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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Nuovo ciclo di Omelie di Padre Konrad sulla Fede, per l'Annus Fidei che stiamo vivendo

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2014 13:05
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[SM=g1740733] Amici, come promesso, terminando il precedente ciclo di Omelie che trovate cliccando qui, vi offriamo ora un nuovo ciclo dedicato alla Fede, proprio per affrontare al meglio questo Annus Fidei.

Raccomandiamo tutti di leggere queste Omelie in chiave MAGISTERIALE, ossia, mai dissociandole dall'insegnamento bimillenario della Chiesa, nè strumentalizzando singole frasi per far dire ciò che non dicono o per portarle contro  altri.....
Chiunque può copiare o riportare altrove queste Omelie, purchè sia fatto nell'integrità dei testi e senza manipolazione, citandone la fonte....

http://venezia.fssp.it/pages/omelie.php

Buona meditazione!


san Simeon chiesa


Predica del 15 maggio 2011 di Padre Konrad (la Fede come luce e conoscenza)

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

La Colletta di questa santa Messa parla del Lume di Verità e ci dà l'occasione per meditare sulla Fede come Luce, come conoscenza, in questo ciclo di prediche sulla Fede.

Il fine ultimo dell'uomo è di unirsi con Dio nel Cielo, nella visione beatifica per la gloria di Dio e la beatitudine eterna dell'uomo. Sappiate però che l'uomo è un essere naturale appartenendo alla natura, alla creazione, mentre Dio è soprannaturale, nel senso di essere al di sopra della natura e di tutta la creazione; soprannaturale è assolutamente trascendentale.

L'uomo è naturale, Dio è soprannaturale, senza un aiuto speciale di Dio, dunque, l'uomo non potrebbe mai unirsi con Lui, tentare di unirsi con Dio con le proprie forze puramente naturali, sarebbe come tentare di costruire una torre di Babele con l'idea di salire su di essa per incontrarLo al di là delle nuvole. Comunque, se le nostre forze naturali non possono condurci al nostro fine ultimo possono già prepararci, perchè per mezzo delle forze naturali dell'uomo, più precisamente della sua intelligenza, e della sua volontà, le due facoltà principali dell'anima, l'uomo può in maniera naturale conoscere ed amare Dio.

Per mezzo della sua intelligenza, cioè tramite la luce della ragione, può conoscere Dio, può dimostrare di fatti, secondo la parola di san Pio X nel Giuramento Antimodernista, con certezza che Dio esiste, che Dio è l'inizio e il fine di tutte le cose, l'inizio nel senso che è il Creatore, il fine nel senso che è il Giudice e il fine ultimo dell'uomo, l'inizio e il fine, Alfa ed Omega, è poichè l'uomo può conoscere Dio come tale, può anche amarLo come tale, cioè come Creatore e fine ultimo e come Colui in cui esiste tutto ciò che è di vero, di buono e di bello.

Ma per conoscere Dio come E' di per se stesso, per amare Dio come E' di per se stesso nella Sua intima natura, per elevare l'intelligenza umana e la volontà umana ad un livello soprannaturale bisogna avere un aiuto speciale di Dio, cioè la Grazia.

La Grazia è soprannaturale, è al di sopra della natura, un dono gratuito di Dio dato nei Sacramenti, principalmente nel Battesimo, restituito nella Confessione, aumentato negli altri Sacramenti come la Santa Comunione. E' una qualità dell'anima che permette all'intelligenza di conoscere Dio in modo soprannaturale, cioè alla luce della fede e permette alla volontà di amare Dio, il prossimo in Dio in modo soprannaturale, cioè con la Carità.

Vediamo che ci sono due ordini di conoscenza, due luci: la luce della ragione e la luce della fede; la luce della ragione che è una luce naturale e la luce della fede che è una luce sovrannaturale.

Vediamo anche che ci sono due oggetti di conoscenza: l'oggetto della ragione che consiste nelle conclusioni a cui ci può condurre il ragionamento, e l'oggetto della fede che consiste dei misteri in Dio nascosti, nelle parole del Concilio Vaticano Primo "che non possono essere noti se non divinamente rivelati".

La ragione e la fede sono compatibili, il Vaticano Primo, nella Costituizione Dei Filius dice: "benchè la fede sia sopra la ragione, non è in nessun senso contrario ad essa, e non può darsi mai qualsiasi reale disaccordo tra la fede e la ragione, poiché il Dio che rivela i misteri della fede e la infonde in noi è lo stesso che ha infuso il lume della ragione nell’animo umano; Dio non può quindi negare se stesso, né la verità contraddire la verità".

Dunque, la ragione e la fede sono due tipi di luce, il primo naturale, il secondo sovrannaturale, esse ci prestano aiuto per attraversare, per così dire, la notte scura di questo mondo, non sono incompatibili, sono solo diverse, e i loro oggetti sono anche diversi sono due tipi di verità: il primo naturale, il secondo sovrannaturale, anche loro non sono incompatibili, ma sono diverse, perchè  questi due tipi di verità appartengono alla stessa realtà, all'una, unica realtà costituendone due dimensioni diverse.

Diamo l'esempio di un cammino attraverso un bosco durante la notte:

la luna ci mostra il bosco e la torcia ci mostra il cammino dentro al bosco, due luci compatibili ma diverse che ci mostrano entrambe una unica realtà.

La fede non è un insieme di credenze come nelle altre religioni, non è un'esperienza o  sentimento che viene da dentro dell'uomo, come pretendono i modernisti, ma è una Luce, una conoscenza data da Dio.

L'Oggetto della fede non è una fabbricazione dell'uomo o del Demonio, come nell'Induismo per esempio; non è una fabbricazione mescolata con la Verità, come l'Islam per esempio; non è una verità parziale come il giudaismo o il protestantesimo, ma è la Verità tutta intera che, nell'analisi finale, è Dio stesso.

La luce della fede ci rivela il suo Oggetto in modo oscuro in questo mondo, ma nell'altro mondo questa luce di fede si trasformerà nella luce della gloria che ci rivelerà il suo Oggetto chiaramente, dentro dei limiti del Soggetto finito che siamo: "adesso vediamo come nello specchio e ora faccia a faccia" (1Cor. 13,12), "Dio come è" sicut est, la visione per la quale siamo stati creati, per la quale siamo stati elargiti dell'anima della conoscenza e della fede.

