8 Settembre Natività della Beata Vergine Maria, Festa Liturgica

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Caterina63
00martedì 30 agosto 2011 23:25
Natività Beata Vergine Maria




Il primo ed unico riferimento alla vita della Beata Vergine Maria lo troviamo, in poche parole, nel Vangelo di Matteo capitolo uno, nel quale traccia una genealogia di Maria e Giuseppe.... tutto il resto proviene dai racconti apocrifi e dalla viva fede della Chiesa, cioè, dalla Tradizione associata naturalmente ad una forte venerazione e amore per la Madre di Dio.
Tutto ciò che sappiamo, pertanto,  sull'Infanzia della Beata Vergine Maria, non ha pretesa di valore storico, ma di certo ne ha per la fede dei singoli e di intere comunità e non soltanto in un periodo, ma in tutta la vita bimillenaria della Chiesa, e a partire proprio da certa Devozione dall'Oriente Cristiano che ha sempre posto la Madre di Dio, Mediatrice di tutte le Grazie, a servizio della Chiesa e dei Fedeli
.

Ma già al Concilio di Trento, anche per la pressione delle accuse del Protestantesimo verso una devozione troppo "idolatrica", la Chiesa cercò di ricondurre, oltre che la spiritualità Cattolica nel Culto a Dio, anche la rappresentazione dei Soggetti religiosi entre le guide indicate dai testi Canonici delle Sacre Scritture. Tale ricerca di una fedeltà letterale al dettato delle Scritture, era tuttavia quasi impossibile da applicare, specialmente a riguardo della Vergine Maria... tanto per fare un esempio, sappiamo bene che l'Immacolata Concezione, sancita dalla Chiesa ufficialmente con un Dogma nel XX secolo, in verità è sempre stata per il Popolo di Dio una verità di fede non solo predicata da molti Santi, ma anche ritratta nell'arte secoli prima dell'ufficialità del Dogma.
La ritrattazione della Beata Vergine Maria nelle icone più diverse si deve, pertanto, alle prediche dei Padri, dei Santi e Dottori della Chiesa.
Tra questi troviamo, per esempio, il beato frate domenicano Jacopo da Varazze, del XIII secolo, che seppe fare una "summa", interna all'ortodossia della Chiesa, di antichi testi nella sua Legenda Aurea, e con lui troviamo anche molti scritti di mistiche medievali.

Non era dunque facile per i Padri riuniti al Concilio di Trento condurre artisti e scrittori ad una letterale osservanza delle Scritture, a riguardo della Beata Vergine Maria, quando già per millecinquecento anni, in sostanza, la mariologia aveva assunto una ufficialità ortodossa che portava la firma di nomi eccellenti e spesso canonizzati. Possiamo dire che nel caso della Beata Vergine Maria la Chiesa non potè fare altro che sollecitare una corretta devozione verso la Madre di Dio, continuando a benedire quanti sapevano ritrarre su tele, muri ed icone, la Tradizione a riguardo della Sua storia sublime per la quale, in fondo, era sempre Dio l'Autore nel suscitare così tanta ispirazione, e che lodando Maria non si faceva altro che lodare Dio.

La storia a riguardo del Concepimento e della nascita di Maria è narrata in un vangelo apocrifo, conosciuto come "Protovangelo di Giacomo" e datato nella seconda metà del II secolo.
Di certo non è l'unico testo sulla storia di Maria Bambina, Infante, ma essendo il più antico per gli studiosi è questo che fece da modello ad altri scritti.
Esiste anche  il cosìddetto "vangelo dello pseudo-Matteo" più conosciuto con il titolo di "Libro sulla nascita della Beata Vergine Maria e sull'Infanzia del Salvatore", datato intorno al VI secolo, per altri storici databile perfino nell'VIII secolo.
Tuttavia per una conoscenza degli episodi della vita di Maria e dei Suoi Genitori, torna utile e fondamentale la Legenda Aurea del beato domenicano Jacopo da Varazze, che ebbe una vasta diffusione in tutto l'occidente cristiano e che costituisce una sorta di compilazione sulla vita di Gesù e Maria e sulle vite dei più celebri santi e martiri, da questo testo molti artisti ed anche scrittori, hanno tratto ispirazione per le loro opere, facendolo diventare la fonte letteraria per la base delle loro composizioni.

Gioacchino e Anna


Per comprendere bene la consacrazione fin dalla nascita della piccola Maria al Signore, è bene soffermarci un attimo sulla storia dei Suoi Genitori, Gioacchino ed Anna.
Essi erano sposati, ma il matrimonio non fu allietato dalla nascita di alcun figlio, un fatto questo che provocò dolore e tristezza nel cuore di Anna e provocò l'allontanamento dal Tempio di Gioacchino perchè, un matrimonio senza figli, era un segno dell'allontanamento della benevolenza di Dio.
Un giorno al momento delle offerte, uno scriba si avvicinò e disse a Gioacchino che non era stato benedetto abbastanza dal Signore, se questi non gli aveva fatto dono di una discendenza in Israele.
Fu così che il povero Gioacchino, rattristato, si ritirò fuori città, a espiare nel deserto in mezzo ai pastori, fiducioso di poter ricevere un segno dal Signore.
Nello stesso tempo Anna, in città, innalzava Preghiere al Signore, incessantemente, supplicandolo di non abbandonarla e che dopo non averle mandato alcun figlio, ora le toglieva anche il marito e la gente li ritenevano abbandonati da Dio.

