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Il Dott. Bruto M.Bruti è deceduto per una malattia, essendo stato amico e sostenitore di questo forum, vogliamo ricordarlo particolarmente.

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2011 18:22
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L'inconscio e la nostalgia del Paradiso - Bruto Maria Bruti
ne da comunicazione Massimo Introvigne sulla sua pagina di Facebook
Bruto Maria Bruti, dirigente di Alleanza Cattolica nelle Marche, è tornato prematuramente alla Casa del Padre il 6 maggio 2010. Soffriva da tempo di un male incurabile. Invitando a ricordarlo nella preghiera, ripubblico un suo testo che testimonia della sua sensibilità di medico e di cristiano.

L'inconscio e la nostalgia del Paradiso

"Ho bisogno di pensarmi eterno per trovare il coraggio di vivere"
(Vittorino Andreoli)


Mircea Eliade, il più grande storico mondiale delle religioni, definisce la mitologia sulle origini del mondo e dell'umanità come il tentativo degli uomini di ricordare la storia sacra, cioè quella storia che è avvenuta alle origini e che si trova nelle zone più profonde della psiche umana.

Nei miti delle origini si racconta l'origine del mondo, degli animali, delle piante, dell'uomo ma anche tutti gli avvenimenti primordiali in seguito ai quali l'uomo è diventato un essere mortale.

Significativo è il fatto che, in tutti questi miti presenti nelle varie religioni, la condizione mortale dell'uomo è vista come la perdita di un originario stato paradisiaco: questa perdita viene attribuita ad un accidente, ad uno sbaglio, ad una colpa ma il fatto sostanziale è che la condizione mortale nasce da una ferita originale. Ugualmente, in tutti i miti escatologici è presente la certezza di un nuovo inizio dove il tempo potrà essere dominato.

Nell'essere umano è presente il desiderio di una felicità assoluta, senza limiti e una nostalgia delle origini dove questa felicità era realizzata.

Da questo desiderio nasce la ricerca del sacro come principio che trascende i limiti della materia, come modello e archetipo di ogni paternità, come essere assoluto in grado di riempire completamente il cuore dell'uomo, in grado di soddisfare il suo bisogno spirituale di un bene infinito, assoluto, totale.

Si è potuto dimostrare che esiste continuità tra gli universi onirico e mitologico, che vi è analogia tra le figure e gli avvenimenti dei miti e quelli di alcuni sogni. Si è anche dimostrato che nei sogni le categorie dello spazio e del tempo sono modificate in un modo che ricorda l'abolizione del tempo e dello spazio nei miti. Gli psicologi del profondo hanno concluso precipitosamente che le creazioni dell'inconscio sono la materia prima della religione e di tutto ciò che essa implica: simboli, miti, riti.

Ma se l'esigenza religiosa è l'esigenza naturale e specifica dell'essere umano, essa impegna l'uomo nella sua totalità e quindi anche le zone profonde della sua psiche per cui non è l'inconscio che dà origine ai contenuti della fenomenologia religiosa ma è la – storia sacra- cioè la storia spirituale dell'umanità, quella avvenuta agli inizi del tempo, che dà origine all' -aura religiosa – di certi contenuti dell'inconscio: il ricordo della storia sacra è una vera e propria impronta collettiva e indelebile da cui nascono i contenuti mitologici di alcuni sogni. (1)

Secondo lo psicologo viennese Viktor E. Frankl (1951, 1973), vissuto nel clima psicoanalitico di Sigmud Freud e di Alfred Adler, che ha fondato la terza scuola viennese di psicoterapia – la logoterapia -, non esiste soltanto un inconscio impulsivo ma anche un inconscio spirituale.

Frankl critica anche l'interpretazione freudiana del rapporto fra l' immagine di Dio e il padre, interpretazione secondo la quale l'idea di Dio è sempre e soltanto un'immagine paterna introiettata dal soggetto e rispondente ad esigenze di tipo nevrotico: per Frankl, invece, è vero il contrario e cioè che Dio è il vero modello di ogni paternità. Secondo lo psicanalista Giacomo Dacquino l'interpretazione di Freud deve essere considerata valida non per spiegare l'origine della religione – intesa come ricerca di unione con Colui che è la causa prima di tutto ciò che esiste – ma solo per spiegare la condotta religiosa di tipo patologico e cioè quelle forme di ateismo nevrotico e di religiosità nevrotica che nascono dalle relazioni conflittuali non risolte che il bambino ha avuto con i genitori. Ad esempio, il mancato superamento del conflitto che il bambino ha vissuto con il padre fa proiettare in Dio il cattivo rapporto con il padre: in questo caso l'individuo adulto non è più in grado di cogliere le caratteristiche specifiche della divinità perché in lui permane un' identificazione infantile di Dio con il modello parentale. Infatti, le prime immagini che il bambino tenta di costruirsi su Dio sono di tipo antropomorfico e la prima costruzione avviene con i modelli dei genitori.

