collageconfe.jpgI sacerdoti santi non passano il tempo ad occuparsi di attività sociali, ma si occupano della salvezza delle anime nel confessionale. Ecco quattro esempi.

San Giovanni Maria Battista Vianney, il curato d’Ars

Il Santo Curato d’Ars divenne famoso in tutto il mondo perché era un confessore instancabile: trascorreva nel confessionale anche dieci ore al giorno. Pellegrini da tutta Europa si inginocchiavano nel suo confessionale. Un giorno un confratello gli chiese quale fosse il “segreto” per diventare un grande confessore e santificare il proprio gregge. San Giovanni rispose: «Ti flagelli? Fai penitenza? Ti sacrifici per i tuoi penitenti?».

San Giovanni Bosco

San Giovanni Bosco, come molti santi sacerdoti, ebbe il dono mistico di “scrutare nei cuori”. Ovvero, per uno speciale intervento di Dio, il sacerdote, durante la confessione, può “vedere” chiaramente tutto ciò che c’è nell’anima del penitente: peccati e opere buone. Una mattina si presentò da don Giovanni un uomo che aveva molta fretta di confessarsi. Durante la confessione, però, un po’ per vergogna e un po’ per orgoglio, il penitente cercava di scusare i suoi peccati e di limitarne la gravità. Dopo un po’, don Giovanni, con gentilezza, lo interruppe: «Scusi, lei è venuto per accusarsi o per scusarsi?». «Che domande fa, reverendo padre? Per accusarmi, naturalmente», rispose l’uomo. «Dunque, si accusi e dica senz’altro: “Ho pensato così e così; ho fatto così e così; ne è avvenuto questo e questo”», replicò don Giovanni, elencando con precisione tutti i peccati commessi dal penitente. Quel poveretto, confuso e sorpreso, ma commosso e sinceramente pentito, baciando le mani di don Giovanni, gli domandò: «Ma, reverendo padre, come ha fatto a sapere tutte queste cose?». «Gliel’ho letto nel cuore», spiegò don Giovanni. «Mi perdoni se poco fa l’ho interrotta, ma non volevo che andasse all’inferno. Poiché chi si accusa, Dio lo scusa; chi si scusa, Dio lo accusa».

San Luigi Orione

San Luigi Orione è stato uno dei più grandi predicatori del XX secolo. Ovunque andasse a predicare la Parola di Dio, accorrevano le folle. Una sera predicò l’infinita grandezza della Divina Misericordia a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria. Nonostante il brutto tempo, era presente moltissima gente. Al termine, don Luigi ripartì immediatamente dove risiedeva, Tortona. Lungo la strada fu raggiunto da un uomo. «Reverendo, stasera ho ascoltato tutta la sua predica», disse l’uomo. «C’è quella parola che non riesco a togliermi dalla testa…». «A quale parola si riferisce?», chiese don Luigi. «Misericordia», rispose. «Lei stasera ha parlato della confessione, della misericordia di Dio… Ecco, vorrei sapere se quello che ha detto questa sera è proprio vero». «Ma sicuro!», confermò con slancio don Luigi. «Credo di non aver detto nulla che non si trovi nel Vangelo. Io ho detto che il sacramento della confessione è stato istituito da Gesù Cristo; che dopo la sua resurrezione ha soffiato sugli apostoli dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo: a coloro ai quali rimetterete i peccati, saranno rimessi”». Allora quell’uomo scoppiò a piangere e si gettò ai piedi di don Luigi. «Reverendo, mi confessi, per favore». Ovviamente don Luigi lo confessò: «Venite qua, confessate tutte le vostre colpe». «Padre», cominciò il penitente, «vi era moltissima discordia tra mia moglie e mia madre… Non ne potevo più… Una notte… una notte… misi del veleno nella scodella di mia madre. Mi accuso di aver ucciso mia madre! Chiedo perdono a Dio! Posso ottenere perdono?». Don Luigi, vedendo il sincero pentimento, gli diede l’assoluzione, ma prima gli fece accettare, come penitenza, di mettersi in regola con la giustizia degli uomini. Il penitente lo fece. Dopo aver salutato don Luigi, si recò a consegnarsi alle autorità civili.

San Pio da Pietrelcina

L’ultimo medico ad aver esaminato con cura le stigmate di Padre Pio è stato il dottor Giorgio Festa, un uomo di profonda fede cristiana. I due divennero molto amici e il dottor Festa si recava spesso a San Giovanni Rotondo anche solo per fare un saluto. Un sera, quando tornò dal Gargano, era ospite a casa sua anche il cugino Cesare, avvocato, ateo e massone, il quale non perdeva occasione per deridere la fede cattolica. Quella sera però, Cesare notò che il cugino aveva un dolcissimo profumo. «È il profumo di Padre Pio», spiegò Giorgio. «Molti santi hanno il dono mistico del “soave odore di Cristo”». Mai lo avesse detto! Cesare si arrabbiò e gridò: «Macché soave odore! Al diavolo i soliti clericali che usano le offerte della povera gente per profumarsi e fregare gli sprovveduti come te!». Giorgio, senza scomporsi, rispose: «Vai a San Giovanni Rotondo a smascherare quello che tu ritieni un vile approfittatore. Io non gli ho mai parlato di te. Né lo avviserò del tuo arrivo». Cesare accettò la sfida. Durante il viaggio, si mise ad immaginare quali onori avrebbe ricevuto dai suoi “fratelli massoni” se fosse riuscito a mettere alla berlina il più infame dei clericali dell’epoca. Quando arrivò al convento di San Giovanni Rotondo, Cesare riconobbe Padre Pio perché era l’unico frate con i mezzi guanti. Il Padre appena lo vide gli andrò incontro e gli disse: «Come, lei qui tra noi? Lei è un massone…». L’avvocato, sorpreso, confermò. «E qual è il suo compito nella massoneria?», chiese Padre Pio. «Combattere la Chiesa, da un punto di vista politico», rispose onestamente Cesare. Allora Padre Pio lo prese sottobraccio. «Vieni con me. Permettimi di raccontarti la parabola del figliol prodigo». Al termine del racconto, tutti aspettarono la reazione dell’avvocato Festa. Alcuni pensarono che avrebbe mandato al quel paese il santo frate. Cesare, invece, si mise in ginocchio e disse: «Padre, la prego, mi confessi». Ovviamente Padre Pio lo confessò e Cesare divenne un uomo nuovo: lasciò la massoneria – questo gli costò molte persecuzioni dai suoi ex amici – e dedicò il resto della sua vita a combattere quell’infame setta del demonio.

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Cari Sacerdoti , ve lo chiedo con l’amore di una figlia: siate santi! Un aiuto sociale possiamo riceverlo da chiunque, il perdono sacramentale possiamo riceverlo solamente da Voi.