Proviamo a santificarci, dunque, in questa notte scura della vita terrena, per l'intercessione della Santissima Vergine Maria, Sede Sapientiae, Mater Boni Consilii, per godere pienamente e perfettamente della luce Divina in cielo, alla Gloria del Santissimo Nome di Dio.

Amen.

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.


[SM=g1740717] [SM=g1740720]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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[SM=g1740771] Predica del 3 Luglio 2011 di Padre Konrad (Fede e credibilità)

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Carissimi fedeli, oggi continuo il ciclo di Prediche sulla Fede, interrotta dalle feste recenti.
Questa settimana abbiamo celebrato la Festa di san Pietro e di san Paolo; in questa Festa viene raccontata la "Confessione" di san Pietro al Signore: "Tu sei il Cristo + il Figlio del Dio vivente", a cui il Signore rispose: "Beato te, Simone, figlio di Giona, perchè ne la carne ne il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".

Queste parole, ora, ci danno l'occasione per esaminare i motivi della fede, ossia, la sua credibilità.
Cominciamo con la definizione del Primo Concilio Vaticano: "La fede è una virtù sovrannaturale, per mezzo della quale, tramite l'ispirazione e l'aiuto della grazia di Dio, crediamo che ciò che Dio ci ha rivelato è vero, non perchè nella luce della ragione percepiamo la sua Verità intrinseca ma per l’autorità del Dio rivelante, che non può ingannare, nè essere ingannato".

Vediamo qui che il fondamento della fede non è la ragione ma l'Autorità di Dio, in questo ci distinguiamo dai così detti "razionalisti", che pretendono che la sola ragione sia affidabile, che la sola ragione sia la facoltà per raggiungere la Verità assoluta, che non ci sia un'altra specie di evidenza, che non ci sia una Luce superiore, e che non ci sia altra Verità superiore a quella che raggiunga la ragione; mentre noi professiamo che c'è un'altra specie di evidenza, cioè l'Autorità di Dio, che c'è una Luce superiore, cioè la Luce della Fede, e che c'è una Verità superiore, cioè la Verità della Fede.

Come danno i razionalisti una tale importanza alla ragione? forse perchè ritengono che la ragione ci possa dare una certezza assoluta delle cose e vogliono avere una certezza di questo grado su la Verità assoluta, ma quando riflettiamo un attimo, vediamo che la ragione purtroppo non può darci la certezza assoluta di molte cose, non sappiamo con certezza assoluta quasi nulla nella nostra vita, non sappiamo con certezza assoluta che i nostri genitori siano davvero i nostri genitori, che i nostri amici non siano in verità i nostri nemici, se la ragione non può darci la certezza assoluta di tante cose nella nostra vita, come dovrebbe darci una tale conoscenza della Verità assoluta?

Possiamo concludere che la ragione non è un fondamento molto sicuro quando si tratta della Verità assoluta, abbiamo bisogno di un'altra forma di certezza che i razionalisti non apprezzano, forse perchè non è scientifica neppure intrinseca alla mente come  la certezza della ragione.

Questa è la certezza della credibilità, la specie di certezza normale nella nostra vita, una certezza che si basa sulla parola  di un altro, sull'autorità di un altro, la certezza, per esempio, che i nostri genitori sono davvero i nostri genitori, e che i nostri amici sono i nostri amici, la Fede è un esempio di questa specie di certezza, la certezza di credibilità e si basa sulla Parola di un Altro, sull'Autorità di un Altro che, in questo caso, è nessun'altro che Dio stesso, e non c'è un'autorità più grande, nè un fondamento del credere più solido, ne più sicuro.

Qualcuno potrebbe obiettare, chiedendo: come sappiamo che il contenuto della Fede provenga davvero da Dio e che la Bibbia e l'insegnamento della Chiesa non siano soltanto delle fabbricazioni dell'uomo? l'evidenza sta nei miracoli e profezie e la Chiesa stessa.

Nostro Signore Gesù Cristo + confermava le Sue parole con segni e miracoli e i Suoi Santi hanno fatto lo stesso, la conversione di quasi tutto quanto il mondo dal paganesimo a Cristo e la santificazione di tante anime, malgrado la natura caduta, malgrado tutte le persecuzioni e gli ostacoli, e per mezzo di Predicatori umili e semplici è un miracolo che attesta la Verità di questa predicazione, come anche la propagazione della Chiesa, la sua santità, la sua inesauribile fecondità per ogni bene, la sua unità e stabilità, invincibili.
Si può aggiungere che l'altra evidenza della Verità della nostra fede sta nella sua profondità, la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, predica "Dio Amore" che si da fino alla morte di Croce per noi, la Chiesa Cattolica ci da la spiegazione più profonda della vita umana e di ciò che c'è di più profondo in essa, cioè, la sofferenza e l'amore.

Nessun altra cosiddetta "fede" o religione è paragonabile con il Cattolicesimo in questi riguardi, e nessun altra proclama nessuna verità che non sia già contenuta nel Cattolicesimo.

Possiamo dunque concludere che la Fede è una forma di certezza, la certezza della credibilità ed in questo senso è inoltre ragionevole, anche se non dipende dalla sola ragione, ma proprio per questo motivo la Fede esige l'umiltà, il sacrificio, il sacrificio del desiderio di conoscere tutto con le proprie forze, con la certezza scientifica ed intrinseca della ragione, come i razionalisti.

Siamo dunque umili e accettiamo la Fede e tutto ciò che contiene, come siamo anche "obbligati" perchè, come dice il Signore: "beati quelli che pur non avendo visto crederanno".