L'essere umano possiede fin dalla nascita una aspecifica disponibilità religiosa: questa istanza religiosa, questo bisogno si serve, inizialmente, per la sua ricerca delle analogie esistenti tra il rapporto figlio – genitori ed il rapporto bambino – Dio.

L'esperienza parentale condiziona fortemente l'esperienza religiosa perché essa è il primo mezzo di cui si serve l'istanza religiosa per la sua ricerca.

Nel caso delle relazioni conflittuali non risolte con i genitori, l'idea di Dio finisce per coincidere totalmente con la realtà conosciuta, con le espressioni affettive parentali che hanno determinato il conflitto: Dio diventa come il padre, la Chiesa e la Madonna come la madre. L'adulto maturo, al contrario, è in grado di cogliere progressivamente le caratteristiche specifiche e trascendenti della divinità, relativizzando le esperienze infantili.

Dacquino sottolinea il fatto che la maturità religiosa è un processo dinamico costantemente in fieri: come non esiste una maturità psicologica assoluta, così non esiste una maturità religiosa assoluta.

Dal punto di vista ontologico, dunque, ha ragione Frankl nel dire che Dio non è l'immagine del padre ma è il padre l'immagine di Dio nel senso che Dio, presente nell'inconscio spirituale dell'uomo, diventa il modello di ogni paternità.

Secondo lo psicologo W. James (1902) la condotta religiosa normale è la più importante funzione del comportamento umano. La sua validità psicologica è dimostrabile nella disponibilità oblativa, nella serenità dell'impegno personale, nella coerenza della vita.

Secondo James il fattore religioso rappresenta un incentivo alla maturazione psichica globale.

Secondo G. W. Allport (1950-1958) la religiosità normale nasce dal disagio che l'uomo adulto maturo avverte per i propri limiti e nasce quindi dall'istanza di dare, mediante la religione, un significato al proprio progetto di vita. (2)

Se la fenomenologia religiosa non è una creazione infantile e aberrante dell'uomo primitivo ma il prodotto di un'esigenza naturale e specifica dell'uomo, che cosa sono diventati i miti della – storia sacra – nelle società moderne?

Il nucleo essenziale della mitologia delle origini – e cioè l'originale condizione immortale dell'uomo, la caduta e la perdita dell'immortalità, la speranza di un nuovo inizio dove il tempo potrà essere dominato – se è espressione dell'essenza della natura umana deve necessariamente ripetersi, magari in forma mascherata, anche là dove si tenta di negarlo.

Eliade, infatti, dimostra che i miti sulle origini del mondo e dell'umanità agiscono in forma camuffata, nascosti nelle ideologie più impensate e rintraccia questo nòcciolo mitologico anche in quelle filosofie che credono di aver dato inizio ad un pensiero totalmente diverso da quello religioso.

Eliade dimostra come la mitologia dell'uomo arcaico si manifesti, per esempio, nel pensiero di Sigmund Freud, il padre della psicanalisi che voleva essere un – positivista – integrale. Molti credono che Freud sia uno scienziato puro ma gran parte delle sue idee non sono dimostrazioni di tipo scientifico-sperimentale ma solo interpretazioni soggettive che hanno finito per costituire una sorta d'ideologia portata avanti dal movimento psicanalitico.



Le principali scuole di psicoterapia nate dalla psicanalisi freudiana
Il giudizio di ideologia pseudo-scientifica nei confronti della psicanalisi non riguarda la scoperta dei fenomeni dell'attività psichica inconscia, che sono importanti e devono essere oggettivamente studiati, ma riguarda solo le interpretazioni unilaterali dei fenomeni dell'inconscio fatte da Freud e dai suoi seguaci più ortodossi.

