ATTO DI RIPARAZIONE CONTRO IL DELITTO DELL'ABORTO

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Caterina63
00lunedì 2 febbraio 2009 13:57
Dodici anni fa tornava alla Casa del Padre il cardinale Ugo Poletti

Guidò la Chiesa dell’Urbe dal 1973 al 1991, dal 1985 fu anche presidente della Cei: fu vero pastore in tempi di mutamenti spesso drammatici

Ugo Poletti vicario E Roma imparò a essere diocesi



Il cardinale Ugo Poletti era nato a Omegna, nella diocesi di Novara, il 14 aprile 1914.
Ordinato sacerdote a 24 anni, il 29 giugno 1938, divenne vescovo nel settembre 1958.

Arrivato a Roma negli anni Sessanta, era vicegerente quando nel 1972, alla morte improvvisa del cardinale Dell'Acqua, Paolo VI lo volle come suo vicario, creandolo cardinale nel Concistoro del 5 marzo 1973.

In questa veste il cardinale Ugo Poletti si adoperò per una profonda riforma della diocesi, di cui imparò a conoscere tutti gli angoli come e meglio di un romano, sempre in mezzo alla gente.


Nel 1985 Giovanni Paolo II lo volle come presidente della Conferenza episcopale italiana, che resse fino al 1991, anno in cui le sue dimissioni canoniche vennero accolte da Papa Wojtyla. Fu nominato arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore, dove oggi è sepolto.


 

Una bellissima immagine di quando Giovanni Paolo II, appena eletto Papa, entra come Vescovo di Roma in san Giovanni in Laterano per sedersi alla Cattedra......Allora fu il card. Ugo Poletti a porgergli il Crocefisso.




a lui si deve una bellissima Preghiera per i Bambini mai nati.......a sottolineare quanto la Chiesa abbia sempre pensato a queste Creature INNOCENTI.....


Così scrisse il sacerdote responsabile per la pratica (riconosciuta dalla Chiesa) del Battesimo di desiderio per i Bambini mai nati.....Non è un  Battesimo vero e proprio, si lascia a tal fine ciò che dice lo stesso Catechismo: LI AFFIDIAMO ALLA MISERICORDIA DI DIO.....attraverso il BATTESIMO DI DESIDERIO

12-5-1986

Rev.mo Mons Pietro Sgarzetta
Condirettore rivista "Il cuore della Madre"


Facendo eco alla nota pastorale del Consiglio Permanente CEI, del 24-10-1985, abbiamo voluto iniziare una crociata di preghiere,come da pagellina acclusa. nel tentativo si rompere il silenzio sull'aborto.

Ci hanno incoraggiato vari gruppi di preghiera cui vorrei che si unisse anche il vostro A.M.F.
Siamo stati guidati in questo dal nostro vescovo di Ariano Irpino. Mons. Nicola Ognozzi e da don Stefano Lamera.
Ci ha confermati e benedetti anche il Card. Poletti.
Nella speranza che questa preghiera venga diffusa anche attraverso la vostra bella rivista vi ringrazio e saluto.


Fraternamente in unione di preghiera.

Sac. Nicola Rossi
parroco salesiano

Parrocchia Sacro cuore
via Fratelli Mellone, 47
74100 Taranto




il card. Ugo Poletti (allora Presidente della CEI) compila e firma la seguente Preghiera:

ATTO DI RIPARAZIONE PER IL DELITTO DELL'ABORTO

PREGHIAMO

O Dio, nostro Padre, che nel tuo infinito amore per noi, vuoi che tutti gli uomini siano salvi, con la fede e l'amore della Chiesa che porta nel suo cuore di Madre il "Desiderio del battesimo" per tutti i bambini del mondo, desidero esprimere questa sua carità, battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo tutti i bambini che oggi saranno uccisi nel grembo delle loro madri con l'aborto.
                                        [SM=g1740720]

Con questo atto di fede e di carità intendo con tutta la Chiesa:

1.- Offrire, per le mani immacolate di Maria SS.ma, con il sangu e di Gesùquello di tutti i bambini uccisi con l'aborto, implorando per il sacrificio delle loro vite, pietà e misericordia per l'umanità.

