chiesa (il che è normale, è la situazione classica), sia dentro la Chiesa – pur indefettibilmente santa, pur bisognando sempre distinguere tra Chiesa e uomini di Chiesa –: il che non è la situazione normale, ma – se la verità è ciò che è – è la situazione attuale. Che, se qualcuno non l’avesse ancora capito, è una situazione anormale. Il vero problema non è, in sé, la possibilità della S. Messa nel rito antico: il vero punto, da cui anche la complessa e importantissima questione liturgica dipende, è questo! È la crisi modernista (non semplicemente riconducibile al classico nova et vetera), è questa situazione extra-ordinaria!
 
Nel Terzo Segreto di Fatima, inclusa la parte ufficialmente pubblicata, il Cielo mostra agli uomini di Chiesa – è forte, ma è così – il plotone di esecuzione se, abusando del loro potere e disprezzando gli ammonimenti del Cielo, si ostineranno su una strada sbagliata. Perseverare nell’errore è diabolico, dice il noto proverbio; e con ciò si rischia il peccato contro lo Spirito Santo. Si rischia di venire consegnati a Satana. L’onorevole Aldo Moro, che il Signore lo perdoni e riposi in pace, si ostinò ad “aprire” ai marxisti, disprezzando gli avvertimenti del card. Siri (che in pubblica intervista disse d’essere stato tentato di prenderlo a pugni oppure a calci) e di S. Padre Pio: e ne venne fucilato, poveraccio. Ora, dopo le avvisaglie della “tangentopoli vaticana”, addirittura il card. Bagnasco – e comunque degli ecclesiastici – hanno voluto inventarsi una Chiesa così “aperta” (tranne ai “tradizionalisti” non venduti: gli unici per i quali le regole valgono?), hanno voluto a tal punto conciliare, da permettere ai funerali del noto don Andrea Gallo, che il Signore lo perdoni e riposi in pace, più cose scandalose a un livello intollerabile (io ne ho contate sei, almeno alcune delle quali non si può pensare che non siano state programmate “a freddo”): e ne hanno avuto in cambio una contestazione tutt’altro che disponibile a conciliare; una contestazione prepotente e indecente, nella casa del Signore. Che hanno “aperto”, cioè esposto, ad altre profanazioni, una dietro l’altra. Proprio da umili custodi! Come, peraltro, non indignarsi? Come lavarsene le mani, “tenendo il sacco”?
 
Nel Terzo Segreto di Fatima, inclusa la parte ufficialmente pubblicata, il Cielo mostra alla Cristianità (tra cui tanti piccoli opportunisti, timorosi e allergici alle avversità ma non a tradire) anche la vera via d'uscita: proprio la grande persecuzione – mostrata in visione, e i cui anticipi hanno svelato e vagliato i cuori – è anche, cristianamente, la via feconda della purificazione, della rinascita, del grande ritorno.
 
Preghiamo che infine si capisca l’antifona, che almeno in parte si vanifichino in extremis le profezie condizionate (tra cui sembra esserci anche quella, raggelante, di una terza guerra mondiale). E ricordiamoci sempre anche un altro aspetto: nell’economia del Corpo mistico, Dio sostiene o meno i Sacri Pastori anche secondo la fedeltà o infedeltà del Suo popolo. Cfr.  a riguardo il nostro articolo http://www.cattolicitradizionalistimarche.blogspot.it/2012/12/un-lettore-doltreoceano-sono-questioni.html. Soprattutto, caro lettore, secondo la fedeltà o infedeltà di chi ha avuto la grazia di conoscere la verità. Miserere nostri Domine!Mater mea, fiducia mea!
 
 
   GMG                                                                          1 settembre 1944 o 1 aprile 1944
 
 
 
Adesso rivelerò la terza parte del segreto:
Questa parte è l’apostasia nella Chiesa!
 
La Madonna ci mostrò un individuo che descrivo come il ‘santo Padre’, davanti una moltitudine che lo stava lodando.
 
C’era però una differenza con un vero santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva uno sguardo del male.
 
Allora dopo un po’ di tempo abbiamo visto lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava una fortezza fatta di cemento grigio con degli angoli rotti e finestre che assomigliavano a degli occhi, aveva un becco nel tetto dell’edificio.
 
In seguito abbiamo alzato lo sguardo alla Madonna, che ci disse Avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal santo Padre, ma dev’essere annunziata dopo Pio XII e prima del 1960.
 
Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro dev’essere rimossa e trasferita a Fatima.
 
Poiché il Dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.
 
La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima.
 
Se 69 settimane dopo che quest’ordine è annunziato Roma continuerà la sua abominazione, la città verrà distrutta.
 
La Madonna ci disse che questo è scritto in Daniele 9 24-25 e Matteo 21 42-44.
 
A riguardo segnalo:

 
 
 

Solideo Paolini


[SM=g1740771]

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18/06/2013 20:12
 
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«Le vie del rinnovamento della Chiesa ci conducono a riscoprire l’attualità del messaggio che hai dato ai Pastorelli, l’esigenza della conversione a Dio che è stato tanto offeso perché è stato tanto dimenticato» (Card. Policarpo nella Preghiera di Consacrazione del Pontificato di Francesco alla Madonna di Fatima)



La Chiesa riparte da Fatima

di P. Serafino M. Lanzetta
pubblicato su II Settimanale di P. Pio e www.conciliovaticanosecondo.it

Di solito le cose importanti passano sotto silenzio. Così è successo con una notizia che poteva occupare le prime pagine dei giornali, almeno di quelli cattolici, ma che ha interessato appena qualche trafiletto. Questa la grande notizia: lo scorso 13 maggio il Patriarca di Lisbona, Sua Em.za José Policarpo, ha consacrato il Pontificato di Papa Francesco alla Madonna di Fatima, durante la S. Messa solenne nella Cova da Iria, come espressamente richiesto dallo stesso S. Padre. Il giorno prima, invece, l’Arcivescovo di Rio de Janeiro, Mons. Orani Tempesta, ha consacrato alla Madonna di Fatima la prossima GMG brasiliana.
 
C’è sicuramente un filo rosso che cuce questo ministero petrino, iniziato con l’elezione del 13 marzo 2013, con la situazione del tutto peculiare della Chiesa nel suo seno, partendo proprio dall’atipicità di due papi, di cui uno emerito, colpito a morte ma senza morire e il suo successore che ama presentarsi quale vescovo di Roma, vestito di bianco. Papa Francesco di recente ha ricevuto in visita privata il segretario di Giovanni XXIII, Mons. Capovilla, uno degli attori importanti in quel 1960, stabilito da Nostra Signora per rivelare la terza parte del segreto di Fatima, archiviato però per volontà di Papa Roncalli e pubblicato solo nel 2000, per volontà del B. Giovanni Paolo II, durante la beatificazione a Fatima dei due pastorelli, Giacinta e Francesco.
 
Il gesto compiuto da Papa Francesco è di primaria importanza per tutta la Chiesa. Anzitutto ci dice, con toni nuovi e peculiari, una cosa fondamentale: Fatima non è una pagina di storia che appartiene ormai al passato. Così sembrava quando, nella spiegazione della terza parte del segreto, nell’anno 2000, si disse che la visione della «città mezza in rovina», con tanti morti, tra cui vescovi, religiosi e religiose, riguardava il secolo XX, il secolo dei martiri.

Qualcosa però cambiò quando nell’anno 2010 Papa Benedetto XVI si recò pellegrino a Fatima. Già in aereo ebbe modo di spiegare ai giornalisti che la Chiesa soffriva di un male unico nel suo genere: una crisi causata dal peccato nel suo interno. A ciò collegava i numerosi scandali della pedofilia, tenuti nascosti per anni e poi di fatto esplosi quasi di seguito, i quali, unitamente alla loro causa principale, la piaga dell’omosessualità clericale, rivestono una minaccia principale per la Chiesa. Papa Ratzinger vedeva, alla luce di Fatima, una «passione della Chiesa» e diceva ai giornalisti: «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia». Quella «città semidistrutta» attraverso le cui macerie passava un «Vescovo vestito di bianco» poteva aprirsi così ad altri significati, alla descrizione della Chiesa stessa nel suo intimo e indicare anche altri generi di morti. Una «passione» collegabile a monte alla perdita vistosa della fede, e tutto questo nella Chiesa, con tanta ilarità e ottimismo. Una grave crisi di fede collegabile poi a quelle parole che fanno da cerniera tra la seconda e la terza parte del segreto – stranamente seguite da un “ecc”. nelle Memorie di Lucia –: «… in Portogallo si conserverà il dogma della fede».
 
Nell’omelia del 13 maggio 2010 a Fatima, Papa Benedetto disse, rimettendo in gioco le parole pronunciate sul Messaggio di Fatima da Prefetto della Congregazione della Fede, ora con la libertà del Pontefice che vede tutta la Chiesa: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».
 
Infatti, ecco che un Papa venuto «dall’altro capo del mondo» consacra se stesso e il suo ministero alla Bianca Signora di Fatima. Giovanni Paolo II è stato il papa «Totus tuus», tutto di Maria, ma Papa Bergoglio vuole essere tutto di Nostra Signora di Fatima, annodando quindi a questo Messaggio celeste le sorti attuali e future della Chiesa.
 
Fatima è sempre un appello alla riparazione e all’instaurazione nel mondo della devozione al Cuore Immacolato di Maria unito alla profezia di quello che sarebbe accaduto se fossero state trascurate le parole della Madonna. Se ci fosse stata subito la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, la Madre di Dio avrebbe impedito che la rivoluzione comunista spargesse i suoi errori nel mondo, non ultimo una “dissacrazione del naturale” a cui stiamo oggi assistendo. Se la Chiesa intera, imitando il suo Pontefice, si consacra al suo Cuore, questo apre sicuramente una pagina nuova del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, dove le macerie e le rovine, moniti ineludibili, si tramutano in sprone perché tutti diveniamo prelibati fiorellini d’amore che la Vergine colloca accanto al trono di Dio, come promise la Madonna a Lucia.
 
L’atto di consacrazione recitato dal Patriarca di Lisbona, davanti alla statua della Cappellina, diceva così:
 
«Siamo ai tuoi piedi, i Vescovi del Portogallo insieme a questa moltitudine di pellegrini, nel 96° anniversario della Tua Apparizione ai Pastorelli in questa Cova da Iria, per realizzare il desiderio di Papa Francesco, chiaramente manifestato, di consacrare a Te, Vergine di Fatima, il suo Ministero di Vescovo di Roma e Pastore universale. Perciò consacriamo a Te, o Signora, che sei Madre della Chiesa, il Ministero del nuovo Papa…».
 
Si parla di “consacrazione”. E questo è il secondo motivo della notevole importanza di questo atto pontificio. Sappiamo quanto il dibattito mariologico si è acceso e spesso inaridito intorno alla necessità di trovare un termine quasi alternativo a consacrazione, come ad esempio “affidamento”, onde riservare la parola consacrazione a Dio nel Battesimo. In realtà, la teologia con la categoria dell’analogia aveva già risposto, prima del Concilio Vaticano II a questo problema, mostrando che per via analogica, con una giusta proporzione, ci si può consacrare anche alla Madonna, perché Lei è nostra Madre e nostra Corredentrice, Madre della Chiesa. Ci auguriamo allora che si possa davvero superare il minimalismo della parola “affidamento” e parlare invece di “consacrazione” al Cuore Immacolato di Maria, come richiesto oltretutto dalla Madonna. De Maria numquam satis.
 
Infine, un terzo motivo per gioire immensamente di questo atto di Papa Francesco. Sempre nel testo della consacrazione, diffuso sul sito del Santuario di Fatima, in un passaggio leggiamo ancora:
 
«Le vie del rinnovamento della Chiesa ci conducono a riscoprire l’attualità del messaggio che hai dato ai Pastorelli, l’esigenza della conversione a Dio che è stato tanto offeso perché è stato tanto dimenticato».
 
Ancora una volta si è consci che la via che oggi la Chiesa deve imboccare è quella di Fatima: la sua profezia rimane aperta sul futuro. Dobbiamo evitare che facili entusiasmi o sentimentalismi ci portino facilmente a dimenticare Fatima per lasciare il campo a nuove rivelazioni private, addirittura indicate come prosecuzione dell’Appello di Nostra Signora nel 1917. Ma spesso si riscontra una sorta di alternativa pratica che si fa strada nella pietà dei fedeli, allentando la tensione spirituale su quella grande profezia dai toni apocalittici consegnata a tre umili pastorelli. La via del rinnovamento e della rinascita, dopo una «desertificazione spirituale», per dirla con Benedetto XVI nell’inaugurazione dell’Anno della Fede, passa di nuovo per Fatima, e solo di lì, per quella impareggiabile teologia della storia di cui il Messaggio è foriero. La Chiesa può rinascere se entra tutta intera, Pastori e fedeli, nel Cuore Immacolato di Maria, il giardino di Dio, il tabernacolo di Dio, quella città fortificata e mai distrutta, la Chiesa perfettissima, la Chiesa del compimento.
 
Il Messaggio di Fatima e Papa Francesco ci dicono che oggi, come nel secolo scorso, ci sono solo due vie: il Cuore Immacolato o la distruzione, l’inferno, una città ansimante.
 
Il Cuore Immacolato è la vera rinascita, il nostro rifugio e la via che ci conduce a Dio. È la via di Dio.
 
 
tratto da: http://catholicafides.blogspot.it/2013/05/la-chiesa-riparte-da-fatima.html




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/11/2013 10:05
 
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  IL QUINTO SEGRETO. Fatima e Vaticano: segreti e misteri. Parte 1



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dentro le Sacre Stanze,


attraverso le pagine di un libro,


tre uomini in un dialogo s’avventurano


nel labirinto oscuro di Fatima


Credete davvero che tutto questo sia solo un racconto?


 


 di Claudio L. da papalepapale.com


Era una notte buia e tempestosa. Salviati, guardando l’orologio, non potè fare a meno di compatire i poveri disgraziati che in quel momento guidavano sul Grande Raccordo Anulare. I suoi ospiti sarebbero sicuramente arrivati in ritardo, parola che a Roma può designare un lasso di tempo dai venti ai centoventi minuti prima di upgradarsi alla versione 2.0 detta sòla. Nell’attesa sfogliò di nuovo, oziosamente, il libro che per quella sera sarebbe stato l’oggetto di discussione del Club; rilesse le pagine a cui aveva fatto le orecchie, le frasi sottolineate, i commenti inclementi che aveva glossato. Infine chiuse il volume e guardò la copertina.


Il quarto segreto di Fatima, di Antonio Socci. L’angelica statua teneva le mani giunte, guardando al cielo, sotto un cielo azzurro e sereno tranne che per una singola nuvola. Sembrava un’immagine moderatamente pia, senza pretese di chissà che simbologia.


Il citofono suonò. Simplicio era arrivato e aveva anche portato il suo amico, Sagredo. Li fece entrare e si accomodarono in soggiorno, tanto più comodo quanto più fuori infuriava la tempesta autunnale, preludio dell’inverno gelido e feroce che stava per abbattersi su Roma. L’inverno, pensò Salviati, al posto della primavera… nessuno si aspettava l’inverno…


Simplicio aveva portato la sua copia del libro. Sagredo, che non lo aveva letto, aveva però un taccuino di appunti intonso e vorace. Toccava a Salviati, in quanto padrone di casa, aprire la discussione.


-       SALVIATI: Possiamo cominciare. Stasera il Club è ridotto al minimo, perché siamo solo due membri. Tutti gli altri avevano quarto-segreto-di-fatima_1impegni irrinunciabili, chi per lavoro, chi precettato dalla morosa. Alla prossima riunione sarà loro imposto il flagello per penitenza…


La faccia ingenuamente sconvolta di Sagredo meritò una risata da parte degli altri due.


-       SALVIATI: Stavo scherzando, naturalmente. Siamo cattolici, di area diciamo tradizionalista, ma in queste riunioni non pratichiamo la pubblica mortificazione. Forse è meglio premettere quache spiegazione a beneficio del nostro ospite. Sagredo, cosa ti ha detto Simplicio del nostro piccolo hobby?


-       SAGREDO: Non molto. Mi ha spiegato che siete cattolici e vi riunite a discutere dei libri che leggete.


-       SALVIATI: Messa così sembriamo un Club del libro qualunque. Forse lo siamo, difatti ci chiamiamo così senza tante pretese, ma la cosa è un po’ più articolata. Il nostro modus operandi è questo: ci riuniamo periodicamente per discutere, non di un libro qualunque, ma di un libro che sia in qualche modo controverso, che ha suscitato forti differenze di vedute tra di noi. A questi incontri portiamo sempre un ospite, un neofita che non ha letto il libro, che ogni membro cerca di convincere della propria interpretazione. Alla fine della serata il neofita fa da giudice e stabilisce quale lettura trova più convincente.


-       SAGREDO: Ma il fatto di non avere letto il libro non costituisce un ostacolo a un giusto giudizio?


-       SALVIATI: Sicuramente, ma è bilanciato dal fatto di avere la mente vergine da pregiudizi, o almeno così si spera. Inoltre, il neofita si impegna a leggere a sua volta il libro, in modo da confermare o emendare il suo verdetto.


-       SAGREDO: Va bene. Però potrei anche avere un giudizio del tutto diverso dal vostro, perché voi siete cattolici, io no. La religione mi interessa e mi incuriosisce, ma la guardo da una distanza di sicurezza: io sono e voglio restare un laico, un non credente.


-       SALVIATI: Anche noi. Siamo più vicini di quanto sembri. Laico è una parola con troppi significati: qua siamo tutti laici, non vedo tonsure. Inoltre anche io e Simplicio, in quanto cattolici, siamo per forza non credenti: infatti non crediamo in tutto ciò che è incompatibile con la fede cattolica…


-       SIMPLICIO: Propongo di terminare la premessa e passare subito alla discussione.


-       SALVIATI: Hai ragione, SImplicio. Ebbene, il libro che discuteremo stasera è Il quarto segreto di Fatima, di Antonio Socci. Edito nel 2008 dalla RCS.


-       SIMPLICIO: Chissà perché proprio la RCS e non Piemme, con la quale Socci aveva pubblicato i precedenti libri.


-       SALVIATI: Simplicio, inizi subito con la dietrologia?


-       SAGREDO: Scusate, ma che differenza c’è?


-       SALVIATI: Piemme è una casa editrice di area cattolica, proprietà della Mondadori. RCS è Rizzoli Corriere della Sera, pubblica di


tutto, compresi i libri successivi di Socci. Penso che Simplicio volesse chiedersi che interesse avevano “i padroni del vapore”, o come


I pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta

I pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta



li vogliamo chiamare, a fare uscire questo libro così problematico, così visceralmente cattolico eppure al tempo stesso così potenzialmente dirompente per la cattolicità. Ma queste sono minuzie, forse non c’è nessun perché con la P maiuscola, forse semplicemente Socci ha legittimamente scelto l’editore che pagava meglio e dava più garanzie di pubblicità al libro. E figurati se coloro che siedono in quei piani altissimi prestano attenzione a ogni singolo libro stampato dalle case editrici che possiedono. Il problema della mentalità dietrologica è che spesso s’immagina segreti e misteri anche dove non ce ne sono…


-       SIMPLICIO: Benissimo, parliamo del libro allora, parliamo del segreto. Qui i segreti ci sono, è assodato.


-       SAGREDO: Anzitutto vorrei capire il titolo. Come ho detto io non sono cattolico, ma vivendo in Italia un po’ di cose di chiesa le sappiamo tutti. Io sapevo che i cosiddetti segreti di Fatima sono solo tre, l’ultimo è stato tenuto nascosto per molto tempo dal Vaticano. Solo quando si era già verificato, la Chiesa ha deciso di divulgarlo. Comodo, comodo …


-       SALVIATI: Vuoi dire, comodo, rivelare una profezia a posteriori?


-       SAGREDO: Esatto, un atteggiamento – senza offesa – un po’ disonesto. Come facciamo a sapere che il segreto era proprio quello, che la Chiesa non si è inventata lì per lì un testo qualunque? Dovevano dirlo prima, allora forse mi avrebbero convinto. Scusate, non voglio fare polemica, ma voglio farvi capire cosa sembra questa storia a chi come me non è credente, insomma, non cattolico.


-       SIMPLICIO: Non c’è bisogno che ti scusi, Sagredo. La regola qui è che si parla liberamente, si dice e si contraddice, e nessuno si deve offendere. E comunque, non sorprenderti, le tue perplessità non sono lontane da quelle di alcuni cattolici, come Socci, o il sottoscritto…


-       SALVIATI: Insomma, Simplicio, facciamola breve, tu credi a quello che dice questo libro.


-       SIMPLICIO: Esatto. E ancora di più, credo che questo libro sia particolarmente importante oggi, in questa fase convulsa della storia della Chiesa, con un Papa Emerito che ha rinunziato e un Papa regnante, Vescovo di Roma…


-       SALVIATI: Non anticipiamo i tempi, o confonderemo il nostro ospite, che ha bisogno di una spiegazione semplice. Eccola. I segreti sono davvero tre, ma Socci sostiene che il Vaticano abbia nascosto metà del terzo, divulgando l’altra metà e spacciandola per l’intero. Così abbiamo una parte di terzo segreto non svelato, che possiamo chiamare “quarto” segreto per distinguerlo dalla parte rivelata del terzo. Ma in origine il terzo segreto, così com’è stato rivelato dalla Madonna, è un tutto unico, e la parte rivelata non si capisce appieno senza quella non rivelata. Almeno secondo Socci, e chi gli dà credito… cosa c’è, Simplicio?FatimaPastorelli


-       SIMPICIO: (sorridendo) E se ci fosse anche un QUINTO segreto?


-       SALVIATI: (perplesso) stai scherzando, vero?


-       SIMPLICIO: Forse. Ne riparleremo alla fine.


-       SALVIATI: (scuotendo la testa) già l’argomento è difficile e delicato, poi facciamo pure dello spirito…


-       SAGREDO: Scusate, prima di parlare del “quarto” segreto, o terzo a metà, o quel che è, mi sarebbe utile sapere cosa dicono gli altri. Ricordo che c’entrava l’attentato a Giovanni Paolo II, ma non so altro.


-       SALVIATI: Giusto. Sagredo, quando voliamo troppo alto, richiamaci a terra. Riassumo brevemente. Nel 1917 la Madonna appare per sei volte, il 13 di ogni mese, a tre bambini di un paese portoghese. Nell’ultima volta, 13 ottobre, avviene il famoso miracolo del Sole. Durante le apparizioni, i bambini ricevono dalla Madonna un messaggio, diviso in tre parti. Due dei bambini muoiono poco dopo di malattia, la terza, Lucia, diventa suora ed entra in convento. Nel 1941, Lucia mette per iscritto in una serie di memorie le prime due parti del messaggio. La prima consiste nella visione dei dannati, l’esistenza dell’inferno…


-       SIMPLICIO: Che dunque non è vuoto, come vuole qualcuno…


-       SALVIATI: La seconda parte consiste nello scoppio della seconda guerra mondiale, e nelle terribili conseguenze che avrebbe avuto la diffusione del comunismo. Non è un caso che la Madonna apparve nel 1917, l’anno della Rivoluzione d’Ottobre. Con questo secondo segreto Maria chiede, leggo direttamente… “la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa”.


-       SIMPLICIO: Qui c’è una cosa interessante che riporta Socci, e cioè che inizialmente il Vaticano aveva pubblicato una versione


Il giorno del "Terzo Segreto". Bertone e Ratzinger, pochi anni dopo destinati a reggere le sorti della Chiesa

Il giorno del “Terzo Segreto”. Bertone e Ratzinger, pochi anni dopo destinati a reggere le sorti della Chiesa



taroccata di questa parte del messaggio.


-       SAGREDO: Come? Che significa “taroccata”??


-       SIMPLICIO: Esattamente quello che significa. Padre da Fonseca, gesuita portoghese del Pontificio istituto biblico di Roma, pubblica nell’aprile del 1942 il libroMeraviglie di Fatima, stampato nella Città del Vaticano. Nel libro è rivelato il secondo messaggio, ma non si parla degli errori della Russia: si dice semplicemente “propaganda empia”. Inoltre, al posto di conversione “della Russia”, si dice conversione “del mondo”. Insomma ogni riferimento negativo alla Russia è stato censurato.


-       SAGREDO: Scusate, a me che non credo, questa cosa sembra allucinante. Se uno pensa di aver ricevuto un messaggio da Dio, dovrebbe riportare le parole esatte, o no? Ma si può censurare Dio???


-       SIMPLICIO: Evidentemente sì, secondo chi aveva scritto quel libro, e chi gli aveva dato il nihil obstat. Se lo Spirito Santo non condivide la politica diplomatica del Vaticano, peggio per lo Spirito Santo. Del resto, a proposito di mancate condanne del comunismo, durante il Concilio…


-       SALVIATI: Non usciamo dal seminato. Il fatto è che nel 1941 si era in guerra e la Russia era da poco diventata un’alleata preziosa contro il nazismo. Divulgare la notizia che Dio aveva messo il mondo in guardia dalla Russia, e ne aveva condannato gli errori, avrebbe impedito od almeno ostacolato la collaborazione strategica con Stalin, con esiti imprevedibili. Del resto lo stesso Socci ci dice che pochi mesi dopo, il 13 ottobre 1942, lo scrittore portoghese José Galamba de Oliveira nel libro “Giacinta”, prefato da Mons. De Silva vescovo di Fatima, riportò le parole esatte della Madonna. La censura, se vogliamo chiamarla così, non ebbe lunga vita.


-       SIMPLICIO: Tu vuoi minimizzare, ma io ci vedo poco da minimizzare. Il fatto è grave comunque, ed è l’inizio del balletto del Vaticano sulla questione Russia-mondo…


-       SAGREDO: Che balletto?


-       SIMPLICIO: La Madonna aveva chiesto la consacrazione della Russia. Ebbene, questa consacrazione non è mai stata fatta. Sono BenedettoXVI_Fatima_Medjugorjestate invece fatte delle generiche consacrazioni del mondo, per evitare che il marxismo, poverino, si offendesse… con la scusa che tanto, nel mondo c’è anche la Russia, il maggiore contiene il minore, perciò tutto a posto.


-       SALVIATI: Simplicio, la questione è un po’ più complicata, non banalizziamola. La prima delle consacrazioni “del mondo” fu fatta da Pio XII, il 31 ottobre del 1942, in un discorso in lingua portoghese alla radio. Anche Socci è comprensivo verso Pio XII, perché in una nota del libro ricorda in quel momento il Papa era strattonato a destra e a manca. Il fascismo premeva per una condanna della Russia, che avrebbe fatto passare nell’interpretazione pubblica come un giudizio favorevole sull’Asse, come se Pio XII stesse benedicendo il nazifascismo. Per lo stesso motivo gli Alleati non volevano quella condanna. Il Papa sapeva che ogni sua parola sarebbe stata strumentalizzata, sradicata dal contesto, rigirata per fargli dire quel che non voleva dire… nihil novi sub sole… e che anche solo una sillaba sbagliata avrebbe significato la morte di migliaia d’innocenti. Perciò scelse la prudenza. Anche Dio, secondo suor Lucia, approvò.


-       SIMPLICIO: Insomma. Dio, dice Suor Lucia, ne fu parzialmente soddisfatto, parzialmente: avrebbe posto fine alla guerra, ma la Russia non si sarebbe convertita. Socci elenca una serie di fatti bellici avvenuti di lì a poco, El Alamein, Stalingrado, e ci vede la mano di Dio…


-       SAGREDO: Bah. Io ci vedo solo la mano dell’uomo, di tanti uomini che hanno dato la vita per fermare la guerra. Se la fine della guerra è stata merito di Dio, perché non è intevenuto prima? Comodo dire, quando succede qualcosa di bello, “l’ha voluto Dio!”. E quando succede qualcosa di brutto? Perché Dio vuole il male, o comunque lo permette?


-       SALVIATI: Obiezioni comprensibili. Ma una discussione sulla teodicea eccede i limiti della nostra discussione.


-       SAGREDO: Va bene, sarà per un’altra volta. Comunque. Chi ha fatto le altre consacrazioni?


-       SALVIATI: L’ultima in ordine di tempo è quella di pochi giorni fa, fatta da Papa Francesco, ma ne parleremo dopo…


-       SIMPLICIO: (sospirando) Francesco, Francesco…


-       SALVIATI: Le più note sono quelle di Giovanni Paolo II. In realtà ci sono anche, ma sono meno conosciute, una consacrazione


fatta da Paolo VI a chiusura dellla III sessione del Concilio, e un’altra nel cinquantenario di Fatima; tuttavia Socci di queste non parla.


Fatima. Quel giorno fatale

Fatima. Quel giorno fatale



Invece parla molto di quelle di Woytila. Il 13 maggio del 1981… notare bene il giorno 13, un giorno che ricorre spesso in questa storia… Alì Agca spara al Papa. Neanche un mese dopo, il 7 giugno, il Papa consacra il mondo alla Madonna…


-       SIMPLICIO: Però, una precisazione. Vorrei puntualizzare che qui Giovanni Paolo II, come faceva anche Paolo VI, dice “affida” invece di “consacra”.


-       SAGREDO: E che differenza c’è?


-       SIMPLICIO: Affidare va bene per tutti, affido la lettera al postico, affido i miei risparmi alla banca, affido un sacco di roba a un sacco di gente… consacrare, invece… Il punto è che, proprio per la parzialità dell’atto di Pio XII, la fine della II guerra mondiale non risolve i problemi. Inizia la guerra fredda, il mondo continuerà a stare sotto la minaccia della guerra atomica, e il comunismo “spargerà i suoi errori per il mondo”. E anche se non c’erano più le contingenze belliche del 1942, permanevano una quantità enorme di resistenze ad accontentare la Madonna. C’erano quelli che erano contrari a provocare l’Unione Sovietica. Ma c’erano anche i teologi che non volevano offendere gli ortodossi pregando per la conversione della Russia, come se gli ortodossi avessero bisogno di convertirsi… o peggio, che non volevano sentir parlare di consacrazione perché questa parola implica uno statuto speciale della Madonna, e ciò offenderebbe i protestanti, e perciò vogliono la parola “affida” che è meno impegnativa, meno teologica, meno mariana.


-       SAGREDO: Trovo molto strano che voi cattolici abbiate paura delle proteste dei protestanti. Quelli protestano per forza, sennò che protestanti sono. Sarebbe come se l’allenatore del Torino avesse paura di schierare per il derby la formazione che c’ha in testa, sennò Tutto Sport gli fa i titoli contro. Così quelli non si offendono, però lui poi perde la partita. Scusate, faccio un esempio scemo, ma è per capire.


