È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Chiesa in Bielorussa, Ucraina, sotto il raggio Sovietico

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2011 19:50
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
11/12/2009 19:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Le priorità pastorali indicate dal presidente della Conferenza episcopale monsignor Aleksander Kaszkiewicz

Nuove vocazioni e nuove chiese
per i cattolici in Bielorussia


di Mario Ponzi
 

Una fede mai sopita, una speranza mai venuta meno, un amore solido in Dio. Su questi cardini è rinata la Chiesa in Bielorussia, dopo anni vissuti facendo esperienza delle moderne catacombe d'oltrecortina. Da lunedì prossimo, 14 dicembre, i vescovi bielorussi mostreranno al Papa il volto di questa rinascita, alternandosi nei resoconti quinquennali sulla vita pastorale nelle loro rispettive diocesi, in occasione della visita ad limina Apostolorum. Monsignor Aleksander Kaszkiewicz, vescovo di Grodno e presidente della Conferenza episcopale della Bielorussia, ne anticipa alcuni aspetti in questa intervista rilasciata al nostro giornale.

La Chiesa in Bielorussia ha vissuto l'esperienza delle catacombe del ventesimo secolo e sino a una ventina d'anni fa si trovava a compiere la sua missione oltre il muro di Berlino, oltre la cortina di ferro. Cosa evocano oggi i ricordi di quei tempi difficili?

Nonostante in quegli anni ci fosse stata una massiccia campagna di propaganda atea, Dio non è mai stato sradicato dai cuori. In Bielorussia la Chiesa cattolica e i suoi fedeli hanno vissuto veramente un periodo molto difficile. Eppure hanno conservato la fede. E oggi se ne vedono i frutti. E sono frutti abbondanti. Senza la storia non esiste la Chiesa, non esiste la nazione. Dunque proprio perché il ricordo di quei giorni difficili è vivo nel nostro cuore, si rafforza in noi la volontà di annunciare incessantemente il Vangelo, soprattutto oggi e con rinnovato ardore.

Come avete vissuto i primi momenti di libertà religiosa?

Inizialmente abbiamo dovuto affrontare non poche difficoltà, soprattutto perché c'erano poche chiese. Anche le vocazioni erano molto scarse. Abbiamo cominciato il lavoro di ricostruzione a partire dalla ristrutturazione delle chiese abbandonate e dunque ridotte in condizioni disastrose. Contemporaneamente ne abbiamo edificate di nuove e abbiamo costruito anche piccole cappelle in diversi angoli delle nostre città, per essere presenti in modo capillare nel tessuto sociale. Ciò è stato possibile soprattutto grazie alla fede rimasta viva nel cuore della nostra gente. Una fede che ha continuato a sostenere la speranza, mai tramontata, che ha portato fiducia nei pastori e ha aiutato a comprendere l'amore di Dio per il popolo bielorusso. Direi proprio che sono stati i nostri fedeli a dare veramente a noi vescovi, loro pastori, la forza per continuare il lavoro apostolico nel Paese.

E oggi quali sono le reali prospettive di crescita per la Chiesa nella vostra nazione?

Abbiamo tanta fiducia. Negli ultimi anni la nostra Chiesa sta vivendo una nuova stagione di rinascita. Abbiamo il dono di nuovi sacerdoti e anche di nuove suore. Edifichiamo nuove parrocchie. Insomma possiamo dire con orgoglio che la nostra Chiesa mostra il suo volto giovane e tutta la sua dinamicità. Lo testimoniano del resto anche i dati relativi a quanti si accostano ai sacramenti, dal battesimo alla cresima. Ora però avvertiamo la necessità di dedicarci di più all'educazione dei giovani, per far nascere in loro un interesse autentico per la fede e per la religione. Un occhio di riguardo lo abbiamo riservato alle giovani famiglie cattoliche, soprattutto per le nuove. Abbiamo inaugurato per loro una pastorale particolare. Puntiamo molto sulla catechesi. Organizziamo pellegrinaggi verso i santuari più significativi, soggiorni estivi per avvicinare i bambini e i giovani a Cristo. Nel lavoro pastorale abbiamo cura anche dei malati, delle persone sole e dei poveri. In ogni diocesi è attiva la Caritas. Anche la devozione popolare sta crescendo in modo significativo. In questo periodo nel nostro Paese sono state incoronate sette immagini miracolose della Madonna. Le corone sono state loro imposte a nome e con l'autorità del servo di Dio Giovanni Paolo II e dell'attuale Pontefice Benedetto XVI.

Avete adottato iniziative particolari per vivere quest'Anno sacerdotale?