Ma il Signore non li aveva abbandonati!
Contemporaneamente, inconsapevoli l'uno dell'altra, i due coniugi che non cessavano di pregare, ricevettero la visita di un Angelo inviato da Dio, che annunciava loro il concepimento di una bambina alla quale avrebbero dovuto dare il nome di Maria, consacrandola al Signore e facendola vivere nel Tempio poichè "da lei prodigiosamente, si genererà il Figlio dell'Altissimo".
I due anziani coniugi non compresero queste ultime parole, Gioacchino tornando a casa incontrò Anna e la salutò con un casto bacio, un suggello dell'incontro a significare del concepimento prodigioso di Maria.
Trascorsi i nove mesi, ecco compiersi le promesse del Signore, i due anziani Genitori erano felici della Bambina alla quale diedero il nome di Maria e che già spontaneamente avevano deciso di consacrarla al Signore, quale ringraziamento della Sua benevolenza, nonostante fosse stato anche l'Angelo a richiederne l'atto di consacrazione.

L'educazione della Vergine Maria avvenne così in due fasi: nella prima fase della fanciullezza è la Madre, sant'Anna, a prendersene cura, insegnado a Maria le Preghiere, la Devozione e l'adorazione a Dio,ma anche a prepararla ad una vita di consacrazione; nella seconda fase, infatti, dopo l'ingresso al Tempio, si prenderanno cura della sua crescita i sommi sacerdoti.

Maria Bambina


Come prescriveva la legge mosaica, ogni nuovo nato era condotto al Tempio e "presentato" a Dio, così anche ai Genitori di Maria toccò compiere questo rito e anci Gioacchino, già al secondo anno di vita di Maria, chiede ad Anna di onorare l'antico voto portandola a vivere nel Tempio, ma ad Anna sembrava troppo piccola, e così vi entrò l'anno successivo, compiuti i tre anni.
Quando Gioacchino ed Anna la portarono nel Tempio, Maria quasi danzando e senza l'aiuto di nessuno e senza mai voltarsi, fece il suo ingresso. Secondo gli studiosi questo è il segno che la Bambina ubbidisce con serenità ed anche con gioia alla volontà del Signore che la chiama in un luogo consacrato dove mantenersi purissima, "sente e avverte" la Sua presenza, probabilmente è già consolata e sostenuta dagli Angeli.

Nella sua Legenda Aurea, il beato domenicano Jacopo da Varazze, al capitolo CXXXI, riferisce che:
"la Vergine cresceva in santità di giorno in giorno e ogni giorno gli Angeli  venivano a farle visita, e anche ogni giorno aveva la visione di Dio.
Dice san Girolamo in una sua lettera a Cromazio e Eliodoro, che la Vergine Maria scelse una norma da seguire, quella di pregare dalla mattina sino a terza, da terza a nona di lavorare al telaio, e poi a partire dall'ora nona non smetteva di pregare sino a che l'Angelo non le portava il cibo
".

Alla dolcezza del Suo carattere, ci riportano i racconti della Tradizione, si univa anche una ferrea volontà a voler portare a compimento tutto ciò che era volontà del Signore: "Ella era sublime nella costanza, salda e irremovibile negli impegni presi ed ogni giorno progrediva in perfezioni e virtù".
Inoltre non si rivolgeva mai a nessuno con modi bruschi, e si preoccupava che le compagne non peccassero o non fossero ingiuriose con qualcuno, quando salutava benediceva sempre Dio.

Al di la delle Legende, dei testi apocrifi, ciò che era Maria Bambina non è semplicemente frutto di una immaginazione o dell'interpretazione artistica di pittori e scrittori.... la stessa descrizione che fanno quanti, approvati dalla Chiesa, ricevettero la Sua visita, le Sue parole, non fanno altro che descrivere ciò che era realmente Maria fin da Bambina: piena di Dio, con tutto ciò che questa "pienezza" comporta.







Caterina63
00martedì 30 agosto 2011 23:56
Natività Beata Vergine Maria


Ringraziando il sito Maranathà


8 SETTEMBRE
NATIVITA' DELLA BEATA VERGINE MARIA
Festa
 
 per chi volesse seguire il MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO
 

***

LETTURE: Mi 5,1-4a; Sal 86; Mt 1,1-16. 18-23
 

Come quasi tutte le solennità principali di Maria anche la Natività è di origine orientale. Nella Chiesa latina ve l’avrebbe introdotta il papa orientale san Sergio I alla fine del sec. VII. Originariamente doveva essere la festa della dedicazione dell’attuale basilica di sant’Anna in Gerusalemme.

 La Tradizione infatti indicava quel luogo come la sede dell’umile dimora di Gioacchino ed Anna, lontani discendenti di Davide, genitori di Maria santissima. Occorre cercare in questo culto della Natività di Maria una profonda verità: la venuta dell’uomo-Dio sulla terra fu lungamente preparata dal Padre nel corso dei secoli. La personalità divina del Salvatore supera infinitamente tutto ciò che l’umanità poteva generare, però la storia dell’umanità fu come un lento e difficile parto delle condizioni necessarie all’Incarnazione del figlio di Dio.

La devozione cristiana ha voluto perciò venerare le persone e gli avvenimenti che hanno preparato la nascita di Cristo sul piano umano e sul piano della grazia: la sua Madre, la nascita di essa, la sua concezione, i suoi genitori e i suoi antenati (vangelo: Mt 1,1-16.18-23). Credere nei preparativi dell’incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione e riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo. La vera devozione a Maria conduce sempre a Gesù: ogni celebrazione mariana culmina nella Messa.
 

  Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove

Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo  (Disc. 1; PG 97, 806-810)

«Il termine della legge è Cristo» (Rm 10, 4). Si degni egli di innalzarci verso lo spirito ancora più di quanto ci libera dalla lettera della legge.

In lui si trova tutta la perfezione della legge perché lo stesso legislatore, dopo aver portato a termine ogni cosa, trasformò la lettera in spirito, ricapitolando tutto in se stesso. La legge fu vivificata dalla grazia e fu posta al suo servizio in una composizione armonica e feconda. Ognuna delle due conservò le sue caratteristiche senza alterazioni e confusioni. Tuttavia la legge, che prima costituiva un onere gravoso e una tirannia, diventò, per opera di Dio, peso leggero e fonte di libertà.
In questo modo non siamo più «schiavi degli elementi del mondo» (Gal 4, 3), come dice l'Apostolo, né siamo più oppressi dal giogo della legge, né prigionieri della sua lettera morta.
Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell'uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci venne elargito.

La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. Infatti la Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.

La beata Vergine Maria ci fa godere di un duplice beneficio: ci innalza alla conoscenza della verità, e ci libera dal dominio della lettera, esonerandoci dal suo servizio.
In che modo e a quale condizione? L`ombra della notte si ritira all'appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l'Antico Testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all'odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli.
Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell'universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

MESSALE

Antifona d'Ingresso
Celebriamo con gioia
la Natività della beata Vergine Maria:
da lei è sorto il sole di giustizia, Cristo, nostro Dio.
 
Cum iucunditáte Nativitátem beátæ Maríæ Vírginis celebrémus, ex qua ortus est sol iustítiæ, Christus Deus noster.
 
Colletta
Donaci, Signore, i tesori della tua misericordia e poiché la maternità della Vergine ha segnato l'inizio della nostra salvezza, la festa della sua Natività ci faccia crescere nell'unità e nella pace. Per il nostro Signore...
 
Fámulis tuis, quæsumus, Dómine, cæléstis grátiæ munus impertíre, ut, quibus beátæ Vírginis partus éxstitit salútis exórdium, Nativitátis eius festívitas pacis tríbuat increméntum. Per Dóminum.
 
*********************************

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 12
Gioisco pienamente nel Signore.

Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi.

Io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.

Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». 

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Beata sei tu, o Vergine Maria,
e degna d'ogni lode:
da te è nato il Sole di giustizia,
Cristo Dio nostro.
Alleluia.

Vangelo  Mt 1,1-16.18-23  Forma breve: Mt 1,18-23
Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
 
Dal vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
[Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi. ]

Sulle Offerte
Ci soccorra, o Padre, l'immenso amore del tuo unico Figlio, che nascendo dalla Vergine non diminuì ma consacrò l'integrità della Madre, e liberandoci da ogni colpa ti renda gradito il nostro sacrificio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
 
Nativitátem beátæ Vírginis Maríæ cum gáudio recoléntes, tibi, Dómine, múnera nostra deférimus, et súpplices deprecámur, ut Fílii tui nobis succúrrat humánitas, qui ex eádem Vírgine carnem dignátus est suscípere. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
 
Prefazio della Beata Vergine Maria I
La maternità della beata Vergine Maria.

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo,
nella solennità della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.

Per mezzo di lui si allietano gli angeli
e nell'eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci nell'inno della lode:
 
Santo, Santo, Santo ...
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Et te in ... beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit, et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Iesum Christum Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Antifona alla Comunione  Is 7,14; Mt 1,21
Ecco: la Vergine darà alla luce un Figlio,
che salverà il popolo dai suoi peccati.
 
Ecce Virgo páriet Fílium, qui salvum fáciet pópulum suum a peccátis eórum.
 
Dopo la Comunione
Esulti la tua Chiesa, Signore, rinnovata da questi santi misteri, nel ricordo della Natività di Maria Vergine, speranza e aurora di salvezza al mondo intero. Per Cristo nostro Signore.
 
Exsúltet Ecclésia tua, Dómine, quam sacris mystériis refecísti, de beátæ Maríæ Vírginis Nativitáte congáudens, quæ univérso mundo spes fuit et auróra salútis. Per Christum.



Caterina63
00mercoledì 31 agosto 2011 00:01
Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture

Ringraziando il sito Maranathà

8 SETTEMBRE
NATIVITA'
DELLA BEATA VERGINE MARIA (f)
UFFICIO DELLE LETTURE


INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Nella nascita della Vergine Maria,
lodiamo Cristo suo Figlio.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
Inno

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate».
 

Oppure:

Quem terra, pontus, æthera
colunt, adórant, prædicant
trinam regéntem máchinam,
claustrum Maríæ báiulat.
 

Cui luna, sol et ómnia
desérviunt per témpora,  
perfúsa cæli grátia
gestant puéllæ víscera.
 

Beáta mater múnere,
cuius, supérnus ártifex,
mundum pugíllo cóntinens,
ventris sub arca clausus est.
 

Beáta cæli núntio,
fecúnda Sancto Spíritu,
desiderátus géntibus
cuius per alvum fusus est.
 

Iesu, tibi sit glória,
qui natus es de Vírgine,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.