-       SIMPLICIO: Purtroppo l’esempio non è così scemo. Anzi mi sembra adattissimo. Ma insomma la storia del secondo segreto è


Giovanni Paolo II e la statua della Madonna di Fatima

Giovanni Paolo II e la statua della Madonna di Fatima



questa: la Madonna non è mai stata accontentata, perché le ragioni del cosiddetto ecumenismo hanno prevalso sulle ragioni di Dio. Come dice Socci citando Henri de Lubac, dopo il concilio c’è stata “la vittoria del protestantesimo all’interno del cattolicesimo”. La consacrazione, diceva la Madonna, doveva essere collegiale. Non solo il Papa, ma il Papa e tutti i vescovi, uniti e sottomessi a Pietro. Ma questo Giovanni Paolo II sapeva di non poterlo fare, perché la maggior parte dei teologi e dei vescovi non lo avrebbe seguito. Socci suggerisce che fosse sua intenzione fare la consacrazione della Russia, nei termini esatti in cui la Madonna l’aveva richiesta, però lo trattenne sempre la paura di provocare uno scisma formale nella Chiesa. A questo siamo arrivati dopo decenni di devastazione postconciliare: davvero, come se l’allenatore avesse paura a fare a la formazione che ha in testa, perché poi magari i giocatori non lo seguono e si mettono in campo come gli pare… e non manca chi indossa la maglia di una squadra, però durante la partita passa la palla a quelli dell’altra…


-       SALVIATI: Comunque, il 25 marzo 1984 Giovanni Paolo II ha fatto l’ultima consacrazione del mondo alla Madonna. E stavolta ha usato davvero la parola consacrazione, e ha anche fatto un’allusione alla Russia. Almeno secondo Socci. “In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni che di questo affidamento e di questa Consacrazione hanno particolare bisogno…” Il massimo che potesse concretamente ottenere, viste le circostanze storiche.


-       SIMPLICIO: Troppo poco, troppo poco.


-       SALVIATI: Sei troppo esigente. Quando manca il necessario, l’insufficiente diventa sufficiente. E sempre Socci vuole suggerire che l’atto abbia prodotto comunque i suoi frutti: dopo due mesi, un incidente mise fuori uso il potenziale militare sovietico, l’esplosione dell’arsenale di Severomorsk nel Mare del Nord, che controllava l’Atlantico. L’URSS vide sfumare ogni possibilità di vittoria militare e rinunciò all’opzione bellica. Così non restava che la riforma del sistema politico sovietico. Un anno dopo la Consacrazione, muore Konstantin Černenko, segretario del PCUS, e viene eletto Michail Gorbačëv. Il resto lo conosciamo, penso.


-       SAGREDO: Beh, ma è davvero stupefacente.


-       SALVIATI: Vuoi dire che lo trovi plausibile?!


-       SAGREDO: Voglio dire che è stupefacente che Socci abbia davvero la faccia tosta di dire, cioè “suggerire” o quel che è, che la guerra fredda sia finita per una cerimonia in piazza san pietro. Tutta la complessità di una situazione geopolitica di scala mondiale ridotta a un paio di parametri per poter dire “è stato Dio, è stato Dio”. Ma come fa l’esplosione di un singolo arsenale a mettere in crisi un intero piano bellico? E i russi non avevano una riserva? Se erano così stupidi allora il miracolo non è che la guerra fredda sia finita, ma che sia cominciata.


Salviati e Simplicio non riuscirono a trattenere una risata.


Il card. Bertone e suor Lucia

Il card. Bertone e suor Lucia



-       SALVIATI: Sì, può darsi, anche Socci più avanti nel libro dice che si possono dare molte cause per la fine della guerra fredda. Ma per i cattolici la mano di Dio può agire ovunque nella storia, in modi misteriosi.


-       SAGREDO: Contenti voi. Però se ricordo bene stiamo parlando ancora del secondo segreto. Cosa c’entra col terzo, o quarto che dir si voglia?


-       SALVIATI: C’entra. Anzitutto, con esso Socci già ci introduce a una nota polemica con il Vaticano, con la penetrazione, perfino nella roccaforte della cattolicità, di un tipo di pensiero che si sta rapidamente allontanando dal cattolicesimo. In questo si inserisce la polemica dell’autore con il cardinale Tarcisio Bertone, che nel libro è descritto con toni, diciamo, astiosi…


-       SIMPLICIO: Bertone è dipinto come un bugiardo, un manipolatore di testi, e chi più ne ha più ne metta.


-       SALVIATI: Il che mi sembra eccessivo e ingiusto. Spesso Socci si appiglia a frasi di Bertone e ci ricama sopra, “ma allora cosa voleva dire? Non significa forse che…” eccetera eccetera. Lascia un’impressione sgradevole, untuosa, come se a tutti i costi volesse cavare fuori con le pinze, dalle parole dell’avversario, il significato che ci vuole mettere lui. Secondo me quella è la parte più debole del libro.


-       SIMPLICIO: Bertone, in una conferenza stampa del 26 giugno 2000, disse che la Madonna aveva chiesto la consacrazione del mondo. Questo è falso, come si vede leggendo il testo del segreto. Inoltre, in un’intervista del 29 agosto 2006, quando Lucia era già morta, le attribuì un verbale in cui la suora si sarebbe dichiarata soddisfatta dalla consacrazione (ma Bertone dice affidamento) del 1984. Questo contraddice completamente tutte le precedenti dichiarazioni di suor Lucia. E la monopolizzazione dei dialoghi con la suora, la mancanza di registrazioni audiovisive, le contraddizioni… Bertone ha giocato un ruolo di primo piano nel braccio di ferro, durato decenni, tra il Vaticano e suor Lucia. Questo braccio di ferro verteva da una parte sull’interpretazione del secondo segreto, dall’altra sul contenuto del terzo. Il Vaticano voleva che Lucia approvasse, desse l’interpretazione autentica, alla versione “edulcorata” di Fatima. Io la penso come Socci.


-       SALVIATI: L’avevamo capito. Ma ora andiamo avanti. Parlando delle interpretazioni del secondo segreto abbiamo precorso itempi, ma torniamo al 1941, quando suor Lucia scrive le prime due parti del segreto. A dicembre Lucia riscrive le due parti, ma con una variante: ora il secondo segreto si conclude con queste parole della Madonna: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc.”.


-       SAGREDO: Come, “etc.”?


-       SALVIATI: Vedo che hai colto al volo il problema. Lucia lascia un eccetera, perché quello è il collegamento tra il secondo e il terzo segreto. Ma il terzo non vuole sciverlo. Dalle testimonianze che Socci riporta, per Lucia si trattava di qualcosa di spaventoso, che la atterriva. Solo nel 1944 lo mise per iscritto, a seguito di un’apparizione successiva di Maria, che la esortò a vincere la propria paura. Lucia scrisse, mise i fogli in una busta, e chiuse la busta scrivendoci sopra: da non divulgare prima del 1960. Questo è acclarato, lo conferma anche Bertone.


-       SAGREDO: Perché non doveva essere divulgato prima? cosa sarebbe successo nel 1960?


-       SALVIATI: Lucia disse che era stata la Madonna a indicarle quella data. Ma non ha detto il perché. Si può pensare che nel 1960 le condizioni storiche sarebbero state diverse e la divulgazione del segreto non avrebbe avuto gli stessi effetti. Inoltre, vorrei far notare a Simplicio, e questo deve ammetterlo anche lui, che a rigore la Santa Sede, secretando il testo fino al 2000, non ha disobbedito all’indicazione sulla busta. Non c’era scritto che doveva essere pubblicato “nel” 1960, ma “non prima”. E così è andata. Ma naturalmente Simplicio, che crede a tutto quello che scrive Socci, ha un’idea diversa…


-       SIMPLICIO: La data del 1960 si spiega molto semplicemente. Nel 1959 Giovanni XXIII, a pochi mesi dall’elezione, dichiara di


Anni '20-'30, ricognizione del corpo di Giacinta, sepolta in una tomba nella terra. E' evidente la mummificazione naturale

Anni ’20-’30, ricognizione del corpo di Giacinta, sepolta in una tomba nella terra. E’ evidente la mummificazione naturale



voler aprire il Concilio Vaticano II. Nel 1960 viene nominata la commissione preparatoria, decisi gli argomenti, insomma la macchina si mette in moto. Nel 1962 il concilio è uffialmente aperto. Il resto è storia, la crisi di fede è sotto gli occhi di tutti. Se si tiene presente questo, si può fare un’ipotesi solida sul senso dell’ultima frase del secondo segreto: in Portogallo si conserverà la fede… in tanti altri posti, invece, no. La Madonna voleva mettere in guardia da tutti quei facili ottimismi sulla “nuova pentecoste”, sì sì, l’abbiamo visto. Come ha detto anche Paolo VI, ci aspettavamo la primavera, invece…


Salviati sospirò.


-       SALVIATI: Simplicio, ne abbiamo parlato tante volte, e non mi dilungherò, immagino il nostro ospite abbia dei limiti di sopportazione. Dire semplicemente che c’è stato il concilio e perciò la crisi di fede è un terribile post hoc ergo propter hoc. La crisi affonda le sue radici in una vasta congerie di motivi, la complessità del mondo moderno, per dirne una. Non ti è mai venuta in mente la possibilità che il concilio potrebbe aver attenuato una crisi che, in sua assenza, si sarebbe manifestata in modo ancor più virulento?


-       SIMPLICIO: Mi sembra semplicemente…


-       SAGREDO: Per favore, per favore…


-       SALVIATI: Hai ragione, Sagredo. Andiamo al dunque. Lucia consegna la busta al suo vescovo. Questi, nel 1957, annuncia che nel 1960 divulgherà il segreto. Immediata la reazione della Santa Sede: ordina che la busta sia consegnata all’Archivio del S. Uffizio, vincola al silenzio coloro che sanno. Questo per decisione di Giovanni XXIII, verso il quale Socci non nasconde la bassissima stima che prova. Ne dice peste e corna, lo descrive come un papa che aveva più fiducia nella propria diplomazia che nell’aiuto del cielo. Comunque, comincia così quella mitologia del terzo segreto che nei decenni ha dato luogo alle interpretazioni più disparate, più allucinanti. Tutto s’è detto, guerra termonucleare, fine del mondo, mi è capitato di leggere un fumetto di X Files in cui c’entravano pure gli alieni…


-       SAGREDO: Ma poi il segreto è stato rivelato.


-       SALVIATI: Sì, nel 2000. È la visione del papa che cammina in una città, viene ferito e martirizzato. Non mi perdo nei dettagli, si


Febbraio 2005: muore l'ultima testimone di Fatima, suor Lucia. Due mesi dopo la seguirà nella tomba Giovanni Paolo II

Febbraio 2005: muore l’ultima testimone di Fatima, suor Lucia. Due mesi dopo la seguirà nella tomba Giovanni Paolo II



trova su internet, ma la Santa Sede ha dichiarato che la visione si è realizzata. È proprio l’attentato subito da Giovanni Paolo II nel 1981. Questo ci fa capire anche perché, dopo l’attentato, il Papa pensasse subito a Fatima e volesse compiere prima possibile la consacrazione, o affidamento che dir si voglia. Questa, almeno, è la versione della Chiesa. Ma Socci ha una versione diversa, che immagino Simplicio sarà contento di esporre.


-       SIMPLICIO: Esatto. Socci contesta, a mio avviso a ragione, questa ricostruzione. Tanto per cominciare, la versione pubblicata del terzo segreto non contiene la frase sul Portogallo. Dov’è finita?


-       SALVIATI: Argomentazione debolissima. Non la contiene perché faceva parte dell’altro segreto, il secondo.


-       SIMPLICIO: Il messaggio è in sé unico, la divisione in tre parti è convenzionale. Da lì cominciava il terzo.


-       SAGREDO: Secondo o terzo, cosa ci interessa?


-       SIMPLICIO: Interessa perché resta monco il discorso sulla fede. La visione di Lucia non parla affatto dell’argomento. Allora non


Consummatum est!

Consummatum est!



si capisce il senso di quell’etc. Si capisce solo se si suppone che dopo la frase sul Portogallo venga un altro discorso, che si interpone tra il secondo segreto e la versione pubblicata del terzo. Tale interposizione mancante è precisamente ciò che Socci chiama quarto segreto.


-       SALVIATI: E tutto questo Socci lo deduce da quell’etc.? Onestamente, un po’ poco.


-       SIMPLICIO: Ci sono anche altri fattori. Frasi di suor Lucia, di Giovanni Paolo II…


-       SALVIATI: Interpretate in un modo che definire tirato è un eufemismo generoso…


________________________________________________________________


A seguire la seconda e ultima parte:


Il mistero della doppia busta; Il dialetto portoghese; “Abracundunho”; L’ipotesi di Socci sull’antipapa e… Il Quinto Segreto.








 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  Incontri con Maria 

 
di MARIA DI LORENZO

«Morirò tutta sola»
     

"Esprimo la mia riconoscenza a Giacinta per i sacrifici per il Santo Padre, che aveva visto soffrire"
(Giovanni Paolo II).
  

La sera del 20 febbraio 1920, sola, come la Madonna le aveva annunciato, moriva la più piccola dei veggenti di Fatima, Giacinta Marto.

Nel mese di febbraio ricorreva dunque l’anniversario della sua partenza per il Cielo e la Chiesa celebra la sua memoria da quando, il 13 maggio 2000, a Fatima, è stata proclamata Beata da Giovanni Paolo II insieme al fratello Francesco, anch’egli testimone e protagonista delle apparizioni di Fatima.

Chi era la piccola Giacinta Marto? E come è possibile che una bambina di soli dieci anni – ne aveva sette al tempo delle apparizioni – possa aver scalato in così poco tempo la vetta della santità tanto da indurre la Chiesa a elevarla alla gloria degli altari?

Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto.
Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto (foto Del Canale).

«Io prometto...»

Giacinta conduceva le pecore al pascolo con suo fratello Francesco in uno sperduto villaggio del Portogallo, alla Cova da Iria. Non aveva ancora fatto la prima Comunione quando le apparve la "Bella Signora", il 13 maggio 1917.

Entrambi i fratelli non erano particolarmente devoti. Lo conferma il modo piuttosto birichino che essi avevano di recitare il rosario: dicevano Padre nostro e poi subito infilavano le parole Ave Maria, una dietro l’altra, fino al Pater successivo. Così il rosario finiva in un baleno e loro potevano tornare, senza rimorsi, ai loro giochi.

Per primo apparve l’Angelo, insegnando loro una preghiera: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo! Ti domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano…». Per poi aggiungere: «Pregate così. I Cuori santissimi di Gesù e Maria sono attenti alle vostre suppliche».

In seguito ai bambini – con Giacinta e Francesco c’era anche la cugina di qualche anno più grande, Lucia dos Santos – apparve la Vergine il 13 maggio 1917, chiedendo preghiere e sacrifici per i peccatori, la consacrazione al suo Cuore immacolato, ed annunciando infine una «grande promessa».

In che cosa consiste questa grande promessa di Fatima?

«Io prometto – disse la Vergine – di assistere nell’ora della morte, con le grazie necessarie alla salvezza, coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la Comunione, diranno una corona del rosario e mi faranno compagnia per un quarto d’ora meditando i misteri del rosario, con l’intenzione di offrirmi riparazione».

La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima.
La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima (foto Giuliani).

Un dono totale

La consacrazione a Maria non deve essere un effimero entusiasmo, un fervore solo esteriore, ma un dono totale. Il dono di sé, nelle facoltà del corpo e dello spirito, a colei che è la cristifera, la soglia che ci introduce a Cristo, cuore del mistero trinitario. «Io prometto», dice la Vergine, e la sua non è una promessa alla maniera degli uomini, così facili a tirarsi indietro, così inclini al cambiamento. È una promessa che vale come salvacondotto per la vita eterna.

«Pregate molto»

Fin dal tempo delle prime apparizioni, Giacinta prese l’abitudine di dare la sua merenda ai poveri. Per saziare gli stimoli della fame si nutriva alla meglio con radici, ghiande, frutti selvatici. «Così si convertiranno più peccatori», diceva.

Sicura, per la promessa della Madre celeste, di dover lasciare presto la terra, Giacinta preferiva spesso saltare la scuola per fermarsi in chiesa a pregare.

Le sue giornate e quelle di Francesco erano puntellate di giaculatorie, atti d’amore a Gesù e Maria.

«Nella vicenda di questi due bambini – ha sottolineato Stefano De Fiores all’indomani della beatificazione dei fratelli Marto – c’è un piccolo trattato di antropologia cristiana. Chi è l’uomo? La tradizione illuminista lo vide una coscienza in grado di determinarsi. È una grande acquisizione. Ma ha rischiato di chiudere l’uomo su se stesso. Francesco e Giacinta, invece, vedono l’altro non come un estraneo, ma come qualcuno con cui solidarizzare fino al punto di assumersene il peso. È l’idea di un’antropologia relazionale, che in qualche modo è anche un riflesso della vita trinitaria».

Dopo le apparizioni, la piccola Marto cominciò a trascorrere lunghe ore in preghiera, specialmente nella recita del rosario, tanto raccomandato dalla Madonna. Le parole della Vergine si stamparono indelebilmente nel suo cuore, furono il faro di tutte le sue azioni. «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro. Siete disposti a offrirvi al Signore, pronti a fare sacrifici e ad accettare volentieri tutte le sofferenze che egli vorrà mandarvi, in riparazione di tanti peccati con i quali viene offesa la sua divina maestà, per ottenere la conversione dei peccatori e in riparazione delle offese fatte contro l’immacolato Cuore di Maria?».

Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.
Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.

«O mio Gesù...»

Giacinta praticava l’immolazione nascosta per salvare i peccatori, portando una corda stretta attorno al corpo e sopportando in spirito di penitenza ogni contrarietà. Alla fine della sua vita, gravemente ammalata, fu internata in un ospedale di Lisbona, dove morì da sola. «O mio Gesù – furono le sue parole – ora puoi convertire molti peccatori, perché questo sacrificio è molto grande…».

Modello di santità

«Alla scuola della Vergine, l’anima progredisce di più in una settimana che in un anno fuori della sua scuola!», sosteneva il grande devoto di Maria, Grignion di Montfort. Queste parole nella vita di Giacinta si sono realizzate alla lettera. La pedagogia squisitamente materna di Maria in pochi anni ha fatto sì che Giacinta giungesse alle vette della santità. Del resto, «Giacinta era bambina soltanto negli anni», aveva detto di lei la cugina Lucia.

Un procedimento lungo e complesso, con difficoltà quasi insormontabili, ha portato Giacinta – e il fratello Fracesco – sugli altari. Il processo canonico circa l’eroicità delle loro virtù ha contribuito ad accertare, contro la convinzione dominante in precedenza, che anche i bambini possono essere santi.

La loro causa di beatificazione, infatti, era rimasta bloccata per vari decenni perché, secondo la dottrina tradizionale, si richiedeva che l’esercizio eroico delle virtù cristiane (quelle teologali di fede, speranza e carità e quelle cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) dovesse avvenire «per un periodo duraturo», il che escludeva dal prendere in considerazione dei fanciulli.

Nel 1981 il Dicastero per le cause dei santi dedicò un’assemblea allo studio di tale possibilità e la risposta da parte di teologi, giuristi, pedagoghi e psicologi fu affermativa. L’abolizione di quella restrizione, suffragata dai più moderni studi di psicologia infantile, ha così aperto la strada della santità canonica per i due fanciulli di Fatima e per altri che verranno dopo di loro.

La santità di Giacinta è stata nell’aver aderito pienamente al messaggio di Fatima. Quel messaggio era il Vangelo di Gesù predicato dalla Madonna. La piccola Marto, dunque, viene proposta come modello di santità non perché ha vissuto col fratellino Francesco l’esperienza di veggente della più importante apparizione mariana del ’900, ma, come ha efficacemente ribadito il postulatore della causa, il gesuita Paolo Molinari, «per come dei bambini hanno saputo sviluppare il loro spirito di fede nel Signore e mettere in pratica quello che la Madonna aveva loro detto: pregare il rosario e sacrificarsi per i peccatori».

Maria Di Lorenzo
  

Invito all’approfondimento: S. De Fiores, Il segreto di Fatima. Una luce sul futuro del mondo, San Paolo 2008, pp. 136, € 10,00; M. Carraro, I pastorelli di Fatima, Emp 2008, pp. 168, € 10,00.

   



Fraternamente CaterinaLD

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19/08/2014 12:48
 
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UNA CARMELITANA INGLESE DI ORIGINE POLACCA DICE DI AVER PARLATO CON LA MADONNA. E SCRIVE UN LIBRO SULLA RIVELAZIONE

golpe in Vaticano: il segreto di Fatima secondo sorella Marie

suor Sofia Marie Gabriel sostiene che la chiesa cattolica si spacchera' per una ribellione dei cardinali... profezia del 1993 pubblicato su il Corriere nel 1993, in tempi non sospetti....

 

 

 Una carmelitana inglese di origine polacca dice di aver parlato con la Madonna.
E scrive un libro sulla rivelazione

TITOLO: Golpe in Vaticano: il segreto di Fatima secondo sorella Marie - - - -  - - - - - - - - - - - - -
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA .

Alcuni giornali inglesi sono usciti con pagine di pubblicita' dedicate al terzo segreto di Fatima, la rivelazione mancante nel colloquio che la Vergine Maria intrattenne con tre bambini in Portogallo nel 1917.
E' stata la stessa Vergine a svelare il contenuto del segre to custodito in Vaticano per tanti anni e ha scelto, fra i milioni di pretendenti alla sua attenzione, Sofia Marie Gabriel, una suora laica dell' ordine delle carmelitane. Costei si e' affrettata a scrivere un libro sui suoi rapporti speciali con la Madre di Cristo intitolandolo "Visioni soprannaturali della Madonna". Nella pubblicita' , scritta in neretto e a caratteri cubitali, si anticipa il contenuto del terzo segreto di Fatima che si sintetizza in tre parole: "Due Papi rivali".
Sorella Marie, polacca di origine ma trapiantata in Gran Bretagna dall' eta' di sei anni, avverte il suo connazionale Karol Wojtyla (che dovrebbe esserne gia' al corrente) dell' immenso pericolo sovrastante. La Chiesa cattolica, avrebbe confidato la Madonna, si spacchera' in due quando, approfittando di uno dei tanti viaggi del Papa, alcuni cardinali si ribelleranno e indiranno un conclave per scegliere un antipapa.

Il golpe in Vaticano, che risultera' un vero e proprio scisma, sara' giustificato dai ribelli con le cattive condizioni di salute del Sommo Pontefice. Un buon numero di cardinali crederanno sinceramente nell' incapacita' fisica del Papa polacco a governare la Chiesa in un periodo dominato da una grande controversia. Su questa ragione di dissidio saggiamente sorella Marie glissa, rimandando alla lettura del suo libro, di prossima pubblicazione.

La salute dell' attuale Papa, comunque, sara' piu' che altro una scusa per lo scisma, dato che alcune decisioni del Vaticano, nel corso di questo decennio di fine secolo, avranno fornito ragione seria di malcontento.
Giovanni Paolo II sara' forse costretto a lasciare Roma e a recarsi in esilio in un altro Paese. Non e' specificato se trovera' rifugio nel palazzo dei Papi ad Avignone. Secondo la visionaria polacca molti governi saranno in dubbio se continuare a riconoscere Wojtyla o l' antipapa.
Alcuni riconosceranno quest' ultimo ma la maggioranza dei Paesi continuera' a intrattenere rapporti con Giovanni Paolo II. Non si potra' evitare pero' un periodo di enor me confusione e di pe ricolo nella Chiesa. La visionaria afferma che la Madonna e' venuta allo scoperto perche' il Vaticano non ha rivelato il terzo segreto di Fatima.

E' necessario, invece, essere al corrente del futuro golpe in Santa Sede cosicche' i fedeli cattolici possano cominciare a pregare e a chiedere lumi alla divinita' . Sorella Marie non e' mai stata in Vaticano, dove e' custodito il misterioso documento sui tre segreti di Fatima, non ha mai parlato con i cardinali che ne sono al corrente, non ha mai incontrato suor Lucia che ha stilato il documento. La rivelazione, ci tiene a precisare, e' avvenuta su diretto intervento della Vergine. I primi due segreti riguardavano la diffusione del comunismo e le punizioni nel caso che le nazioni non fossero riuscite a estirpare il male e il vizio dalla faccia della terra.
Nella pubblicita' , pagata ai giornali dalla Ave Maria Society, un gruppo cattolico privato, sorella Marie viene presentata come una esperta di teologia. A quanto pare oltre che visionaria e' anche profetessa poiche' ha predetto, alla vigilia del lancio della sua opera: "Il mondo intero sara' la mia scuola e io saro' la maestra grazie al mio libro". M. V.

 

Pagina 11(19 febbraio 1993) - Corriere della Sera

 
 
 
 
  e il 14 febbraio 1993, la notizia usciva così sul giornale:
mistica inglese svela il 3° segreto di Fatima. " due Papi rivali "

la donna, che si fa chiamare sorella maria, afferma che il messaggio le e' stato rivelato dalla madonna 12 anni fa. si tratta di anticipazioni da un libro della donna di imminente pubblicazione

 

 

 TITOLO: Mistica inglese svela il 3 segreto di Fatima "Due Papi rivali" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LONDRA . (r.e.) Due Papi rivali.
Questo sarebbe il famoso "terzo segreto" di Fatima secondo quanto scrive il "Sunday Telegraph", anticipando alcuni brani di un libro di imminente pubblicazione, scritto da una mistica britannica che asserisce di aver visto la Madonna. La donna, che si fa chiamare "sorella Maria" afferma che il messaggio le e' stato rivelato dalla Madonna 12 anni fa.

"Mi ha detto tre semplici parole . scrive la donna nel libro che gia' prima di uscire ha ricevuto prenotazioni per oltre 60 milioni di lire . che lasciano prevedere una grave crisi di fede nella Chiesa cattolica a proposito del Papato. In questo decennio la Chiesa si dividera' in due fazioni rivali. I cardinali ribelli eleggeranno un Papa rivale e il vero Papa potrebbe essere costretto all' esilio in un Paese straniero".

 

Pagina 11
(14 febbraio 1993) - Corriere della Sera








[Modificato da Caterina63 19/08/2014 12:53]
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[SM=g1740717] Cari Amici, siamo nell'Anno dedicato alla Vita Consacrata e cade anche il Decimo anniversario dalla morte di Suor Lucia, l'ultima Veggente di Fatima, anch'essa consacrata a Dio attraverso l'intervento straordinario di Maria Santissima che sempre l'ha guidata e sostenuta: "Io non ti abbandono: il mio Cuore sarà tuo rifugio e il cammino che ti guiderà fino a Dio.."
Forte di questo Suor Lucia ci ha lasciato un libro meraviglioso, l'unico ufficiale e perciò diffidate di altri testi a lei attribuiti che non abbiano nelle Note riferimenti a materiale autentico, ebbene in questo testo Gli appelli del Messaggio di Fatima, Suor Lucia ci spiega e ci guida dentro il cuore di queste parole venute dal Cielo.
Qui nel video ve ne offriamo una piccolissima parte, a voi la gioia di leggere il testo integralmente.

www.youtube.com/watch?v=_uj8n1-EYjQ




[SM=g1740750] [SM=g1740752]

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  Nei tre segreti di Fátima - C’è poco da scherzare


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2015-05-07 L’Osservatore Romano


1. Quando ero Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede ho avuto il privilegio di avere tra mano e di leggere i manoscritti originali riguardanti i segreti di Fatima e il loro messaggio. Li ho meditati a lungo perché gettano una luce di fede e di speranza sui tristissimi eventi del secolo scorso e non solo.



Ricordiamo che il Novecento, pronosticato come tempo dominato dalla ragione e dalla fraternità tra i popoli, in realtà è stato un periodo tragico per il cristianesimo, perseguitato e oppresso in molte parti del mondo. Senza considerare le due guerre mondiali, le stazioni più tragiche di questa Via Crucis evangelica sono state in sequenza il genocidio armeno, la repressione messicana, la persecuzione spagnola, le stragi naziste, lo sterminio comunista, e, in questa prima parte del terzo millennio, la persecuzione islamista. Sono milioni le vittime di ideologie maligne, che hanno generato e generano ancora conflitti, odi e divisioni. .


Come ripete spesso Papa Francesco, la Chiesa oggi è chiesa di martiri, di quei cristiani che, inermi, vengono quotidianamente uccisi solo per odio alla loro incrollabile fede in Nostro Signore Gesù Cristo.


Il messaggio di Fatima in modo visionario evoca questo dramma, sollevando il velo sulle concrete vicende storiche, dove, alla benevola Provvidenza di Dio si oppone la malefica volontà di male da parte del nemico del bene, che, come osò tentare Gesù, così continua ancora oggi a tentare la sua chiesa santa, istillando nel cuore degli uomini sentimenti di inimicizia e di morte.


Fatima, con il suo famoso segreto, è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne, con le concrete allusioni a guerre, divisioni, tragedie.


2. Il segreto si compone di tre parti.[1] Dico subito che non c’è un quarto segreto né ci sono altri segreti nascosti.[2] Le prime due parti furono scritte da Suor Lucia, uno dei tre veggenti di Fatima nel 1941 (con alcune aggiunte fatte nel 1951). Queste parti sono state pubblicate e conosciute.


Di che si tratta? Queste prime parti contengono la visione dell'inferno, descritto come un grande mare sotterraneo di fuoco, nel quale erano immersi i demoni e le anime che alzavano grida e gemiti di dolore e di disperazione, che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura.


La visione è accompagnata dalle parole della Madonna che, per salvare le anime dei peccatori, invita a stabilire nel mondo la devozione al suo Cuore Immacolato.


C'è anche l'accenno alla seconda guerra mondiale, la richiesta della consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati: «Se accetteranno le Mie richieste - dice la Beata Vergine - la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace».[3]


3. La terza parte del segreto, scritta sempre da Suor Lucia, il 3 gennaio 1944, «per ordine del Vescovo di Leiria e della Santissima Madre», non fu pubblicata. Per volere di Suor Lucia essa poteva essere aperta solo dopo il 1960, perché allora si sarebbe potuto capire meglio. Per questo questa parte fu custodita prima presso il Vescovo di Leiria e poi, dal 4 aprile del 1957, presso l'Archivio Segreto dell'allora Sant'Uffizio. Nel 1959, la busta contenente la terza parte del segreto fu portata a Papa Giovanni XXIII, che decise di non rivelarne il contenuto. Qualche anno dopo, il 27 marzo 1965, Papa Paolo VI lesse il contenuto, decidendo anch'egli di non palesarne il testo e rinviando la busta all'Archivio del Sant'Uffizio.