Abbiamo iniziato con il promuovere riflessioni sul significato di questo tempo speciale. Abbiamo convocato una riunione per tutto l'episcopato e per tutti i presbiteri dell'intera Bielorussia a Minsk. Il primo pensiero condiviso da tutti è stato il ringraziamento a Dio per il dono della nostra vocazione. E abbiamo pregato perché sia un dono abbondante anche per il futuro. Non manca mai nelle nostre riunioni, una preghiera al Signore per le nuove vocazioni al servizio di Dio e degli uomini.
Poi abbiamo cominciato a riflettere sul nuovo modo di evangelizzare che ci impone il progresso tecnologico. È sempre più frequente infatti l'uso dei moderni mezzi di comunicazione. Abbiamo per questo fondato case editrici, promosso la pubblicazione di quotidiani e riviste cattoliche. Inoltre curiamo, ogni domenica, la messa trasmessa dalla radio, produciamo trasmissioni televisive e abbiamo aperto una pagina su internet. Attualmente stiamo lavorando alla traduzione in bielorusso di testi biblici. Questo mi pare possa essere in sintesi il contributo che cercheremo di offrire, in questo Anno sacerdotale, con grande slancio affinché la Chiesa possa vivere e rinnovarsi.

Quali sono le principali sfide che la Chiesa in Bielorussia deve affrontare oggi?

Nuove vocazioni e nuove chiese. Queste sono le nostre grandi sfide. Per questo ho detto che nell'Anno sacerdotale pregheremo affinché non manchino candidati al sacerdozio nei nostri seminari a Hrodne e a Pinsk, né vocazioni alla vita religiosa. Abbiamo bisogno di molti altri sacerdoti e di molte altre suore per il lavoro nella vigna del Signore. Dedichiamo particolare attenzione ai nostri bambini e ai ragazzi che frequentano la catechesi. Loro sono il futuro della nostra Chiesa che, per grazia di Dio, ha già una base solida.

Nel suo Paese i cattolici vivono a stretto contatto con gli ortodossi. Di che tipo di convivenza si tratta?

In Bielorussia i cattolici e gli ortodossi vivono gli uni accanto agli altri da secoli. Collaborano effettivamente in spirito di concordia e di fraternità. Abbiamo buone relazioni tra di noi. Esempi di questo rapporto fraterno sono le molte famiglie miste tra la nostra gente. In ognuna regnano la pace e la tolleranza reciproca. Questa realtà, anzi, costituisce per tutti loro un arricchimento. Pensi per esempio al fatto che in queste famiglie si celebrano insieme sia le festività ortodosse che quelle cattoliche e non ci sono assolutamente rivalità di carattere confessionale.

Dunque il dialogo può essere impostato su basi molto solide e con buone prospettive di successo ?

Direi che è la strada che stiamo percorrendo da tempo. Abbiamo già avviato molti progetti comuni, ai quali partecipano anche diverse altre confessioni. I cittadini bielorussi vogliono vederci uniti. Ma perché ci sia l'unità bisogna imparare ad ascoltarsi l'un l'altro, ricordandosi che Dio è Amore. Preghiamo sempre nelle nostre chiese per l'unità dei cristiani. Cerchiamo anche il dialogo con le altre religioni. A Minsk per esempio si è svolta una conferenza sullo sviluppo del dialogo tra i cristiani e gli ebrei. L'importanza della riunione è testimoniata dalla presenza del cardinale Kasper, presidente della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo.

Quali sono i principali ostacoli che si frappongono oggi al cammino dell'evangelizzazione?

Come ho detto, sicuramente abbiamo ancora bisogno di molti sacerdoti e di suore per il lavoro di evangelizzazione. Ritengo però essenziale l'impegno anche dei laici. La nuova evangelizzazione, della quale parlava Giovanni Paolo II, non porterà molto frutto senza l'impegno dei laici. Dove il sacerdote non può arrivare, può esserci un laico. Purtroppo a volte sono un sacerdote e una suora a dover fare tutto. La fede non dovrebbe essere anonima e ogni credente dovrebbe partecipare all'attività di evangelizzazione. La non facile situazione economica e finanziaria ci crea molte difficoltà. Soprattutto per ciò che riguarda la costruzione di nuove chiese sul nostro territorio mentre, ripeto, ne abbiamo grande necessità, specialmente nelle grandi città.

Quanto conosce di Benedetto XVI il popolo bielorusso?

Quanto basta per aver imparato ad amarlo. In molti esprimono il desiderio di poterlo incontrare da vicino. Ma anche in questo caso dobbiamo chiamare in causa la crisi economica che attanaglia il Paese:  in pochi possono permettersi un viaggio a Roma. Noi abbiamo già invitato il Papa a visitare il nostro Paese, e certamente coglieremo anche questa occasione della visita ad limina per rinnovare tale richiesta. Sappiamo che anche il presidente ha invitato il Papa nel nostro Paese. La Chiesa in Bielorussia prega perché questo sogno possa realizzarsi. Tutti desideriamo moltissimo che il Successore di Pietro possa darci la sua benedizione apostolica sulla nostra terra.