Non bisogna ignorare il fatto che Freud era ossessionato dal pregiudizio ateo a tal punto che arrivava a definire la religione una nevrosi ossessiva di massa. Altro pregiudizio di Freud era quello sull'origine sessuale di ogni atto umano costruttivo: egli diceva a Jung che la teoria della sessualità era un – dogma – che non poteva essere sottoposto a critica. (3)

La sessualità ed i problemi della sessualità esistono e sono importanti ma ciò che desta sospetto è il dogma della – sessualità pura – che Freud ha costruito: infatti, già all'interno del pensiero psicanalitico, sono nate delle scuole che hanno confutato la visione unilaterale del principio del piacere sessuale – unico motore dello sviluppo umano e della storia -.

Il complesso di Edipo, inteso nel senso generale di desiderio erotico del bambino verso il genitore di sesso opposto, con il tentativo di allontanare, come concorrente, quello dello stesso sesso, non è una scoperta della psicanalisi. La letteratura greca, oltre al mito di Edipo re, ha un testo importante scritto da Platone nella Repubblica. Platone parla di questi desideri sessuali incestuosi che sono presenti in ogni uomo e che spesso si manifestano nei sogni. (4)

Il complesso di Edipo viene in genere risolto attraverso l'identificazione con il genitore dello stesso sesso e con la rinuncia al desiderio di possedere il genitore del sesso opposto. La mancata soluzione del complesso di Edipo dà luogo a molti problemi psicologici, in gran parte inconsci, ed è merito di Freud aver messo a fuoco questa fenomenologia. Quello che non è accettabile è l'interpretazione pansessualista del complesso di Edipo che Freud fa.

Per Freud, infatti, il non appagamento sessuale del bambino con il genitore del sesso opposto è all'origine di ogni attività culturale e spirituale, cioè il mito, l'arte, la poesia, la religione sarebbero soltanto manifestazioni deviate di quella energia sessuale primitiva che il bambino non ha potuto indirizzare verso il genitore complementare desiderato. (5)

Se si riduce ogni forza costruttiva dell'uomo alla sola libido, come fa Freud, non si vede, però, quale potrebbe essere l'elemento in grado di trasformare la libido in attività complesse e superiori come quelle dello spirito umano, né si capisce perché nell'animale non avvenga la stessa cosa: come può il sesso dare origine ad un'attività diversa da quella sessuale?

Inoltre, non si vede neppure da dove potrebbe nascere la resistenza a questa libido. Le censure e le inibizioni sociali non possono dare una spiegazione definitiva e soddisfacente perché tali censure e inibizioni sociali nascono sempre dalle forze dello psichismo individuale e quindi sarebbero, in ultima analisi, il prodotto della libido stessa: ma come può il sesso dare origine alla repressione del sesso? (6)

Il discepolo prediletto di Freud, e cioè Carl Gustav Jung, concepisce la libido come energia psichica in generale e non solo di tipo sessuale anche se egli divinizza questo inconscio di tipo energetico che è simile alla volontà di vivere di Arthur Schopenhauer: si tratta di un'energia irrazionale che afferra e domina l'individuo, il quale è come un' increspatura, un'onda che nasce dall'immenso grembo materno di un mare fatto di pura energia. (7)

Mentre Schopenauer indica nel nirvana, cioè nel distacco dalle passioni, la via della liberazione, Jung sostiene, invece, la necessità di capire ciò che preme dall'interno, di integrarlo con la coscienza e di servirlo.

Negli scritti di Jung esiste sempre una certa confusione fra il concetto di psiche e quello di anima, fra inconscio e Dio, fra la psicoterapia e la religione: inoltre, nel pensiero di Jung, ogni individuo finisce per essere soltanto un epifenomeno di una libido energetica collettiva.

Come per Freud l'io è soltanto uno strumento al servizio dell'inconscio e pertanto l'io non è padrone in casa sua, così anche per Jung, l'inconscio è la " psiche reale e autentica, mentre la coscienza dell'io può essere considerata solo un temporaneo epifenomeno". (8)

Freud e Jung finiscono per negare l'esistenza di ogni vera libertà nell' essere umano, ma le teorie che deresponsabilizzano l'uomo riducendolo ad una sorta di computer schiavo della sua programmazione (cioè un essere completamente determinato da fattori economici, istintivi, ambientali) sono false perché contraddicono se stesse dimostrando, in realtà, che l'uomo riesce ad essere consapevole di se stesso. Infatti, se fossimo solo una manifestazione del sesso oppure solo un prodotto dell'economia o dell' ambiente non potremmo sapere di esserlo (nessun computer è cosciente del suo programma). Se dico di non essere libero, già ammetto, per il semplice fatto di dirlo, che c'è in me una libertà: la libertà di una parte del mio pensiero. Se la coscienza fosse solo un epifenomeno della materia (cioè un semplice prolungamento della materia) il pensiero non potrebbe pretendere di stabilire delle coordinate per capire le cose. Se il soggetto conoscente non ha un proprio essere che trascende la realtà materiale, esso non può oggettivamente conoscere tale realtà: se il determinismo fosse vero, la scienza sarebbe impossibile.