4. Papa Giovanni Paolo II, dopo l'attentato del 13 maggio 1981, richiese e lesse la terza parte del segreto. Per il Papa polacco fu la svolta decisiva del suo pontificato. Egli infatti fece dell'accompagnamento mariano la bussola del pellegrinaggio della Chiesa nella storia. È stato lo straordinario realismo delle profetiche apparizioni di Fatima a colpire Papa Wojtyła, il quale, nel 1994, riflettendo ad esempio sul crollo inaspettato del marxismo nell’Europa dell’Est, affermava:


«E che cosa dire dei tre fanciulli portoghesi di Fatima, i quali all’improvviso, nel 1917, alla vigilia dello scoppio della Rivoluzione di ottobre, udirono: “La Russia si convertirà” e, “Infine, il mio Cuore trionferà”...? Non possono essere stati loro a inventare tali predizioni. Non conoscevano la storia e la geografia, e ancor meno si orientavano in fatto di movimenti sociali e di sviluppo delle ideologie. E tuttavia è successo esattamente quanto avevano annunciato».[4]


E per confermare questa sua convinzione il Papa aggiungeva che «bisognava che ci fosse l’attentato in piazza San Pietro proprio il 13 maggio 1981, anniversario della prima apparizione a Fatima, affinché tutto ciò diventasse più trasparente e comprensibile, affinché la voce di Dio che parla nella storia dell’uomo mediante i “segni dei tempi” potesse essere più facilmente udita e compresa».[5]


4. Dopo la lettura della terza parte Papa Giovanni Paolo II pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, redigendo egli stesso un atto di affidamento, che si celebrò il 7 giugno 1981 nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Questo atto fu da lui ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, il Papa in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente convocati, affidò nuovamente al Cuore Immacolato di Maria gli uomini e i popoli. Questo atto solenne e universale di consacrazione fu da Suor Lucia, in una lettera dell'8 novembre 1989, considerato corrispondente al volere di Nostra Signora.


5. Il 13 maggio 2000 Papa Giovanni Paolo II, per bocca del Cardinale Angelo Sodano, manifestava la volontà di rendere pubblica la terza parte del segreto, affidando il contenuto e una prima interpretazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Questa parte fu rivelata ai pastorelli il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima. Eccone il contenuto, così come fu scritto da Suor Lucia il 3 gennaio 1944 e reso pubblico dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nell'anno 2000:


«Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: PenitenzaPenitenzaPenitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».[6]


6. In un colloquio voluto e autorizzato dal Papa nell'aprile del 2000, Mons. Tarcisio Bertone, allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, chiese a Suor Lucia alcuni chiarimenti.


Il primo riguarda il genere letterario della visione. Anzitutto la veggente «condivide l'interpretazione secondo cui la terza parte del segreto consiste in una visione profetica, paragonabile a quelle della storia sacra».[7] Aggiunge anche che la visione di Fatima riguarda la lotta del comunismo ateo contro la Chiesa e i cristiani descrivendo l'immane sofferenza della fede nel XX° secolo.


Alla domanda poi se il personaggio principale della visione è il Papa, Suor Lucia annuisce prontamente, aggiungendo: «Noi non sapevamo il nome del Papa, non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi».[8]


A proposito poi del Papa che, colpito a morte cade a terra, Suor Lucia, riferendosi alla protezione di Maria nei confronti di Giovanni Paolo II, condivide pienamente l'affermazione che «fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte».[9]


7. In un commento a ciò, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava che Fatima ci aiuta «a comprendere i segni del tempo e a trovare per essi la giusta risposta nella fede».[10] Lo stesso Cardinale offriva poi alcune linee interpretative del “segreto”.


Per quanto riguarda la prima parte fa notare che i bambini hanno la visione dell’inferno. Tale loro esposizione a questo terribile scenario avviene per salvare le anime, mediante la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Con ciò la Signora intende invitare ad avere un atteggiamento di fede e di obbedienza a Dio.[11]


Il Cardinale ritiene poi che la sua parola chiave del segreto sia il grido “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”.


Passando poi ad illustrare le singole immagini, afferma che l’angelo con la spada di fuoco rappresenta la minaccia del giudizio incombente sul mondo, che potrebbe essere incenerito in un mare di fuoco preparato dall’uomo stesso con le sue invenzioni di morte.


La seconda immagine, in contrasto con la prima, mostra che la forza che si oppone alla distruzione è lo splendore della Madre di Dio. Lo scenario, quindi, è la libera scelta dell’uomo tra il bene e il male: «Il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato».[12]


Il significato della visione è, quindi, quello di suscitare le forze del bene che sono sempre in tempo per contrastare le potenze del male.


La visione, poi, della città in rovina, delle persone che camminano in mezzo ai cadaveri avviandosi verso la croce, del Vescovo vestito di bianco – “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre” – descrive la Via Crucis della Chiesa nel secolo XX, un periodo di persecuzione, di sofferenze estreme, di martirio. Inoltre, il Vescovo vestito di bianco può richiamare diversi Papi, a cominciare da Pio X fino a Giovanni Paolo II.


A proposito della visione del Papa che viene ucciso sulla strada dei martiri, il Cardinale Ratzinger si domanda: «Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981, si fece portare il testo della terza parte del “segreto”, riconoscervi il suo proprio destino?».[13]


La mano materna, che sviò la pallottola senza uccidere il Papa, sta a indicare che non esiste un destino immutabile e che la potenza della fede e della preghiera può influire nella storia: la preghiera è più forte dei proiettili di una pistola.


La visione si conclude con gli Angeli, che irrigano le anime col sangue di Cristo Crocifisso, a indicare che il martirio dei testimoni della fede si compie in solidarietà con la passione di Cristo e diventa una cosa sola con essa. Il sangue dei martiri, così come il sangue di Cristo, feconda la Chiesa. Sono accenti di speranza. Dal sangue di Cristo e dalla testimonianza dei martiri proviene una forza rinnovatrice che ringiovanisce continuamente la Chiesa.


8. Due considerazioni sulla visione. Anzitutto il segreto di Fatima apre il sipario sulla reale contrapposizione, sul piano dell’essere e dell’agire, tra Maria, tuttasanta e cooperatrice efficace di Cristo, e il nemico del bene, il serpente (Gn 3,14-15), il drago rosso, Satana, il diavolo (Ap 12,1-9), l’anticristo (1Gv 2,18; 2Gv 1,7).


Nella storia bisogna riconoscere, infatti, la presenza dell’azione del maligno sulle persone e sui popoli. L’umanità è continuamente sedotta dall’avversario del bene, sempre pronto a farla precipitare nel baratro della perdizione. Ma il Figlio di Dio è apparso proprio per distruggere le opere del diavolo (cf. 1Gv 3,8).


Il compianto Stefano De Fiores, in un suo scritto postumo sul mistero del male in relazione a Maria, affermava: «C’è poco da scherzare: nel tempo favorevole agli idoli occorre vigilanza, sobrietà, fortezza […] e insieme ai primi cristiani combattere Satana in tutte le forme in cui si manifesta».[14] E in questo combattimento, Maria, pienamente associata all’opera salvifica di Cristo, coopera efficacemente con il suo Figlio divino contro Satana. Nel suo agire ella combatte il principe delle tenebre, «schierandosi dalla parte di Cristo come Nuova Eva nella battaglia contro il male, il peccato, la morte».[15] Ella partecipa all’esito vittorioso della redenzione di Cristo, vincitore del peccato e del Maligno: «Tutta la vicenda storica, di fede e di missione di Maria di Nazaret, è perenne testimonianza della potenza e della concretezza salvifica della grazia effusa, sine fine dicentes, della Santa Trinità».[16]


Maria è la stella maris, che accompagna la Chiesa e l’umanità nella tempestosa attraversata della storia, suscitando nei cuori dei fedeli energie di bene, che neutralizzano e vincono gli assalti devastanti di uomini e di ideologie perverse.


Risiede in ciò il carisma di Fatima, che è un dono di Dio Trinità affinché l’umanità e la Chiesa si rendano sempre più consapevoli della lotta del bene contro il male e della inevitabile vittoria della grazia sul peccato.


9. La seconda considerazione riguarda gli appelli contenuti nel messaggio di Fatima. Suor Lucia ci aiuta offrendocene un elenco. Ella, infatti, vede nella visione di Fatima una pluralità di appelli, tutti convergenti ad operare il bene. C’è quindi l’appello alla fede, all’adorazione di Dio, alla speranza, all’amore di Dio, al perdono, alla preghiera, al sacrificio, alla partecipazione all’Eucaristia, all’intimità con Dio Trinità, alla recita quotidiana del rosario, alla devozione al Cuore Immacolato di Maria, alla meditazione sulla vita eterna, all’apostolato, alla perseveranza nel bene, a smettere di offendere Dio, alla santificazione della famiglia, alla perfezione della vita cristiana, alla vita di piena consacrazione a Dio, alla santità, a seguire il cammino del cielo.[17]


Scelgo due appelli, che sembrano di attualità e che riguardano il perdono e la santità. «Il perdono – dice Suor Lucia – ci porta a chiedere a Dio il perdono per i nostri fratelli e anche per noi; per coloro che non hanno fede e per coloro che credono; per coloro che non adorano e per coloro che si chinano davanti a Dio; per coloro che non sperano e per coloro che confidano; per coloro che non amano e per coloro che praticano la carità».[18] La veggente sa che il perdono richiede sacrificio e mortificazione continua. Per questo esorta a far tacere il grido di ribellione dell’amor proprio ferito e offeso, ricordando la parola che Gesù disse a Pietro, di perdonare, cioè, non fino a sette, ma fino a settanta volte sette (cf. Mt 18,21-22). È questa la migliore preparazione all’imminente giubileo della misericordia.


Il secondo appello, valido per tutti i battezzati ma soprattutto per i consacrati, riguarda la santità. Nelle apparizioni mariane c’è sempre un appello non solo alla penitenza, alla preghiera, alla misericordia, ma anche alla santità. La Tuttasanta, infatti, chiama i cristiani alla santità. Il dovere di essere santi impegna «a rivestirci della vita soprannaturale, a dare a tutte le nostre azioni un carattere soprannaturale, cioè a essere santi perché Dio lo vuole e perché Dio è santo. Il suddetto dovere ci obbliga a vivere all’ombra della santità di Dio, ossia secondo la via che Dio ha tracciato per essere santi e stare con lui».[19]


Suor Lucia aggiunge che questo vale in modo particolare per le persone consacrate che «devono innalzarsi ad un livello più alto a causa della santità dello stato di vita che abbracciano. Con il distacco dalle cose della terra, si sono poste in un grado di particolare disponibilità per corrispondere all’azione della grazia di Dio in loro. Nel consegnarsi a Dio per amore, gli hanno offerto una volta per tutte il sacrificio di tutto e di se stesse. Ora, questo atto di per se stesso è capace di innalzare ad una vita di costante intimità con Dio e di perfetto amore, se da parte della persona consacrata c’è una dedizione piena, senza riserve né restrizioni».[20]


10. La visione di Fatima solleva il velo sull’inferno che esiste sulla terra, ma offre anche la consolante profezia della patria celeste. Infatti, quando i pastorelli chiesero alla bella Signora di dove fosse, ella rispose: «Sono del cielo». E quando chiesero ancora se anch’essi sarebbero andati in cielo, la Madonna rispose che anch’essi sarebbeo andati in cielo. Suor Lucia commenta al riguardo: «Se Dio ci avesse creato solo per vivere sulla terra questi pochi giorni o anni, che passiamo qui tra lavoro, dolori e afflizioni, che a tutti chi più chi meno tocca sopportare, allora potremmo dire che la nostra vita non ha ragione d’essere, poiché ben presto finisce nella polvere della terra da dove siamo tratti. Dio, nella sua grandezza, doveva avere fini più elevati, e il suo amore non poteva accontentarsi di questo. Noi siamo l’opera prima del suo amore, dato che ci ha creati per renderci partecipi dell’immensità della sua vita».[21]


di Angelo Card. Amato




[1] Per il suo contenuto e commento si veda Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000.


[2] Cf. Christopher A. Ferrara, Il segreto ancora nascosto, Associazione Madonna di Fatima, Roma 2011.


[3] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, p. 16.


[4] Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori (Oscar Bestsellers), Milano 2004, p. 145.


[5] Ib. p. 146.


[6] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Messaggio di Fatima, p. 21.


[7] Ib. p. 28.


[8] Ib.


[9] Ib. p. 29.


[10] J. Ratzinger, Commento teologico, ib. p. 36.


[11] Ib. p. 39.


[12] Ib. p. 40.


[13] Ib. p. 42.


[14] Stefano De Fiores, Maria e il mistero del male, Ancora, Milano 2013, p. 132.


[15] Ib. p. 133.


[16] Ib. p. 137.


[17] Suor Lucia, Gli appelli del Messaggio di Fatima, Fatima 2002.


[18] Ib. p. 88.


[19] Ib. p. 197.


[20] Ib. p. 197-198.


[21] Ib. p. 205.






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Salvatore Canto. Il miracolo del Sole a Fatima


 



Lo scorso 13 maggio, festa della Madonna di Fatima, il Prof. Salvatore Canto pubblica sul suo blog MI-CHA-EL il testo che segue, che trovo di particolare interesse e dunque da condividere. Eccolo di seguito, grati per la riflessione esaustiva e convincente e anche per l'opportunità, in questi tempi oscuri, di rinnovare la nostra fedeltà al Santo Rosario e alle esortazioni di Fatima.



In quell'apparizione avvenne il cosiddetto 'miracolo del Sole'. Per l'occasione ripubblico un post che ho scritto qualche tempo fa, in cui ho analizzato la cronaca del fatto tentando così di capire se il 'fenomeno' possa essere accaduto veramente. La conclusione è stata positiva a causa della scoperta di un indizio importante e cioè del verificarsi di un particolare evento fisico avvertito dai presenti ma finora considerato secondario...

Ecco come andarono le cose:

Sono le 11,30 antimeridiane del 13 ottobre 1917 e da poco è finito un grosso temporale. La Cova di Iria è colma di uomini e donne, credenti, scettici, semplici curiosi, convenuti a decine di migliaia (si stimarono 70.000 persone) da tutto il Portogallo e dalla Spagna. Sono anche presenti autorità civili e religiose, e giornalisti di Lisbona e Oporto. Tutti in attesa dell’ apparizione (la 6^ e ultima) annunciata dai bambini veggenti e del ‘segno’ che sarebbe stato dato.
A mezzogiorno accade l’incredibile. Per 10 minuti il sole è visto roteare, cambiare colore, ‘danzare’ e pulsare, avvicinarsi e allontanarsi dalla sua posizione abituale, fino al momento cruciale in cui sembra cadere sulla folla.
Riporto in nota (1) il resoconto di alcuni dei testimoni presenti e in nota (2) le spiegazioni fornite da alcuni studiosi, ma che per me non sono molto convincenti...
Perlerò invece qui della "spiegazione" che io personalmente mi sono dato, avvertendo in anticipo che con essa non ho la pretesa di affermare che il fenomeno sia veramente avvenuto in tal modo...
 


Tentativo di spiegazione
Il punto fondamentale secondo me è la testimonianza dell'avverarsi di un fenomeno fisico  che non poteva dipendere da illusioni di sorta, e cioè il fatto che nel suo ‘movimento’ il sole tracciò una traiettoria all’interno della quale ci fu un’asciugatura del terreno e dei vestiti precedentemente inzuppati di pioggia.
 
Infatti nel libro ‘Intervencao extraterrestre em Fatima’ (1982) degli studiosi portoghesi Joaquim Fernandes e Fina D’Armada si sottolinea il notevole fatto che l’asciugamento quasi istantaneo degli abiti e del terreno bagnati per la pioggia non interessarono l’intera Cova da Iria e tutte le 70.000 persone presenti ma furono avvertiti e constatati soltanto da quella parte di folla che al momento del prodigio era entro una fascia di terreno ben delimitata. Tale fascia, larga una settantina di metri e includente il leccio delle apparizioni, attraversava la Cova di Iria da sud a nord, e corrispondeva alla ‘traiettoria’ tracciata dal sole nella fase di massimo avvicinamento al suolo. Questo fatto dimostra da solo che il ‘miracolo’ fu un evento reale. Infatti questa asciugatura e in una zona ben determinata comporta la presenza di una notevole quantità di calore che non può essere certo fornita da suggestione o inganno psichico: l’energia, e il calore è energia, non si crea dal nulla né si distrugge. Questo è il principio fondamentale della Conservazione dell'Energia.
 
Ecco perciò la mia ‘spiegazione’ su come potrebbe essere avvenuto il fenomeno (spiegazione che ovviamente rimane comunque nell'ambito delle ipotesi anche se 'plausibili'):
 
E’ ben noto dall' Ottica geometrica (branca della Fisica) il fenomeno della rifrazione, cioè il cambiamento nella direzione di propagazione della luce quando da un mezzo trasparente, quale l’aria o il vetro o l’acqua, passa in un altro mezzo trasparente (di differente indice di rifrazione). Siccome l'angolo di questa nuova direzione di propagazione dipende anche dalla frequenza della luce considerata, se la luce non è monocromatica si può anche osservare nel processo il fenomeno della ‘dispersione’, cioè la scomposizione della luce nelle sue componenti colorate, così come avviene ad esempio quando la luce passa attraverso le gocce di pioggia e si forma l'arcobaleno o quando attraversa un prisma di vetro. Sulla rifrazione nel passaggio dall'aria al vetro e viceversa è basato l’ingrandimento o il rimpicciolimento delle immagini fornite da una lente di vetro, convergente o divergente che sia.

Il fenomeno dipende quindi essenzialmente dal diverso 'indice di rifrazione' dei mezzi trasparenti considerati. L’indice di rifrazione può però cambiare anche nelle diverse parti dello stesso mezzo trasparente a causa di variazioni di densità provocate ad esempio da un gradiente di temperatura: infatti così avviene nel fenomeno del miraggio (nell'atmosfera), questo è provocato dal fatto che la luce viene curvata, sino alla condizione di riflessione totale, dalla differente densità dei diversi strati dell'aria causata dalla variazione 'spaziale' della temperatura (più alta vicino al suolo, più bassa man mano cha si sale). Tipico esempio di questo fenomeno è l’apparire di ‘acqua’ guardando in lontananza l'asfalto nelle giornate molto calde.
Andiamo dunque alla possibile 'spiegazione' del 'miracolo del sole':
Se io fossi capace di addensare a comando localmente parti di aria, quella che si trova tra me osservatore e il sole, trasformando così l’indice di rifrazione in maniera di avere l’effetto di una lente convergente o di una lente divergente, ecco che vedrei il sole ingrandirsi quasi da ‘farlo cadere sulla terra’ o rimpicciolirsi facendolo quindi ‘allontanare’.
Questo sarebbe quindi solo un fenomeno ottico locale (il fenomeno fu osservato solo fino a 20 km di distanza).
Inoltre potrei anche ‘pilotare’ la dispersione della luce solare in maniera tale che in dato momento arrivi al suolo una parte colorata della luce anziché un’altra e allora il sole apparirebbe quindi di diversi colori a seconda anche dell’angolo di osservazione… Si spiegherebbe l’asciugarsi dei vestiti in una particolare traiettoria: infatti focalizzando la luce solare potrei aumentare il calore facendo così evaporare l’acqua (il fenomeno durò 10 minuti…).
Il sole osservato da zone molto lontane sarebbe ovviamente visto sempre nella sua posizione abituale, così come hanno riferito gli astronomi dell'epoca che non notarono quel giorno niente di anormale nelle loro osservazioni.

Ma chi può avere un dominio sull’aria tale da trasformarne localmente a piacimento e in maniera coordinata l’indice di rifrazione per provocare tali fenomeni ottici? Lascio a chi legge la risposta…(3)
 
La posizione della Chiesa
Il 13 ottobre 1930 col documento A Divina Providência, il vescovo di Leira José Alves Correia da Silva dichiarò "degne di credito le visioni dei fanciulli nella Cova da Iria", autorizzando ufficialmente il culto della Madonna di Fatima col titolo di Nossa Senhora de Fátima. Questo ha portato quindi anche al riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa Cattolica della "natura soprannaturale del miracolo del sole".
 
P.S. Chissà perchè ma mi è venuto in mente il brano del Vangelo in cui Gesù trovandosi con alcuni discepoli nella barca in tempesta comandò al mare e ai venti di calmarsi cosicchè si fece grande bonaccia. I discepoli constatato questo prodigio furono presi da spavento e dissero tra loro: "Chi è costui a cui perfino il mare ed il vento obbediscono?" (Marco 4, 35-41).
 
___________________________________________________
Note
(1) Le testimonianze dei presenti
Il giornalista Avelino de Almeida in un articolo nel giornale di Lisbona "O Século" nell’edizione del 15 ottobre 1917:" COSE FENOMENALI! COME IL SOLE BALLO' A MEZZOGIORNO A FATIMA
[...] Il sole sorge, ma l'aspetto del cielo minaccia temporale. Nuvole nere si ammassano sulla folla di Fatima. [...] Alle dieci il cielo si oscura totalmente e non tarda a piovere una forte pioggia. [...] I fanciulli affermano che la la Signora parlò a loro ancora una volta, e il cielo, prima caliginoso, comincia da subito a schiarirsi in alto; la pioggia cessa e si presenta il sole che inonda di luce il paesaggio. [...]
L'ora mattutina è la regola per questa moltitudine, che calcoli imparziali di persone colte e di tutto punto rapite come influenza mistica contano in trenta o quaranta mila creature... La manifestazione miracolosa, il segno visibile annunciato sta per essere prodotto - assicurano molti pellegrini... E si assiste a uno spettacolo unico e incredibile per chi non fu testimone di esso. Dalla cima della strada, dove si ammassano i carri e si mantengono molte centinaia di persone, alle quali manca la voglia di mettersi nella terra fangosa, si vede tutta l'immensa moltitudine voltarsi verso il sole, che si mostra libero dalle nuvole, nello zenit. L'astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissare il disco senza il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi una eclissi. Ma ecco che un grido colossale si alza, e dagli spettatori che si trovano più vicini si ode gridare:
- Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia! Agli occhi sbalorditi di quel popolo, la cui attitudine ci trasporta ai tempi biblici e che, pallido di sorpresa, con la testa scoperta, fissa l'azzurro (cielo), il sole tremò, il sole ebbe mai visti movimenti bruschi fuori da tutte le leggi cosmiche - il sole 'ballò', secondo la tipica espressione dei contadini. "
José Maria Proença de Almeida Garrett, professore alla facoltà di Scienze naturali dell'università di Coimbra:" Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi[...] voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall'altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c'era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. [Durante questo tempo] il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso [ma] non come lo scintillio di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte. Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell'atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all'orizzonte.
Vidi ogni cosa assumere il colore dell'ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l'atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all'improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente. Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d'animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 ottobre [1917] ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari. "
Manuel Nunes Formigão, sacerdote professore del seminario di Santarem:
Le nuvole si aprirono e il sole al suo zenit apparve in tutto il suo splendore. Iniziò a girare vertiginosamente sul suo asse, come il più magnifico fuoco d'artifcio che si possa immaginare, assumendo tutti i colori dell'arcobaleno e lanciando bagliori di luce multicolore. Questo sublime e incomparabile spettacolo, che si è ripetuto per 3 volte, è durato per circa 10 minuti. L'immensa moltitudine, sopraffatta dall'evidenza di tale tremendo prodigio, si gettò in ginocchio. "
Joaquim Maria Lourenço, che si trovava a Alburitel, 18 km da Fatima:
" Mi sento incapace di descrivere ciò che vidi. Guardai fissamente il sole che sembrava pallido e non feriva gli occhi. Sembrava una palla di sole girante su se stessa. Improvvisamente sembrava scendere a zig-zag minacciando la terra. Terrorizzato, corsi e mi nascosi tra la folla, la quale stava piangendo e aspettava la fine del mondo come imminente. "
 
(2) Possibili spiegazioni naturali fornite da alcuni studiosi...
Alcuni studiosi contemporanei hanno proposto ipotesi naturali per spiegare l'accaduto. Secondo Kevin McClure, contrariamente a quanto riportato da De Marchi, vi è una notevole disparità nei resoconti dei testimoni: ad esempio, il movimento è descritto da taluni come a zig-zag e da altri come rotatorio; il colore è alternativamente rosso-giallo-porpora o grigio-blu. Inoltre, sempre secondo McClure, solo meno della metà delle persone coinvolte avrebbe visto il sole danzare e roteare nel cielo, staccarsi da esso, cadere sulla terra e tornare su al suo posto
Nel 1989 Stuart Campbell affronta con un articolo nel Journal of Meteorology l'ipotesi di presenza di polvere nella stratosfera; il fenomeno è descritto anche da Paul Simons in un articolo sul Times del 2005
Nel 1993 Joe Nickell, collaboratore del CSICOP (associazione omologa all'italiana CICAP) studia la possibile presenza di un fenomeno noto come paraelio: per motivi di rifrazione ottica, in determinate condizioni atmosferiche, il disco solare può apparire affiancato a circa 22 gradi da una o due immagini speculari.
Il fenomeno è però statico e non contemplerebbe movimenti del disco solare. Secondo Joe Nickell, una temporanea distorsione dell'immagine sulla retina causata dalla prolungata esposizione alla luce può comunque provocare l'illusione di un movimento.
Secondo lo studioso, si trattò quindi " verosimilmente di una combinazione di fattori, includenti fenomeni ottici e meteorologici (il sole è stato visto attraverso un sottile strato di nubi, facendolo apparire come un disco argenteo; una variazione dello spessore delle nubi ne ha causato variazioni nella luminosità, facendolo apparire avanzante o retrocedente; polvere o umidità in sospensione hanno causato la variazione di colore della luce solare; e/o altri fenomeni). "
Queste ‘spiegazioni naturali’  a me appaiono  deboli. A mio parere infatti sono  una specie di arrampicamento sugli specchi da parte di studiosi che in realtà non sanno dare una spiegazione veramente credibile del fenomeno...
 
(3) Un'altra possibile spiegazione potrebbe essere la 'creazione' di  una 'distorsione' temporanea nello spazio-tempo, così come spiegato nella Relatività Generale, tale da formare una cosiddetta 'lente gravitazionale' nello spazio occupato dall'atmosfera, così come succede in alcune parti dell'Universo  a causa dalla presenza di intensi campi gravitazionali. Ma a ben vedere pur non esistendo nulla di impossibile a Dio,  e considerando quindi che Lui può avere perfetto dominio anche sulla struttura dello Spazio-tempo e cambiarla a piacere, questa spiegazione alternativa mi sembra ad intuito meno semplice e quindi un po' meno probabile  di quella 'ottica'.






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24/05/2015 16:42
 
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[SM=g1740717] Padre Mauro spiega brevemente il Rosario

Figlio di san Domenico, da 17 anni incaricato dai confratelli del Nord Italia, promuove il rosario in ogni occasione in cui sia possibile aiutare a scoprire la "genialità" del segreto che caratterizza questo dono della Beata Vergine ai suoi figli ancora pellegrini sulla terra.
In questo video che ci testimonia un suo intervento, padre Mauro, tenta di riassumere in breve la luce alla quale si pone nel suo ministero... per lui "grazia" di vita che lo sostiene, lo conforta, lo preserva, lo rivitalizza ogni giorno nel contatto con i fedeli ai quali si dona.

www.gloria.tv/media/7uV6TVFt7bc

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
@info@sulrosario.org







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19/06/2015 09:01
 
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Il cardinal Caffarra racconta: Suor Lucia mi scrisse


 





Prima di chiudere la XX Settimana della Fede nell’arcidiocesi di Lecce, sabato, 16 febbraio 2008, nella cripta del santuario di “Santa Maria delle Grazie”, accanto alla tomba di San Pio da Pietrelcina, sua eminenza il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha celebrato la Santa Messa. Al termine si è fermato in preghiera sulla tomba di Padre Pio, ha visitato i luoghi santificati dal Serafino crocifisso del Gargano ed ha risposto ad alcune domande ai microfoni di Tele Radio Padre Pio. Tutte le sue risposte meritano attenzione e sono più che mai attuali, ma richiamiamo in particolare l'ultima, che dà il titolo all'articolo.

Eminenza, di recente Lei ha dichiarato al Corriere della Sera di aver sempre avuto una grande devozione per Padre Pio. Ci racconti perché.

Gli sono molto devoto fin dagli inizi del mio sacerdozio, perché vissi un’esperienza un po’ singolare. Ero sacerdote da qualche mese, e venne a trovarmi, per essere aiutato, un confratello, molto più anziano, che stava attraversando una grave crisi di fede. Non si può descrivere che cos’è una crisi di fede in un sacerdote: terribile!  Gli dissi: fratello mio, io son troppo piccolo, non mi sento di portare un tale peso. Vai da Padre Pio.
Lui venne, e mentre parlava con il Padre ebbe una grande esperienza mistica in cui sperimentò, fortissima, la misericordia di Dio. Ora è uno dei sacerdoti più buoni che io conosca. Ecco, cominciò tutto così.

Ha conosciuto personalmente san Pio da Pietrelcina?

No, perché non ho mai avuto il coraggio di venire, ritenendo che non dovevo fargli perdere del tempo! Poi invece… tante volte, non saprei dirle quante, non le ho mai contate! Ritengo che Padre Pio si inscriva in quella sequela dei grandi mistici che hanno una caratteristica: la profondissima partecipazione alla croce di Cristo, perché portano su di sé la grande tragedia dell’uomo d’oggi, l’ateismo.
Padre Pio, santa Gemma Galgani, santa Teresa Benedetta della Croce, Madre Teresa, il Curato d’Ars: hanno tutti questa profonda esperienza di sedersi a tavola con i peccatori, di vivere la loro esperienza, di portare, in maniera diversa, il peso dell’agonia del Getsemani, testimoniando l’amore di Cristo che prende su di sé il dolore dell’uomo che ha lasciato la casa del Padre e non vuol ritornare, pur sentendo nel suo cuore che si sta meglio nella casa del Padre che a pascolare porci…
L’uomo d’oggi continua a pensare che si possa vivere come se Dio non ci fosse; e vediamo la devastazione che questo ha causato.

C’è una profezia di suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima di cui il 13 febbraio scorso è cominciato il processo di beatificazione, che riguarda “lo scontro finale tra il Signore e regno di Satana”. E il campo di battaglia è la famiglia. Vita e famiglia. Non tutti sanno che Lei ebbe da Giovanni Paolo II l’incarico di ideare e fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia che oggi ne porta il nome (il card. Caffarra ne è Professore Emerito, ndr).

Il Card. Caffarra e la Madonna di San Luca

Sì. All’inizio di questo lavoro affidatomi dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, ho scritto a suor Lucia di Fatima, attraverso il vescovo perché direttamente non si poteva fare. Inspiegabilmente, benché non mi attendessi una risposta, perché chiedevo solo preghiere, mi arrivò dopo pochi giorni una lunghissima lettera autografa – ora negli archivi dell’Istituto – in cui è scritto: lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. Non abbia paura, aggiungeva, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo.
E poi concludeva: ma la Madonna gli ha già schiacciato la testa. Si avvertiva, anche parlando con Giovanni Paolo II, che questo era il nodo, perché si toccava la colonna portante della creazione, la verità del rapporto fra l’uomo e la donna e fra le generazioni. Se si tocca la colonna portante crolla tutto l’edificio, e questo adesso noi lo vediamo, perché siamo a questo punto, e sappiamo. E mi commuovo, leggendo le biografie più sicure di Padre Pio, di come quest’uomo fosse attento alla santità del matrimonio, alla santità degli sposi, anche con giusto rigore più di una volta.