 
1^ Antifona
Maria, sei benedetta dal Signore,
il Dio della salvezza ti ha santificato.

SALMO 23  
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti.
E' lui che l'ha fondata sui mari, *
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
chi non pronunzia menzogna, *
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore, *
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? †
Il Signore forte e potente, *
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? *
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
1^ Antifona
Maria, sei benedetta dal Signore,
il Dio della salvezza ti ha santificato.

2^ Antifona
L'Altissimo ha santificato la sua dimora.

SALMO 45   
Dio è per noi rifugio e forza, *
aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, *
la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare; *
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero; *
egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
romperà gli archi e spezzerà le lance, *
brucerà con il fuoco gli scudi.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
2^ Antifona
L'Altissimo ha santificato la sua dimora.

3^ Antifona
Meraviglie si dicono di te,
o Vergine Maria!

SALMO 86   
Le sue fondamenta sono sui monti santi; †
il Signore ama le porte di Sion *
più di tutte le dimore di Giacobbe.

Di te si dicono cose stupende, *
città di Dio.

Ricorderò Raab e Babilonia
fra quelli che mi conoscono; †
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: *
tutti là sono nati.

Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa *
e l'Altissimo la tiene salda».

Il Signore scriverà nel libro dei popoli: *
«Là costui è nato».
E danzando canteranno: *
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
3^ Antifona
Meraviglie si dicono di te,
o Vergine Maria!

Versetto
V.  Maria meditava nel suo cuore
R.  gli eventi meravigliosi del suo figlio.

Prima Lettura
Dal libro delle Genesi 3, 9-20

Dio punisce l'uomo peccatore e gli promette la salvezza
(Al tempo delle origini) il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe
e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
Alla donna disse:
«Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà».
All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!».
L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.

Responsorio   R. Dalla stirpe di David nasce la Vergine Maria, predestinata ad essere madre del Salvatore: * la sua vita santa illumina la Chiesa.
V. Con fede e con gioia celebriamo la nascita della santa Vergine:
R. la sua vita santa illumina la Chiesa.

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo
(Disc. 1; PG 97, 806-810)

Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove
«Il termine della legge è Cristo» (Rm 10, 4). Si degni egli di innalzarci verso lo spirito ancora più di quanto ci libera dalla lettera della legge.
In lui si trova tutta la perfezione della legge perché lo stesso legislatore, dopo aver portato a termine ogni cosa, trasformò la lettera in spirito, ricapitolando tutto in se stesso. La legge fu vivificata dalla grazia e fu posta al suo servizio in una composizione armonica e feconda. Ognuna delle due conservò le sue caratteristiche senza alterazioni e confusioni. Tuttavia la legge, che prima costituiva un onere gravoso e una tirannia, diventò, per opera di Dio, peso leggero e fonte di libertà.
In questo modo non siamo più «schiavi degli elementi del mondo» (Gal 4, 3), come dice l'Apostolo, né siamo più oppressi dal giogo della legge, né prigionieri della sua lettera morta.
Il mistero del Dio che diventa uomo, la divinizzazione dell'uomo assunto dal Verbo, rappresentano la somma dei beni che Cristo ci ha donati, la rivelazione del piano divino e la sconfitta di ogni presuntuosa autosufficienza umana. La venuta di Dio fra gli uomini, come luce splendente e realtà divina chiara e visibile, è il dono grande e meraviglioso della salvezza che ci venne elargito.
La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.
La beata Vergine Maria ci fa godere di un duplice beneficio: ci innalza alla conoscenza della verità, e ci libera dal dominio della lettera, esonerandoci dal suo servizio. In che modo e a quale condizione? L'ombra della notte si ritira all'appressarsi della luce del giorno, e la grazia ci reca la libertà in luogo della schiavitù della legge. La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l'Antico Testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all'odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell'universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

Responsorio   
R. Celebriamo con fede l'odierna natività della Madre di Dio; * la sua immagine è luce per tutto il popolo cristiano.
V. Cantiamo e glorifichiamo Cristo Signore nella festa di Maria, la santa Madre di Dio;
R. la sua immagine è luce per tutto il popolo cristiano.

Inno  TE DEUM


Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.

  • Salva il tuo popolo, Signore, *
    guida e proteggi i tuoi figli.
    Ogni giorno ti benediciamo, *
    lodiamo il tuo nome per sempre.

    Degnati oggi, Signore, *
    di custodirci senza peccato.
    Sia sempre con noi la tua misericordia: *
    in te abbiamo sperato.

    Pietà di noi, Signore, *
    pietà di noi.
    Tu sei la nostra speranza, *
    non saremo confusi in eterno.

  • Quest'ultima parte dell'inno si può omettere.

    Orazione
    Donaci, Signore, i tesori della tua misericordia e, poiché la maternità della Vergine ha segnato l'inizio della nostra salvezza, la festa della sua Natività ci faccia crescere nell'unità e nella pace. Per il nostro Signore.

    R. Amen.
    Benediciamo il Signore.
    R. Rendiamo grazie a Dio.


  • Caterina63
    00venerdì 2 settembre 2011 17:52
    [SM=g1740738] 8 Settembre, Festa della Natività di Maria Santissima...
    Amici, al di la delle Legende, dei testi apocrifi, ciò che era Maria Bambina non è semplicemente frutto di una immaginazione o dell'interpretazione artistica di pittori e scrittori.... la stessa descrizione che fanno quanti, approvati dalla Chiesa, ricevettero la Sua visita, le Sue parole, non fanno altro che descrivere ciò che era realmente Maria fin da Bambina: piena di Dio, con tutto ciò che questa "pienezza" comporta.
    Vi offriamo così un breve video che riporta alcune Preghiere dalla Liturgia Propria...
    Buona meditazione!
    www.gloria.tv/?media=190304

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org




    [SM=g1740750]


    [SM=g1740757]

    ...si legga anche qui:
    difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8111422&#idm1...