2.- Riparare il grave delito dell'aborto che, mentre sopprime la vita del concepito lo priva della grazia del Battesimo.

3.- Pregare per la conversione di tutti gli operatori e collaboratori dell'aborto, orribile delitto "che, sottoscrive la condanna dell'uomo della donna, del medico, dello Stato" (Giovanni Paolo II).

3.- Pregare per la conversione di quanti, con i potenti mezzi della comunicazioni sociale, sostengon, giustificano e difendono questo gravissimo peccato, disconoscendi il Magistero della Chiesa e di Cristo.

5.- E infine, per invocare misericordia su quanti ingannati e sedotti da questi mezzi potenti si allontanano dall'amore di Dio Padre

Recitare il Credo, il Padre nostro e un Ave Maria.



Il Cardinale Ugo Poletti

Vicario Generale di Sua Santità
ringrazia il Sac. Nicola Rossi
per la stampa e la diffusione
dell' "atto di riparazione" e con
stima saluta e benedice

Ugo card. Poletti
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Con approvazione ecclesiastica
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"Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (Santa Caterina da Siena)
Caterina63
00martedì 24 aprile 2012 18:29
[SM=g1740733] Francia: uno stato civile per i feti nati senza vita

23.8.2008
Due decreti del ministero della giustizia francese autorizzano ora l’iscrizione di un feto nato senza vita sui registri dello stato civile. Il provvedimento è stato preso in seguito ad alcune sentenze della Corte di Cassazione, secondo la quale i feti nati senza vita, morti in utero o in seguito a un’interruzione di gravidanza, potevano essere dichiarati allo stato civile.
Il primo decreto prevede che “un libretto di famiglia sia consegnato, se richiesto, ai genitori che ne sono sprovvisti da parte dell’ufficiale di stato civile che ha stabilito l’atto di figlio senza vita“; il secondo stabilisce che “l’atto di figlio senza vita sia redatto dall’ufficiale di stato civile previa produzione di un certificato medico”. Il provvedimento consente pertanto di organizzare i funerali ai feti nati privi di vita.

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[SM=g1740733] Cremona, funerali per feti d’intesa con comune e ospedale

8.maggio 2010

... presso il cimitero di Cremona si sono svolti per la prima volta i funerali di 26 feti abortiti presso l’ospedale Maggiore, che si ripeteranno ogni primo venerdì del mese grazie ad un protocollo d’intesa tra Azienda ospedaliera, Comune e l’associazione cattolica Difendere la vita con Maria che li organizza. Il protocollo prevede che l’ospedale chieda alle famiglie se intendono dare sepoltura ai feti abortiti e nel caso ciò non accada, intervengono i volontari dell’associazione.
Il comune di Cremona ha destinato a questo scopo parte del cimitero, secondo la normativa della Regione Lombardia che dà diritto di sepoltura ai feti sotto i cinque mesi, a carico della famiglia o in alternativa della struttura sanitaria dove avviene l’interruzione di gravidanza, con tanto di funerale se richiesto.

Secondo le cronache, il funerale si sarebbe svolto con recita del rosario e benedizione delle bare, concludendosi con una preghiera di Consacrazione a Maria in difesa della Vita, nella quale si afferma: “Siamo consapevoli che la vita è costantemente al centro di una grande lotta. Il maligno, omicida fin dall’inizio, attenta continuamente alla vita dell’uomo e della umanità. A Te è affidato il compito di difenderci dal dragone infernale fino al giorno in cui il frutto benedetto del tuo seno riporterà vittoria definitiva. Accogli, dunque, o Maria, la nostra consacrazione , il nostro amore e il nostro impegno perché con Te possiamo efficacemente lavorare nella promozione e nella difesa della vita”.

www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=rYH_k2djvi0





[SM=g1740717]

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Caterina63
00venerdì 17 agosto 2012 22:55
[SM=g1740720] Il primo «compleanno» di Angelo, abortito (un articolo amaro, da leggere e meditare)
 

Oggi sarebbe un bambino di un anno. Lo avrebbe compiuto proprio il giorno di Pasqua, se la sua vita non fosse stata considerata un "errore", una svista, un increscioso incidente. Perché Angelo, venuto al mondo il 24 aprile di un anno fa, non era un neonato, era un aborto. Eppure, nato per "caso", piangeva e sgambettava come gli altri, almeno finché ha avuto fiato.