[Fonte: Voce di Padre Pio, marzo 2008 (pag. 72-74)]





[Modificato da Caterina63 19/06/2015 09:24]
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17/12/2015 23:07
 
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  Quella che segue è la traduzione dall’inglese di un’intervista che Art Bell fece a Padre Malachi Martin, il 13 luglio 1998. Padre Malachi Martin morì l’anno successivo.


Art Bell: So che ha fatto un voto di silenzio o di segretezza. Ha letto il Terzo Segreto. Le è stato mostrato. È vero?


Malachi Martin: Sì, mi è stato dato da leggere una mattina agli inizi del febbraio 1960. E naturalmente, prima di leggerlo, ho dovuto pronunciare un semplice giuramento come si fa in genere per mantenere un segreto. Perciò non posso comunicarne i dettagli, cioè le espressioni usate.


Art Bell: Se questo Terzo Segreto di Fatima fosse reso pubblico, sarebbe uno scandalo per le persone e per la Chiesa?


Malachi Martin: Potrebbe essere. E proprio questa è una delle ragioni per cui non è stato pubblicato; ed è per questo che giace in un limbo; da cui difficilmente riuscirà ad uscire. Sarebbe uno scandalo. Su questo non ci sono dubbi. Avrebbe effetti differenti sulle persone, Art.


– Alcune persone, se sapessero che questo è l’autentico Terzo Segreto di Fatima, si arrabbierebbero terribilmente.


– Some people would, on being told this is authentically the Third Secret of Fatima, they would get extremely angry. –


Art Bell: Oh, capisco. Mi creda, Padre, capisco. Ciò che segue è la trascrizione del Terzo Segreto di Fatima come forse l’ha letto Art Bell il 14 maggio 1998 (34 minuti e 38 secondi dopo l’inizio del suo programma). E ho iniziato con questo preambolo: “Ok. Non ho nessun diritto di dire che ciò che segue è autentico. Non ho nessun modo di saperlo. Tutto ciò che posso dirvi è che sento che è vero. Sembra che sia il Terzo Segreto di Fatima. Lo deciderete voi stessi. Eccolo:
“Una grande piaga colpirà l’umanità. In nessuna parte del mondo vi sarà ordine. Satana controllerà anche le posizioni più elevate in modo da determinare l’andamento delle cose. Avrà successo nel sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere una vasta parte dell’umanità in pochi minuti. Satana avrà il suo potere. I potenti che comandano le persone le sproneranno a produrre enormi quantità di armi. Dio punirà gli uomini più duramente del Diluvio. Sarà il tempo di tutti i tempi e la fine di tutte le fini. Il grande e il potente morirà con il piccolo e il debole. Anche per la Chiesa sarà il tempo della sua prova più grande. I cardinali si opporranno ai cardinali. I vescovi si opporranno ai vescovi. Satana camminerà fra loro. E a Roma si verificheranno dei cambiamenti. La Chiesa sarà oscurata e il mondo sarà scosso dal terrore. Nella seconda metà del XX secolo scoppierà una grande guerra. Dal cielo cadrà fuoco e fumo. Le acque degli oceani si vaporizzeranno e il vapore salirà e inonderà tutto. L’acqua dell’oceano si trasformerà in un velo di vapore. Milioni e milioni di persone moriranno di ora in ora. Coloro che resteranno vivi invidieranno i morti. Ovunque si getterà il proprio sguardo si vedrà angoscia, miseria, rovina in ogni nazione. Il tempo si sta avvicinando. L’abisso si spalanca senza speranza. Il buono muore con il cattivo. Il grande con il piccolo. I principi della Chiesa con i fedeli. I governanti con il loro popolo. Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dai non credenti e dai folli seguaci di Satana, che allora, e solo allora, avranno il controllo del mondo. Alla fine, quelli che sopravvivranno, proclameranno nuovamente Dio e la Sua Gloria ad ogni occasione e Lo serviranno come quando il mondo non era depravato.

Art Bell: Ecco. Padre Martin?
Malachi Martin: Sì, Art?
Art Bell: Nessun commento?

Malachi Martin: L’ho sentito e suppongo che la risposta moderata che dovrei dare consta di due parti, proprio, due dichiarazioni. Non è il testo che mi è stato dato da leggere nel 1960. Ci sono alcuni elementi che appartengono al testo.

Art Bell: Perciò, in altre parole… sto cercando di procedere il più cautamente possibile… in altre parole, sta suggerendo che non è precisamente quello che lei aveva, ma ci sono alcuni elementi in ciò che lei ha appena sentito…?

Malachi Martin: Sì, ci sono alcuni elementi che appartengono al Terzo Segreto. Questa è forse la risposta più moderata che posso dare.

Art Bell: Ok, va bene, non le chiederò di dirmi altro, ma tenendo a mente ciò che ho appena letto, potrebbe considerare che il Terzo Segreto sia così traumatico com’è stato suggerito in ciò che ho letto, o ancora di più?

Malachi Martin: Di più.
Art Bell: Di più?
Malachi Martin: Sì, di più. Molto di più. Il… senza… di nuovo… sai, Art, procedendo molto cautamente, l’elemento centrale del Terzo Segreto è terribile. E non è in quel testo.
Art Bell: Non è nel testo?
Malachi Martin: No, non c’è, grazie a Dio.

Art Bell: Ora, immagino che dovrei chiederle questo. Capisco che avete fatto un voto, ma avete considerato che lo shock che potrebbe cambiare le cose, potrebbe essere in questo messaggio, potrebbe essere che… dovrebbe essere rivelato.

Malachi Martin: Sono pienamente d’accordo con la sua ultima frase. Dovrebbe essere rivelato, ma questo è molto difficile, Art. Io sono un uomo piccolissimo. Non ho alcuna autorità pubblica per farlo. Non so se quella sarebbe la volontà di Dio. E dato che avrebbe effetti terribili non soltanto sui Cristiani, ma su molti altri, non posso prendere questa decisione. Capisce quello che sto cercando di dire?

Art Bell: Padre, come le è stato mostrato il Terzo Segreto?

Malachi Martin: Il cardinale che me lo ha mostrato era presente all’incontro tenuto da Papa Giovanni XXIII in quell’anno, il 1960, per far conoscere ad un certo numero di cardinali e prelati ciò che lui intendeva fare con il Segreto. Ma Giovanni XXIII, Papa Giovanni XXIII, che era Papa nel 1960, non pensava che il Segreto dovesse essere pubblicato. A quel tempo avrebbe compromesso le sue negoziazioni in corso con Nikita Kruschev, il leader di tutti i Russi. Aveva anche un differente punto di vista riguardo alla vita e lo ripeté, molto concisamente e persino sprezzantemente, due anni fa, all’apertura del Concilio Vaticano, nel bel mezzo del suo discorso dell’11 ottobre 1962 in San Pietro ai vescovi riuniti, convenuti per il Concilio Vaticano, e ai visitatori (l’enorme basilica era affollata); derise, con arroganza, e si oppose a coloro che chiamava “profeti di sventura”. E nessuno, nella propria mente, fu sfiorato dal dubbio che stesse parlando dei tre profeti di Fatima.
Art Bell: Alcune persone all’interno della Chiesa minimizzano il contenuto del Terzo Segreto.
Malachi Martin: Assolutamente.
Art Bell: E ci sono altre persone che non minimizzano affatto.
Malachi Martin: Esagerano.
Art Bell: Esagerano. Perciò senza minimizzare od esagerare lei mi sta dicendo che nel Terzo Segreto c’è qualcosa di più orribile di quello che ho appena letto.

Malachi Martin: Oh sì, Art, è così. Perché quello che lei ha appena letto è, essenzialmente, è l’attacco furioso delle forze della natura… sicuramente, satana sta camminando, ecc., qualcosa del genere, fra gli uomini… ma, essenzialmente, è come se la natura si rivoltasse contro la razza umana.
Questo è, essenzialmente, con tutte queste terribili catastrofi, un castigo, e questa non è l’essenza del Terzo Segreto, e comunque non è la parte spaventosa.

– That’s essentially, through all these terrible catastrophes a chastisement, and that’s not the essence of the Third Secret, not the frightening one. –
Art Bell: Wufff!

Malachi Martin: Sì. Oltrepassa l’immaginazione. (Alcuni minuti dopo).
Art Bell: Padre, che peso dà a tutte le rivelazioni di Fatima?
Malachi Martin: Considero che siano l’evento chiave che spiega la fortuna (sempre maggiore) dell’organizzazione del Cattolicesimo Romano e l’evento determinante del futuro prossimo della Chiesa (nel millennio successivo, il terzo millennio). E’ l’evento determinante. Ed ecco perché gli uomini forti (e con uomini forti intendo… vedi, Art, quando parliamo di uomini forti, la cosa divertente riguardo a questa abilità politica, è che sono persone, persone che praticano l’arte della politica, come Casaroli, che è appena morto, o Papa Giovanni Paolo II; sono quelli che le persone notano sempre come grandi figure nella storia, come Napoleone, Hitler, Stalin. Hanno il desiderio di un potere indistruttibile! E loro possono opporsi al compatto desiderio di milioni di persone e riescono a imporre il proprio punto di vista (anche se soltanto fino ad un certo punto, fino a quando crollano, fino a quando non fanno un fiasco, come diciamo noi in Inghilterra). Allo stesso modo, a Roma, ci sono persone che hanno forti volontà. Vivono tutta la loro vita utilizzando la propria abilità politica. Si occupano di macro-governo. Non è soltanto una religione, è un destino. Loro sono là, fra i grandi.
Art Bell: Qual è il ruolo della Chiesa riguardo a ciò che molti indicano come il prossimo governo mondiale, un unico controllo mondiale ?
Malachi Martin: Ho due risposte, Art, brevissime. Una è la risposta che è già stata scelta alla fine di questo millennio dai leader, dai manager, dai prelati, dal papato e la seconda è quella che, a volte, pensiamo sarà la risposta di Dio. La risposta in questo momento è questa: (da Giovanni XXIII a Paolo VI ed ora a Giovanni Paolo II) lasciateci cooperare. Come ha detto Paolo VI nel suo famoso discorso del dicembre 1965: “Lasciateci cooperare con l’uomo per costruire il suo habitat.” E Giovanni Paolo II era un ardente sostenitore della tendenza verso un governo mondiale per ragioni geopolitiche. Lui vuole introdurre il suo tipo di Cristianità e, naturalmente, il suo tipo di Cattolicesimo, ma è certamente a favore di un governo mondiale. Quando si è rivolto alle Nazioni Unite, nella sua lunga lettera, questo è stato il suo saluto: “Io, Giovanni, vescovo di Roma e membro dell’umanità.” Certo, non era più, diciamo, Pio IX o Pio X, il quale, all’inizio di questo secolo, avrebbe detto: “Io sono il vicario di Gesù Cristo. Se non ascoltate la mia voce, sarete dannati per sempre. Non parteciperemo ad alcun progetto governativo, ad alcun piano politico che non riconosca il regno di Cristo.” Questo è ciò che è completamente assente. Ora c’è una politica di cooperazione per la costituzione dell’Unione Europea, con le Nazioni Unite e il Vaticano, e la Chiesa è in lista nella lotta fra l’assemblea generale delle Nazioni Unite e le organizzazioni non-governative.
Art Bell: Quindi tutto ciò è ben avviato?
Malachi Martin: Ben avviato! Questa è la risposta e, si ricordi, che il Vaticano, sul colle del Vaticano, ha all’incirca più di 140 ambasciatori di nazioni diverse . Costituisce una parte integrante della nostra vita internazionale. Ha ambasciatori e rappresentanti in più di 90 nazioni, compresi la Russia ed Israele ed ha alcuni rappresentanti a Pechino, non ancora con uno stato diplomatico, ma presto otterranno anche quello.
Art Bell: E ancora, Padre Martin, riferendomi a ciò che ho letto, che Lei ha definito parzialmente rilevante, si potrebbe pensare che la persona che l’ha scritto è stata messa al corrente, in qualche modo, del testo originale?
Malachi Martin: Sì, sì, sì, certamente, almeno l’ha sentito, non l’ha letto.
Art Bell: Capisco. (più tardi, nel programma)

Art Bell: Ok, eccoci di nuovo qui. Voglio leggere velocemente ancora alcune cose, Padre, una di un amico australiano, che dice: “Alcuni anni fa, a Perth, un prete gesuita mi ha detto qualcosa di più sul Terzo Segreto di Fatima. Ha detto, fra le altre cose, che l’ultimo papa sarebbe stato sotto il controllo di satana. Papa Giovanni svenne, pensando che avrebbe potuto essere lui. Siamo stati interrotti prima che avessi potuto ascoltare il resto.” Ha qualche commento?

Malachi Martin: Sì. Sembra che stesse leggendo o che gli fosse stato rivelato il testo del Terzo Segreto.
Art Bell: Oh, mio Dio!

(later in the program)
Art Bell: All right, here we go. Just a couple of things I want to quickly read, one from a friend in Australia, Father who says, “I had a Jesuit priest tell me more of the Third Secret of Fatima years ago, in Perth. He said among other things, the last pope would be under control of Satan. Pope John fainted, thinking it might be him. We were interrupted before I could hear the rest.” Any comment on that?
Fr. Martin: Yes. It sounds as if they were reading or being told the text of the Third Secret.
Art Bell: Oh my!

riporto il transcript originale in inglese:

ART BELL MALACHI MARTIN – transcript

Art Bell: It is my understanding that you have taken a vow of silence or secrecy. You have read the Third Secret. It was shared with you. Is that correct?

Fr. Martin: Yes, it was given to me to read one morning, early, in February 1960. And of course, before I got it I had to a simple oath you always take of maintaining the secret. So the details of it I cannot communicate – I mean, the actual verbiage and expressions.

Art Bell: If this Third Secret of Fatima were made public, could it be the shock that the public, that the Church, needs?

Fr. Martin: It could be. And that is one reason why it is not published; why it sunk into a limbo; out of which it is not going to come easily. It would be a shock. There’s no doubt about that. It would effect people in different ways though, Art.
Some people would, on being told this is authentically the Third Secret of Fatima, they would get extremely angry.

Art Bell: Oh I understand. Believe me, I understand, father.

Art Bell: The following is a transcription of what is possibly the Third Secret of Fatima as read by Art Bell on 5-14-98 at 34 minutes and 38 seconds into the program. And I began it with this preamble: “All right. I in no way warrant the following as being authentic. I have no way of knowing. All I can tell you is, it feels real. It is alleged to be the Third Secret of Fatima. You decide for yourself. Here we go.

A great plague will befall mankind. No where in the world will there be order. Satan will rule the highest places determining the way of things. He will succeed in seducing the spirits of the great scientists who invent arms, with which it will be possible to destroy a large part of humanity in a few minutes. Satan will have his power. The powerful who command the people will incite them to produce enormous quantities of arms. God will punish man more thoroughly than with the Flood. There will come the times of all times, and the end of all ends. The great and powerful will perish together with the small and weak. Even for the Church, it will be the time of its greatest trial. Cardinals will oppose cardinals. Bishops will oppose bishops. Satan will walk among them. And in Rome, there will be changes. The Church will be darkened and the world will be shaking with terror. One great war will erupt in the second half of the twentieth century. Fire and smoke will fall from the sky. The waters of the oceans will change into steam, and the steam will rise and overflow everything. The waters of the ocean will become mist. Millions and millions of people will die from hour to hour. Whoever remains alive will envy the dead. Everywhere one turns his glance there is going to be anguish and misery, ruins in every country. The time draws nearer. The abyss widens without hope. The good to perish with the bad. The great with the small. The princes of the Church with the faithful. The rulers with their people. There will be death everywhere because of the errors committed by non-believers and crazy followers of Satan, which will then, and only then, take control over the world. At the last, those who survive, will at every chance, newly proclaim God and His glory, and will serve Him as when the world was not so perverted.

Art Bell: That’s it. Fr. Martin?

Fr. Martin: Yes, Art?

Art Bell: Any comments on that?

Fr. Martin: I’ve listened to that, and I suppose the measured response I should give to it is this, in two parts, really, two statements. It is not the text, which was given to me to read in 1960. There are elements in it, which belong in the text.

Art Bell: So, in other words… I’m trying to step as carefully as I can… in other words, you’re suggesting that this is not precisely what you had but there are elements of what you just heard…?

Fr. Martin: Yes, there are elements, which do belong, in the Third Secret. That’s about the most measured response I could give to it.

Art Bell: Okay, that’s fine, and I won’t ask you to say more but bearing in mind what I just read, would you consider the Third Secret to be as traumatic as is suggested in what I read or more so?

Fr. Martin: More so.

Art Bell: More so?

Fr. Martin: More so, yeah. Much more so. The…without…again…you know Art, stepping very carefully, the central element in the Third Secret, is awful. And it’s not in that text.

Art Bell: Its not in the text?

Fr. Martin: No its not, thank God.

Art Bell: Now, I guess I would ask this. I understand you have taken an oath, but have you considered that the shock that is required to turn things around, may be this very serious, it may be that … it should be revealed.

Fr. Martin: To your last sentence, I fully assent. It should be revealed, but here is my difficulty, Art. I’m one small little man. I have no public authority to do that. I do not know if that will be the will of God. And since it would have such dire effects on much more than Christians, and many others, I can’t make that decision. Do you understand what I am trying to say?

Art Bell: Father, in what manner were you shown the Third Secret?

Fr. Martin: The cardinal who showed it to me had been present at a meeting held by Pope John XXIII in that year, 1960, to outline, to a certain number of cardinals and prelates what he thought should be done with the Secret. But John XXIII, Pope John XXIII, the pope in 1960, did not think that he should publish the Secret. It would ruin his, at that time, ongoing negotiations with Nikita Kruschev, the boss of all the Russians. And he also had a different outlook on life, which, in two years later, opening the Vatican council, he echoed very succinctly and almost contemptuously in the middle of his speech on October 11, 1962 in St. Peter’s to the assembled bishops who had come to the Vatican council, and the visitors, the place was crowded, huge basilica, he derided, contemptuously, that He was against the people he called “prophets of doom.” And there was no doubt in any of our minds he was talking about the three prophets of Fatima.

Art Bell: There are those within the Church who minimize what is contained in the Third Secret.

Fr. Martin: Absolutely.

Art Bell: And then there are others who don’t minimize it at all.

Fr. Martin: They exaggerate.

Art Bell: They exaggerate. So without minimizing or without exaggerating, you’re telling me what’s in the Third Secret is more horrible than what I just read.

Fr. Martin: Oh yes, Art, it is. Because, what you have just read, essentially, it is the onslaught of natural powers … sure, Satan is walking, etc, like that amongst man…but essentially it is as if nature revolted against the human race. That’s essentially, through all these terrible catastrophes a chastisement, and that’s not the essence of the Third Secret, not the frightening one.

Art Bell: Wufff!

Fr. Martin: Yes. It does stagger the imagination.

(A few minutes later)

Art Bell: Father, how much weight do you give to the entire Fatima revelations?

Fr. Martin: I consider it to be the key event in the climbing fortune of the Roman Catholic organization, and the defining event for the near future of the Church in the next millennium, the third millennium. It’s the defining event. And that is why strong men, strong men but I mean…you see, Art, when we speak about strong men, the amazing thing about this state craft, people, people who practice the craft of state, like Casaroli who just died, or Pope John Paul II, its what people always remark about great figure in history, like Napoleon, like Hitler, like Stalin. They had a will of indestructible power! And they could oppose the united wills of millions and make their point of view stick, to a certain degree anyway, until they fell, till they became a cropper, as we say in England. And similarly, in Rome there are men with strong wills. They’re in state craft all their lives. They are engaged in macro-government. Not merely a religion, but in fate. They’re up there amongst the greats. And THEY will not touch this with a large pole.

Art Bell: In what way does the Church have role in what many see coming as a one world government, a one world control point?

Fr. Martin: Two responses to that, Art, very brief responses. One is, the response already chosen by the leaders, by the managers, by the prelates, by the papacy, at the end of this millennium, and then there is what one sometimes thinks will be God’s response. The response of the present moment is this: Beginning with John XXIII, and then with Paul VI, and now with John Paul II, the response is: Let us cooperate. It has joined, as Paul VI said in his famous speech in December 1965: “Let’s cooperate with man to build his habitat.” And John Paul II is an ardent supporter of, the tendency to one world government for geopolitical reasons. He wants to bring in his brand of Christianity, of course, and Catholicism, but he certainly is in favor of it [one world government]. When he addressed the United Nations, in his last big letter to them, he salute was this: “I, John, bishop of Rome, and a member of humanity.” Now this was no longer, let’s say, Pius IX or Pius X. Pius X would have said at the beginning of this century: “I am the vicar of Jesus Christ. If you do not listen to my voice, then you are going to be damned forever. We will not participate in any government behavior, in any government plans that do not recognize the kingship of Christ.” That is completely absent. There now is the policy of cooperation with the formation of the European Union, cooperation with the United Nations, and the Vatican and the Church has entered the list in the struggle amongst the general assembly of the United Nations, and in the non-governmental organizations.

Art Bell: So it is well under way?

Fr. Martin: Well under way! That is the response, and remember, the Vatican has, on Vatican hill, it has about, what, the figure varies, over one hundred and forty ambassadors from the nations. It is an integral part, and has built itself into it over the centuries of our international life. And it has ambassadors and representatives in over ninety countries, including Russia, including Israel, and it has its representative in Beijing, not quite diplomatic status yet, but they will get to that.

Art Bell: Again, Fr. Martin, referring to what I read, which you said had a partial relevance,?
would you imagine that the person who wrote this had been privy in some way to the original text

Fr. Martin: Yes, yes, yes, certainly, at least by word of mouth, not by reading.

Art Bell: I understand.

(later in the program)

Art Bell: All right, here we go. Just a couple of things I want to quickly read, one from a friend in Australia, Father who says, “I had a Jesuit priest tell me more of the Third Secret of Fatima years ago, in Perth. He said among other things, the last pope would be under control of Satan. Pope John fainted, thinking it might be him. We were interrupted before I could hear the rest.” Any comment on that?

Fr. Martin: Yes. It sounds as if they were reading or being told the text of the Third Secret.

Art Bell: Oh my!






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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15/02/2016 00:28
 
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  Fatima: luce e pace 
   

«La cosa più dolce per un figlio è onorare la madre e pensare all’amore di cui è stato oggetto» 
(Prosper Guéranger, osb).

  

Non può non rimanere fortemente impressionato il pellegrino che ha la possibilità di fermarsi davanti alla preziosa corona che viene posta sulla statua della Madonna di Fatima e poter vedere, all’interno della stessa corona, incastonato il proiettile che trapassò il corpo di Giovanni Paolo II, nell’attentato di cui fu vittima in piazza san Pietro il 13 maggio 1981. «Una mano materna mi ha protetto», dirà il Papa, sapendo che quello era il giorno dell’apparizione a Fatima e per questo ha voluto che quel proiettile andasse ad aggiungersi ai tanti oggetti che impreziosiscono il museo "Luce e pace", allestito da alcuni anni ai margini della grande piazza: si tratta di uno spazio espositivo che è un vero itinerario di spiritualità.

Il visitatore è invitato ad entrare in un passaggio scuro fino a giungere ad una grande fotografia che rappresenta la tragedia della prima guerra mondiale (1914-1918): in quelle ore tenebrose di odio e violenze la Madonna apparve a tre pastorelli, Francesco, Giacinta e Lucia, il 13 maggio 1917, portando un messaggio di luce, di pace, di speranza. Un tunnel in penombra rappresenta simbolicamente il cammino che Dio propone all’umanità attraverso il messaggio di Fatima: dalla guerra alla pace; dalla notte al giorno; dalle tenebre alla luce. Al termine del percorso ci si trova in una zona illuminata dove si ammira la figura dell’Angelo del Portogallo, che apparve per tre volte nel 1916: egli preparò il cuore dei piccoli veggenti al grande evento dell’apparizione della Madonna.

È stato quello uno dei periodi più oscuri e burrascosi che la storia europea ricordi: odio e lotta contro la religione, ateismo imperante nella cultura e nella società, guerre e distruzioni, con milioni di morti. Anche la piccola Nazione portoghese fu travolta dall’ondata di ateismo e di persecuzione e in questa situazione la Madonna apparve per sei volte affidando ai tre fanciulli un messaggio di speranza e di amore, invitando alla preghiera, conversione e riparazione.

L’icona o immagine riassuntiva del messaggio di Fatima è il Cuore immacolato di Maria, alla cui devozione ha dedicato tutta la vita la veggente Lucia, morta il 13 maggio del 2005. Francesco e Giacinta, come aveva loro preannunciato la Mamma celeste, morirono ben presto, dopo sofferenze e tanti rosari, e furono beatificati il 13 maggio 2000 a Fatima.

Il cuore sta ad esprimere l’amore e la premura di Maria, quindi del Signore, nei confronti degli uomini; un cuore immacolato, colmo di grazia, totalmente disponibile alla volontà del Padre; un cuore incoronato di spine, per dire l’incomprensione umana, il tradimento, l’infedeltà e il dispiacere di una madre a non vedere raccolti i suoi figli in un’unica famiglia di Dio.

La Madonna è venuta ancora una volta a riproporre l’amore di Dio, a richiederne corrispondenza e conversione, fedeltà al Vangelo e soprattutto «preghiera e penitenza». Di qui la richiesta fatta in tutte le apparizioni di dire ogni giorno il rosario e di avere una profonda devozione al suo Cuore immacolato.

«Al riprendere conoscenza – dirà Giovanni Paolo II davanti alla Madonnina un anno dopo l’attentato – il mio pensiero si rivolse immediatamente a questo Santuario di Fatima, per deporre nel cuore della Madre celeste la mia gratitudine per avermi salvato dal pericolo. Ho visto in tutto l’accaduto – non mi stanco di ripeterlo – una speciale protezione materna della Madonna. E per coincidenza – non ci sono semplici coincidenze nei disegni della divina Provvidenza – ho visto anche un invito e, chissà, una chiamata per ricordare il messaggio partito di qui tramite i tre pastorelli, figli di umile gente di campagna».

L’8 ottobre del "Grande Giubileo" del 2000, Papa Wojtyla fece portare in Vaticano la statua della Madonna di Fatima per consacrare a lei il terzo millennio con la decisa affermazione: «Sono tempi duri quelli che viviamo; però la certezza è che non sarà il male ad avere l’ultima parola. Perché Maria ha detto: "Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà"».

Giovanni Ciravegna









Tornerò a Fatima... dopo la mia morte

dal Numero 7 del 14 febbraio 2016
di Giovanni De Marchi

Molti conoscono le celebri apparizioni di Fatima, a pochi invece sono noti gli ultimi momenti della preziosa vita dei piccoli Veggenti. Il 20 febbraio 1920, data che poi fu scelta per la memoria dei due Beati pastorelli, moriva Giacinta Marto, 10 anni, nel letto di un Ospedale lontana dalla famiglia, come le aveva anticipato la Madonna...