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Sia lodato Gesù Cristo +



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Predica del 13 novembre 2011 di Padre Konrad (Fede e volontà)

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Il Concilio Ecumenico Vaticano Primo dichiara, dogmaticamente, che la Fede è una virtù sovrannaturale per mezzo della quale, con l'aiuto e sotto l'ispirazione della Divina Grazia, crediamo essere veri i Misteri rivelati da Dio. Questo non per la intrinseca verità delle cose intelligibili alla luce naturale della ragione, ma per l'autorità del Dio rivelante che non può né ingannarSi né ingannare. Vediamo che il fondamento dell'atto della Fede non è né ragionamento, né l'evidenza della verità che ci induca a credere, bensì la volontà.

San Tommaso D'Aquino descrive l'atto di Fede come un atto dell'intelletto che consente alla Verità Divina tramite un ordine della volontà mossa da Dio, mediante la Grazia, dove la volontà possiede la principalità e l'intelletto aderisce alla verità perchè lo vuole "quia vult".

La Fede anche se non è conseguenza di ragionamenti, non è per questo irrazionale né un annullamento della ragione, bensì, ragionevole e san Paolo la chiama "un ossequio ragionevole". Si crede sull'autorità di Dio stesso, sull'evidenza dei miracoli,  e dell'espansione e della santità della Chiesa, e della vita, la dottrina, e l'esempio di Nostro Signore Gesù Cristo +, per questo è ragionevole.

La Fede libera, si può accettare o no. Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio, lui conoscerà la dottrina, dice il Signore, e Ludolfo il Certosino commenta: " O discorso pieno di consolazione! Venite dunque, ignoranti che non conoscete la dottrina, per illuminarvi, Dio non chiede che una cosa la semplice disposizione del cuore, se qualcuno volesse, conoscerà. Non dite  "non so dove è la verità, ed ignoro ciò che Dio chiede di me", volete e basta! Volete, e conoscerete!" basta dunque volere, basta volere per avere la Fede, basta volere anche per divenire Santi.

E dove voglio mettere la mia fiducia se non in Dio? Se non nella Verità assoluta da Dio rivelata?

Occorre però l'umiltà e l'ubbidienza, l'ubbidienza della Fede di cui parla San Paolo e per questo i superbi e i disubbidienti non accetteranno la Fede, i farisei, nel Vangelo di oggi, riconoscono che Nostro Signore Gesù Cristo + è verace, e lo dicono, ma non lo accettano, vedono i Suoi miracoli, ma non credono, e gli agnostici, gli atei, gli eretici che sanno ciò che è la Fede, e non sono semplicemente ignoranti, confusi, e non la accettano, mancano le virtù dell'umiltà e dell'ubbidienza, e come dice il Signore preferiscono le tenebre alla luce, perché le loro opere sono cattive.

Ma la Fede non è solo una possibilità per tutti, bensì, anche un dovere; un dovere per ogni uomo, perché Dio vuole che ogni uomo sia salvato e venga alla conoscenza della verità, che è la Fede, così che chi non crede fallisce nel suo dovere, anzi, come dice il Signore: chi non crederà sarà condannato, e in un altro luogo: se non credete che Io Sono, morirete nel vostro peccato.

Sant'Agostino commenta: cosa bisogna credere? Bisogna credere che Gesù è "quia ego Sum", bisogna credere che Egli è Colui stesso che ha detto a Mosè: "Ego Sum, Qui Sum", bisogna confessare la Sua Divinità.

L'Atto di Fede è libero, dunque, e deve essere libero perché Dio vuole l'amore e solo un atto libero può essere amore, difatti l'atto di Fede è proprio l'inizio dell'amore verso Dio che illuminerà la Fede, illuminerà la mente con la verità divina che ci permetterà, poi, di amare Dio pienamente e in tutte le cose.

L'Atto di Fede è un atto di amore, anzi un atto di sacrificio, un sacrificio di ciò che è la facoltà, la più alta, la più nobile dell'uomo, cioè, l'intelligenza, è un sacrificio dell'intelligenza a ciò che è ancora più alto e più nobile di essa, cioè la Verità assoluta e definitiva che è Dio stesso.

Questo sacrificio conduce ad un secondo sacrificio, ossia della volontà al Bene assoluto, definitivo che è Dio.

Così la Fede conduce alla Carità che è un sacrificio di tutto ciò che non è Dio, per santificare l'uomo e per trasformarlo in Dio. Questo sacrificio dell'intelligenza e della volontà non danneggiano l'anima, però, come il sacrificio che fa colui che rifiuta la Fede, che piega l'anima su se stessa e la degrada nel fine di compiere quell'atto che è il più misero di tutti gli atti che è l'adorazione di se stesso, bensì il sacrificio che è l'atto di Fede porta l'anima alla sua somma e nobilissima elevazione; la ragione e la volontà divengono illuminate, la mente e il corpo intero divengono luce, con la luce che ci mostra la strada verso il Cielo, per adorare lassù quella Verità e quella Bontà che è Dio stesso, quella Luce che è la fonte e il Padre di tutte le luci per immergersi in Lui, e contemplare per sempre poi gli splendori infiniti della Sua gloria.

Amen.

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Sia lodato Gesù Cristo +

 

 

 

Fraternamente CaterinaLD

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[SM=g1740771]

Predica del 29 maggio 2011 di Padre Konrad (la Fede nella Verità)

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Carissimi fedeli, continuando questo ciclo di prediche sulla Fede, vogliamo oggi considerare l'oggetto della Fede: l'oggetto della Fede è la Verità sovrannaturale conosciuta mediante la grazia.

 

Cosa significa "Verità" in questa frase?

Nei termini più generali la verità è la corrispondenza tra una idea e una cosa, in altre parole tra una idea e la realtà. La Verità che è l'oggetto della fede è la realtà fin quanto è conoscibile, un esempio di questo tipo di verità è la frase: "io cerco la verità", qua la verità significa la realtà delle cose fin quanto è conoscibile.

L'oggetto della fede è la Verità fin quanto è conoscibile, la realtà fin quanto è conoscibile.

La Chiesa insegna che questa Verità, questa realtà, è nient'altro che Dio stesso che è la Verità, la realtà e l'Essere nel senso supremo e assoluto del termine. Dire che Dio è la Verità, o la realtà fin quanto è conoscibile, significa che la conoscenza di Dio dipende dal Soggetto che lo conosce; l'uomo essendo finito può conoscere Dio solo in modo finito, ossia con la fede, mentre Dio può conoscere se stesso in modo infinito e perfetto, perchè in Dio c'è una corrispondenza e unità perfetta tra Soggetto che conosce e Oggetto che è conosciuto.