    Romano il Melodo per la Natività della Madre di Dio

    Oggi la sterile partorisce il nido del Signore


    di MANUEL NIN

    La Natività della Madre di Dio è una delle feste mariane più arcaiche, di origine gerosolimitana, testimoniata già nel IV secolo e introdotta a Costantinopoli nel VI secolo e a Roma nel VII.

    I testi dell'ufficiatura nella tradizione bizantina della festa - che riprendono autori di Gerusalemme (Stefano, VI secolo) o costantinopolitani (Sergio e Germano, secoli VII-VIII) - sottolineano la preghiera di Gioacchino e Anna nell'angoscia per la mancanza di discendenza e la grande gioia per la nascita di Maria.

    Romano il Melodo (VI secolo) ha un kontàkion per la festa della Natività della Madre di Dio. Nella strofa introduttiva l'autore riassume i temi svolti nel testo e soprattutto il mistero che la festa celebra e contempla: Maria stessa, cantata con i titoli di "Madre di Dio, immacolata, nutrice del genere umano", e la sua nascita, fonte di gioia per due coppie, quella di Gioacchino e Anna, liberati dalla vergogna della sterilità, e quella di Adamo ed Eva, liberati dalla morte.

    Le due prime strofe sottolineano la mancanza di discendenza di Gioacchino e Anna e la loro preghiera fervente per ottenere il dono e la benedizione di Dio: la preghiera di Gioacchino avviene sul monte, quella di Anna nel giardino (in greco, "paradiso"); con queste due immagini Romano sembra evocare luoghi dove poi Cristo stesso pregherà: "La preghiera e il lamento di Gioacchino e Anna per la mancanza di figli trovarono accoglienza, giunsero all'orecchio del Signore e fecero germogliare un frutto portatore di vita per il mondo. L'uno sul monte recitava la sua preghiera, l'altra nel giardino sopportava la sua umiliazione".

    Tre altre strofe contemplano e riassumono la nascita di Maria e il suo ingresso nel tempio, due misteri celebrati dalle Chiese cristiane appunto l'8 settembre e il 21 novembre. Gioacchino e Anna offrono nel tempio i doni prescritti dopo la nascita di Maria: "Gioacchino aveva già recato doni al tempio, ma non erano stati graditi: era privo di discendenza. Ma nel tempo opportuno egli presenta la Vergine con i doni di ringraziamento insieme ad Anna. Gioacchino invitò alla preghiera sacerdoti e leviti e condusse Maria in mezzo a loro".
    La quinta strofa del poema riassume il mistero dell'ingresso e la vita di Maria nel tempio, dove lei vive nutrita dalle mani di un angelo ed entra accompagnata da dieci vergini con le lampade accese tra le mani.
    Quindi, servendosi dell'immagine del ruscello che sgorga dal tempio (in Ezechiele, 47, 1-12), Romano sottolinea come, grazie alla presenza di Maria il tempio stesso diventa luogo da dove sgorga la vita: "Un flusso di vita hai fatto sgorgare per noi, tu che avesti il dono di essere nutrita nel santuario da un angelo, tu che sei santa fra i santi, e tempio e nido del Signore. Le vergini condussero la Vergine con lampade prefigurando il Sole che ella diede ai credenti". Oltre all'immagine del "tempio", Romano applica a Maria quella di "nido del Signore".

    Segue la preghiera di ringraziamento di Anna. Il dono di Dio per la nascita di Maria la fa simile all'altra Anna per la nascita di Samuele il profeta; costui nel servizio diventa sacerdote del Signore, Maria diventa Madre del Signore: "Tu hai dato ascolto a me, o Signore, come a quella Anna. Ella offrì il figlio Samuele affinché servisse come sacerdote il Signore, e tu anche a me hai fatto un dono. Grande è la mia ventura perché ho generato una figlia che genererà il Signore Dio prima dei secoli, Colui che dopo il parto conserverà la madre vergine come è. Sarà lei, o misericordioso, la tua porta per la discesa dall'alto dei cieli".

    Il poeta descrive quindi l'incontro e il fidanzamento di Maria e Giuseppe: "Maria ora risplende al volgere delle stagioni e rimane nel tempio dei santi. Vedendola nel fiore della giovinezza, Zaccaria per indicazione della sorte la pone sotto l'autorità del fidanzato Giuseppe, suo promesso sposo per volere divino. Ella è donata a lui mediante un bastone mosso dallo Spirito Santo".

    Alla fine Romano elenca una serie di titoli che collegano Maria col mistero della salvezza operato da Cristo: "Il tuo parto, o Anna veneranda, è benedetto perché hai partorito la gloria del mondo, l'agognata mediatrice per il genere umano. Ella è muraglia, fortezza e rifugio di quanti in lei confidano. Ogni cristiano ha in lei protezione, riparo e speranza di salvezza". Chiude il poema una preghiera a Dio, l'unico amico degli uomini.