Giacinta si trovava tanto bene nella “casa della Madonna di Fatima”, come ella chiamava l’orfanotrofio della Madonna dei Miracoli, che quasi dimenticava la sua terra, la famiglia e, chissà, forse anche Lucia.
La fanciulla, tuttavia, non era ancor giunta alla cima del suo calvario e non aveva ancor bevuto fino all’ultima stilla il calice del dolore. Gesù, per completare la sua opera, venne a chiederle altre separazioni: la separazione dalla madrina (la superiora della casa) Madre Godinho, e la separazione da Lui stesso, nascosto nel Tabernacolo della Madonna dei Miracoli. All’ospedale non c’era “Gesù nascosto”, né?la Madre!
Il dott. Lisboa, in verità, illudendosi di poter ancora salvare la fanciulla, ottenne infine di poterla ricoverare nell’ospedale di Don Estefania. Infatti, pochi giorni dopo, il 2 febbraio 1920, fece la sua entrata nella sala n. 1 dell’ospedale, occupando il letto n. 38, dell’infermeria dei bambini.
Giacinta era là, una dei tanti. L’ambiente dove si trovava ora era tanto freddo e desolato. Che differenza tra quell’infermeria e la semplice stanza in via Estrela. Quando la madrina la lasciò, Giacinta rimase sola e triste. Non c’era più nessuno con cui potesse liberamente parlare delle sue cose: soprattutto non c’era Gesù!
Ciò che maggiormente la faceva soffrire, però, era il vedere alcune infermiere ed altre persone che venivano a visitare gli ammalati, attraversare la corsia in un abbigliamento poco modesto. «A che serve tutto quello?» diceva, riferendosi a determinati abbigliamenti e acconciature. «Se sapessero che cos’è l’eternità!». Parlando poi di alcuni medici, che essa giudicava increduli, li compassionava dicendo: «Poveretti! Non sanno ciò che li aspetta!». La fanciulla affermava che la Madonna le era nuovamente apparsa e le aveva comunicato che il peccato che trascina più gente alla perdizione era il peccato della carne; era necessario abbandonare il lusso; non dovevano ostinarsi nel peccato come avevano fatto fino allora; era necessario far penitenza.
Tutti i giorni Madre Godinho veniva a visitare Giacinta. Erano momenti deliziosi di cui la piccola approfittava con gioia per sfogare le sue pene e fare a lei le sue confidenze. Assieme alla Religiosa venivano pure Dona Maria Amelia de Sande e Castro ed altre persone amiche. Una volta comparve anche il padre, signor Marto, per vedere la sua figliola. Fu però una visita fugace, perché il buon uomo doveva tornare a Fatima dove altri figli erano a letto e reclamavano la sua presenza.
Il giorno 10 febbraio Giacinta fu operata. Dovette soffrire immensamente, poiché non la si poté addormentare con l’etere, ma le si fece solo l’anestesia locale, causa l’estrema debolezza in cui si trovava. Ciò però che la fece soffrire di più fu l’umiliazione di vedersi svestita. Madre Godinho, che assisté fino al momento dell’operazione la fanciulla, ci riferisce che pianse molto vedendo il suo corpicciolo nelle mani dei medici.
Il risultato dell’operazione, fatta dal dott. Castro Freire, assistito dal dott. Elvas, sembrava incoraggiante. Dal lato sinistro furono cavate due costole e la piaga era tanto larga che era possibile introdurvi una mano. Soffrì dolori atroci, dolori che si rinnovavano tutte le volte che la ferita era medicata. «Ahi, Madonna mia! Ahi, Madonna mia!» era il suo unico gemito. Oppure: «Pazienza, tutti dobbiamo soffrire per andare in Cielo». Nessuno l’udiva lamentarsi. Sopportava tutto con la rassegnazione dei Santi: per espiare, come Gesù, non i suoi, ma i peccati degli altri. Più che mai Giacinta poteva dire a Gesù: «Ora puoi convertire molti peccatori, perché soffro molto!». 
Nel periodo di questo orribile martirio, la Vergine non aveva dimenticato la piccola vittima. Ogni tanto si abbassava sul letto su cui Giacinta giaceva crocifissa.
Quattro giorni prima di portarla definitivamente in Cielo la Bianca Signora di Fatima le tolse tutti i dolori. «Ora – confidava alla Madre Godinho – non mi lamento più. La Madonna mi apparve di nuovo e mi disse che presto verrà a prendermi e mi ha fatto scomparire tutti i dolori».
«Veramente, con la felice apparizione avvenuta in piena infermeria – racconta il dott. Lisboa – scomparvero tutti i dolori, e cominciò a desiderare di giocare e distrarsi, cosa che faceva guardando cartoline ed immagini religiose, fra le quali una rappresentante la Madonna di Sameiro che ella diceva essere quella che maggiormente le faceva ricordare la Madonna apparsale. Varie volte fui avvisato che la fanciulla desiderava una mia visita perché voleva rivelarmi un segreto. Essendo molte le mie occupazioni cliniche, ed essendo le notizie sul suo stato di salute alquanto migliori, rimandai, ma disgraziatamente non la potei più vedere».
Quando la madrina, che veniva a passare con lei tutti i giorni lungo tempo per farle compagnia, e soprattutto per edificarsi al contatto di quell’angelo di Cielo, si sedeva ai piedi del letto, ove era apparsa la Vergine, subito Giacinta protestava: «Si tolga di lì, madrina, perché lì stava la Madonna». Poco prima di morire, qualcuno le domandò se desiderava veder la mamma. «La mia famiglia – rispondeva la fanciulla – durerà poco tempo. Presto ci incontreremo in Cielo. La Madonna apparirà un’altra volta, non a me, perché di certo morrò, come mi disse Lei».
Giunse infine il giorno 20 febbraio, giorno fissato dalla bella Madonna della Cova per venire a prendere la sua piccola amica di Fatima. Era un venerdì di carnevale.
«Nel pomeriggio di quel 20 febbraio, alle diciotto, la fanciulla disse che si sentiva male e che desiderava ricevere i santi Sacramenti – depone il dott. Lisboa –. Fu chiamato il parroco della chiesa degli Angeli, dott. Pereira dos Reis, che ne ascoltò la Confessione verso le ore venti. Mi dissero che la fanciulla aveva insistito perché le portassero il Viatico, ma in questo il parroco non fu d’accordo, trovandola apparentemente ancora in condizioni non allarmanti; le promise di portarle Gesù il giorno seguente. Nuovamente la bambina insisté per ricevere la santa Comunione, dicendo che presto sarebbe morta. Ed infatti alle ore ventidue e mezzo si spense serenamente senza essersi comunicata».
Prezioso fiorellino di Fatima! Che il tuo profumo continui ad imbalsamare questa povera terra contaminata da tanti miasmi! Che la tua vita angelica sia luce che dirige alle altezze del bene! Che il tuo martirio sia stimolo al sacrificio! Che la tua morte apra, a chi non conosce la vera vita, le porte della Vita!
La notte del 20 febbraio, come era solita fare, la Vergine era venuta per l’ultima volta a visitare l’ammalata, ed era tornata in Cielo con quell’anima candida, lasciando qual ricordo alla terra e agli uomini le sue spoglie verginali. Gli altri ammalati continuarono a dormire, solo la giovane infermiera Aurora Gomes – “la mia Aurorina”, si compiaceva di chiamarla Giacinta – vegliava vicino a lei. 
Al mattino presto, cominciò a spargersi fra i Cattolici di Lisbona una notizia sensazionale: Giacinta, una delle privilegiate fanciulle che avevano visto la Madonna, era morta. Quel piccolo corpo, che tre anni di mortificazioni ed un anno e mezzo di martirio avevano santificato, fu ricoperto con un vestitino bianco, stretto ai fianchi da una fascia azzurra: i colori della Vergine (la bimba ne aveva espresso il desiderio). 
Il signor Antonio Almeida, agente delle pompe funebri che stette di guardia alla salma esposta nella chiesa degli Angeli nei tre giorni che precedettero il funerale, disse: «Mi sembra di vedere ancora l’angioletto. Ho visto molti morti, piccoli e grandi, ma non mi avvenne mai di vedere una tal cosa... Il più grande incredulo non potrebbe dubitarne. Si pensi all’odore che molte volte emanano i cadaveri... la fanciulla era morta da tre giorni e mezzo ed il suo odore era come quello di un mazzo composto dei più svariati fiori...».
«Io tornerò a Fatima, ma solo dopo la mia morte», aveva detto Giacinta alla madrina in uno dei suoi ultimi giorni d’esilio. La predizione della fanciulla si realizzava più tardi, il 12 settembre 1935, quando il Vescovo di Leira decise di trasportare i resti mortali della piccola Veggente nel cimitero di Fatima. Prima di partire da Vila Nova de Ourém, dove era stata sepolta, la cassa di zinco fu aperta e con grande meraviglia di tutti gli astanti il volto della bambina apparve perfettamente incorrotto. Di quel volto fu fatta una fotografia ed una copia fu inviata a Lucia, che si trovava già in Convento, e che così rispondeva al Vescovo di Leira: «Ringrazio, riconoscentissima, per le fotografie. Quanto mi siano care non lo posso dire, in special modo quella di Giacinta [...]: quasi assorta, provai la più grande gioia illudendomi di rivedere la mia più intima amica di fanciullezza. Ho fiducia che Gesù, per la gloria della Santissima Vergine, le concederà l’aureola della santità. Ella era fanciulla solo per l’età, ma sapeva già praticare la virtù e mostrare a Dio e alla Santissima Vergine il suo amore nella pratica del sacrificio...».     

tratto da “Era una Signora più splendente del sole





«Morirò tutta sola»
     

"Esprimo la mia riconoscenza a Giacinta per i sacrifici per il Santo Padre, che aveva visto soffrire"
(Giovanni Paolo II).
  

La sera del 20 febbraio 1920, sola, come la Madonna le aveva annunciato, moriva la più piccola dei veggenti di Fatima, Giacinta Marto.

Nel mese di febbraio ricorreva dunque l’anniversario della sua partenza per il Cielo e la Chiesa celebra la sua memoria da quando, il 13 maggio 2000, a Fatima, è stata proclamata Beata da Giovanni Paolo II insieme al fratello Francesco, anch’egli testimone e protagonista delle apparizioni di Fatima.

Chi era la piccola Giacinta Marto? E come è possibile che una bambina di soli dieci anni – ne aveva sette al tempo delle apparizioni – possa aver scalato in così poco tempo la vetta della santità tanto da indurre la Chiesa a elevarla alla gloria degli altari?

Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto.
Aljustrel (Fatima), la casa natale di Giacinta e Francesco Marto (foto Del Canale).

«Io prometto...»

Giacinta conduceva le pecore al pascolo con suo fratello Francesco in uno sperduto villaggio del Portogallo, alla Cova da Iria. Non aveva ancora fatto la prima Comunione quando le apparve la "Bella Signora", il 13 maggio 1917.

Entrambi i fratelli non erano particolarmente devoti. Lo conferma il modo piuttosto birichino che essi avevano di recitare il rosario: dicevano Padre nostro e poi subito infilavano le parole Ave Maria, una dietro l’altra, fino al Pater successivo. Così il rosario finiva in un baleno e loro potevano tornare, senza rimorsi, ai loro giochi.

Per primo apparve l’Angelo, insegnando loro una preghiera: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo! Ti domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano…». Per poi aggiungere: «Pregate così. I Cuori santissimi di Gesù e Maria sono attenti alle vostre suppliche».

In seguito ai bambini – con Giacinta e Francesco c’era anche la cugina di qualche anno più grande, Lucia dos Santos – apparve la Vergine il 13 maggio 1917, chiedendo preghiere e sacrifici per i peccatori, la consacrazione al suo Cuore immacolato, ed annunciando infine una «grande promessa».

In che cosa consiste questa grande promessa di Fatima?

«Io prometto – disse la Vergine – di assistere nell’ora della morte, con le grazie necessarie alla salvezza, coloro che nel primo sabato di cinque mesi consecutivi si confesseranno, riceveranno la Comunione, diranno una corona del rosario e mi faranno compagnia per un quarto d’ora meditando i misteri del rosario, con l’intenzione di offrirmi riparazione».

La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima.
La tomba di Giacinta nel Santuario-Basilica di Fatima (foto Giuliani).

Un dono totale

La consacrazione a Maria non deve essere un effimero entusiasmo, un fervore solo esteriore, ma un dono totale. Il dono di sé, nelle facoltà del corpo e dello spirito, a colei che è la cristifera, la soglia che ci introduce a Cristo, cuore del mistero trinitario. «Io prometto», dice la Vergine, e la sua non è una promessa alla maniera degli uomini, così facili a tirarsi indietro, così inclini al cambiamento. È una promessa che vale come salvacondotto per la vita eterna.

«Pregate molto»

Fin dal tempo delle prime apparizioni, Giacinta prese l’abitudine di dare la sua merenda ai poveri. Per saziare gli stimoli della fame si nutriva alla meglio con radici, ghiande, frutti selvatici. «Così si convertiranno più peccatori», diceva.

Sicura, per la promessa della Madre celeste, di dover lasciare presto la terra, Giacinta preferiva spesso saltare la scuola per fermarsi in chiesa a pregare.

Le sue giornate e quelle di Francesco erano puntellate di giaculatorie, atti d’amore a Gesù e Maria.

«Nella vicenda di questi due bambini – ha sottolineato Stefano De Fiores all’indomani della beatificazione dei fratelli Marto – c’è un piccolo trattato di antropologia cristiana. Chi è l’uomo? La tradizione illuminista lo vide una coscienza in grado di determinarsi. È una grande acquisizione. Ma ha rischiato di chiudere l’uomo su se stesso. Francesco e Giacinta, invece, vedono l’altro non come un estraneo, ma come qualcuno con cui solidarizzare fino al punto di assumersene il peso. È l’idea di un’antropologia relazionale, che in qualche modo è anche un riflesso della vita trinitaria».

Dopo le apparizioni, la piccola Marto cominciò a trascorrere lunghe ore in preghiera, specialmente nella recita del rosario, tanto raccomandato dalla Madonna. Le parole della Vergine si stamparono indelebilmente nel suo cuore, furono il faro di tutte le sue azioni. «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte, molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro. Siete disposti a offrirvi al Signore, pronti a fare sacrifici e ad accettare volentieri tutte le sofferenze che egli vorrà mandarvi, in riparazione di tanti peccati con i quali viene offesa la sua divina maestà, per ottenere la conversione dei peccatori e in riparazione delle offese fatte contro l’immacolato Cuore di Maria?».

Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.
Cartolina postale raffigurante i tre pastorelli di Fatima.

«O mio Gesù...»

Giacinta praticava l’immolazione nascosta per salvare i peccatori, portando una corda stretta attorno al corpo e sopportando in spirito di penitenza ogni contrarietà. Alla fine della sua vita, gravemente ammalata, fu internata in un ospedale di Lisbona, dove morì da sola. «O mio Gesù – furono le sue parole – ora puoi convertire molti peccatori, perché questo sacrificio è molto grande…».

Modello di santità

«Alla scuola della Vergine, l’anima progredisce di più in una settimana che in un anno fuori della sua scuola!», sosteneva il grande devoto di Maria, Grignion di Montfort. Queste parole nella vita di Giacinta si sono realizzate alla lettera. La pedagogia squisitamente materna di Maria in pochi anni ha fatto sì che Giacinta giungesse alle vette della santità. Del resto, «Giacinta era bambina soltanto negli anni», aveva detto di lei la cugina Lucia.

Un procedimento lungo e complesso, con difficoltà quasi insormontabili, ha portato Giacinta – e il fratello Fracesco – sugli altari. Il processo canonico circa l’eroicità delle loro virtù ha contribuito ad accertare, contro la convinzione dominante in precedenza, che anche i bambini possono essere santi.

La loro causa di beatificazione, infatti, era rimasta bloccata per vari decenni perché, secondo la dottrina tradizionale, si richiedeva che l’esercizio eroico delle virtù cristiane (quelle teologali di fede, speranza e carità e quelle cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) dovesse avvenire «per un periodo duraturo», il che escludeva dal prendere in considerazione dei fanciulli.

Nel 1981 il Dicastero per le cause dei santi dedicò un’assemblea allo studio di tale possibilità e la risposta da parte di teologi, giuristi, pedagoghi e psicologi fu affermativa. L’abolizione di quella restrizione, suffragata dai più moderni studi di psicologia infantile, ha così aperto la strada della santità canonica per i due fanciulli di Fatima e per altri che verranno dopo di loro.

La santità di Giacinta è stata nell’aver aderito pienamente al messaggio di Fatima. Quel messaggio era il Vangelo di Gesù predicato dalla Madonna. La piccola Marto, dunque, viene proposta come modello di santità non perché ha vissuto col fratellino Francesco l’esperienza di veggente della più importante apparizione mariana del ’900, ma, come ha efficacemente ribadito il postulatore della causa, il gesuita Paolo Molinari, «per come dei bambini hanno saputo sviluppare il loro spirito di fede nel Signore e mettere in pratica quello che la Madonna aveva loro detto: pregare il rosario e sacrificarsi per i peccatori».

Maria Di Lorenzo
  

Invito all’approfondimento: S. De Fiores, Il segreto di Fatima. Una luce sul futuro del mondo, San Paolo 2008, pp. 136, € 10,00; M. Carraro, I pastorelli di Fatima, Emp 2008, pp. 168, € 10,00.




[Modificato da Caterina63 20/02/2016 14:18]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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FATIMA: la clamorosa conversazione di Benedetto XVI con padre Ingo Döllinger

Papa Francesco accoglie in Vaticano la statua della Madonna di Fatima

(di Cristina Siccardi) «Non ascoltare la Vergine Santissima, inviata da Dio», affermò Suor Lucia dos Santos in un’intervista del 26 dicembre 1957 rilasciata a Padre Augustin Fuentes su autorizzazione di Pio XII nel convento delle Carmelitane scalze di Coimbra di fronte al Vescovo ausiliare di Leiria, a due Vescovi di Coimbra, al nunzio apostolico in Portogallo, «è un peccato contro lo Spirito Santo».

E proprio nel giorno della festa di Pentecoste di quest’anno il teologo tedesco padre Ingo Döllinger, ordinato sacerdote il 25 luglio 1954, già segretario del Vescovo di Augusta, Josef Stimpfle, nonché amico personale di Benedetto XVI, ha dato il permesso di pubblicare a Maike Hickson, sul sito OnePeterFive questo clamoroso annuncio: «Non molto dopo la pubblicazione nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione per la Dottrina delle Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger disse a padre Döllinger durante una conversazione di persona che c’è una parte del Terzo segreto che non hanno ancora pubblicato! “C’è di più di quello che abbiamo pubblicato” disse Ratzinger. Inoltre disse a Döllinger che la parte pubblicata del segreto è autentica e che la parte inedita del Segreto parla di “un cattivo Concilio e di una cattiva Messa” che sarebbero arrivati in un futuro prossimo». «Padre Döllinger –  conclude Hickson – mi ha dato il permesso di pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e mi ha dato la sua benedizione».

Il Dossier Fatima, apertosi 99 anni fa, prosegue nel cammino di arricchimento di documentazione per una storia soprannaturale e naturale che proseguirà sia fino a quando il Terzo segreto non sarà svelato al mondo nella sua interezza; sia fino a quando non si compirà l’ultima profezia della Madonna, ovvero il trionfo del suo Cuore immacolato.

Suor Lucia dos Santos scrisse il terzo Segreto a Tuy il 3 gennaio 1944 e lo consegnò a Monsignor José Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria-Fatima nel giugno dello stesso anno. Fu inviato a Roma fra marzo-aprile del 1957. Il testo avrebbe dovuto essere reso pubblico sotto il Pontificato di Giovanni XXIII nel 1960, secondo le precise indicazioni della Madonna. Ma ciò non avvenne per volontà di Papa Roncalli e dei suoi successori.

I veggenti di Fatima hanno sempre parlato di Segreto, diviso in tre parti. «Il segreto consta di tre cose distinte», scrisse Suor Lucia nella sua Terza Memoria (A.M. Martins SJ, Documentos, Fátima, L.E. Rua Nossa Senhora de Fátima, Porto 1976, p. 219). Nelle quattro Memorie ella dichiarò di scrivere sotto l’assistenza dello Spirito Santo (cfr. Quarta Memoria di Lucia dos Santos in ivi, p. 315). Soltanto la terza parte del Segreto venne stilata a parte, per essere destinata esclusivamente al Vicario di Cristo: a lui solo la responsabilità di sapere, a lui solo la responsabilità di agire di conseguenza.

Nella Quarta Memoria Suor Lucia scrisse che la Madonna dichiarò: «In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc… Questo non ditelo a nessuno». È proprio in quell’«ecc.» che è racchiusa la terza parte del Segreto e questa frase tronca non è stata riportata nel Messaggio di Fatima reso pubblico il 26 giugno del 2000. Infatti, la Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata dal Prefetto Cardinale Ratzinger, estrapolò le due parti del Segreto non dalla Quarta, ma dallaTerza Memoria, dove non è presente la rivelazione che nel Portogallo si conserverà il dogma della Fede, dando per scontato che in altri luoghi non sarà così… l’apostasia è, di fatto, dilagata ovunque e la si ritrova sia fuori che dentro la Chiesa.

Ogni Papa, da Pio XII in poi, è stato messo a conoscenza del terzo Segreto, ma due soltanto, fino ad ora, hanno preso l’iniziativa di diffondere qualcosa e di fare qualcosa. Ma Fatima resta, ancora, l’incompiuta: scetticismo? prudenza? paura? I confini che dividono questi atteggiamenti avuti dai Papi sono labili. Il fatto reale è che le apparizioni di Fatima sono legate strettamente alla realtà ecclesiastica, oggi così martoriata, così refrattaria al soprannaturale, così confusa, così corrotta moralmente e spiritualmente, così carica di errori teologici e dottrinali, così priva di insegnamenti catechetici.

Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata, principalmente da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il Concilio Vaticano II e la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del Portogallo apparve ai veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della Madonna e diede la Santa Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto in un Calice, lo divise fra Giacinta e Francesco, affermando: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio della Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80). La Santa Messa è stata cambiata, è stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non più Nostro Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede, sia nel clero che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si sono diradate, mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.

In virtù della rivelazione di Padre Döllinger (che ebbe come confessore san Pio da Pietrelcina al quale fu molto legato, che insegnò teologia morale al Seminario diOrder of Canons Regular of the Holy Cross del Brasile, frequentato dal futuro Vescovo Athanasius Schneider, che nel 1970 prese parte alle discussioni della Conferenza episcopale tedesca sulla massoneria, al termine delle quali si affermò l’incompatibilità fra essa e la Chiesa cattolica) possiamo riflettere su alcuni aspetti.

Il Papa mariano, Giovanni Paolo II, che venne salvato il 13 maggio del 1981 dall’attentato del killer professionista Mehmet Ali Ağca, disse di aver avuto salva la vita grazie alla Madonna di Fatima e volle rendere nota al mondo la visione che ebbero i tre pastorelli portoghesi. È il 13 luglio 1917, siamo alla Cova d’Iria: la Madonna appare per la terza volta e rivela il Segreto: la visione dell’Inferno (prima parte); la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato (seconda parte), e la terza parte, ancora oggi monca.

Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra,  con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci, attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

Ma qual è la spiegazione a questa visione e qual è il segreto che sottende? La Madonna illustrò ogni cosa delle prime due parti, nulla esiste della terza, se non il commento teologico del Cardinale Joseph Ratzinger e testo e commento furono presentati in una conferenza stampa in mondovisione. Tuttavia, una volta divenuto Papa, il 13 maggio 2010, dichiarò a Fatima: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». È un caso che Benedetto XVI, proprio all’inizio del suo Pontificato, aprì il celebre dibattito sull’ermeneutica del Concilio Vaticano II, avviando così una felice stagione di ripensamenti su quell’assise? È un caso che diede vita al Summorum Pontificum del 2007 liberalizzando la Santa Messa in rito antico, sepolta e perseguitata dal 1969? È un caso che abolì il decreto di scomunica ai quattro vescovi della FSSPX, da sempre poggiati con perseveranza su due pilastri: la Santa Messa tridentina e la critica costruttiva al Concilio Vaticano II? È un caso che sia Benedetto XVI prima, sia Papa Francesco adesso desiderino riappacificarsi con la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre? Un caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la Madonna disse a Fatima?

Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di questa dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo segreto di Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della Chiesa. (Cristina Siccardi)




Fatima forever. Dollinger risponde a BXVI
Se pensavate che la saga del Terzo Segreto e dei suoi annessi e connessi fosse chiusa e sigillata dal comunicato della Sala Stampa vaticana con le dichiarazioni attribuite a papa Ratzinger, beh, vi siete sbagliati.
 
 
 

Se pensavate che la saga del Terzo Segreto e dei suoi annessi e connessi fosse chiusa e sigillata dal comunicato della Sala Stampa vaticana con le dichiarazioni attribuite a papa Ratzinger, beh, vi siete sbagliati.  

Immediatamente dal sito statunitense OnePeterFive che aveva riacceso l’annosa questione – Terzo Segreto pubblicato tutto, non completamente, oppure qualche annesso non reso noto – ha risposto a stretto giro di posta.   

In breve, l’ultimo capitolo era questo: un professore di teologia tedesco, Ingo Dollinger, amico di lunga data di Joseph Ratzinger, aveva detto per telefono, e in tedesco a Maike Hickson che Ratzinger gli aveva confidato, tempo fa, che non tutto il Terzo Segreto era stato pubblicato. I dettagli li trovate QUI. Sabato 21 maggio la Sala Stampa della Santa Sede pubblicava un comunicato in fra l’altro si diceva: “A tale proposito, il Papa emerito Benedetto XVI comunica «di non aver mai parlato col prof. Dollinger circa Fatima», afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al professor Dollinger su questo tema «sono pure invenzioni, assolutamente non vere» e conferma decisamente: «la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa»”.  

Il comunicato è stato vivisezionato in tutte le sue sfumature da OnePeterFive (e probabilmente da una quantità di altri siti specializzati in Fatima). Ma il termine “invenzione” ha suscitato una reazioni indignata.  

“Maike Hickson, che ha chiamato personalmente padre Dollinger, attesta la verità di ciò che ha riportato dalla conversazione….Inoltre questa mattina la dott.ssa Hickson ha telefonato a padre Dollinger, con la notizia del comunicato vaticano, e in quell’occasione egli ha confermato enfaticamente e chiaramente le sue osservazioni precedenti. In altre parole, ha confermato la sua versione dei fatti”.  

(Dr. Maike Hickson, who personally called Fr. Dollinger, attests to the truth of what she recounted from that conversation. Inasmuch as the Vatican statement accuses her of “attributing” statements which are “inventions” to Fr. Dollinger, it is false. She did not imagine the conversation she had with Fr. Dollinger, she reported it, and I stand by her testimony with full confidence in her integrity, both as a journalist and as a faithful daughter of the Church. Further, this morning Dr. Hickson telephoned Father Dollinger with the news of the Vatican statement, and at that time he again confirmed to her emphatically and clearly his previous remarks. In other words, he stood by his story).  

Parola contro parola, e gli eventuali documenti “mancanti”, se non sono svaniti nel corso degli anni, si trovano nei Sacri Palazzi.  

Quindi, se anche ci fosse stato qualche gioco di mano nel corso dei decenni, non penso che lo sapremo mai. Tanto più se l’eventuale “rivelazione” riguardasse Chiesa, Concilio ecc. ecc. D’altronde il contenuto della stanza di suor Lucia è sotto chiave; e anche da lì mi pare che non ci siano da aspettarsi scoperte clamorose. Almeno nel nostro tempo. 

La saga potrà così continuare ad infinitum. Non dimentichiamoci comunque che a dispetto di quello che pensano gli anticlericali, la Chiesa non ama le rivelazioni private, anche se corredate di fenomeni straordinari come Fatima. Pio XI quando riceveva lettere che gli annunciavano rivelazioni ultraterrene, commentava, più o meno: “Mah! Dicono che sono il Suo Vicario. Se ha qualcosa da dire, potrebbe faro sapere a me…”. E il segretario di un Papa “fatimista” come San Giovanni Paolo II ci disse una volta, in relazione al Terzo Segreto: “Il problema è capire che cosa ha detto la Madonna, e che cosa ha detto suor Lucia”. Restiamo in attesa della prossima puntata…. 

  una nostra considerazione, anzi due:

è chiarissima la strumentalizzazione di Radio Vaticana, quelle parole NON SONO di Ratzinger   

però, riguardo a questa conclusione: E il segretario di un Papa “fatimista” come San Giovanni Paolo II ci disse una volta, in relazione al Terzo Segreto: “Il problema è capire che cosa ha detto la Madonna, e che cosa ha detto suor Lucia”. Restiamo in attesa della prossima puntata….

 deve esserci un errore, la frase è attribuita a Giovanni XXIII e non a Giovanni Paolo II..... il quale ebbe modo di parlare direttamente con suor Lucia e dal qual colloquio disse che per lui era tutto chiaro..... Invece si evince chiaramente e LETTERALMENTE, dal Diario di Pericle Felici sul Concilio, che Giovanni XXIII annoverando tra i "profeti di sventura" in senso negativo la povera Lucia, NEL 1960 RIGETTO' il Terzo Segreto sostenendo, appunto, che non capiva (lui) dove iniziava il pensiero della Madonna e dove quello di suor Lucia




La crisi della Chiesa alla luce del segreto di Fatima

fatima

(di Roberto de Mattei) L’anno del centenario di Fatima (2016-2017) è stato aperto, il giorno di Pentecoste, da una notizia che ha suscitato clamoreIl teologo tedesco Ingo Döllinger ha riferito al sitoOnePeterFive che, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima, il cardinale Ratzinger, gli avrebbe confidato: «Das ist noch nicht alles!», «Non è ancora tutto».

La Sala Stampa Vaticana è intervenuta con un’immediata smentita in cui si dice che «il Papa emerito Benedetto XVI rende noto “di non aver mai parlato col prof. Döllinger circa Fatima” e afferma chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Döllinger su questo  tema “sono pure invenzioni, assolutamente non vere” e conferma decisamente: “La pubblicazione del  Terzo Segreto di Fatima è completa”».

La smentita non convince chi, come Antonio Socci, ha sempre sostenuto l’esistenza di una parte non divulgata del segreto che parlerebbe dell’abbandono della fede da parte dei vertici della Chiesa. Altri studiosi, come il dott. Antonio Augusto Borelli Machado, giudicano integrale e tragicamente eloquente il segreto divulgato dalla Santa Sede. Sulla base dei dati a nostra disposizione, non si può affermare oggi con assoluta certezza né che il testo del Terzo Segreto sia integrale, né che esso sia incompleto. Ciò che invece appare assolutamente certo è che la profezia di Fatima è incompiuta e che il suo compimento riguarda una crisi nella Chiesa senza precedenti.

Va ricordato a questo proposito un importante principio ermeneutico. Il Signore, attraverso rivelazioni e profezie che nulla aggiungono al deposito della fede, ci offre talvolta una “direzione spirituale” per orientarci nelle epoche più oscure della storia. Ma se è vero che le parole divine proiettano luce sulle epoche tenebrose, è anche vero il contrario: gli eventi storici, nel loro drammatico svolgimento, ci aiutano a comprendere il significato delle profezie.

Quando, il 13 luglio del 1917, la Madonna annunziò a Fatima che se l’umanità non si fosse convertita, la Russia avrebbe diffuso nel mondo i suoi errori, queste parole apparivano incomprensibili. Furono i fatti storici a svelarne il significato. Dopo la Rivoluzione bolscevica dell’Ottobre 1917 fu chiaro che l’espansione del  comunismo era lo strumento di cui Dio voleva servirsi per castigare il mondo dei suoi peccati.

Tra il 1989 e il 1991, l’impero del male sovietico si è apparentemente sgretolato, ma la scomparsa dell’involucro politico ha permesso una maggiore diffusione nel mondo del comunismo, che ha il suo nucleo ideologico nell’evoluzionismo filosofico e nel relativismo morale. La “filosofia della prassi”, che secondo Antonio Gramsci riassume la rivoluzione culturale marxista, è divenuta l’orizzonte teologico del nuovo pontificato, tracciato da teologi come il cardinale tedesco Walter Kasper e l’arcivescovo argentino Víctor Manuel Fernández, ispiratori dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia.

In questo senso non è dal segreto di Fatima che dobbiamo partire per comprendere l’esistenza di una tragedia della Chiesa, ma dalla crisi nella Chiesa per comprendere il significato ultimo del segreto di Fatima. Una crisi che risale agli anni Sessanta del Novecento, ma che con l’abdicazione di Benedetto XVI e il pontificato di Papa Francesco ha conosciuto un’impressionante accelerazione.

Mentre la Sala Stampa si affrettava a disinnescare il caso Döllinger, un’altra bomba esplodeva con ben maggior fragore. Nel corso della presentazione del libro del prof. don Roberto Regoli, Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI, svoltasi nell’aula magna della Pontifica Università Gregoriana, mons. GeorgGänswein enfatizzava l’atto di rinuncia al pontificato di Papa Ratzinger con queste parole: «Dall’undici febbraio 2013 il ministero papale non è più quello di prima. È e rimane il fondamento della Chiesa cattolica; e tuttavia è un fondamento che Benedetto XVI ha profondamente e durevolmente trasformato nel suo pontificato d’eccezione».

Secondo l’arcivescovo Gänswein, le dimissioni del Papa teologo sono «epocali» perché hanno introdotto nella Chiesa cattolica la nuova istituzione del Papa emerito trasformando il concetto di munus petrinum, “ministero petrino”. «Prima e dopo le sue dimissioni Benedetto ha inteso e intende il suo compito come partecipazione a un tale “ministero petrino”. Egli ha lasciato il Soglio pontificio e tuttavia, con il passo dell’11 febbraio 2013, non ha affatto abbandonato questo ministero. Egli ha invece integrato l’ufficio personale con una dimensione collegiale e sinodale, quasi un ministero in comune. (…) Dall’elezione del suo successore Francesco il 13 marzo 2013 non vi sono dunque due papi, ma de facto un ministero allargato – con un membro attivo e un membro contemplativo. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca. Per questo l’appellativo corretto con il quale rivolgerglisi ancora oggi è “Santità”; e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all’interno del Vaticano – come se avesse fatto solo un passo di lato per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del papato. (…) Con un atto di straordinaria audacia egli ha invece rinnovato quest’ufficio (anche contro l’opinione di consiglieri ben intenzionati e senza dubbio competenti) e con un ultimo sforzo lo ha potenziato (come spero). Questo certo lo potrà dimostrare unicamente la storia. Ma nella storia della Chiesa resterà che nell’anno 2013 il celebre Teologo sul Soglio di Pietro è diventato il primo “Papa emeritus” della storia».

Questo discorso ha un carattere dirompente e, da solo, dimostra come siamo non oltre, ma più che mai dentro la crisi della Chiesa. Il Papato non è un ministero che possa essere “allargato”, perché è un “ufficio”, attribuito personalmente da Gesù Cristo ad un unico Vicario e ad un unico successore di Pietro. Ciò che distingue la Chiesa cattolica da ogni altra chiesa o religione è proprio l’esistenza di un principio unitario e inscindibile incarnato nella persona del Sommo Pontefice. Il discorso di mons. Gänswein suggerisce una Chiesa bicefala e aggiunge confusione ad una situazione già fin troppo confusa.