Abbiamo detto che l'Oggetto della fede viene conosciuto mediante la grazia, nella predica scorsa abbiamo visto che la grazia è una luce sovrannaturale che ci fa conoscere Dio come è di per Se stesso, la Chiesa distingue tra la fede che è una luce sovrannaturale (e fa conoscere Dio come è di per Se stesso), e la ragione che è una luce naturale che ci fa conoscere Dio come la causa e la fine della creazione.

Se noi chiediamo cosa dobbiamo credere per conoscere Dio come è di per Se stesso, la Chiesa risponde con san Paolo che dobbiamo credere che Egli esiste e che Egli ricompensa coloro che lo cercano, san Tommaso d'Aquino, sant'Alfonso e altri teologi insieme alla prassi universale della Chiesa, ci insegna che bisogna inoltre credere nel Mistero della Santissima Trinità + e in Cristo Redentore, come accenna Giovanni nel suo Vangelo: "Questa è la vita eterna, che conoscano Te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo +".

Per conoscere Dio come è di per Se stesso, per avere la fede, dobbiamo credere queste dottrine, dunque, più in dettaglio, dobbiamo credere queste dottrine esplicitamente e tutti gli altri dogmi della fede, implicitamente, o nell'ultima analisi dobbiamo credere in Gesù Cristo + perchè se crediamo in Gesù Cristo + crediamo  tutti i dogmi della fede, crediamo nel Dio-Uomo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, fatta Carne per redimerci e giudicarci, e per rimunerarci nella prossima vita. Se crediamo in Gesù Cristo + crediamo la Verità che è Dio fin quanto è conoscibile, come san Giovanni scrive nel Prologo del suo Vangelo: "Dio nessuno lo ha mai visto, proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato".

In sintesi, Nostro Signore Gesù Cristo + è l'Oggetto della nostra fede, Lui che ha detto: "Io sono la Verità", è la Verità che è l'Oggetto della nostra fede.

Le sedicenti "altre" fedi, o religioni, presentano altre visioni della realtà incompatibili con questa nostra visione, questa visione è vera, dunque, le altre sono false!

Se sono false, che lo sono, non sono da Dio ma dall'uomo e, o, dal demonio: "omnes dii gentium Demonia" " tutti gli dei delle genti sono Demoni" Salmo 95,5, san Paolo dice nella seconda epistola ai Corinzi: quale unione tra la luce e le tenebre, quale intesa tra Cristo e Baal, o quale collaborazione tra un fedele ed un infedele, quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Le altre religioni sono da rigettare mentre i loro aderenti sono da convertire, da istruire, affinchè possano assumere il dolce giogo di Cristo: Lui è solo da accogliere, solo da abbracciare, solo da servire, da seguire, da adorare da testimoniare fino alla morte, perchè Lui è l'unica manifestazione della Verità suprema ed assoluta di tutte le cose, fin quanto è conoscibile all'uomo, perchè Lui è la Verità e non solo la verità ma anche la Via e la Vita e chi conosce Lui conosce la Via e avrà la Vita, la vita di grazia in questo mondo, e la vita di gloria nel Cielo.

Amen.

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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12/11/2012 23:59
 
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[SM=g1740717] [SM=g1740720] Predica del 22 maggio 2011 di Padre Konrad (ancora la Fede come luce e conoscenza)

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Talvolta, carissimi amici, qualcuno dirà: "Comunque la Chiesa è molto cambiata" e pensiamo subito al suo insegnamento, o alla sua liturgia.
Oggi voglio parlarvi dell'insegnamento, nel testo del ciclo di prediche che sto facendo sulla Fede.

In quale senso, dunque, è cambiato l'insegnamento?

Fino, forse, a cinquant'anni fa, gli uomini della Chiesa presentavano una visione della realtà, a cui ho accennato domenica scorsa (leggasi la predica del 15.5.2011), di Dio Uno e Trino, assolutamente trascendente e soprannaturale, nel senso che è al di sopra di tutto il Creato, che elargisce sugli uomini la grazia soprannaturale, così creando l'ordine sovrannaturale illuminando la loro conoscenza con la fede e accendendo la loro volontà con la carità, affinchè l'uomo si possa elevare ed unire a Lui quaggiù e nel Cielo, per questo scopo crea la Chiesa a cui affida la grazia dei Sacramenti e tutte le verità soprannaturali sulla fede e la morale, soprattutto i Dieci Comandamenti di cui l'uomo avrà bisogno per attraversare questo mondo.
Coloro che seguono questa strada, apparecchiata per loro da Dio, raggiungeranno il Cielo, coloro che non la seguiranno finiranno nell'Inferno; la strada che conduce al Cielo è stretta e richiede ascesi e mortificazione, anche se porta con se la pace e la più profonda felicità possibile in questo mondo; la strada che conduce all'Inferno è larga invece, non richiede sforzi e porta con se piaceri, ma piaceri passeggeri che cedono poi alla tristezza e spesso alla disperazione.

Da circa cinquant'anni, dunque, molti uomini nella Chiesa presentano un'altra visione della realtà, la grazia e l'ordine soprannaturale non sono più menzionati, la fede cattolica sarebbe secondo loro un sistema di credenze sullo stesso livello di quello dei protestanti, o di qualsiasi altra confessione cristiana o di quelle di tutte le altre religioni; il "Credo" non sarebbe più necessario, per raggiungere il Cielo.

La fede come vediamo, per esempio, nella trascuratezza della dottrina del Limbo, non sarebbe più necessario a questo fine neanche il Battesimo, nè l'appartenenza alla Chiesa Cattolica, il Battesimo diverrebbe così una convenzione e la Chiesa solo un raggruppamento di persone con le stesse credenze; non sarebbe necessaria neppure la Carità dell'amore soprannaturale, ma basterebbe l'amore in senso assai vago e indefinito, relativo solo alle necessità umane dell'uomo, quell'amore che secondo molti è l'essenza dell'Ecumenismo, mentre  la prima finalità del Matrimonio (che è uno dei Sette Sacramenti) sarebbe la chiave della vita eterna.