Alfred Adler sostituisce al principio del piacere sessuale la pulsione aggressiva quale principio dell'energia psichica che si traduce nel bisogno di affermarsi, di sentirsi importanti, di farsi valere.

Adler ha, come Freud, la tendenza di ridurre tutti i problemi della vita psichica ad un solo problema, convinto che debba esistere un solo meccanismo elementare valido in tutti i casi.

Viktor E. Frankl considera come specifico della motivazione umana la presenza di una volontà di significato e questa specificità della motivazione umana è tale che, in una situazione normale, il piacere dovrebbe essere il risultato della realizzazione di un significato e il potere il mezzo al servizio di un significato.

Il piacere per il piacere e il potere per il potere, dice Frankl, non soddisfano le esigenze più profonde della personalità e finiscono per ossessionare l'uomo consegnandolo all'ansia e alla infelicità.

Frankl ha evidenziato anche l'esistenza di nevrosi noogene cioè di nevrosi che nascono dal vuoto esistenziale, dalla mancanza di significato della propria vita. (9)

Dice Dacquino che lo stesso Freud, alla fine della sua ricerca, dovette riconoscere i limiti del proprio lavoro ammettendo che il problema religioso non può essere ridotto ad una pura e semplice origine psicologica. Egli scrive: "tutto ciò che si riferisce alla creazione di una religione (...) ha un carattere grandioso che tutte le nostre spiegazioni non bastano ad illuminare. Deve esserci un altro elemento, qualcosa che comporta scarsa analogia e non ha in alcun posto un equivalente, qualcosa di unico che non può essere misurato che secondo le sue conseguenze e il cui ordine di grandezza è quello della religione stessa" (S. Freud, 1937-1938). (10)



Le mitologie dell'uomo arcaico si ripetono nelle ideologie del pensiero moderno
Tornando alla mitologia presente nel pensiero freudiano, la psicanalisi di Freud, dice Eliade, introduce il concetto secondo cui esiste per l'uomo un'epoca – primordiale – in cui tutto si decide.

Riprendendo il linguaggio del pensiero mitologico si potrebbe dire che vi sono stati un paradiso (per la psicanalisi lo stadio prenatale o il periodo che si estende fino allo svezzamento e che costituisce uno stato di beatitudine immune dalla nevrosi), una rottura, una catastrofe (per la psicanalisi il trauma infantile che fa perdere la beatitudine iniziale) e poi c'è la speranza di un nuovo inizio con la catarsi che, per mezzo del ricordo, ci fa rivivere l'incidente traumatico e quindi ci libera riportandoci indietro, alla beatitudine originaria.

Eliade esamina poi un'altra ideologia, quella che si concretizza nel cosiddetto mito del buon selvaggio e che viene creata dagli utopisti del Rinascimento: in questa ideologia si manifesta e si ripete il mito dell'età dell'oro, cioè della perfezione degli inizi.

Lo stato d'innocenza e di beatitudine originaria sarebbe stato perso per colpa della civiltà e nella liberazione dalle regole sociali viene riposta la speranza di poter recuperare quella natura primordiale in cui l'uomo era buono, perfetto, felice. Eliade ricorda che, invece, i selvaggi realmente esistenti, al pari degli uomini civili, sono sempre stati assolutamente convinti di essere in una condizione decaduta, di aver perso uno stato di perfezione, una situazione di Paradiso verso cui vanno le loro nostalgie e le loro speranze.

Il mito del buon selvaggio sopravvive anche oggi nella forma adattata del paradiso oceanico che popola libri e films e che è la motivazione inconscia di tanti viaggi turistici verso i mari del Sud: l'isola paradisiaca al di fuori del tempo e della storia dove sopravvive una bellezza incontaminata, una natura sempre amorosa, una libertà non condizionata, una sessualità totalmente appagante, fino alla nudità che non ha bisogno di essere protetta: condizione dell'uomo perfetto, di Adamo ed Eva prima del peccato. Il pudore, infatti, nasce dopo la ferita originale come protezione, come difesa il cui scopo è di fare in modo che l'attenzione degli uomini sia rivolta alla persona impedendo che venga assorbita da quelle parti del corpo che comunicano come unico sentimento il piacere e, come tali, sono impersonali e suscettibili di sostituzione.