(©L'Osservatore Romano - 12 dicembre 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
17/12/2009 19:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Benedetto XVI ai presuli della Conferenza episcopale di Bielorussia in visita «ad limina Apostolorumµ

Cattolici e ortodossi insieme
per testimoniare la fraternità che genera la pace


La Sede Apostolica ribadisce l'impegno di collaborare con le autorità civili per il bene di tutti i cittadini

Rinnovata unità tra i vescovi, particolare attenzione all'emergenza educativa, collaborazione con gli ortodossi per essere testimoni di quella "fraternità che genera la pace", e disponibilità a lavorare con le autorità civili per il bene di tutti i cittadini:  sono le raccomandazioni del Papa ai presuli della Bielorussia ricevuti in udienza nella mattina di oggi, giovedì 17, in occasione della visita "ad limina". Benedetto XVI ha invitato i vescovi a compiere gesti concreti per "valorizzare ogni giusto apporto" che tenda a "annunciare e diffondere il Regno di Dio". Il Papa, ricordando l'incontro cattolico-ortodosso di Cipro, ha rivolto il suo pensiero alla "piccola ma fervente comunità Greco-cattolica".

Di seguito il testo italiano del discorso del Papa ai vescovi della Bielorussia.

Signor Cardinale,
Venerati Fratelli,
sono lieto di porgere a ciascuno di voi il mio cordiale benvenuto nella casa del Successore di Pietro, cui Cristo ha affidato il compito di pascere il suo gregge (cfr. Gv 21, 15-19), confermare i fratelli nella fede (cfr. Lc 22, 31), custodire e promuovere l'unità ecclesiale (cfr. Lumen gentium, 22). Ringrazio Monsignor Aleksander Kaskiewicz per le parole, con cui ha voluto presentare il cammino della Chiesa in Bielorussia, evidenziando anche le sfide che la attendono.
 
Negli incontri che ho avuto con voi, ho apprezzato lo zelo pastorale con cui svolgete il vostro ministero, nel desiderio e nell'impegno che cresca sempre di più tra voi la corresponsabilità, la comunione e la condivisione delle decisioni, affinché il vostro servizio sia sempre più fruttuoso. È particolarmente importante, infatti, annunciare con rinnovato entusiasmo ed incisività il perenne Messaggio del Vangelo in una società che non è immune dalle tentazioni della secolarizzazione, dell'edonismo e del relativismo:  i problemi della denatalità, della fragilità delle famiglie e dell'illusione di trovare fortuna al di fuori della propria terra ne sono un segno.

Di fronte a tali sfide, compito urgente dei Pastori è di evidenziare la forza della fede, una fede radicata in una solida tradizione, per contribuire a preservare la profonda identità cristiana della Nazione, nel dialogo rispettoso con le altre culture e religioni. Per raggiungere tale obiettivo è necessario che, accogliendo l'invito del Salmo:  "Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme" (Sal 133, 1), abbiate grande cura nel formulare programmi e nel promuovere metodi pastorali sempre più adeguati, come pure nel porre in atto le decisioni della Conferenza Episcopale. Tale rinnovata testimonianza di unità, oltre che giovare all'annuncio del Vangelo, favorirà il rapporto con l'Autorità civile e, particolarmente, le relazioni ecumeniche.

Un altro elemento che desidero sottolineare è la speciale attenzione da porre, nell'azione pastorale, alla dimensione educativa. Come ho più volte affermato, oggi viviamo in una sorta di "emergenza" in questo delicato ed essenziale settore, ed è necessario moltiplicare gli sforzi per offrire, in primo luogo alle nuove generazioni, una valida formazione. Vi incoraggio, pertanto, a proseguire nel vostro impegno, curando che un'adeguata catechesi segni il cammino di fede in tutte le tappe della vita, e che vi siano occasioni, intra ed extra ecclesiali, per far giungere, sotto la vostra guida, il Messaggio di Cristo in ogni ambito del gregge a voi affidato. Singolare rilievo acquista la preoccupazione per il discernimento e l'accompagnamento delle diverse vocazioni, in particolare quelle sacerdotali e religiose, come pure l'impegno per favorire programmi destinati alla crescita umana e cristiana della gioventù.

Al riguardo, vi invito a vigilare attentamente affinché i candidati al sacerdozio ricevano una solida e rigorosa formazione spirituale e teologica e siano debitamente guidati nel compiere una seria e profonda verifica della chiamata divina. La situazione attuale della nostra società richiede un discernimento particolarmente attento. È importante, allora, per il futuro della vostra Chiesa che a Grodno e a Pinsk si continui ad offrire ai giovani seminaristi un itinerario formativo completo e qualificato, ed è una preziosa opportunità per promuovere un'azione pastorale unitaria anche il fatto che in entrambe le istituzioni condividano il cammino verso il sacerdozio i candidati per il clero diocesano e per quello religioso.