    (©L'Osservatore Romano 8 settembre 2011)


    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


    Caterina63
    00mercoledì 7 settembre 2011 17:07

    I cinque Salmi in onore di Maria

    http://www.cercoiltuovolto.it/wp-content/uploads/2011/03/il-mistero-della-verginit%C3%A0-di-Maria.jpg


    Ant. Mariae nomen cunctas illustrat ecclesias, quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum Nomen eius.

    M
    agnificat anima mea Dominum:

    Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo.

    Quia respexit humilitatem ancillae suae:
    Ecce enim ex hoc beatam mei dicent omnes generationes.
    Quia fecit mihi magna qui potens est:
    Et sanctum nomen eius.
    Et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum.
    Fecit potentiam in brachio suo:
    Dispersit superbos mente cordis sui.
    Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles,
    esurientes implevit bonis:
    et divites dimisit inanes,
    Suscepit Israel puerum suum,
    recordatus misericordiae suae,
    sicut locutus est ad patres nostros,
    Abraham et semini eius in saecula.
    Gloria Patri.

    Ant. Mariae nomen cunctas illustrat ecclesias, quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum Nomen eius.



    Ant. A solis ortu usque ad occasum: laudabilem nomen Doomini et Mariae Mater eius.


    A
    d Dominum cum tribularer clamavi et exaudivit me

    Domine libera animam meam a labiis iniquis a lingua dolosa

    Quid detur tibi et quid adponatur tibi ad linguam dolosam
    Sagittae potentis acutae cum carbonibus desolatoriis
    Heu mihi quia incolatus meus prolongatus est habitavi cum habitationibus Cedar
    Multum incola fuit anima mea
    Cum his qui oderant pacem eram pacificus cum loquebar illis inpugnabant me gratis
    Gloria Patri.

    Ant. A solis ortu usque ad occasum: laudabilem nomen Doomini et Mariae Mater eius.


    Ant. Refugium est in tribulationibus: Mariae nomen omnibus illud invocantibus.


    R
    etribue servo tuo, vivifica me, et custodiam sermones tuos.
    Revela oculos meos, et considerabo mirabilia de lege tua.
    Incola ego sum in terra: non abscondas a me mandata tua.
    Concupivit anima mea desiderare justificationes tuas in omni tempore.
    Increpasti superbos; maledicti qui declinant a mandatis tuis.
    Aufer a me opprobrium et contemptum, quia testimonia tua exquisivi.
    Etenim sederunt principes, et adversum me loquebantur;
    servus autem tuus exercebatur in justificationibus tuis.
    Nam et testimonia tua meditatio mea est, et consilium meum justificationes tuæ.
    Adhæsit pavimento anima mea: vivifica me secundum verbum tuum.
    Vias meas enuntiavi, et exaudisti me; doce me justificationes tuas.
    Viam justificationum tuarum instrue me, et exercebor in mirabilibus tuis.
    Dormitavit anima mea præ tædio: confirma me in verbis tuis.
    Viam iniquitatis amove a me, et de lege tua miserere mei.
    Viam veritatis elegi; judicia tua non sum oblitus.
    Adhæsi testimoniis tuis, Domine; noli me confundere.
    Viam mandatorum tuorum cucurri, cum dilatasti cor meum.
    Gloria Patri.

    Ant. Refugium est in tribulationibus: Mariae nomen omnibus illud invocantibus.



    Ant. in universa Terra: admirabilem nomen tuum, O Maria.


    I
    n convertendo Dominus captivitatem Sion, facti sumus sicut consolati.
    Tunc repletum est gaudio os nostrum, et lingua nostra exsultatione.
    Tunc dicent inter gentes : Magnificavit Dominus facere cum eis.
    Magnificavit Dominus facere nobiscum; facti sumus lætantes.
    Converte, Domine, captivitatem nostram, sicut torrens in austro.
    Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent.
    Euntes ibant et flebant, mittentes semina sua.
    Venientes autem venient cum exsultatione, portantes manipulos suos.
    Gloria Patri.

    Ant. in universa Terra: admirabilem nomen tuum, O Maria.

    Ant. Annunciaverunt coeli nomen Mariae: et viderunt omnes populi gloriam eius.


    A
    d te levavi oculos meos: qui habitas in caelis.

    Ecce sicut oculi servorum: in manibus dominorum suorum.

    Sicut oculi ancillae in manibus dominae suae:
    ita oculi nostri ad Dominum Deum nostrum, donec misereatur nostri.
    Miserere nostri Domine, miserere nostri: quia multum repleti sumus despectione.
    Quia multum repleta est anima nostra: opprobrium abundantibus, et despectio superbis.

    Gloria Patri.


    Ant. Annunciaverunt coeli nomen Mariae: et viderunt omnes populi gloriam eius.


    - Sit Nomen Virginis Mariae Benedictum.

    ex hoc nunc usquae in saeculum.

    Oremus.

    Concede quaesumus, omnipotens Deus ut fideles tui qui sub sanctissimo virginis Mariae Nomine et protectione laetantur, eius pia intercessione, a cunctis malis liberentur in terris, et ad gaudia aeterna pervenire mereantur in coelis, Pre Dominum, etc

    ***********************************************************

    La versione in italiano


    La pratica consistente nel recitare cinque salmi le cui lettere iniziali corrispondono alle cinque di cui si compone il Nome di Maria:


    M: Magnificat (Luc. 46-55);

    A: Ad Dominum cum tribularer clamavi (Sal. 119);

    R: Retribue servo tuo (Sal. 118, 17-32);

    I: In convertendo (Sal. 125)

    A: Ad te levavi animam meam (Sal. 122).