Dopo la psicanalisi, dopo il mito del buon selvaggio e quello del paradiso oceanico, anche il comunismo ed il nazional-socialismo, dice Eliade, non riescono a sottrarsi alla manifestazione del pensiero mitologico.

Il comunismo marxista riprende uno dei grandi miti escatologici del mondo asiatico-mediterraneo, cioè la funzione redentrice del giusto, dell'unto, dell'innocente (per Marx il proletariato) le cui sofferenze hanno la missione di cambiare lo stato ontologico del mondo.

Infatti la società senza classi di Marx, e la conseguente scomparsa delle tensioni storiche, trovano il loro precedente nel mito dell'età dell'oro: Marx riprende la speranza escatologica giudeo-cristiana di una fine assoluta della storia.

Il nazional-socialismo riprende dal paganesimo nordico l'idea della grande battaglia finale fra gli uomini-dei e le razze sub-umane: questo mondo inquinato dal male è giunto alla fine e scomparirà dopo questa battaglia apocalittica, ma poi nascerà un mondo nuovo biologicamente e spiritualmente rigenerato dove saranno completamente estirpate le radici del male.

Le mitologie dell'uomo arcaico, quelle che raccontano la storia avvenuta alle origini dell'umanità, si ripetono nelle ideologie del pensiero moderno che pretende di liberarsene, dimostrando che la nostalgia del Paradiso e la ricerca del sacro fanno parte della natura dell'uomo e sono ineliminabili.

Sacro è tutto ciò che è connesso all'esperienza di una realtà totalmente diversa: in opposizione a profano, ciò che è sacro è separato, è totalmente altro ed è per questo che sono separati dalla comunità coloro che sono addetti a stabilire un rapporto privilegiato con esso.

Quando questa esigenza spirituale di assoluto non viene indirizzata verso la trascendenza (legame con il sacro che dà luogo alla fenomenologia religiosa vera e propria) , si ha la fissazione del bisogno di assoluto su qualcosa di relativo (legame con oggetti che prendono il posto del sacro e quindi religione idolatrica): ogni ateismo finisce per dare origine ad una religione idolatrica . Se la tendenza spirituale verso l'assoluto viene rimossa nelle zone oscure della psiche, se non trova la propria consapevolezza, il proprio significato e la giusta via dove essere incanalata, gli uomini rovesciano il campo d'azione del comportamento mitico finendo per assolutizzare alcuni aspetti della realtà.

A livello sub-cosciente, spiega Eliade, sopravvive, negli uomini moderni, una mitologia rigogliosa e dotata di una carica spirituale superiore alla vita conscia. La maggior parte degli individui che non partecipano ad un'esperienza religiosa autentica rivelano il loro comportamento mitico nell'attività inconscia della loro psiche (sogni, fantasie, nostalgie) e nella ricerca frenetica di divertimenti e distrazioni nel tentativo di abolire il tempo e di costruirsi un paradiso artificiale e momentaneo.

Le nostalgie più semplici o più abbiette nascondono la nostalgia del Paradiso. Anche le immagini evocate dalla più banale delle canzonette esprimono la nostalgia di qualcosa che poteva essere e non è stato, il desiderio di qualcosa di assoluto, di qualcosa di completamente diverso dall'istante presente, di qualcosa di irrimediabilmente perduto in cui si nasconde il desiderio del Paradiso perduto. (11)

Lo scrittore Aldous Huxley, sperimentatore in prima persona delle droghe allucinogene, che contribuì a diffondere l'LSD e la cultura della droga negli USA, scrive chiaramente che, quando per qualunque ragione, gli uomini e le donne mancano di trascendere se stessi con la religione, sono indotti a ricorrere alle droghe perché le droghe sono i surrogati chimici della religione.