Tale situazione produrrà frutti sempre più promettenti se la proposta educativa continuerà ad essere il risultato di intensa collaborazione tra il Vescovo e i rispettivi Superiori religiosi, e sarà capace di dare vita anche ad iniziative per la formazione permanente. Siate vicini con sempre maggiore sollecitudine ai vostri sacerdoti, specialmente a quelli che iniziano il ministero pastorale. L'esercizio attento e cordiale della paternità del Vescovo costituisce un elemento fondamentale per la riuscita di una vita sacerdotale! Occorre, inoltre, avere sempre presente che il Signore vi chiama, come Pastori della Chiesa, a saper discernere ogni ministero destinato all'edificazione del corpo ecclesiale, anche di carattere laicale, culturale e civile, perché tutti contribuiscano a far crescere il Regno di Dio in Bielorussia, nello spirito di una vera e reale comunione per richiamare quei valori cristiani che hanno contribuito in modo determinante alla costruzione della civiltà europea.

Cari Fratelli, sappiate valorizzare ogni giusto apporto per annunciare e diffondere il Regno di Dio, testimoniando con gesti concreti la fraternità che genera la pace; la mansuetudine che accompagna la giustizia; lo spirito di comunione che rifugge dai personalismi; la carità che è paziente e benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, mai manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, si rallegra della verità e tutto crede, tutto spera, tutto sopporta per amore di Cristo (cfr. 1 Cor 13, 4-7).

In tale contesto, si pone, altresì, la fraterna collaborazione con la Chiesa Ortodossa di Bielorussia, i cui Pastori condividono con voi la ricerca e l'impegno per il bene dei fedeli. Anche le Chiese Ortodosse, come la Chiesa Cattolica, sono fortemente impegnate a riflettere su come rispondere alle sfide del nostro tempo per trasmettere con fedeltà il Messaggio di Cristo. Accogliendo l'invito emerso nel recente incontro cattolico-ortodosso di Cipro, occorre intensificare il comune cammino in tale direzione. Un significativo apporto potrà essere offerto dalla piccola, ma fervente Comunità greco-cattolica presente nel Paese. Essa costituisce una testimonianza importante per la Chiesa e un dono del Signore.

Qualche mese fa ho ricevuto il Signor Presidente della Repubblica di Bielorussia. Nell'incontro, cordiale e rispettoso, è stata ribadita la volontà delle parti di stipulare un Accordo, di cui è in corso l'elaborazione. Inoltre, ho sottolineato la particolare attenzione con la quale questa Sede Apostolica, come pure la Conferenza Episcopale, seguono le vicende del Paese e l'impegno di fattiva collaborazione su materie di comune interesse, al fine di promuovere, nel rispetto delle competenze di ciascun ambito, il bene dei cittadini.
 
Venerati Fratelli, rinnovando la mia gratitudine, invoco la Madre di Dio, così amata nella vostra Terra, affinché vi sostenga e vi guidi con la sua protezione. Con tali auspici e con particolare affetto imparto a voi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli una speciale Benedizione Apostolica, mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutto il Popolo bielorusso.


(©L'Osservatore Romano - 18 dicembre 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
23/11/2010 12:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

La Chiesa che era destinata a scomparire


Intervista al Cardinale Husar, Arcivescovo di Kiev


KIEV (Ucraina), lunedì, 22 novembre 2010 (ZENIT.org).- La Chiesa in Ucraina era destinata a scomparire. I comunisti tentarono di liquidarla nel 1946, ma i fedeli continuarono a professare la loro fede in segreto, mantenendola in clandestinità per più di 40 anni.

Lubomyr Husar, che sarebbe poi diventato esponente di spicco della Chiesa in Ucraina, è nato nel 1933 a Leopoli. Con l’insorgere del Comunismo, la famiglia è fuggita dal Paese, trovando rifugio prima in Austria e poi nel 1949 negli Stati Uniti, dove ha vissuto per 20 anni. Il giovane Lubomyr ha coltivato lì la sua vocazione, diventando prete dell’Eparchia di Stamford degli ucraini, nel Connecticut, nel 1958.

Si è successivamente trasferito in Italia, dove ha vissuto per più di vent’anni, per approdare, infine, dopo un’assenza di 46 anni, nella sua nativa Ucraina.

Oggi, all’età di 77 anni, cardinale dal 2001, è l’Arcivescovo maggiore di Kiev.

In questa intervista rilasciata al programma televisivo “Where God Weeps”, realizzato da Catholic Radio and Television Network (CRTN), in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che soffre, il Cardinale ha condiviso le sue riflessioni sull’intervento della Provvidenza nella sua Chiesa che era “destinata a scomparire”.

I suoi genitori saranno stati, sicuramente, un esempio per lei. Ha sempre desiderato o sentito la vocazione?