di Lucia Bellaspiga

Accadeva all’ospedale di Rossano Calabro, dove Maria (nome d’invenzione) si era recata a interrompere una gravidanza già molto avanzata, troppo perfino per la legge 194, secondo la quale dopo tre mesi l’aborto è vietato a meno che per la madre non sussista un pericolo di morte o nel suo bambino non vi siano anomalie tali da costituire «un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna». Se poi il feto è già così formato da poter avere vita autonoma, come ormai era Angelo, la legge restringe ancora più il campo: niente aborto se la madre non è in gravissimo pericolo di vita. E comunque dopo l’intervento quel bambino-a-tutti-gli-effetti va salvato.

Quale terribile anomalia, allora, aveva Angelo, se un medico del dipartimento di salute mentale di Cosenza ha valutato un «grave pericolo per la psiche» di sua madre? Anzi, poiché il piccolo, giunto alla sua ventiduesima settimana, poteva ormai avere vita autonoma anche fuori dal ventre materno, di cosa stava morendo la sua mamma, al punto da costringere i medici a sacrificare quel figlio ormai formato?

Angelo aveva una palatoschisi, più nota come labbro leporino, imperfezione risolvibile con un piccolo intervento. Per quel labbro difettoso un medico con un colpo di penna lo ha declassato da figlio ad aborto, ed entro la sera del 24 aprile a «rifiuto speciale»: è tra gli altri rifiuti dell’ospedale che è stato dimenticato, in una ciotola di metallo gelato, e non più guardato nemmeno da chi – sempre per legge – avrebbe dovuto accertarne la morte, anzi, salvarne subito la vita.

Lo hanno gettato senza un’occhiata, e lui in quella ciotola ha trascorso al freddo e al buio la sua prima notte sulla terra, senza sentire mai il calore di una mano o ricevere una goccia di latte. Per ventiquattr’ore ha pianto e sgambettato invano, come gli altri neonati fanno sotto gli occhi innamorati di chi li ha messi al mondo, finché a sentire il vagito non sono stati il cappellano dell’ospedale e una dottoressa. Inutile la corsa all’ospedale di Cosenza.

«Supponevamo una morte certa», si sono difesi i sanitari di fronte agli inquirenti, mentre i risultati dell’autopsia affondavano anche l’ultima speranza: se avesse ricevuto le cure attribuite a tutti i neonati prematuri, sarebbe vissuto. Ma Angelo non era un neonato, era soltanto un aborto.

Storia di un anno fa, d’accordo. Ma in questo tempo di Pasqua di Resurrezione, che è anche il suo compleanno, chiediamoci: in un anno che cosa è cambiato in Italia, il Paese in cui vige la legge 194, perché questo orrore non avvenga più? Si può almeno pretendere che la norma, comunque amara e triste, sia davvero applicata tutta?

La comunità scientifica stabilisce che alla ventiduesima settimana le probabilità di vita nei bambini abortiti sono già buone e la Regione Lombardia nel 2008 decise di applicare la legge concretamente, indicando in 22 settimane e tre giorni il limite oltre il quale l’aborto è vietato se la vita della madre non è in estremo pericolo.

Ma alcuni medici hanno fatto ricorso contro l’atto della Lombardia, e in gennaio il Tar ha dato loro ragione (erano rappresentati da Vittorio Angiolini, il legale di Englaro per la morte di Eluana). «Il feto non soffre fino alla ventiquattresima settimana – ha sentenziato l’associazione Consulta di Bioetica, dando per scontato ciò che Angelo, con la sua morte lenta, sconfessa ancora oggi minuto dopo minuto –. L’autonomia del feto è una favola astratta costruita ad arte da chi opprime i deboli e gli svantaggiati...». Debole e svantaggiato, Angelo gridava inascoltato la sua caparbietà di vivere, e questa non è una favola.

Molti nostri medici ogni anno si recano in Africa a operare i bambini nati con palatoschisi, poi come prima cosa insegnano loro a fare le bolle di sapone, perché il soffio con il labbro leporino è un gioco impossibile. Angelo oggi avrebbe soffiato sulla prima candelina.

 

fonte: Avvenire.it, 28 aprile 2011






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