    La recita dei cinque salmi, con le antifone che li uniscono, fu indulgenziata da Papa Pio VII (1800-1823).

    Tale pia pratica è già conosciuta nel secolo XII; per esempio, era carissima al beato benedettino Ioscio, monaco di Saint-Bertin, in Francia, gran devoto della Vergine, la cui morte, avvenuta nel 1163, è accompagnata da un miracolo: dalla sua testa escono cinque lettere d’oro a formare appunto il Nome di Maria.
    La pratica raggiunge la massima diffusione e popolarità dopo che, nel 1683, Papa Innocenzo XI (1676-1689) rende universale per tutta la Chiesa la festa del Nome di Maria, a ricordo della vittoria riportata a Vienna sui turchi dalle truppe cristiane guidate dal re polacco Giovanni III Sobieski (1624-1696).

     La recita dei cinque salmi, con le antifone che li uniscono, fu indulgenziata da Papa Pio VII (1800-1823), ma le indulgenze specifiche sono decadute con la normativa introdotta in base alla Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina, del 1° gennaio 1967. A testimonianza del valore attribuito all’invocazione del Nome di Maria Dante Alighieri (1265-1321) mette in bocca a Buonconte di Montefeltro, trovato inaspettatamente in Purgatorio, queste parole, che danno la ragione della sua salvezza:

    Quivi perdei la vista, e la parola
    Nel nome di Maria finii, e quivi
    Caddi
    (La Divina Commedia. Purgatorio V, 100-102).

    (cfr. Emilio Campana, Maria nel culto cattolico, vol. I, Il culto di Maria in sé e nelle sue manifestazioni liturgiche, Marietti, Torino-Roma 1933, pp. 240-241; e Rambaut Van Doren, voce Ioscio, in Bibliotheca sanctorum, Città Nuova, Roma 1966, vol. VII, col. 859).




    V. O Dio, vieni a salvarmi
    R. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre
    e al Figlio e allo Spirito Santo,
    com’era nel principio e ora e sempre,
    nei secoli dei secoli. Così sia.

    Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome

    L’anima mia magnifica il Signore
    e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
    D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
    di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore,
    ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
    ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
    come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

    Gloria al Padre

    Ant. Maria il tuo nome è la gloria di tutte le chiese, a te grandi cose fece l’Onnipotente, e santo è il tuo nome



    Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.

    Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.
    Signore, libera la mia vita dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice.
    Che ti posso dare, come ripagarti, lingua ingannatrice?
    Frecce acute di un prode, con carboni di ginepro.
    Me infelice: abito straniero in Mosoch, dimoro fra le tende di Cedar!
    Troppo io ho dimorato con chi detesta la pace.
    Io sono per la pace, ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra.

    Gloria al Padre

    Ant. Dall’oriente al tramonto si deve lodare il nome del Signore e di Maria Madre sua.



    Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.

    Sii buono con il tuo servo e avrà vita, custodirò la tua parola.
    Aprimi gli occhi perché io veda le meraviglie della tua legge.
    Io sono straniero sulla terra, non nascondermi i tuoi comandi.
    Io mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti in ogni tempo.
    Tu minacci gli orgogliosi; maledetto chi devia dai tuoi decreti.
    Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho osservato le tue leggi.
    Siedono i potenti, mi calunniano, ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
    Anche i tuoi ordini sono la mia gioia, miei consiglieri i tuoi precetti.
    Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola.
    Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto; insegnami i tuoi voleri.
    Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò i tuoi prodigi.
    Io piango nella tristezza; sollevami secondo la tua promessa.
    Tieni lontana da me la via della menzogna, fammi dono della tua legge.
    Ho scelto la via della giustizia, mi sono prostrato ai tuoi giudizi.
    Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore, che io non resti confuso.
    Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore.

    Gloria al Padre

    Ant. Nelle tribolazioni il nome di Maria è il rifugio per tutti quelli che lo invocano.



    Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.

    Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
    ci sembrava di sognare.
    Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
    la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
    Allora si diceva tra i popoli:
    "Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
    Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
    ci ha colmati di gioia.
    Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
    come i torrenti del Negheb.
    Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo.
    Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni.

    Gloria al Padre

    Ant. Ammirabile in tutta la terra è il tuo nome, o Maria.



    Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.

    A te levo i miei occhi, a te che abiti nei cieli.
    Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni;
    come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.
    Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
    già troppo ci hanno colmato di scherni,
    noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

    Gloria al Padre

    Ant. I cieli hanno annunciato il nome di Maria e tutti i popoli hanno veduta la sua gloria.


    V. Sia benedetto il nome della Vergine Maria.
    R. Da questo momento e nei secoli.

    Preghiamo: Ti preghiamo, Dio onnipotente, affinché i tuoi fedeli, che si rallegrano del nome e della protezione della santissima Vergine Maria, grazie alla sua pietosa intercessione siano liberati da tutti i mali sulla terra, e meritino di giungere alle gioie eterne in cielo. Per Cristo nostro Signore. Così sia.

    Se cerchi il Cielo, anima,
    invoca il nome di Maria;
    a chi invoca Maria
    apre le porte del Cielo.
    Al nome di Maria i celesti
    si rallegrano, trema l’inferno;
    il cielo, la terra, il mare,
    e tutto il mondo esulta.
    Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
    Amen.