Cardinale Husar: In effetti l’ho sentita molto presto. Credo che già prima dei 10 anni avevo in qualche modo il desiderio di diventare sacerdote. Poi, ovviamente, durante la guerra era molto difficile. Poteva essere solo un sogno da coltivare. Ma quando la guerra è finita e ci siamo trasferiti negli Stati Uniti, nel 1949, è stato possibile realizzare quel sogno e sono entrato in seminario a tre settimane dal nostro arrivo.

E' accaduto qualcosa in particolare quando aveva 10 anni o c’è stata una persona che ha suscitato in lei questo desiderio per il sacerdozio?


Cardinale Husar: Credo che sia stato il buon esempio dei preti della chiesa che la mia famiglia solitamente frequentava. La chiesa era gestita dai padri redentoristi che lavoravano con grande zelo. Predicavano molto bene e si prendevano cura dei fedeli che andavano in chiesa. Da giovane facevo parte della comunità dedicata alla Santa Vergine, nella quale i padri redentoristi ci riunivano e ci guidavano. Sono certo che questo ha in qualche modo avuto a che fare con la mia vocazione.

Lei è ora responsabile dei greco-cattolici non solo in Ucraina, ma anche nella diaspora e molti di loro si trovano negli Stati Uniti. Secondo lei la Provvidenza l’ha portata negli Stati Uniti così presto perché potesse conoscerne la cultura e la gente?

Cardinale Husar: Sono convinto che il movimento che si è verificato nella storia della nostra Chiesa, negli ultimi – diciamo – 130 anni, sin dai tempi in cui vi è stata la prima ondata di emigrazioni negli Stati Uniti – ovvero negli ultimi due decenni del XIX secolo –, che si è poi ripetuta dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale, sia stato in qualche modo provvidenziale. Il fatto che la nostra Chiesa si sia stabilita nell’America del nord e del sud, sopravvivendo a quei difficili anni di persecuzione nella Madrepatria, ci ha aiutato moltissimo. Credo che oggi si stia verificando una nuova ondata di emigrazioni negli Stati Uniti e in Canada, dove le persone trovano chiese che esistono ormai da un secolo.

Credo anche e sento che sia provvidenziale il fatto di poter servire l’intera comunità. Non solo la nostra comunità, aiutandola a mantenere la fede e la tradizione, ma che possiamo testimoniare anche ad altri l’effettiva cattolicità della Chiesa, la grandezza della Chiesa, la sua capacità di esistere in diverse culture e lingue e credo che anche questo sia un’azione della divina Provvidenza.

Lei è tornato in Ucraina solo dopo la fine del Comunismo. Qual è stata la sua prima impressione al suo ritorno in Ucraina?

Cardinale Husar: Ho visitato l’Ucraina per la prima volta nel 1990, per un breve periodo: solo per 10 giorni. Ho conosciuto sacerdoti e laici. La mia impressione è stata in qualche modo contrastante, perché da un lato vedevo persone che erano riuscite a superare un periodo molto, molto difficile, e dall’altro vedevo che queste persone, proprio a causa di ciò che avevano passato, ne erano rimaste molto influenzate negativamente.

Ora mi trovo in Ucraina da quasi 15 anni e rimango impressionato – non tutti i giorni, ma quasi tutti i giorni – nello scoprire sempre qualcosa di nuovo sulla realtà passata e sugli effetti e le conseguenze che questa ha lasciato nel cuore delle persone.

Il partito comunista, sostenuto dallo Stato comunista, ha cercato caparbiamente e in modo molto sottile di cambiare le persone, di cancellare in loro il ricordo di essere creature di Dio e di convincerle veramente di essere creature dello Stato, di essere completamente dipendenti dallo Stato. In altre parole, ha cercato di rivestirli di una diversa natura e di un diverso senso morale. Di questo ne vediamo ancora oggi le tracce, anche se molta gente, grazie a Dio, ha mantenuto la fede e va numerosa in chiesa. Ma non è facile per loro vivere quotidianamente la vita cristiana, perché sono stati educati diversamente, in modo contrario ai principi della morale cristiana.

Qual è la ferita più profonda e persistente che il Comunismo ha lasciato nei cuori o nella spiritualità della gente?

Cardinale Husar: Non saprei identificarne una in particolare, o quella peggiore, ma in generale direi che è la mancanza di fiducia nella gente, nei vicini e persino negli stessi membri della propria famiglia, perché l’intero sistema era costruito sulla paura e sulla diffidenza verso l’altro.

Lei ha detto una volta che “il problema è che l’Oriente – la tradizione bizantina – non conosce l’Occidente, la Chiesa latina, e che l’Occidente non conosce l’Oriente”. Cosa intendeva dire con questo?

Cardinale Husar: Il senso è praticamente quello letterale: che l’Europa occidentale, di cultura latina, e l’Europea orientale, sostanzialmente di cultura bizantina, non si conoscono tra loro, semplicemente a causa di circostanze storiche in cui non vi è stato un interscambio sufficiente.