Questo amore e la gioia a cui conduce, costituiscono un vangelo positivo opposto ad un Vangelo negativo che si occupa di mortificazione, di peccato e dell'Inferno. Questa visione rappresenta un allontanamento dall'oggettivo, dalla realtà, dalla verità oggettiva, l'ordine soprannaturale, l'autorità, le leggi, la giustizia verso il soggettivo, l'amore, la comunione e la vera gioia.

L'insegnamento è cambiato, dunque, la nostra domanda perciò è: "quale insegnamento è giusto, quello tradizionale o quello moderno? O forse l'insegnamento tradizionale era giusto, e allora adesso, l'insegnamento moderno è giusto?"

Diamo un esempio: la fede e la carità sono necessarie alla salvezza, o non lo sono? Oppure, erano necessarie nel passato, ed ora non lo sono più?

Carissimi amici, la risposta è chiara come la luce: l'insegnamento tradizionale è giusto e quello moderno è falso!
La fede e la carità sono necessarie per la salvezza e lo saranno sempre!
Perchè è giusto l'insegnamento tradizionale?

Perchè l'insegnamento tradizionale è l' insegnamento della verità oggettiva che la Chiesa ha ricevuto da Dio stesso, secondo le parole del Signore nel Vangelo di oggi: "quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera", l'insegnamento tradizionale è insegnamento di verità oggettive, dunque, che come tali sono immutabili, immutabili come le verità della matematica: se due più due fanno quattro, oggi, lo faranno anche domani!

Questo insegnamento tradizionale della Chiesa, dunque, non è cambiato, non cambierà e non può cambiare, come la Chiesa stessa non è cambiata a questo riguardo e non cambierà, non può cambiare!

Come sappiamo che l'insegnamento tradizionale sulla necessità della fede e della carità e sulla salvezza, o sulla Santissima Trinità, sulle realtà della Beata Vergine Maria, sull'Incarnazione, sulla morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo + è vero?

Perchè la Chiesa col sostegno dello Spirito di Verità, che è lo Spirito Santo, l'ha definito come tale, la Chiesa l'ha definito come dogma, come divinamente rivelato e da credere come tale per ogni membro della Chiesa Cattolica, così che, chi la nega, anche solo un solo articolo, sarà escluso dalla comunione della Chiesa.

Coloro che insegnano dottrine opposte non possono cambiare l'insegnamento Cattolico, dunque, non ne hanno il potere perchè quell'insegnamento è immutabile, non hanno l'autorità, la competenza, perchè hanno l'autorità e la competenza solo per insegnare il Depositum Fidei, i dogmi della fede, per insegnare i quali hanno ricevuto il "munus docendi" l'ufficio per insegnare, perciò non possono cambiare l'insegnamento.

Sono loro come i professori incaricati ad insegnare la matematica, i quali insegnano infatti, che due più due fa quattro e non che due più due fa tre, non possono cambiare la matematica perchè le sue verità sono immutabili e non hanno neanche l'autorità poichè hanno ricevuto solo l'autorità e la competenza di insegnare la matematica.

Ora, i così detti modernisti, pretendono che il fondamento teologico per il cambiamento dell'insegnamento risiede nel fatto che l'oggetto della fede è l'esperienza religiosa, il senso religioso, di cui l'espressione cambia e si sviluppa attraverso i tempi.

La Chiesa Cattolica, invece, ha condannato queste due dottrine.

Ha condannato la prima dottrina, che la fede si riduce all'esperienza religiosa, nel Decreto Lamentabili e Pascendi di san Pio X e ha condannato la seconda dottrina, che il dogma cambia e si sviluppa, nell'Enciclica Humani generis di Pio XII, la Chiesa insegna che il dogma secondo il suo contenuto è di origine veramente divina, che è l'espressione della verità oggettiva e che il suo contenuto è immutabile, non c'è dunque cambiamento ne sviluppo nel contenuto del dogma, l'unico tipo di sviluppo che attinge al dogma è lo sviluppo della sua espressione che nel corso dei secoli diviene più chiara e più profonda, come è nelle parole di san Vincenzo Lerino citate nella Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano Primo: "solo nello stesso dogma, nello stesso senso e nello stesso modo di intendere" - in eodem dogmate, eodem sensu, eademque sententia -.

In una parola, i dogmi della Chiesa, le sue verità oggettive, che ha ricevute da Dio stesso con l'incarico di insegnarle le corso dei secoli, non cambiano e non possono cambiare, solo la loro espressione può cambiare ma divenendo più chiara, più profonda, come la luce del sole che cresce fin dall'aurora e a mezzogiorno rimane la stessa luce, nelle parole di san Vincenzo Lerino.

La ragione ultima, carissimi fedeli, per la quale l'oggetto della fede non può cambiare è che il suo Oggetto nell'ultima analisi è Dio stesso, Lui stesso è quel sole, quel sole increato che noi percepiamo nel corso del nostro passaggio attraverso il deserto di questo mondo, che percepiamo in modo debole come all'aurora, e in modo forte come a mezzogiorno, Lui stesso è quel sole che manda i suoi raggi, che emette la Sua luce e la Sua Verità per illuminare le nostre menti con la fede, così che possiamo dire col Salmista:"Nella Tua luce vedremo la luce"; Lui stesso è quel sole che in questo mondo non possiamo guardare direttamente con gli occhi a causa dell'eccesso della Sua Divina gloria, ma che vedremo nel prossimo mondo, quando la luce della grazia si trasformerà nella luce di gloria, quando Lo vedremo faccia a faccia e quando, nelle parole dell'Apocalisse: "non vi sarà più notte e non avremmo più bisogno di luce di lampada perchè il Signore Dio ci illuminerà e regneremo con Lui nei secoli, dei secoli, amen".

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Sia lodato Gesù Cristo +

 

 ....continua....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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[SM=g1740758] Predica di Padre Konrad sulla INFALLIBILITA' 6.7.2011

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

     Continuando il nostro ciclo di prediche sulla Fede, vogliamo oggi rivolgere il nostro sguardo sull'infallibilità della Chiesa.