Huxley fa questa riflessione: se per Marx la religione è l'oppio del popolo, nel mondo nuovo, nel mondo dell'ateismo pratico sarà il contrario e cioè l'oppio dovrà diventare la necessaria religione del popolo. Come la religione, la droga avrà il potere di consolare, di ripagare, evocherà visioni di un mondo diverso, migliore, offrirà la speranza. (12)

L'esigenza religiosa è l'esigenza naturale e specifica dell'essere umano che impegna l'uomo nella sua totalità e quindi anche le zone profonde della sua psiche. Per questi motivi lo psicoterapeuta non può ignorare il fatto che l'uomo è un essere religioso per natura e che in ogni uomo la nostalgia del Paradiso ha lasciato un'impronta indelebile da cui nascono anche i contenuti mitologici di alcuni sogni.

Bruto Maria Bruti



NOTE

1) cfr. Mircea Eliade, Mito e realtà, trad. it., Rusconi, Milano 1974; Mircea Eliade, Miti, sogni e misteri, trad. it., Rusconi, Milano 1976, in particolare pag 9-12; Mircea Eliade, Immagini e simboli, trad. it., Jaca Book, Milano 1984
2) cfr. Giacomo Dacquino, Religiosità e psicanalisi, Sei, Torino 1980, pp. 27-28, 17-24, 31-37, 39-117
3) cfr. Sigmund Freud, Opere, 12 vol., trad. it., Boringhieri, Torino 1966-1980, L'avvenire di un'illusione, vol.10, pag 473; cfr. C. G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, trad. it., Rizzoli, Milano 1978, pag 191.
4) cfr. Platone, La Repubblica, capitolo IX, 571 b e 572 b
5) cfr. Joseph Nuttin, Psicanalisi e personalità, trad. it., ed. Paoline, Roma 1984, pp.47-54; 80-81
6) cfr. Joseph Nuttin, ibidem, pp 226 - 227
7) cfr. Vincenzo Cappelletti, Psicologia analitica, p. 808, in Enciclopedia del Novecento, vol.V, istituto della Enciclopedia italiana.
8) cfr. Joseph Nuttin op. cit., pp.78-79; cfr. Vincenzo Cappelletti, ibidem, p.811
9) cfr. Viktor E. Frankl, Dio nell'inconscio, Morcelliana, Brescia 1990; Viktor E. Frankl, Psicoterapia per tutti, ed. Paoline, Roma 1985; cfr. Giacomo Dacquino, op. cit., pp 27-28.
10) cfr. Giacomo Dacquino, op. cit., p. 35.
11) cfr. Mircea Eliade, opere citate, in particolare: Mito e realtà e Miti sogni e misteri.
12) cfr. Aldous Huxley, Le porte della percezione, Paradiso e inferno, trad. it., Mondadori, Milano 1993, pag 76; Aldous Huxley, Il Mondo nuovo- Ritorno al Mondo nuovo, trad. it., Mondadori, Milano 1991, pag 296.



                                                


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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07/05/2010 17:20
 
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E' una notizia dolorosa per me... e per gli amici del forum Difenderela vera fede nel quale il dottor e amico Bruto, ci scriveva in email per offrirci il suo prezioso contributo sulle questioni legate all'omosessualità ed altro! Molto suo materiale è sparso in diversi thread del forum, specialmente nelle raccolte dedicate al vecchio forum:
freeforumzone.leonardo.it/categoria.aspx?c=167420&f=167420&...


Con amicizia mi diede anche il suo recapito e così per molte volte ci siamo sentiti telefonicamente ed ho potuto godere dei suoi preziosi consigli...davvero ho perso un Amico!
Seppur certa di averlo ora, in altro modo, sapere che non c'è più è una profonda mancanza, un grande vuoto che lascia!....

Grazie dott. Bruto per quanto ha fatto per noi e per l'amicizia che mi ha personalmente offerto!
"Ti accolgano gli Angeli in Paradiso...."
Prega per noi e con noi!
La Madonna del Rosario ti accompagni verso il riposo guadagnato!



[SM=g1740720] « In paradisum deducant te Angeli; in tuo adventu suscipiant te martyres, et perducant te in civitatem sanctam Ierusalem. Chorus angelorum te suscipiat, et cum Lazaro quondam paupere æternam habeas requiem. »


« In paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro, povero in terra, tu possa godere il riposo eterno nel cielo. »


[SM=g1740752]



[SM=g1740738]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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07/05/2010 22:26
 
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RIcorderemo con rimpianto questo caro fratello nella fede, che tante volte, con i suoi scritti ha apportato preziosi contributi  in molti forum.
Che il Signore lo accolga con Sè nel suo regno celeste.