Una frase collega la seconda e la terza parte del Segreto di Fatima: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede». La Madonna si rivolge a tre pastorelli portoghesi e li rassicura che il loro Paese non perderà la fede. Ma dove si perderà la fede? Si è sempre pensato che la Madonna si riferisse all’apostasia di intere nazioni, ma oggi appare sempre più chiaro che la perdita maggiore della fede, sta avvenendo tra gli uomini di Chiesa.

Un «vescovo vestito di bianco» e «vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose» sono al centro del Terzo Segreto, su uno sfondo di rovina e di morte, che è legittimo immaginare non solo materiale, ma spirituale. Lo conferma la rivelazione che suor Lucia ebbe a Tuy il 3 gennaio 1944, prima di scrivere il Terzo Segreto e che dunque è ad esso indissolubilmente legata. Dopo la visione di una terribile catastrofe cosmica, suor Lucia racconta di aver sentito nel cuore «una voce leggera che diceva: ’nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità  il Cielo!».

Queste parole rappresentano la negazione radicale di ogni forma di relativismo religioso a cui la voce celeste contrappone l’esaltazione della Santa Chiesa e della Fede cattolica. Il fumo di Satana può invadere la Chiesa nella storia, ma chi difende l’integrità della Fede contro le potenze dell’inferno vedrà, nel tempo e nell’eternità, il trionfo della Chiesa e del Cuore Immacolato di Maria, definitivo suggello della tragica, ma entusiasmante, profezia di Fatima. (Roberto de Mattei)


   

 

[Modificato da Caterina63 26/05/2016 00:08]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Su segnalazione dell'amico brasiliano Gederson Falcometa, pubblichiamo due note interessanti sull'argomento, precisando che non siamo in grado di verificarne l'attendibilità, anche se la seconda nota è chiaramente firmata da un sacerdote conosciuto in Brasile.

Il 23 maggio 2016 il sito brasiliano Fratres in Unum ha pubblicato l’articolo di Steve Skojec, apparso sul sito americano OnePeterFive il 21 maggio 2016e relativo alla smentita del Vaticano delle dichiarazioni di Padre Ingo Dollinger, pubblicate dallo stesso sito.
L'articolo pubblicato su Fratres in Unum è seguito da 10 commenti; noi ne riportiamo i due seguenti: il primo del 23 maggio, il secondo del 5 giugno.






Bartholomeu
23 maggio 2016 

Ho avuto come confessore, per un lungo periodo, il sacerdote della diocesi di Anapolis al quale Padre Dollinger confidò per primo questa storia del suo dialogo con Ratzinger, e questo sacerdote mi ha detto, a sua volta, ciò che gli aveva detto Dollinger. Da parte mia, raccontai tutto al professor Orlando Fedeli, personalmente, a San Paolo, a metà del 2007, e durante il Congresso della Montfort [Associazione Culturale Monfort, di San Paolo, in Brasile] del 2007, il professor Fedeli mi fece raccontare il caso anche ad altri suoi studenti. 
Il professor Fedeli si eccitò tanto per la notizia da prendere un aereo e recarsi in Germania, tra ottobre e novembre 2007, per incontrare Padre Dollinger. Si sono incontrati e hanno parlato a lungo per diversi giorni. 
Poco dopo il suo ritorno, chiesi al professor Fedeli che cosa gli avesse raccontato Padre Dollinger, ma egli mi disse solo che Padre Dollinger gli aveva detto molte cose estremamente importanti e che lui, Fedeli, gli aveva chiesto di non morire senza prima rivelare tutto quello che sapeva ... 
Poi è arrivata la ben nota intervista di Fatima Crusader, del maggio 2009, che diede pubblicità al dialogo Dollinger-Ratzinger. Credo che l’intervento del professor Fedeli nel 2007 sia stato cruciale per convincere Padre Dollinger a rompere più chiaramente il silenzio (quasi totale) che aveva tenuto fino a quel momento. 
(Ps:. Quello che il mio confessore mi disse allora è, in sintesi, che come seminarista presso il seminario di cui Padre Dollinger era rettore, in una certa occasione Dollinger gli aveva confidato che il cardinale Ratzinger gli aveva fatto leggere il manoscritto di Suor Lucia con il Terzo Segreto. Fu questa l’informazione che passai al professor Fedeli e di cui egli ebbe conferma dallo stesso Padre Dollinger in Germania).


Padre Rodrigo Maria
5 Giugno 2016 
Testo corretto ....

Per Dio e per la Regina!
Ho studiato nel seminario maggiore del Cuore Immacolato di Maria, tra gli anni 1994 e 1999. Sono stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 2000 con l’imposizione delle mani del grande Vescovo di Anapolis-GO, Dom Manoel Pestana Filho. 
Tra le più grandi grazie che ho avuto nella mia vita c’è quella di essere stato consacrato da un santo vescovo (Dom Manoel Pestana) e quella di aver avuto un santo rettore, il reverendissimo Padre Ingo Dollinger. 
Ho avuto la grazia di conoscere bene Padre Dollinger, uomo profondamente spirituale e con un grande amore per la Chiesa, che assommava in modo ammirevole la conoscenza e la semplicità, la gravità della responsabilità e l’allegria. 
Quando ogni giorno andavo nella bellissima cappella del seminario per le mie meditazioni, c’era già il reverendo rettore, a partire dalle 4 del mattino. Egli era figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina, e aveva avuto il privilegio di ricevere dallo stesso San Pio le chiavi della sua cella, in modo da poter andare a trovare  direttamente il grande santo le tante volte che si recava a San Giovanni Rotondo. 
Padre Dollinger ha conosciuto personalmente buona parte dei grandi mistici del suo tempo ed è da uno di essi che ricevette notizie sul contenuto della terza parte del Segreto di Fatima, che non era stato rivelato. 

Ho avuto la grazia di godere della stima e della fiducia di Padre Dollinger, di cui sono diventato grande amico e ricordo sempre come un grande padre spirituale e un eccezionale formatore. Padre Dollinger, oltre ad essere rettore del seminario maggiore, ha lavorato anche con il cardinale Ratzinger nella Congregazione per la Dottrina della Fede. E’ stato segretario della Commissione per il dialogo con la Massoneria, motivo per cui aveva una grande conoscenza di questa istituzione, comprese cose che non avrebbe mai potuto conoscere dai libri. 
La convivenza e la conoscenza che Padre Dollinger aveva del Cardinale Ratzinger sono state grandi. Entrambi avevano una visione molto simile delle ragioni dell’attuale crisi della Chiesa.
 
Lo studente di Padre Dollinger a cui si riferisce l’articolo di cui sopra sono io.
Un bel giorno, in una delle tante conversazioni che abbiamo avuto, mentre parlavamo della crisi della Chiesa e di tutta l’apostasia, mi confidò ciò che qui intendo segnalare: mi disse che avendo conosciuto molte anime mistiche del suo tempo, una di loro gli aveva parlato del contenuto della terza parte del Segreto, che sembrava spiegare la situazione attuale della Chiesa insieme al silenzio e alla tergiversazione delle autorità ecclesiastiche sull’argomento. 
Mi disse che, secondo questa anima mistica, il contenuto della terza parte del segreto consisterebbe essenzialmente in queste parole: “Verrà un Concilio, per mezzo del quale nella Chiesa entrerà l’apostasia… dite al Papa che non indica il Cocilio” ... 
Quando Padre Dollinger chiese al cardinale Ratzinger se era veramente quello il contenuto del segreto, il cardinale lo zittì (perché, spiegò Padre Dollinger, il cardinale era vincolato dal giuramento di non parlare della questione) ... dopo Padre Dollinger chiese al cardinale perché non era stato divulgato il contenuto della terza parte del Segreto e la risposta di Sua Eminenza fu: “Perché ormai è troppo tardi.” 
A quel tempo, il mio magnifico rettore mi spiegò che la rivelazione della terza parte del Segreto avrebbe conseguenze inimmaginabili in seno alla Chiesa. 
Come spiegare alla gente che era stato fatto un Concilio, nonostante l’avvertimento della Madonna, a causa del quale la dottrina cattolica era stata relativizzata e prostituita, lo slancio missionario della Chiesa quasi completamente distrutto e la liturgia rovinata, portando milioni di persone a perdere la fede? 
Come reagirebbe l’episcopato che in gran parte considera il concilio Vaticano II come un “super-dogma”? 
La sua divulgazione ufficiale potrebbe portare ad una confusione generalizzata e a molte divisioni in seno alla Chiesa. 
Padre Dollinger mi spiegò che era questo il motivo per cui la Madonna aveva chiesto che il segreto fosse rivelato nel 1960. Si preoccupò anche di spiegare che Papa Giovanni XXIII lesse il segreto, ma volle ugualmente convocare il Concilio, preoccupandosi però di preservarlo in ogni modo perché non vi penetrasse alcuna eresia. Nel suo grande ottimismo forse il Papa pensava che la profezia poteva riferirsi ad un altro Concilio e non a quello da lui convocato. 
Padre Dollinger mi parlò della lunga corrispondenza tra il Vaticano e i vescovi, per garantire la solidità e la coerenza dei temi che sarebbero stati affrontati. 
Secondo quanto mi raccontò, il Concilio avrebbe dovuto essere veloce e durare solo pochi mesi. Ma questo progetto cambiò a causa dell’attività del cardinale francese legato alla Massoneria, chiamato Tisserant. 
Il reverendo rettore mi raccontò che pochi mesi prima dell’inizio del Concilio, questo cardinale si riunì con alcuni altri per fare qualcosa in vista dei cambiamenti delle regole del Concilio, in modo che si mettesse da parte tutto quello che era già stato preparato attraverso la corrispondenza con i vescovi e si producessero nuovi testi a partire dall’assemblea che si sarebbe riunita. 
Mi raccontò che questi cardinali costituirono (in modo velato) una grande lobby perché i vescovi votassero per il cambiamento delle regole, così che l’assemblea potesse produrre dei propri documenti. 
Nella seduta inaugurale del Concilio, essendo già stato fatto il “lavoro” dietro le quinte, venne chiesto al Papa davanti a tutti che cambiasse le regole ... che almeno mettesse la proposta ai voti ... il Papa decise quindi di mettere ai voti le norme per produrre i documenti del Concilio, credendo che i vescovi avrebbero ratificato le norme elaborate dal Vaticano e apprezzato tutto il lavoro che era stato fatto, così che quella sarebbe stata l’occasione per sottolineare l’unità dei vescovi con il Vaticano e il successore di Pietro ... il Papa decise per la votazione e ... perse. 
Padre Dollinger disse che il Papa pianse, ma non volle tornare indietro ... dopo è seguita tutta la storia che già conosciamo (un poco) ... i vescovi vennero subissati da molti testi, in modo che non potessero analizzare tutto, affidandosi parecchio all’autorità intellettuale dei grandi teologi perché facessero la sintesi e preparassero i testi dei documenti. 
La conseguenza di tutto questo venne descritta da frasi come quella del grande teologo Schillebeeckx “Abbiamo scritto i documenti del Concilio in un linguaggio volutamente ambiguo, perché sapevamo quale interpretazione ne avremmo data dopo.” 
Su questo fatto del cardinale Tisserant che agì insieme ad altri per cambiare le regole per la preparazione dei documenti del Concilio, vi è un fatto importante da aggiungere. C’erano pochi altri in cui Padre Dollinger riponeva una grande fiducia e ai quali confidò alcune cose importanti, tra costoro c’era il reverendo Padre Almir, che fu Segretario generale della Fraternità San Pietro e lavorò nella segreteria dell’Ecclesia Dei. Padre Dollinger mi disse che nel raccontare a Padre Almir questa storia delle sordide attività del cardinale Tisserant, vide salire dal pavimento del suo ufficio in seminario, davanti ai loro occhi, un fumo nero nel momento stesso in cui il reverendo Padre Almir esclamava: “Ma questo è diabolico!!!” e il magnifico rettore confermava: “veramente diabolico” .... Secondo il racconto di Padre Dollinger, questo fatto fu raccontato sotto giuramento e registrato nel libro dei casi riservati della Curia diocesana di Anapolis-GO. 
Alla domanda se la Chiesa avesse mentito nel pubblicare nel 2000 un testo che non corrisponde alla rivelazione fatta dalla Madonna, la spiegazione è stata la seguente: nel rivelare la terza parte del Segreto, la Madonna mostrò ai pastorelli una visione corrispondente a questa parte e disse testualmente che si trattava di un segreto. Lucia scrisse il segreto, così come narrò la visione, anch’essa rimasta segreta e che è la parte rivelata dal Vaticano. La Madonna infatti aveva detto: “Non raccontatela a nessuno, ma a Francisco potete raccontarla” ... ora, anche Francisco aveva visto quello che mostrò la Madonna, ma non aveva sentito le parole che aveva detto, perché aveva solo visto la Madonna, ma non l’aveva sentita parlare. Così, quando Ella disse “a Francisco potete raccontarla”, si riferiva alle sue parole e non alla visione. Oggi noi ci troviamo nella stessa situazione di Francisco, cioè che conosciamo la visione, ma non conosciamo le parole dette dalla Madonna. Quindi, possiamo dire che la Chiesa non ha mentito, che realmente ha rivelato un segreto mostrato dalla Madonna a Fatima, ma non ha rivelato le parole della Madonna, come nella prima e nella seconda parte del segreto. 
Credo che sia importante aggiungere che Padre Dollinger intendeva che fosse chiaro che la Madonna non disse che il Concilio non era da Dio, ma che, secondo la sua comprensione, sarebbe stato  strumentalizzato per stabilire l’apostasia, come di fatto è accaduto. Padre Dollinger mi fece mantenere il segreto sul tema della terza parte del Segreto di Fatima. E così ho fatto per molti anni (quasi 10 anni), fino a che, in un viaggio con Dom Manoel Pestana in Italia, per partecipare al ritiro annuale del Movimento Sacerdotale Mariano, a pranzo a tavola con alcuni sacerdoti, Dom Manoel raccontò la stessa storia, cosa che mi disobbligò dal mantenere il segreto, anche se l’ho commentato con poche persone, tra cui quell’allievo del Prof. Orlando Fedeli.
Concordo pienamente con l’inizio di questo articolo che dice che il testo [del comunicato della Santa Sede] è stato accuratamente elaborato semanticamente; che è significativo che Papa Benedetto XVI abbia rotto il silenzio e per la prima volta abbia utilizzato i media ufficiali per fare questo “chiarimento” ... e che il “chiarimento” è dato in terza persona. Sono anche d’accordo sul fatto che la reazione delle autorità del Vaticano dimostra che questo è un tema delicato non chiarito definitivamente in modo completo.

Padre Rodrigo Maria, servo inutile della Vergine Santissima.






giugno 2016

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La (terribile) profezia del card. Pacelli, futuro Papa Pio XII

Sono preoccupato 
per il messaggio che ha dato 
la Beata Vergine a Lucia di Fatima.

Questo insistere da parte di Maria, 

sui pericoli che minacciano la Chiesa,
è un avvertimento divino 
contro il suicidio di alterare la Fede, 
nella Sua liturgia, 
la Sua teologia e la Sua anima. 

… Sento tutto intorno a me 

questi innovatori 
che desiderano smantellare la Sacra Cappella, 
distruggere la fiamma universale della Chiesa, 
rigettare i suoi ornamenti 
e farla sentire in colpa 
per il suo passato storico. 

… Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato 

NEGHERA' il proprio Dio, 
quando la Chiesa dubiterà 
come dubitò Pietro. 

Sarà allora tentata a credere 

che l’uomo sia diventato Dio... 

Nelle nostre chiese, 

i Cristiani cercheranno INVANO
la lampada rossa dove DIO li aspetta.

Come Maria Maddalena, 

in lacrime dinanzi alla tomba vuota, 
si chiederanno: “DOVE LO HANNO PORTATO?”.


(Fonte: "Pius XII Devant L'Histoire",
Editions du Jour / Robert Laffont (1972), pp. 52, 53)


Nelle prime due parti del Messaggio di Fatima 
NON vi è alcun avvertimento 
relativo al “suicidio di alterare la Fede 
nella Sua Liturgia, la Sua teologia e la Sua anima".
 
Tuttavia, il futuro Sommo Pontefice Pio XII 
collegò questa profezia 
al “messaggio che ha dato la Beata Vergine 
a Lucia di Fatima”.
 
E' perciò probabile 
che, in quanto Segretario di Stato del Vaticano, 
il cardinale Pacelli avesse ottenuto informazioni 
sul Terzo Segreto 
direttamente da suor Lucia 
o dagli stessi archivi di Fatima.
 
Informazioni finora MAI rese pubbliche, 
che riguardavano la futura crisi di enormi proporzioni 
all’interno della Chiesa cattolica, 
quella GRANDE APOSTASIA che l'avrebbe portata a NEGARE
il dogma della Presenza REALE 
di nostro Signore Gesù Cristo 
nella Santissima Eucaristia,
nel tentativo (satanico/massonico) 
di protestantizzare il Cattolicesimo, 
riducendolo ad una delle tante religioni 
facenti parte dell'unica religione mondiale.



[Modificato da Caterina63 14/07/2016 18:21]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Le Approvazioni dei Papi




Nel 1917 la Prima Guerra Mondiale stava infuriando da diversi anni ormai, senza mostrare alcun segno di una imminente e pacifica conclusione; Papa Benedetto XV si rivolse con una supplica alla Beata Vergine Maria, per mezzo della Quale tutte le grazie vengono dispensate. Egli chiese urgentemente a tutti i Cristiani di implorare la Beata Vergine Maria per ottenere la pace nel mondo, e di affidare questo compito solenne a Lei solamente.


Egli desiderava che il mondo “facesse ricorso al Cuore di Gesù, trono di grazie, e che a questo trono si facesse ricorso per mezzo dell’intercessione di Maria”, ed ordinò che l’invocazione ‘Regina della Pace, prega per noi’ fosse aggiunta permanentemente nella Litania di Loreto. Infine, fiducioso nel riporre la pace del mondo nelle Sue mani, il Santo Padre fece un altro appello:



A Maria, che è Madre di Misericordia ed onnipotente per grazia, fa che si levi un appello amoroso e devoto da tutti gli angoli della terra – dai nobili templi alle più piccole cappelle, dai palazzi reali e le magioni dei facoltosi alle capanne più povere – dalle pianure e dai mari coperti di sangue. Che esso porti a Lei il lamento angosciato delle madri e delle mogli, i pianti dei piccoli innocenti, i sospiri di tutti i cuori generosi: Che la Sua più tenera e benigna sollecitudine possa muoversi a compassione e che la pace che chiediamo per il nostro mondo concitato, possa infine essere ottenuta.



La Beata Madre rispose assai velocemente alla supplica agonizzante del Papa. Solo otto giorni dopo, la Vergine Maria apparve a Fatima, donando al Papa ed all’umanità un piano per la pace. Tuttavia, questo piano prevedeva l’obbedienza della gente, e specialmente del Vicario di Cristo in terra, il Papa. Dio e la Beata Vergine hanno accettato di donare al mondo la pace, ma poiché è stato il Papa ad aver richiesto che gli venisse mostrata la via per la pace, la sua cooperazione nei progetti del Cielo diventa fondamentale.


E’ per questo che, sin dall’inizio, il Santo Padre ha avuto un ruolo specifico nel Messaggio di Fatima: perché è stato per la sua insistenza che Dio ha inviato la Sua Madre Celeste a Fatima; e quando il Papa esaudirà le richieste del Signore, la Beata Vergine porterà la pace nel mondo. Pertanto, proprio perché il loro ruolo nel Messaggio di Fatima è così primario, esaminiamo in profondità come i vari Pontefici abbiano approvato e promosso Fatima.


In primo luogo, Papa Benedetto XV rifondò l’antica diocesi di Leiria, il 17 gennaio 1918, ed un una lettera datata 29 aprile 1918, ed indirizzata ai vescovi portoghesi, egli si riferì alle apparizioni di Fatima come “un aiuto straordinario della Madre di Dio.” Nel 1929, ad un udienza del Seminario Portoghese a Roma, il successore di Papa Benedetto XV, Pio XI, offrì personalmente a ciascun seminarista, due fotografie della Madonna del Rosario di Fatima. Papa Pio desiderava inoltre leggere tutti i risultati del Processo Canonico di Fatima, per poter essere personalmente informato delle apparizioni della Madonna.


L’1 ottobre 1930, il Sacro Penitenzierie sotto Pio XI concesse indulgenza parziale a coloro che avessero visitato personalmente il Santuario, e pregato per le intenzioni del Santo Padre, ed un indulgenza plenaria una volta al mese a coloro che fossero andati a Fatima in gruppo. Queste indulgenze concesse a Roma vennero appena in tempo per preparare il terreno, con fiducia, all’approvazione Episcopale che sarebbe giunta di li a poco, e che era stata approvata sino ad allora, con discrezione, dalla Santa Sede.


Con la conoscenza personale ed il consenso di Papa Pio XI, il 13 ottobre 1930, il Vescovo da Silva di Leiria (la diocesi che ha al suo interno Fatima) annunciò i risultati dell’indagine ufficiale su Fatima, in una lettera pastorale riguardante le apparizioni. Questa approvazione ufficiale conteneva i seguenti, importanti paragrafi:


In virtù delle considerazioni messe a conoscenza, e di altre che omettiamo per ragione di-brevità; invocando umilmente lo Spirito Santo e ponendoci noi stessi sotto la protezione della Beata Vergine Maria, e dopo aver ascoltato le opinioni dei nostri Rev. Consiglieri in questa diocesi, noi pertanto:

    1. Dichiariamo degne di credenza, le visioni dei bambini pastori della Cova da Iria, avvenute nella parrocchia di Fatima, in questa diocesi, dal 13 maggio al 13 ottobre 1917.


  1. Permettiamo ufficialmente il culto della Madonna di Fatima.

Papa Pio XII, la cui consacrazione Episcopale aveva avuto luogo il 13 maggio 1917, data della prima apparizione della Madonna a Fatima, fece molte cose per incoraggiare la devozione alla Madonna di Fatima. Egli fu conosciuto come il “Papa di Fatima.” Egli affermò: “Il tempo di dubitare Fatima è passato, è giunto il tempo di agire.” Mentre la statua della Vergine Pellegrina stava girando l’Italia, ed avvenivano molti miracoli dovunque si fermasse, Papa Pio XII affermò con stupore: “Non crediamo ai nostri occhi”.

Nel 1940, Papa Pio XII parlò per la prima volta di Fatima in un testo Pontificio ufficiale, la sua enciclica Saeculo Exeunte, che era stata scritta per incoraggiare la Chiesa in Portogallo ad aumentare la sua attività missionaria straniera. Nel testo, egli affermò che: “lasciate che fedeli non si dimentichino, specialmente quando recitano il Rosario, così raccomandato dalla Beata Vergine Maria di Fatima, di chiedere alla Vergine Madre di Dio di ottenere le vocazioni missionarie, con frutti abbondanti per il più alto numero possibile di anime…”

Egli infine concludeva l’enciclica con queste parole: “Senza alcun dubbio Dio, nella Sua bontà, riverserà le Sue abbondanti benedizioni si questi generosi operatori e sulla nobilissima nazione Portoghese. La Beata Vergine, la Madonna del Rosario venerata a Fatima, la Santa Madre di Dio che portò la vittoria a Lepanto, vi assisterà con la Sua potenza…” Inoltre, nel 1940, il Santo Padre indicò la Madonna di Fatima come Patrona della  nuova diocesi di Nampula, in Mozambico.

Nell’ottobre del 1942, in risposta ad un messaggio inviatole da Suor Lucia nel 1940, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con una menzione speciale per la Russia. All’inizio del 1943, Suor Lucia spiegò che Nostro Signore le aveva detto che avrebbe accettato questo Atto di Consacrazione per contribuire a far finire prima la Seconda Guerra Mondiale, ma che esso non avrebbe ottenuto la pace nel mondo. Come predetto, questo atto ottenne la fine della guerra, ma non portò al regno della pace che aveva promesso la Madonna, dato che non si era trattato di una consacrazione specifica della Russia, e per via del fatto che i vescovi di tutto il mondo non vi avevano partecipato.

Il 4 maggio 1944, la Santa Sede istituì la Festa del Cuore Immacolato di Maria.

Nel 1946, Sua Eminenza il Cardinale Masella, in veste di Legato personale del Santo Padre, incoronò la Madonna di Fatima “Regina del mondo”. L’intero episcopato Portoghese e più di 600.000 pellegrini si riunirono a Fatima per partecipare all’evento.

Nel 1950, Papa Pio XII disse addirittura al Maestro Generale dei Dominicani: “Dite ai vostri religiosi che il pensiero del Papa è contenuto nel Messaggio di Fatima.”

Il 13 ottobre 1951, il Legato Pontificio, Cardinale Tedeschini, fu inviato a Fatima per la chiusura dell’Anno Santo. Egli disse alla folla che Papa Pio XII aveva visto in persona, ripetuto a Roma, il Miracolo del Sole che era avvenuto durante l’ultima apparizione di Fatima. E’ ovvio che il Santo Padre aveva scelto Fatima per questo evento così importante, in modo da destare attenzione al Messaggio della Madonna di Fatima. Il Santo Padre aveva infatti ricevuto la grazia di vedere il Miracolo del Sole, in quattro occasioni distinte, durante l’anno precedente: il 30 e il 31 ottobre, il 1 novembre (il giorno in cui Pio XII definì solennemente il dogma dell’Assunzione), e l’8 novembre (l’ottava di quella stessa solennità).

Il 7 luglio 1952, in risposta alle petizioni dei Cattolici della Russia, Papa Pio XII consacrò la Russia ed il suo popolo al Cuore Immacolato di Maria. Sfortunatamente, i postulatori erano ignari del fatto che il Santo Padre avrebbe dovuto compiere la Consacrazione in unione con i vescovi di tutto il mondo. Pertanto, Pio XII effettuò la Consacrazione in una cerimonia privata, senza aver invitato i vescovi del mondo ad unirsi a lui, come aveva richiesto la Madonna.

L’11 ottobre 1954, Sua Santità pubblicò un’enciclica sul Regno di Maria, ed in esso egli si riferì alla Sua miracolosa immagine di Fatima. Due anni dopo, la Chiesa che sorgeva sul luogo dell’apparizione, a Fatima, venne elevata a rango di Basilica.

Nel 1964, durante il Concilio Vaticano Secondo, durante le solenni cerimonie di chiusura al termine della terza sessione, dinanzi a tutti i vescovi Cattolici del mondo, Papa Paolo VI rinnovò la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria compiuta da Pio XII. Egli annunciò inoltre che avrebbe inviato un emissario speciale a Fatima. In nome del Papa, il Legato Pontificio avrebbe portato una Rosa Dorata, come dono simbolico per il Santuario di Fatima. Un’iscrizione su di essa avrebbe riportato che Papa Paolo stava affidando la Chiesa intera alle cure della Madonna di Fatima. Il 13 maggio 1965, infatti, per mezzo del suo Legato Pontificio e come aveva annunciato al Concilio Vaticano Secondo, Papa Paolo regalò la Rosa Dorata a Fatima, affidando tutta la Chiesa alle cure materne della Madonna di Fatima.

Il 13 maggio 1967, nel cinquantesimo anniversario della prima apparizione di Fatima, il Santo Padre venne in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Fatima. Egli scrisse un’enciclica per l’occasione. Mentre si trovava a Fatima, egli benedisse anche settanta statue della Vergine Pellegrina Nazionale, perchè viaggiassero continuamente e affinché tante nazioni si ricordassero e praticassero il Messaggio di Fatima.

Prima della sua elezione al Papato, Papa Giovanni Paolo I aveva mostrato una devozione particolare alla Madonna di Fatima, ed in veste di Cardinale Patriarca di Venezia aveva condotto un pellegrinaggio a Fatima. Fu durante quell’incontro che egli si incontrò con Suor Lucia, e fu assai colpito da quell’incontro.

Papa Giovanni Paolo II ha mostrato molte volte la sua approvazione nei confronti di Fatima. Egli ha visitato Fatima in tre occasioni – nel 1982, nel 1991 e nel 2000. Durante la sua visita del 2000 egli beatificò i due veggenti defunti, Giacinta e Francesco. Rese inoltre universale la Festività della Madonna di Fatima, facendola includere nel Messale Romano.

Durante la sua omelia a Fatima, il 13 maggio 1982, Papa Giovanni Paolo II disse riguardo al Messaggio: “L’appello della Madonna di Fatima è così profondamente radicato nel Vangelo e nella Tradizione, che la Chiesa sente che il Messaggio pone un obbligo nei Suoi confronti.” Egli disse inoltre che “Il Messaggio è indirizzato a tutti gli esseri  umani… Per via dell’aumento continuo dei peccati e dei pericoli, come la guerra nucleare che oggi minaccia l’umanità, il Messaggio di Fatima è oggi più urgente ed importante di quanto lo fosse quando apparve la Madonna, 65 anni fa.”

Egli affermò anche che “Oggi, Giovanni Paolo II, successore di San Pietro, si presenta al cospetto della Madre del Figlio di Dio, nel Suo santuario di Fatima. In che veste egli viene? Egli si presenta leggendo ancora con trepidazione la chiamata materna alla penitenza, alla conversione, l’accorato appello del Cuore di Maria che risuonò a Fatima, 65 anni fa. Si egli legge ancora con trepidazione nel suo cuore perché vede quante persone e quante società – quanti Cristiani – sono andati nella direzione opposta di quella indicata dal Messaggio di Fatima. Il peccato si è stabilito ormai saldamente nel mondo, e la negazione di Dio si è diffusa nelle ideologie, nelle idee e nei progetti degli esseri umani.”

Per questo, dagli esempi che abbiamo appena riportato, possiamo vedere che i Papi hanno approvato Fatima in molti modi decisivi a partire dalla sua approvazione ufficiale avvenuta nel 1930.

       


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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Perchè la Pace nel Mondo dipende da esso?




Il progetto della Madonna per ottenere la pace


Uno dei temi principali del Messaggio di Fatima è l’ottenimento della pace in tutto il mondo. A Fatima, la Madre di Dio ha consegnato al mondo le condizioni necessarie per avere la pace. Esse consistono nella pratica diffusa della devozione ai Primi Sabati di Riparazione al Cuore Immacolato di Maria, e nella Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato, compiuta dal Papa insieme a tutti i vescovi Cattolici.


La Madonna ha detto ai tre pastorelli di Fatima: “Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia sarà convertita e vi sarà la pace. Altrimenti, essa diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni verranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, molte nazioni saranno annientate.”


Suor Lucia riguardo al Castigo


Suor Lucia, l’ultima veggente di Fatima, fu intervistata dal Professor William Thomas Walsh nel 1946, riguardo alla diffusione degli errori della Russia: “Questo significa che, secondo la sua opinione, qualsiasi nazione, senza eccezione, sarà conquistata dal comunismo?”


“Si,” Rispose Suor Lucia.1 (Vedi “Le Dichiarazioni di Suor Lucia al Professor Walsh (15 luglio 1946)”.)