    Il Vangelo di san Matteo conclude con queste parole del Signore ai suoi Apostoli: "Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra, andate dunque, e ammaestrate tutte le nazioni ... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt.28,18-20).

     Con queste parole il Signore elargisce sulla Chiesa, in forma degli Apostoli e dei loro successori, il munus docendi, l'ufficio di insegnare, così istituendo la Chiesa insegnante.

     Qual è l'ambito di questo insegnamento? L'ambito di questo insegnamento viene espresso con le parole "tutto ciò che vi ho comandato" ed è la Rivelazione intera. La Rivelazione, o il Depositum Fidei, ha due fonti che sono la Sacra Scrittura e la Tradizione orale, e consiste in ciò che si chiamano le verità della religione, che si distinguono nelle verità della Fede in senso stretto, e le verità della morale.

     Le verità della Rivelazione, in quanto proposte dalla Chiesa da credere come tali, sono i Dogmi. I Dogmi sono infallibili perché garantiti dal Signore stesso con le parole: "io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo", e con le parole durante l'Ultima Cena: "io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga sempre con voi, lo Spirito di verità" (Gv.14,16-17).

     I Dogmi sono infallibili nel senso definitivo perché sono un esercizio del munus docendi che partecipa a quello del Signore che è la Verità stessa: il Vero, il Veritiero Che non può essere ingannato, ne ingannare: qui nec falli, nec fallere possit (Concilio Vaticano Primo).

     Per riassumere, la Chiesa possiede il munus docendi e il munus docendi è il mandato per insegnare le verità della Rivelazione. La Chiesa insegna queste verità come Dogmi e questi dogmi sono infallibili. Dio stesso ha dato questo mandato alla Chiesa e Dio stesso garantisce l'infallibilità dei Dogmi.  

     La Chiesa ha dunque il mandato di insegnare  Dogmi infallibili o, in altre parole, la Chiesa è infallibile quando insegna i Dogmi. Ma quando diciamo questo, come intendiamo la parola "Chiesa"? La intendiamo in due sensi.

     Il primo senso è quello dell'Episcopato intero, secondo la parola di san Cipriano: la Chiesa è nei Vescovi. I Vescovi sono infallibili quando dichiarano un Dogma sia in modo straordinario, sia in modo ordinario.

     Lo dichiarano in modo straordinario in un Concilio generale ed ecumenico (nel senso che tutti i Vescovi Cattolici del mondo vengono invitati e in numero sufficiente assiste per poter rappresentare l'Episcopato intero). In un tale Concilio il Papa presta ai Vescovi una partecipazione al suo proprio potere e può confermare e promulgare le loro decisioni solo lui.

     I Vescovi dichiarano un dogma in modo ordinario quando lo fanno nelle loro Diocesi unanimemente tra di loro e con il Papa. Un esempio sono i Catechismi diocesani (di una volta, bisogna precisare).

     Un soggetto di infallibilità è dunque l'Episcopato intero; l'altro è il Papa. Il Concilio Vaticano Primo proclama che: "il Papa è infallibile quando parla ex cathedra, cioè quando definisce come Pastore e dottore di tutti i cristiani in virtù della sua suprema ed apostolica autorità, che una dottrina della Fede o della morale è da tenere dalla Chiesa Universale..."

     Il Concilio Vaticano Primo definisce l'infallibilità del Papa come quella che il Signore voleva elargire sulla Sua Chiesa. Questa infallibilità si evidenzia nelle parole del Signore "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" e viene presupposto dalla autorità suprema del Papa espressa nelle parole del Signore "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle".

     Poiché un Concilio e un Papa sono infallibili solo quando proclamano dogmi, possiamo concludere che il Concilio Vaticano II non era infallibile perché mancava l'intenzione di proclamare Dogmi. C'erano constatazioni dogmatiche dentro di esso, ma solo come reiterazione di dogmi già definiti antecedentemente. Possiamo concludere altrettanto che poco di ciò che insegna un Papa è infallibile e comunque ciò che insegna deve essere accolto con atteggiamento pio e rispettoso.

     Il contenuto della nostra Fede è la Verità, la Verità infallibile, ciò che nostro Signore Gesù Cristo + e nostro dolce Redentore garantisce solennemente, affinché tutti gli uomini, attraverso tutti i secoli, possano conoscere questa Verità e conoscendola, avere la Vita Eterna,
Amen.

 

Sia lodato Gesù Cristo +

 

 

 

Fraternamente CaterinaLD

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[SM=g1740758] Predica di Padre Konrad Anno della Fede 1 - La natura della Fede - 16.9.2012

 

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della Fede che comincerà ad ottobre. Vogliamo guardare, allora, la natura della Fede cominciando con la definizione di San Paolo nella sua epistola agli Ebrei XI,1 "La fede è sostanza delle cose che si sperano e convinzione delle cose che non si vedono". Seguiamo l'interpretazione di San Tommaso d'Aquino.

   Notiamo per primo che la fede si riferisce al futuro: alle "cose che si sperano", alle "cose che non si vedono".Queste cose le possederemo nel futuro, le vedremo nel futuro, cioè nel cielo. Queste cose sono le verità divine ed eterne che non sono altro che Iddio stesso. In questo mondo quaggiù abbiamo una conoscenza oscura di queste cose; nell'altro mondo ne avremo una conoscenza chiara. Qui crediamo con la luce della fede; la vedremo con la luce della gloria: "Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto". (1Cor.13).

   Il secondo elemento di questa definizione che vogliamo meditare è l'espressione: "la fede è sostanza". Questo significa che la fede ci da (già in questo mondo) la comprensione dei suoi oggetti: cioè le verità divine ed eterne che sono Dio. Così afferriamo quaggiù in modo iniziale e preparativo ciò che possederemo in cielo in modo perfetto e definitivo.