Ecco uno dei suoi scritti che ho reperito in archivio:


Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 18/11/2004 19.01
Psicologia della prostituzione

Carla Corso è stata sul marciapiede per 25 anni. Ha fondato il comitato per i diritti delle prostitute, scrive libri e rilascia interviste: donna molto intelligente.
A proposito della "professione " di libera  prostituta scrive:
"Mi piace lavorare con l'emotività della gente, mi piace moltissimo la contrattazione perché mi dà eccitazione,
mi esalta,  è il piacere della trasgressione, del potere.
Questo lavoro dà un potere sulle persone che la gente nemmeno può
immaginare
. Io mi sento potente, mi sento forte, superiore ai clienti ".
( CFR Stefano Lorenzetto, intervista a Carla Corso, Il Giornale 27 gennaio
2002, p.12 )

Queste parole confermano l'analisi che faceva della prostituzione Alfred Adler, il fondatore della psicologia individuale. Adler, allievo di Freud, aveva notato che più forte della pulsione sessuale, in realtà, è la pulsione aggressiva.

Quando un individuo è affetto da un complesso d'inferiorità, cioè crede di
essere inadeguato e crede di non poter risolvere i problemi della sua vita
( si tratta, ovviamente, di un complesso nato nell'infanzia e di cui ha perso la piena consapevolezza ), per compensazione dà vita ad un
comportamento nevrotico e cioè sbagliato ( uso distorto del suo istinto di
aggressività) per costruirsi un'illusione di
superiorità. La compensazione non elimina e non risolve il vero problema perché è una falsa soluzione, un vero e proprio " autoinganno " che copre la
"ferita" psichica con un mantello d'illusioni e attenua solo momentaneamente
l'angoscia del soggetto.

Nessun uomo diceva Adler può pensare, sentire, volere e neppure sognare,
senza lasciarsi guidare da una méta. Quest'idea fornì ad Adler una delle
chiavi della vita psichica dell'uomo. Non appena si è scoperta la méta che
un uomo si è posta, solo allora si possono spiegare le sue azioni: questo metodo di osservazione consiste nella ricerca del fine ( metodo finalistico ) e la ricerca del fine consente di scoprire le cause che
provocano un certo comportamento e anche le illusioni che possono alimentarlo.

Molti maschi che vanno con le prostitute, dice Adler, sono affetti da un senso d'inferiorità, insufficiente fiducia in se stessi, morboso senso di prestigio. Il rapporto con la prostituta dà loro
l'illusione di essere superiori credendo di poter usare, dominare e umiliare la donna
.
" E mentre l'uomo che ricorre alla prostituta crede di sentire la propria
superiorità su una donna, essa ha coscienza unicamente della sua forza
d'attrazione e delle sue esigenze, dunque del suo valore, e degrada l'uomo a
mezzo dipendente del suo sostentamento
. Ed è così che tutti e due per tramite di una finzione arrivano alla sensazione fittizia della loro superiorità personale"  ( Alfred Adler, Prassi e teoria della psicologia
individuale, trad. italiana, Astrolabio, Roma 1967, p.273 ).

Adler, dunque, (pur con tutti i limiti e le assolutizzazioni della sua scuola di pensiero ) aveva notato che dietro a tanti comportamenti sbagliati c'è un uso distorto della volontà di potenza. Di passaggio, come non ricordare che già San Tommaso D'Aquino, riflettendo sulla superbia (cioè sulla disordinata e sbagliata stima di se stessi ), diceva che essa è madre di tutti i vizi perché tutti i peccati ( peccato dal greco amartano: sbagliare strada ) derivano da essa direttamente o indirettamente (  II-II, q.162,a.2, ad 2).
Quindi la superbia ha una priorità assoluta su tutti gli altri peccati ed è il principio di ogni peccato ( II-II, q.162, a.7 ).

( Bruto Maria Bruti )
07/05/2010 23:10
 
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Non l'ho conosciuto ma mi riservero' di leggere i suoi scritti che continueranno a raccontarlo e a dare testimonianza dell'amore di Gesu' per l'umanita'.
Etrno Riposo
dona a lui ,o Signore
e splenda ad esso la luce perpetua .amen.
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Chi vuole la pedofilia? Gli ambigui proclami di tanti 'cattivi maestri'







di Bruto Bruti - L'Ottimista

(
Embarassed  Un anno fa moriva il Dott. Bruti......