Due possono esserne le cause. Una, di natura esterna, che riguarda la situazione politica, la divisione politica tra l’Europa occidentale e quella orientale, che era del tutto ovvia durante la Guerra fredda: la cortina di ferro. Questa mentalità da “cortina di ferro” potrebbe essere fatta risalire ai passati decenni ma anche secoli scorsi.

Il secondo aspetto è che l’Europa occidentale, di cultura latina, è anche una cultura cattolica, mentre nell’Europa orientale, per via delle circostanze che si sono sviluppato nel corso dei secoli, la cultura bizantina si è identificata principalmente in quelle che vengono chiamate le tradizioni ortodosse. Parlo qui di ortodossia in senso confessionale. Questo ha ostacolato l’interrelazione tra queste due culture, che oggi conosciamo come quella orientale e quella occidentale.

Il Papa Giovanni Paolo II ha parlato dei due polmoni dell’Europa: quello bizantino o ortodosso e quello cattolico. Che doni può apportare la Chiesa latina a quella bizantina, e quella bizantina, o di tradizione ortodossa, alla Chiesa cattolica?

Cardinale Husar: Qui occorre fare un po’ di chiarezza, perché gli aspetti orientale e occidentale – i due polmoni, come ha detto lei – non dovrebbero essere così univocamente identificati in quello cattolico e quello ortodosso. La maggioranza dei fedeli in Oriente è ortodossa e la maggioranza di quelli in Occidente è cattolica, ma esistono anche i cattolici nelle tradizioni orientali, quindi non dovremmo identificarli in modo così univoco.

Ciò a cui si riferiva il Santo Padre è l’interscambio di doni, in termini spirituali. Credo che esistano alcuni aspetti in Occidente e in Oriente che, se entrambe le parti li conoscessero, comporterebbero un reciproco arricchimento. Non posso qui identificarli con precisione, ma in generale uno di questi è la fede. E credo che dovremmo essere consapevoli del fatto che, sebbene abbiamo due polmoni, vi è sempre un solo cuore, e che quel cuore è Gesù Cristo che è riconosciuto dalle diverse culture in modi un po’ diversi, ma che sostanzialmente è lo stesso Gesù Cristo sia per l’Occidente che per l’Oriente. Vi sono accenti diversi e credo che questi accenti debbano essere studiati e debbano essere posti come espressione di questo scambio reciproco di doni.

Lei ha conosciuto padre Werenfried, il fondatore di Aiuto alla Chiesa che soffre. Ci può dire qual è stata l’importanza di Aiuto alla Chiesa che soffre nella storia della Chiesa greco-cattolica e qual è tutt’oggi la sua importanza?

Cardinale Husar: Tra gli anni Sessanta e Ottanta il lavoro di padre Werenfried e di Aiuto alla Chiesa che soffre, l’organizzazione da lui fondata, direi che è stato di grande amore alla nostra Chiesa, poiché ci ha aiutato quando ciò non riscuoteva consenso tra la gente.

Noi eravamo destinati a scomparire; eravamo stati liquidati. Pubblicamente non se ne poteva parlare, ma ciò nonostante padre Werenfried ci ha voluto dare tutto l’aiuto che era possibile in quei giorni di persecuzione. Credo che in questo senso – oltre a tutto l’aiuto materiale che ci ha offerto – l’aiuto morale, questa fede nella nostra Chiesa, nella sua esistenza e nella sua futura risorgenza, sia stato di un’importanza capitale per noi.

Oggi la situazione è diversa. Oggi Aiuto alla Chiesa che soffre, per esempio, ci aiuta ancora molto in certi progetti. Uno dei progetti più grandi è quello dell’Università cattolica ucraina, l’unica università cattolica nell’ex Unione sovietica.

Quando il Santo Padre Giovanni Paolo II è venuto in Ucraina nel 2001, è passato lungo il lato dove c’era il seminario e la facoltà di teologica, alla presenza dei rappresentanti dell’Università. Tra questi vi era padre Werenfried e il Santo Padre lo ha ringraziato proprio per ciò che ha fatto per noi. Credo che, in questo senso, nel contesto attuale che consente alla nostra Chiesa di essere libera e di svilupparsi, il lavoro di padre Werenfried trovi la sua continuazione.



-------
Questa intervista è stata condotta da Mark Riedemann per "Where God Weeps", un programma televisivo e radiofonico settimanale, prodotto da Catholic Radio and Television Network in collaborazione con l'organizzazione internazionale Aiuto alla Chiesa che soffre.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
30/11/2010 19:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Il cardinale Tarcisio Bertone in Kazakhstan
Cristiani con una sola voce
e un solo cuore


Nuovi sforzi affinché "i discepoli di Cristo proclamino con una sola voce e un solo cuore il Vangelo, messaggio di speranza per l'intera umanità" sono stati auspicati in Kazakhstan dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in occasione della festa di sant'Andrea apostolo.