“E questo vuol dire anche gli Stati Uniti di America?” Chiese il Professor Walsh.


Suor Lucia rispose: “Si.”2 (Vedi “La Testimonianza di Padre Manuel Rocha, l'interprete del Professor Walsh”.)


Nel 1957 ella disse a Padre Augustine Fuentes:


Molte volte la Santissima Vergine ha detto, ai miei cugini Francesco e Giacinta, così come a me, che molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra. Ella ha detto che la Russia sarà lo strumento di castigo scelto da Dio per punire il mondo intero, se prima non otterremo la conversione di quella povera nazione…3 (Vedi “Le testimonianze pubblicate: Padre Fuentes (1957)”.)


E’ ovvio che o la Russia sarà consacrata in tempo utile, come Nostro Signore e la Beata Vergine Maria hanno richiesto, e vi sarà quindi la pace, oppure vedremo il compimento di tutti i terribili castighi preannunciatici dalla Madonna: guerre, carestie, persecuzione della Chiesa e del Santo Padre, l’annientamento di molte nazioni e la schiavitù di quelle nazioni che non saranno state annientate. Solo la conversione della Russia può far cessare i castighi che ci affliggono oggigiorno, e prevenire quelli che ci aspettano in futuro. Suor Lucia ci ha avvertiti che la Russia sarà usata da Dio per punire il mondo intero, “se prima non otterremo la conversione di quella povera nazione.” Abbiamo bisogno della conversione della Russia, ma il Signore ha deciso che questa conversione avverrà per mezzo di un’unica azione: la solenne Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. La fine dei castighi e la pace nel mondo, pertanto, dipendono da quest’atto.


Pace o Castigo


A Fatima, riferendosi a Se Stessa con l’appellativo di Madonna del Rosario, Nostra signora ci ha detto: “Solo Lei può salvarvi”. Nessun governo o istituzione ha avuto successo nel produrre un qualsiasi tipo di pace duratura per il nostro mondo così martoriato. Questo perché il Signore ha deciso che la pace arriverà per mezzo di un’unica fonte: le mani della Beata Vergine Maria. E sarà solo per mezzo della nostra obbedienza alle semplici ma profonde richieste che Ella ci fece a Fatima, che la Madonna porterà la vera pace sull’umanità.


Suor Lucia chiese a Nostro Signore perché Egli non volesse convertire la Russia senza bisogno della consacrazione compiuta dal Papa. Egli rispose che voleva far riconoscere tale miracolo all’intera Chiesa come il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria; dopo di che, come risultato del trionfo, la Sua Chiesa renderà omaggio, pubblicamente, al Cuore Immacolato, ponendolo a fianco di quello reso al Suo Sacro Cuore.


La pace promessa dalla Madonna è quella che Isaia profetizzò nelle Sacre Scritture: “Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le Sue vie e possiamo camminare per i Suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore… Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo,non si eserciteranno più nell'arte della guerra.” (Isaia 2:2-4; cf. Mic. 4:1-3). Questo fu profetizzato più di 2500 anni fa, e verrà portato a compimento quando il Cuore Immacolato trionferà e regnerà.


Possiamo giudicare noi stessi se le spade siano state forgiate in vomeri. Solo nell’anno 2000, gli Stati Uniti d’America hanno esportato 798 miliardi di dollari in armamenti ai paesi del Terzo Mondo. Sono soldi che avrebbero potuto essere spesi in medicine, impianti di desalinizzazione e per cibo e attrezzature agricole. Quando avremo la pace portata dalla Madonna tramite il Trionfo del Suo Cuore Immacolato, useremo le nostre risorse per aiutare le persone invece che per far loro del male.


Pace e Conversione


Come spiega Sant’Agostino, la pace è la tranquillità dell’ordine. Dato che il Signore è il Creatore degli uomini, ne segue che l’umanità avrà pace solo quando si conformerà all’ordine sociale concepito dal Creatore. Per ottenere una pace vera e duratura tra gli uomini, l’uomo deve condurre una vita pia e giusta, in accordo con la natura che Dio gli ha donato. La pace che la Madonna ha predetto non “consisterà meramente in atti di cortesia esterna o formale, ma [sarà] una pace che penetrerà le anime degli uomini e che unirà, sanerà e riaprirà i loro cuori all’affetto reciproco, che è fonte di amore fraterno. La pace di Cristo è l’unica pace che risponde a questa descrizione” (Papa Pio XI, Ubi Arcano Dei Consilio). “Egli è la nostra pace,” disse San Paolo (Ef. 2:14).


La pace che risulterà dalla Consacrazione della Russia non sarà solamente assenza di guerre. Sarà la pace che scaturisce dal regno di Gesù Cristo tra gli uomini, le famiglie e le società: “Cristo [sarà] tutto, ed in tutto” (Col. iii, 11). Il Regno Sociale di Cristo sarà riconosciuto e vissuto da tutti. Come spiegò Papa Pio XI: “Gesù Cristo regna sulle menti delle persone per mezzo dei Suoi insegnamenti, nei loro cuori per mezzo del Suo amore, nella vita di ciascuno tramite la vita vissuta sulla base della Sua legge e ad imitazione del Suo esempio. Gesù regna sulla famiglia quand’essa, modellata sui santi ideali del sacramento del matrimonio istituito da Cristo, mantiene inalterata la propria caratteristica specifica di santuario. In tale santuario d’amore, l’autorità dei genitori si conforma all’autorità di Nostro Signore Dio Padre… l’obbedienza dei bambini imita quella del Figliol Divino di Nazareth, e tutta la vita familiare viene ispirata dai santi ideali della Sacra Famiglia.


Infine, Gesù Cristo regna sulla società dove gli uomini riconoscono e venerano la sovranità di Cristo, quando essi accettano l’origine divina ed il controllo su tutte le forze sociali, un riconoscimento che è alla base del diritto di comandare per chi è al comando, e del dovere di obbedire per coloro che ne sono soggetti, un dovere che non può che nobilitare coloro che conformano le proprie vite ad esso.


Cristo regna laddove viene riconosciuta alla Sua Chiesa la posizione nella società che Egli Stesso ha assegnato ad essa, poiché Egli ha donato alla Chiesa lo stato e la costituzione di una società la quale, per via dei fini perfetti a cui viene chiamata, deve essere portata ad essere suprema di per se stessa; Egli ha anche reso la Chiesa depositaria ed interprete dei Suoi divini insegnamenti e, di conseguenza, maestra e guida di qualsiasi altra società, ovviamente non nel senso che essa debba astrarsi dalla loro autorità, ma così come la grazia divina perfeziona la natura umana, essa dovrebbe anzi dar loro l’aiuto necessario affinché gli uomini raggiungano il loro fine ultimo, l’eterna felicità; e per questo stesso motivo dovrebbe renderli ancora più degni e sicuri promotori della propria felicità, qui sulla terra.


E’ pertanto un fatto che non può essere messo in discussione cha la vera pace di Cristo possa esistere unicamente nel Regno di Cristo” (Ubi Arcano Dei Consilio).


Il Signore ha deciso che questa pace verrà ottenuta per mezzo della Consacrazione della Russia ed il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. La pace che la Consacrazione della Russia riuscirà a conseguire, pertanto, non sarà solamente di tipo politico, ma si estenderà alla pace che scaturisce da un’unità mondiale di intenti, sentimenti e volontà: una pace Cattolica. Per usare la frase di Pio XI, essa sarà “la pace di Cristo nel Regno di Cristo”.


Iddio Onnipotente, da Cui deriva tutta l’autorità, ha ordinato che vi sia un’autorità spirituale universale, la Chiesa, ed un’autorità temporale. Entrambe ricevono autorità dal Signore, e pertanto ad entrambe noi siamo obbligati a rendere omaggio: “Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite” (Rom. 13:1). Disprezzare l’autorità legittima è illegale e ribelle: “Chi si oppone all'autorità, si oppone perciò all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna” (Rom. 13:2)


La Chiesa Cattolica spiega che il sistema concepito da Nostro Signore per la Chiesa e lo Stato è quello in cui entrambi lavorano a stretto contatto. Papa Bonifacio VIII insegnò solennemente che le due spade impugnate da San Pietro (Luca 22:38) simboleggiavano le due spade della sua autorità papale, sia nel reame spirituale sia in quello temporale. “Il potere spirituale deve essere amministrato dalla Chiesa, quello materiale per conto della Chiesa; il primo è nelle mani dei sacerdoti, l’altro è nelle mani dei re e dei soldati, ma a volontà e guida dei sacerdoti” (Unam Sanctam, §2, DZ. 468-469).


Come ha spiegato Papa Leone XIII:


“Dio volle dunque ripartito tra due poteri il governo del genere umano, cioè il potere ecclesiastico e quello civile, l’uno preposto alle cose divine, l’altro alle umane. Entrambi sono sovrani nella propria sfera; entrambi hanno limiti definiti alla propria azione, fissati dalla natura e dal fine immediato di ciascuno... Ma poiché l’uno e l’altro potere si esercitano sugli stessi soggetti, e può accadere che una medesima cosa, per quanto in modi diversi, venga a cadere sotto la giurisdizione dell’uno e dell’altro, l’infinita Provvidenza divina, dalla quale sono stati entrambi stabiliti, deve pure aver composto in modo ordinato e armonioso le loro rispettive orbite, poiché "le autorità che esistono, sono stabilite da Dio" (Rm 13,1). Se non fosse così, nascerebbero spesso motivi di contrasti e di conflitti; e non di rado l’uomo dovrebbe restare turbato ed esitante, come di fronte a un bivio, incerto circa la via da scegliere, nel caso in cui gli giungessero ordini contrari da parte delle due potestà, al cui imperio non potrebbe sottrarsi senza venir meno al proprio dovere.


Ora, assolutamente ripugna il pensare questo della sapienza e della bontà di Dio, il quale anche nel campo dei fenomeni fisici, che sono di ordine tanto inferiore, pure conciliò tra loro le forze naturali e le loro leggi con un disegno razionale e quasi con una mirabile armonia di voci, tale per cui nessuna di esse disturbi le altre, e tutte insieme tendano concordemente e nel modo più consono al fine ultimo del mondo. Per questo è necessario che tra le due potestà esista una certa coordinazione, la quale viene giustamente paragonata a quella che collega l’anima e il corpo nell’uomo. Di quale natura e peso essa sia, poi, non si può altrimenti stabilire se non prendendo in considerazione, come s’è detto, la natura delle due potestà e ragionando sull’eccellenza e la nobiltà dei loro fini: come all’una spetti anzitutto ed essenzialmente la cura delle cose terrene, all’altra l’acquisizione dei beni celesti e sempiterni. Pertanto tutto ciò che nelle cose umane abbia in qualche modo a che fare col sacro, tutto ciò che riguardi la salvezza delle anime o il culto di Dio, che sia tale per sua natura o che tale appaia per il fine a cui si riferisce, tutto ciò cade sotto l’autorità e il giudizio della Chiesa: tutto il resto, che abbraccia la sfera civile e politica, è giusto che sia sottoposto all’autorità civile, poiché Gesù Cristo ha voluto che ciò che è di Cesare sia dato a Cesare e ciò che è di Dio a Dio. (Immortale Dei).


Quando la Consacrazione della Russia sarà stata compiuta, questa corretta relazione tra le autorità ecclesiastiche e quelle civili si realizzerà pienamente. Non vi saranno più scontri tra gli insegnamenti della Chiesa e le leggi o i governi di una nazione. Per esempio, quando avremo il trionfo del Cuore Immacolato, nessun governo avrà più l’aborto “legalizzato”, il divorzio, la contraccezione, ecc.; le leggi di Dio guideranno le leggi dello stato.


La pace della Madonna, come indicato precedentemente da Isaia, includono anche la conversione del mondo al Cattolicesimo. Questo è il chiaro significato della prima parte del passaggio, che afferma che le nazioni si raduneranno nella casa del Signore. E’ stato definito infallibilmente, per ben tre volte, che non vi è salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica. Ne consegue, pertanto, che Dio vuole che tutti gli uomini siano Cattolici.


La formula di queste tre solenni, infallibili (e pertanto impossibili a cambiarsi)4definizioni, che devono essere credute da tutti i Cattolici5 (qualsiasi sia il loro rango, inclusi Cardinali e Pontefici) a tema di essere automaticamente scomunicati (e quindi espulsi dalla Chiesa Cattolica), è la seguente:


C’è una sola unica Chiesa Universale dei fedeli, al di fuori della quale nessuno può essere salvato (Papa Innocenzo III, quarto Concilio Lateranense, 1215; D.S. 802; DZ. –Hünermann 802.)


Noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma. (Papa Bonifacio VIII, la Bolla Unam Sanctam, 1302; D.S. 875; Dz.-Hünermann 875.)


La Santissima Chiesa Cattolica Romana crede fermamente, professa e predica che nessuno di coloro che esistono fuori dalla Chiesa Cattolica, non solo i pagani, ma anche gli ebrei e gli eretici e gli scismatici, possa partecipare alla vita eterna; ma che essi vadano nelle fiamme eterne che vennero preparate per il diavolo e i suoi angeli, a meno che prima della morte essi si uniscano ad Essa; e che così importante è l'unità di questo corpo ecclesiastico che solamente coloro che sono rimasti all'interno di questa unità possono ricevere una ricompensa eterna per i loro digiuni, le loro elemosine, le altre loro opere di devozione Cristiana e i loro doveri di soldati Cristiani. Nessuno, per quanto grandi le sue elemosine, nessuno, persino se versa il suo sangue in nome di Cristo, può essere salvato a meno che egli non rimanga nel seno e nell'unità della Chiesa Cattolica (Papa Eugenio IV, Bolla Cantate Domino, 1442; D.S. 1351; Dz.-Hünermann 1351.)


Pertanto è la Chiesa Cattolica ad essere “colonna e sostegno della verità” (1 Tim. 3:15). Possiamo solo compiere il volere del Signore, diventando Cattolici. Se ci rifiutiamo di farlo, non faremo più il volere del Nostro Creatore, e non potremo avere la tranquillità dell’ordine.


Ne consegue che Nostro Signore ha ordinato agli uomini, alla luce della venuta di Cristo, di entrare a far parte della Chiesa Cattolica. La pace e la tranquillità dell’ordine che avverrà quando avremo obbedito alla Madonna di Fatima, rispecchierà tutto questo.


Articoli collegate:





Note:

  1. William Thomas Walsh, La Madonna di Fatima, 4°  ristampa, (1947) p. 226.
  2. Kaczmarek, Louis, Le Meraviglie da Ella compiute, Trinity Communications, Manassas, Virginia: 1986, p. 160.
  3. Frère Michel de la Sainte Trinité, Tutta la Verità su Fatima, Volume III: Il Terzo Segreto, (Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York, U.S.A., 1990) p.505.
  4. "Noi, con l’approvazione del sacro concilio, insegniamo e definiamo ciò che è un dogma rivelato divinamente: che il Pontefice Romano, quand’egli si pronunzia ex cathedra, ovvero quando agisce nel suo ufficio di pastore e maestro di tutti i Cristiani, egli definisce, in virtù della sua suprema autorità apostolica, da lui posseduta per mezzo della divina assistenza a lui promessagli nella persona di San Pietro, la dottrina riguardante la fede o la morale che deve essere professata dalla Chiesa universale e l’infallibilità con la quale il divino Redentore ha voluto che la Sua chiesa fosse riconosciuta nel definire la dottrina riguardante la fede o la morale; e che tali definizioni dei Pontefici Romani sono pertanto immutabili per via della loro stessa natura, e non per via di un accordo della Chiesa.” (D.S. 1839)
  5. "Ma se qualcuno presume di contraddire questa Nostra definizione (Dio gli proibisce di farlo) sia anatema su di lui.” (D.S. 1840)

 

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Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima


 


Il 7 ottobre 2017, nel Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, Livorno, in occasione del decimo pellegrinaggio del Coordinamento toscano Summorum Pontificum, il vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana S.E.R. Monsignor Schneider ha dato una conferenza dal titolo: Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima.

  Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima
S.E. Mons. Athanasius Schneider, ORC, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana, Kazakhstan

Relazione tenuta nei convegni in occasione del centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima a Milano (24 maggio 2017), Verona (26 maggio 2017) e Bergamo (27 maggio 2017). 

L’ineffabile sapienza e misericordia della provvidenza divina dona ad ogni epoca della storia umana e della storia della Chiesa quei mezzi d’aiuto, che sono più necessari per sanare le piaghe spirituali e salvare gli uomini da grandi disastri spirituali e materiali. Di solito Dio interviene nei momenti più critici della storia umana e sacra per mezzo di quelle profezie autentiche che sono esaminate ed accettate dalla Chiesa. Tali interventi divini sono avvenuti nel corso della storia della Chiesa e avverranno fino alla fine del tempo. 

Il Magistero della Chiesa afferma nel Catechismo: 
«L’economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non c’è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo. Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli. Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate “private”, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di “migliorare” o di “completare” la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa» (C.C.C. n. 66-67).
Le apparizioni, avvenute in Fatima nel 1917, possono essere considerate come uno degli esempi più eminenti dei doni e carismi profetici nella storia della Chiesa. Dio ha mandato Sua Madre Immacolata a Fatima nel 1917, e la santa Madre di Dio ha fatto risuonare i suoi urgenti appelli materni in vista dei gravi pericoli spirituali, nei quali si trovava l’intera famiglia umana all’inizio del XX  secolo. Le avvertenze della Santa Vergine si sono rivelate come veramente profetiche, alla luce dello stato inaudito dell’incredulità, dell’ateismo e di una rivolta diretta contro Dio e Suoi comandamenti ai nostri giorni. Durante il XX secolo la vita privata e pubblica era caratterizzata come una vita senza Dio e contro Dio, particolarmente per mezzo delle dittature ateiste della Massoneria (per esempio quella in Messico negli anni venti), del nazionalsocialismo di Hitler Germania, del comunismo sovietico (nei paesi dell’ex Unione Sovietica) e del comunismo maoista in Cina.
 
All’inizio del XXI secolo si è scatenata la guerra contro Dio e Cristo e contro i suoi comandamenti Divini al livello quasi globale particolarmente per mezzo dell’attacco blasfemo contro la creazione Divina dell’essere umano come maschio e femmina usando per questo scopo dell’attacco la dittatura dell’ideologia del gender e della legittimazione pubblica di ogni specie di degradazione sessuale.

Nel XX secolo era la Russia comunista che rappresentava lo strumento più potente e di ampia portata nella diffusione dell’ateismo della guerra contro Cristo e la Sua Chiesa. Questo attacco era esplicito e frontale. Per mezzo della rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917, satana cominciò ad usare il più grande Paese del mondo e la più grande nazione cristiana dell’Est per lottare apertamente contro Cristo e Sua Chiesa. Il 13 luglio 1917 quando la Vergine Maria parlò del pericolo imminente relativo alla diffusione degli errori della Russia nel mondo intero, nessuno avrebbe potuto mai immaginare lo scenario realmente apocalittico della persecuzione della Chiesa e della propaganda dell’ateismo, che la Russia realizzò alcuni mesi più tardi, ossia entro la fine dell’ottobre 1917. Con ciò le apparizioni in Fatima hanno dimostrato il loro carattere straordinariamente profetico.
 
Come rimedio principale contro l’ateismo teorico e pratico, nel quale è sprofondata l’umanità nell’attuale epoca storica, la Beata Vergine Maria ha indicato la preghiera del Santo Rosario, il culto e la devozione al suo Cuore Immacolato con la pratica dei primi cinque sabati e la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, consacrazione che dovrebbe essere fatta dal Papa in unione con l’intero episcopato.
 
Il disprezzo dei comandamenti di Dio significa empietà e l’empietà conduce alla dannazione eterna di molte anime. Nel suo messaggio a Fatima la Madre di Dio ha indicato i peccati contro la castità e il disprezzo per la santità del matrimonio come la causa più frequente della dannazione eterna delle anime. La Vergine Maria diceva alla Beata Giacinta che, «i peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne e che saranno introdotte certe mode che molto offenderanno Nostro Signore. Quelli che servono Dio non dovrebbero seguire queste mode. La Chiesa non ha mode: Nostro Signore è sempre lo stesso». Inoltre, la Madonna ha detto che «molti matrimoni non sono buoni; loro non gli piacciono e non sono di Dio». San Giovanni Maria Vianney, il curato di Ars, parlava nei suoi sermoni in modo simile: 
«Quanto poco è conosciuta la purezza nel mondo; quanto poco noi la apprezziamo; quanto poco ci sforziamo di preservarla; quanto poco zelo abbiamo nel chiederla da Dio, poiché non possiamo averla da noi stessi. La purezza non è nota a quei notori e incalliti libertini che si abbandono a loro depravazioni. In quale stato sarà una tale anima quando apparirà davanti a Dio! Purezza! O Dio, quante anime trascina questo peccato nell’inferno!».
Il carattere profetico delle parole della Madonna è divenuto talmente ovvio ai nostri giorni che persino nella vita di alcune chiese cattoliche particolari i peccati della carne e le unioni adulterine sono nella pratica approvati per mezzo della pratica cosiddetta “pastorale” dell’ammissione alla santa Comunione di quelle persone divorziate che intenzionalmente continuano a avere rapporti sessuali con una persona che non è il loro legittimo coniuge. Una tale pseudo-pastorale sarà responsabile della condanna eterna di molte anime, poiché una tale pratica incoraggia gli uomini a continuare a peccare offendendo Dio e con ciò disprezzando Suoi comandamenti. La Beata Vergine Maria disse alla Beata Giacinta: «Se gli uomini sapessero ciò che è l’eternità, farebbero di tutto per cambiare la loro vita. Gli uomini si perdono, perché non pensano alla morte di Gesù e non fanno penitenza».

La Madre di Dio è apparsa a Fatima principalmente per lanciare un urgente appello materno finalizzato alla salvezza delle anime dalla condanna eterna. Ella ha mostrato perciò ai piccoli veggenti la realtà indicibilmente orrenda dell’inferno. Allo stesso tempo ha indicato la via della penitenza come l’unica possibilità per evitare l’inferno. Questa via della penitenza ha una duplice dimensione. In primo luogo essa rappresenta un mezzo per fuggire le future occasioni di peccato e per riparare ai peccati commessi. In secondo luogo, essa costituisce una forma penitenziale vicaria, ovvero una riparazione per i peccatori in vista della loro conversione. Nella terza parte del secreto di Fatima Dio ci dà la seguente immagine sconvolgente con l’invito a fare penitenza: 
«Abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!».
La Chiesa ai nostri giorni deve di nuovo proclamare con vigore la verità Divina sulla realtà della condanna eterna e sull’inferno per salvare le anime immortali che altrimenti si potrebbero perdere per tutta l’eternità. L’esistenza di un inferno eterno è una verità della fede, definita dalla Chiesa nei concili, nei simboli della fede e nei documenti del Magistero. La Madonna di Fatima ha considerato questa verità talmente importante e pastoralmente efficace, che ha mostrato ai piccoli bambini l’inferno. Suor Lucia racconta: «Questa visione è durata solamente un attimo, grazie alla nostra buona Madre Celeste, che nella sua prima apparizione aveva promesso di portarci in Paradiso. Senza questa promessa, credo che saremmo morti di terrore e spavento». La Madonna ha poi detto ai bambini: «Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato». Suor Lucia continua poi a raccontare: 
«Giacinta continuava seduta sul suo sasso, pensierosa, e domandò: “Quella Signora disse pure che vanno molte anime all’inferno! L’inferno non finisce mai. E neanche il Paradiso. Chi va in Paradiso non esce più di là. E neppure chi va all’inferno. Non capisci che sono eterni, che non finiscono mai?”. Facemmo, allora, per la prima volta, la meditazione sull’inferno e sull’Eternità. Quel che impressionò di più Giacinta, fu l’Eternità» (Suor Lucia, Memorie, p. 45-46).  
Giacinta, poco prima di morire affermò: 
«Se gli uomini sapessero ciò che è l’eternità, farebbero tutto possibile per cambiare la loro vita. Mortificazione e sacrifici piacciono molto al nostro Divino Signore».
L’esempio della Beata Giacinta, mostrato nella seguente citazione, dovrebbe commuoverci profondamente, e soprattutto dovrebbe spingere ogni sacerdote e ogni fedele ad una concreta testimonianza attraverso parole e azioni: 
«La visione dell'inferno le aveva causato tanto orrore, che tutte le penitenze e mortificazioni le sembravano un nulla, per riuscire a liberare di là alcune anime. Giacinta con frequenza si sedeva per terra o su qualche sasso e, pensierosa, cominciava a dire: «L'inferno! L'inferno! Come mi fanno pena le anime che vanno all'inferno!». Rivolgendosi a me e a Francesco diceva: “Francesco! Francesco! Non state a pregare con me? Bisogna pregare molto per liberare le anime dall'inferno. Tante vanno laggiù, tante!”. Altre volte domandava: «Ma come mai la Madonna non fa vedere l'inferno ai peccatori? Se loro lo vedessero, non peccherebbero più per non andarci. Di’ un po’ a quella Signora che faccia vedere l’inferno a tutta quella gente (si riferiva a quelli che si trovavano a Cova da Iria, al momento dell’apparizione. Vedrai come si convertono”. Qualche volta domandava pure: “Ma che peccati saranno quelli che questa gente fa per andare all'inferno? Non saprei. Forse il peccato di non andare a messa la domenica, di rubare, di dire parolacce, di augurare il male, di giurare... Come mi fanno pena i peccatori! Se potessi fargli vedere l’inferno!”. Improvvisamente a volte si stringeva a me e diceva: “Io vado in cielo, ma tu rimani quaggiù. Se la Madonna ti lascia, di’ a tutti com’è l’inferno, perché non facciano più peccati e non vadano più laggiù. Altre volte, dopo essere stata un po’ a pensare, diceva: “Tanta gente che va all’inferno! Tanta gente all’inferno!”.  “Non aver paura, tu vai in cielo!”, le dicevo per tranquillizzarla. “Io, si, ci vado”, replicava lei con calma, “ma io vorrei che ci andasse pure tutta quella gente”».
Un significato particolarmente importante del messaggio di Fatima consiste nel ricordare alla Chiesa e agli uomini del nostro tempo la realtà del peccato e le sue catastrofiche e deleterie conseguenze. Perché il peccato possiede intrinsecamente una tale tragica gravità? Perché il peccato offende Dio, offende la Sua infinita maestà, la Sua infinitamente santa e saggia volontà. Questa è precisamente la causa dell’inconcepibile malizia del peccato. La Madonna diceva ai pastorelli di Fatima: «Gli uomini devono pentirsi dei loro peccati, emendare la loro vita e chiedere perdono per i loro peccati. Loro non devono offendere il Signore che è già troppo offeso». Suor Lucia scrisse: 
«La parte dell’ultima apparizione che più ha colpito il mio cuore è la richiesta della nostra Madre celeste di non offendere più Dio che è già troppo offeso». La Madonna ha detto a Suor Lucia: «Il buon Dio si lascia placare, ma si lamenta amaramente e con dolore del numero limitatissimo di anime che si trovano nella grazia, e che sono disposte a rinunciare a tutto ciò che la Legge Divina condanna come male».
È nota questa affermazione di Papa Pio XII: «Il peccato più grande nel mondo d’oggi consiste forse nel fatto che gli uomini hanno cominciato a perdere il senso del peccato». (Radio messaggio ai partecipanti del “National Catechetical Congress of the United States in Boston”, 26 ottobre 1946). Uno dei principali appelli del messaggio di Fatima e dell’esempio commovente del Beato Francesco e della Beata Giacinta può essere espresso nella seguente domanda: «Sto correndo verso l’eternità? Sono veramente pronto ad apparire davanti al tribunale di Dio? Sono nello stato di peccato?».

Essendo il peccato, e in primo luogo il peccato mortale, il più grande disastro spirituale, uno dei principali compiti pastorali della Chiesa consiste nell’ammonire gli uomini contro il pericolo del peccato, nel predicare intorno alla gravità reale del peccato, nel condurre ad una penitenza autentica per la grazia di Dio, nel salvare i peccatori dalla morte eterna attraverso preghiere di intercessione e atti di riparazione vicaria. I ministri della Chiesa non dovrebbero mai minimizzare il peccato, non dovrebbero mai parlare in modo ambiguo su ciò che è peccato, non dovrebbero mai né esplicitamente né implicitamente confermare un peccatore nel suo peccaminoso stile di vita, come per esempio nel caso dei divorziati detti “risposati”. Un tale atteggiamento sarebbe estremamente anti-pastorale e paragonabile ad una madre la quale vedendo suo figlio correre verso un precipizio, gli parlasse in modo ambiguo. Infatti, un tale atteggiamento non sarebbe l’atteggiamento di una madre, ma piuttosto di una matrigna. Di conseguenza, quei chierici, che nel caso più frequente nel nostro tempo, consentono ai divorziati detti “risposati” di continuare a praticare l’adulterio, si comportano come matrigne. La nuova cosiddetta pastorale della misericordia nei confronti dei divorziati “risposati”, propagata specialmente dal Cardinale Kasper e da suoi alleati clericali, – persino intere Conferenze episcopali –, è ultimamente crudele, un metodo “da matrigna” nei confronti dei peccatori. L’atteggiamento commovente del Beato Francesco e della Beata Giacinta verso il peccato e i peccatori, riempie di vergogna un tale metodo anti-pastorale, il quale si sta propagando ai nostri giorni sotto la maschera della misericordia.
 