Lo raccomandiamo alle vostre Preghiere ed alla supplica a Maria di mandarci ancora persone di così grande spessore...  
 
In diretta il Papa sta dicendo il Rosario a Santa Maria Maggiore con i Vescovi, uniamoci
....
un grazie a Messainlatino per averne riportato il ricordo...)



Jean-Jacques Rousseau (foto), che può essere considerato il profeta dell'educazione relativista e illuminista, ha cinque figli dalla sua compagna e, poiché questi sono figli reali e non astratti come l'Emilio, egli se ne libera rapidamente depositandoli, dopo ogni nascita, nell'ospizio dei trovatelli. Quest'uomo che crede nella assoluta bontà delle sensazioni e ignora la tendenza umana al piacere disordinato ed egoistico, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (1).
Dacia Maraini, sulla scia di filosofi illuministi che praticavano sesso anche con i figli, ha sostenuto che l'incesto è una pratica naturale (2).Gerd Koenen (teorico del '68) scrive: “Negli asili infantili più radicali le attività sessuali divennero parte integrante dei giochi” (3).

Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori (4).


Daniel Cohn-Bendit, capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, raccontò addirittura di avere sperimentato e favorito la pedofilia e il sesso coi minori a scuola, come insegnante. Poi, diventato europarlamentare, ha detto che si trattava di un'opera di fantasia. Ma anche fosse stata un'opera di fantasia, qual'era l'obiettivo? Certamente quest'opera non favorisce la condanna della pedofilia (5).


Oggi Aldo Busi, forse il più venduto autore omosessualista italiano, spesso ospite di programmi televisivi e radiofonici, candidato nelle liste radicali, scrive: “È probabile che nella mia omosessualità ci sia una forma di attrazione non verso i maschi, ma verso l'odio che mi suscitano tutti gli uomini, odio che il fare sesso con loro non fa che aumentare”. Dopo di che spiega che l'età per rapporti omosessuali che lui ritiene lecita è a partire dai tredici anni, in quanto a questa età un ragazzo, secondo lui, sarebbe adulto, e libero di decidere di avere rapporti con un altro uomo (Manuale per il perfetto papà, Mondadori) (6).


Nichi Vendola, oggi governatore della Puglia, in una intervista del 1985 a Repubblica affermava: “Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia” ( 7).


Il 27 ottobre 1998 i radicali organizzarono un convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: "[...] essere pedofili [...] non può essere considerato un reato; la pedofilia [...] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone" (8). Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente e la legge lo permetta...L'internazionale dei gay e delle lesbiche (ILGA) ha collaborato politicamente e culturalmente con i pedofili americani (NAMBLA: North American Man-Boy Lovers Association) per dieci anni, prima di separarsi da questo movimento (9).


Il filosofo omosessualista Mario Mieli sosteneva la funzione redentiva della pedofilia (la sua opera è considerata la Bibbia dei Gay e a lui sono intitolati molti circoli gay). Nell'opera di Mieli vengono considerate esperienze redentive, da promuovere, la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia (10).Le associazioni omosessualiste (COC) fondate da Jef Last (pedofilo omosessuale e amico di André Gide) nei Paesi Bassi hanno voluto e ottenuto la depenalizzazione dei contatti sessuali con giovanetti al di sopra dei 12 anni.Nel 1990, infatti, erano stati depenalizzati, nei Paesi Bassi, i contatti sessuali (etero e omo) con individui sopra i 12 anni: la condizione era il consenso del giovane o della giovane e il nulla osta dei genitori (11).


Bibliografia:1) cfr. Roberto Guiducci, La Storia di un contestatore sconfitto, pp. 1-68 (p. 32) in Jean-Jacques Rousseau, Le Confessioni, Introduzione di Roberto Guiducci, Traduzioni e note di Felice Filippini, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, p.28.2) Francesco Agnoli, Il Foglio, 26 maggio 20073) Ibidem4) Ibidem5) Ibidem6) Ibidem 7) Ibidem8) cfr http://www.qrd.org/qrd/orgs/NAMBLA/1993 . se.to.ilga 9) cfr Gianni Rossi Barilli, Il Movimento Gay in Italia, Feltrinelli, 1999, p.93. 10) cfr Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Feltrinelli, 2002, p. 255.11) cfr G.J.M. van den Aardweg, Matrimonio omosessuale e affidamento a omosessuali, in Studi Cattolici. Mensile di studi e di attualità, anno XLII, n.449/50, 1998, p. 507



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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