   Ebbene, in cosa consiste questa comprensione di Dio, questa conoscenza di Dio? Evidentemente è una specie di unione con Dio, un unione che la Sacra Scrittura paragona con il matrimonio: nel Libro di Osea (2,20) leggiamo: "Ti fidanzerò con me nella fede". Quando pensiamo in genere all'unione con Dio, pensiamo forse all'unione con Dio nel cielo,o all'unione mistica con Dio su questa terra, come quella di un santo rapito nell'amore dell'Onnipotente; dimentichiamo che la fede in se stessa è già una unione con Dio.

   Ma questa comprensione, questa conoscenza di Dio, non è soltanto una unione con Dio, ma anche la vita eterna stessa, perché questa comprensione amorevole di Dio sulla terra (che è la fede) è già l'inizio della visione beatifica del cielo (che è la vita eterna). In questo riguardo ci dice il Signore: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv.17,3).

   Il terzo elemento della definizione di San Paolo che vogliamo guardare adesso è la parola "convinzione". La fede coinvolge la convinzione, la certezza. Se ciò non è la certezza della ragione, è la certezza la più grande che si possa raggiungere qui sulla terra su Iddio e le cose di Dio. Per citare il sacro Concilio di Trento: "il verbo - credere - significa il sicurissimo assenso, in virtù del quale l'intelligenza aderisce con fermezza e tenacia a Dio che rivela i propri misteri. Perciò chi crede (nel senso qui inteso) possiede indubbia e nettissima convinzione di qualcosa".

   In questo senso, di fatti, si dice che la Fede è una luce più forte di quella della ragione. Qualcuno potrebbe chiedere,però, a questo punto, perché si parla allo stesso modo dell'oscurità della fede. La risposta è che la fede è chiara quanto al modo, e oscura quanto all'oggetto, della sua conoscenza.

   Il suo oggetto, come abbiamo già detto, è Iddio Stesso, che non può essere compreso che imperfettamente e oscuramente dalla conoscenza finita, limitata, dell'uomo; il modo di conoscere questo oggetto è invece una luce forte, una certezza assoluta, perché unisce la mente direttamente e immediatamente con Iddio, che è la Verità stessa.

   Parliamo adesso sui benefici della Fede.

   In questa piccola analisi della natura della fede abbiamo visto il suo beneficio principale, cioè che ci dà la vita eterna (legata evidentemente ad una vita buona, alle opere buone, alla Carità - nel senso dell'amore sovrannaturale -).

   Il suo beneficio secondario è che ci insegna come arrivare a questa vita eterna mediante i nostri atti o, in altre parole, come condurre una vita buona, virtuosa. In breve: la Fede è la nostra guida. La Fede dà la buona direzione alla nostra vita terrestre; ci insegna le grandi verità tra le quali si trovano, per esempio, il fatto che ci sia una vita dopo questa vita terrena, e che Dio ricompensa il bene punendo il male; la Fede ci dà i comandamenti, la predicazione e l'esempio di Nostro Signore Gesù Cristo.

   Finalmente in questo modo la Fede ci dà i mezzi per superare le tentazioni. Nella Lettera agli Efesini S. Paolo ci parla del combattimento spirituale, scrivendo: "Tenete sempre in mano lo scudo della fede con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno" (6,16). San Pietro dice: " il vostro nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistete saldi nella fede" (1Pt.5,8).

   Tutto ciò che abbiamo meditato sulla Fede può essere espresso con l'immagine della luce: La Fede è la luce nella quale vedo Iddio in questo mondo; questa luce è la luce d'aurora che precede la luce del giorno nel quale vedrò Iddio nel cielo; la Fede è la luce che mi condurrà attraverso la valle oscura di questo mondo per unirmi a Lui in una unione perfetta e stabile, per tutta l'eternità.

Sia lodato Gesù Cristo +

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

 

 

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05/03/2013 11:21
 
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Predica di Padre Konrad Ringraziamento nella Messa 4.3.2013

 

In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.
San Paolo ci ammonisce oggi di non parlare della fornicazione, di impurità o di avarizia, né di ciò che è vergognoso, sciocco o scurrile, ma piuttosto di ringraziare. Dice lui: siamo i figli dilettissimi di Dio e dunque dobbiamo camminare nel Diletto; siamo i figli della luce della quale i frutti sono la bontà, la giustizia e la verità.
Bisogna esaminarci, carissimi fedeli, sulle nostre parole: i giornali e la televisione ci presentano, quasi unicamente, una visione di una realtà tenebrosa, impura e vergognosa che non è materia degna delle parole, né delle meditazioni di noi cattolici redenti nel Sangue preziosissimo del Signore. Piuttosto bisogna ringraziare.

Chiediamoci, dunque oggi, che cosa è il ringraziamento, o la gratitudine?

La gratitudine è la virtù che inclina l'uomo a riconoscere ed a retribuire i benefici che ha ricevuto da un altro. E' una virtù necessaria e bellissima tra l'altro, perché promuove la carità e l'umiltà.
Promuove la carità in quanto unisce i cuori di coloro che danno a coloro che ricevono e promuove l'umiltà in quanto colui che rende grazie, si sottomette al suo benefattore.
Per questi motivi è una virtù che i genitori devono istillare con la massima cura nei cuori dei loro figli.

L'oggetto principale, allora, della nostra gratitudine deve essere Dio stesso. Come tale fa parte della virtù della religione che è la virtù di rendere il culto debito a Dio e si manifesta nella Preghiera.
La nostra Preghiera non deve essere solo petizione ma anche ringraziamento. Non siamo come coloro che chiedono qualche artefatto in un negozio con grande gentilezza, e quando lo ottengono non dicono più niente. Non siamo come i lebbrosi guariti dal Signore di cui solo uno è tornato per ringraziarLo, ma piuttosto proviamo a far corrispondere la gratitudine alla petizione, in un equilibrio armonioso e perfetto col cuore amorevole ed umile.
Nel sublime nostro Prefazio della Santa Messa sta il dialogo tra Sacerdote e  fedeli che, secondo Dom Prosper Guéranger, è antico quanto la Chiesa e tutto ci fa credere che siano stati gli stessi Apostoli a fissarlo, poiché si incontra nelle Chiese più antiche e in tutte le Liturgie. In questo dialogo il Sacerdote dice:

- "Rendiamo grazie al Signore - Gratias agamus Domino Deo nostro", i fedeli rispondono:

- "Dignum et iustum est - è giusto e necessario", il Sacerdote continua nella persona della Chiesa docente:

- " Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos tibi semper ut ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens aeterne Deus: per Christum Dominum nostrum" (E' veramente giusto e necessario, è nostro dovere e nostra salvezza, renderti grazie sempre e ovunque, o Signore, Padre santo, Dio eterno e onnipotente, mediante il Cristo nostro Signore).