La realtà del peccato esige necessariamente penitenza e riparazione. Ciò appartiene anche alle parti centrali del messaggio dato dalla Madre di Dio a Fatima per il nostro tempo. Già nel 1916 l’Angelo parlava ai veggenti con lo stesso spirito col quale parlerà la Madonna nel 1917. L’Angelo diceva ai bambini: «Offrite senza sosta preghiere e sacrifici all’Altissimo. Per tutto quanto vi è possibile, offrite a Dio un sacrificio quale atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e quale atto di supplica per la conversione dei peccatori. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà». Il 13 luglio di 1917 la Madonna ha detto: 
«Continuate a venire qui. A ottobre dirò chi sono, quel che voglio e farò un miracolo che tutti possano vedere, affinché credano. Sacrificatevi per i peccatori, e dite spesso, specialmente facendo qualche sacrificio: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”».
Dobbiamo lasciarci commuovere e ispirare dall’esempio dei bambini di Fatima per crescere nello spirito d’espiazione e di riparazione per i peccati. I bambini soffrivano la sete, però non c’era nemmeno una goccia d’acqua vicino al luogo dell’apparizione. Invece di lamentarsi Giacinta, che aveva solo sette anni, sembrava essere felice. «Come è bello», diceva lei, «Ho sete, ma offro tutto per la conversione dei peccatori». Lucia, la più anziana dei tre bambini, si sentiva responsabile dei suoi cugini, e così andò ad una casa vicina per chiedere un po’ d’acqua. Suor Lucia racconta: 
«Diedi la brocca d’acqua a Francesco, e gli dissi che bevesse. “Non voglio bere”, rispose il ragazzo di nove anni, “voglio soffrire per i peccatori”. “Bevi tu!”, chiesi allora Giacinta. “Anch’io voglio offrire un sacrificio per i peccatori”, rispose lei. Versai, allora, l’acqua nella fossetta di una roccia, per farla bere alle pecore, e andai a restituire la brocca alla padrona. Il caldo diventava sempre più intenso. Le cicale e i grilli univano il loro canto a quello delle rane del pantano vicino e facevano uno schiamazzo insopportabile. Giacinta, indebolita dalla fiacchezza e dalla sete, mi disse, con quella semplicità che le era naturale: “Dì ai grilli e alle rane che stiano zitti! Mi fa tanto male la testa!” Allora, Francesco le chiese: “Non vuoi soffrire questo per i peccatori?”. La povera bambina, stringendo la testa fra le manine, rispose: “Sì, lo voglio, lasciali cantare”».
Commentando l’esempio di Francesco e di Giacinta, Suor Lucia diceva:
«Molte persone, pensando che la parola penitenza implichi grandi austerità, e sentendo che non hanno la forza per grandi sacrifici, si scoraggiano e continuano una vita di tiepidezza e di peccato».  Ma la stessa Suor Lucia racconta ciò che Nostro Signore le ha spiegato a tal riguardo: «Il sacrificio richiesto di ogni persona consiste nell’adempimento dei propri obblighi di vita e nell’osservanza della Mia legge. Questa è la penitenza che Io adesso cerco e chiedo».
Le apparizioni e i messaggi della Madonna di Fatima non possono essere adeguatamente compresi senza considerare le apparizioni dell’Angelo ai tre bambini nel 1916. Entrambe le apparizioni hanno un mutuo intrinseco rapporto. Le parole dell’Angelo hanno già preparato il messaggio centrale della Madonna in Fatima: «In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio quale atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e quale atto di supplica per la conversione dei peccatori». Però, il significato più importante delle apparizioni dell’Angelo consiste nel messaggio che riguarda il mistero Eucaristico del Corpo e del Sangue di Gesù. Già nel 1916 l’Angelo affermava che Cristo è «orribilmente oltraggiato» in questo mistero. Quasi nessuno nella Chiesa di quel tempo avrebbe potuto immaginare a quali orribili oltraggi sarebbe stato successivamente esposto il Santissimo sacramento eucaristico, e a quali livelli di inquietante diffusione tali oltraggi si sarebbero estesi persino all’interno della stessa Chiesa.

Ne sono un evidente esempio la pratica, diffusa ai nostri giorni, di concedere la Santa Comunione nelle mani, e l’ammissione indiscriminata dei peccatori impenitenti, e persino dei non-cattolici, alla Santa Comunione. Mai nella storia il sacramento eucaristico è stato oggetto di simili orrendi sacrilegi da parte del clero e dei fedeli come accade attualmente. Ancora una volta le apparizioni in Fatima rivelano in modo impressionante il loro carattere altamente profetico.

La Chiesa ai nostri giorni può imparare dalla missione profetica delle apparizioni di Fatima l’intrinseca e inseparabile connessione tra la venerazione della Santissima Eucaristia e la devozione alla Beata Vergine Maria, specificamente del suo Cuore Immacolato. La diffusione della devozione al Cuore Immacolato deve essere connessa simultaneamente ad un vero rinnovamento del culto Eucaristico, e, concretamente parlando, deve essere connessa alla restaurazione del culto anche esterno della sacralità e della riverenza nella celebrazione della Santa Messa, in particolare per quanto concerne il rito e la disciplina della ricezione della santa Comunione. Soltanto quando il regno di Cristo, il Re Eucaristico, sarà di nuovo ristabilito in tutto il suo splendore nell’intero mondo cattolico, allora arriverà il Regno e il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Il Regno del Cuore Immacolato è intrinsecamente Eucaristico, e questo è un prerequisito per una vera pace nel mondo.
 
Uno dei più grandi devoti della Madonna di Fatima, e uno dei più zelanti promotori del suo culto, fu il pio e coraggioso laico Brasiliano Dr. Plinio Correia de Oliveira. Già nel 1944 egli presentò in maniera profonda e perspicace l’attualità delle apparizioni di Fatima. Una presentazione perfettamente applicabile all’attuale situazione storica: 
«Si riunirono i tecnici – che assieme ai banchieri, oggi, sono i re della Terra – “et convenerunt in unum adversus Dominus”. Costruirono una pace senza Cristo, contro Cristo. Il mondo affondò ancora di più nel peccato, nonostante l’ammonimento della Madonna. A Fatima i miracoli si moltiplicarono per decine, per centinaia, per migliaia. Eccoli, noti a tutti, a disposizione di qualsiasi medico di ogni razza ed ogni religione. Le conversioni non si contarono più. Tuttavia, Fatima non era ascoltata da nessuno. Alcuni la mettevano in dubbio senza studiarla, altri la negavano senza prenderla in esame. Altri ancora ci credevano senza osare dirlo. La voce della Signora non fu udita e più di venti anni passarono. Un bel giorno, strani segni vennero dal Cielo, una aurora boreale di cui diedero notizia tutte le agenzie del mondo. Dal profondo del suo convento, Lucia scrisse al vescovo: era il segno che la guerra stava per arrivare. Ed infatti arrivò la guerra. Eccola lì. Oggi ci si preoccupa nuovamente di “riorganizzare il mondo”, agli sgoccioli di questa lotta già potenzialmente vinta. “Si vocem ejus hodie audieritis, nolite obdurare corda vestra”. “Se oggi sentite la sua voce, non indurite il vostro cuore”, dice la Sacra Scrittura. Elencando la festa della Madonna di Fatima fra le festività liturgiche, la Santa Chiesa proclama la perennità del messaggio dato al mondo attraverso i tre pastorelli. Nel giorno della sua festa, ancora una volta la voce di Fatima giunge a noi: “Non indurite i vostri cuori”. E così avrete trovato la strada della vera pace» (Legionario, São Paulo, 14 maggio 1944).
Suor Lucia ha considerato il nostro tempo come vicino agli ultimi tempi, e ciò per tre ragioni, come ha spiegato a Padre Augustin Fuentes durante un’intervista il 26 dicembre 1957. Vale la pena citare le sue parole: 
«La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c’è altra possibilità. La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri. La terza ragione è che, nei piani della Divina Provvidenza, quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre “con un certo timore” l’ultima possibilità di salvezza, l’intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest’ultima risorsa non avesse successo, non potremmo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, giacché ci saremmo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo.

Questo peccato consiste nell’aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l’onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l’Onore di Sua Madre. I due strumenti che ci sono stati dati per salvare il mondo sono la preghiera e il sacrificio». «Vede, Padre», continua Suor Lucia nell’intervista, «la Santissima Vergine ha voluto dare, in questi ultimi tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla recita del Santo Rosario. Ella ha talmente rinforzato la sua efficacia, che non esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o specialmente spirituale, nella vita privata di ognuno di noi o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, delle comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c'è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario, ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime. Infine, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, Nostra Madre Santissima, consiste nel considerarLa quale sede della clemenza, della bontà e del perdono e come la via sicura attraverso la quale entreremo in Paradiso».
Possa la Chiesa ai nostri giorni ascoltare ciò che lo Spirito le dice (Ap 2, 11) per mezzo delle parole dell’Angelo di Fatima, per mezzo dell’eroico esempio di vita del Beato Francesco e della Beata Giacinta e in primo luogo per mezzo della parole della Madonna, la Madre di Dio, nostra Madre e Madre spirituale di tutta l’umanità. L’attualità di Fatima consiste nel preparare la Chiesa dei nostri giorni ad un’impavida confessione della fede Cattolica e persino al martirio, come possiamo vedere nella terza parte del segreto di Fatima. Tuttavia, Fatima rimane un vero e profetico segno di speranza, perché la Madonna ha promesso un tempo di pace e il trionfo del Suo Cuore Immacolato.
 
Il significato profetico del messaggio di Fatima nel suo insieme comprende le apparizioni dell’Angelo, le parole e l’eroico esempio di vita dei tre pastorelli e soprattutto le esortazioni materne della Beata Maria Vergine stessa. Nella preghiera con la quale Papa Giovanni Paolo II ha consacrato il 24 marzo 1984 il mondo al Cuore Immacolato di Maria, egli ha lasciato alla Chiesa e all’umanità del nostro tempo la seguente ardente supplica, nella quale vengono riassunti i temi più importanti del significato profetico del messaggio di Fatima: 
«Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli stessi uomini d’oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità! Dai peccati contro la vita dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci! Dall'odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci! Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci! Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci! Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo, l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! Che esso fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!”»




[Modificato da Caterina63 28/11/2017 16:14]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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  Cronologia di quattro campagne d’occultamento:
Far tacere Suor Lucia

Le visioni ed i Segreti

Malgrado all’epoca avesse solamente 10 anni, Lucia dos Santos era la più grande dei tre pastorelli che ricevettero le visioni di Fatima, nel 1917. Ella fu l’unica dei tre che parlò in realtà con la Vergine, ponendole alcune sue domande e rispondendo a quelle della Madonna. Dopo la visione del 13 maggio, Lucia ed i suoi cugini più piccoli, Francesco e Giacinta Marto, concordarono di non rivelarlo a nessuno.

Un’attenzione indesiderata

Giacinta tuttavia, che aveva solamente sette anni, non riuscì a contenere l’eccitazione riguardo alla sua prima visione, e ne parlò con sua madre. La notizia si sparse presto in questa piccola comunità rurale. Alcuni accettarono immediatamente la visione come un’apparizione autentica della Vergine Maria, ma altri, tra cui anche dei prelati, furono scettici. Una folla mista di credenti e di curiosi si radunò per osservare Lucia ed i suoi cugini, durante le successive apparizioni (a giugno erano 50; che divennero 5000 a luglio, 15000 ad agosto e 30000 a settembre), mentre all’ultima di queste parteciparono più di 70.000 persone, che assistettero al Miracolo del Sole.

Indagini approfondite

A luglio, il sindaco locale ritenne che la reazione popolare a questi eventi fosse inquietante, e ad agosto sottopose tutti i fanciulli ad approfonditi interrogatori. Ad un certo punto, dopo essere stati tenuti in prigione per due giorni, vennero minacciati di morte dal loro inquisitore, ormai esasperato. Malgrado tutti i tentativi di intimidazione, Lucia ed i suoi cugini non rivelarono niente del segreto del 13 luglio, seguendo le istruzioni della Madonna di tenere segreto il Suo Messaggio. Alcuni funzionari del Vaticano furono dubbiosi, all’inizio, riguardo all’autenticità delle visioni, come devono esserlo nella maggioranza di questi casi. Tuttavia, l’evidente sincerità dei fanciulli, così come la loro profonda pietà e devozione, persuasero alla fine le autorità a prendere seriamente la faccenda ed a investigarvi ulteriormente. L’autenticazione del Miracolo del Sole, che era stato richiesto da Suor Lucia alla Madonna come prova che le apparizioni erano autentiche, chiuse la faccenda. Poco più di dieci anni dopo, nel 1930, le indagini erano complete, ed i funzionari della Chiesa dichiararono le apparizioni di Fatima “degne di credenza”.

Muoiono due dei tre veggenti

Solamente due anni dopo aver visto la prima apparizione di Fatima, nella primavera del 1919, Francesco Marto morì d’influenza. L’anno seguente, anche sua sorella più piccola Giacinta soccombette alla stessa malattia, nel febbraio del 1920. Lucia dos Santos divenne a quel punto l’unica veggente di Fatima ad essere ancora in vita, ed essa era l’unica ad essere a conoscenza del messaggio della Madonna. Quando entrò in un convento all’età di 18 anni, nel 1925, non aveva ancora rivelato pubblicamente alcunché del messaggio della Madonna. (Entrambi i bambini Marto furono beatificati da Papa Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000, e sono adesso solo ad un passo dalla loro canonizzazione).

Viene richiesta la Consacrazione

Nell’estate del 1929, mentre si trovava in un convento a Tuy, in Spagna, Suor Lucia ebbe un’altra visione. Questa volta, la Madonna le tornò come le aveva promesso a Fatima, per chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Quest’apparizione fu seguita due anni dopo da una visita, nella quale Nostro Signore parlò con Suor Lucia, avvertendola delle terribili conseguenze per la gerarchia della Chiesa, se quest’ultima non avesse compiuto la consacrazione richiesta. Suor Lucia riportò questi messaggi al suo confessore, Padre Bernardo Gonçalves, pregandolo di trovare un modo per persuadere il Santo Padre a compiere la cerimonia. Malgrado il fatto che le sue precedenti visioni fossero state ormai dichiarate “degne di credenza” da parte del Vaticano, non venne presa nessuna iniziativa per compiere la richiesta della Madonna. Nel 1935, Suor Lucia aveva cominciato a mettere per iscritto le sue esortazioni, scrivendo in una lettera a Padre Gonçalves, in risposta alle sue domande, che “farebbe tanto piacere a Nostro Signore” se egli avesse insistito col suo vescovo che la consacrazione andava compiuta.

Le parole della Madonna

Nel 1941, su insistenza del suo vescovo, Suor Lucia scrisse le sue terze e quarte memorie, rivelando le prime due parti dei contenuti del Segreto, consegnatole il 13 luglio 1917 dalla Madonna di Fatima, usando le Sue stesse parole. Solo l’ultima parte del Segreto, quella definita “Terzo Segreto”, rimase nascosta. Pochi anni dopo, sempre su insistenza del suo vescovo, Suor Lucia scrisse con riluttanza il contenuto del Terzo Segreto su di un foglio di carta, sigillato in una busta, e lo consegnò al Vescovo di Fatima, Josè da Silva. Secondo gli accordi tra Suor Lucia ed il vescovo, la lettera si sarebbe dovuta rendere pubblica non più tardi del 1960. Prima di quella data, nel 1957, la busta ancora sigillata fu trasferita in Vaticano, dove venne posta in una cassaforte negli appartamenti del Papa.

Consacrazioni insoddisfacenti

Nel frattempo, Suor Lucia continuo a dare esortazioni affinché la consacrazione richiesta venisse effettuata esattamente come specificato. In un’intervista del 1946, ella spiegò brevemente che la consacrazione generale del mondo al Cuore Immacolato di Maria, compiuta da Papa Pio XII nel 1942, non era stata soddisfacente, perché il pontefice non aveva specificatamente consacrato la Russia ed anche perché i vescovi di tutto il mondo non vi avevano partecipato assieme al Papa. Nel 1952, il Papa nominò la Russia in un’altra consacrazione, ma non effettuò la consacrazione in unione con tutti i vescovi del mondo. Evidentemente, Pio XII non era stato ben informato su tutti i requisiti, cosa che viene affermata esplicitamente da Suor Lucia nelle sue memorie.

Suor Lucia parla ancora

Nel 1957, Suor Lucia era chiaramente scoraggiata dai continui fallimenti della Chiesa di esaudire la richiesta della Madonna. In un colloquio con Padre Augustin Fuentes, Postulatore della Causa di Beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, ella disse con enfasi che intere nazioni stavano rischiando di scomparire dal mondo, e che molte anime stavano andando all’inferno, come risultato per aver ignorato la richiesta della Madonna. Quest’intervista ebbe grande diffusione, e fu pubblicata in Inglese ed in Spagnolo nel 1958, con l’approvazione del Vescovo di Fatima.

Un’accusa anonima

Dopo la morte di Papa Pio XII, nell’estate del 1959, un comunicato anonimo venne pubblicato dalla cancelleria dell’ufficio vescovile di Coimbra, dove si trovava il convento di Suor Lucia. Il comunicato accusava l’intervista di Padre Fuentes nel 1957 con Suor Lucia di essere falsa. Fino ad oggi, nessuno si è preso la responsabilità di quell’affermazione. Malgrado Padre Fuentes sarebbe stato, successivamente, ampiamente scagionato, nel 1961 questo “comunicato” fraudolento venne usato come strumento per la rimozione di Padre Fuentes dalla sua posizione di Postulatore per la Causa di Beatificazione di Francesco e Giacinta Marto.

Una grande delusione

Nel 1960 giunse il momento in cui il Terzo Segreto avrebbe dovuto essere rivelato. Per la delusione di decine di milioni di persone, il Vaticano lo tenne nascosto, affermando che sarebbe probabilmente rimasto “per sempre sotto assoluto riserbo”. Come il misterioso comunicato pubblicato a Coimbra, anche quest’annuncio rimase assolutamente anonimo, e nessun funzionario del Vaticano se ne è mai presa la responsabilità.

Suor Lucia viene fatta tacere

I giornalisti e gli scrittori di tutti i media Cattolici cercarono immediatamente di ottenere una dichiarazione di Suor Lucia, al riguardo, ma senza riuscirci. Scoprirono che Suor Lucia aveva ricevuto l’ordine tassativo di non parlare riguardo al Terzo Segreto con nessuno, e non poteva ricevere alcuna visita se non da parte di amici strettissimi o di familiari. Dopo il 1960, persino al suo confessore di lunga data (sin dagli anni ’30), Padre Josè da Silva Aparicio, al suo ritorno in Portogallo dal Brasile, non venne dato il permesso di incontrarla, malgrado il fatto che all’inizio degli anni ’50 era libero di farlo. 

Viene negato il permesso

Poco dopo la conclusione del Concilio Vaticano Secondo, il 15 novembre 1966 Papa Paolo VI abrogò i Canoni 1399 e 2318 del Codice di Diritto Canonico del 1917, permettendo d’ora in avanti a chiunque, nella Chiesa, di pubblicare articoli riguardo alle apparizioni Mariane, senza dover prima ottenere un imprimatur officiale. Tuttavia, solamente a Suor Lucia su 700 milioni di Cattolici in tutto il mondo, venne negato il beneficio di questa concessione. Legata dal suo voto di obbedienza, in quanto suora, all’unica persona vivente che avesse ricevuto il Messaggio della Madonna di Fatima, veniva impedito di parlare liberamente al riguardo, senza prima aver ricevuto una speciale autorizzazione da parte del Vaticano.

Il Papa ignora una supplica

Un anno dopo vennero pubblicate le memorie di Suor Lucia, rinnovando l’attenzione di tutto il mondo alle richieste della Madonna per la consacrazione della Russia. Migliaia di Cattolici risposero firmando petizioni, che chiedevano al Santo Padre di compiere la cerimonia. Quando Papa Paolo VI visitò Fatima, nel maggio del 1967, Suor Lucia implorò di poter parlare con lui, ma venne respinta e gli venne detto di “parlare col suo vescovo”. Il suo vescovo, nel frattempo, non era in grado di fare niente per ottenere la consacrazione della Russia o la rivelazione del Terzo Segreto.

Un negligente rapporto di un Nunzio

Per i successivi quindici anni, Suor Lucia rimase nel silenzio della sua clausura, mentre niente veniva fatto per rispondere al Messaggio della Madonna. Infine, nel marzo del 1982, avvenne un incontro tra Suor Lucia ed il Nunzio Pontificio in Portogallo. Suor Lucia colse quest’opportunità per informare pienamente il Nunzio dei requisiti necessari, per ottenere una valida consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Tuttavia, nel suo rapporto al Papa, il Nunzio omise volontariamente di menzionare che i vescovi del mondo avrebbero dovuto unirsi al Papa nel compimento della cerimonia.

Si ribadiscono i requisiti necessari

Pochi mesi dopo, alla vigilia della visita di Fatima di Papa Giovanni Paolo II (12 maggio 1982), il quotidiano del Vaticano L’Osservatore Romano, pubblicò un articolo di Padre Umberto Pasquale, un sacerdote che aveva avuto uno scambio epistolare con Suor Lucia per più di quarant’anni. Padre Pasquale affermò nuovamente e chiaramente che Suor Lucia gli aveva detto che la Madonna di Fatima non aveva mai chiesto la consacrazione del mondo, ma solo quella della Russia. Egli pubblicò, inoltre, una riproduzione fotografica di una nota manoscritta datagli da Suor Lucia, nella quale si confermava che la richiesta si riferiva solamente alla Russia, e non al mondo.

Un’altra consacrazione inadeguata

Il giorno seguente, il 13 maggio 1982, Papa Giovanni Paolo II celebrò una consacrazione a Fatima. La cerimonia nominava il mondo, non la Russia, ed i vescovi Cattolici del mondo non vi parteciparono come richiesto. L’Osservatore Romano riportò successivamente che il Papa aveva spiegato il motivo per cui non aveva nominato la Russia, affermando che egli “aveva provato a fare tutto il possibile, nelle concrete circostanze”.

Suor Lucia scrive una lettera

Il 12 maggio 1982, Suor Lucia scrisse una lettera che fu resa pubblica solo molti anni dopo, da parte del Vaticano, in connessione con la presunta pubblicazione del Terzo Segreto, nel giugno del 2000. Il Vaticano affermò che la lettera, datata 12 maggio 1982, era indirizzata al Santo Padre, ma questo non può essere, dato che essa si riferisce al Terzo Segreto come qualcosa che “siete così ansioso di conoscere”. Questo non avrebbe alcun senso, se il ricevente fosse il Papa, dato che egli, all’epoca, già conosceva i contenuti del Terzo Segreto. E’significativo che le traduzioni fornite dal Vaticano dell’originale Portoghese, nelle altre lingue, omettano questa frase, evidenziando il fatto che i funzionari che hanno pubblicato questi documenti sapevano bene che la lettera non era indirizzata al Papa, e stavano cercando di nasconderlo. Quella frase, così importante, non potette essere omessa dall’originale manoscritto, in quanto era stata pubblicata come una fotocopia.

Una presunta intervista

A metà dell’estate del 1982, la rivista dell’Armata Azzurra Soul Magazine, pubblicò una presunta intervista con Suor Lucia, nella quale ella sembrava affermare che la consacrazione del 13 maggio aveva soddisfatto la richiesta della Madonna. L’articolo non spiega come la richiesta avesse potuto essere soddisfatta da una cerimonia che non nominava la Russia, né includeva la partecipazione di tutti i vescovi del mondo. Durante conversazioni private con amici e parenti, Suor Lucia ha ripetutamente negato di aver affermato una cosa del genere, ma spiegò che non poteva dirlo pubblicamente, poiché non aveva ricevuto il permesso di farlo da parte del Vaticano.

Una vera intervista

Proprio perchè il tentativo di consacrazione del 1982 non faceva alcuna menzione della Russia (e poiché i vescovi non vi parteciparono), il 19 marzo 1983 Suor Lucia disse al Nunzio Portoghese che l’Atto di Consacrazione del 1982 era stato insufficiente, poiché la Russia non era l’oggetto della consacrazione ed i vescovi non avevano partecipato ad una cerimonia solenne e pubblica che consacrasse la Russia. Ella concluse che “La Consacrazione della Russia non è stata compiuta come richiesto dalla Madonna. Non sono stata in grado di fare prima questa dichiarazione perché non avevo avuto il permesso da parte della Santa Sede.”

Inoltre, nel settembre del 1985, venne pubblicato sulla rivista Sol de Fatima, edita da amici dell’Armata Azzurra Spagnola, un resoconto di un’intervista avuta con Suor Lucia. Esso citava Suor Lucia mentre affermava, ancora una volta, che un’altra consacrazione del mondo, compiuta nel 1984 a Roma, non aveva ancora soddisfatto la richiesta della Madonna. Il testo della consacrazione non faceva menzione della Russia, e a nessuno degli altri migliaia di vescovi del mondo era stato ordinato di parteciparvi.

Parla una cugina

Un anno dopo, uno dei membri della sua famiglia cui era stato permesso di visitare Suor Lucia, fece una dichiarazione. Maria do Fetal, una cugina, dopo una sua visita a Suor Lucia affermò pubblicamente che quest’ultima aveva detto che la consacrazione non era ancora stata compiuta. Le sue parole diedero voce, momentaneamente, a sua cugina sotto clausura, alla quale non era permesso parlare di persona.

Un confronto veloce

Nel giugno del 1987, Suor Lucia fece una rara escursione al di fuori del convento, per votare ad un’elezione generale. In un breve scambio di battute col giornalista Enrico Romero, Suor Lucia confermò ancora una volta che la consacrazione della Russia non era stata compita.

L’ordine di contraddire

Due anni dopo, nell’estate del 1989, Suor Lucia ricevette una sorprendente istruzione da parte di un anonimo funzionario del Vaticano. L’ordine, diretto a Suor Lucia ed alle sue consorelle del convento, prevedeva che d’ora in avanti avrebbero dovuto affermare che la consacrazione, compiuta nel 1984, aveva soddisfatto la richiesta della Madonna di Fatima. Questo straordinario ordine di contraddire apertamente se stessa, venne svelato da Padre Messias Coelho, un amico di lunga data e visitatore occasionale di Suor Lucia. In evidente obbedienza a quello stesso ordine, la cugina di Suor Lucia, Maria do Fetal, cambiò immediatamente opinione, e riferì che Suor Lucia aveva detto che la consacrazione era stata compiuta.

Lettere a chi?

Poco dopo cominciarono ad apparire e a circolare privatamente, in alcuni giornalini devozionali fuori dal Portogallo, alcune note e lettere dattiloscritte, firmate in teoria da Suor Lucia. Tutte contenevano affermazioni palesemente contraddittorie con tutto ciò che Suor Lucia aveva detto riguardo alla consacrazione, nei precedenti 60 anni. Il fatto che quei documenti non fossero manoscritti e che contenessero alcuni evidenti errori di fatti e alcune strane frasi, resero assai dubbia la loro autenticità di lettere scritte da Suor Lucia.

Il piano viene svelato

Il tentativo di riscrivere la storia, da parte del Vaticano, venne svelato rapidamente. Nel 1990, la sorella di Suor Lucia, Carolina, disse a Padre Nicholas Gruner che bisognava dare poco, se non alcun credito alle lettere dattiloscritte di Suor Lucia, anche perché quest’ultima non sapeva battere a macchina. Una simile lettera sarebbe stata scritta da qualcun altro, anche se fosse stata firmata da Suor Lucia.

Una firma falsa

La firma di Suor Lucia su di uno di questi documenti fu presto contestata. Un esperto forense esaminò una sua presunta firma, apposta in calce ad una lettera datata novembre 1989, dichiarando la sua falsità. Ciò non di meno, alcuni estratti di queste lettere false ricevettero una notevole diffusione e vennero citate da altre pubblicazioni come “prove” che la consacrazione era stata compiuta.

Un’udienza Papale - un silenzio eloquente

Quando il Papa decise di visitare Fatima nel maggio del 1991, Suor Lucia decise inizialmente di non parteciparvi, ma le fu ordinato il contrario. Papa Giovanni Paolo II le concesse un’udienza privata della durata di 30 minuti. Alla fine, né Suor Lucia né il Papa fecero alcun commento alle affermazioni pubbliche secondo le quali la consacrazione era stata compiuta. Il loro silenzio sull’argomento rafforzò decisamente la conclusione che la Consacrazione della Russia non era ancora stata effettuata.

Una falsa intervista

Nell’autunno del 1992, Suor Lucia venne apparentemente intervistata da Padre Francesco Pacheco, dal Cardinale Antony Padiyara, e dal Vescovo Francis Michaelappa. L’autista dei prelati, Carlos Evaristo, pubblicò successivamente un racconto dell’intervista, che includeva la solita affermazione che la consacrazione era stata compiuta. Uno dei prelati, Padre Pacheco, pubblicò successivamente una smentita di questo resoconto, contestando la credibilità ed il resoconto dell’intervista di Evaristo, autista e auto-proclamatosi “traduttore concettuale”.

In assenza dell’autore

Per il resto del decennio, il Vaticano ha fatto orecchie da mercante alle continue richieste di effettuare la Consacrazione, per la rivelazione del Terzo Segreto e per la fine del silenzio imposto a Suor Lucia. Finalmente, nel giugno del 2000, il Vaticano – in una conferenza stampa a cui erano presenti centinaia di giornalisti da tutto il mondo – rivelò ciò che apparentemente era il Terzo Segreto, insieme ad altri documenti, tra cui un lungo commento. A questa conferenza era notevolmente assente l’autore del Terzo Segreto, ovvero Suor Lucia. Non solo venne esclusa dall’evento, ma rimase ancora con l’ordine di tacere, al riguardo. Anche se il documento pubblicato non fosse stato discutibile – e lo è, vedi la “l'occultamento: del Terzo Segreto” – l’assenza ed il silenzio di Suor Lucia, avrebbero reso questa “rivelazione” alquanto dubbia, per usare un eufemismo. (Vedi La Battaglia Finale del Diavolo per ulteriori informazioni.)

Emergono i fatti più importanti

La vocazione religiosa di Suor Lucia, in quanto suora di clausura, la rendeva vulnerabile alla manipolazione, in modi che non sono attuabili con le persone laiche. La si poteva rendere inaccessibile, le si potevano negare i diritti di rispondere a false affermazioni ed accuse, ma soprattutto, le venne imposto il silenzio assoluto. Tuttavia, dal suo silenzio imposto in modo immorale ed illegale, sono emersi innegabilmente alcuni fatti:

Primo: Suor Lucia, sin dall’inizio degli anni ’30, ha esortato il Papa affinché celebrasse la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, in unione con tutti i vescovi del mondo, come richiesto dalla Madonna di Fatima.

Secondo: Ella ha ripetutamente spiegato che le varie consacrazioni degli ultimi cinquant’anni, hanno tutte fallito nel rispettare i requisiti della richiesta della Madonna. Suor Lucia non ha mai affermato apertamente od inequivocabilmente il contrario.

Terzo: Ella si aspettava pienamente che il singolo foglio di carta, che costituisce il Terzo Segreto, venisse rivelato nel 1960, e lo ha desiderato per tutta la sua vita. Non si tratta del documento di 4 pagine che è stato reso pubblico dal Vaticano nel 2000, ad una conferenza in cui stride l’esclusione di Suor Lucia. Malgrado le affermazioni dell’Arcivescovo Bertone nel novembre del 2001, Suor Lucia non ha mai dato personalmente alcuna conferma di concordare con le interpretazioni rese dal Vaticano nella propria pubblicazione del “Terzo Segreto”.

Quarto: Infine, ella è ormai morta all’età di 97 anni, e poiché non le è stata data la facoltà di parlare liberamente, ha portato con se tutto ciò che sapeva del Messaggio di Fatima. L’ultima connessione diretta del mondo con un messaggio del Cielo se ne è andato, lasciandoci forse delle domande a cui non potremo mai rispondere. Questo è avvenuto per colpa dei revisionisti di Fatima che si trovano in Vaticano.

Il punto centrale nella storia di Fatima è, ovviamente, Suor Lucia. Ella vide le visioni, ella ricevette il Messaggio e mise per iscritto le parole pronunziate dalla Beata Vergine. Ella conosceva l’intera verità sul Messaggio di Fatima. Eppure, i prelati della Chiesa l’hanno trattata in un modo che sembra più appropriato a qualcuno che sparge un’eresia, piuttosto che ad una persona che portava un messaggio della Madre di Dio.


[Modificato da Caterina63 01/12/2017 09:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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