Il porporato si trova da lunedì sera, 29 novembre, nella capitale Astana, per partecipare al vertice dei capi di Stato che aderiscono all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e per incontrare le autorità di Governo e religiose del Paese. Martedì mattina, 30 novembre, il segretario di Stato è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Nursultan A. Nazarbayev, quindi si è recato nella cattedrale ortodossa dell'Assunzione, recentemente aperta al culto, per la cerimonia liturgica durante la quale, a nome di Benedetto XVI, ha recato in dono un frammento delle reliquie dell'apostolo sant'Andrea, che sono venerate in Italia, nella città di Amalfi.

"Questa consegna, che sono onorato di effettuare nelle mani del metropolita Alexander, avviene - ha spiegato - in risposta alla devota richiesta che il suo predecessore, metropolita Mefodji, e l'arcivescovo Tomash Peta, metropolita cattolico, hanno congiuntamente rivolto al Papa. Il Pontefice, volendo venire incontro volentieri all'ardente desiderio, ha deciso di destinare alle rispettive Chiese due frammenti delle preziose reliquie. Tale scelta riveste profondo significato - ha aggiunto - in quanto sottolinea la comune venerazione degli apostoli". Tanto più che l'avvenimento ha coinciso proprio con il giorno nel quale, secondo il calendario della Chiesa latina, si celebra la festa liturgica dell'apostolo Andrea.


In precedenza nel rivolgersi ai presenti a nome di Benedetto XVI, il cardinale Bertone aveva chiesto di trasmettere i saluti del Papa a Sua Santità Cirillo, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.


Dopo aver ricordato che nel nobile ed esteso Paese situato nel cuore del territorio eurasiatico, vi sono "ampie possibilità per una serena e proficua convivenza religiosa", il cardinale Bertone ha evidenziato come per i cristiani il "dovere dell'amore reciproco" sia tanto più urgente: "Siamo infatti chiamati - ha spiegato - a dare testimonianza a tutti, con le parole e con le opere, che Dio è Amore. A tale riguardo, la mia presenza vuol essere anche un incoraggiamento a proseguire sulla strada del grande rispetto ed affetto, che so esistere fra la comunità ortodossa e quella cattolica di Astana, come pure di altre città. Non manchino - ha esortato - occasioni propizie di mutuo sostegno e di approfondimento dell'amicizia".

Successivamente il porporato ha rievocato la figura dell'apostolo Andrea: la nascita a Bethsaida, il suo essere prima discepolo di Giovanni Battista e poi del Signore Gesù, a cui condusse anche il fratello Pietro. Insieme a Filippo, egli presentò a Cristo stesso i gentili e indicò il ragazzo che portava i pesci e il pane. Secondo la tradizione, dopo la Pentecoste, predicò in diverse regioni e fu crocifisso in Acacia, Grecia. Andrea fu il primo degli apostoli a essere chiamato a seguire Gesù. Per questo la liturgia bizantina lo onora con l'appellativo di Protòklitos, che significa il primo chiamato. "La sua adesione pronta - ha commentato in proposito il cardinale Bertone - ha permesso di diffondere la Parola, la "buona notizia" della salvezza.

La fede viene dall'ascolto e ciò che si ascolta è la Parola di Cristo, che anche oggi la Chiesa diffonde fino alle estremità della terra. Questa Parola è il cibo indispensabile per l'anima. È detto nel libro del profeta Amos che Dio metterà nel mondo una fame, non di pane, ma di ascoltare la sua parola. È una fame salutare, perché ci fa continuamente cercare e accogliere la Parola di Dio, sapendo che essa ci deve nutrire per tutta la vita. Niente nella vita può avere consistenza, niente può veramente soddisfarci se non è nutrito, penetrato, illuminato, guidato dalla Parola del Signore". Inoltre - ha proseguito citando l'esortazione apostolica di Benedetto XVI Verbum Domini - "un sempre più profondo impegno di radicale adesione a tale Parola, unitamente al sostegno dello Spirito Santo, costituiscono la forza per realizzare l'aspirazione di ogni comunità cristiana e di ogni singolo fedele all'unità" (n. 46).

Infine il segretario di Stato ha ricordato la preziosa icona donata dal Patriarca Atenagora i a Papa Paolo VI il 5 gennaio 1964, nella quale i due santi apostoli, Pietro il Corifeo e Andrea il Protòclito "si abbracciano, in un eloquente linguaggio d'amore, al di sotto del Cristo glorioso. Andrea è stato il primo a porsi nella sequela del Signore, Pietro è stato chiamato a confermare i suoi fratelli nella fede.

Il loro abbraccio sotto lo sguardo di Cristo è un invito a proseguire nel cammino intrapreso, verso quel traguardo di unità che insieme intendiamo raggiungere. Nulla ci scoraggi, ma andiamo avanti con speranza, sostenuti dall'intercessione degli apostoli Pietro e Andrea, come pure dalla materna protezione di Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre nostra". Con particolare intensità - ha concluso - "domandiamo a Dio il dono prezioso dell'unità tra tutti i cristiani, facendo nostra l'invocazione che Gesù elevò al Padre per i suoi discepoli: "Perché tutti siano una sola cosa"".