In questo dialogo osserviamo la frase "semper ut ubique", sempre e ovunque, bisogna ringraziare il Signore dunque, per tutto, per il bene ma anche per il male, perché il male è per il nostro ultimo bene, così come ringraziamo un medico per un trattamento anche se ci fa male, temporaneamente.
Se l'oggetto principale della nostra gratitudine e ringraziamento è Dio stesso, la sua forma più alta è la Santa Messa perché, nella Santa Messa, riconosciamo i benefici di Dio a noi e li retribuiamo in modo adeguato.
Riconosciamo i suoi benefici che sono soprattutto il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo + per amore di noi sul monte Calvario, e li retribuiamo lì, con l'offerta di questo stesso Sacrificio a Lui, durante i Sacri Misteri. Questa retribuzione è adeguata in quanto offre Nostro Signore Gesù Cristo + in riscambio per nostro Signore Gesù Cristo + in quanto offre Dio in riscambio per Dio, come prega il Sacerdote nella Santa Messa: "Cosa renderò io al Signore per tutte le cose che ha dato a me? Prenderò il Calice della salvezza e invocherò il nome del Signore".

Sempre nelle parole di Dom Guéranger leggiamo: il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo è per noi il mezzo privilegiato per ringraziare la Divina Maestà, poiché solo attraverso di Esso possiamo rendere a Dio tutto ciò che Gli dobbiamo. Il fatto che questo ringraziamento passa attraverso il Signore, viene espresso alla fine del Prefazio con le parole "per Christum Dominum nostrum".
La Santa Messa, per questi motivi, è un grande atto di ringraziamento a Dio, anzi, l'atto di ringraziamento in assoluto, perciò la Santa Messa si chiama anche Eucharistia che significa, appunto, ringraziamento.
Il ringraziamento a Dio, però non è completo senza l'offerta di sé  stessi a Dio Padre in unione all'offerta di Dio Figlio. Se nostro Signore si è dato completamente a noi, bisogna che noi ci diamo completamente a Lui.

Così nel Santo Sacrificio della Messa, nella Eucharistia ci uniamo a nostro Signore Gesù Cristo + nell'offertorio, quando il celebrante offre in anticipo il Divino Agnello al Padre, ci uniamo a Lui nella Consacrazione quando quel Divino Agnello viene immolato; e ci diamo a Lui in quella Preghiera che si chiama il ringraziamento dopo la Santa Messa; ci diamo a Lui come Lui si dona a noi, ossia in modo completo ed intero.
Bisogna ringraziare, dice San Paolo, e questo soprattutto nella Santa Messa ma anche in tutta la nostra vita in un atteggiamento di riconoscenza per tutti i benefici di Dio e nel desiderio di retribuirli, ma soprattutto con l'offerta a Dio costante di tutto ciò che facciamo, diciamo e pensiamo, di tutto ciò che siamo alla gloria della Santissima Trinità.
Amen.

In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.

 

Sia lodato Gesù Cristo +

 

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Fraternamente CaterinaLD

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22/08/2014 13:05
 
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MARTEDÌ 19 AGOSTO 2014





In Italia sta per nascere una nuova comunità religiosa di Rito Antico


 



Carissimi lettori del blog, con grande gioia vi annuncio che in autunno verrà fondata in Italia una nuova comunità contemplativa legata alla liturgia tradizionale (di spiritualità carmelitana). A darne notizia è stato un prete della Fraternità San Pietro.

 

 

Carissimo in Cristo,

                                         innanzitutto congratulazioni per il suo bel sito.

 

Avrebbe interesse a menzionare la mia fraternità per eventuali vocazioni?

 

Il nostro istituto, la Fraternità Sacerdotale di San Pietro, è una società apostolica di vita consacrata, siamo sacerdoti secolari di vita comune, l'istituto più grande, in piena unione con Roma, per la formazione sacerdotale esclusivamente secondo il Rito Romano Antico.

 

L' insegnamento nel seminario è completamente ortodosso, basato sulla dottrina tradizionale della Chiesa, con San Tommaso d' Aquino come maestro per la filosofia e la teologia.

 

I seminaristi progrediscono verso il sacerdozio attraverso tutti gli ordini minori e quelli maggiori del subdiaconato e diaconato, si vestono con l'abito talare fin dall'inizio del secondo anno e vengono formati nella disciplina e nella spiritualità perenne di Santa Madre Chiesa.

 

La formazione viene offerta in lingua inglese in Nebraska, America, e in lingua francese o tedesca in Baviera.

 

Abbiamo l'apostolato in molti paesi in Europa ed anche in America, Australia, Africa....

 

Io sono responsabile dell'apostolato di Venezia da quasi nove anni, siamo stati ben accolti qui e a Roma.

C'è parecchio da fare e ci sono molte richieste di celebrare la Santa Messa anche in diversi altri luoghi in Italia.

 

Attualmente abbiamo tre seminaristi italiani e spero che la nostra fraternità venga sempre più conosciuta affinché possa accogliere numerose vocazioni per lavorare nella Vigna del Signore in Italia.

 

So inoltre di un'iniziativa per fondare in autunno una comunità contemplativa con Rito Antico di spiritualità carmelitana in Italia.

 

 Se qualcuno fosse interessato alla fraternità, o alla nuova fondazione, soprattutto giovani che hanno appena terminato gli studi superiori o l'università, può contattarmi a questo indirizzo mail.  padrek@libero.it

 

Con la mia benedizione sacerdotale rimango nel Signore, suo dev.mo Padre Konrad Loewenstein fssp

 






Fraternamente CaterinaLD

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