    Indulgenze concesse a chi recita la Salve Regina e il Sub tuum praesidium
    Il S. Padre Pio VI, con decreto della S. C. Indulg. 5 Aprile 1786, a tutti i fedeli che recitano la Salve Re­gina e il Sub tuum praesidium coi versetti: Dignare me laudare te, etc.; e con l'intenzione di riparare in qual­che modo le ingiurie fatte contro l'onore della SS. Ver­ne e dei Santi e contro le loro sante immagini, concesse.
    - Indulgenza Plenaria due volte al mese in due Domeniche ad arbitrio, se confessati e comunicati pregano secondo l'intenzione del Papa.
    - Indulgenza Plenaria in tutte le feste della B. V. Maria.
    - Indul­genza Plenaria in articulo mortis.


    Caterina63
    00giovedì 8 settembre 2011 12:15

    Memoria della Natività della B.V. Maria


    altare dedicato alla B.V.Maria
    nel Duomo di Milano, dedicato a Maria Nascente.
    La devozione per la Natività di Maria è nata in Oriente (tuttora è una delle 12 Feste Mariane Maggiori per la Chiesa Ortodossa), ed è stata introdotta nella Chiesa d'Occidente da Papa Sergio I (VIII sec.).
    Diffusa soprattutto nel Rito Ambrosiano (a
    Mariae Nascenti è infatti dedicato il Duomo per volontà di San Carlo Borromeo nel 1572) la memoria liturgica della Natività di Maria si attestò nel XIV secolo in tutta la Chiesa Cattolica Romana.
    Dal 1720 per azione di Suor Chiara Isabella Fornari, francescana, nacque e si diffuse la devozione per S. Maria Bambina, venerata soprattutto in ambito lombardo.

    ..." Dio ha scelto Maria per diventare la Madre di Gesù Cristo. Secondo la fede della Chiesa, tutta la persona e l'esistenza di Maria sono improntate a questa chiamata eccezionale. Questo è il motivo per cui noi guardiamo al suo ingresso in questo mondo, alla sua nascita, con venerazione e con riconoscenza; e anche se la data esatta di questa nascita non ci è nota, essa cade inequivocabilmente negli anni immediatamente precedenti quella santa notte di Betlemme.

    È volontà di Dio che noi diventiamo fratelli e sorelle di Gesù e che "prendiamo parte alla sostanza e alla forma di suo Figlio"; in Gesù egli ha "reso giusti" e "glorificato" già tutti coloro che ha chiamato alla sua sequela. Meravigliose parole dell'apostolo, in cui la Chiesa riconosce la parola di Dio stesso! Sì, grandi cose il Signore ha fatto rendendoci membri della sua Chiesa. Una gioia e una riconoscenza spontanee devono sgorgare dal nostro cuore; la nostra risposta deve essere quella di amare Dio con il corpo e con l'anima, con il cuore e con la ragione, con tutte le nostre forze.

    Solo allora anche su di noi si potrà adempiere quanto la lettera di San Paolo afferma grandiosamente all'inizio: "Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (cf. Rm 8, 28-30). Come sono diventate vere queste parole per Gesù stesso, che attraverso il sacrificio della sua vita è divenuto il nostro Redentore; ma come sono diventate vere anche per Maria, la prima redenta, che per amore del Figlio è rimasta preservata dal peccato ed è quindi divenuta la Madre di tutti i redenti.

    In questo modo Maria, attraverso la sua vocazione ad essere la Madre di Cristo, partecipa in misura particolare a quella chiamata comune, rivolta da Cristo a tutti gli uomini e che può essere realizzata in comunione con lui.

    Se noi veneriamo il mistero della nascita di Maria con amore, ci renderemo conto sempre più chiaramente che mediante il suo "sì" e attraverso la sua maternità Dio è con noi.

    Questo vale anche per quella primissima sorgente della comunità umana che noi chiamiamo famiglia. L'odierna festa della nascita di Maria e il mistero della nascita umana di Dio nel grembo della Sacra Famiglia guidano la nostra attenzione proprio sulla famiglia.

    A ragione possiamo pensare che la Madre del Signore sia nata in una famiglia religiosa e devota. Maria stessa prega molto. Nel Magnificat, famosa lode della potenza e gloria del Signore, essa ci insegna l'indirizzo principale di ogni preghiera: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore" (Lc 1, 46-47). Cantate anche voi questa lode a Dio! Mostrate a Dio, mediante la fedele partecipazione alle celebrazioni eucaristiche della domenica e dei giorni feriali, che lo amate e onorate sopra ogni cosa e contemporaneamente siete pronti a dare a quest'amore un'espressione concreta e comunitaria! Andate al Signore eucaristico nel tabernacolo e pregate lì il Dio misteriosamente presente per voi stessi, per la vostra famiglia, per le vostre famiglie della vostra patria, per la famiglia dell'umanità e per la famiglia di Dio nella Chiesa! Esorto voi tutti, bambini, ragazzi e adulti, laici e sacerdoti, religiosi e religiose, sani e malati, impediti e attempati: pregate! Sì, mantenetevi fedeli alla preghiera quotidiana! La preghiera è la forza che veramente cambia e libera la nostra vita; nella preghiera avviene l'autentico "incontro con la vita".

    Da un'omelia del Beato Giovanni Paolo II, 8 settembre 1985, Eschen-Mauren (Liechtenstein)


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