Al termine della celebrazione il cardinale Bertone ha partecipato al pranzo offerto in suo onore dal metropolita Alexander e nel pomeriggio assiste al concerto che di fatto apre il vertice dei capi di Stato appartenenti all'Osce.

Il viaggio del segretario di Stato in Kazakhstan proseguirà fino a sabato 4 dicembre, quando - dopo quattro giornate fitte di impegni nella capitale - si trasferirà a Karaganda, prima del rientro in Vaticano.


(©L'Osservatore Romano - 1 dicembre 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
10/02/2011 19:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Luci sull’Est finanzia il completamento della Cattedrale di Karaganda


Una delle più grandi chiese del Kazakistan


ROMA, giovedì, 10 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Luci sull'Est, associazione di ispirazione cattolica attiva nell’Est europeo, ha finanziato con più di 200.000 euro il completamento di una delle più grandi chiese del Kazakistan, la Cattedrale di Karaganda.

Grazie al contributo dei suoi sostenitori e ad apposite raccolte fondi, l'associazione è stata fondamentale nella costruzione della Cattedrale, situata nella Diocesi omonima di Karaganda.

La zona ospitava Karlag, uno dei più grandi e terribili gulag, i campi di concentramento del regime sovietico, con una superficie di circa 250 chilometri quadrati. Vi venivano imprigionate le vittime dell’oppressione religiosa e politica, tra cui molti fedeli e sacerdoti.

Per questo motivo, è particolarmente significativo che sia stata scelta questa zona per la costruzione della Cattedrale, che sorge nel punto esatto in cui negli anni dell’oppressione stalinista venivano sepolte in fosse comuni e in maniera anonima le vittime del totalitarismo comunista.

L’edificio, in stile gotico, è tra i principali luoghi di culto del Paese e di tutti i territori dell’ex Unione Sovietica.

La nuova Cattedrale è stata dedicata alla Madonna di Fatima, figura che rappresenta fin dalle origini uno dei punti di riferimento di Luci sull'Est.

Nata ufficialmente nel 1991 con sede a Roma, l'associazione mira a promuovere e sostenere i valori fondanti della cristianità nella vita di tutti i giorni, in particolare nei confronti di realtà e popolazioni che per molti anni non hanno avuto la possibilità di professare liberamente il proprio credo.

Ispirandosi agli insegnamenti della Chiesa, Luci sull’Est si impegna su vari fronti: “diffondere e promuovere, operando nei campi propri dei laici, il messaggio, la morale e i valori del Vangelo”, “operare per la formazione e l’educazione ai valori e alle pratiche cristiane”, “promuovere e diffondere letteratura e oggetti religiosi, in particolare riguardanti il messaggio della Madonna di Fatima”, “rconoscere e difendere il diritto alla vita e la protezione dell’essere umano, secondo gli insegnamenti della morale cattolica e del magistero pontificio”. “promuovere la difesa del patrimonio culturale cristiano, italiano ed europeo, occidentale ed orientale, con particolare riferimento alla salvaguardia e al restauro dei beni culturali in pericolo o in stato di abbandono”.

Per raggiungere queste finalità, utilizza diversi mezzi di comunicazione sociale, organizza e promuove colloqui, congressi e seminari a livello nazionale e internazionale, confeziona e diffonde oggetti religiosi, libri, riviste, materiali digitali come CD e DVD, senza dimenticare contributi e donazioni a progetti e realtà con scopi similari e in linea con i principi cardine dell’associazione.

Luci sull’Est collabora con una prestigiosa istituzione moscovita, la Biblioteca dello Spirito, nella pubblicazione di vari volumi, di un calendario tematico distribuito in tutte le parrocchie della Federazione Russa e soprattutto con il sostegno finanziario alla pubblicazione dell’Enciclopedia Cattolica Russa, su richiesta della Nunziatura Apostolica a Mosca.

A conferma dell’impegno dell'associazione nell’opera di evangelizzazione attraverso la cultura e la stampa, si pone il sostegno a “Svet Evangelia” (Luce del Vangelo), l’unico settimanale cattolico in Russia, che dopo un periodo difficile è riuscito ad ampliare diffusione e tiratura, proseguendo le pubblicazioni grazie all’intervento finanziario promosso dai volontari dell’associazione.

L’organo ufficiale di Luci sull’Est è la rivista “Spunti”, che ha una diffusione media di 150.000 copie e una ricca selezione di argomenti, dall’attualità a intenti formativi, agiografici, apologetici e di catechesi.

L'opera dell'associazione coinvolge 18 Paesi: Italia, Siberia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Ucraina, Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Croazia, Bosnia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Albania.

Per ulteriori informazioni, http://www.lucisullest.it/.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:54. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com